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Keplero e la musica. Il Libro III dell'Harmonice mundi (Linz, 1619): traduzione e Introduzione / Kepler and music. The Book III of Harmonice mundi (Linz, 1619): translation and introductionUggias, Gabriele <1984> 05 June 2015 (has links)
Questo lavoro si concentra su un particolare aspetto della sfaccettata ricerca scientifica di Johannes Kepler (1571-1630), ossia quello teorico-musicale. I pensieri dell’astronomo tedesco riguardanti tale campo sono concentrati – oltre che in alcuni capitoli del Mysterium cosmographicum (1596) ed in alcune sue lettere – nel Libro III dell’Harmonices mundi libri quinque (1619), che, per la sua posizione mediana all’interno dell’opera, tra i primi due libri geometrici e gli ultimi due astronomici, e per la sua funzione di raccordo tra la «speculazione astratta» della geometria e la concretizzazione degli archetipi geometrici nel mondo fisico, assume la struttura di un vero e proprio trattato musicale sul modello di quelli rinascimentali, nel quale la «musica speculativa», dedicata alla teoria delle consonanze e alla loro deduzione geometrica precede la «musica activa», dedicata alla pratica del canto dell’uomo nelle sue differenze, generi e modi. La tesi contiene la traduzione italiana, con testo latino a fronte, del Libro III dell’Harmonice, e un’ampia introduzione che percorre le tappe fondamentali del percorso biografico e scientifico che hanno portato alla concezione di quest’opera – soffermandosi in particolare sulla formazione musicale ricevuta da Keplero, sulle pagine di argomento musicale del Mysterium e delle lettere, e sulle riflessioni filosofico-armoniche sviluppate negli anni di ricerca – e offre gli elementi fondamentali per poter comprendere l’Harmonice mundi in generale e il Libro III in particolare. A ciò si aggiunge, in Appendice, la traduzione, anch’essa con testo latino a fronte, della Sectio V, dedicata alla musica, del Liber IX dell’Almagestum novum (1651) di Giovanni Battista Riccioli (1598-1671), interessante sia dal punto di vista della recezione delle teorie di Keplero che dal punto di vista della storia delle idee musicali. / This work focuses on one particular aspect of the multifaceted scientific research of Johannes Kepler (1571-1630), namely music-theoretical. The thoughts of the german astronomer regarding this field are concentrated – as well as in some chapters of the Mysterium cosmographicum (1596) and in some of his letters – in the Book III of the Harmonices mundi libri quinque (1619), which, for its central position within the work, between the first two geometric books and the last astronomic ones, and for its function as a link between the «abstract speculation» of geometry and the realization of geometric archetypes in the physical world, assumes the structure of a real musical treatise on the model of the Renaissance ones, where the «musica speculativa», devoted to the theory of consonance and their geometric deduction, precedes the «musica activa», devoted to the practice of singing in its differences, genres and modes. The thesis contains the italian translation, with latin text, of the Book III of the Harmonice, and an extensive introduction that covers the essential steps of the biographical and scientific path that led him to the conception of this work – focusing in particular on the musical training received by Kepler, on the pages concerning music of the Mysterium and of the letters, and on the philosophic-harmonic reflections developed over years of research – and provides the basic elements for understanding the Harmonice mundi in general and the Book III in particular. In addition, in the Appendix, the translation, with latin text, of the Sectio V, dedicated to music, of the Book IX of the Almagestum novum (1651) by Giovanni Battista Riccioli (1598-1671), interesting both from the point of view of the reception of the keplerian theories that from the point of view of the history of the musical ideas.
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Tecnica, stile e ideologia nella musica sinfonica in video: la Quinta Sinfonia di Beethoven / Technique, Style, Ideology of Symphonic Music on Screen: Beethoven's Fifth SymphonyVaron, Gaia Valeria <1962> 11 September 2013 (has links)
Oggetto di questo lavoro è un’analisi dettagliata di un campione ristretto di riprese televisive della Quinta Sinfonia di Beethoven, con l’obiettivo di far emergere il loro meccanismo costruttivo, in senso sia tecnico sia culturale. Premessa dell’indagine è che ciascuna ripresa sia frutto di un’autorialità specifica che si sovrappone alle due già presenti in ogni esecuzione della Quinta Sinfonia, quella del compositore e quella dell’interprete, definita perciò «terza autorialità» riassumendo nella nozione la somma di contributi specifici che portano alla produzione di una ripresa (consulente musicale, regista, operatori di ripresa). La ricerca esamina i rapporti che volta a volta si stabiliscono fra i tre diversi piani autoriali, ma non mira a una ricostruzione filologica: l’obiettivo non è ricostruire le intenzioni dell’autore materiale quanto di far emergere dall’esame della registrazione della ripresa, così com’è data a noi oggi (spesso in una versione già più volte rimediata, in genere sotto forma di dvd commercializzato), scelte tecniche, musicali e culturali che potevano anche essere inconsapevoli.
L’analisi dettagliata delle riprese conferma l’ipotesi di partenza che ci sia una sorta di sistema convenzionale, quasi una «solita forma» o approccio standardizzato, che sottende la gran parte delle riprese; gli elementi che si possono definire convenzionali, sia per la presenza sia per la modalità di trattamento, sono diversi, ma sono soprattutto due gli aspetti che sembrano esserne costitutivi: il legame con il rito del concerto, che viene rispettato e reincarnato televisivamente, con la costruzione di una propria, specifica aura; e la presenza di un paradigma implicito e sostanzialmente ineludibile che pone la maggior parte delle riprese televisive entro l’alveo della concezione della musica classica come musica pura, astratta, che deve essere compresa nei suoi propri termini. / The research focuses on a selection of screen versions of Beethoven's Fifth Symphony; through a detailed analysis of these versions, the research aims at outlining and clarifying the structural mechanics of the screen version of a performance, in a technical and cultural perspective. The research takes as a basic assumption that filming music implies a specific authorship – comprising all the individual contributions of the team components – that sums up with the two other layers of authorship implied by musical performance, composition and performance. I call the level of screen production, the «third authorship». The research analyzes the interaction and the relationships between the three authorial levels in each recording. The aim is not to reconstruct philologically the intentions of the material third author, but rather to bring to light technical, musical and cultural decisions that could are embodied in the film, even when their authors were not fully aware of them.
A thorough analysis of the recordings proves the initial hypothesis, i.e. that most telecasts are made along what can be called a standardized approach or even a «solita forma». There are several conventional features, the most relevant being two: a link with the whole rite of the concert, which is followed and televisually embodied, creating a new and specific mediatic aura; and the pervading paradigm of classical music as “pure” music, music that is to be understood in its own terms.
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Bologna e la riforma della musica sacra negli anni 1870-1907: dai Congressi Cattolici all'Arcivescovado del Cardinale Domenico Svampa / Bologna and the reform of sacred music between 1870 and 1907: from Catholic Congresses to cardinal bishop Domenico Svampa's archbishopric.Galesi, Daniela <1977> January 1900 (has links)
La riforma della musica sacra in Italia trova nella Bologna tra il 1874 e il 1907 un terreno fertile ancora non esplorato a fondo. La ricerca condotta in questo campo ha fatto emergere una visione innovativa della città ove si trovano ad operare musicisti e musicologi di fama internazionale. Accanto all'antica Accademia filarmonica si pone l'attività centrale della Diocesi e del Liceo musicale. Ad un avvio lento condotto dalla partecipazione individuale dei musicisti si giunge al momento di svolta a partire dal 1894 con Luigi Torchi e l'arcivescovo Domenico Svampa che con il loro operato fanno sì che Bologna faccia proprie le istanze ceciliane. / The reform of sacred music is most important for Bologna between 1874-1907. During this period, a lot of great musicians and musicologists slowly approach to reform's ideals. The president of Accademia filarmonica, Luigi Torchi, and Domenico Svampa archbishop, with Stefano Gamberin and Federico Parisini, are the key persons.
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Cantate dialogiche e serenate (1706-1710) di Georg Friedrich Händel / Dialogue Cantatas and Serenatas (1706-1710 by George Frideric HandelGibertoni, Giacomo <1971> 11 September 2013 (has links)
La dissertazione è uno studio monografico delle cantate dialogiche e delle serenate a più voci e strumenti composte da Händel in Italia negli anni 1706-1710. Insieme ai drammi per musica e agli oratori coevi, le quattro cantate "Aminta e Fillide" HWV 83, "Clori, Tirsi e Fileno" HWV 96, "Il duello amoroso" HWV 82, "Apollo e Dafne" HWV 122 e le due serenate "Aci, Galatea e Polifemo" HWV 72 e "Olinto pastore arcade alle glorie del Tebro" HWV 143 costituiscono le prime importanti affermazioni di Händel come compositore di musica vocale. Le sei composizioni sono state studiate sotto l’aspetto storico-letterario, drammaturgico-musicale e della committenza, con l’obiettivo di individuare intersecazioni fra questi piani. I testi poetici, di cui si è curata l’edizione, sono stati analizzati da un punto di vista storico e stilistico e collocati nel particolare contesto romano del primo Settecento, in cui la proibizione di ogni spettacolo teatrale determinò, sotto la spinta di una raffinata committenza, un ‘drammatizzazione’ dei generi della cantata e della serenata. L’analisi musicale di ciascuna composizione è stata dunque finalizzata a una lettura ‘drammaturgica’, che ha portato alla individuazione dei dispositivi di ascendenza teatrale nella scelte compositive di Händel. Lo studio si conclude con un selettivo confronto con le cantate e le serenate scritte negli stessi anni a Roma da Alessandro Scarlatti. / The dissertation is a monographic study on the Dialogue Cantatas and Serenatas for more voices and instruments composed by Handel in Italy between 1706 and 1710. Along with his coeval operas and oratorios, the four Cantatas "Aminta e Fillide" HWV 83, "Clori, Tirsi e Fileno" HWV 96, "Il duello amoroso" HWV 82, "Apollo e Dafne" HWV 122 and the two Serenatas "Aci, Galatea e Polifemo" HWV 72 and "Olinto pastore arcade alle glorie del Tebro" HWV 143 represent his first great successes as a composer of vocal music. The six compositions have been studied from various points of view, that is the literary and historical aspect, the dramaturgical and musical characteristics and the different facets and features of the patrons, with the aim of identifying a range of intersections between these plans. The poetic texts, which have been edited studying the 18th century sources, were analysed from a historical and stylistic point of view, and placed in the particular context of the early Eighteenth century, in which the prohibition of every theatrical performance, urged on by refined patrons, determined a 'dramatization' of the genres of the cantata and the serenata. The analysis of each composition was therefore aimed at a 'dramaturgical reading', which led to the identification of the devices of the theatrical ancestry in Handel's compositional choices. The study concludes with a selective comparison with the cantatas and serenatas written at about the same time in Rome by Alessandro Scarlatti.
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Apreciação de gêneros musicais no contexto do ensino médio : possíveis percursos /Constantino, Paulo. January 2011 (has links)
Orientador: Juvenal Zanchetta Junior / Banca: Raquel Lazzari Leite Barbosa / Banca: Ricardo Magalhães Bulhões / Resumo: Esta pesquisa propõe-se a delinear procedimentos para a apreciação dos gêneros musicais no Ensino Médio, ampliando as possibilidades de os alunos conhecerem e participarem de culturas musicais diversas. Por intermédio da elaboração de seqüências didáticas, organizaram-se atividades que visavam exceder a vivência pessoal dos alunos - identificada principalmente com a música veiculada no rádio e televisão - permitindo o acesso às músicas de diferentes gêneros e culturas. O processo foi executado e os resultados obtidos foram analisados à luz da metodologia de pesquisa-ação, em que o pesquisador mergulha na práxis do grupo social em estudo para extrair as perspectivas latentes de mudança. A intenção é delinear um processo de ensino que empregue músicas de diferentes gêneros e culturas, tornando-se uma metodologia desejável para os professores do Ensino Médio que se encontram, muitas vezes, limitados ao repertório musical imediatamente disponível nos meios de comunicação. No desenvolvimento desta pesquisa, defendemos uma educação musical que contribuísse para a expansão - em alcance e qualidade - da experiência artística e cultural dos alunos, de modo que adotassem uma posição ampla sobre música e arte, e pudessem apreender diferentes manifestações musicais como significativas / Abstract: This research intends to outline procedures for the audition of musical genres in high school, expanding the opportunities for students to know and participate in various musical cultures. Through the elaboration of didactic sequences were organized activities aimed at exceeding the personal experience of students - mostly identified with the music aired on radio and television - allowing access to music from different genres and cultures. The process was performed and the results were analyzed according to the methodology of action research where the researcher delves into the practice of social group under study to extract the latent perspectives of change. The intention is to outline a teaching process that employs music from different genres and cultures, making it a desirable method for high school teachers who are often limited to the repertoire available immediately in the media. In developing this research, we argue that music education contributes to the expansion - in scope and quality - of artistic and cultural experience of students so that they adopt a broad position on music and art, and could learn different musical expressions as significant / Mestre
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A "nova musica" popular de São PauloGuimarães, Antonio Carlos Machado 28 March 1985 (has links)
Orientador: Antonio Augusto Arantes Neto / Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas / Made available in DSpace on 2018-07-13T20:10:16Z (GMT). No. of bitstreams: 1
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Previous issue date: 1985 / Resumo: Não informado / Abstract: Not informed / Mestrado / Mestre em Antropologia Social
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Musicalidade métrico tonal: condições primeiras para a comunicação verbal sobre a músicaMoraes, Marcos Ribeiro de 08 April 2003 (has links)
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Previous issue date: 2003-04-08 / Most of the premises on which tonal music elementary theory is based are rooted in a secular historical process which consists of a literal description of the visual signs of music notation. Such notation tends to make us believe that its constitutive features are there, virtually raised to the position of the musical sign, representing musical features and properties of its object the musical sounds. Thus, the two main attributes or parameters of sound represented in the notation, i.e., pitch and duration, are then accepted inside the group pitch, intensity, tone color and duration as parameters of music. Thus, elementary music theory tends to recognize in the liaison sound-notation, music semiosis itself, which we are inclined to complete with the locus of the interpretant, which is often filled in with verbal narratives. Yet visual signs are extra-musical, thus being, strictly speaking, external to the scope of the investigation on the semiotic functioning of music. Once left with sound alone, we can recognize its status, not as an object, but as a sign (representamen), which demands an object for itself, in other words, something this sound stands for. Along these lines, it is claimed in this study that that which are called notes in a melody are signs of an indexical kind, which stand for time vs. space loci. It is these loci which are the objects in music semiosis. As for pitch, the sounds would have the semiotic property of indicating/representing specific vertices of an spatiality which, homologically, can be represented by a heptagonal form whose sides are proportional to 2-2-1-2-2-2-1, that is, the Diatonic Form. As for rhythm, we shall claim that the instant of the coming-into-being of, i.e., the inchoative gesture that initiates a sound not the duration of the sound has the semiotic property of indicating/representing a point (a when , not a how much ), within a field of temporality inaugurated by a hierarchic set of pulsations. Given the appropriate conditions, that complex of pulsations could be understood as that which accounts for the fundamental syntax of tonal music. / Muitas das premissas em que se apoia a teoria elementar da música tonal têm raízes num processo histórico já secular que consiste na descrição literal dos signos visuais constitutivos da notação musical. Como que alçada à posição de signo musical, tal notação tende a levar a crer que suas características constitutivas estão ali de fato representando as características e propriedades musicais de seu objeto: os sons musicais. Assim, os dois principais atributos ou parâmetros do som representados na notação , i.e., altura e duração, passam a ser aceitos no conjunto altura, intensidade, timbre e duração como parâmetros da música. Dessa forma, a teoria musical elementar tende a reconhecer no vínculo som-notação (objeto-representamen) a própria semiose musical, a qual somos propensos a completar com o lugar do interpretante, preenchido muitas vezes com narrativas verbais. No entanto, os signos visuais são extra-musicais, e assim, são, a rigor, externos ao escopo da investigação sobre o funcionamento sígnico da música. Reduzidos, assim, ao som, podemos reconhecer seu status não de objeto (objeto representado na notação), mas de signo (representamen), que exige para si um objeto, ou seja, algo que esse som representa (stands for). Nessa perspectiva, é postulado neste estudo que aquilo que chamamos de notas de uma melodia são signos do tipo indicial, que representam (stand for) localidades de tempo vs. espaço que, estas sim, constituem os objetos na semiose musical. No que se refere às alturas (pitch), os sons teriam a propriedade sígnica de indicar/representar vértices específicos de uma espacialidade que, por homologia, representa-se na forma heptagonal de lados proporcionais a 2-2-1-2-2-2-1, ou seja, a Forma Diatônica. No campo do ritmo, diremos que o instante do passar a ser , i.e., o gesto incoativo que inicia um som não a duração do som tem a propriedade sígnica de indicar/representar um ponto (um quando, não um quanto) num campo de temporalidade instaurado por um conjunto hierarquizado de pulsações. Dentro das condições adequadas, esse complexo hierarquizado de pulsações poderá ser entendido como aquilo que dá conta da sintaxe fundamental da música tonal.
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Jovens violinistas e a pragmática do gosto : a construção do gosto pela música /Lima, Andrea Orrigo, 1979- January 2016 (has links)
Orientador: Margarete Arroyo / Banca: Magali Kleber / Banca: Ricardo Lobo Kubala / Resumo: Esta investigação, produzida no campo da Educação Musical, na sua abordagem sociocultural, é de caráter qualitativo e tem por objetivo compreender como jovens violinistas e violistas, estudantes da Escola de Música do Estado de São Paulo - EMESP Tom Jobim, constroem seu gosto pela música. No início do trabalho situo o objeto de estudo, bem como esclareço os conceitos sociológicos jovens e juventudes. Abordo estudos que tratam da interação de jovens e músicas e relato, na revisão bibliográfica, alguns trabalhos acerca do gosto dos jovens pela música. Seguindo, apresento a teoria do gosto de Antoine Hennion, aporte teórico desta investigação, nos seus conceitos centrais: o coletivo dos amadores, esses entendidos como "aqueles que fazem algo com a música", profissionais ou diletantes, o conceito de mediação, a reflexividade, a performance musical e os quatro suportes para a análise do gosto. Recorri a procedimentos etnográficos como observação participante, diários de campo, conversas informais, entrevistas semiestruturadas, observações das práticas musicais desses jovens e registros audiovisuais. De outubro de 2014 a junho de 2015 interagi com dez jovens, sendo nove violinistas e um violista com idade entre 11 e 24 anos, interação ocorrida na EMESP Tom Jobim e na OJESP - Orquestra Jovem do Estado de São Paulo. No capítulo interpretativo, apresento os mediadores envolvidos, os amadores em ação e os gêneros musicais degustados. Exponho uma ilustração criada a partir das reflexões acerca da pragmática do gosto pela música, que me auxiliou a compreender como os jovens constroem o gosto pela música. Os resultados indicam mediadores que ligam os jovens à música e às ações musicais densas de expressões corporais, sensações físicas e emocionais. Constatei que os mediadores são suportes para a.... (Resumo completo, clicar acesso eletrônico abaixo) / Abstract: This investigation is produced in the field of musical education with a socio-cultural approach. It is a qualitative study and aims to understand how young violinists and violist students of the School of Music of the State of São Paulo - Tom Jobim, EMESP - have built their taste in music. At the beginning of this work it is showed the object of study, as well as is clarified the sociological concepts of young people and youth. I review studies dealing with interaction between young people and music, and some works about the taste of young people by music. Following, I present the taste theory of Antoine Hennion which is the theoretical support of this research in its central concepts: the collective of the amateurs, which are understood as "people who does something with the music"; the professional or amateurish, the concept of mediation, the reflexivity, the musical performance and the four supports for the analysis of taste. It was also resorted ethnographic procedures as participant observation, fieldnotes, informal conversations, semi-structured interviews and observations of these young musical practices, and audiovisual records. From October 2014 to June 2015 I interacted with ten young students, nine violinists and a violist with age between 11 and 24 years, that interaction took place in Tom Jobim EMESP and OJESP-Youth Orchestra of the State of São Paulo in Brazil. In interpretative chapter, I present the mediators involved on the study, amateurs in action and the musical genres tasted. I exhibit an illustration created from reflections about the pragmatics of taste in music, which have helped to understand how young people build their taste for music. The results point out the mediators that linking young people to music and to music actions dense of bodily expressions, physical and emotional sensations. It was observed that (Complete abstract click electronic access below) / Mestre
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Transformação e formação da técnica do trompete : de Monteverdi a Stockhaunsen /Sulpício, Carlos Afonso. January 2012 (has links)
Orientador: Florivaldo Menezes Filho / Banca: Alexandre Roberto Lunsqui / Banca: Silvio Ferraz Mello Filho / Banca: Rogério Luiz Moraes Costa / Banca: Marcos José Cruz Mesquita / Resumo: Esta tese tem como objetivo traçar um panorama histórico sobre a evolução da técnica do trompete percorrendo uma linha cronológica que parte de Monteverdi e chega a Stockhausen com enfoque na relação compositor/instrumento/instrumentista. Inicialmente, apresentamos uma breve abordagem dos primórdios do trompete e apontamos a importância da obra Orfeo de Monteverdi, pois é a partir desta obra que o instrumento adentra a orquestra e começa a fazer parte do que poderíamos chamar de música "séria". O ápice deste processo culmina com a obra A Jornada de Miguel em Volta da Terra de Karlheinz Stockhausen, uma obra de porte e caráter monumental que coloca o instrumento em total evidência e explora a técnica expandida do instrumento, podendo ser considerada uma das obras mais representativas para o trompete no século XX / Abstract: The objective of this thesis is to trace a historic overview about the evolution of the trumpet technique throughout a chronological line which starts at Monteverdi and reaches Stockhausen with a focus on composer/instrument/interpreter. Primarily, we present a short context of the initial period and appoint the importance of the work Orfeo by Monteverdi, because this is the first time that the instrument integrates the orchestra in what we can call by art music. The summit of this process is the work Michael's Journey Round The Earth, by Karlheinz Stockhausen, a monumental work which explores the expanded technique and can be considered one of the most relevant work for trumpet solo in XX century / Doutor
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O processo de socialização musical primária : aprendizagem e conhecimentos musicais do cotidiano e a educação musical formal - uma abordagem sócio-histórica /Benedetti, Kátia Simone. January 2009 (has links)
Orientador: Dorotéa Machado Kerr / Banca: Marisa Fonterrada / Banca: Luis Soares de Camargo / Resumo: Este trabalho pretende apresentar uma possível abordagem teórica para as questões que o conhecimento musical cotidiano impõe à Educação Musical Formal. A intenção é propor uma leitura interpretativa desse conhecimento, a partir dos fundamentos teóricos das obras de Agnes Heller, Berger & Luckmann e Lev Vigotski. A partir dessa fundamentação teórica, pretende-se analisar a natureza e as especificidades da esfera social cotidiana e do conhecimento musical cotidiano a ela pertencente, situando o lugar e o papel desse conhecimento no processo formal de ensino-aprendizagem de música. Utilizando alguns dos conceitos desses teóricos ligados ao materialismo histórico, discute-se como esse conhecimento musical informal/espontâneo pode ser abordado do ponto de vista teórico (filosófico e sociológico); qual a importância dele para as crianças; qual sua função e suas influências no aprendizado formal de música; e como tem sido tratado, ou considerado, nos currículos das escolas formais. Para delimitar o que é cotidiano e conhecimento cotidiano foram utilizados os conceitos de Heller das esferas cotidiana e não-cotidiana da vida social humana e formas de pensamento cotidianas; para problematizar a questão do aprendizado espontâneo cotidiano e sua importância para a formação do indivíduo foi utilizado o conceito de socialização primária de Berger & Luckmann; para discutir a questão da relação entre o conhecimento cotidiano, o desenvolvimento cognitivo e o aprendizado escolar, são utilizados os conceitos de apropriação, aprendizagem e desenvolvimento de Vigotski; para situar essas questões na área da educação e da pedagogia são utilizados alguns pressupostos da Pedagogia Histórico-Crítica, aqui representada pelas as idéias dos filósofos Dermeval Saviani e Newton Duarte. / Abstract: Abstract. This work intends to introduce a possible theorist approach for the questions that the everyday music knowledge imposes to Formal Music Education. The purpose is to propose an interpreting reading about this knowledge, using the theorist foundation of authors Agnes Heller, Berger & Luckmann and Lev Vigotski. From this theorist foundation, this works intends to analyze the particularizations of everyday life and its musical knowledge, situating the place and function of this knowledge to the formal music teaching-learning. Using some concepts of this authors related of the historic materialism, examines how this informal music knowledge can be approached by the theorist view (philosophical and sociological); what this importance to the children; what its influence and function to the formal music learning; and how it has approaching by the formal music education. The Heller's concepts of social everyday space and everyday forms of thoughts were used to situate what is everyday life and everyday knowledge; the Berger & Luckmann's concept of primary socializing was using to situate the importance of spontaneous everyday learning to the human formation; the Vigotski's concepts about learning and development were using to examines the relations between the everyday knowledge, cognitive development and formal education; at last, this work uses some concepts of the Critic-Historic Pedagogy, represented here by education philosophers Dermeval Saviani and Newton Duarte, to situate these questions in the educational area. / Mestre
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