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Rappresentanze dei lavoratori e contrattazione collettiva a livello aziendale tra legge ed autonomia collettiva / RAPPRESENTANZE DEI LAVORATORI E CONTRATTAZIONE COLLETTIVA A LIVELLO AZIENDALE TRA LEGGE ED AUTONOMIA COLLETTIVA / Workplace Representatives and Firm-Level Collective Bargaining in the Italian Industrial Relation System between Law and Self-Regulation

BONANOMI, GIANLUCA 16 April 2018 (has links)
La tesi muove dall’analisi del contenuto degli accordi interconfederali in materia di misurazione della rappresentatività sindacale, mettendo in luce le potenzialità e le criticità dell’attuale assetto, ed interrogandosi sulla necessità di una regolamentazione legislativa della materia. Si dimostra che l’intervento normativo, escluso per quanto riguarda la contrattazione collettiva nazionale, si rivelerebbe, invece, indispensabile a livello aziendale. Descritte alcune delle proposte legislative avanzate dalla dottrina, la tesi indica le linee di un possibile intervento legislativo concentrandosi sulle strutture di rappresentanza dei lavoratori in azienda e sull’esercizio dei diritti sindacali, sull’ambito di efficacia soggettiva e sulla titolarità della contrattazione collettiva a livello aziendale, nonché sui rapporti tra questa ed il contratto collettivo nazionale di lavoro. In tale prospettiva, si analizza anche il regime delle clausole di tregua sindacale in relazione alla contrattazione collettiva aziendale e all’esercizio del diritto di sciopero. / The thesis, starting from the analysis of the contents of inter-sectoral agreements regarding the measurement of unions’ representativeness, focuses on the potentialities and criticalities of the current Italian industrial relations system. The thesis stresses that a statutory regulation in this field is not needed with reference to sectoral collective bargaining, but it could be necessary as regard to collective bargaining and workplace representatives at firm level. The thesis outlines the guidelines for a possible regulatory intervention, focusing on the functions of workplace representatives, trade union rights, collective bargaining coverage, no-strike clauses and the relationship between decentralised and sectoral collective bargaining agreements.
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LA RIDUZIONE DELL'ORARIO DI LAVORO COME MISURA ANTI-CRISI: UN' ANALISI COMPARATA

MAMELI, VERONICA 16 April 2018 (has links)
Lo scopo della tesi è quello di mettere a confronto, attraverso la metodologia comparativa, alcuni istituti giuridici di riduzione dell’orario lavorativo, volti al perseguimento della salvaguardia dei posti di lavoro, in Italia, Francia e Germania. Nel primo capitolo viene trattata la disciplina normativa italiana dei contratti di solidarietà difensiva, destinati alla preservazione dei posti di lavoro in luogo dei licenziamenti e dei contratti di solidarietà espansiva, preposti alla creazione di posti di lavoro, dalla L. n. 863/1984 fino al D. Lgs. n. 148/2015. Nel secondo capitolo ci si sofferma sul sistema di sicurezza sociale francese, sui contratti di solidarietà difensiva francesi, gli “accords de maintien dans l’emploi” e i contratti di solidarietà espansiva, gli “accords de développement de l’emploi”, così come modificati dalla L. n. 1.088 del 2016. Nel terzo capitolo infine si delinea una panoramica degli strumenti anti-crisi tedeschi di riduzione dell’orario di lavoro, quali la "Kurzarbeit", l’"Arbeitszeitkorridor" e l’ "Arbeitszeitkonto", soffermandosi sulla disciplina della riduzione d’orario alla luce della giurisprudenza della Corte di Giustizia europea. Il lavoro si conclude sulla base di quanto esposto, con una riflessione attraverso l’analisi economica del diritto circa l’efficacia o meno di tali misure anti-crisi di riduzione dell’orario di lavoro. / The aim of the PhD thesis is to compare, through the comparative methodology, some legal tools of the reduction of working hours, aimed at pursuing the safeguarding of job’s places, in Italy, France and Germany. The first chapter shows the Italian legal framework of the "defensive solidarity contracts", and "expansive solidarity contracts", by Law n. 863/1984 up to the D. Lgs. n. 148/2015. The second chapter focuses on the French social security system, on "French defensive solidarity contracts", called "accords de maintien dans l’emploi" and the "expansive solidarity contracts", called "accords de développement de l’emploi", as amended by Law n. 1.088 of 2016. The third chapter focuses on German anti-crisis instruments of working hours reduction, such as the "Kurzarbeit", the "Arbeitszeitkorridor" and the "Arbeitszeitkonto", and their legal framework related to the jurisprudence of the European Court of Justice. The PhD thesis ends with a reflection regarding the effectiveness of these anti-crisis measures of the reduction of working hours, thanks to the economic analysis of law.
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Libertà di associazione sindacale e diritto di sciopero : l'impatto degli international labour standards a livello nazionale ed europeo

REMIDA, VALENTINA 24 February 2012 (has links)
La tesi studia l’impatto degli standard internazionali sulla libertà di associazione sindacale negli ordinamenti nazionali e a livello europeo, al fine di verificare se essi favoriscano un innalzamento del livello di tutela dei diritti sociali collettivi. La ricerca parte dallo studio delle fonti Oil sulla libertà di associazione, considerata diritto fondamentale da promuovere universalmente, e dalla qualificazione dello sciopero come suo “corollario intrinseco” operata dagli organi di controllo dell’organizzazione. Si sofferma poi sull’utilizzo degli international labour standards da parte dei giudici di diversi ordinamenti e sul fenomeno della cooperazione tra autorità giurisdizionali e organismi non giudiziari specializzati. In particolare, la ricerca prende in esame alcune pronunce della Corte europea per i diritti dell’uomo, come Demir e Enerji Yapi, in cui gli strumenti Oil, insieme alla Carta sociale europea e alle decisioni del Comitato per i diritti sociali, sono stati impiegati per ampliare il contenuto dell’art.11 Cedu, includendovi il diritto di contrattazione e azione collettiva. Alla luce delle modifiche introdotte dal Trattato di Lisbona, successive alle sentenze Viking e Laval, si considera se e in che modo gli standard Oil e la giurisprudenza di Strasburgo possano avere un impatto positivo sull’Ue, stimolando un bilanciamento più equilibrato tra diritti sociali e libertà economiche. / The thesis analyses the impact of international labour standards about freedom of association on national legal systems and on the European level, to verify if they can reinforce the protection of collective social rights. The research starts from a survey of ILO sources on freedom of association, considered as a fundamental right to be promoted universally, and from the definition, provided by the supervisory bodies, conceiving strike as an “intrinsic corollary” of the right to organize. The thesis focuses on the use of international labour standards by judges in the context of the cooperation among judiciary authorities and quasi-judicial specialized bodies. In particular, the research considers some judgments of the European Court of Human Rights, as Demir and Enerji Yapi, where ILO instruments, together with the European Social Charter and the decisions of the European Committee of Social Rights, were used to extend the scope of art. 11 ECHR so as to cover the right to collective bargaining and collective action. In the light of the Lisbon Treaty modifications, the thesis considers, after the ECJ rulings in the Viking and Laval cases, if and how ILO standards and the recent ECHR case-law may have a positive impact on EU, stimulating a fairer balancing between economic freedoms and social rights.
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Legge, autonomia collettiva e autonomia individuale nella disciplina dell'orario di lavoro / Law, collective autonomy and individual autonomy in working time regulation

FENOGLIO, ANNA 24 February 2012 (has links)
La sovrapposizione fra disposizioni legislative e accordi contrattuali di vario livello caratterizza da sempre la disciplina del tempo di lavoro: la direttiva europea 1993/104 – poi sostituita dalla 2003/88 – autorizza infatti gli Stati membri ad attribuire alla contrattazione collettiva un’ampia capacità derogatoria rispetto alle regole minime introdotte nel medesimo testo normativo, riservando al contempo un ruolo di rilievo all’autonomia individuale. Nucleo centrale della ricerca è l’analisi – effettuata anche in modo comparativo alla luce della disciplina vigente in altri ordinamenti europei – del ruolo attribuito alla contrattazione collettiva e all’autonomia individuale dal d.lgs. n. 66/2003, allo scopo di verificare se il legislatore italiano, nel recepire la direttiva europea sull’orario di lavoro, abbia saputo raggiungere un equilibrio socialmente accettabile tra istanze di flessibilità e di competitività avanzate dalle imprese ed esigenze di stabilità dei lavoratori. / The overlap between law and collective bargaining of various level is typical of working time regulation: in fact, the European directive 1993/104 – replaced by 2003/88 – authorizes collective bargaining to introduce a lot of exceptions to the same normative text, reserving at the meantime a remarkable role to the individual autonomy. The analyses of the role attributed to the collective bargaining and the individual autonomy by legislative degree n. 66/2003 – effected in comparative way too – is the topic of the research; the purpose is to verify if the Italian legislator, implementing working time European directive, has reached an acceptable balance among appeals of flexibility and competitiveness advanced from the enterprises and employees’ demands for stability.
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DECENTRAMENTO PRODUTTIVO E RUOLO DELL'AUTONOMIA COLLETTIVA / Outsourcing processes and the role of the industrial relations

PREMOLI, ALESSANDRO 05 March 2013 (has links)
L’opera analizza i fenomeni di frammentazione del ciclo produttivo dal punto di vista delle relazioni collettive, ponendosi l’obiettivo di verificare l’efficacia degli strumenti contrattuali per “governare” tali processi. Si muove dall’ipotesi per cui sia opportuno valorizzare la contrattazione di secondo livello, stante i minori problemi di applicazione generalizzata e la maggiore sensibilità rispetto agli interessi coinvolti. La parte più rilevante dell’indagine ruota attorno al tema degli appalti, dalle clausole di divieto agli obblighi di informazione e consultazione, sino alle previsioni volte a garantire determinati trattamenti contrattuali o la continuità occupazionale ai lavoratori coinvolti; esperienze apprezzabili che richiedono, tuttavia, uno sviluppo a livello decentrato, anche territoriale o interaziendale. Ci si sofferma altresì sul trasferimento d’azienda, evidenziandosi il fondamentale compito della contrattazione decentrata nel cercare un bilanciamento tra competitività e protezione sociale, oltre che nel vigilare sulla genuinità delle operazioni realizzate. Si passa, poi, agli interventi in tema di somministrazione di lavoro, auspicandosi la realizzazione di un sistema di rappresentanza e contrattazione aziendale integrata, che coinvolga anche i lavoratori somministrati. Da ultimo si guarda al lavoro parasubordinato, con riferimento al quale la contrattazione collettiva è chiamata a sviluppare un sistema di sostegno e protezione che trascenda la tutela dei soli occupati. / The work analyses the outsourcing processes on the point of view of industrial relations, with the purpose to verify the effectiveness of the collective bargaining provisions to “manage” these processes. The dissertation moves from the assumption that the second-level agreements should be implemented, considering the applicability to all employees and the greater proximity to the interests concerned. The major part of the analysis revolves around the service contracts and the heterogeneous related provisions of the national collective labour agreements (such as the ban on outsourcing, the information to trade unions, the entitlement to certain treatments or to hold down the employment relationship), which should be developed by company or territorial level agreements. Then the dissertation focuses on the transfer of business, highlighting the role of the second-level bargaining, which could be able to find a compromise between competitiveness and social protection, as well as to control the compliance of the transactions. The work also considers the staff leasing contract, hoping for a system of collective representation and negotiation which includes the temporary workers. Finally, with reference to the so called “working project consulting agreements”, the author observes that the trade unions should give to the consultants a major collective protection.
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LE COLLABORAZIONI ORGANIZZATE DAL COMMITTENTE AI TEMPI DELLEPIATTAFORMI DIGITALI

LA MARTINA, ANDREA 20 April 2020 (has links)
La presente ricerca intende affrontare due questioni tra loro interconnesse. La prima potrebbe definirsi, ormai, un esercizio ineludibile per tutti coloro che intendono confrontarsi con le categorie fondamentali del diritto del lavoro: alludiamo, quindi, alla nota questione della collocazione sistematica e, prima ancora, del modo d’essere delle collaborazioni organizzate dal committente. Si tratta, infatti, di un tema che ha visto cimentarsi l’intera “accademia” del diritto del lavoro e, tuttavia, sembra adesso possibile svolgere una sintesi ragionata sulle opinioni presentate dalla dottrina, grazie alla visuale privilegiata di chi si approccia a tale esercizio “a valle” dell’intervento di interpretazione “autentica” dell’art. 15 del d.lgs. 81 del 2017 nonché dei primi pronunciamenti giurisprudenziali. Il secondo quesito che si intende affrontare è ben espresso dall’ultimo spunto ricostruttivo offerto in merito alla vicenda delle collaborazioni etero organizzate, e cioè se la nuova disciplina offra «maggiore tutele alle nuove fattispecie di lavoro che, a seguito della evoluzione e della relativa introduzione sempre più accelerata delle recenti tecnologie, si stanno sviluppando». L’art. 2 del d.lgs. 81/2015, disponendo che “si applica” la disciplina del rapporto di lavoro subordinato “anche” ai rapporti di collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali e continuative, a condizione che le modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche in relazione ai tempi ed al luogo di lavoro, è destinato ad operare nell’area assai controversa del lavoro personale continuativo prestato nell’altrui interesse. E ciò, allo scopo di mettere ordine al noto problema delle prestazioni di lavoro sulla frontiera tra subordinazione e autonomia, al quale il lavoro a progetto non aveva saputo dare una risposta adeguata. Nel presente elaborato, si procederà, anzitutto, alla ricostruzione dello summa divisio che caratterizza la nostra materia e con la quale devono, sempre, confrontarsi tutte le “nozioni” che intercettano e descrivono un modo d’essere di una prestazione di lavoro. 4 In secondo luogo, ripercorreremo, sinteticamente, le vicende del lavoro coordinato che hanno preceduto l’introduzione della figura delle collaborazioni organizzate dal committente e ciò, per un duplice ordine di considerazioni: da un lato, è la formulazione della norma dell’art. 2 del d.lgs. 81 del 2015 a richiamare elementi di fattispecie delle collaborazioni “autonome” ex art. 409 c.p.c., per cui è ineludibile riferirsi al modello genetico per chiarire il significato e le divergenze della nuova disciplina; dall’altro, da un punto di vista certamente “cronologico” e, come si vedrà, anche “logico”, la disciplina delle collaborazioni organizzate dal committente eredita l’ingrata funzione anti elusiva del lavoro a progetto. Allo scopo di comprendere il terreno elettivo delle collaborazioni etero organizzate, e quindi la “zona grigia”, sarà opportuno spiegare, brevemente, i mutamenti avvenuti nei paradigmi economico – produttivi che hanno contribuito allo scollamento del modo di prestare lavoro rispetto al binomio oppositivo accolto nel nostro codice civile. Allo stesso tempo, si dovrà dare conto delle diverse “stagioni della giurisprudenza” nazionale sulla subordinazione perché, in un sistema a «categorie mutualmente esclusive e complessivamente esaustive», le flessioni di un polo comportano ripercussioni complementari all’altro capo. A questo punto, si affronterà in dettaglio la prima questione del presente elaborato. Si tenterà di delineare i tratti fisionomici delle collaborazioni organizzate dal committente e, conseguentemente, si analizzeranno partitamente i requisiti costitutivi della fattispecie fotografata dal primo comma dell’art. 2 del d.lgs. 81 del 2015: esclusiva personalità della prestazione; continuità ed etero-organizzazione “anche” dei tempi e del luogo della prestazione. Dopo aver qualificato il modo d’essere collaboratori etero organizzati, si potrà affrontare con maggiore consapevolezza la questione dell’inquadramento teorico, non prima però di aver svolto qualche considerazione sulla tecnica legislativa impiegata dal Legislatore. La questione dell’inquadramento teorico delle collaborazioni organizzate dal committente è stata ed è tuttora al centro del dibattito segnalato in apertura, anche a seguito della prima applicazione giurisprudenziale della disposizione. 5 Conseguentemente, non si potrà fare a meno di fornire e incasellare le principali letture proposte dagli operatori del diritto, osservando come le stesse si risolvono, in ultima analisi, nella riconduzione delle collaborazioni ex art. 2 del d.lgs. 81 del 2015 ora all’area del lavoro subordinato ora a quella del lavoro autonomo. A prima vista, siffatta diatriba potrebbe sembrare prima di risvolti pratici posto che, a prescindere da qualsivoglia ricostruzione dogmatica si scelga, alle collaborazioni organizzate dal committente si applicherà, comunque, la disciplina del rapporto di lavoro subordinato come stabilito espressamente dall’art. 2, d.lgs. 81/2015. E, tuttavia, è bene sin d’ora ricordare che secondo alcuni orientamenti, di cui si darà conto, la scelta esegetica inciderebbe in ordine alla selezione delle norme dello statuto del lavoro subordinato concretamente estendibili alle collaborazioni organizzate dal committente. Una volta fornita l’interpretazione “autentica” delle collaborazioni etero organizzate e chiarito il quantum di disciplina della subordinazione che si applica a mente dell’art. 2, si potrà procedere all’indagine sulla seconda questione oggetto del presente elaborato: si metterà l’interpretazione raggiunta alla prova del mondo del lavoro digitale. Specificatamente, si analizzerà il modello operativo ed organizzativo del lavoro prestato nelle piattaforme digitali, identificandone elementi comuni e tratti differenziali sia rispetto al tradizionale lavoro “sconnesso” e sia tra le differenti ed eterogenee realtà che lo “rappresentano”. Si procederà, quindi, a verificare se le tradizionali categorie dell’autonomia e della subordinazione siano in grado di “intercettare” tale fenomeno lavorativo e di produrre un sistema di tutela soddisfacente, sperimentando altresì la nuova disposizione delle collaborazioni organizzate dal committente. Da ultimo, anticipando gli esiti deludenti della verifica sopra tratteggiata, si prenderà posizione sulle tecniche di regolazione del lavoro digitale e sulle modalità di imputazione delle tutele al prestatore di lavoro nella piattaforma. / This thesis aims to address two interrelated research questions. The first one has now become an inescapable intellectual exercise for anybody dealing with the fundamental categories of labor law. Specifically, we allude to the well-known topic of the systematic effects and, before that, of the way of being of the collaborations hetero-organized by the client introduced by art. 2, Legislative Decree n. 81/2015. Indeed, the entire "academy of labor law” has been offering multiple interpretations since the introduction of this legal category without coming to an agreed solution. However, it is now possible to carry out a final synthesis of the doctrine thanks to the privileged view of whom investigates this research question after the "authentic" interpretation provided by art. 15 of Legislative Decree 81 of 2017 and the first rulings. The second research question that we will address concerns the analysis of the provisions governing the hetero-organized work and, specifically, if this new category offers a better (or, at least, sufficient) protection on the new digital work scenarios in comparison with the traditional rights of subordinate work. Article. 2 of Legislative Decree 81/2015, by establishing that "subordinate work protective statute" also "applies" to collaborative work performed continuously and exclusively by an individual worker, providing that the methods of execution are hetero-organized by the client “also in relation to time and place of work”, will intercept the activities falling in the very controversial area of continuous personal work in the interest of a second party. By doing this, this new legal category should address the “ancestral” question of the qualification of the workers performing on the frontier between subordination and autonomy, to which the so called “project work” category had proven not to be able to give an adequate solution. Consequently, we will proceed first to a brief historical analysis of the traditional labor law categories of subordinate work and autonomy against which any new legal category has to be compared. Secondly, we will review the main stages and regulations of the work carried out under a coordinate way with the client that precede the legal category of the collaborations hetero-organized by the client for the following purposes: on the one hand, the legal words used by the art. 2 of Legislative Decree 81 of 2015 inevitably recall requirements of the “old” category of the autonomous collaborations pursuant to art. 409 c.p.c. Therefore, it is mandatory to investigate the “genetic model” to clarify the meaning of the new discipline. On the other hand, both from a "chronological" and "logical" point of view, the provisions for the collaborations hetero-organized by the client “inherit” the anti-elusive spirit and goal of the “project work”. In order to understand the targeted work performances of the hetero-organized collaborations, it will be useful to explain the changes that have taken place in the economic-productive paradigms that have contributed to the detachment of the way of working with respect to the binary system model between subordinate work and autonomy accepted in our civil code. At the same time, we will analyze and categorize the main historical stages of the Italian Jurisprudence on qualification of works since in a system of "mutually exclusive and overall exhaustive categories", the decline of a legal category generates a complementary effect on the other. At this point, the first research question will be discussed in details. We will attempt to outline the key “features” of the collaborations hetero-organized by the client and, consequently, we will analyze the requirements of the work scenario “portrayed” by the first paragraph of art. 2 of Legislative Decree 81 of 2015: an exclusively personal work; continuity and hetero-organization "also" of the time and place of the collaboration. Once identified the key features of the new category, it will be possible to challenge the research question concerning the theoretical framework where the collaborations hetero-organized by the client should fall. To address this question, we will first provide the principal interpretations proposed by the legal practitioners which, eventually, link the new category of the collaborations pursuant to art. 2 of Legislative Decree 81 of 2015 to one of the traditional binary categories of subordinate work or self-employment. At first glance, such radical opposition does not seem to yield any practical implications given that, the collaborations hetero-organized by the client will be ruled according to the provisions set for subordinate work as established expressly by the art. 2, Legislative Decree 81/2015. Nevertheless, it has to be acknowledged that according to some doctrines the theoretical framework choice affects the provisions that can be concretely extended to the collaborations hetero-organized by the client. Once provided the "authentic" interpretation of the new legal category and clarified the “quantum” of discipline of the subordination work that applies to hetero-organized works as per art. 2, it will be possible to proceed with the second research question: we will test the new category against the digital work scenario. Specifically, we will analyze the operational and organizational model of the work performed within a “digital work platform”, identifying common elements and differential traits with respect to both traditional "offline-work” and all the multiple forms in which the digital works take place. We will therefore proceed to verify if the traditional binary categories of autonomy and subordination are able to "intercept" and “qualify” this recent work phenomenon and contribute to a fair protection of digital workers. Finally, anticipating the disappointing outcomes of the above mentioned investigation, we will take a position on digital job regulation techniques thus suggesting a possible way to protect the employee in the working platforms.
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IL LAVORO A TEMPO PARZIALE TRA INFLUSSI EUROPEI E ORDINAMENTO INTERNO

ALTIMARI, MIRKO 15 April 2014 (has links)
L’opera analizza l’evoluzione del contratto di lavoro a tempo parziale nell’ordinamento europeo e italiano. In Italia successivamente a una fase pionieristica la prima regolamentazione legislativa, l. n. 864 1983, lascia aperti numerosi problemi interpretativi. L’ordinamento europeo tenta di superare la mancanza di una specifica regolamentazione a protezione del lavoro part-time, basandosi sul principio della parità di retribuzione tra uomini e donne, come affermato dalla Corte di giustizia. Infine il part time è regolato dalla Direttiva 97/81, che da un lato rappresenta l’apice del Dialogo sociale europeo, dall’altro è tra gli istituti su cui la Strategia europea per l’occupazione fa affidamento, soprattutto per aumentare il tasso di presenza femminile al lavoro. Successivamente, la legge n. 61/2000 traspone la direttiva nell’ordinamento italiano. A partire da allora in un’ ottica di favorire l’incremento del part time, alcune clausole subiscono numerose modifiche, che oscillano tra delega alla contrattazione collettiva e all’autonomia individuale. L’incremento del part time nel corso degli ultimi anni, anche a seguito della crisi, è rappresentato da part timers involontari, che accettano questo contratto soltanto in mancanza di un impiego a tempo pieno. Infine si compie un’analisi circa i futuri sviluppi della normativa sul tempo parziale. Più nello specifico, la perenne tensione tra contrattazione collettiva e autonomia individuale, entrambe indispensabili, dovrebbe tendere ad un nuovo equilibrio regolativo. Inoltre le auspicate modifiche legislative in ordine a un pieno diritto al part time, non potranno ignorare, in un’ ottica funzionale, una armonizzazione con le regole in tema di aspettative e permessi. / The study focuses on part-time work evolution in the European and Italian systems. After a pioneering phase, the first legislative regulation in Italy, law n. 864/1983, raises a number of interpretation problems. The European System attempts to overcome the lack of a specific regulation to protect part-time work by relying on the principle of equal pay for men and women as stated by the European Court of Justice. In the end, part-time is regulated by Directive 97 /81 which, on the one hand, represents the success of the European social dialogue and, on the other hand, is one of the most important means to increase the number of women in the work market according to the European Employment Strategy. At a later stage, the law n . 61/2000 transposes the Directive into the Italian system. Since then, in a perspective of increasing part-time, some clauses in Italy undergo numerous changes which specifically range from delegation to collective bargaining and to the individual autonomy. The increased number of part-timers in recent years, partly as a result of the economic crisis, is represented by the involuntary part-timer workers, which accept contracts only in the absence of full time employment. In the end, the study anticipates future developments in part-time work regulation. More specifically, the constant tension between individual autonomy and collective bargaining, which are both crucial, should tend to a new regulative equilibrium. In addition, future advocated legislative changes related to a full right to part-time should not ignore, in a functional perspective, the harmonization with the rules regarding leaves of absences and other permitted absences.
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L'ASSOCIAZIONE IN PARTECIPAZIONE CON APPORTO DI LAVORO

ZANETTO, DANIELA 15 April 2014 (has links)
La recente rforma del mecato del lavoro (legge n.92/2012) è intervenuta anche in materia di assocazione in partecipazione con apporto di lavoro. La finalità perseguita è stata combattere l'utilizzo abusivo di questa forma contrattuale, spesso usata per celare rapporti di lavoro subordinato puro e semplice. La suddetta riforma è stata in parte corretta dal recente decreto legge n. 76/2013, convertito con legge n. 99/2013, volto ad attenuare alcune rigidità.La tesi dottorale si propone un'analisi dell'istituto dell'associazione in partecipaione in generale, a partire dalla sua genesi e regolamentazione commercialistica, per concentrarsi successivamente sugli aspetti giuslavoristici e previdenziali allorchè l'apporto sia costituito da una pestazione di lavoro, nonchè sulle predette recenti modifiche di legge. / The recent reform of the labour market (law n. 92/2012)has also modified the regulation of the profit sharing agreement with labour supply. The aim was to fight the misuse of this form of contract, which often conceals genuine employment relationships. The above - mentioned reform has been partially corrected by the recent decree law n. 76/2013, converted into law n. 99/2013, in order to attenuate some rigidities. The doctoral dissertation is aimed at analysing the profit sharing agreement as a whole, starting from its origin and commercial regulation. Secondly it focuses on labour law and social security aspects of the schemes that involve the supply of human labour in exchange for the partipation in the profit sharing. Finally it focuses on the recent above - mentioned law reforms.
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Lavoro forzato e altre forme di sfruttamento nel settore agro-alimentare: una strategia preventiva / FORCED LABOUR AND OTHER FORMS OF LABOUR EXPLOITATION IN THE AGRI-FOOD SECTOR: A PREVENTIVE STRATEGY

CAVANNA, PAOLA 31 May 2017 (has links)
La tesi si concentra sulla prevenzione dello sfruttamento lavorativo nel settore agro-alimentare. L’Italia è tenuta costantemente al centro delle riflessioni per offrire esempi puntuali, costantemente ‘situati’ all’interno di una visione globale, al crocevia tra il mercato del lavoro e le politiche migratorie. Lo studio criminologico del fenomeno è stato il punto di partenza per testare la capacità di prevenzione e contrasto dell’attuale sistema giuridico, analizzato secondo una logica stadiale. Facendo tesoro delle indicazioni provenienti dalla letteratura sociologica e dalla moderna vittimologia, la parte conclusiva è interamente dedicata alla proposta di una strategia di prevenzione/regolazione ispirata al dinamismo politico criminale introdotto dalla responsive regulation di John Braithwaite. Mettendo a sistema risposte innovative e buone pratiche, la tesi elabora specifiche raccomandazioni di policy, servendosi anche dei rami non penalistici dell’ordinamento giuridico. Una tale politica criminale multi-livello dovrebbe, prima di tutto, rafforzare il rifiuto sociale di qualsiasi forma di sfruttamento, sapientemente e gradualmente impiegando un variegato strumentario sanzionatorio al fine di costruire la conformità mediante il consenso ai precetti (auto-regolazione imposta, sanzioni amministrative con ‘messa alla prova’ e sanzioni penali come extrema ratio). L’analisi comparata delle legislazioni più innovative ha svolto un ruolo cruciale per l’elaborazione di una tale proposta. / The thesis focuses on the prevention of labour exploitation, specifically targeting the agri-food sector. Italy is at the centre of the reflection to provide for tangible examples within a global perspective, at the intersection of labour market and migration policies. A better knowledge of the phenomenon and its complexities has been the starting point for examining the ability of the current (intertwined) legal framework to deal with employers who breach the rules, from low-level non-compliance to serious criminality (i.e. slavery and trafficking). Accordingly, a preventive strategy has been designed bringing the theoretical framework of responsive regulation (Ayres-Braithwaite 1992) into the research on labour exploitation, in turn conceptualised as a form of corporate crime. Building further on existing ‘good’ laws and practices, specific policy recommendations have been provided utilizing all fields of law. Such a hybrid criminal policy should start by strengthening society’s rejection to any form of labour exploitation, strategically rising to more punitive remedies for the purpose of building compliance (i.e. mandated self-regulation, administrative sanctions with ‘corporate probation’ and criminal law as last resort). In doing so, a main contribution has come from comparative analysis.
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IL POTERE DI CONTROLLO DEL DATORE DI LAVORO TRA ESIGENZE DELL'IMPRESA E TUTELA DELLA DIGNITA' E DELLA RISERVATEZZA DEI LAVORATORI

ROSSI, NICOLO' 14 May 2019 (has links)
Il potere di controllare l’attività dei lavoratori subordinati è da sempre una manifestazione ineliminabile della posizione giuridica del datore di lavoro. Nella misura in cui risulta necessario alla corretta esecuzione del contratto, l’assoggettamento del lavoratore al controllo datoriale costituisce una componente essenziale del rapporto di cui all’art. 2094 c.c., contribuendo a definire la nozione stessa di subordinazione. Proprio per questa ragione, una precisa ricognizione dei limiti posti dall’ordinamento ai controlli dell’imprenditore assume fondamentale importanza, onde scongiurare il rischio che la relazione che si instaura nei luoghi di lavoro divenga occasione di condizionamenti della libertà del lavoratore, incompatibili con i principi su cui si fonda una società democratica. Prendendo le mosse da tali considerazioni, l’opera analizza il quadro normativo sul potere di controllo del datore di lavoro, concentrandosi soprattutto sulle regole sancite dallo Statuto dei lavoratori e sulla più recente disciplina di protezione dei dati personali. Nei quattro capitoli lungo i quali si articola, la riflessione viene svolta con sguardo rivolto sia ai tradizionali problemi della materia sia alle nuove sfide sollevate dall’innovazione tecnologica. / The power to control the activity of workers has always been an ineradicable manifestation of the employer’s legal position. To the extent that it is necessary for the correct performance of the contract, the subjection of the worker to the employer control is an essential element of the relationship referred to in Article 2094 of the Italian Civil Code and plays a crucial role in the definition of subordination. For this reason, an accurate recognition of the legal limits on the entrepreneur’s controls is important to avoid the risk that the employment relationship becomes an occasion for conditioning workers’ freedom in a way that is incompatible with the principles of a democratic society. Based on these considerations, the study analyzes the regulatory framework on the employer’s power to control workers, focusing mostly on the rules laid down by Legge no. 300/1970 (Statuto dei lavoratori) and on the recent Personal Data Protection Regulation. The reflection, which is organized around four chapters, is carried out with an eye on both traditional problems related to this topic and new challenges raised by technological innovation.

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