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Un circuito marginale. Materiali, dispositivi e prassi della cinematografia di istruzione e propaganda rurale / A Marginal Circuit. Films, Visual Devices, Practices of Educational and Rural Propaganda Cinema

TOSCHI, DEBORAH 23 February 2007 (has links)
Sullo sfondo del passaggio dal cinema dai primordi alla codificazione del dispositivo cinematografico, la presente ricerca si propone di indagare una pratica marginale: la cinematografia di istruzione e propaganda rurale, nel suo sviluppo in Italia tra il 1912 ed il 1937. Attraverso casi di studio inerenti l'Istituto Nazionale Minerva, L'Istituto Italiano Proiezioni Luminose, la cinemateca agricola dell'Istituto Luce e in maniera più tangenziale l'Opera delle proiezioni Luminose e l'Istituto Cerere, approderemo alla ricostruzione di un corpus specifico di materiali, dispositivi e prassi e all'individuazione di un percorso evolutivo di questo circuito minore. Lo studio di pratiche culturali "invisibili" e scarsamente affrontate dagli studiosi illumina le teorie sull'istituzionalizzazione svelando un paesaggio più articolato e meno scontato. Il circuito rurale incarna contemporaneamente la forza di un nuovo medium e l'instabilità delle istituzioni che lo utilizzano nella difficile transizione al regime, proponendosi come strumento rivelatore di aspettative e urgenze, e del reciproco ricollocarsi delle istanze educative e del pubblico di massa. / Against the background of the (now familiar) transition from early to classical cinema my work explores a marginal filed of research: the educational and rural propaganda cinema and its institutional practices produced ad developed in Italy between 1912 and 1937. Taking the Istituto Nazionale Minerva, Istituto Italiano Proiezioni Luminose, Istituto Luce's agricultural cinemateca and the Opera delle Proiezioni Luminose and the Istituto Cerere as case studies, I outline the films, visual devices, and practices used in what I call a rural circuit of films . My project is therefore focused upon an invisible cultural practice which has been traditionally disregarded by scholars. It introduces an otherwise absent corpus of works into institutionalizations's theories, revealing a complex and less obvious film history. At the same time, the rural circuit of films embodies the strength of a new medium and the movement towards dictatorship in Italy. Film offers itself as an instrument which traces the expectations and needs of pedagogical institutions and their changing relationship to the masses.
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9/11: la 25ª ora del cinema americano

CHIMENTO, ANDREA 03 June 2013 (has links)
11 settembre 2001: il World Trade Center, luogo “sicuro e inaccessibile” come la nazione di cui faceva parte, crolla insieme alle certezze del popolo americano. Ci sono state conseguenze nel cinema? Il titolo di questo progetto di ricerca, 9/11: la 25ª ora del cinema americano, già rappresenta una convinzione: il cinema americano dopo l’11 settembre è entrato in una nuova fase. Partendo da un'analisi delle pellicole direttamente coinvolte nella messa in scena degli attentati, il progetto si articola in due macro-sezioni: la prima impostata come una diretta sull’ “evento”; la seconda inerente al periodo successivo all’accaduto. Il cardine della prima è l'analisi del concetto di “ri-narrazione ossessiva” in quei film che lavorano per allegorie e simbologie dell’11 settembre. La focalizzazione della seconda, invece, sono i “nuovi modelli delle catastrofi interiori” in epoca post-11 settembre e l’analisi delle modalità di rappresentazione dei cambiamenti degli stati d’animo e delle incertezze da parte del cinema americano. In particolare, verrà dato ampio spazio alla teoria del trauma, quale sezione fondante. Al termine, una conclusione che ambisce a tirare le fila di una ricerca a cui non si può mettere la parola “fine”, ma che è, al contrario e necessariamente, in continuo divenire. / September, 11th 2001: the World Trade Center, a “safe and inaccessible” place as the Country it belongs to, collapses together with the American people’s certainties. Did this event bring any consequences in cinematography? The title of this research: “9/11: the 25th hour of American cinema” states a firm belief: American cinematography has entered a new phase after September 11th. Starting from analyzing the movies directly involved in representing the attacks, the project develops through two marco-sections: the first one set as “live on the event”; the second one referring to the period that came after it. The key-point of the first section is the concept of “obsessive re-narrating” in those movies showing allegories and symbologies of September 11th. The focus of the second one, on the other hand, consists of the “new models of interior catastrophes” in the post-September 11th era and of analyzing the ways American cinematography represents uncertainty and changes in the people’s state of mind. In particular, the trauma theory will be widely treated as a ground section. In the end, a conclusion that aims at summarizing a research that cannot lead to an ultimate “end”, but which is on the contrary, and necessarily, in continuous evolution.
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IN GIOCO E FUORI GIOCO. IL LUDICO NELLA CULTURA E NEI MEDIA CONTEMPORANEI / In game and off game. The concept of "ludic" in contemporary media and culture

SALVADOR, MAURO 03 June 2013 (has links)
La tesi si propone di indagare il processo di “ludicizzazione del reale”, cui viene dedicata sempre maggiore attenzione negli studi mediali contemporanei. Tale processo si declina in forme diverse, passando indiscriminatamente dall'idea di gamification, legata al marketing e all’affermazione del potere del gioco in senso pervasivo e critico, alla più ampia considerazione dell’universo mediale contemporaneo come ambiente ideale per il realizzarsi di un fare “ludico”. Si procederà dunque a un'osservazione morfologica di stampo sociosemiotico del fenomeno, utilizzando al contempo i contemporanei studi mediologici sulla transmedialità e gli ecosistemi, la semiotica esperienziale e le teorie del gioco tradizionali. Scopo finale sarà quello di distinguere caratteristiche oggettive e soggettive, affordance e utilizzi specifici del gioco: da un lato presentando una serie di nodi che problematizzino la definizione generale di “ludico” attraverso il riconoscimento dei suoi tratti a livello transmediale e storico; dall’altro ipotizzando una possibile descrizione della situazione contemporanea attraverso l'idea di “semi-ludico” e l'analisi di alcuni casi di studio significativi che evidenzino come il processo di “semi-ludicizzazione” rinunci alla natura processuale ed emergente del gioco in favore di rigide strutture formali. / Aim of this work is to further observe the process of “ludicization of the real” described by many contemporary media studies. This kind of process takes different forms: from the concept of “gamification”, connected to marketing strategies and to the critical and pervasive power of play, to a broader idea of contemporary mediascape as the ideal context for ludic practices. We propose a morphological observation of socio-semiotics kind, using at the same time works on transmediality and ecosystems, studies of semiotics of experience and traditional game theories. The final objective will be to distinguish different qualities, affordances and specific uses of the “game/play” dichotomy: on the one hand presenting a series of critical nodes that call into question the general definition of “ludic” through the recognition of its traits in a transmedial and historical context; on the other hand hypothesizing a description of the contemporary media environment through the concept of “semi-ludic” and the analysis of twenty meaningful case studies that demonstrate how the “semi-ludicization” process rejects the emergent and processual nature of play in favor of rigid and formal structures.
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LA SCENA DELL'AUTORITRATTO. MEDIALITA', INDESSICALITA', SPETTRALITA' / The Scene of the Self-Portrait. Mediality, Indexicality, Spectrality

COGGIOLA, GIACOMO 03 June 2013 (has links)
Nell’ambito delle odierne teorie del cinema e dell’audiovisivo il problema dell’autoritrattistica e dei suoi rapporti con i nuovi mezzi è oramai di acclarato rilievo. Se la teoria contemporanea pare infatti polarizzarsi da un lato intorno alla questione mediologica e dall’altro a quella dell’immagine, l’autoritratto, inteso nel senso più ampio, si colloca, per la sua peculiare e costitutiva metadiscorsività, all’intersezione di questi due ordini di problemi, interrogandone la correlazione. Ne emerge una comune strutturazione del discorso intorno alla questione fondamentale dell’opposizione e reciproca implicazione di sensibile e intelligibile, frastico e ostensivo, dicibile e indicabile. Una simile problematica si imponeva già in linguistica con Benveniste e nel campo dell’immagine, in modi diversi, con Metz e Marin, e trova oggi nuova e feconda formulazione nella riflessione recentemente sviluppata da Rancière intorno al “regime estetico delle arti”. A partire da ciò che, alla luce dell’implicita dimensione “estetica” che risulterebbe allora soggiacente all’orizzonte teorico contemporaneo, abbiamo chiamato “la scena dell’autoritratto”, quest’ultimo sembra allora assumere complessivamente una valenza di traccia, di impronta, manifestante nella presenza sensibile dell’immagine l’assenza di ciò che vi si è impresso. Modalità mediale di ciò che Derrida ha chiamato spettralità. / In the field of contemporary cinema and audiovisual theories, the subject matter of self-portrait and its relations to new media is by now noticeably relevant. If contemporary theories are indeed polarized between media and visual studies, self-portrait, as a whole, appears, because of its peculiar metadiscursivity, as a crossroad between these two main issues, and therefore as a chance to question their correlation. What emerges is a common and fundamental problem, that of the opposition and mutual implication of perceptible and intelligible, discursive and figural: what can be expressed with words and what can be shown, indicated. Such problems had already been discussed by Benveniste in the field of language and by Metz and Marin in that of the image, and finds today a new and fertile formulation in Rancière’s reflection on the “aesthetic regime of the arts”. Starting from what, in the light of what would then be the “aesthetic” dimension implied by the contemporary theoretical horizon, we called “the scene of the self-portrait”, the latter would then take value of track, imprint, displaying in the perceptible presence of the image the absence of what is impressed in it: mediated modality of what Derrida called spectrality.
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Pellicole di ricordi. Figure della memoria nel cinema amatoriale italiano, 1926 - 1942 / Film Memoirs. Figures of Memory in Italian Amateur Cinema, 1926-1942

CATI, ALICE 23 February 2007 (has links)
A partire dagli anni Venti, in Italia come all'estero, iniziano a diffondersi nuovi dispositivi tecnologici per la produzione e la visione di film amatoriali. Analizzando dieci collezioni italiane di film privati e film di famiglia, realizzati da alcuni cineamatori tra il 1926 e il 1942, la ricerca si focalizza sia sui codici linguistici della rappresentazione, sia sulle pratiche sociali di realizzazione e fruizione di tali film. In particolare, lo studio della cinematografia amatoriale come pratica culturale di conservazione della memoria privata consente di aprire alcuni percorsi di ricerca, dal punto di vista teorico e semiotico. In questo senso, il concetto di memoria filmica si pone come asse di intersezione tra una problematizzazione storiografica di un settore degli studi cinematografici, che solo recentemente ha coinvolto gli studiosi, e una riflessione teorica sui processi di elaborazione di una memoria intima e familiare, che si imprime sulla pellicola cinematografica. / In Italy as abroad, the Twenties saw the establishment of new technological devices for the production and vision of amateur films. Analysing ten Italian collections of private films and home movies, made by cine-amateurs between 1926 and 1942, my research examines both the linguistic codes of representation and the social practise of realisation and reception of these films. In particular, it addresses amateur cinematography as a cultural practise of conservation of private memory. Following both a theoretical and semiotic approach, I use the concept of filmic memory as THE intersection for this new historiography. In this sense, I am establishing a new field of cinematic research, whilst offering a theoretical reflection upon the inscription of the intimate and familiar memory into film.
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LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008

MUSCOLINO, MARCO 26 June 2009 (has links)
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico. / The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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Teen Television: televisione crossmediale e adolescenti in Italia

SAMPIETRO, SARA 26 June 2012 (has links)
Obiettivo della ricerca presentata in questa tesi è la comprensione delle pratiche televisive convergenti degli adolescenti, a partire da una ricostruzione dei fattori che possono orientare i differenti atteggiamenti fruitivi. Al di là dell’adesione al mito dei “nativi digitali” come soggetti dotati di competenze e abilità superiori a quelle dei loro genitori appare infatti necessario studiare le esperienze crossplatform, contestualizzandole all’interno del set di opportunità e di vincoli, culturali, sociali e contestuali che strutturano la quotidianità dei ragazzi. L’importanza data ai molteplici fattori che, a diverso titolo, interagiscono nel modellare i consumi convergenti ha guidato l’intero processo di analisi dei risultati fin verso la definizione di uno sguardo interpretativo situazionale e multifattoriale, volto a interpretare la natura contingente e provvisoria degli equilibri su cui si reggono le differenti esperienze di consumo crossmediale. I dati descritti e analizzati sono frutto di un processo di ricerca etnografica che ha coinvolto adolescenti iscritti ai primi quattro anni della scuola secondaria di secondo grado e residenti in diverse province italiane. / The research presented in this thesis explores convergent television-related consumer practices of teenagers by mapping factors which potentially orient fruition patterns. The myth of “digital natives” as more skilled and resourceful than their parents does not suffice: it is necessary to study actual cross-platform experiences by contextualizing them within the sets of affordances and limitations (cultural, social and contextual) which structure the daily lives of teenagers. The centrality assigned to the many factors shaping convergent consumptions has driven the analysis towards the definition of a situational multi-factor interpretative view able to interpret the contingent and ephemeral nature of the balances underpinning convergent consumption experiences.
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La canzone pop e il cinema italiano (1958-1963. Forme, gene ri, processi di trasformazione

BUZZI, MAURO 26 June 2012 (has links)
La tesi si occupa di indagare il campo della popular music italiana durante il periodo del boom, così come della situazione cinematografica nazionale del periodo. In seguito si analizzano le forme di utilizzo della prima all'interno del secondo, soprattutto nei confronti di due oggetti che nel rapporto prendono corpo: 1 - Il musicarello, che si configura come vero e proprio genere e di cui si vedranno caratteri principali e genesi 2 - L'insieme di film che fanno della canzone un uso significativo, ma non per questo si costituiscono come genere, o come corpo coeso. In comune hanno però una particolare configurazione di stile, che si costituisce appunto attorno al loro uso della canzone, e che si confronta con la questione della presenza di un "film medio" nazionale. / In Italy, between the end of the Fifties and the first half of the Sixties, a phenomenon of deep economic growth changes the nation in many ways. In the same period the first generation of young people starts to be known as such. With it followed the consideration of consumption as an opportunity for an aggregate and generational claim, pushing film, record, magazine and clothing producers to think of objects conforming to this desire, or even making it stronger. Medial consumption is one of the key practices that permitted to express a social and individual identity. The Thesis try to find out how an important medium like popular music, match himself with cinema, and what kind of new linguistic solution, and social practice they build together.
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POLITIQUE DES CRÉATEURS: BALL E SIMON TRA AUTORIALITA' E BRAND IN HBO

FORNASIERO, ANDREA 03 May 2010 (has links)
Il creatore nella serialità Tv americana è convenzionalmente considerato l'autore di una serie. L'elaborato si propone di mostrare limiti e pregi di questa affermazione, attraverso l'esame di due casi di studio: le opere di Alan Ball e David Simon in HBO. / In Tv series, the creator is usually understood to be the auteur. This paper will show merits and limits of this conventional statement, through an exam of two case studies: the works of Alan Ball and David Simon in HBO.
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L'invenzione del Meridione. Rappresentazione dell'identità meridionale nella stampa illustrata del secondo dopoguerra / L'INVENZIONE DEL MERIDIONE. RAPPRESENTAZIONE DELL'IDENTITA' MERIDIONALE NELLA STAMPA ILLUSTRATA DEL SECONDO DOPOGUERRA

ARILLOTTA, SIMONA 13 July 2017 (has links)
Oggetto di questo lavoro di ricerca è l’interrogazione delle modalità attraverso cui il Meridione è stato rappresentato nella stampa illustrata italiana del secondo dopoguerra. La rappresentazione visiva del Sud d’Italia, così come è stata editata nelle pagine delle riviste prese in esame, è stata analizzata a partire dal suo essere esito del lavoro di produzione di un vero e proprio dispositivo concettuale, nel senso foucaultiano e deleuziano, formato dall’insieme di pratiche discorsive – letteratura, scienza, economia, ecc. – che hanno prodotto un insieme di conoscenze sul Mezzogiorno. Il dispositivo viene analizzato in alcuni momenti storici critici della società italiana: il Risorgimento, in cui il Meridione diventa questione, il Fascismo, in cui il Sud d’Italia viene inglobato nelle retoriche di omologazione del regime, fino a giungere al secondo dopoguerra, oggetto principale di questa ricerca, momento storico di transizione e profondo cambiamento. L’analisi si concentra sull’analisi di alcuni corpus fotografici in grado di tener conto della “differenza di sguardi” che visivamente costruito il Meridione: "Italia" è la rivista voluta dalla presidenza del consiglio dei ministri; "Epoca" è una rivista popolare filogovernativa, "Cinema Nuovo" è un mensile di ideologia marxista. / This research examines how Southern Italy has been represented in the Italian press in the decades following the Second World War. The visual representation of Southern Italy has been analyzed as the outcome of a dispositif at work, in a Foucauldian and Deleuzian sense; the dispositif [apparatus] is formed by the various discourses - literature, science, economics - that have produced a wealth of knowledge on the Southern. Most often, this dispositif is analyzed during some critical moment in Italian history: the Risorgimento, when the South became a “question” ("questione meridionale"); the Fascist period, when Southern Italy was incorporated into the rhetoric of homologation of regime propaganda; or the post-war period, a moment of transition and deep change, upon which this research focuses. This project analyzes a photographic corpus from three sources reflecting the "difference of looks" that "visually" built the South: Italia, a government-produced magazine; Epoca, a popular weekly; and Cinema Nuovo, a monthly film magazine offering Marxist perspectives.

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