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CONDIZIONAMENTI PSICHICI E TUTELA DELLA LIBERTA' MORALE. PROFILI DI DIRITTO PENALE INTERNO E COMPARATO

LAMANUZZI, MARTA 30 March 2016 (has links)
La ricerca si propone di affrontare in modo approfondito la tematica della libertà morale della persona nei suoi rapporti con il diritto penale e con i principi fondamentali dell’ordinamento. Il lavoro si sviluppa anzitutto attraverso l’analisi di prospettive empiriche (psicologia, scienze cognitive, neuroscienze) di studio della mente, della coscienza, delle emozioni, dei meccanismi della decisione umana e dei fattori che possono influenzarli. Successivamente vengono passati in rassegna alcuni casi di condizionamento psichico assurti agli onori della cronaca e vengono inquadrate le nozioni di manipolazione mentale, ‘brainwashing’, costrizione, suggestione e persuasione, come definite in psicologia e nel diritto penale. La ricerca prosegue con l’esame della pronuncia della Corte costituzionale in materia di plagio (art. 603 c.p.), con la disamina delle fattispecie poste a tutela della libertà morale nel nostro codice penale (minaccia, stalking, ecc.) e di alcuni profili di comparazione. Ad esempio, vengono studiati il reato francese di manipulation mentale e il reato belga di déstabilisation mentale. In conclusione, dopo un approfondimento dottrinale e giurisprudenziale delle problematiche relative all’incriminazione delle manipolazioni mentali (offensività, prova del nesso di causalità e determinatezza delle norme penali) nonché dei limiti delle attuali modalità di risposta al reato, viene proposta una nuova fattispecie di manipolazione mentale. / This research, concerning the protection of moral freedom, is first focused on philosophical perspectives and empirical sciences (psychology, cognitive sciences and neuroscience) dealing with mind, consciousness, emotions, decision mechanisms, as well as the relevant factors having a bearing on them. Some case studies of psychological conditioning contribute to define the contours of the issue. The analysis then moves to mental manipulation, “brainwashing”, compulsion, suggestion and persuasion as defined in psychology and in criminal law. Then, after reviewing the decision of the Constitutional Court on art. 603, an in-depth investigation of case law and scholars’ writings related to the major crimes set out in Italian law to safeguard person’s inner sphere (threats, stalking, etc.) is provided. Furthermore the dissertation includes a chapter regarding a comparison analysis. For example French crime of manipulation mentale and Belgian crime of déstabilisation mentale are considered. In conclusion, after a discussion of the main problems of the prosecution of crimes against moral freedom (interests protected by criminal law, actual offence, proof of causation and vagueness of legislative definitions), and the limits of the criminal justice response to offenses, a new crime of mental manipulation is proposed.
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RESPONSABILITA' PENALE DEGLI OPERATORI DI PROTEZIONE CIVILE PER LE ATTIVITA' DI PREVISIONE, VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO

AMATO, DAVIDE 30 March 2016 (has links)
La ricerca prende spunto dalla recente accresciuta attenzione, da parte della magistratura, all’attività di protezione civile in relazione alla previsione, valutazione e gestione del rischio. Ciò è agevolato dal fatto che l’ordinamento italiano, a fronte del verificarsi di eventi avversi, reagisce usualmente facendo ricorso al diritto penale. Si tratta però di una scelta non priva di conseguenze e che, come già avvenuto in settori affini, quale quello sanitario, rischia di produrre delle significative conseguenze negative, a discapito della stessa efficacia del Sistema di Protezione civile. La prima parte della tesi è così dedicata alla ricognizione del fenomeno della “criminalizzazione” dell’attività di protezione civile e delle conseguenze che ciò ha comportato. Si passa poi all’individuazione delle cause, sia sociologiche, sia giuridiche, che hanno condotto a questo recente, esasperato controllo giudiziale sulla Protezione civile. Nel terzo capitolo è svolta una disamina dei ruoli e compiti della Protezione civile, nonché di alcune sentenze particolarmente rappresentative dei vari orientamenti giurisprudenziali che si sono sviluppati in questo settore. L’ultima parte contiene una ricognizione delle criticità che ancora affliggono l’operato della Protezione civile e che inducono all’adozione di comportamenti difensivi, cui segue l’analisi del progetto di riforma della materia, nonché la formulazione di alcune ulteriori considerazioni personali. / The research has been inspired by the recent increased judicial focus on Civil protection activities. This phenomenon depends on the fact that the Italian legal system reacts to the failure of Civil protection duties essentially by using criminal law. This kind of reaction, as it has already been demonstrated in other cases, such as medical malpractice, has some contraindications, because it leads to defensive behaviours. The first part of the thesis is thus dedicated to the recognition of the judicial focus on civil protection activities and the relevant consequences. Then are studied the factors, both sociological and juridical, which have led to this recent exaggerated judicial control over Civil protection. The third chapter concerns the roles and duties of Italian Civil protection and then are examined some leading cases in this matter. In the last part it is conducted a recognition of the crucial problems that still affects Civil protection and that lead to defensive behaviours. It follows an analysis of the reform project of Civil protection and at last some personal proposal to solve the problem of “defensive civil protection” are given.
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LA CONFISCA DI PREVENZIONE EX ART. 24 D. LGS. 6 SETTEMBRE 2011 N. 159. LA 'SFIDA' DEL PRINCIPIO DI PROPORZIONE

DI LELLO FINUOLI, MARINA 06 February 2015 (has links)
Il lavoro concerne il tema del contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata e la confisca di prevenzione ante delictum (art. 24, d.lgs. n. 159/2011). Lo spregiudicato ricorso a questo strumento ha creato una confusione tra i piani della prevenzione (ante delictum) e della repressione (post delictum) della criminalità. Si nota, inoltre, la tendenza della confisca a sconfinare verso settori d’intervento della giustizia penale differenti da quelli per i quali è espressamente prevista. La Parte prima della tesi è dedicata alla ricostruzione delle origini storiche delle misure di prevenzione patrimoniali, nonché ai presupposti e alle finalità di sequestro e confisca. La Parte seconda affronta il problema della natura giuridica della confisca. Alla dottrina che si è espressa per la sostanziale natura sanzionatoria della misura (formalmente) di “prevenzione”, si oppone la giurisprudenza che la estromette dalla materia penale e dalle garanzie (costituzionali e convenzionali). La Parte terza è dedicata alla ‘sfida’ del principio di proporzione: la verifica della ragionevolezza della confisca secondo il modello del giudizio trilaterale. Nelle conclusioni si espongono delle considerazioni sui rapporti tra prevenzione ante delictum e principio di sussidiarietà, nell’ottica di una valorizzazione dell’idea di gradualità e di promozione dell’uguaglianza tra cittadini. / The work concerns the contrast against organized crime and the preventive confiscation (art. 24, d.lgs. n. 159/2011). The use of confiscation has created a confusion between the plans of crime prevention (ante delictum) and crime repression (post delictum). The first part of the thesis concerns: reconstruction of the historical origins of the preventive system; conditions and purposes of seizure and confiscation. The second part deals with the problem of the legal nature of confiscation. The doctrine has been expressed for substantial punitive measure; jurisprudence excludes confiscation from criminal law and its guarantees. The third part concerns the 'challenge' of the principle of proportionality: the verification of the reasonableness of confiscatione. The conclusions expose the considerations on the relationship between prevention ante delictum and the principle of subsidiarity, to valorize the idea of gradually and of equality between citizens.
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DAL FATTO ALL'AUTORE: PERCORSI DI PERICOLOSITA' SOCIALE

ZULPO, CHIARA 10 March 2017 (has links)
L’oggetto della ricerca attiene alla rilevanza del concetto di pericolosità del soggetto imputabile, autore di reato, nell’ambito del diritto penale e, in particolare, alla centralità che tale nozione assume sia nel tradizionale campo delle misure di sicurezza, sia, in misura crescente, nell’ambito della stessa pena. La ricerca si propone innanzitutto di indagare le origini anche sociali di una prospettiva connessa alla pericolosità del soggetto, in larga parte da attribuirsi all’allarme sociale che il recidivismo legato a determinate tipologie delittuose suscita. Attraverso un’analisi empirica della categoria e delle difficoltà legate al suo accertamento si mettono poi in luce le problematiche che una sua valorizzazione fa emergere, in particolare qualora il rischio di recidiva venga assunto a presupposto di un quantum sanzionatorio ulteriore alla pena, dato dalla misura di sicurezza. Ma numerosi interrogativi sorgono anche dalla constatazione del rilievo che la pericolosità assume all’interno della stessa pena, dove “tipi d’autore”, considerati pericolosi, assumono importanza, in funzione di pura neutralizzazione del soggetto, nell’ambito di fattispecie astratte di reato, di circostanze aggravanti, di percorsi penitenziari peculiari. Dalla prospettiva empirica emerge, infine, il ruolo che la valutazione del rischio di recidiva potrebbe rivestire, se adeguatamente valorizzata, nella creazione di un percorso rieducativo e trattamentale individualizzato e conforme a Costituzione. / The focus of this research is the concept of dangerousness in criminal law and its increasing relevance not only in the context of measures to prevent dangerousness, but also under the penalty deserved for the wrongdoing. The research investigates the origins of the concept to include the social perspective of dangerousness, due to the social alarms that recidivism of certain types of crimes arouses. Empirical analysis of the predictable level of dangerousness identifies and expands on the implications that prediction carries, especially when the risk of recidivism is assumed and increased punishments are applied. Additionally, more questions arise relating to the credence given to the level of dangerousness within the penalty itself. Whenever different types of perpetrators, deemed dangerous, are punished with increased sentences, dangerousness gains relevance, without regard to the mere neutralization of an offender, aggravating factors, or peculiar imprisonment history. Finally, from empirical observations arises the possibility that the risk of recidivism could assume, if adequately considered, the creation of a rehabilitation plan individually tailored and conforming to the Constitution.
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CONOSCIBILITA' DEL PRECETTO PENALE COME AFFERRABILITA' DELL'OFFESA. UN'ANALISI DOGMATICA E POLITICO-CRIMINALE

ROTOLO, GIUSEPPE 29 January 2009 (has links)
La ricerca si propone di approfondire il tema della conoscibilità del precetto penale sotto il particolare profilo della percezione dell’offesa corrispondente al tipo di illecito. L’indagine è suddivisa in tre parti. La prima parte si occupa di ricostruire storicamente la disciplina dell’ignoranza della legge e di inquadrarne i contenuti rispetto al sistema penale. Particolare attenzione viene dedicata alla “storica” sentenza della Corte costituzionale, n. 364 del 1988 e ai suoi riflessi sull’ordinamento. Nella seconda parte, si è cercato di tracciare un collegamento tra il principio di colpevolezza e quello di offensività, con specifico riferimento alla conoscibilità del precetto. La ricerca si sviluppa in due prospettive: quella dogmatica e quella politico-criminale. In primo luogo, il tema della coscienza dell’offesa è stato approfondito in relazione agli elementi del reato; successivamente, si è cercato di definire una prospettiva politico-criminale che valorizzi la percezione del disvalore penale del fatto, quale condizione necessaria alla conoscibilità del precetto, da cui derivare un criterio selettivo per la legislazione in materia penale. La terza parte è stata dedicata alla verifica delle indicazioni ricavate dall’indagine rispetto all’ambito disciplinare rappresentato dalla tutela penale dell’ambiente. Sono stati evidenziati i profili di criticità della disciplina rispetto ai principi di offensività e di colpevolezza, con particolare riferimento alle occasioni in cui sembri essere compromessa la certezza del diritto. La scelta dello specifico ambito disciplinare, cui rivolgere l’approfondimento dipende proprio dalla povertà delle fattispecie in materia ambientale sotto il profilo dell’offesa. Pertanto, sulla base di questo assunto, l’indagine ha cercato di trarre conferme all’impostazione di fondo della ricerca, in relazione sia alla definizione del bene giuridico “ambiente”, sia alle modalità di tutela più frequenti. In conclusione, sono state proposte alcune indicazioni che consentano di offrire alla materia ambientale una tutela che garantisca l’afferrabilità dell’offesa e, quindi, la conoscibilità del precetto. Considerando questo requisito essenziale ai fini del rispetto dei principi su cui l’ordinamento penale è fondato, è stata valutata l’opportunità di ricorrere a forme di tutela diverse e, in particolare, a quella amministrativa, quando tale condizione non risulti rispettata. / The thesis is aimed at studying the theme of knowledge about criminal norm particularly concerning the perception of offense correspondent to the types of wrongdoing. The enquiry has been divided into three parts. Firstly it has been examined, with a historical prospective, the discipline of ignorance of law, focusing on its contents with regard to the criminal justice system. Particular attention has been paid to the historical sentence of the Constitutional Court n. 364 of the 1988 and to the effects of such a paramount decision into the criminal justice system. The second part has been dedicated to draw a connection between culpability and harm principle, with particular concern to limiting the application of criminal law. The research has developed into two perspectives: a dogmatic one and one of criminal policy. Primarily, it has considered the key point of the knowledge of the offense as regards to the elements of the crime; subsequently, it has meant to define a criminal policy perspective that enhances the perception of the criminal disvalue of the fact as a necessary condition to the knowledge of the criminal norm from which drawn a selective criterion for penal legislation. Lastly, the study has been centred upon the criminal implications deriving from the violation of the environmental law, which is characterized, in Italy, by the uncertainty of the discipline due also to the intangibility of the offence. The dissertation has intended to highlight some critical profiles of the regulation in respect to the harm principle and the principle of culpability; specifically, it has delved into the situations where the certainty of law appeared to be compromise. The option for such a specific area of legislation depends on the deficiency that distinguishes these cases of the environmental legislation from the point of view of the harm. Furthermore, related to this, the enquiry has attempted to gain some confirmations on this statement of the problem. Both the definition of the environmental interest and the most frequent techniques of safeguard have been object of a close examination. In conclusion, this thesis intends to offer some indications concerning the environmental matter about a system of safeguard which guarantees the perception of the harm and, thus, the knowledge of the criminal norm. Considering this requirement as an essential one for the sake of the principles of criminal justice system, this research has been evaluating the opportunity to have recourse to different kinds of legal safeguards, like an administrative one, in particular, when the condition expressed above appear not to be accomplished.
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TUTELA DEL SENTIMENTO RELIGIOSO E REATI CULTURALMENTE ORIENTATI. IL DIRITTO PENALE E IL CONFINE DEL MULTICULTURALISMO / PROTECTION OF RELIGIOUS SENTIMENT AND CULTURAL OFFENCES. CRIMINAL LAW AND THE BORDER OF MULTICULTURALISM

PROVERA, ALESSANDRO 27 February 2012 (has links)
L’ordinamento giuridico e il diritto penale non possono rimanere estranei alle dinamiche del multiculturalismo, per poter garantire effettivamente la pacifica convivenza. Il sentimento religioso e quello di appartenenza culturale, che sono modalità cognitive e presupposti per la formazione identitaria, caratterizzano la società multiculturale e plurireligiosa. L’analisi di tali sentimenti in rapporto con i principi dell’ordinamento liberale e del diritto penale, come elaborati dalla dottrina italiana e tedesca, dimostra la loro tutelabilità a livello penale. Sul versante sanzionatorio lo studio giunge per tali reati a prevedere un percorso di restorative justice. Il diritto penale deve affrontare anche il problema dei reati che sono orientati dall’appartenenza culturale (cultural offence) o religiosa. Nell’esperienza statunitense il reato culturalmente orientato è stato disciplinato mediante la cultural defense, ovvero l’applicazione di diversi istituti di diritto positivo in funzione attenuante o di esclusione della responsabilità. Il presente lavoro si propone di individuare i caratteri essenziali di una riforma legislativa per attribuire riconoscimento all’orientamento culturale o religioso nelle categorie del diritto penale italiano. Elemento essenziale in questa valutazione è la considerazione dell’orientamento culturale o religioso come una delle finalità proprie dell’ordinamento, caratteristica che permette di valutare l’illiceità dei reati culturalmente o religiosamente orientati. / The legal system and criminal law can not remain strangers to the dynamics of multiculturalism, if they want to effectively ensure the peaceful coexistence. The feeling of religious and cultural belonging, which is both a cognitive procedure and a prerequisite for the formation of identity, does characterize multicultural and multireligious society. This feeling has been considered in relation with the principles of the liberal legal system and of the criminal law, as developed by the Italian and German doctrine. The research has shown that it can be protected by criminal law itself. From the sanctionatory point of view the analysis leads to deem appropriate paths of restorative justice. Criminal law also needs to face the problem represented by crimes which are caused by cultural or religious affiliation (so called cultural offences). The American experience has dealt with such crimes through the so called cultural defences. This means that various institutions of positive law are used in order to mitigate or even exclude liability. This work aims to identify the essential characteristics of a legislative reform in order to give recognition, within the categories of Italian criminal law, to the cultural or religious orientation. An essential element in this evaluation is the consideration of the cultural orientation or religious order as one of the true purposes of the legal system, which would help to assess the wrongfulness of crimes which are culturally or religiously oriented.
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FATTI ILLECITI E «IRREGOLARITA'» NEI PROCEDIMENTI ADOTTIVI

IBBA, CRISTINA 01 March 2010 (has links)
La ricerca si propone di approfondire il tema delle “irregolarità” nelle procedure di adozione internazionale. Questa espressione è utilizzata dalla normativa nazionale di settore, con particolare riferimento all’attività degli enti autorizzati allo svolgimento delle procedure di adozione di minori stranieri. Con questo elaborato si è cercato di ricostruire una nozione di “irregolarità” più ampia di quella presente nella legislazione vigente, privilegiando un approccio interdisciplinare. Lo scritto si apre con una prospettiva storica delle “irregolarità”, ovvero della morfologia che esse hanno assunto nel corso del tempo, in relazione alla disciplina vigente nel nostro Paese a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso. Il cuore dell’elaborato è dato dalla presentazione delle “irregolarità”, comprendenti sia alcune illiceità di natura penale ed amministrativa che le criticità della prassi. Chiude l’indagine l’illustrazione di alcune buone pratiche di prevenzione delle “irregolarità” nelle procedure di adozione internazionale e di proposte de iure condendo della disciplina vigente. Particolare attenzione è stata posta al tema della riforma dei delitti in materia di adozione, disposizioni rimaste sostanzialmente disapplicate dagli anni Ottanta ad oggi. / The research aims to delve into “irregularities” in the procedures of the International adoption. The previous mentioned phrase is used in the National specific provisions in reference to activities carried out by accredited bodies, entitled to apply adoption procedures of foreign minors. The thesis is an attempt to reconstruct a broader notion of “irregularity” than those one in the legislation in force, favoring an interdisciplinary approach. Firstly, the dissertation offers an historical perspective on “irregularities”, or rather upon the morphology which they have assumed for years, referring to the discipline which has been in force in Italy since the Sixties of the Twentieth Century. The gist of the thesis is the presentation of such “irregularities”, including both some criminal, administrative, unlawfulness and criticality in standard procedures. Finally, the research presents some good practices in order to prevent such “irregularities” in the International adoption procedures, as well as some de iure condendo proposals of the legislation in force. A specific attention has been paid to the matter of the reform of crimes of adoption, or rather disposals that basically has ceased to be applied since Eighties in the Twentieth Century.
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"CAPITALE SOCIALE" E "SVILUPPO UMANO". PROFILI DI RILEVANZA PENALE

LIPAROTI, FEDERICA 23 June 2015 (has links)
Il lavoro è il risultato di una ricerca finalizzata a realizzare una tipica “integrazione tra saperi” (giuridici, empirico-criminologici e filosofico-politici), che si è dedicata particolarmente alla riflessione sulla rilevanza politico-criminale di nozioni ormai ben conosciute e studiate dalle scienze sociali, quali quelle di “capitale sociale” e di “sviluppo umano”. Dopo averne esplorato alcune essenziali corrispondenze con i princìpi della Costituzione italiana (innanzi tutto quelli espressi dall’art. 3), si è dedicata a una ricognizione della giurisprudenza della Corte Costituzionale che ha applicato tali princìpi in materia penale e processuale-penale, per verificare possibili percorsi ricostruttivi delle categorie penalistiche in grado di valorizzarne significati e contenuti normativi. / The dissertation is the outcome of a research lead according to a method of “knowledge integration” (namely compounding the legal, criminological and political-philosophical fields), which has dealt mainly with “social capital” and “human development”: two highly thought-provoking concepts, widely studied by social sciences. After having pinpointed some parallels thereof in principles of the Italian Constitution (mainly to be found in the art. 3), a set of relevant decisions of the Constitutional Court applying them in criminal cases have been considered. Some hints and proposals are finally advanced in order to improve, aptly through this sort of “constitutional reading” of “social capital” and “human development”, the meaning and possible development of essential conceptual schemes well established in the criminal law.
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Interessi finanziari e diritto sanzionatorio comunitario

Gil Soriano, Alberto <1983> 03 April 2009 (has links)
L’oggetto della presente tesi di ricerca è l’analisi della situazione attuale della protezione degli interessi finanziari delle Comunità Europee, oltre che le sue prospettive di futuro. Il lavoro è suddiviso in due grandi parti. La prima studia il regime giuridico del Diritto sanzionatorio comunitario, cioè, la competenza sanzionatoria dell’Unione Europea. Questa sezione è stata ricostruita prendendo in considerazione i precetti normativi del Diritto originario e derivato, oltre che le principali sentenze della Corte di Giustizia, tra cui assumono particolare rilievo le sentenze di 27 ottobre 1992, Germania c. Commissione, affare C-240/90 e di 13 settembre 2005 e di 23 ottobre 2007, Commissione c. Consiglio, affari C-176/03 e C-440/05. A questo segue l’analisi del ruolo dei diritti fondamentali nell’ordinamento comunitario, così come la rilevanza della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Il secondo capitolo si sofferma particolarmente sullo studio delle sanzioni comunitarie, classificandole in ragione della loro natura giuridica alla luce anche dei principi generali di legalità, di proporzionalità, di colpevolezza e del non bis in idem. La seconda sezione sviluppa un’analisi dettagliata del regime giuridico della protezione degli interessi finanziari comunitari. Questa parte viene costruita indagando tutta l’evoluzione normativa e istituzionale, in considerazione anche delle novità più recenti (ad esempio, l’istituzione del Pubblico Ministero Europeo). In questo contesto si definisce il contenuto del concetto di interessi finanziari comunitari, dato che non esiste un’analoga definizione comunitaria della fattispecie. L’attenzione del dottorando si concentra poi sulla Convenzione avente ad oggetto la tutela degli interessi finanziari delle Comunità Europee e i regolamenti del Consiglio n. 2988/95 e 2185/96, che costituiscono la parte generale del Diritto sanzionatorio comunitario. Alla fine si esamina la ricezione della Convenzione PIF nel Codice Penale spagnolo e i principali problemi di cui derivano. L’originalità dell’approccio proposto deriva dell’assenza di un lavoro recente che, in modo esclusivo e concreto, analizzi la protezione amministrativa e penale degli interessi finanziari della Comunità. Inoltre, la Carta Europea di Diritti Fondamentali e il Trattato di Lisbona sono due grandi novità che diventeranno una realtà tra poco tempo.
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LA COLPA DI ORGANIZZAZIONE NEL DIRITTO PENALE DELL'IMPRESA

GRECO, ELIANA 13 April 2018 (has links)
L’indagine svolta si è proposta di realizzare un’analisi sistematica dell’illecito della persona giuridica, così come delineato dal decreto legislativo 231/2001, con lo scopo di ricercare, da un lato, un ordine metodologico funzionale alla lettura critica del concetto di colpa organizzativa e di evidenziare, dall’altro, i tratti di eccentricità – o di continuità strutturale – rispetto al modello della colpa penale pensato per la persona fisica. Il lavoro – che si è avvalso altresì del raffronto con la nozione di corporate criminal liability elaborata nell’ordinamento inglese – ha dimostrato come l’illecito della corporation ricalchi, benché con le peculiarità proprie del paradigma, le caratteristiche strutturali del tipo colposo d’evento, presentandosi anzitutto come inadempimento di un dovere prudenziale al quale segue la verificazione di un fatto lesivo in cui si concretizza il rischio specifico che lo standard cautelare era volto a scongiurare. All’analisi degli elementi costitutivi dell’illecito della persona giuridica hanno fatto seguito alcune proposte di revisione del sistema, sulla base delle problematiche e degli spunti emersi in relazione al meccanismo ascrittivo della responsabilità, ai criteri di verificabilità empirica del modello organizzativo, nonché all’ambito di estensione soggettiva della disciplina. / This research proposal aims to analyse the specific paradigm of corporate criminal responsibility with special regard to its consistency with the requirements of criminal negligence. The analysis has shown that the corporate crime foreseen by Legislative Decree No. 231/2001 should be considered as a “special” offense of negligence which essentially acts as a breach of a precautionary duty: namely, a violation of a rule with precautionary objectives that imposes to the corporation the adoption of compliance programs aimed to prevent the occurrence of harmful events. The research aspires – from a de jure condendo viewpoint and by using a comparative approach focused on the English system of corporate criminal liability – to elaborate some reform proposals in order to modulate the culpability criteria on the type of offense that may actually occur and in relation to the judicial determination of adequacy of compliance programs.

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