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L'EFFETTIVITA' DELLE TUTELE DEL LAVORO / effectiveness of employment protection

MARONGIU, NICOLA 11 May 2010 (has links)
Analisi e ricerca della effettività nell'ambito delle tutele del lavoro / Research and analysis of the effectiveness of employment protection
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UTILIZZAZIONE INDIRETTA E TUTELA DEI LAVORATORI NEGLI APPALTI / INDIRECT UTILIZATION AND PROTECTION OF WORKERS IN TENDER CONTRACTS

COSTA, GIOVANNI ALFIO 13 March 2015 (has links)
La tesi si prefigge di ricostruire il quadro normativo e concettuale che si è venuto ad enucleare a seguito dell’abrogazione della legge n.1369/1960 in tema di interposizione di manodopera, nonché della contemporanea dilatazione della responsabilità solidale del committente di un appalto di opera o servizi in forza del disposto dell’art. 29, d.lgs. n. 276/2003. Nella prospettiva di attribuire al regime di solidarietà particolare attenzione l’Autore descrive, nel primo capitolo, tutte le ipotesi di responsabilità solidale presenti nel Codice civile con l’intento di individuare una base comune a tutte le fattispecie prese in esame. Nel capitolo secondo si analizzano le evoluzioni dell’art. 29, d.lgs. n. 276/2003 e le numerose modifiche che tale norma ha dovuto sopportare, estendendo l’analisi al regime contributivo e fiscale, nonché alla disciplina relativa alla salute e sicurezza dei lavoratori. Il terzo capitolo, infine, analizza gli aspetti critici della solidarietà negli appalti, dal tema della successione nel contratto di appalto da parte di un nuovo appaltatore a quello della compatibilità delle clausole sociali con il diritto europeo passando per la derogabilità al suddetto regime da parte della contrattazione collettiva, alle ipotesi di simulazione di contratti di appalto, senza tralasciare di analizzare l’ambito di applicazione della responsabilità solidale di cui all’art. 29, d.lgs. n. 276/2003 anche ad altre fattispecie negoziali attigue all’appalto. L’analisi si conclude, poi, con la confutazione dell’opinione dottrinale secondo la quale le esternalizzazioni d’impresa realizzate attraverso contratti di appalto porterebbero all’insorgenza di ipotesi di codatorialità. / The thesis aims to reconstruct the conceptual framework and that it has come to devise following the repeal of the law n.1369/1960 concerning the interposition of labor, as well as the contemporary expansion of joint liability of the buyer of a tender contract for work or services under the provisions of art. 29, Legislative Decree n. 276/2003. In the perspective of giving special attention to the system of joint and several liability in tender contracts the author describes, in the first chapter, all cases of joint and several liability in the Italian Civil Code with the intent to establish a common base in all cases examined. In the second chapter we analyze the evolution of the art. 29, Legislative Decree n. 276/2003 and the many changes that this standard has had to endure, extending the analysis to social insurance contribution and tax, as well as the rules on the health and safety of workers. The third chapter analyzes the critical aspects of joint and several liability in tender contracts, the issue of succession in the contract by a new contractor to that of the compatibility of social clauses with European law through the derogation to that scheme by the collective bargaining, the simulation assumptions of tender contracts, without neglecting to analyze the scope of joint liability in art. 29 , Legislative Decree n. 276/2003 also to other cases adjacent negotiating. The analysis concludes, then, with the refutation doctrinal opinion according to which the outsourcing business achieved through procurement contracts would lead to the onset of hypotheses of joint employment doctrine.
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IL LAVORO MINORILE / Child labour

BRUNO, GIULIO 08 April 2011 (has links)
Il primo capitolo è dedicato all'evoluzione del diritto minorile in Italia e nel contesto internazionale, in un’ottica storica e sociologica. Dopo una premessa sulle cause strutturali del fenomeno, si offre una panoramica delle fonti normative di diritto interno e internazionale, soprattutto quelle pattizie di derivazione ONU e OIL. Il secondo capitolo si concentra più in dettaglio sulla situazione normativa nazionale. Vengono così prese in particolare considerazione, per la loro rilevanza sistematica e normativa, l’obbligo scolastico e formativo, la tutela sanitaria e le discipline speciali in materia di orario e a tutela della parità di trattamento. Il terzo capitolo completa la lettura giuridica del lavoro minorile affrontandone i risvolti di diritto penale alla luce dell’ultima importante riforma dei delitti contro la persona, che ha previsto specifiche circostanze nei reati connessi con la riduzione in schiavitù quando la vittima sia un minore. Infine, l’elaborato è corredato da un’appendice che espone i dati più recenti e significativi in materia di lavoro minorile nella provincia di Milano all’esito degli interventi ispettivi. / The first chapter deals with the historical and sociological evolution of the so-called “child law”, both in Italy and in the international community. An introduction about the structural causes is followed by an overview of the Italian law and in the international treaties, mainly those sponsored by the UNO and ILO. The second chapter focuses on the Italian law, thus analyzing the specific rulings about compulsory school attendance, health and injuries care, working time and equal opportunities. The third and last chapter shows the implications of the criminal law in the subject matter. A special attention is paid to the latest rules about the offences against the person, in particular slavery against children. This work also provides an interesting data analysis related to the situation of child labor in Milan, as carried by the outcomes of the public authorities’ monitoring operations.
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LA CODATORIALITA': UN ISTITUTO IN EVOLUZIONE

ATZORI, MARIANNA 16 April 2018 (has links)
Lo scopo della tesi di dottorato consiste nell’esaminare il fenomeno della codatorialità lungo le tappe dell’evoluzione dottrinale e giurisprudenziale, a partire dalla dimensione teorico-dottrinale entro cui è stato relegato in un primo momento, fino all’effettiva legittimazione avvenuta con la previsione contenuta nell’art. 30, 4 comma ter del D. Lgs. 276/2003, così come modificato dalla L. n. 99/2013. Dopo aver messo in luce i cambiamenti che hanno interessato il mercato del lavoro negli ultimi venticinque anni, in modo particolare quelli determinati dalle trasformazioni dei modelli di organizzazione dell’attività imprenditoriale, si procederà a definire i caratteri propri della fattispecie in oggetto. Sarà, quindi, analizzata la disciplina giuridica del contratto di rete quale punto di riferimento per le imprese che scelgono di costituire una rete e di gestire il personale operante nella stessa attraverso il regime della codatorialità. Infine, si confronteranno gli istituti della codatorialità, del distacco e dell’assunzione congiunta per evidenziare similitudini e diversità alla luce delle differenti prospettive dottrinali. / The aim of the PhD thesis is to examine the phenomenon of co-employment along the steps of doctrinal and jurisprudential evolution, starting from the theoretical-doctrinal dimension within which it was relegated at the beginning, until the actual legitimation occurred with the prediction included in the art. 30, 4th paragraph ter of Legislative Decree 276/2003, as amended by Law n. 99/2013. After highlighting the changes that have affected the labor market over the past twenty-five years, particularly those due to changes in the organizational models of the the etrepreneurial activity, we will address the definition of the charatecteristics of the case in question. Therefore, the legal regulation of the network contract will be analyzed as a reference point for companies that choose to set up a network and manage the staff working in it through under a co-employment. Finally, the particular case of co-employment, posting of workers and joint-employment will be compared highlighting convergences and divergences the light of the different doctrinal perspectives.
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IL RAPPORTO DI AGENZIA, UNA PROSPETTIVA GIUSLAVORISTICA

SALERNO, ANDREA MARIA 15 April 2014 (has links)
L’elaborato tratta il rapporto di agenzia in un’ottica giuslavoristica. La prima parte dello scritto insiste sull’inquadramento normativo prendendo in considerazione lo sviluppo della normativa sia convenzionale che legale. In particolare si è valutato se vi fosse una possibile analogia tra l’efficacia degli AEC e quella dei CCNL rispetto al contratto individuale. Successivamente si sono analizzate figure simili all’agente come il procacciatore d’affari o il promoter finanziario per evidenziarne le differenze tale da non poter definire l’agente mero lavoratore autonomo. In seguito si sono rilevate le analogia con il rapporto di lavoro subordinato in particolare sull’applicazione delle clausole generali inerenti lo svolgimento del rapporto medesimo come la buona fede e la diligenza. Infine particolari analogie si sono riscontrate nell’aspetto conclusivo del rapporto. innegabili, se non nelle conseguenze almeno nelle cause. Da ultimo sono state trattate le analogie sia nell’aspetto previdenziale che processuale. L’elaborato ha voluto ricercare la voluntas regulandi del legislatore nel disciplinare il rapporto di agenzia il quale si presta ad essere utilizzato sia da imprese di capitali sia da singole persone fisiche. La ricerca effettuata ha fatto dedurre che il legislatore abbia voluto tutelare, nel caso dell’agente persona fisica, non solo interessi economici ma anche i diritti della persona mutuando, in quest’ultimo caso, la disciplina del diritti del lavoro. / The paper discusses the relationship of agency labor law perspective . The first part of the paper insists on the regulatory framework taking into account the development of both conventional and legal regulations . In particular, we examined whether there was a possible analogy between the effectiveness of the ERM and that of the national collective bargaining agreement with respect to the individual contract . Subsequently, we analyzed similar figures to the agent as the intermediary or financial promoter to highlight the differences that they can not define the agent merely self-employed. Then are recognized the analogy with the employment relationship , in particular, on the application of general clauses relating to the conduct of the relationship itself as the good faith and diligence . Finally the particular similarities were found in the appearance of the final report. undeniable , if not in the consequences at least in the cases . Finally, the similarities were treated both in social security that reason . The paper wanted to search the voluntas regulandi of the legislature in regulating the agency relationship which lends itself to be used by businesses of capital from both individual natural persons . The research did conclude that the legislature intended to protect, in the case of the agent individual, not only economic interests but also the rights of the person borrowing , in the last case , the regulation of labor rights.
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IL POTERE DI VIGILANZA E CONTROLLO DATORIALE

MARIANI, PAOLA 22 May 2017 (has links)
Lo scopo della tesi di dottorato è l’approfondimento delle disposizioni statutarie relative all’esercizio del potere datoriale di vigilanza e controllo dell’attività lavorativa, alla luce dei numerosi interventi della giurisprudenza e della dottrina resisi necessari al fine di fornire un’interpretazione evolutiva delle disposizioni, così da bilanciare la ratio sottesa ed il contesto lavorativo in continua mutazione – ma anche dei recenti interventi legislativi del 2015 e 2016. Dopo aver effettuato brevi cenni sulle fonti del potere datoriale in analisi (Codice Civile), si ricostruirà il percorso legislativo ed interpretativo del potere datoriale, dal Codice Civile allo Statuto dei Lavoratori. Successivamente, si analizzeranno le norme relative al controllo umano (o non tecnologico) – dunque, gli artt. 2, 3 e 6 dello Statuto dei Lavoratori. Sarà, poi, effettuata un’ampia analisi della norma che disciplina per antonomasia il controllo meccanico (o tecnologico) da parte del datore di lavoro – vale a dire l’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori – la quale è stata oggetto di revisione ad opera del D.Lgs. n. 151/2015 (ed anche, successivamente, del D.Lgs. n. 185/2016). / The scope of the PhD thesis is the analysis of the provisions of Law no. 300/1970 (the Workers’ Statute) governing the exercise of the employer’s power of supervising and monitoring the working activity, in the light with the numerous courts’ decisions and scholars views and interpretations (issued for the purposes of providing an evolutive interpretation of these provisions, so to balance the ratio behind them and the working environment which is constantly changing), and also in the light with the recent legislative changes implemented in 2015 and 2016. After having briefly analysed the source of this employer’s power (i.e., the Italian Civil Code), the thesis would highlight the legislative and interpretative processes which have involved the employer’s power of supervising and monitoring the working activity, starting from the Italian Civil Code to the Workers’ Statute. Then, there will be the analysis of the specific provisions regulating the human control (or non technological control) – thus articles 2, 3 and 6 of the Workers’Statute – by the employer. An extensive analysis of art. 4 of the Workers’Statute (which the provision governing the mechanical control (or control via technological equipments) carried out by the employer, which has been subject to review by Legislative Decree no. 151/2015 (and also, subsequently, by Legislative Decree no. 185/2016).
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Il nuovo contratto a tempo determinato: IL d.lgs. 368 del 2001 interpretato alla luce della Direttiva 70 del 1999 / The New Fixed-Term Contract: The Interpretation of Legislative Decree no. 368 of 2001 According to Directive 70 of 1999

MIRANDA , NICOLA 23 February 2007 (has links)
L'interpretazione della riforma del lavoro a termine è stata oggetto di un acceso dibattito dottrinale che ha portato a conclusioni diametralmente opposte relativamente a molti punti cardine della nuova disciplina, quali: la stipula di primo contratto a termine e la necessità di esigenze di natura temporanea; le norme antifrodatorie; le norme antidiscriminatorie; le clausole di contingentamento e più in generale il ruolo del sindacato. Da una attenta analisi della riforma che parta dal contenuto della direttiva emerge che nel nostro sistema normativo esiste ancora una regola importante, ma non più scritta: i contratti a tempo indeterminato rappresentano la forma comune dei rapporti di lavoro. Da questa regola discendono una serie di considerazioni: il primo contratto a termine non è libero ma subordinato all'esistenza di ragioni oggettive che si devono intendere anche temporanee; la proroga è ammessa solo a fronte di ragioni oggettive e sopravvenute; la successione di contratti a termine è vietata quando avviene in frode alla legge; in caso di illegittima stipulazione del contratto a termine il rapporto di lavoro si deve intendere a tempo indeterminato. Quanto al ruolo del sindacato questo è stato sicuramente innovato, ma il sistema predisposto dalla riforma del lavoro a termine in molte parti ricalca la disciplina previgente contenuta nella L. 56/87 tanto che non pare corretto parlare di mortificazione del ruolo della contrattazione collettiva ma solo di riduzione dei compiti ad essa affidati. / Interpretation of the fixed term work reform has given rise to lively doctrinal debate that has led to completely opposite conclusions. Conclusions reached refer to hinge points of this new doctrine and include: the drawing up of first fixed term contracts and the necessity for temporary working requirements, anti-fraud norms, anti-discrimination norms, clauses in the fixing of quotas, and in general, the role of trade unions. Careful analysis of the reforms, starting from the content of this directive, reveals that our normative system still contains an important rule, although it is no longer written, that is: open-ended contracts still represent the most common job relationship form. Several considerations can be derived from this rule: the drawing of first fixed term contracts is not free, but subject to objective circumstances that must be proved. Mainly, the repeated extension of fixed term contracts is forbidden when it takes place against the law, and if a fixed term contract is unlawfully drawn up, then the job relationship must be intended as an open-ended one. The job of trade unions has certainly been re-emphasised due to this reform but, since the new job relationship system established by the fixed term work reform continues to enforce Law 56/87, it is not correct to talk of de-evaluation as related to collective work negotiations. Rather, trade unions will have a lesser role, and responsibilities and tasks normally charged to the trade union will be reduced.
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Gli enti bilaterali e il mercato del lavoro / Bilateral Organizations and Labour Law

MARZIANI, ERNESTINA 18 February 2008 (has links)
Gli enti bilaterali, sino alla legge n. 30 del 2003, sono stato oggetto di attenzione da parte della giurisprudenza e della dottrina con riguardo a questioni prettamente contingenti e di carattere economico-finanziario, mentre, limitato a pochi autori, è stato l'interesse ad una ricostruzione sistemica del contesto nel quale tali organismi hanno operato e continuano ad operare. Con il decreto legislativo n.276 del 2003, essi sono entrati con decisione nel dibattito giuslavoristico. Obiettivo del presente lavoro è quello di delineare il nuovo ruolo degli enti bilaterali all'interno del mercato del lavoro, individuando le caratteristiche del fenomeno della bilateralità nel nostro paese, i rapporti con il sistema di relazioni industriali e le novità introdotte dal d.lgs. n.276/2003. La tesi che si vuole sostenere è che l'esperienza della bilateralità può essere considerata un'opportunità e non la opportunità per rendere il sistema di relazioni industriali più moderno. Pertanto si cercherà di evidenziare le potenzialità di tali enti, ricordando che gli enti bilaterali non sono un'invenzione del legislatore di oggi , già significativa è l'esperienza maturata dalla quale apprendere per rispondere alle nuove sfide provenienti dal .mondo del lavoro. E non sottovalutando i rischi che tale opportunità porta con sé, come parte della dottrina non ha mancato di rilevare con incisività: il timore è quello di una strumentalizzazione degli enti bilaterali per relazioni industriali di tipo istituzional-cooperativo.
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Tutela della professionalità e danno alla persona

CARACCIOLO, MARIA TERESA 26 March 2009 (has links)
La tesi affronta l'analisi del termine professionalità nell'eterogeneità di significati che assume negli statuti disciplinari dell'economia e della psicologia e quella più strettamente giuridica del rapporto tra professionalità, lavoro e formazione professionale. Essa affronta altresì l'indagine sul trattamento giuridico della professionalità nel contratto di lavoro e sui rimedi contro l'uso illegittimo dello ius variandi del datore di lavoro disciplinato dall'art. 2103 c.c. / The Ph. D. thesis deepens the analysis of the notion known as "professionalism", in the various context where it can be found out, from the economic matter to the psychological science, with a particular focus on the meaning of the afore-mentioned notion from a law standpoint and the relevant relationship between "Professionalism"", work and training. It also handles the law perspective to "Professionalism" within the context of the employment contract and on the remedies against an unlawful use of the so called "ius variandi" set forth by article 2103 of the Italian Civil Code
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Dissociazione dei Poteri datoriali e subordinazione

DURAZZO, VITTORIA EMMA 26 March 2009 (has links)
Abstract della tesi di dottorato della Dott.ssa Vittoria E. Durazzo, XX Ciclo “Dissociazione dei poteri datoriali e subordinazione” La ricerca attiene all’intersecarsi dei piani della subordinazione e dell’interposizione a partire dal divieto di cui all’art.1 l.n. 1369/1960 sino alla riforma del 2003 (con un’incursione nella ‘controriforma’ del 2007). Prendendo le mosse dalla nota ricostruzione secondo cui le operazioni di qualificazione dell’una o dell’altra area si avvalgono degli stessi elementi sintomatici (l’una in prospettiva fisiologica, l’altra patologica) si ripercorre la tesi avversa che distingue tra art. 1 l.n. 1369/1960 che individua a chi il lavoratore debba essere considerato subordinato e art. 2094 c.c. che stabilisce se il lavoratore debba essere considerato subordinato. Quest’impostazione, condivisibile sul piano teorico, sollecita alcune riflessioni nel mutato contesto normativo. Posta infatti l’abrogazione della legge del 1960, si tratta di verificare l’attuale declinarsi delle relazioni tra nozione di subordinazione e utilizzazione indiretta dei lavoratori. La chiave privilegiata dell’indagine è costituita dall’esercizio del potere direttivo, elemento trasversale che tocca la fattispecie ex art. 2094 c.c.; la somministrazione di lavoro; la figura dell’appalto lecito. In una prospettiva ‘affermativa’, il I Capitolo è dedicato alle operazioni di qualificazione che si fondano sul positivo riscontro dell’esercizio del potere direttivo da parte di un soggetto. Dopo alcuni cenni al contenuto e alla portata dello stesso nel più ampio contesto dell’evoluzione dottrinale del concetto di subordinazione, la ricerca viene svolta quasi interamente sul piano giurisprudenziale in due direzioni: le più recenti pronunce sulla fattispecie ex art. 2094 c.c. che hanno dato ulteriore pregnanza discretiva all’esercizio del potere datoriale in esame; l’orientamento che nel vigore della legge del 1960 ha ancorato la liceità degli appalti a basso contenuto organizzativo a tale profilo (poi trasfuso nella definizione di cui all’art.29 d.lgs. n.276/2003). Il capitolo successivo si snoda nella prospettiva ‘rovesciata’ della dissociazione dei poteri tipici datoriali. Occorre, in particolare, verificare la tenuta della ricostruzione della nozione di subordinazione a fronte dell’asserito sviamento del potere direttivo in capo a soggetto estraneo al rapporto di lavoro. L’indagine tiene conto della tesi maggioritaria ancorché risalente dell’incompatibilità della deviazione delle prerogative proprie del datore di lavoro con l’art. 2094 c.c. e delle critiche che, in tempi più recenti, le sono state mosse. Viene poi ripercorso il dibattito sorto in dottrina all’indomani della ripartizione dei poteri tra Agenzia fornitrice e utilizzatore nel contratto di lavoro temporaneo ex l.n. 196/1997. In quell’occasione accanto a chi sostenne la tenuta del sistema per il tramite del carattere speciale/eccezionale/di sottotipo della nuova figura contrattuale, vi fu chi affermò la non alterazione, sotto il profilo causale, del modello ex art. 2094 c.c., ritenendo che il Legislatore avesse riconosciuto in capo all’utilizzatore soltanto un particolare profilo del potere direttivo, quello conformativo della prestazione. Peraltro, interessanti implicazioni sul piano sistematico vennero colte da chi vide nella dissociazione ‘tipizzata’ il riscontro alla tesi dell’origine a-contrattuale del potere direttivo. Il quadro di riferimento è mutato in seguito alla riforma del 2003 che, come noto, ha abrogato la legge del 1960 e gli artt. 1-11 l.n. 196/1997. Nel III capitolo vengono indagate le ricadute sul sistema della novella (per certi versi limitate dal Pacchetto Welfare del 2007 che, a sua volta, ha abrogato la figura dello staff leasing). Punto nodale dell’indagine sin qui condotta concerne la verifica se la dissociazione dei poteri datoriali, ‘accettata’ secondo i percorsi interpretativi esposti, si configura ora come regola dell’ordinamento o mantiene il connotato patologico che le era proprio quando sussisteva un divieto esplicito di interposizione. Sul punto è da condividersi l’opinione maggioritaria secondo cui, nel sistema delineato dal Legislatore del 2003, si ravvisa la permanenza di un divieto generale d’interposizione. Tale tesi è stata confermata prima dalle Sezioni penali della Cassazione chiamate a pronunciarsi sull’eventuale abolitio criminis delle sanzioni penali previste dalla l.n. 1369/1960, poi dalle Sezioni Unite civili del 2006. Di qui discende che la dissociazione è ammessa nell’ordinamento se e in quanto rispettosa dei requisiti, oggettivi e soggettivi, fissati dal d.lgs. n. 276/2003. Inoltre non sono travolte le opzioni elaborate sulla compatibilità dell’esercizio del potere direttivo da parte dell’utilizzatore nel lavoro interinale con il tipo ex art. 2094 c.c. Resta tutt’ora convincente, anche in base al tenore letterale degli articoli relativi contenuti nel d. lgs. n. 276/2003, quella secondo cui soltanto una quota del potere direttivo, quella relativa alla conformazione della prestazione e al controllo, viene imputata all’utilizzatore così non dovendosi registrare alcuna deviazione dalla fattispecie tipica. Ne consegue che non vi sono ricadute nelle operazioni di qualificazione che si erano all’inizio prospettate, restando il quadro sostanzialmente immutato. L’ultima parte della ricerca atterrà alla eventuale incidenza della dissociazione dei potere direttivo, integralmente riconosciuto in capo ad un soggetto diverso dal datore di lavoro, sul ‘tipo’ 2094 c.c.. / Separation of employer's prerogatives and standard employment.

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