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IL MIO LIBRO PIU' CARO E PIU' IMPORTANTE. "L'OCCHIO SIMILE AL SOLE", ROMANZO INEDITO DI LUIGI FALLACARA. EDIZIONE CRITICA

RIVA, FRANCESCA 31 May 2017 (has links)
Il presente lavoro offre l’edizione critica del romanzo inedito di Luigi Fallacara (Bari 1890, Firenze 1963), L’occhio simile al sole, dall’autore stesso definito «il suo libro più caro e più importante», scritto, in base agli scartafacci, tra il 1945 e il 1954, durante un periodo di stasi lirica. Le numerose carte accumulate da Fallacara nel suo incontentabile lavoro correttorio, di cui si dà una dettagliata descrizione, sono dislocate in tre Archivi, quello della “Letteratura cattolica e degli scrittori in ricerca” presso l’Università Cattolica di Milano, il Centro manoscritti di Pavia e l’Archivio privato del poeta a Firenze. Si sono ricostruite tutte le fasi dell’iter compositivo, con la distinzione, tra l’altro, all’interno dell’unico Ms di due blocchi di capitoli (Ms1 e Ms2) corrispondenti a due distinte fasi redazionali; attraverso l’analisi dell’imponente materiale genetico e anche di carteggi inediti, si sono poi individuate alcune linee tematiche e interpretative del testo, dalla filigrana neoplatonico-dantesca al simbolismo solare, dal rapporto tra scrittura e pittura alle implicazioni autobiografiche, dalla componente mistico-francescana alle suggestioni montaliane e beethoveniane. Infine, oltre alla bibliografia aggiornata sull’autore, nella sezione iconografica vengono raccolti alcuni quadri di Fallacara che presentano significative analogie con quelli citati nel romanzo. / This thesis offers a critical review of the unpublished novel by Luigi Fallacara (Bari 1890, Firenze 1963), L’occhio simile al sole, which the author believed to be «his dearest and most important book». According to the available documents, the book was written from 1945 to 1954, during the author's hiatus from the creation of poetry. The large volume of notes produced by Fallacara as he tirelessly revised his work over and over, described in detail in this thesis, are stored in three Archives: the archive of “Catholic literature and writer researches” at the Università Cattolica in Milano, the Institute for manuscripts in Pavia and the poet's private Archives in Florence. This work reconstructs all phases of the creative process, identifying the two sets of chapters (Ms1 and Ms2) within one single manuscript, each of which represents a distinct drafting phases. By analysing the voluminous genetic materials as well as the unpublished documents, this work identifies the various themes and interpretative lines in the text, from the neoplatonic-dantesque lief motif to solar symbolism, from the relationship between writing and painting to autobiographical implications, from the mystical-Franciscan elements to the suggestions that emanate from Montale and Beethoven. Finally, alongside the updated bibliography for the author, the iconographic section collects certain paintings by Fallacara, which are poignantly analogous to those described in the novel.
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Nel laboratorio di Pirandello. Spigolando tra i "Taccuini".

BONO, MICHELE MARCO 20 April 2011 (has links)
La Tesi di Dottorato ha per oggetto tre Taccuini di Pirandello, studiati sia sul versante filologico che su quello ermeneutico. Si tratta del Taccuino Segreto (edito dalla Mondadori nel 1997 a cura di Annamaria Andreoli), del Taccuino di Harvard (edito dalla Mondadori nel 2002 a cura di Ombretta Frau e Cristina Gragnani) e del Taccuino di Coazze (edito in copia anastatica dalla Biblioteca-Museo “Luigi Pirandello di Agrigento” nel 1998 e nel 2001). Se l’edizione critica che correda il saggio intende operare una revisione filologica dei tre documenti, con un riesame delle concordanze dei primi due Taccuini e una prima edizione critica del testo e delle concordanze del Taccuino di Coazze, l’ampio saggio introduttivo (diviso in tre parti dedicate ai rispettivi Taccuini) ha lo scopo di operare la sintesi su quanto sinora scritto in merito al “laboratorio di Pirandello”, sviluppando quanto emerso dallo studio filologico ed ermeneutico. / The object of this Doctorate’s thesis are three Pirandello’s Notebooks: Taccuino segreto (ed. by Annamaria Andreoli, Mondadori Milano 1997), Taccuino di Harvard (ed. by Ombretta Frau and Cristina Gragnani, Mondadori, Milano 2002), Taccuino di Coazze (printed by “Biblioteca-Museo Luigi Pirandello” Agrigento). The Critical edition’s purpose is a philological study of Pirandello’s Notebooks, with concordance’s review of Segreto and Harvard’s Notebooks, and first study of Coazze’s Notebook (philological edition and concordance). The Essay analyzes “Pirandello’s Laboratory”, when until now studied in essays and articles of “Pirandello’s “laboratory” and “style”, and considerations of our study and our philological edition.
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Déclinaisons de la nostalgie dans la poésie européenne de la deuxième moitié du 20e siècle

Masi, Jacopo <1978> 07 June 2010 (has links)
No description available.
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L'interface etre humain/technologie dans la Litterature Europeenne des Annees 60 a aujord'hui

Fenga, Valentina <1978> 07 June 2010 (has links)
No description available.
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LE CARTE, IL CAOS, IL COSMO: ITALO CALVINO NEL "CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI" / Cards, chaos, cosmos: Italo Calvino in the "Castle of Crossed Destinies"

SAVIO, DAVIDE 12 April 2014 (has links)
Nel presente lavoro vengono suggerite nuove strategie di lettura per un’opera che costituisce un unicum, non solo nella produzione narrativa di Italo Calvino, ma certamente anche nella storia letteraria del Novecento. Il castello dei destini incrociati (1973) viene interpretato in senso cartografico, come il tentativo di mappare un mondo labirintico, dai significati inesauribili e comunque destinato a farsi inghiottire dal gorgo della modernità. Pur conservando i tratti del romanzo enciclopedico, viene messo in luce come il Castello si sottragga al desiderio di rappresentare la totalità, scegliendo piuttosto la strada del potenziale e della metamorfosi, nel tentativo di individuare i fattori primi di ogni storia narrabile. Un po’ torre di Babele e un po’ arca dell’alleanza, emerge nel lavoro come il libro nasca dal bisogno di verificare le ragioni della letteratura e di rivisitare il ruolo dell’intellettuale: sul finire degli anni sessanta, Calvino allestisce in chiave allegorica e figurale un’allarmata riflessione sulla convivenza, profetizzando l’apocalisse di un mondo che è chiamato a recuperare l’antica fiducia nella progettazione e nell’utopia. / This work suggests new reading strategies for a novel that represents a singular event, not only in Italo Calvino’s narrative production, but also in the history of Nineteenth-Century literature. The Castle of Crossed Destinies (1973) is approached in a cartographical way, as an attempt to give the map of a labyrinthine world, complicated by inexhaustible meanings and, in any case, destined to be swallowed by Modernity’s wheel. Though conserving the features of the encyclopaedic novel, the Castle is shown as a book that tries to dodge the desire to represent the world as a whole, as a totality: on the contrary, it chooses to go through the paths of potentiality and metamorphosis, seeking the prime factors of every possible story. The Castle is a sort of Tower of Babel, an Ark of the Covenant: Savio’s thesis underlines that this novel grows out of the need to check the reasons of literature and to rethink the role of intellectuals: in the end of the Sixties, allegorically and figurally, Calvino sets up an alarmed reflection about the coexistence of mankind, foretelling the apocalypse of a world that is called to rescue its old faith in planning and utopia.
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PADRE LUIGI PIETROBONO COMMENTATORE DELL'OPERA POETICA DI GIOVANNI PASCOLI. CON UN'APPENDICE DI LETTERE A MARIA PASCOLI

TANTALO, LUCIA 10 July 2018 (has links)
Il presente lavoro si pone l'obiettivo di analizzare la produzione critica di ambito pascoliano del Pietrobono, con una particolare attenzione per l’influsso da lui esercitato nella costruzione della tradizione interpretativa e letteraria pascoliana. Il progetto di ricerca si è focalizzato sull’analisi di Pietrobono letterato, interprete e amico di Giovanni Pascoli, studiandone l’attività alla luce dei commenti alle Poesie di Pascoli approntate dal Padre scolopio, e alle relazioni comuni evidenziate dallo studio critico delle rispettive opere. Particolare rilievo si è posto alla ricostruzione della formazione del florilegio, alla curatela e al commento dell’antologia pascoliana pubblicata da Pietrobono nel 1918 e più volte rieditata: se ne sono analizzate le numerose edizioni e la variazioni apportate nella scelta di componimenti e nei commenti. Una sezione del lavoro riporta e analizza la corrispondenza epistolare intrattenuta tra Luigi Pietrobono e Maria Pascoli a partire dal 1912 sino al 1950. Ne emerge un rapporto intenso e proficuo dal punto di vista letterario-editoriale, nel quale i protagonisti si supportano per i rispettivi lavori che vanno pubblicando sulle opere di Pascoli. Di queste missive, presenti nell’archivio della Casa Museo di Castelvecchio, si è proceduto alla trascrizione e commento. / The aim of the present work is to provide a thorough analysis of the critical production of Pietrobono concerning Giovanni Pascoli with a particular emphasis on the influence that he exercised in building the literary and interpretative tradition on Pascoli’s poetic heritage. The research project is focused on the critical analysis of Pietrobono as a literary man, as an interpreter and close friend of Giovanni Pascoli. The analysis builds on the study of his activity in light of the comments to the opera Poesie of Pascoli made by the “Scolopio” father and of the common relations that clearly emerge from a critical assessment of their respective production. Particular attention has been devoted to the building of the florilegium and to the editorial choices and to the comment to the Pascoli’s anthology first published in 1918 and then re-edited several times. This works presents a detailed and careful analysis of the different editions and in particular of the different choices concerning the works included and of the changes in the comments. A section of the present research work is focused on the epistolary correspondence between Luigi Pietrobono and Maria Pascoli that started in 1912 and continued up to 1950. From the letters it clearly emerges a close relationship and very productive literary-editorial interaction between the two writers that advise and support each other concerning their works on Pascoli’s production. These letters, preserved in the archive of the Casa Museo di Castelvecchio, have been transcribed and commented in the present research work.
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INTRODUZIONE ALLA CRITICA MANZONIANA IN UNIVERSITA' CATTOLICA / Introduction to Manzoni critics in Università Cattolica

LOMOLINO, SIMONA 04 July 2017 (has links)
La tesi verte sulla critica manzoniana effettuata dai docenti di letteratura italiana non più in ruolo dell’Università Cattolica: l’attenzione si è concentrata sugli apporti che hanno maggiormente influenzato gli sviluppi successivi, per il loro valore intrinseco, il potenziale innovativo o lo spirito polemico. Ogni capitolo è dedicato a un singolo studioso; dopo una succinta introduzione biografica, si analizzano i principali contributi, raggruppati in modo tale da mantenere una coerenza di argomentazione e armonizzare il criterio contenutistico con quello cronologico delle opere prodotte. Parallelamente si rilevano collegamenti, differenze e punti di contatto fra le diverse opinioni, ma soprattutto gli elementi di originalità di ciascuna a livello di metodologie e strumenti usati, tipologia di critica e di scrittura, orientamento su aspetti specifici dell’opera manzoniana e novità apportate, oggetto delle riflessioni conclusive in chiusura di capitolo. E’ stato anche delineato il rapporto fra i singoli e le varie correnti, ripercorrendo a grandi linee l'evoluzione del pensiero critico italiano nei sec. XIX e XX. La figura e l’opera di Manzoni sono state indagate da un punto di vista ora tematico, ora stilistico, ora linguistico e filologico, tenendo in conto sia la tradizione letteraria italiana, che la cultura europea. Particolare accuratezza è stata riservata alla bibliografia finale. / The paper regards literary critics on Alessandro Manzoni, performed by professors of Università Cattolica: the attention is focused on the most important contributions, for their quality, innovation, polemic meaning. After an introduction, each chapter is dedicated to a single researcher: after a short biographical introduction, fundamental essays in chronological order are examined. In the same time relationships, differences and similarities are noticed, such as methodology, critic trends, writing style. Life and works of Manzoni are investigated from a thematic, stylistic, linguistic and philological point of view, regarding both Italian literary tradition and European culture. Relationship between each researcher and various critical currents is outlined, to range critical thinking evolution in Italy during XIX and XX centuries. Finally, particular care was given to bibliography.
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"IL BELLO ERA SENTIRLO RACCONTARE LE SUE AVVENTURE": UN ROMANZO DA ASCOLTARE

BORGHI, MARGHERITA 03 September 2021 (has links)
La tesi nasce dalla riflessione su un aspetto della fruizione dei Promessi sposi che rende il romanzo un unicum nella letteratura italiana: fin dai suoi esordi, il testo è stato letto ad alta voce e ascoltato nelle più svariate occasioni. Da qui l’idea di indagare se esistano, e quali siano, aspetti del testo che lo rendono particolarmente adatto all’ascolto. Conseguenza diretta dell’ascoltabilità del romanzo può essere, poi, la sua caratteristica memorabilità, grazie alla quale episodi e intere porzioni di testo si imprimono facilmente nella mente dei lettori-ascoltatori. La tesi si compone, dunque, di due sezioni, tra loro interconnesse, ma dedicate l’una, in modo più specifico, al primo aspetto in questione, l’ascoltabilità, l’altra al secondo, la memorabilità. Nel primo capitolo si pone l’attenzione sul rapporto tra I promessi sposi e la lettura ad alta voce; nel secondo capitolo l’analisi cerca di mettere in luce l’importanza del racconto orale (e dell’ascolto di narrazioni) nel romanzo; il capitolo terzo si concentra sulla ricerca delle caratteristiche (varietà e ripetizione) che rendono il romanzo memorabile a livello della sua struttura narrativa e delle connessioni tra le sue parti; il quarto e ultimo capitolo è dedicato ancora ai medesimi concetti, ma in questo caso l’analisi si focalizza sulle dimensioni morfo-sintattica e retorica del testo. / This thesis takes his origin from the reflection about a really singular feature that makes the novel I promessi sposi a unicum in italian literature. Since his first release, the text has been read aloud and listened in many and different occasions. Therefore, it has been tried to find the existence in the novel of some features that make it so suited to be listened to. A direct consequence of the novel's “listenability” is his typical “memorability”, that makes it really easy for the reader-listener to remember episodes and entire portions of the text. Thus, the thesis is composed of two sections, connected each other, but dedicated the one, in a more specific way, to the first feature at issue (“listenability”) and the other to the second (“memorability”).
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SPERANZA E SPERANZE NELLA LETTERATURA ITALIANA DEL SECONDO NOVECENTO / Hope and Hopes in Italian Literature in the Second Half of the Twentieth Century

MASETTI, LUCIA 14 May 2021 (has links)
Scopo della ricerca non è registrare esaustivamente le occorrenze della speranza nella letteratura contemporanea, bensì mostrarne con esempi significativi le molteplici sfumature, evidenziando così la sua pervasività nell’esperienza umana e la sua capacità di resistenza. In particolare è stata analizzata l’opera omnia di nove autori: Carlo Betocchi, Dino Buzzati, Italo Calvino, Giorgio Caproni, Primo Levi, Mario Luzi, Luigi Santucci, Vittorio Sereni e Ignazio Silone. Si è utilizzata una metodologia comparativa, con aperture multidisciplinari. La tesi è suddivisa in otto parti, corrispondenti a diverse declinazioni del tema centrale. La prima offre una descrizione generale della speranza e dei suoi presupposti, la seconda approfondisce il legame con l’esperienza della temporalità. Le due parti successive analizzano la speranza per come si attua nella vita del singolo, da due punti di vista complementari: in quanto virtù matura, che chiede all’uomo di essere all’altezza di sé stesso, e in quanto virtù “bambina”, che si esprime nell’attenzione alle piccole cose del quotidiano. La quinta parte si apre a considerare la speranza nelle relazioni interpersonali, la sesta si concentra sul suo rapporto con la bellezza (naturale e culturale); infine le ultime parti sviluppano il tema del trascendente, ossia della speranza in relazione alla morte e al Divino. / My research does not aim to record exhaustively the occurrences of hope in contemporary literature. It rather wants to show hope’s multiple nuances through significant examples, highlighting its pervasiveness and resistance. I specifically analyse the works of nine authors: Carlo Betocchi, Dino Buzzati, Italo Calvino, Giorgio Caproni, Primo Levi, Mario Luzi, Luigi Santucci, Vittorio Sereni and Ignazio Silone. I use a comparative methodology, with a multidisciplinary approach. My thesis is divided into eight parts, each of ones examines a different declination of the central theme. The first one offers a general description of hope and its presuppositions, the second one explores the link between hope and temporality. The next two parts analyse hope as practically displayed in individual life, from two complementary points of view: as a mature virtue, which asks every man to live up to himself, and as a "child" virtue, expressed in caring for the small things of everyday life. The fifth part opens to consider hope in interpersonal relationships, the sixth focuses on its links with natural and cultural beauty. Finally, the last two parts develop the theme of hope in relation to death and the Divine.
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COLOR LOCALE NELLA NELLA NARRATIVA REGIONALE ITALIANA DEL SECONDO OTTOCENTO

BAITA, BRUNELLA 25 February 2016 (has links)
Il presente lavoro si propone di iniziare a configurare un quadro unitario e sistematico della narrativa postverghiana sia sul piano letterario sia sul piano linguistico <<per la connotazione ambivalente del verismo come scrittura artistica in cui ricerca tematica e stilistica si condizionano in un rapporto inestricabile>>. Alla ricerca delle tracce di un vero o presunto “color locale” si sono scandagliate oltre centocinquanta novelle (Nicola Misasi, “In magna Sila”; Salvatore Di Giacomo, “Novelle Napolitane”; Matilde Serao, “Dal vero”; Domenico Ciampoli, “Trecce nere”; Gabriele D'Annunzio, “Terra vergine”; Mario Pratesi, “In Provincia”; Emilio De Marchi, “Sotto gli alberi”; Remigio Zena, “Le anime semplici. Storie umili”) la cui lingua è stata misurata sia rispetto agli strumenti normativi coevi sia rispetto all’uso corrente, ricostruito attraverso i lavori di studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione su aspetti diversi dell’italiano del XIX secolo: dalla lingua letteraria a quella giornalistica passando attraverso l’ambito colloquiale/famigliare che emerge dallo studio degli epistolari. L'introduzione letteraria che precede il quadro appena descritto propone un'analisi comparativa dei tratti caratterizzanti il verismo verghiano secondo la declinazione che ne offrono, nelle varie raccolte prese in analisi, gli autori coinvolti in questo studio. / Our work aims at building a unitary, systematic tableau of the Italian narrative after Verga. We have focused on literary and language aspects <<because of the double feature of Verismo as an artistic writing where the research of theme and style influence each other in a tangled relationship>>. Tracing a real or presumed 'local color', we have examined over one hundred and fifty short stories ( 'In magna Sila' by Nicola Misasi; 'Novelle Napolitane' by Salvatore Di Giacomo; 'Dal vero' by Matilde Serao; 'Trecce nere' by Domenico Ciampoli; 'Terra vergine' by Gabriele D'Annunzio; 'In Provincia' by Mario Pratesi; 'Sotto gli alberi' by Emilio De Marchi; 'Le anime semplici. Storie umili' by Remigio Zena). The language has been studied based on norms and everyday usage of those times. The latter has been shaped through the works of scholars who have analyzed different aspects of the Italian language from the 19th century, in literature, journalism, and also in more colloquial, familiar letters. The section about literature preceding the portrait pictured above offers a comparative survey of the specific traits of Verga's Verismo according to the variations made, in the already mentioned collections of short stories, by the authors involved in this research.

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