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Evolutionary history of a global invasive ant, Paratrechina longicornis / 侵略的外来種ヒゲナガアメイロアリ(Paratrechina longicornis)の進化史

Tseng, Shu-Ping 23 March 2020 (has links)
京都大学 / 0048 / 新制・課程博士 / 博士(農学) / 甲第22480号 / 農博第2384号 / 新制||農||1075(附属図書館) / 学位論文||R2||N5260(農学部図書室) / 京都大学大学院農学研究科森林科学専攻 / (主査)教授 吉村 剛, 教授 井鷺 裕司, 講師 YANG Chin-Cheng / 学位規則第4条第1項該当 / Doctor of Agricultural Science / Kyoto University / DFAM
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Restoration and ant diversity to post-plantation forestry grasslands

Dube, Patricia 31 August 2012 (has links)
There has been a widespread assessment of the capacity of grasslands to restore after several forms of disturbance. In South Africa forestry is a significant habitat disturbance within the Eastern Highveld grasslands where this study was conducted. The study compared ant communities between disturbed grasslands that have been rehabilitated after pine forestry and undisturbed grasslands. Ant sampling was conducted using pitfall traps within rehabilitated sites of age 10 years to 40 years and undisturbed grassland sites. We expected that exposure to pine plantations would result in remarkable differences in ant species richness, assemblages and abundance. A total of 17 genera and 31 morphospecies were collected; 25 species within the rehabilitated and 22 species from the undisturbed grasslands. The sites did not show any significant differences in their species richness, although they had distinctive species assemblages. Ant diversity showed recovery with increasing age after pine with older sites (38 years and 40 years) showing higher diversity compared to the younger sites especially the 10 year old site. Copyright / Dissertation (MSc (Environmental Ecology))--University of Pretoria, 2011. / Zoology and Entomology / Unrestricted
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Il Koinon dei Nesioti

Marchesini, Mattia January 2017 (has links)
La tesi indaga il Koinon dei Nesioti offrendo una storia politica, un'analisi istituzionale, economica e identitaria di questa federazione di età ellenistica.
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L’insediamento rurale in Africa Proconsularis, Tunisia (regione di Thugga) e Algeria (Parc National d’El Kala), in et`a romana e tardo-antica

Battisti, Alessandro January 2015 (has links)
Il confronto è un procedimento fondamentale per poter meglio comprendere i dati provenienti dai progetti di ricognizione archeologica. Partendo da questo presupposto, il presente studio si pone l'obbiettivo di approfondire la conoscenza dei modelli di sfruttamento del paesaggio agrario antico attraverso il confronto tra due territori, rispettivamente in Tunisia attorno a Thugga ed in Algeria nella wilaya di El Tarf. Si procederà, attraverso l'applicazione di analisi statistiche (bi-variate e multi-variate), alla ricerca di eventuali modelli preferenziali di insediamento e di relazioni tra siti, basandosi anche sulle stime della capacità di produzione dei torchi oleari e la conseguente possibile estensione del fondo agricolo.
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Aspetti dell'interazione culturale tra Greci e Persiani. Intrecci di culture in contesto conflittuale (546-350 a.C. ca.)

Pulvirenti, Emanuele January 2017 (has links)
Il lavoro di tesi si propone lo scopo di studiare alcuni aspetti dell’interazione culturale tra Greci e Persiani inscritti in contesti di conflittualità a carattere prevalentemente bellica. Per raggiungere questo obiettivo, si è tentato di rispondere a una serie di domande, interpellando l’evidenza documentaria nella sua molteplicità. In primo luogo, (i) se si potessero rintracciare occasioni effettive di contatto e di scambio culturale tra Greci e Persiani, in seno alla loro secolare situazione conflittuale; in secondo luogo (ii) chi fossero i protagonisti e i vettori degli eventuali fenomeni di trasferimento culturale; (iii) attraverso quali canali e in che contesti essi si verificarono; (iv) in che modo i pattern del contatto culturale cambiarono sulla lunga durata; e infine (v) fino a che punto fosse possibile pensare a Greci e Persiani come a due gruppi appartenenti a sfere culturali sempre e dovunque nettamente distinte. La tesi si dissocia dalla tradizionale narrativa a sfondo politico-militare, prettamente evenemenziale concepita sostanzialmente come histoire-bataille. Prende inoltre le distanze da quel filone storiografico moderno che ha spesso fedelmente seguito le rappresentazioni dei testi ‘classici’, raccontando solo eventi decisivi, inseriti in un quadro di generale ostilità e contrapposizione tra due blocchi: un “mondo greco” e un “mondo persiano” non comunicanti e monolitici. Essa si propone invece di indagare il conflitto come momento e contesto produttivo di cambiamenti culturali. Alla luce delle prospettive innovative offerte dagli Achaemenid Studies, degli apporti metodologici della ricerca storico-antropologica sulle interazioni culturali e della sociologia del conflitto, la prospettiva dei culture contacts adottata nel lavoro intende affiancarsi in maniera innovativa ma complementare ai paradigmi interpretativi correnti. Tale approccio multidisciplinare è richiesto dall’argomento stesso della ricerca, che si caratterizza per una netta sproporzione documentaria, che vede i materiali classificabili come achemenidi in chiara minoranza rispetto al resto dell’evidenza. D’altronde, il lavoro di ricerca si interessa al contatto e allo scambio culturale in modo da dare a entrambe le parti un ruolo attivo e decentralizzare così il focus da un modello monolitico di cultura, orientandolo verso l’agency individuale: da qui, anche la scelta della nozione di interazione culturale presente nel titolo. L’indagine spazia tra due secoli di contatti in Asia Minore, contesto privilegiato per lo studio di fenomeni di interscambio culturale tra Greci e Persiani. Non ambisce alla copertura sistematica dell’evidenza disponibile, ponendosi invece l’obiettivo di selezionare alcuni casi rilevanti e avviare una prima disamina delle situazioni che si prestano maggiormente a un’interpretazione in chiave culturale, lasciando aperta per il futuro la possibilità ad altri studi di migliorare e approfondire quanto rimasto in sospeso.
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'Domum servavit'. La responsabilità economica delle donne romane tra guerre civili e Principato. Economia e diritto per una storia di genere

Vettori, Giulia January 2018 (has links)
La ricchezza femminile rappresentava una componente di assoluto rilievo nella vita delle città dell'Impero, come rivela in modo macroscopico l'evidenza epigrafica, opportunamente valorizzata anche dagli orientamenti più recenti della ricerca. Ma cosa accade se si volge lo sguardo alla dimensione privata della gestione e della trasmissione del patrimonio? È possibile individuare, quantomeno de facto, una responsabilità nell'amministrazione delle ricchezze da parte delle donne? In quali termini queste ultime potevano concorrere alla prosperità finanziaria delle loro famiglie? Prendendo le mosse da una rilettura degli epitaffi dedicati alle 'matronae', spesso commemorate proprio attraverso espliciti riferimenti alle loro qualità di amministratrici domestiche, il lavoro si propone di indagare la rilevanza del contributo femminile all'economia di una 'domus' aristocratica nel periodo compreso tra le guerre civili e il primo Principato. Nella prima parte della ricerca (Capitolo Primo), sottoposta a riconsiderazione critica l'attendibilità dell'idea che il principale apporto economico muliebre fosse limitato alla lavorazione della lana, viene analizzata la centralità del ruolo matronale nella supervisione della 'domus', che nel quadro delle economie preindustriali rappresentava molto più di una struttura abitativa o di uno spazio funzionale all'autorappresentazione del proprietario, fungendo piuttosto anche da vero e proprio centro di produzione, conservazione e organizzazione dell'intero patrimonio. Nella seconda parte della tesi, il contributo della matrona all'economia della 'domus' viene valutato sotto il profilo più strettamente finanziario, concentrando l'attenzione rispettivamente sulla dote (Capitolo Secondo), sui beni ereditari (Capitolo Terzo) e sui negotia (Capitolo Quarto). Tra la tarda Repubblica e il primo Impero, infatti, il patrimonio di una 'domus' aristocratica poteva contare su due diversi apporti, rigorosamente distinti e ugualmente significativi: da un lato quello del 'paterfamilias', dall'altro quello della 'materfamilias', non solo, dunque, moglie e madre, ma anche domina, titolare di diritti patrimoniali e di capacità di agire. Il lavoro evidenzia che assumere la 'domus' quale 'focus' dell'indagine costituisce una prospettiva tutt'altro che limitativa: dall'esame delle fonti, in effetti, traspare come la soggettività patrimoniale femminile non esaurisse la propria rilevanza in un'ottica esclusivamente privatistica, assurgendo invece, negli equilibri socio-politici di un ordinamento censitario quale quello romano, a elemento di rilevanza strategica, non a caso sovente oggetto d'attenzione anche da parte del potere imperiale.
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Componenti culturali nei siti neolitici emiliani tra Neolitico recente e finale

Maffi, Maria January 2014 (has links)
The period under review is one of the few moments of Italian prehistory in which the archaeological record permits determination of the arrival of foreign-born groups in conjunction with the disintegration of an indigenous world of ancient tradition. Studies related to this phase of the Neolithic mainly refer to the observations of Bagolini (Bagolini and Biagi 1987; Bagolini 1998) taken from various other authors (Barfield et al 2000), which outline a framework for northern Italy multifaceted , created by the interaction between the people of the local culture of Square Mouth Pottery and people of culture Chassey from France, as well as by contributions from the North Alpine acquiring increasing importance over time (Chapter 1). The meeting, which took place from area to area at different times and different ways between half V millennium and half IV millennium BC, seems to have produced along the coastal and transalpine paths especially related to the exchange of raw materials (green stones, obsidian, flint), but also of technological expertise. In reading these new interactions, therefore, is the ability to explain the crisis in the world of Western culture in the first half of the fourth millennium, whose disintegration develop experiences in which today stand out above all the traits of discontinuity with the earlier traditions (various Authors in Ferrari et al 2002a). The Emilia is a crossroads of all the direct and indirect contributions to the circles mentioned above. This is demonstrated by the marked variability observed in cultural sites are also close, attributed mainly to differences in chronological (Bagolini 1981), but also resulting complex interweaving of cultural routes. This region is therefore an area for privileged observation to assess how to meet, including conflict, interaction and assimilation between different human groups that have settled or still have covered the territory in the period under review. If the reference framework outlined by Bagolini in the 80s remains roughly shared, the development of the cultural debate, the recent discoveries in the study of the sites proposed by Emilian this PhD work will allow further information and updates. The contexts Emilia object of this work are those published and unpublished due to the last centuries of the fifth millennium BC and the early fourth cal. In detail it is the site of S. Andrea in Travo (Chapter 5) and Le Mose in Piacenza (Chapter 4), Vignola Fiorenzuola (chapter 7), Box Office (Chapter 6) and Vighi and Parma (Chapter 7), S.ILARIO d'Enza (Reggio Emilia) (Chapter 7). The study focused on the analysis of the ceramic industry, from the point of view of both technological and typological (Chapter 3), in order to better define the internal chronology of the different sites. From this analysis were in fact identified a number of representative types, for which it has been proposed a relative chronology useful in order to reconstruct a chronological framework to realize the variability observed in Emilia at the turn of the fifth millennium BC. In this reading, the sites of Travo and Le Mose proved to be the most useful in the construction of this trial-type first of all because it is multi-staged sites. The study of the stratigraphy of Travo and Le Mose of the different settlement phases from the VBQ I to Late Neolithic, in fact, has provided important data for the evaluation of the different diachronic cultural indicators.
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Poverty and Beggary in Ancient Greece (800-330 BC): Perception, Identity and Social Reality

Cecchet, Lucia January 2012 (has links)
La presente ricerca ha l'obiettivo di ricostruire – sulla base dell'esame delle fonti letterarie greche di età arcaica e classica – gli aspetti fondamentali intorno ai quali si è articolata la riflessione sul tema della povertà. Il lavoro qui proposto non è una ricerca esaustiva sui problemi relativi a povertà e impoverimento nel mondo greco dall'età arcaica a quella ellenistica: sia la durata che la natura del progetto hanno imposto infatti precisi limiti temporali e geografici. Il lavoro inizia con l'esame delle fonti letterarie di età arcaica, a partire circa dall' VIII sec. a.C., e finisce con l'esame di quelle coeve all'espansione di Filippo II di Macedonia nel IV sec. a.C. La polis ateniese non è l'unica organizzazione politica e sociale presa in considerazione: la democrazia e la cultura ateniese di età classica, infatti, sono eredi sia della cultura ateniese di età arcaica sia della riflessione etica, politica e filosofica elaborata in altre parti del mondo greco sempre in età arcaica. Pertanto sarebbe impossibile capire la concezione, la percezione e l'immaginario ateniese sul tema della povertà, e le soluzioni concretamente proposte ai problemi ad essa relativi senza prendere in esame la precedente riflessione maturata sugli stessi temi in ambito ateniese e non. L'esame della documentazione relativa ad alcune poleis di età arcaica sarà condotto nella prima parte del lavoro sotto il titolo di ''Poverty and Destitution in the Archaic World''. La seconda parte, intitolata ''Being Poor in Classical Athens'' è rivolta esclusivamente allo studio della documentazione relativa alla democrazia ateniese di quinto e quarto secolo a.C. Questa scelta non è dovuta semplicemente alla maggiore quantità di informazione disponibile per Atene rispetto alle altre poleis nell’età classica: essa è dovuta anche al fatto che, come viene dimostrato nella seconda parte di questo lavoro, la democrazia ateniese ha riformulato l'idea tradizionale di povertà attraverso la celebrazione e della legittimazione politica di ciò che ho chiamato ''povertà attiva''. Il lavoro può essere diviso in tre grandi sezioni tematiche: la prima riguarda quello che possiamo chiamare, con un certo grado di astrazione teorica, ''il mondo dell'epica''. In questa prima sezione (che comprende i capitoli I e II) si trattano le immagini letterarie relative a povertà e accattonaggio nell'Odissea e in Esiodo (Le Opere e i Giorni), le spiegazioni ideologiche indirettamente fornite per questi fenomeni all'interno di questi poemi, le modalità ix di integrazione e assistenza a poveri e mendicanti e, per converso, le forme della loro possibile emarginazione nel contesto di una società rurale arcaica. La seconda sezione (Capitolo III) prende in esame altre fonti di età arcaica, questa volta relative al problema di povertà e impoverimento nel contesto della polis di VII e VI secolo a.C., quindi nell'ambito di una realtà politica e sociale in fase di definizione. Vengono esaminati i casi di Sparta, Megara e Atene sulla base delle informazioni fornite dai poeti elegiaci di VI secolo e su fonti piú tarde relative all'età arcaica (principalmente Aristotele e Plutarco). Uno dei punti salienti dell'indagine sono le grandi azioni di riforma che, secondo una tradizione probabilmente risalente al IV secolo a.C., sarebbero state attuate da queste poleis in età arcaica per porre fine ai problemi posti dall'impoverimento e dall'indebitamento di ampi strati della popolazione rurale ripristinando così l'equilibrio politico e sociale minato da questi fenomeni. La terza sezione (che corrisponde alla seconda parte del lavoro) è rivolta interamente allo studio dell'Atene democratica. Nei capitoli IV, V e VI verrà ricostruito il dibattito che sembra aver animato la scena pubblica ateniese riguardo a temi quali povertà e leadership politica, povertà e virtù etiche, povertà ''attiva'' e povertà ''passiva'' con la conseguente stigmatizzazione pubblica dell' inattività (argia) intesa come comportamento socialmente e politicamente inaccettabile. I punti cardine di questo dibattito possono essere ricostruiti sulla base di rappresentazioni teatrali (soprattutto alcune tragedie euripidee e alcune commedie di Aristofane), degli scritti politici di Platone e Aristotele, e dell'oratoria di IV secolo, sia di tipo politico-epidittico che forense. Nella sezione finale (Conclusioni) vengono posti a confronto i risultati emersi dalla ricerca condotta nella prima (cap. I-III) e nella seconda parte (cap. IV-VI) al fine di individuare elementi di continuità e di cambiamento nella percezione pubblica, nella riflessione politica e nella rappresentazione letteraria del fenomeno della povertà e dei problemi ad essa relativi all'interno del periodo storico preso in esame (ca. 800-330 a.C.).
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Sepolture di cavalieri e cavalli in Italia tra IV e VIII secolo d.C. Testimonianze archeologiche e contesti culturali

Dalba, Michele January 2019 (has links)
In età altomedievale, così come in epoche precedenti e successive, la figura del cavaliere ha sempre avuto un ruolo di spicco nella società, sostenuto da fattori economici e culturali. Sin dai tempi in cui fu addomesticato e allevato, il cavallo divenne un simbolo di status, uno tra i maggiormente diffusi, indipendentemente dal periodo, dal luogo o dalla cultura e forse paragonabile, a livello di riconoscibilità, all’oro stesso. La manifestazione del rango di cavaliere trova declinazioni diverse, che differiscono in base ai contesti culturali e ai periodi. In questa tesi sono stati approfonditi gli aspetti legati all’ostentazione di questo status in ambito funerario tra il IV e l’VIII secolo d.C. nei territori a sud delle Alpi, precipuamente nella penisola italiana. Le sepolture, come accennato, differiscono tra loro e i dettagli per riconoscere l’inumato come cavaliere sono molteplici: in età tardoantica, ad esempio, il ragno era espresso attraverso la stele, che in alcuni casi tratteggiava iconograficamente il defunto in compagnia della sua cavalcatura, rendendo immediatamente riconoscibile la sua posizione sociale. Nel caso delle sepolture abbigliate invece il riferimento al mondo equestre era rimarcato nel momento del funerale secondo due modalità principali. La prima prevedeva l’inserimento dell’equipaggiamento equestre nel corredo funebre. La seconda consisteva nell’uccisione di un cavallo e la successiva deposizione all’interno della medesima tomba o in una fossa adiacente alla sepoltura del defunto. Non si può però assumere come immediata e sempre valevole la formula per cui lo scheletro di un equino, all’interno o nelle vicinanze di una tomba, identifichi automaticamente l’inumato come cavaliere. Lo studio delle tombe di cavaliere è stato condotto seguendo questi due principali filoni di ricerca e, sebbene l’argomento sia stato già affrontato a livello europeo, come si evince anche dall’osservazione delle carte di distribuzione dei materiali pertinenti l’equipaggiamento equestre e delle sepolture con cavallo, la penisola italiana è finora rimasta laconicamente periferica nella trattazione. Mancando un lavoro di sintesi che affrontasse in modo sistematico l’argomento per quest’area, si è condotto lo studio attraverso: - lo spoglio dell’edito col fine di raccogliere le attestazioni note (e in alcuni casi inedite) relative agli speroni, alle imboccature, agli elementi metallici dei finimenti e della sella, e alle staffe; - lo spoglio dell’edito col fine di raccogliere le attestazioni note relative alle sepolture intenzionali di cavalli. Lo studio dei materiali, imprescindibile per la comprensione dei contesti culturali, è stato affrontato prendendo come riferimento la letteratura straniera, che si era già trovata ad affrontare le problematiche relative a questi tipi di oggetti (in primis la riconoscibilità) e a proporre delle tipologie dedicate. La raccolta dei dati per il territorio peninsulare a sud delle Alpi rappresenta un momento importante, in quanto si tratta di un’area che è stata crocevia di influssi culturali diversi, in cui sono stati rielaborati vecchi elementi dell’attrezzatura equestre o accolte nuove tecnologie in questo campo. La raccolta delle attestazioni pertinenti le sepolture intenzionali di cavalli ha portato a riconoscere una situazione complessa, molto distante da quanto è stato tratteggiato a volte nella letteratura dedicata, in cui questo costume funerario è stato derubricato a una semplice manifestazione di competizione sociale. Innanzitutto, le numerose testimonianze raccolte sono state suddivise in base alle cause che hanno condotto alla sepoltura intenzionale degli animali, che non sempre può essere messa in relazione con la deposizione di cavalieri. Queste possono essere ricondotte anche a pratiche igieniche, cerimoniali (sacrificio in occasione di riti di fondazione o religiosi), o puramente affettive. In secondo luogo, sono state prese in considerazione le informazioni provenienti dalle indagini a carattere archeozoologico, che possono fornire dati preziosi per inquadrare il costume. Incrociando questi dati con lo studio dei materiali e dei contesti è stato possibile individuare delle peculiarità nel rito, che possono essere ricondotte ad aree e gruppi specifici. Inoltre, lo studio dell’associazione dei materiali nei corredi funerari riferibili all’equitazione ha permesso di riconoscere lo sviluppo di un linguaggio equestre, impiegato in circostanze che esulano dall’andare a cavallo, che è in parte nato in età altomedievale, e si è mantenuto in epoche successive.
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Ant Colony Optimization for Continuous and Mixed-Variable Domains

Socha, Krzysztof 09 May 2008 (has links)
In this work, we present a way to extend Ant Colony Optimization (ACO), so that it can be applied to both continuous and mixed-variable optimization problems. We demonstrate, first, how ACO may be extended to continuous domains. We describe the algorithm proposed, discuss the different design decisions made, and we position it among other metaheuristics. Following this, we present the results of numerous simulations and testing. We compare the results obtained by the proposed algorithm on typical benchmark problems with those obtained by other methods used for tackling continuous optimization problems in the literature. Finally, we investigate how our algorithm performs on a real-world problem coming from the medical field—we use our algorithm for training neural network used for pattern classification in disease recognition. Following an extensive analysis of the performance of ACO extended to continuous domains, we present how it may be further adapted to handle both continuous and discrete variables simultaneously. We thus introduce the first native mixed-variable version of an ACO algorithm. Then, we analyze and compare the performance of both continuous and mixed-variable ACO algorithms on different benchmark problems from the literature. Through the research performed, we gain some insight into the relationship between the formulation of mixed-variable problems, and the best methods to tackle them. Furthermore, we demonstrate that the performance of ACO on various real-world mixed-variable optimization problems coming from the mechanical engineering field is comparable to the state of the art.

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