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Il nuovo contratto a tempo determinato: IL d.lgs. 368 del 2001 interpretato alla luce della Direttiva 70 del 1999 / The New Fixed-Term Contract: The Interpretation of Legislative Decree no. 368 of 2001 According to Directive 70 of 1999

MIRANDA , NICOLA 23 February 2007 (has links)
L'interpretazione della riforma del lavoro a termine è stata oggetto di un acceso dibattito dottrinale che ha portato a conclusioni diametralmente opposte relativamente a molti punti cardine della nuova disciplina, quali: la stipula di primo contratto a termine e la necessità di esigenze di natura temporanea; le norme antifrodatorie; le norme antidiscriminatorie; le clausole di contingentamento e più in generale il ruolo del sindacato. Da una attenta analisi della riforma che parta dal contenuto della direttiva emerge che nel nostro sistema normativo esiste ancora una regola importante, ma non più scritta: i contratti a tempo indeterminato rappresentano la forma comune dei rapporti di lavoro. Da questa regola discendono una serie di considerazioni: il primo contratto a termine non è libero ma subordinato all'esistenza di ragioni oggettive che si devono intendere anche temporanee; la proroga è ammessa solo a fronte di ragioni oggettive e sopravvenute; la successione di contratti a termine è vietata quando avviene in frode alla legge; in caso di illegittima stipulazione del contratto a termine il rapporto di lavoro si deve intendere a tempo indeterminato. Quanto al ruolo del sindacato questo è stato sicuramente innovato, ma il sistema predisposto dalla riforma del lavoro a termine in molte parti ricalca la disciplina previgente contenuta nella L. 56/87 tanto che non pare corretto parlare di mortificazione del ruolo della contrattazione collettiva ma solo di riduzione dei compiti ad essa affidati. / Interpretation of the fixed term work reform has given rise to lively doctrinal debate that has led to completely opposite conclusions. Conclusions reached refer to hinge points of this new doctrine and include: the drawing up of first fixed term contracts and the necessity for temporary working requirements, anti-fraud norms, anti-discrimination norms, clauses in the fixing of quotas, and in general, the role of trade unions. Careful analysis of the reforms, starting from the content of this directive, reveals that our normative system still contains an important rule, although it is no longer written, that is: open-ended contracts still represent the most common job relationship form. Several considerations can be derived from this rule: the drawing of first fixed term contracts is not free, but subject to objective circumstances that must be proved. Mainly, the repeated extension of fixed term contracts is forbidden when it takes place against the law, and if a fixed term contract is unlawfully drawn up, then the job relationship must be intended as an open-ended one. The job of trade unions has certainly been re-emphasised due to this reform but, since the new job relationship system established by the fixed term work reform continues to enforce Law 56/87, it is not correct to talk of de-evaluation as related to collective work negotiations. Rather, trade unions will have a lesser role, and responsibilities and tasks normally charged to the trade union will be reduced.
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Gli enti bilaterali e il mercato del lavoro / Bilateral Organizations and Labour Law

MARZIANI, ERNESTINA 18 February 2008 (has links)
Gli enti bilaterali, sino alla legge n. 30 del 2003, sono stato oggetto di attenzione da parte della giurisprudenza e della dottrina con riguardo a questioni prettamente contingenti e di carattere economico-finanziario, mentre, limitato a pochi autori, è stato l'interesse ad una ricostruzione sistemica del contesto nel quale tali organismi hanno operato e continuano ad operare. Con il decreto legislativo n.276 del 2003, essi sono entrati con decisione nel dibattito giuslavoristico. Obiettivo del presente lavoro è quello di delineare il nuovo ruolo degli enti bilaterali all'interno del mercato del lavoro, individuando le caratteristiche del fenomeno della bilateralità nel nostro paese, i rapporti con il sistema di relazioni industriali e le novità introdotte dal d.lgs. n.276/2003. La tesi che si vuole sostenere è che l'esperienza della bilateralità può essere considerata un'opportunità e non la opportunità per rendere il sistema di relazioni industriali più moderno. Pertanto si cercherà di evidenziare le potenzialità di tali enti, ricordando che gli enti bilaterali non sono un'invenzione del legislatore di oggi , già significativa è l'esperienza maturata dalla quale apprendere per rispondere alle nuove sfide provenienti dal .mondo del lavoro. E non sottovalutando i rischi che tale opportunità porta con sé, come parte della dottrina non ha mancato di rilevare con incisività: il timore è quello di una strumentalizzazione degli enti bilaterali per relazioni industriali di tipo istituzional-cooperativo.
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Tutela della professionalità e danno alla persona

CARACCIOLO, MARIA TERESA 26 March 2009 (has links)
La tesi affronta l'analisi del termine professionalità nell'eterogeneità di significati che assume negli statuti disciplinari dell'economia e della psicologia e quella più strettamente giuridica del rapporto tra professionalità, lavoro e formazione professionale. Essa affronta altresì l'indagine sul trattamento giuridico della professionalità nel contratto di lavoro e sui rimedi contro l'uso illegittimo dello ius variandi del datore di lavoro disciplinato dall'art. 2103 c.c. / The Ph. D. thesis deepens the analysis of the notion known as "professionalism", in the various context where it can be found out, from the economic matter to the psychological science, with a particular focus on the meaning of the afore-mentioned notion from a law standpoint and the relevant relationship between "Professionalism"", work and training. It also handles the law perspective to "Professionalism" within the context of the employment contract and on the remedies against an unlawful use of the so called "ius variandi" set forth by article 2103 of the Italian Civil Code
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Dissociazione dei Poteri datoriali e subordinazione

DURAZZO, VITTORIA EMMA 26 March 2009 (has links)
Abstract della tesi di dottorato della Dott.ssa Vittoria E. Durazzo, XX Ciclo “Dissociazione dei poteri datoriali e subordinazione” La ricerca attiene all’intersecarsi dei piani della subordinazione e dell’interposizione a partire dal divieto di cui all’art.1 l.n. 1369/1960 sino alla riforma del 2003 (con un’incursione nella ‘controriforma’ del 2007). Prendendo le mosse dalla nota ricostruzione secondo cui le operazioni di qualificazione dell’una o dell’altra area si avvalgono degli stessi elementi sintomatici (l’una in prospettiva fisiologica, l’altra patologica) si ripercorre la tesi avversa che distingue tra art. 1 l.n. 1369/1960 che individua a chi il lavoratore debba essere considerato subordinato e art. 2094 c.c. che stabilisce se il lavoratore debba essere considerato subordinato. Quest’impostazione, condivisibile sul piano teorico, sollecita alcune riflessioni nel mutato contesto normativo. Posta infatti l’abrogazione della legge del 1960, si tratta di verificare l’attuale declinarsi delle relazioni tra nozione di subordinazione e utilizzazione indiretta dei lavoratori. La chiave privilegiata dell’indagine è costituita dall’esercizio del potere direttivo, elemento trasversale che tocca la fattispecie ex art. 2094 c.c.; la somministrazione di lavoro; la figura dell’appalto lecito. In una prospettiva ‘affermativa’, il I Capitolo è dedicato alle operazioni di qualificazione che si fondano sul positivo riscontro dell’esercizio del potere direttivo da parte di un soggetto. Dopo alcuni cenni al contenuto e alla portata dello stesso nel più ampio contesto dell’evoluzione dottrinale del concetto di subordinazione, la ricerca viene svolta quasi interamente sul piano giurisprudenziale in due direzioni: le più recenti pronunce sulla fattispecie ex art. 2094 c.c. che hanno dato ulteriore pregnanza discretiva all’esercizio del potere datoriale in esame; l’orientamento che nel vigore della legge del 1960 ha ancorato la liceità degli appalti a basso contenuto organizzativo a tale profilo (poi trasfuso nella definizione di cui all’art.29 d.lgs. n.276/2003). Il capitolo successivo si snoda nella prospettiva ‘rovesciata’ della dissociazione dei poteri tipici datoriali. Occorre, in particolare, verificare la tenuta della ricostruzione della nozione di subordinazione a fronte dell’asserito sviamento del potere direttivo in capo a soggetto estraneo al rapporto di lavoro. L’indagine tiene conto della tesi maggioritaria ancorché risalente dell’incompatibilità della deviazione delle prerogative proprie del datore di lavoro con l’art. 2094 c.c. e delle critiche che, in tempi più recenti, le sono state mosse. Viene poi ripercorso il dibattito sorto in dottrina all’indomani della ripartizione dei poteri tra Agenzia fornitrice e utilizzatore nel contratto di lavoro temporaneo ex l.n. 196/1997. In quell’occasione accanto a chi sostenne la tenuta del sistema per il tramite del carattere speciale/eccezionale/di sottotipo della nuova figura contrattuale, vi fu chi affermò la non alterazione, sotto il profilo causale, del modello ex art. 2094 c.c., ritenendo che il Legislatore avesse riconosciuto in capo all’utilizzatore soltanto un particolare profilo del potere direttivo, quello conformativo della prestazione. Peraltro, interessanti implicazioni sul piano sistematico vennero colte da chi vide nella dissociazione ‘tipizzata’ il riscontro alla tesi dell’origine a-contrattuale del potere direttivo. Il quadro di riferimento è mutato in seguito alla riforma del 2003 che, come noto, ha abrogato la legge del 1960 e gli artt. 1-11 l.n. 196/1997. Nel III capitolo vengono indagate le ricadute sul sistema della novella (per certi versi limitate dal Pacchetto Welfare del 2007 che, a sua volta, ha abrogato la figura dello staff leasing). Punto nodale dell’indagine sin qui condotta concerne la verifica se la dissociazione dei poteri datoriali, ‘accettata’ secondo i percorsi interpretativi esposti, si configura ora come regola dell’ordinamento o mantiene il connotato patologico che le era proprio quando sussisteva un divieto esplicito di interposizione. Sul punto è da condividersi l’opinione maggioritaria secondo cui, nel sistema delineato dal Legislatore del 2003, si ravvisa la permanenza di un divieto generale d’interposizione. Tale tesi è stata confermata prima dalle Sezioni penali della Cassazione chiamate a pronunciarsi sull’eventuale abolitio criminis delle sanzioni penali previste dalla l.n. 1369/1960, poi dalle Sezioni Unite civili del 2006. Di qui discende che la dissociazione è ammessa nell’ordinamento se e in quanto rispettosa dei requisiti, oggettivi e soggettivi, fissati dal d.lgs. n. 276/2003. Inoltre non sono travolte le opzioni elaborate sulla compatibilità dell’esercizio del potere direttivo da parte dell’utilizzatore nel lavoro interinale con il tipo ex art. 2094 c.c. Resta tutt’ora convincente, anche in base al tenore letterale degli articoli relativi contenuti nel d. lgs. n. 276/2003, quella secondo cui soltanto una quota del potere direttivo, quella relativa alla conformazione della prestazione e al controllo, viene imputata all’utilizzatore così non dovendosi registrare alcuna deviazione dalla fattispecie tipica. Ne consegue che non vi sono ricadute nelle operazioni di qualificazione che si erano all’inizio prospettate, restando il quadro sostanzialmente immutato. L’ultima parte della ricerca atterrà alla eventuale incidenza della dissociazione dei potere direttivo, integralmente riconosciuto in capo ad un soggetto diverso dal datore di lavoro, sul ‘tipo’ 2094 c.c.. / Separation of employer's prerogatives and standard employment.
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L'OBBLIGAZIONE RETRIBUTIVA NELL'IMPIEGO PUBBLICO RIFORMATO

D'AMORE, ANTONIO 11 May 2010 (has links)
La tesi analizza l'evoluzione storico normativa del rapporto di pubblico impiego concentrando l'attenzione sul trattamento economico, principalmente quello accessorio, esaminando le principali vicende della contrattazione collettiva in conseguenza della c.d. privatizzazione. / Analyses how salaries in the public sector are composed: one part is fixed and the other is variable. The variable element is an innovation from 1993, and may be linked to "payment by results".
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LA SICUREZZA DEL LAVORO ALLA LUCE DEL D.LGS. N 81/2008: I MODELLI DI RESPONSABILITA' PENALE E LA RESPONSABILITA' CIVILE DEI SOGGETTI GARANTI / Health and safety law according to Legislative Decree n. 81/2008: legal guarantors' criminal and civil liability.

MANZO, GIORGIANA 08 April 2011 (has links)
La tesi analizza la materia della sicurezza sul lavoro sotto il profilo della responsabilità penale e civile. Allo studio dei principi costituzionali di riferimento (art. 32 Cost e 41 Cost), dei D.P.R. degli Anni ’50, dell’art. 9 St. Lav., del D. Lgs. n. 81/2008, segue l’analisi del quadro sanzionatorio previsto in caso di violazione della normativa prevenzionale ed in caso di infortunio. In materia di sicurezza sul lavoro le tipologie di reati sono tre: le fattispecie omissive, regolate dal combinato disposto dell’art. 40, cpv.,cp e degli artt. 589cp e 590cp; i reati previsti dalla disciplina codicistica (art.437 cp e art. 451 cp); i reati contravvenzionali (D. Lgs. n. 81/08). Si approfondisce quindi il “modello legale” delle responsabilità, contenuto nel D. Lgs. n. 81/2008 ed articolato nella quadripartizione dell’obbligo di sicurezza tra soggetti muniti di una specifica qualifica (datore di lavoro, dirigente, preposto e lavoratore); parallelamente, si analizza il “modello negoziale”, che si perfeziona con la delega di funzioni, approfondita alla luce delle caratteristiche richieste dalla giurisprudenza ed in forza dei requisiti previsti dal D. Lgs. n. 81/08. Si procede quindi ad un’analisi dei risvolti civilistici della violazione dell’obbligo di sicurezza, soffermandosi sugli effetti del trasferimento di funzioni in questo ambito. / The thesis analyses the field of health and safety legislation, in terms of criminal and civil liability. The study starts with a focus on constitutional principles of reference (article 32 and article 41), Decrees of Fifties, article 9 of Labour Law, Legislative Decree n. 81/2008; then the analysis follows the framework in case of violation of H&S legislation and in case of injury. In H&S field there are three types of crimes: “negative” crimes, governed by the provisions of article 40 of Criminal Code, and articles 589 and 590 of Criminal Code; crimes provided by Criminal Code (art.437 and art. 451); crimes called “contravvenzioni” (Legislative Decree n. 81/08). Then the thesis analyses the "legal model" of the liability set in Legislative Decree n. 81/2008 and articulated in a four-part safety obligation among subjects that have a specific status (employer, manager, “preposto”, employee); similarly, the study focuses on the delegation of tasks, regarding to the characteristics required by law cases and in accordance with the requirements of Legislative Decree n. 81/08. Then the thesis focuses on the consequences of violation of H&S legislation, regarding to the effects of the transfer of functions.
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Il sindacato come organizzazione

CIAMPI, SONIA 26 March 2009 (has links)
Il lavoro, dopo una ricostruzione storica del fenomeno sindacale, è incentrato sull'analisi degli elementi costitutivi della fattispecie sindacale nonchè sull'analisi dello spazio ricoperto dalla contrattazione collettiva alla luce delle più recenti riforme in materia. / The work, further to the historical reconstruction of the trade unions, is focused on the analysis of the constituent elements of a trade union, as well as on the analysis of the position of collective bargaining in the light of the recent law reforms in regard.
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LICENZIAMENTI COLLETTIVI E TECNICHE DI CONTROLLO DEL POTERE DATORIALE / Collective redundancies and metodologies of control of the employer's power

GHITTI, CARLA 13 March 2015 (has links)
La tesi affronta il tema delle tecniche di controllo del potere datoriale nelle procedure di riduzione del personale, con l’intento di verificare se la legge n. 92/2012 (c.d. Riforma Fornero) abbia inciso sul controllo individuale-giudiziale e su quello collettivo-sindacale. Nel primo capitolo si illustrano le ragioni per cui la verifica giudiziale sulla giustificazione dei licenziamenti collettivi, già doverosa alla luce della legge n. 223 del 1991, rimanga essenziale nel quadro della riforma Fornero, pur in considerazione dell'impatto provocato dal nuovo regime sanzionatorio sulle concrete modalità di attuazione di questo accertamento. Nel secondo capitolo si dimostra perché, sebbene la legge sembri diretta a valorizzare il ruolo del sindacato nella procedura (attribuendo grande rilievo all'accordo sindacale raggiunto nel corso dell'esame congiunto) in realtà riduca fortemente gli spazi di negoziazione collettiva determinando un complessivo indebolimento del ruolo delle oo.ss. a danno dell’effettività del controllo sindacale. Nel terzo capitolo si analizzano gli aspetti più rilevanti della verifica sindacale e giudiziale sui criteri di scelta, che rappresentano uno degli aspetti più delicati della disciplina dei licenziamenti collettivi per la loro diretta ricaduta sulla posizione dei singoli. In conclusione si afferma che solo la piena realizzazione dei due modelli di tutela (individuale e collettiva), in una visione che considera il controllo giudiziale e quello sindacale complementari e non alternativi, sia in grado di assicurare il livello di protezione dei lavoratori voluto dal legislatore del 1991. / The thesis concerns collective redundancies and focuses on the limits that the law and the collective bargaining put to the employer's powers, with specific regard to employer's discretionary during the redundancy procedure, in order to verify whether the law 92/2012 (known as Fornero Reform), affected the judge's control and the trade union. In the first chapter we can find the reasons investigating if the judgemental control over the substantive fairness of collective dismissals, which was already due following the law n. 223/1991, still remains essential in the Fornero reform. In the second chapter it is clarified why, although the reform seems to enhance the role of the trade union in the procedure, in fact it reduces the possibilities of collective bargaining and, as a consequence it weakens the trade union control. The third and last chapter analyzes the most relevant aspects of the criteria to select employees for redundancy from both sides either either judicial and from the trade union side. In the end it is considered that only though a double vision, judicial and union, it is possible to grant a fair protection to the workers as planned from the legislator of 1991.
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Die Konventionalstrafe im Arbeitsvertrag /

Santoro, Dimitri. January 2001 (has links) (PDF)
Univ., Diss.--Zürich.
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Il finanziamento della previdenza: strumento o presupposto della protezione sociale? / IL FINANZIAMENTO DELLA PREVIDENZA: STRUMENTO O PRESUPPOSTO DELLA PROTEZIONE SOCIALE?

ROCCO, FRANCESCA 16 April 2018 (has links)
Il presente lavoro si pone come obiettivo quello di dimostrare in quali termini la scelta delle modalità di finanziamento del sistema di previdenza pubblica ha una diretta incidenza sull'adeguatezza delle prestazioni sociali. La questione ha uno stretto collegamento con la conformazione giuridica dei diritti sociali nelle Costituzioni contemporanee. Tale natura comporta che i diritti sociali, configurati nella loro variegata e costante espansione, siano esigibili e giustiziabili. Il loro riconoscimento non dovrebbe essere condizionato dal costo della prestazione. Tuttavia, la grave crisi economica che ha attraversato l’Italia ed altri paesi europei negli ultimi anni, ha indotto anche nella giurisprudenza costituzionale domestica, nonché nelle politiche di austerity a carattere recessivo, particolari cautele nell’adottare decisioni che producessero costi incontrollabili e non sostenibili. L’esigenza di una simile riflessione nasce dai recenti accadimenti che hanno visto protagonista il sistema pensionistico italiano, tra cui si annovera l’ennesima manovra di innalzamento dell’età pensionabile operata dalla Riforma Monti/Fornero, cui sono seguite misure di salvaguardia per singole categorie di lavoratori al fine di trovare un temporaneo rimedio all’impasse creata dai c.d. “esodati”. Tutto questo ha imposto un interrogativo sull’efficacia di simili provvedimenti normativi che apportano modifiche all’assetto precedente per far fronte a esigenze di liquidità delle amministrazioni pubbliche previdenziali. / This work aims to demonstrate how the choice of methods of financing the public pension system has a direct impact on the adequacy of social benefits. The topic has a close connection with the legal conformation of social rights in contemporary Constitutions. Such a nature implies that social rights, considered within their variegated and constant expansion, are payable and can be executed. Their recognition should not be conditioned by the cost of the benefit. However, economic crisis that Italy and other European countries have faced during the last years has led domestic constitutional jurisprudence, as well as austerity policies, to adopt with particular caution decisions that would have produced uncontrollable and unsustainable costs. The need to reflect about the topic at hand arises from the recent events affecting the Italian pension system, among which there is the umpteenth decision to raise the retirement age operated by the Monti/Fornero Government. Subsequently, the same Government had to adopt safeguard measures for individual categories of workers to find a temporary remedy for the impasse created by the so-called "Esodati" category. All this has forced a question about the effectiveness of similar regulatory measures that make changes to the structure with the only purpose to meet the need of liquidity of public welfare administrations.

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