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The effects of introducing market principles into the city gas industry in JapanHASHIMOTO, Satoru, 橋本, 悟 23 March 2012 (has links)
博士(商学) / 甲第667号 / p.82 / 一橋大学
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Essays on Formal Transaction Cost TheoryMORI, Yusuke, 森, 祐介 10 July 2013 (has links) (PDF)
博士(商学) / 12613乙第516号 / iii, 120 p. / Hitotsubashi University
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A historical Path Dependence : The development case of eco-friendly vehiclesAlerasooldehkordi, Seyedmajid 24 March 2014 (has links) (PDF)
博士(商学) / 12613甲第774号 / 212 p. / Hitotsubashi University
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Misalignment of East Asian Currencies王, 志乾, WANG, Zhiqian 24 March 2014 (has links) (PDF)
博士(商学) / 12613甲第779号 / 106 p. / Hitotsubashi University
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Competitività nel commercio internazionale: partecipazione delle aziende e controversie commerciali. / COMPETITIVENESS IN INTERNATIONAL TRADE FIRMS' PARTICIPATION AND TRADE CONCERNSDE FALCIS, ELEONORA 03 April 2019 (has links)
La tesi analizza la competitività nel commercio internazionale con un approccio multidimensionale. Il lavoro verte su tre livelli: a) una analisi di indicatori di produttività in aziende agroalimentari che operano con maggiore successo nel mercato estero; b) il ruolo delle agenzie di promozione a supporto delle aziende esportatrici; c) le barriere non tariffarie e le vertenze a livello dell’organizzazione mondiale del commercio (WTO) in materia sanitaria e fitosanitaria. Il lavoro condotto nelle tre prospettive microeconomica, istituzionale e internazionale, sottolinea il legame del commercio estero quale fattore di miglioramento della competitività delle aziende, evidenzia inoltre il ruolo importante delle istituzioni ed agenzie di supporto che accompagnano le aziende nel processo di internazionalizzazione, infine viene messo in luce la modifica dei rapporti internazionali per quanto attiene le barriere non tariffarie e le vertenze in campo sanitario e fitosanitario fra i Paesi aderenti al Wto, evidenziando una riduzione della centralità di Stati Uniti ed Unione Europea. / The thesis analyzes the competitiveness in international trade with a multidimensional approach. The work focuses on three levels: a) an analysis of productivity indicators in the agro-food and beverage companies that operate with greater success in the foreign market; b) the role of promotion agencies in support of exporting companies; c) and finally, non-tariff barriers and trade concerns at the level of the World Trade Organization (WTO) in sanitary and phytosanitary matters. The work, conducted in the three perspectives (microeconomic, institutional and international), underlines the link between foreign trade as a factor in improving the competitiveness of companies, also highlights the important role of the institutions and support agencies that accompany companies in the internationalization process, and finally it sheds light on the change in international relations, regarding non-tariff barriers and sanitary and phytosanitary trade concerns between the WTO members, highlighting a reduction in the centrality of the United States and European Union.
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IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE: PROSPETTIVE E RAGIONI DI UNA REGOLAMENTAZIONE TRA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO ED ESIGENZE DI TUTELA DEL CONSUMATOREFILICE, ASSUNTA BARBARA 22 April 2010 (has links)
Il commercio equo e solidale (Cees) è andato sviluppandosi nel mondo occidentale nel corso degli ultimi quaranta anni, quale risposta alla crescente consapevolezza del fatto che i vantaggi derivanti dagli scambi e dall’espansione del commercio internazionale non risultano equamente ripartiti tra tutti i Paesi e tra i vari strati della popolazione di ciascuno dei Paesi stessi.
La progressiva estensione del fenomeno in termini di ampliamento delle aree geografiche coperte e di aumento del quantitativo e delle tipologie dei beni commerciati, nonché il proliferare dei soggetti coinvolti e la loro stessa eterogeneità ha via via evidenziato le potenzialità connesse a tale realtà divenuta, nel corso di pochi decenni, da settore di nicchia, modello di riferimento per un commercio giusto nel panorama internazionale di mercato.
Orbene, allo scopo di inquadrare precisamente il fenomeno e di sviscerarne i contenuti si è ritenuto opportuno suddividere la trattazione del tema in quattro macro-blocchi inerenti rispettivamente: la descrizione socio-economica del Cees, i progetti di normazione presenti in materia a livello sovranazionale-nazionale e regionale, le altre esperienze parallelamente sviluppate in altri paesi europei, nonché l’analisi degli strumenti contrattuali in uso nel settore con particolare riguardo ai contratti di Ctm.
Il punto di partenza è rappresentato da una serie di considerazioni di ordine introduttivo, con particolare riguardo alla dimensione socio-economica del fenomeno, alla luce della sua crescente evoluzione e del suo attuale valore in termini di incidenza all’interno del nuovo ordine globale delle relazioni economiche.
A seguire, dato il taglio essenzialmente giuridico della ricerca, si è ritenuto opportuno penetrare immediatamente la realtà del commercio equo con specifico riferimento alle problematiche ed alle prospettive connesse all’opportunità di una regolamentazione giuridica del fenomeno stesso, le quali costituiscono, precisamente, l’oggetto centrale del presente studio.
In particolare si è scelto di elaborare una serie di riflessioni introduttive a proposito dei differenti approcci posti in essere in materia, considerando la complessità del quadro di riferimento nonché la varietà degli intenti.
Orbene, nel tentativo di ricostruire le ragioni che hanno determinato l’esigenza di regolamentare la materia, si è pensato in primo luogo di esaminare i numerosi tentativi di autoregolamentazione attuati in tal senso, con riferimento da un lato alle cc. dd.. Carte dei Criteri ed in particolare alla Carta Italiana, elaborate allo scopo di identificare i requisiti ed i soggetti destinati ad operare in tale contesto, e dall’altro lato ai sistemi di certificazione privati e specializzati posti in essere allo scopo di etichettare i prodotti del Cees e garantire così la conformità a determinati standard, nonché il rispetto dei principi propri del settore in esame.
Una volta esaminati i percorsi inerenti la via dell’autoregolamentazione e le peculiarità connesse agli stessi si è ritenuto interessante procedere nell’analisi dei percorsi di eteroregolamentazione posti in essere in materia, e ciò in particolare sulla scorta dei limiti e delle incongruenze intrinsecamente legate alla strada dell’autodisciplina.
La creazione di un preciso schema legislativo in materia, corrispondente ad una vera e propria legge, consentirebbe, infatti - ed è precisamente ciò che la ricerca è tesa a dimostrare - di realizzare, al di là del riconoscimento ufficiale del fenomeno, anche una specifica individuazione dei prodotti del Cees e dei soggetti coinvolti, ciò che determinerebbe, attraverso l’istituzione di un rigoroso sistema sanzionatorio, la conseguente eliminazione del rischio che gli stessi si trovino in un certo senso a miscelarsi inconsapevolmente con soggetti estranei ai principi del movimento, traducendosi implicitamente in una enorme garanzia per il consumatore.
Una volta accertata la necessità di regolamentare la materia e una volta enucleate le motivazioni attraverso le quali si è giunti ad affermare la preferenza di soluzioni di tipo eteroregolamentative, si è scelto di proseguire nell’analisi dettagliata dei percorsi e degli interventi legislativi elaborati su scala sovranazionale, nazionale e regionale; ciò al fine di riflettere più compiutamente sul taglio che un intervento regolativo in materia dovrebbe avere.
I paragrafi elaborati nell’ambito della Parte II e precisamente inerenti una ricognizione e valutazione critica dei progetti di normazione presenti in materia, si muovono in effetti proprio in tale ottica, nel tentativo di chiarire se, posta la complessità degli interventi legislativi predisposti a vari livelli, sia ravvisabile all’interno di uno di questi un possibile modello da seguire.
Sempre allo scopo di riflettere sui profili regolamentativi del fenomeno del Cees e posta la necessità di rintracciare un modello indicativo sulla base del quale pervenire all’elaborazione di un preciso schema di inquadramento legislativo, si è scelto di dedicare le successive fasi della ricerca all’esame delle esperienze maggiormente rilevanti nel settore condotte all’interno di altri paesi. La terza parte-sezione del lavoro di ricerca si incentra, infatti, sull’analisi degli schemi e delle soluzioni legislative elaborate a livello europeo (e non solo) in tale ambito, ciò allo scopo di valutare le affinità e le compatibilità, ma anche eventualmente le divergenze esistenti rispetto al nostro sistema.
Ebbene, a parte lo studio delle strategie tracciate all’interno del contesto europeo, ed in modo particolare in paesi come la Spagna e la Francia - attraverso l’analisi delle varie proposte e normative concretamente poste in essere - si è ritenuto interessante proporre anche l’esame di una realtà profondamente differente, sia per struttura che per impostazione, quale, appunto, quella canadese, e ciò considerato in particolare anche il carattere innovativo di una indagine comparata tra le due dimensioni (quella italiana e quella, appunto, canadese).
Alla luce di tali considerazioni, nonché allo scopo di rendere effettivamente concreti i profili teorici anzi sviluppati, si è scelto di completare la ricerca mediante l’analisi di alcuni contratti commerciali, utilizzati nella pratica degli affari e recanti appunto norme rispettose dei principi del Cees. In particolare, l’ultima sezione del lavoro, inerente temi di giustizia sociale e diritto dei contratti - con specifico riferimento alla disciplina giuridica del contratto inteso appunto quale mezzo attraverso cui orientare il corretto funzionamento del mercato concorrenziale e fornire adeguate tutele ai consumatori - si sofferma sull’analisi della modulistica contrattuale (Il “Fair Trade Partnership Agreement”; l’“Annual Plan”; il “Fair Trade Purchasing Contract”; il “Delivery Order”) utilizzata da Ctm Altromercato nelle operazioni di acquisto, nonché di trasporto e vendita dei prodotti equo-solidali.
Tale modulistica, reperita grazie ad una profonda collaborazione con la sede legale del Consorzio, è stata ritenuta particolarmente interessante sotto un duplice profilo: da una parte, infatti, tali strumenti contrattuali potrebbero rappresentare una effettiva garanzia per quel consumatore socialmente responsabile che voglia visionarli al fine di constatare direttamente il rispetto di determinati standard e principi e che voglia, cioè, accertare che i prodotti che acquista siano effettivamente rispettosi di quegli standard; dall’altra parte, tali contratti rappresenterebbero una sorta di garanzia sociale, vale a dire un mezzo attraverso il quale far rispettare i suddetti valori e recuperare, in una prospettiva più ampia, anche determinati diritti. / The fair trade phenomenon expanded in the western world during the last forty years because the benefits of trade and the expansion of international trade are not equitably distributed among all countries and between different levels of population.
The gradual extension of phenomenon, the expansion of the geographic areas covered, the increase of quantity and types of traded goods and the proliferation of actors, gradually showed the strength related to this reality, which has become, in a few years, a true reference model for a fair trade on the international market.
However, in order to classify precisely the phenomenon and to reveal its contents, it was considered appropriate to divide the discussion of the topic into four macro-blocks, respectively associated to:
-the socio-economic description of the fair trade;
-the different standardization projects elaborated in this field at the supranational, national and regional levels;
-the other experiences developed in a comparative perspective with other European countries (and not only);
-the analysis of contractual instruments used in the sector with particular regard to the contracts used by CTM Altromercato.
The starting point is represented by some different preliminary considerations, with special emphasis on socio-economic phenomenon, considering its increasing trend and its current value in terms of incidence on the new global order of economic relations.
Secondly, as legal research, it was considered appropriate to immediately penetrate the reality of fair trade, with specific reference to the problems and prospects related to the best legal regulation of this phenomenon, which represents the central object of this study.
In particular, we chose to develop some general discussion about the different approaches elaborated in this area, considering the complexity of the framework and the variety of proposals.
However, reconstructing the underlying reasons for a legal adjustment of this phenomenon, it was thought primarily to examine the many attempts to self-regulation, referring firstly to the “Carte dei Criteri” and especially the “Carta Italiana”, drawn up to identify the requirements and the people suitable to operate in that context, and secondly concerning the private certification schemes, specialized in this field, and created to label the products of fair trade and thus to ensure compliance with standards and respect for the principles of the sector.
After examining the pathways of self-regulation and the peculiarities connected to the same, it was considered interesting to carry out the analysis of a different form of regulation, called “heteroregulation”, considering, in particular, the limitations and inconsistencies intrinsically linked to the self-discipline.
In fact, the creation of a clear legislative framework, corresponding to a real law, would- and this is precisely what the research is oriented to prove - to establish, in addition to official recognition of the phenomenon, the specific identification of the fair trade products and of the parties involved and moreover, establishing a strict system of sanctions, to realize the subsequent elimination of the risk that they are, unconsciously, mixed with persons outside the principles of the movement, meaning a huge guarantee for the consumers.
Once we have established the need to regulate this field and once outlined the reasons for a preference of heteroregolamentative type solutions, it was interesting to analyze the detailed paths and the legislative actions drawn up at the supranational , national and regional level, to reflect more broadly on the style that a regulatory intervention in this area would have.
The paragraphs elaborated in the II part, concerning a critical evaluation of the projects of regulation existing in this context, want to clarify if, considering the complexity of the sector, a potential model to follow exists.
Thirdly, in order to reflect on the regulation profiles of fair trade phenomenon and considering the need to find a legislative framework, it was chosen to dedicate the next stages of research to examine of the most important experiences carried on in this field from other countries. The third part-section of the research is focused on the analysis of legislative solutions developed at European level (and not only) in this context; the aim is to value the similarities and the compatibility, but also the differences, compared to our system.
In addiction to the study of strategies, outlined in the European context, and particularly in the countries like Spain and France - through the analysis of various proposals and regulations put in practice - it was considered interesting to propose also the examination of Canadian perspective, considering in particular the innovative nature of a comparative study between these two dimensions (Italian and Canadian).
For these considerations and to realize the theoretical profile, it was decided to complete the research with the analysis of some commercial contracts, which are used in the practice of business and containing the fair trade rules and the principles. In particular, the last section of work, concerning the social justice issues and the law of contracts - with particular reference to the legal framework of the contract conceived like an instrument to ensuring the proper functioning of the competitive market and protect consumers - is focused on the analysis of contractual forms ( "Fair Trade Partnership Agreement", "Annual Plan, "Fair Trade Purchasing Contract" and "Delivery Order") used by CTM Altromercato in transactions of purchase, transportation and sale of fair trade products.
These contracts, obtained thanks to a strong collaboration with the legal office of the Consortium CTM Altromercato, were considered particularly interesting: first of all, these instruments could be a contractual guarantee for a consumer socially responsible, who wants to view them and to observe directly the relevance of these standards and principles, and to ensure that the products meet those standards; on the other hand, these contracts represent a kind of social security, namely an instrument to enforce these values and also to recover, in a broader perspective, specific rights.
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Religione, politica e commercio di libri nella rivoluzione inglese : gli autori di Giles Calvert 1645-1653 /Caricchio, Mario. January 2003 (has links)
Thesis (Rev.). / Electronic ed. avail. at the URL: http: / / digital.casalini.it/ 8887298718. G. Calvert (17th. cent.). Includes bibliographical references and name index.
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Arte e commercio dell'arte. Le origini delle collezioni della cassa di risparmio in Bologna e il fondo di incisioni carraccesche della raccolta CasatiBasevi, Benedetta <1970> 29 June 2010 (has links)
La ricerca ha mirato a ricostruire storicamente quali furono le motivazioni che, tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, portarono gli amministratori della Cassa Risparmio in Bologna a progettare la creazione di un Museo d’arte e di Storia della città, delineandone quelli che furono i principali responsabili e protagonisti. Dall’analisi dei documenti conservati presso l’Archivio della Cassa di Risparmio è emerso uno studio approfondito dei protagonisti della politica artistica e culturale dell’Istituto, oltre che dei legami e delle relazioni intessute con le principali istituzioni cittadine. Lo studio si è progressivamente focalizzato su un particolare momento della storia di Bologna, quando, in seguito all’approvazione del Piano Regolatore del 1889, la città fu per oltre un trentennio sottoposta a radicali trasformazioni urbanistiche che ne cambiarono completamente l’aspetto. Tra i personaggi finora ignoti di questa storia è emerso il nome dell’ingegnere Giambattista Comelli, consigliere e vice segretario della banca alla fine del XIX secolo, che per primo, nel 1896, avanzò la proposta di creare un museo dell’Istituto. A differenza di quanto ritenuto sino ad oggi, questo avrebbe dovuto avere, nelle intenzioni originarie, esclusivamente funzione di riunire e mostrare oggetti e documenti inerenti la nascita e lo sviluppo della Cassa di Risparmio. Un museo, dunque, che ne celebrasse l’attività, mostrando alla città come la banca avesse saputo rispondere prontamente e efficacemente, anche nei momenti più critici, alle esigenze dei bolognesi. Personaggio oggi dimenticato, Comelli fu in realtà figura piuttosto nota in ambito cittadino, inserita nei principali sodalizi culturali dell’epoca, tra cui la Regia Deputazione di Storia Patria e il Comitato per Bologna Storico Artistica, assieme a quei Rubbiani, Cavazza e Zucchini, che tanta influenza ebbero, come vedremo in seguito, sugli orientamenti
Si dovettero tuttavia aspettare almeno due decenni, affinché l’idea originaria di fondare un Museo della Cassa di Risparmio si evolvesse in un senso più complesso e programmatico. Le ricerche hanno infatti evidenziato che le Raccolte d’Arte della Cassa di Risparmio non avrebbero acquistato l’importanza e la consistenza che oggi ci è dato constatare senza l’intervento decisivo di un personaggio noto fino ad oggi soltanto per i suoi indubbi meriti artistici: Alfredo Baruffi. Impiegato come ragioniere della Cassa fin dai diciotto anni, il Baruffi divenne, una volta pensionato, il “conservatore” delle Collezioni della Cassa di Risparmio. Fu lui a imprimere un nuovo corso all’originaria idea di Comelli, investendo tutte le proprie energie nella raccolta di dipinti, disegni, incisioni, libri, incunaboli, autografi, fotografie e oggetti d’uso quotidiano, col proposito di creare un museo che raccontasse la storia di Bologna e delle sue ultime grandi trasformazioni urbanistiche. Attraverso l’attenta analisi dei documenti cartacei e il raffronto con le opere in collezione è stato quindi possibile ricostruire passo dopo passo la nascita di un progetto culturale di ampia portata. La formazione della raccolta fu fortemente influenzata dalle teorie neomedievaliste di Alfonso Rubbiani, oltre che dalla volontà di salvaguardare, almeno a livello documentario, la memoria storica della Bologna medievale che in quegli anni stava per essere irrimediabilmente cancellata. Le scelte che orientarono la raccolta dei materiali, recentemente confluiti per la maggior parte nelle Collezioni della Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna, acquistano, con questo studio una nuova valenza grazie alla scoperta degli stretti rapporti che Baruffi intrattenne coi principali rappresentanti della cerchia rubbianesca, tra cui Francesco Cavazza, Guido Zucchini e Albano Sorbelli. Con essi Baruffi partecipò infatti a numerosi sodalizi e iniziative quali il Comitato per Bologna Storico Artistica, la “Mostra Bologna che fu” e la società Francesco Francia, che segnarono profondamente l’ambiente culturale cittadino. La portata e la qualità delle scelte condotte da Baruffi nell’acquisto e raccolta dei materiali si rivela ancora oggi, a distanza di quasi un secolo, attenta e mirata per il ruolo documentario che le Raccolte avevano e hanno assunto quali preziose e spesso uniche testimonianze del recente passato cittadino. Esaminata tutta la documentazione inerente la nascita delle Raccolte, la ricerca si è ha successivamente concentrata sulla vicenda di acquisto del fondo delle incisioni carraccesche della collezione Casati. La prima parte del lavoro è consistita nel repertoriare e trascrivere tutti i documenti relativi alla transazione d’acquisto, avvenuta nel 1937, vicenda che per la sua complessità impegnò per molti mesi, in un fitto carteggio, Baruffi, la direzione della Cassa e l’antiquario milanese Cesare Fasella. Il raffronto tra documenti d’archivio, inventari e materiale grafico ha permesso di ricostituire, seppur con qualche margine di incertezza, l’intera collezione Casati, individuando quasi 700 incisioni e 22 dei 23 disegni che la componevano. L’ultima fase di studio ha visto l’inventariazione e la catalogazione delle 700 incisioni. Il catalogo è stato suddiviso per autori, partendo dalle incisioni attribuite con certezza ad Agostino e ai suoi copisti, per poi passare ad Annibale e a Ludovico e ai loro copisti. Le incisioni studiate si sono rivelate tutte di grande qualità. Alcuni esemplari sono inoltre particolarmente significativi dal punto di vista storico-critico, perché mai citati nei tre principali e più recenti repertori di stampe carraccesche. Lo studio si conclude con l’individuazione di una stretta correlazione tra il pensiero e della pratica operatività in qualità di archivista, museografo e opinionista, di un altrettanto decisivo protagonista della ricerca, lo storico dell’arte Corrado Ricci, la cui influenza esercitata nell’ambiente culturale bolognese di quegli anni è già sottolineata nel primo capitolo. La conclusione approfondisce i possibili raporti e legami tra Baruffi e Corrado Ricci i cui interventi attorno alla questione della tutela e della salvaguardia del patrimonio storico, artistico, e paesaggistico italiano furono fondamentali per la nascita di una coscienza artistica e ambientale comune e per il conseguente sviluppo di leggi ad hoc. Numerose furono infatti le occasioni d’incontro tra Baruffi e Ricci. Qesti fu socio onorario del Comitato per Bologna Storico Artistica, nonché, quando era già Direttore Generale delle Belle Arti, presidente della storica mostra “Bologna che fu”. Sia Ricci che Baruffi fecero inoltre parte di quelle iniziative volte alla difesa e alla valorizzazione del paesaggio naturale, inteso anche in un ottica di promozione turistica, che videro la nascita proprio in Emilia Romagna: nel 1889 nasce l’Associazione Pro Montibus et silvis, del 1906 è l’Associazione nazionale per i paesaggi e monumenti pittoreschi, del 1912 è la Lega Nazionale per la protezione dei monumenti naturali. Queste iniziative si concretizzarono con la fondazione a Milano nel 1913 del Comitato Nazionale per la difesa del paesaggio e i monumenti italici, costituitosi presso la sede del Touring Club Italiano. Quelle occasioni d’incontro, come pure gli scritti di Ricci, trovarono certamente un terreno fertile in Baruffi conservatore, che nella formazione delle Collezioni, come pure nelle sua attività di “promotore culturale”, ci appare oggi guidato dalle teorie e dall’esempio pratico dei due numi tutelari: Alfonso Rubbiani e Corrado Ricci. La ricerca di documentazione all’interno di archivi e biblioteche cittadine, ha infine rivelato che il ruolo svolto da Baruffi come “operatore culturale” non fu quello di semplice sodale, ma di vero protagonista della scena bolognese. Soprattutto a partire dal secondo decennio del Novecento, quando fors’anche a seguito della morte del “maestro” Rubbiani, egli divenne uno tra i personaggi più impegnati in iniziative di tutela e promozione del patrimonio artistico cittadino, antico e moderno che fosse, intese a condizionare la progettualità politica e culturale della città. In tale contesto si può ben arguire il ruolo che avrebbero assunto le Collezioni storico artistiche numismatiche, popolaresche, della Cassa di Risparmio, cui Baruffi dedicò tutta la sua carriera successiva.
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Barriere Tecniche al Commercio: Determinanti ed Implicazioni / TECNICAL BARRIERS TO TRADE: DETERMINANTS AND IMPLICATIONSGHODSI, MOHAMMAD MAHDI 17 April 2015 (has links)
Quasi tutte le tariffe applicate al commercio internazionale sono vincolate dagli impegni sottoscritti dalle economie più avanzate ed ulteriori misure, volte ad aumentare il livello di protezione, non dovrebbero poter essere, di norma, utilizzate. Tuttavia, l’introduzione di un crescente numero di barriere non tariffarie (BNT) ha recentemente favorito il proliferare di dispute e conflitti commerciali fra gli Stati. Il regolamento dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) considera legittime le motivazioni che sono alla base di alcune di queste misure non tariffarie quali quelle a tutela dell’ambiente, della salute o della sicurezza delle persone. Sebbene gli stessi regolamenti dell’OMC impongano agli Stati di addurre giustificazioni credibili per le loro misure in materia di politica commerciale, gli stessi regolamenti dovrebbero, al contempo, essere anche in grado di identificare eventuali finalità protezionistiche promosse da specifici gruppi di interesse. Barriere Tecniche al Commercio (TBT) sono uno specifico sottogruppo delle BNT il cui grado di complessità le rende spesso poco chiare sia sul piano delle ragioni che le giustificano che delle implicazioni che possono conseguire dalla loro applicazione. In questa tesi, vengono messi in luce alcuni particolari aspetti relativi alle BNT ed agli Specific Trade Concerns (STC). Nel primo capitolo, vengono analizzate le determinanti delle BNT e degli STC nel periodo 1995-2011. Nel secondo capitolo, gli effetti delle BNT e degli STC adottate dall’Europa, dagli Stati Uniti e dalla Cina sono analizzati considerando settori a 4-digit derivanti dall’Harmonized System. Nel terzo capitolo, viene proposta un analisi costi-benefici di equilibrio parziale riguardante l’impatto, in termini di benessere, dell’adozione una BNT restrittiva tesa a impedire l’afflusso di uno specifico prodotto dalle caratteristiche sgradite. Nel complesso, questa tesi pone un enfasi maggiore sulla complessità delle suddette BNT fornendo migliori intuizioni sulle loro determinanti e le loro implicazioni. / Almost all tariff lines are bound within the schedules of concessions of developed countries, and duties cannot be used to increase the level of protection. Instead, increasing number of non-tariff measures (NTMs) have given rise to disputes and trade conflicts. World Trade Organization (WTO) regulations consider certain motivations behind imposition of these instruments to be legitimate such as those related to human, environment, health, and safety issues. While regulations of the WTO oblige governments to provide justifiable reason behind their trade policy instruments, they might as well seek for the sale of their industrial protection to some special interest groups supporting them. Technical Barriers to Trade (TBTs) are a sub-category of NTMs with complex nature whose either motivations or implications are not very clear. In this dissertation, I shed light on some aspects of NTMs with specific focus on TBT and Specific Trade Concerns (STCs). In the first chapter, I study the determining factors of TBT STCs over the period 1995-2011. In the second chapter, the trade effects of these TBT STCs maintained by the European Union, China, and the United States at 4-digit level of Harmonized System will be analysed. In the third chapter, I provide a cost-benefit analysis in a partial equilibrium framework to quantify the welfare consequences of a prohibitive NTM which is aimed at a foreign product with negative characteristics. Overall, this dissertation emphasizes more on the complexity of NTMs and it provides us with better insights on the determinants and implications of these trade policy measures.
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Il commercio estero svizzero in funzione dei porti marittimi nel quadro generale dell'evoluzione ultima dell'economia commerciale europea /Gervasoni, Mario. January 1957 (has links)
Diss. Univ. Bern, 1956.
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