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Letteratura italiana e «scienze occulte» tra fin de siècle e primo Novecento

Scartozzi, Sergio January 2018 (has links)
La tesi ha titolo Letteratura italiana e «scienze occulte» tra fin de siècle e primo Novecento. Essa si divide in tre parti: la prima è un'introduzione teorica (stato dell'arte) e storico-culturale sull'Esoterismo occidentale (le sue correnti, la sua diffusione in Italia e in Europa); una seconda, è riservata allo studio dei poeti italiani affascinati dalle scienze occulte (e.g. spiritismo, occultismo, Società teosofica e antroposofia); la terza analizza gli influssi esoterici nella prosa italiana otto/novecentesca. Tra la prima e la seconda parte è inserita una panoramica su 'letteratura ed esoterismo' nell'Europa moderna e contemporanea. Nel commento e nello studio degli irrazionalismi otto/novecenteschi e del loro influsso sulla letteratura è stato dato rilievo particolare a gruppi, cenacoli e associazioni nate per effetto del -- o comunque dedicatesi attentamente al -- fermento neo-idealista continentale. A fianco di queste realtà centrali e dei maggiori autori a esse associati (Arturo Onofri per la poesia; Antonio Fogazzaro e Luigi Capuana per la prosa), è stato interrogato più esaustivamente possibile l'impatto esoterico sulla letteratura del Bel Paese tra l'Unità e il primo dopoguerra.
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Il Laboratorio editoriale Einaudi attraverso i pareri di lettura / The Einaudi's Publishing Laboratory Through the Judgements about New Manuscripts

GUARNORI, DANIELA 27 March 2007 (has links)
Analisi del parere di lettura come genere editoriale e come strumento utile alla storia dell'editoria, della letteratura e alla filologia. / This study explains the implications of the study of the Einaudi judgements about new manuscripts as instrument of the history of publishers, of literature and philology.
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Italo Svevo e Yi Sang: uno studio possibile / Italo Svevo e Yi Sang: uno studio possibile / Italo Svevo and Yi Sang: a possibile study

KIM, HEE JUNG 17 February 2009 (has links)
La mia ricerca, che si avvale degli strumenti della letteratura comparata è basata sul concetto di ‘letteratura mondiale’elaborato da Durisin; egli sostiene la possibilità di portare avanti gli studi sullo sviluppo e sull’influenza elaborati da Bloom Bloom secondo cui la comparazione tra diverse letterature può essere effettuata anche in assenza di relazioni.In tale direzione, la ricerca comparatistica non neccessita di dipendere da un spazio geografico o da un periodo storico specifico. Perciò, il confronto tra Svevo e Yi Sang, tra letteratura italiana e coreana può essere un proficuo tema da affrontare mediante tale approccio ermeneutico, anche se non si dispone di alcuna connessione diretta fra i due autori. L’Intento di questa tesi vuole essere quello di offrire qualche ulteriore elemento di riflessione sul significato storico della presenza di Svevo e Yi Sang nella cultura dei rispettivi paesi nel nostro secolo, sul valore permanentemente vivo della loro sconvolgente scoperta sugli spiragli di speranza che il loro ‘messaggio’ lascia ancora aperti, attraverso il tema della psicanalisi; la scoperta è quella della condizione malata dell’uomo del nostro tempo; e la speranza è una sorta di salvezza che potrebbe venire da una doverosa quanto dolorosa necessità di autoanalisi continua e spietata, che riconduca l’uomo nei limiti di una chiara presa di coscienza del suo essere ‘malato’, sì da disporlo ad una comprensione e gestione critica della realtà, attraverso una perlustrazione attenta della propria interiorità, con/senza infingimenti e autoinganni. / My research, which uses the methods of comparative literature, is based on the concept of ‘world literature’ developed by Durisin; he supports the opportunity to pursue studies on the development and influence developed by Bloom from whom the comparison between different literatures can be done even in the absence of relations. Therefore, the comparison between Italo Svevo and Yi Sang, between Italian and Korean literature can be a fruitful issue to be addressed by this hermeneutical approach, even if there is not any direct connection between two authors. The intent of this thesis will be offered some further reflection on the historical significance of the presence of Svevo and Yi Sang in the culture of their country in this century, on the live value permanently of their shocking discovery (especially in the field of arts), on the ray of hope that their ‘message’ still leaves open, through the theme of psychoanalysis; the discovery is the condition of sick of our time; and the hope is a kind of salvation that could come from a painful duty as the need for continuous and ruthless self, which brings the man within the limits of a clear awareness of the importance of his being ‘sick’, so as to arrange an understanding and management criticism of reality, through a careful patrol of its interior, with/without self pretend.
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"IL TEATRO ERA ALLORA IL SUO SOSPIRO". SVEVO DRAMMATURGO

ANTONINI, GABRIELE 19 March 2015 (has links)
Seppur premiata da una fortuna minore rispetto a quella occorsa alle opere narrative, la produzione teatrale di Svevo rappresenta una parentesi determinante della sua carriera letteraria: il triestino, infatti, ci ha lasciato un corpus teatrale significativo, composto da tredici copioni, distribuiti su un arco biografico che si estende dal 1880, anno dell’Ariosto governatore, fino ad arrivare, con La rigenerazione, agli anni immediatamente precedenti alla morte. Si consideri, inoltre, che quella per il teatro fu una passione che accompagnò Svevo per l’intera esistenza, sia come frequentatore di spettacoli tanto in Italia quanto all’estero, sia come critico per le più importanti testate triestine. Per questi motivi, è parso opportuno in questo lavoro di ricerca tornare su un tema – quello delle commedie di Svevo – meno considerato dalla critica. Nella prima sezione della tesi, intitolata Svevo e il teatro, dopo un rapido profilo della critica e della storia delle rappresentazioni, si è cercato di delineare i confini del rapporto che unì Svevo al mondo del palcoscenico. Nella seconda sezione di del lavoro, intitolata Trasgressione, ribellione e falsificazione nel teatro sveviano, sono state prese in analisi le pièces del triestino; le commedie sono state raggruppate in base a tre nuclei tematici: trasgressione, ribellione e falsificazione. / Although rewarded by a minor fortune than that which occurred to the novels, Svevo’s plays are a determinant parenthesis of his literary career: in fact, the writer has left thirteen commedies, distributed over a biographical arch which extends from 1880, the year of Ariosto governatore, up to, with La rigenerazione, the years immediately preceding his death. Consider, too, that the theater was a passion that accompanied Svevo for the whole of life, both as a frequenter of shows in Italy and abroad, both as a critic for the most important newspapers in Trieste. For these reasons, it seemed appropriate in this research back on a theme - that of Svevo’s plays - less regarded by critics. In the first section of the thesis, entitled Svevo e il teatro, after a short outline of the criticism and of the history of representations, we tried to delineate the borders of the relationship that joined Svevo to the world of the stage. In the second section of the work, entitled Trasgressione, ribellione e falsificazione nel teatro sveviano, were taken into analysis the plays; comedies were grouped according to three themes: transgression, rebellion and forgery.
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Il Virgilio mansuetus di Salvatore Quasimodo, traduttore e interprete delle Georgiche / Salvatore Quasimodo as Virgilio's translator and interpreter

GRIMOLDI, MARIA 13 February 2013 (has links)
La scelta di studiare il Fiore delle Georgiche è motivata dallo spazio di approfondimento ancora aperto sull’attività di Quasimodo traduttore, soprattutto alla luce delle carte autografe custodite presso il Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia. L’indagine rivela le motivazioni della decisione da parte del poeta siciliano di leggere il «Virgilio … mansuetus della Georgiche» e la presenza di cospicue affinità tematiche tra l’immaginario poetico quasimodiano e il poema latino, a partire dal grande tema della natura, cosmica e georgica insieme, e dalla presenza dei quattro elementi primordiali (aria, terra, fuoco, acqua) come parole-chiave dell’interpretazione del poeta. Altri motivi comuni sono: il mito dell’Eden, il binomio amore-morte e il mito di Orfeo. La versione di Quasimodo sul piano dei contenuti e dell’espressione rivela la tendenza ad attenuare i concetti maggiormente connotati dal punto di vista della cultura e del contesto storico augusteo. Il poeta traduttore crea un nuovo testo che, improntato ad accentuare la componente lirica rispetto a quella didascalica, trasmetta un messaggio universalmente valido e più vicino al lettore a lui contemporaneo. Lo studio delle carte autografe ha fugato qualunque dubbio sull’originalità dell’operazione quasimodiana e ha rivelato la serietà nell’approccio alla traduzione. / The decision to study the Fiore delle Georgiche derives from the research space still open over the activity of Quasimodo as a translator, above all in light of the autograph papers kept at the research center on manuscript tradition of modern and contemporary authors of Pavia’ University. The study reveals the reason for the decision of Quasimodo to read Virgilio as mansuetus poet of Georgics and the presence of many affinities of contents between the poetic imaginary of the Sicilian poet and the latin poem, starting from the great theme of nature, cosmic and georgic at the same time, and for the presence of the four primordial elements (air, earth, fire, water) as key words of the interpretation of the poet. Other common subjects are: the myth of Eden, the couple love-death and the myth of Orpheus. The version of Quasimodo from the point of view of contents and expression reveals the tendency to attenuate the concepts mainly characterized by culture and by the augusteus historical context. The translator poet creates a new text that, marked by a stronger lyrical component rather than didactic, sends a universally valid message and closer to his contemporary readers. The study of the autograph papers has dispelled any doubt over the novelty of the work by Quasimodo and has revealed the seriousness in the approach to the translation.
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LE PROSE CRITICHE DI EUGENIO MONTALE

MARCHESI, VALENTINA BARBARA 04 April 2011 (has links)
Eugenio Montale (1896-1981) ha esercitato la professione di critico letterario per tutta la vita. A partire dal 1920 e poi sino alla morte, Montale ha collaborato con numerosi periodici e con le più importanti riviste letterarie del suo tempo. Nel 1948 viene poi assunto al "Corriere della sera", a Milano: qui diventa giornalista per mestiere e si dedica alla divulgazione della letteratura italiana ed europea, con una particolare attenzione a quelle inglese e francese. La presente ricerca analizza le sue prose critiche, individuandone le linee principali: autori e libri recensiti, temi e questioni culturali che Montale analizza nel corso della sua attività. Alcune figure di scrittori, critici e filosofi (Sergio Solmi, Emilio Cecchi, Benedetto Croce, Roberto Bazlen) rappresentano i confini ideali di un'idea di poesia, che Montale mostra nelle sue prose: dialogando con questi personaggi, egli riflette infatti sui principali problemi della cultura e della letteratura contemporanee. Lo stile critico di Montale si colloca perciò tra il giornalismo e la saggistica. Nell'ultima parte della ricerca si è cercato di individuare alcune importanti intersezioni tra prosa critica, prosa narrativa e poesia, che convivono nell'attività montaliana. / Eugenio Montale (1896-1981) has been a literary critic as long as he lived. Since 1920 till death, Montale worked together with many newspapers and with the most important literary reviews of his period. In 1948 was assumed at «Corriere della sera», in Milan: here he became a journalist as a job and dedicated himself to disclosure Italian and European literature, with a particular attention for English and French ones. This essay analyzes his critical proses, identifying their main themes: authors and books reviewed, themes and cultural issues which Montale wrote about as long as he wrote. Some figures of writers, critics and philosophers (Sergio Solmi, Emilio Cecchi, Benedetto Croce, Roberto Bazlen) represent the ideal boundaries for an idea of poetry, which Montale points in his proses: communicating with these figures, he reflects upon the main issues of contemporary culture and literature. Montale’s critical style can infact be placed between journalism and literary criticism. In the last part of this essays it has been tried to find out some important junctions between literary essays, narrative proses and poetry, living all together in Montale’s activity.
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IL CONFINE NELLA LETTERATURA: LA SICILIA E TRIESTE

ASSENZA, SILVIA 17 February 2009 (has links)
A partire dall’analisi dei concetti di ‘confine’ e di ‘frontiera’, lo studio indaga la letteratura siciliana e quella triestina, letterature nate su due terre liminali. La tesi si compone di tre parti: la prima parte riguarda la letteratura siciliana; la seconda la letteratura triestina; la terza tenta un possibile confronto tra le due letterature. Per quanto concerne la letteratura siciliana gli autori e le opere studiate sono: Le città del mondo di Elio Vittorini, l’Horcynus orca di Stefano D’Arrigo in cui tutta la vicenda è concentrata sullo stretto di Messina, tra Scilla e Cariddi, ed un capitolo sulla lingua di Leonardo Sciascia, chiara espressione della circolarità dell’isola. Per il versante triestino, nella seconda parte, gli autori e le opere studiate per il loro essere espressione della frontiera sono: Carlo Michelstaedter, La persuasione e la retorica ; Il capitano di lungo corso di Roberto Bazlen e infine Il richiamo di Alma Stelio di Mattioni che, come nel caso di Vittorini, traccia la mappa topografica di Trieste e si confronta con l’alterità. / Beginning from the concept of ‘border’ and ‘frontier’, work investigates sicilian letterature and Trieste’s one, both born on the two boundering’s lands. Thesis is made of three parts: the first part concerns with Sicilian letterature; the second part about Trieste’s letterature. The third one tries a possible comparison between the two letteratures. About Sicilian letterature the autors and the studied works are: Le città del mondo by Elio Vittorini, The Horcynus orca by Stefano D’Arrigo where all the plot is set in the Straits of Messina, between Scilla and Cariddi, and a chapter about Leonardo Sciascia’s language, clear expression of island’s circularity. About triestin letterature, on the second part, autors and studied works, because of their being expression of the frontier, are: Carlo Michelstaedter, La persuasione e la retorica ; Il capitano di lungo corso by Roberto Bazlen and eventually Il richiamo di Alma by Stelio Mattioni which, as Vittorini, draws the topographic map of Trieste and compares itself with alterity.
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Il giallo italiano 1980-2010. Le tendenze di un genere in rapporto con la realtà contemporanea. / Il giallo italiano 1980-2010. Le tendenze di un genere in rapporto con la realtà contemporanea / The Italian crime novel from 1980 to 2010. The trends of a literary gender in relationship with the contemporary events.

GARAVELLI, BIANCA MARIA 05 March 2012 (has links)
In Italia il genere “giallo”, definibile anche “poliziesco”, “thriller”, e ultimamente “noir”, fra il ventennio conclusivo del Novecento e il primo decennio del Duemila mostra interessanti linee evolutive, che si collegano con i flussi della storia recente e le paure di fine millennio. Da un lato si assiste all’affermarsi del “giallo metropolitano”, cioè al proliferare di scrittori che si legano alla propria città, d’origine o di elezione, in particolare con Milano, che conquista la palma di città più “nera” d’Italia; dall’altro al consolidarsi del legame fra autori e territori più vasti, tanto da poter parlare di un nuovo regionalismo “giallo”. Ma la novità più interessante consiste nell’entrata in scena di nuovi aspetti: la fusione con elementi propri della fantascienza, o addirittura fantastici, che colorano il giallo di una sfumatura soprannaturale, tra commissari che sentono i pensieri delle vittime di omicidio, o hanno visioni mistiche, e assassini guidati dal sussurro del diavolo. Il giallo storico presenta a sua volta tutti questi aspetti, mostrando come l’ambientazione storica diventi spesso un pretesto per mettere in scena i problemi del presente. / In Italy the crime novel, that can be also defined “detective story”, “thriller”, or more recently “noir”, between the last twenty years of Twentieth century and the first decade of Two Thousand, shows an interesting evolution, that can handle with some recent historical events, or can be linked with the end of Millennium fears. On the one hand, we can see the rise of “metropolitan crime novel”, in which many writers set their novels always in the same city, their native one or the city in which they live; Milan is the most important in this list and wins the prize of “crime city” in Italy. On the other hand, many novelists establish a strong relationship with their own region, creating a new “crime” regionalism. The most interesting trend is that science fiction and supernatural events enter the crime novel, with policemen that can hear the thoughts of the victims, or have mystic visions, and killers that are guided by a whispering devil. All these aspects appear also in the historical crime novel, that shows how history is often a sort of pretext to stage some problems of the current society.
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MONALDO LEOPARDI "CAVALIERE CRISTIANO". L'ESPERIENZA LETTERARIA GIOVANILE TRA CULTURA GESUITICA E ACCADEMIE RECANATESI

TRIACHINI, STEFANIA 10 July 2018 (has links)
Il presente lavoro si propone di studiare la produzione letteraria giovanile di Monaldo Leopardi (1776-1847), padre del celebre poeta Giacomo, contestualizzandola entro una cornice di carattere storico-culturale che possa restituirne le origini e gli sviluppi. Si è in primo luogo ricostruito il legame di Monaldo Leopardi e della sua famiglia con la Compagnia di Gesù (secc. XVI-XVIII), mettendo in luce il modello del «cavaliere cristiano» che il conte recanatese fu chiamato a impersonare negli anni della sua scuola domestica di stampo gesuitico. Si è quindi analizzata l'attività letteraria (1800-1806) di Monaldo Leopardi declinandola attraverso tre esperienze: quella delle Accademie, con particolare attenzione a quella da lui fondata, i Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803), di cui si è ripercorsa la storia attraverso fonti d'archivio; quella delle scritture poetiche; quella dei testi teatrali. Il volume di riferimento sono state le "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Di questa produzione, cristianamente connotata, si sono inoltre indagati gli sviluppi, mettendo a confronto la "letteratura" di Monaldo Leopardi con quella del figlio Giacomo e focalizzando, infine, l'attenzione sulla rivista "La Voce della Ragione" (1832-1835) e sulla corrispondenza che, in tale ambito, il conte intrattenne con il generale dei gesuiti Jan Philip Roothaan. / This work aims to study the first literary production of Monaldo Leopardi (1176-1847), Giacomo Leopardi’s father, according to a cultural and historical point of view. Initially, we rebuilt the relationship between Monaldo Leopardi and his family with the Society of Jesus (XVI-XVIII Century), pointing out the model of «Christian hero» he embodied during his jesuitical homeschooling. Then, we analysed Monaldo Leopardi’s literary production (1800-1806) considering three different aspects: first of all, the connection with the Italian Accademie that we investigated thanks to archives resources, with a special focus on the Accademia dei Disuguali Placidi Ravvivati (1801-1803) he founded; afterwards, we studied his poetic and theatrical works referring to the volume "Opere del conte Monaldo Leopardi Gonfallonieri da Recanati" (1803). Finally, we decided to examine the development of this literary production with main Christian traits, by comparing father’s and son’s literature and by focussing on the journal “La Voce della Ragione” (1832-1835) and the letters between Monaldo and the jesuitical general Jan Philip Roothaan.
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Il discorso straviato: Stefano D'Arrigo e il romanzo del Novecento

Biagi, Daria January 2013 (has links)
La tesi nasce come indagine intorno allo scrittore siciliano Stefano D'Arrigo e alla sua opera principale, il romanzo "Horcynus Orca" (1975). Situandosi nel punto di intersezione tra diverse linee chiave del Novecento – dalla riflessione sulle possibilità comunicative della lingua fino al problema della rielaborazione del trauma bellico – l'opera darrighiana connette strettamente il contesto italiano a quello sovranazionale: nonostante "Horcynus Orca" sia stato più volte associato alle grandi narrazioni novecentesche e ai nomi di autori come Joyce o Proust, tuttavia, raramente è stato analizzato nei suoi effettivi legami con il panorama letterario internazionale. La ricerca riconsidera dunque le caratteristiche dell'opera seguendo un percorso che, in linea con le esperienze biografico-letterarie dell'autore, inizia con Hölderlin (il «poeta ingrato», oggetto della tesi di laurea di D'Arrigo nel 1942), passa per i modernisti americani (Melville e Faulkner soprattutto, autori di riferimento per i romanzieri del dopoguerra italiano) e giunge fino a Gogol' (da cui D'Arrigo trae il suo primo romanzo, "Il venditore di anime morte", rimasto inedito). L'analisi mantiene una stretta correlazione tra il piano delle scelte stilistiche e quello dello sviluppo narrativo delle opere, ponendo al centro la domanda intorno alle possibilità di significazione della parola letteraria e alla sua legittimità. D'Arrigo rientra nel novero degli scrittori contemporanei che avvertono, per la prima volta, il senso dell'inadeguatezza del loro strumento, la lingua, e praticano la letteratura in un contesto di sfiducia ignoto ai loro predecessori: la figura di Hölderlin mostra come questa riflessione derivi dall'attraversamento della tradizione europea più che dall'influenza del coevo romanzo sperimentale, rispetto al quale D'Arrigo aveva sempre dichiarato la propria estraneità. Se il romanzo “straviato” – aggettivo che D'Arrigo mutua dai racconti di Raffaello Brignetti – nasce dall'esperienza di una crisi, non è con la provocatorietà delle avanguardie né con il silenzio attonito della “letteratura dell'incomunicabilità” che D'Arrigo intende reagirvi. L'influenza del romanzo epico-popolare, segnalata dalla presenza di Gogol', mostra di avere un peso significativo nell'indirizzare la poetica darrighiana verso una visione della letteratura che abbandona il desiderio di risalire alla parola intatta del passato e si serve degli effetti babelici della lingua come di una risorsa narrativa. L'opera di D'Arrigo può dunque essere considerata un esempio di questa diversa risposta alla crisi della parola letteraria, una risposta più tarda, che matura nel romanzo del pieno Novecento e contrariamente alla sua fama di “mostruosità” trae linfa dal sostegno della tradizione.

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