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Scienza della sostenibilita' e regolazione: Il caso studio della politica europea in materia di risparmio energetico / Sustainability Science and regulation: the case study of the European Union policy on energy saving

Volpe, Francesca <1981> 09 June 2014 (has links)
Entro l’approccio concettuale e metodologico transdisciplinare della Scienza della Sostenibilità, la presente tesi elabora un background teorico per concettualizzare una definizione di sostenibilità sulla cui base proporre un modello di sviluppo alternativo a quello dominante, declinato in termini di proposte concrete entro il caso-studio di regolazione europea in materia di risparmio energetico. La ricerca, attraverso un’analisi transdisciplinare, identifica una crisi strutturale del modello di sviluppo dominante basato sulla crescita economica quale (unico) indicatore di benessere e una crisi valoriale. L’attenzione si concentra quindi sull’individuazione di un paradigma idoneo a rispondere alle criticità emerse dall’analisi. A tal fine vengono esaminati i concetti di sviluppo sostenibile e di sostenibilità, arrivando a proporre un nuovo paradigma (la “sostenibilità ecosistemica”) che dia conto dell’impossibilità di una crescita infinita su un sistema caratterizzato da risorse limitate. Vengono poi presentate delle proposte per un modello di sviluppo sostenibile alternativo a quello dominante. Siffatta elaborazione teorica viene declinata in termini concreti mediante l’elaborazione di un caso-studio. A tal fine, viene innanzitutto analizzata la funzione della regolazione come strumento per garantire l’applicazione pratica del modello teorico. L’attenzione è concentrata sul caso-studio rappresentato dalla politica e regolazione dell’Unione Europea in materia di risparmio ed efficienza energetica. Dall’analisi emerge una progressiva commistione tra i due concetti di risparmio energetico ed efficienza energetica, per la quale vengono avanzate delle motivazioni e individuati dei rischi in termini di effetti rebound. Per rispondere alle incongruenze tra obiettivo proclamato dall’Unione Europea di riduzione dei consumi energetici e politica effettivamente perseguita, viene proposta una forma di “regolazione per la sostenibilità” in ambito abitativo residenziale che, promuovendo la condivisione dei servizi energetici, recuperi il significato proprio di risparmio energetico come riduzione del consumo mediante cambiamenti di comportamento, arricchendolo di una nuova connotazione come “bene relazionale” per la promozione del benessere relazionale ed individuale. / Within the conceptual framework and the transdisciplinary methodological approach of Sustainability Science, the thesis develops a theoretical background for the elaboration of a new paradigm to promote a sustainable development model alternative to the mainstream one. Such a theoretical elaboration is translated into practice through a case study on the European Union regulation concerning the rationalisation of energy uses. More in detail, the analysis detects a crisis of the mainstream development model based on the increase of gross domestic product as the solely wellbeing index as well as a crisis of values. In order to identify an apt paradigm to address such crises, “sustainable development” and “sustainability” are put under scrutiny and a new paradigm accounting for the impossibility of a limitless economic growth on a finite planet is proposed: “ecosystemic sustainability”. On its basis, some proposals for a sustainable development model are presented. Such a theoretical elaboration is tested through a case study concerning the European regulation on the rationalisation of energy uses. The analysis preliminary investigates the role of regulation as an effective means for the practical promotion of ecosystemic sustainability. The focus is then shifted to the European regulation on the rationalisation of energy uses. The analysis reveals a conflating trend of energy saving with energy efficiency likely to adversely affect the development of a sustainable energy regulation. The possible related reasons and risks in terms of rebound effects are presented. In order to address the inconsistencies of such a regulatory tendency with the European goal of energy consumption reduction, a proposal for the regulation of residential energy services is developed. Such a proposal is based on the recovery of the proper meaning of energy saving as enriched with a characterisation as a “relational good” for the promotion of relational wellbeing through the sharing of energy services.
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La giustiziabilità dei diritti sociali nell'ordinamento dell'Unione europea / The justiciability of social rights in the EU legal order

Coppola, Serena <1983> 08 June 2012 (has links)
L’oggetto del lavoro si sostanzia nella verifica del grado di giustiziabilità che i diritti sociali ricevono nell’ordinamento dell’Unione europea. L’indagine si articola in tre capitoli. Il primo è dedicato ad una sintetica ricostruzione dei modelli di welfare state riconosciuti dagli ordinamenti dei diversi paesi membri dell’Unione attraverso cui, la candidata enuclea un insieme di diritti sociali che ricevono tutela in tutti gli ordinamenti nazionali. L’esposizione prosegue, con la ricostruzione dell’evoluzione dei Trattati istitutivi dell’Unione e l’inclusione della sfera sociale tra gli obiettivi di questa. In particolare, il secondo capitolo esamina la giurisprudenza della Corte di Giustizia in relazione alle materie sociali, nonché l’inclusione dei diritti sociali nel testo della Carta dei diritti fondamentali. L’analisi si sofferma sulle tecniche normative adottate nell’area della politica sociale, evidenziando la tendenza ad un approccio di tipo “soft” piuttosto che attraverso il classico metodo comunitario. Esaurita questa analisi il terzo capitolo analizza i rapporti tra il diritto dell’Ue e quello della CEDU in materia di diritti sociali, evidenziano il diverso approccio utilizzato dalle due istanze sovranazionali nella tutela di questi diritti. Sulla base del lavoro svolto si conclude per una sostanziale mancanza di giustiziabilità dei diritti sociali in ambito dell’Unione. In particolare i punti deboli dell’Europa sociale vengono individuati in: un approccio regolativo alla dimensione sociale di tipo sempre più soft; la permanenza di alcuni deficit di competenze; la mancata indicazione di criteri di bilanciamento tra diritti sociali e libertà economiche e dalla compresenza delle due nozioni di economia sociale e di economia di mercato. Le conclusioni mostrano come l’assenza di competenze esclusive dell’Unione in materia di politica sociale non consenta una uniformazione/armonizzazione delle politiche sociali interne, che si riflette nell’incapacità dei modelli sociali nazionali di assorbire i grandi mutamenti macro economici che si sono avuti negli ultimi vent’anni, sia a livello sovranazionale che internazionale. / The object of this thesis consists in the analysis of the level of justiciability of social rights in the EU context, especially after the entering into force of the Lisbon Treaty. The research first presents a brief overview of different welfare states within EU national systems. The investigation focuses on national constitutional provisions enshrining social rights. From the results obtained, it is possible to determine which social rights are considered as being part of a common European tradition, and which, on the contrary, are differently recognized and protected from different Member States. The individuation of a nucleus of social rights, justiciable under the Member States legal orders, offers a good key for reading the evolution of European social policy during the last sixty years. Indeed, the second chapter focuses on the jurisprudence of the ECJ, in particular the one applying the principle of solidarity and non-discrimination within the field of social rights ´protection. Further, still within the field of social protection, this chapter also analyses the Union´s politics, with a special attention to the cross-border access to economic social services of the different member States. From this analysis, it is possible to determine the impact of the Charter of Fundamental rights on the protection of social rights in terms of their justiciability in the acquis communautaire. The third chapter deals with the problems connected with the future accession of the EU in the ECHR, in particular it shows the different approaches of the two Courts in the determination of the level of protection of social rights under the two judicial orders. The thesis concludes with a reflection, on one hand, on the present economic situation in Europe and its impact on the effectiveness and justiciability of social rights, and on the other, on the welfare states of member States.
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I limiti all'autonomia procedurale degli Stati membri dell'UE in materia risarcitoria / The limits to the procedural autonomy of the Member States of the EU: the case of the actions for damages for breaches of EU law

Di Marco, Antonio Calogero <1981> 08 June 2012 (has links)
This work analyses the limits that the principle of State liability for damages suffered by individuals because of breach of EU law poses to the procedural autonomy of the Member States of the EU. The introductory part of this work is dedicated to the general character of the limitations EU law poses to the State’s competence in procedural matters. The first part of the research, instead, focuses on the specific limits that european law poses on the rules of procedure related to the legal regime of the right to compensation and its operating conditions; in particular, this first part explores respectively the “substantive” and “procedural” limits that EU law poses to the State’s autonomy to regulate actions for damages for breaches of EU law. The substantial limits concern the conditions of eligibility of liability and the constitutive conditions of the right to compensation; the procedural limits to the action for damages refer to the concrete organization and characteristics of the judicial action. The second part of the research is devoted to rules of procedure governing the relations between judicial remedies explicitly aimed at protecting the right to reparation and other remedies that may be relevant, both europeans and nationals. The first chapter of the second part of this work focuses on the rules governing the relations between the action for damages brought up at the national level and the remedies provided by european Treaties; finally, I explore the relations between the action for damages brought up at the national level and other remedies present in the same national juridical order. I reconstruct all the limits to the procedural autonomy of Member States concerning the right to compensation; consequently, I verify that those limits represent part of the system of internal procedures, able to guarantee the respect of european law.
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I diritti fondamentali nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea

Bazzocchi, Valentina <1976> 08 May 2007 (has links)
No description available.
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La dimensione esterna della politica migratoria dell'UE / La dimension extérieure de la politique migratoire de l'UE / The external dimension of the EU migration policy

Toso, Federica <1978> 27 May 2013 (has links)
Conformemente ai trattati, l'UE sviluppa una politica comune in materia di asilo, immigrazione e controllo delle frontiere esterne, fondata sulla solidarietà e sul rispetto dei diritti fondamentali e, a tal fine, avvia relazioni strategiche con i Paesi terzi e le Organizzazioni internazionali. Un fenomeno “senza frontiere”, quale quello migratorio, esige del resto un'azione coerente e coordinata sia sul piano interno sia su quello esterno. La messa in atto di quest'ultima, tuttavia, si scontra con difficoltà di rilievo. Innanzitutto, l'UE e i suoi Stati membri devono creare i presupposti per l'avvio della collaborazione internazionale, vale a dire stimolare la fiducia reciproca con i Paesi terzi, rafforzando la propria credibilità internazionale. A tal fine, le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'UE e gli Stati membri devono impegnarsi a fornire un modello coerente di promozione dei valori fondanti, quali la solidarietà e il rispetto dei diritti fondamentali, nonché a coordinare le proprie iniziative, per individuare, insieme ai Paesi terzi e alle Organizzazioni internazionali, una strategia d'azione comune. In secondo luogo, l'UE e gli Stati membri devono adottare soluzioni volte a promuovere l'efficacia della collaborazione internazionale e, più precisamente, assicurare che la competenza esterna sia esercitata dal livello di governo in grado di apportare il valore aggiunto e utilizzare la forma collaborativa di volta in volta più adeguata alla realizzazione degli obiettivi previsti. In definitiva, l'azione esterna dell'UE in materia di politica migratoria necessita di una strategia coerente e flessibile. Se oggi la coerenza è garantita dalla giustiziabilità dei principi di solidarietà, di rispetto dei diritti fondamentali e, giustappunto, di coerenza, la flessibilità si traduce nel criterio del valore aggiunto che, letto in combinato disposto con il principio di leale cooperazione, si pone al centro del nuovo modello partenariale proposto dall'approccio globale, potenzialmente idoneo a garantire la gestione efficace del fenomeno migratorio. / The EU migration policy is traditionally viewed as having both an internal and an external dimension, inextricably intertwined. Indeed, as this policy field deals with a cross-border phenomenon, it is no surprise that the EU strives to deepen its relations with Third Countries, which appear to be an inescapable element to furthering the Treaties' objective: a common policy on asylum, immigration and external border control, based on solidarity and respect for fundamental rights. However, the EU external action in this policy field faces various difficulties. Primarily, the EU and the Member States shall meet the requirement for the international collaboration to begin, namely the establishment of a spirit of mutual trust with Third Countries, through the strengthening of their international reliability. To this purpose, the EU institutions, organs and organisms and the Member States are required to provide a model which coherently promotes their founding values and to coordinate their initiatives for the setting up, in cooperation with Third Countries and International Organisations, of a common strategy. Secondarily, the EU and the Member States shall guarantee the effectiveness of the international collaboration. More precisely, they shall ensure that the external competence is exercised by the political level providing the added value and make use of any cooperation tool suitable for the achievement of the set objectives. Conclusively, the EU migration policy external action shall be backed by a coherent and flexible strategy. Where, at present, coherence is guaranteed by the justifiable nature of the principles of solidarity, respect for fundamental rights and, obviously, coherence, flexibility is better transposed by the added value criteria which, read in conjunction with the principle of loyal cooperation, is to be considered a key element of the new partnership model proposed by the global approach, potentially apt to guarantee the effective management of migration flows.
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Unione Europea e sanità / European Union and health protection

Inglese, Marco <1984> 13 June 2014 (has links)
La tesi di dottorato "Unione Europea e Sanità" è uno studio sistematico del diritto alla salute e della protezione della sanità pubblica nell'ordinamento giuridico dell'Unione Europea. Il primo capitolo analizza le competenze sanitarie dell'Unione Europea, introdotte per la prima volta dal Trattato di Maastricht e definitivamente sistemate all'art. 168 TFUE. La norma identifica alcuni settori specifici nei quali l'Unione può agire e altri, quali l'organizzazione dei sistemi sanitari e la fornitura di cure mediche, che rimangono in capo agli Stati membri. Il secondo capitolo esamina le deroghe e le esigenze imperative connesse alla salvaguardia della salute nel mercato interno ed è suddiviso in tre sezioni dedicate alla libera circolazione delle merci, al diritto di stabilimento e alla libera prestazione dei servizi. Nella prima ci si è occupati dello sviluppo della legislazione farmaceutica. Nella seconda si sono analizzati il mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali e le legislazioni statali che restringono il diritto di stabilimento degli operatori sanitari transfrontalieri. Nella terza si è rivolta l'attenzione alla mobilità dei pazienti che, attraverso la giurisprudenza della Corte di Giustizia, è stata trasfusa in un atto di diritto derivato. Il terzo capitolo si concentra sul ruolo del diritto alla salute nell'ordinamento giuridico dell'Unione Europea in considerazione del valore vincolante della Carta dei diritti fondamentali. Coerentemente, si è scelto di mantenere una struttura tripartita. Nella prima sezione, ci si interroga sull'esistenza di tale diritto alla luce dei pochi casi presenti. Nella seconda, lo si analizza per il tramite delle obbligazioni di proteggere, rispettare ed adempiere, enucleate attraverso alcuni strumenti internazionali e si verifica il ruolo del principio di non discriminazione in relazione all'accesso alle cure. Nella terza, infine, si verifica il ruolo del consenso informato rispetto alla sperimentazione clinica ed alla donazione di materiale biologico. / The thesis aims at analysing the right to health and its protection in the legal order of the European Union. The first chapter assesses EU's health competences, introduced for the first time by the Maastricht Treaty and now codified into art. 168 TFEU. It identifies some specific sectors in which the EU can act and others, as the organisation of national health systems, that remain on the scope of domestic legislation. The second chapter examines health related derogations and mandatory requirements concerning the free moment of goods, the right of establishment and the freedom to provide services. For this reason it is divided into three sections. The first is devoted to pharmaceutical products. The second analyses the mutual recognition of medical qualifications and the domestic hindrance to the establishment of health operators. The third concerns patients' mobility and how the case law of the Court of Justice has been transposed in a piece of secondary legislation. Taking into consideration the binding value of the Charter of fundamental rights, the third chapter focuses on the role of the right to health in EU law. The structure is thus consistently threefold. The first section, in the light of the few cases so far appeared, questions the existence of the right to health. In the second one, it is analysed using some international conventions in order to assess the impact of the obligations to protect, to respect and to fulfil and, eventually, the link between the principle of non-discrimination vis-á-vis the access to healthcare. The last section examines the right to informed consent in clinical trials and the donation of biological materials.
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The Council of Ministers of the European Union After the Lisbon Treaty

Han, Yu <1984> 13 June 2014 (has links)
The Treaty of Lisbon has brought remarkable changes and innovations to the European Union. As far as the Council of Ministers of the European Union (“the Council” hereinafter) is concerned, there are two significant innovations: double qualified majority voting and new rotating Presidency scheme, which are considered to make the working of the Council more efficiently, stably and consistently. With the modification relating to other key institutions, the Commission and the European Parliament, and with certain procedures being re-codified, the power of the Council varies accordingly, where the inter-institutional balance counts for more research. As the Council is one of the co-legislatures of the Union, the legislative function of it would be probably influenced, positively or negatively, by the internal innovations and the inter-institutional re-balance. Has the legislative function of the Council been reinforced or not? How could the Council better reach its functional goal designed by the Treaties’ drafter? How to evaluate the Council’s evolution after Lisbon Treaty in the light of European integration? This thesis is attempting to find the answers by analyzing two main internal innovations and inter-institutional re-balance thereinafter.
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La circolazione dei servizi in una economia sociale di mercato / The circulation of services in a social market economy

Bosio, Mattia <1982> 13 June 2014 (has links)
Questa ricerca intende esaminare l'impatto della circolazione transfrontaliera dei servizi sul bilanciamento tra regole di mercato e politiche sociali. L'analisi di questa tensione costituisce il punto di partenza per una riflessione più ampia che si propone di comprendere come la conciliazione tra solidarietà e competitività e, più generalmente, tra esigenze di protezione sociale degli Stati membri e tradizionali competenze comunitarie nell'ambito del mercato comune, possa operare nel settore dei servizi. Un mercato comune dei servizi in costante espansione in senso transfrontaliero ha indubbiamente effetti non trascurabili sul piano sociale ed in particolare sul diritto del lavoro consolidatosi nelle tradizioni costituzionali degli Stati membri. La necessità di conciliare solidarietà e competitività alla base del concetto di economia sociale ed il rinnovato accento sulla dimensione sociale dell'Unione accolto nel Trattato di Lisbona dovrebbero promuovere una convivenza armoniosa tra un'integrazione europea di carattere principalmente economico ed i residui spazi di intervento statale a tutela dei mercati nazionali del lavoro. Prima di analizzare cause ed effetti di tale potenziale conflitto nell'ambito del mercato europeo dei servizi risulta necessario fornire un panorama del quadro normativo applicabile agli operatori economici che intendano fornire a titolo temporaneo una prestazione in uno Stato membro diverso da quello di stabilimento. Nell'ambito di tale disamina, dedicata alle fonti conflittuali del diritto europeo applicabili ai prestatori di servizi, individueremo le condizioni che devono rispettare gli operatori per esercitare un'attività in uno Stato membro diverso da quello di origine (Parte I). Potremo quindi illustrare come l'esercizio delle libertà comunitarie di circolazione da parte delle imprese europee abbia fatto emergere le contraddizioni ed i limiti del funzionamento del mercato comune rispetto alla fruizione dei diritti sociali da parte dei lavoratori locali e distaccati (Parte II). / This research aims at exploring the relationship between the free movement of services within the internal market and the need to protect the fundamental social rights at national level. To this extent, our purpose is to identify the role of the EU regulation on services in ensuring a smooth cohabitation between EU economic policies and national social goals. Following the adoption of the Treaty of Lisbon, the EU has shown a new approach which aims not only at keeping a high level of competitiveness, but also at establishing a social market economy. The contradiction between the implementation of the single market and the preservation of domestic welfare policies shall therefore be analysed in the light of the social oriented approach enshrined in this new EU legal framework. The need to reconcile social and market values which inspires the concept of social market economy should guarantee that the exercise of EU freedoms of movement does not prejudge the substance of social rights. Before studying the causes and effects of this potential legal conflict it seems essential to make a brief analysis of the rules provided under EU law in order to ensure the proper functioning of the internal market for services (Part I). The second part of the research will then be focused on the effects of the internal market rules on solidarity. In this context we will examine how, according to a recent case-law of the ECJ, the economic freedoms of circulation, as a priority of the market, may jeopardize the national social rights. These rulings of the EU courts have put in discussion the European integration process in respect of the constitutional traditions relating to employment law and has shown the unstable balance between a border-less market and the aspiration of a social economy at European level.
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L'equilibrio istituzionale nell'Unione europea / The institutional balance in the European Union

Pambianco, Carla <1983> 13 June 2014 (has links)
Il lavoro intende dimostrare che lo sviluppo giurisprudenziale del principio di equilibrio istituzionale, il rapporto tra detto principio e il principio di leale cooperazione, il riconoscimento istituzionale e giurisprudenziale dell’importanza della scelta della base giuridica nella tutela dell’equilibrio istituzionale hanno concorso a determinare la dinamicità dell’evoluzione dell’assetto interistituzionale della Comunità e dell’Unione. Focalizzata l’attenzione sulle nuove basi giuridiche introdotte dal Trattato di Lisbona, sono stati definiti gli assetti del nuovo equilibrio istituzionale analizzando, da un lato, il nuovo quadro istituzionale definito dal titolo III del Trattato sull’Unione europea e, in particolare la “costituzionalizzazione” del principio orizzontale di leale cooperazione. In conclusione, si rileva che con l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona le dimensioni politica e giuridica dell’equilibrio istituzionale sono state interessate da due mutamenti di ampia portata. In primo luogo, il completamento del processo di revisione dei trattati apertosi con la dichiarazione di Laeken ha definito un nuovo quadro istituzionale, che si è riflesso in rinnovati meccanismi di funzionamento dell’architettura istituzionale. In secondo luogo, la risposta dell’Unione alla crisi economica e finanziaria ha messo al centro dell’agenda il suo bilancio, la programmazione pluriennale e l’Unione economica. Nel primo caso un’analisi dell’articolo 295 TFUE ha costituito la base di una riflessione sulle modalità di codificazione delle relazioni istituzionali attraverso accordi e sul rapporto tra questi ultimi e il titolo III TUE. Si è rilevata, in particolare, un’incongruenza tra gli obblighi di leale cooperazione orizzontale sanciti dall’articolo 13(2) TUE e gli strumenti finalizzati alla loro istituzionalizzazione. Nel secondo caso, invece, è stato evidenziato come il preminente ruolo del Consiglio europeo, al quale il Trattato di Lisbona ha riconosciuto lo status d'istituzione, abbia modificato gli equilibri, determinando un ritorno del ricorso all’integrazione differenziata rispetto a politiche disciplinate dai Trattati. / The institutional balance can be envisaged in two different ways. On one hand, as a general principle of EU law, developed by the Court of justice since the Meroni ruling; on the other, as a dynamic concept, depicting the inter-institutional relations connected with the implementation of the treaties and the treaty changes concerning the institutional framework and the legal basis governing legislative and budgetary procedures. The thesis is aimed at analysing the evolution of the institutional balance in both judicial and practical spheres and it has been organized in two main parts composed respectively of 4 chapters. In the first part the most relevant principle governing the interinstitutional relations have been assessed considering their evolution from the beginning of the integration process until the entry into force of the Lisbon Treaty. After having defined the new institutional framework set-up by the title III of the TEU, the second part focused on the new legal basis of the TFUE modifying the EU decision-making process. The study was conducted through the analysis of the European Court of justice case-law, treaty’ s reforms and institutional practice, including the evolution of the interistitutional agreements. The thesis concludes that the institutional balance is in a permanent state of evolution and this process did not come to an end after the entry into force of the Lisbon treaty. Despite the fact that the Lisbon Treaty was adopted after fifteen years of debate and reflection on institutional reforms, not only the legal instrument provided in order to implement the interinstitutional cooperation are inadequate, considering the high-level interaction required to achieve the objectives of the Treaty, but also the reforms failed to eliminate the structural tension which intrinsically characterized the institutional interaction in the past.
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Evaluación de la Cadena Productiva del Olivo (Olea europea) en la Irrigación La Yarada, Región Tacna

Quispe Maquera, Reynaldo Jaime 03 October 2013 (has links)
La dificultad que presenta la cadena productiva del olivo en la Irrigación La Yarada Región Tacna, es que no se ha realizado una evaluación desde su creación (2002); por tanto, este trabajo aborda cómo son las percepciones de evaluación del funcionamiento de la cadena por parte de los productores integrantes en el eslabón de la producción. El tipo de investigación corresponde al descriptivo y correlacional, para lo cual se realizó una encuesta estructurada aplicada a 233 productores. La prueba de Chi cuadrado de Pearson demostró que existe una relación significativa entre el nivel educativo de los productores, los proyectos ofrecidos, la asistencia técnica recibida, y el nivel de cumplimiento de los acuerdos, con la calificación por parte de los productores a la cadena productiva como buena, mostrando para todos los casos un valor de significancia estadística de 0,000 menor a α = 0,05 (nivel de significancia). Validando de este modo la percepción de los productores con el calificativo de bueno sobre el funcionamiento de la cadena.

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