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GOVERNANCE AND SELECTIVITY IN MULTILATERAL AID ALLOCATION

RINALDI, DAVID 13 May 2013 (has links)
La tesi si incentra sulle questioni legate alla distribuzione degli aiuti multilaterali allo sviluppo; in particolare due temi sono affrontati: la selettività degli aiuti e la qualità della governance. L’elaborato si basa sulla letteratura concernente l’efficacia e la distribuzione degli aiuti ed unisce quest’ultima alla letteratura sulla political economy delle organizzazioni internazionali e sulla good governance. Attraverso un’analisi econometrica si intende capire se le organizzazioni multilaterali hanno a cuore la qualità della governance del paese ricevente al momento dell’allocazione degli aiuti. Con un modello GMM-Diff che adopera sia strumenti interni che esterni, si evidenzia come l’interesse per la governance da parte delle istituzioni multilaterali non sia solo retorica, come invece appare da uno studio preliminare. Inoltre, attraverso l’analisi di un panel a tre dimensioni, la tesi monitora l’applicazione della selettività degli aiuti. Viene rigettata l’ipotesi di un aumento della selettività e si evidenziano margini per un miglioramento dell’efficacia allocativa degli aiuti. Le agenzie multilaterali devono cercare di distribuire gli aiuti con criteri diversi da quelli di natura geopolitica. / The thesis examines the allocation of multilateral aid flows with respect to two current issues of the development agenda: the selectivity of aid and the quality of governance. The dissertation brings together three strands of the relevant literature: firstly, the reference literature relating to aid effectiveness and aid allocation, which is then followed by the literature on good governance and, lastly, on the political economy of international organizations. We carry out an econometric study to understand whether international organizations care about the recipients’ performance on governance. With a GMM-Diff methodology using both internal and external instruments we show that the focus on governance by multilateral bodies is not only rhetoric, as it appears at first glance. Moreover, we explore how the selectivity of multilateral aid varies over time by employing a three-dimensional panel. Our analysis rejects the hypothesis of increasing selectivity and confirms that there is room to improve on the allocation of aid. Multilateral institutions need to strengthen their efforts to allocate aid on criteria other than political-strategic ones.
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Fonti e modalità di innovazione: imprese giovani vs imprese mature / Sources and modes of innovation: young companies vs mature incumbents

PELLEGRINO, GABRIELE 13 May 2013 (has links)
Questa tesi si compone di tre capitoli che analizzano a livello empirico le fonti e le caratteristiche dell’attività innovativa di imprese giovani e mature operanti in due stati europei: Italia e Spagna. Nel dettaglio, nel Capitolo 2 l’attenzione è rivolata all’analisi delle determinanti della R&S delle giovani imprese, mentre nel Capitolo 3 e 4 si analizzano possibili differenze fra imprese giovani e mature circa la natura del legame esistente fra differenti input e output innovativi. I risultati delle stime econometriche realizzate nei 3 capitoli forniscono rilevanti indicazioni in merito a questi aspetti. In particolare, sembrerebbe che l’età sia un fattore fondamentale nel determinare le scelte e la performance innovativa di un’impresa. Entrando maggiormente nel dettaglio, differenti caratteristiche di impresa e fattori di mercato giocano un ruolo distinto nel determinare le peculiarità del processo innovativo svolto da imprese di differente età. In aggiunta a ciò, si riscontrano importanti differenze anche in merito ai fattori che determinano la performance innovativa di imprese giovani e mature. Queste evidenze di tipo generale potrebbero essere un segnale della scarsa efficacia delle innumerevoli politiche “erga-omnes” poste in essere a livello europeo al fine di aumentare l’intensità della spesa innovativa (con particolare riferimento alla R&S). / This thesis consists of three essays that explore the sources and modes of innovation activity in mature and young firms. In detail, Chapter 2 focuses on the determinants of young companies’ R&D activity, while Chapter 3 and 4 study the relationship between different innovative inputs and different innovative outputs by distinguishing among firms of different ages (mature vs young). The results of the econometric analyses performed in the three chapters shed some important light on the peculiarities of the innovative process of the young companies operating in two European countries: Spain and Italy. More in detail, they clearly suggest that the age of a firm is a relevant factor in determining its innovative behavior and its innovative performance. To be precise, what emerges is that various firm and market characteristics play distinct roles in boosting different types of innovation activities for young and mature firms. In addition, these two groups of firms seem to show important differences also with reference to the impact of various innovative inputs on their innovative performance. These general evidence could represent a signal of the ineffectiveness of “erga-omnes” polices aimed at increasing the level of R&D expenditure across all types of industries.
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ESSAY ON ECONOMIC CYCLES IN EMERGING AND ADVANCED COUNTRIES:SYNCHRONIZATION, INTERNATIONAL SPILLOVERS AND THE DECOUPLING HYPOTHESIS

PESCE, ANTONIO 10 June 2014 (has links)
Questo lavoro contribuisce al dibattito sul “decoupling delle Economie emergenti (EE) rispetto alle Economie Avanzate (EA)” rispondendo principalmente alle seguenti domande: “La vulnerabilità delle EE a schock esterni (siano essi reali o del credito) provenienti dalle EA è cambiata nel tempo? E’ cresciuta o si è ridotta, come implica l’ipotesi del decoupling?” Al fine di misurare l’impatto che un eventuale schock esterno avrebbe esercitato sulle EE in diversi periodi degli ultimi decenni, sono stati eseguiti esperimenti di analisi controfattuale utilizzando un modello econometrico Time Varying Panel VAR con coefficienti fattorizzati. Le analisi mostrano che negli ultimi trenta anni le EE sono diventate meno vulnerabili a shock provenienti dalle EA, siano essi di natura reale o shock del credito. Sebbene questo risultato supporti l’idea del decoupling, è importante notare che la resilienza delle EE a shock esterni è evoluta nel tempo in maniera non progressiva ma piuttosto evidenziando fasi di più forte resilienza seguite da fasi di minore resilienza e vice versa; un “sentiero a onde” non ancora pienamente considerato nella letteratura economica. Le EE sono inoltre risultate più vulnerabili a shock del credito rispetto a shock reali; questa maggiore vulnerabilità relativa ha raggiunto il suo picco negli anni più recenti. / This work aims to contribute towards the debate on “decoupling of Emerging Economies (EEs) from the Advanced Economies (AEs)” by addressing the following main questions: “Has the EEs’ vulnerability to external shocks (both real and credit shocks) coming from AEs changed over time? If so, has it grown or decreased, as the decoupling hypothesis claims?” In order to measure the impact that external shocks would have on the EEs’ GDP growth in different periods of last decades, counterfactual experiments were performed using an econometric Time Varying Panel VAR model with factorized coefficients. The analyses show that over the last thirty years EEs have become less vulnerable to shocks spreading from the AEs. Despite this represents evidence in favour of the decoupling hypothesis, it is important to note that EEs’ resilience to external shocks has changed in a non-progressive manner over time, with phases of greater resilience followed by others of lower resilience, and vice versa; this outlines a “wave-like” path whose evidence has yet been fully analyzed in the economic literature. Moreover, the EEs have shown to be more vulnerable to credit shocks than to real ones; this greater relative vulnerability has reached its peak in the most recent years.
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PREDICTING CRASHES AND MANAGING PORTFOLIO IN CRISIS PERIOD

MADONNA, MICHELE MARIA 06 March 2015 (has links)
Eventi come l’ultima crisi finanziaria sono una delle principali cause di perdite inattese negli investimenti finanziari. Infatti, durante una crisi finanziaria, la volatilità dei rendimenti azionari aumenta a causa degli shock dei mercati, incrementando la probabilità di perdita. Per fronteggiare gli effetti della crisi gli investitori , sfruttando possibili informazioni provenienti dai mercati, dovrebbero impostare con anticipo le proprie strategie di investimento e gestirli in modo appropriato per limitare gli effetti degli shock. In base a tali considerazioni si è analizzato, con tale studio, la capacità di predizione da parte di alcune variabili finanziarie/economiche ( BSEYD e Term Yield Spread) dell’andamento dei principali mercati europei ( Germania, Francia e Spagna) e si è definita un appropriata strategia di investimento per i periodi di crisi, costruendo un modello di portafoglio neutrale agli shock. I periodi analizzati sono stati rispettivamente : 1994-2013 e 2003-2014. I risultati hanno dimostrato che le variabili analizzate presentano diverso potere di predizione dei mercati considerati e che la perfomance del portafoglio neutrale agli shock di mercato è migliore di quella del portafoglio market neutral nei periodi di crisi. / Events like the last financial crisis are one of the principal causes of unexpected loss in investments. During a financial crisis period the stock return volatility increases for effect of internal and external shocks and the probability of reaching the expected return become lower , increasing the probability of loss. To face crisis effects, international investors should consider possible signals and information present in the market about possible crashes or declining period to set in advance their investment strategies and to manage them properly to limit the shock effects. On the basis of these considerations, with this study, we analyzed the predictive power of 2 economic/ financial variables( BSEYD and Term spread yield) on principal European stock markets (France, Germany and Spain) and defined a proper investment strategy for financial crisis period, building a portfolio model that is neutral to the international market shocks. The study has been conducted in two periods: 1994-2013 ( prediction analysis) and 2003-2014 (shock neutral portfolio mode). Results show different predictive power on the of the variables on the different markets analyzed and a better performance of the shock neutral portfolio than the market neutral portfolio strategy in declining period of the market.
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ESSAYS ON THE SINGLE-MINDEDNESS THEORY

CANEGRATI, EMANUELE 21 January 2008 (has links)
The scope of this work is analysing how economic policies chosen by governments are influenced by the power of social groups. The core idea is taken from the single-mindedness theory, which states that preferences of groups and their ability to focus on the consumption of goods enable them to obtain the most favourable policies. This approach exploits the advantages of probabilistic voting theory, ability to manage the multidiemnsionality and possibility to study precisely how politicians tailor their policies to groups' features. Unlike classic probabilistic voting models, my theory assumes that the density function which captures the distribution of political preferences depends on consumption of goods and preferences of individuals. The higher the consumption of goods, the higher the density, the higher the political power. This mechanism is better explained by considering the role played by "swing voters". Since they are pivotal to changing the equilibrium, candidates must favour them because they realise that even a small change in policy could force them to vote for the other candidate, Thus, the lower the loyalty of voters for parties, the higher the benefit they obtain. As a consequence, these voters are better off and represent the winners of the political process.
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La diseguaglianza di opportunità in Italia / INEQUALITY OF OPPORTUNITY IN ITALY / Inequality of Opportunity in Italy

PACE, MARIA LUCIA 13 October 2017 (has links)
La diseguaglianza dei redditi è comunemente analizzata e misurata attraverso l’impiego di varie misure quali l’indice di Gini, il coefficiente di variazione, l’indice di Theil, la varianza dei logaritmi ed altri ancora (Sen, 1970). A partire dagli anni ’90 l’applicazione di tecniche di scomposizione relative, ad esempio, all’indice di Theil hanno reso possibile quantificare due diverse componenti della diseguaglianza ovvero la disuguaglianza legata allo sforzo individuale e la disuguaglianza dovuta alle ineguali opportunità. Questa seconda componente dipende esclusivamente da fattori esogeni, non controllabili dall’individuo, e, per questa ragione, è a ragione considerata una diseguaglianza “ingiusta”. Alla componente residua della scomposizione è di solito attribuito, invece, il significato di disuguaglianza nello sforzo, ovvero quanto ciascun individuo si è impegnato per raggiungere un determinato obiettivo di successo economico. L’applicazione di questo approccio alle misure di diseguaglianza ha permesso di studiare quale tipo di disuguaglianza prevalga all’interno di un Paese e, soprattutto, quali siano le circostanze esogene che incrementano la disparità nelle opportunità. Il presente lavoro si muove lungo questa linea di ricerca proponendo un metodo per testare il peso relativo delle due componenti e la loro significativita’. Come misura di diseguaglianza si e’ scelto di considerare il coefficiente di variazione in modo da ricondurre il test ad un problema di Analisi della varianza (ANOVA) a piu’ vie. Il test viene presentato facendo riferimento ai dati dell’ISTAT e dell'indagine Bankitalia sui redditi delle famiglie. Dopo quest'analisi preliminare sulle determinanti della diseguaglianza di opportunità in Italia, si utilizza la scomposizione della diseguaglianza nelle sue due componenti: diseguaglianza di opportunità e diseguaglianza legata all'impegno, per definire univocamente l'effetto della diseguaglianza sulla crescita economica. L'analisi econometria è svolta sui dati dell'indagine sulla ricchezza e sui redditi delle famiglie forniti dalla Banca d'Italia. L'effetto viene stimato utilizzando il modello panel dinamico con il metodo di stima GMM. / While the analysis of inequality has been central to economic studies for cen- turies, in recent years many studies concentrated on the distinction between in- equality of opportunity (IO) and inequality of returns to effort (IE) and attempted empirical estimates of the two components, e.g. in US and in Europe. The decompo- sition of a general inequality index into these two components allows to analyze the prevalence of fair or unfair income inequality within a country. This paper suggests to test the differences between the two sources of inequality in a simple way using the ANOVA framework adapted to decompose the coefficient of variation, to better suit the requirements of an inequality index. The proposed procedure is applied to the Italian Survey on Income and Living Condition (IT-SILC data, wave 2005 and 2011). The analysis of the results help identifying the circumstances that foster the rise of inequality of opportunities in Italy. Our analysis shows in particular, that father education, region of residence and gender result as the most relevant circumstances determining inequality of opportunity. On the other side, the role of mother education starting from a lower level, as an inequality of opportunity factor, is increasing its influence over time. The decomposition of inequality index in two components allows not only to analyze the prevalence of fair or unfair income inequality in a country, but also to find a clearer relation between inequality and growth. In fact, it is still missing an analysis of the relation between inequality of opportunity and economic growth in Italy. This paper aims at filling in that gap, by using Italian data from Bank of Italys Survey on Income and Wealth from 1998 to 2014. We choose the coefficient of variation to measure inequality of opportunity at the regional level and, then, we studied its relation with economic growth using Dynamic Panel Data models estimated through System- GMM. Finally, in order to check if the coefficient of variation could be a measure as good as the Entropy’s index, I will compare the results of the estimated panel models with the two different inequality of opportunity indeces. We evaluate the effect of inequality of opportunity on different length of the economic growth rate, going from a short term (2 years) to a very long term growth rate (10 years). Our results shows that, in Italy, inequality of opportunity is negative in the short period, but it does not have any effect on long run growth.
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LE AZIONI SONO PIù ELOQUENTI DELLE PAROLE? TESTI E GIOCHI IN UN ESPERIMENTO CONDOTTO IN DUE CARCERI STATUNITENSI / DO ACTIONS SPEAK LOUDER THAN WORDS? TEXTS AND GAMES IN AN EXPERIMENT HELD IN TWO AMERICAN PRISONS / DO ACTIONS SPEAK LOUDER THAN WORDS? TEXTS AND GAMES IN AN EXPERIMENT HELD IN TWO AMERICAN PRISONS.

ESPOSTO, ELENA 16 April 2018 (has links)
La tesi presenta alcuni dei risultati di un esperimento longitudinale condotto in due carceri statunitensi tra settembre 2015 e giugno 2016. L’obiettivo dell’analisi è testare lo studio delle preferenze sociali nella cornice dell’Economia Comportamentale e della teoria dei giochi (osservazione diretta del comportamento dei soggetti chiamati a compiere delle scelte in alcune situazioni selezionate), piuttosto che attraverso risposte a questionari auto valutativi. Infatti vengono messe in relazione i comportamenti osservati nei giochi e le spiegazioni che i soggetti intervistati danno di essi. Attraverso analisi statistica si può arrivare a dire che i comportamenti osservati nei giochi non sono sempre sufficienti per evidenziare le preferenze sociali dei soggetti, così come, del resto, non lo sono le risposte narrative. La conclusione che viene tratta dall’elaborato è che osservazione diretta dei comportamenti e analisi delle narrative personali dei soggetti sono due elementi ugualmente importanti per la comprensione delle preferenze sociali e che, lungi dall’escludersi a vicenda, si completano. / The thesis presents some of the results of a longitudinal experiment conducted in two U.S. prisons between September 2015 and June 2016. The objective of the analysis is to test the efficacy of studying social preferences in the framework of behavioral Economics and game theory (direct observation of the behaviour of the subjects asked to make choices in real situations), rather than through self-evaluative questionnaires and surveys. In fact, the analysis links the behaviors observed in the games and the explanations given by the subjects. In general it can be said that the behaviors observed in the games are not always sufficient to highlight the social preferences of the subjects, as well as, moreover, are not the narrative answers. The conclusion that comes from the elaborate is that direct observation of the behaviors and analysis of the personal narratives of the subjects are two equally important tools in the study social preferences and that, far from being mutually exclusive, they complement each other.
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I consumatori di fronte ai paradossi dell’offerta di prodotti alimentari sostenibili. Uno studio comparativo tra Francia e Italia / LES CONSOMMATEURS FACE AUX PARADOXES DE L'OFFRE DE PRODUITS ALIMENTAIRES DURABLES. Une étude comparative entre France etItalie / Consumers faced with the paradoxes of sustainable food products offer. A comparative study between France and Italy

MORUZZI, ROMINA 21 February 2013 (has links)
Questo studio si propone di esplorare i paradossi esistenti nell’offerta di prodotti alimentari sostenibili e, di conseguenza, i comportamenti (strategie di coping) (Lazarus e Folkman, 1984) adottati dai consumatori al momento di tale percezione. A questo scopo abbiamo adattato il modello concettuale di Mick e Fournier (1998), sviluppato inizialmente per i paradossi delle tecnologie moderne, al contesto dell’Alimentazione sostenibile. A livello metodologico, è stata realizzata un’inchiesta qualitativa presso 84 individui “ordinari” (non militanti) in Francia e Italia. In più, sono stati interrogati 18 soggetti (individui militanti) che fanno abitualmente i loro acquisti presso la rete dell’AMAP, in Francia, e dei GAS in Italia. Le interviste semi-strutturate hanno permesso di mettere in luce delle differenze tra i consumatori “ordinari” dei due Paesi da un punto di vista delle strategie di coping evocate per superare i paradossi percepiti. Così abbiamo proposto tre profili di consumatori “ordinari”. Al contrario gli individui militanti si avverano come un gruppo più omogeneo tra i due contesti d’indagine, sia a livello di percezione di paradossi sia nell’adozione di pratiche sostenibili. La ricerca ha, altresì, evidenziato delle caratteristiche più specifiche alle due nazioni, per esempio a livello della struttura di mercato, della comunicazione sui prodotti sostenibili, nonché nell’ottica delle caratteristiche socioculturali. Pertanto questo studio ha avuto tre obiettivi: teorico al fine di verificare i paradossi elencati e le strategie di coping adottate dai consumatori francesi e italiani; metodologico adattando gli “ingranaggi” del modello concettuale di Mick e Fournier (1998) al contesto specifico di ricerca; e poi pratici allo scopo di distinguere degli elementi frenanti la diffusione dell’offerta sostenibile e altri che possano favorire lo sviluppo di un consumo sostenibile in ciascun Paese, come attraverso un’offerta più mirata agli aspetti ambientali in Francia ("filière nord/nord" di agricoltori francesi equo-solidali, biologici e locali) e delle produzioni più legate agli aspetti etici in Italia (ex. prodotti di economie solidali). / This study aims to explore existing paradoxes in the offer of food sustainable products and consequently consumers’ behaviours (coping strategies) (Lazarus and Folkman, 1984) at the time of this perception. For this purpose, the theoretical model of Mick and Fournier (1998), built initially for studying the paradoxes of modern technologies, were adapted to sustainable food consumption. At methodological level, a qualitative survey was conducted among 84 “ordinary” consumers in France and Italy. Later other 18 subjects, usually involved into sustainable purchases (participants of AMAP, GAS), were interviewed. The semi-structured interviews shed light on some differences between “ordinary” consumers of the two countries when they adopted coping strategies to go beyond perceived paradoxes. Thus we proposed three ordinary consumers’ profiles. On the contrary engaged individuals are like a more homogeny group going over national boundaries. They agree with paradoxes and sustainable practices. In addition, the research pointed out some divergent aspects connected with specific context, for instance market of sustainable food products, communication over this offer and social cultural characteristics. Finally, this work had three objectives: theoretical to verify the paradoxes listed and evocated consumers’ strategies by French and Italian consumers; methodological regarding the adaptation of the conceptual model “gears” of Mick et Fournier (1998) to the context of sustainable consumption; and then practical ones such as identification of barriers for developing sustainable consumption and specific possible ways of growth: more attention to environmental aspects in France (“filière nord/nord” of organic, fairly, local French peasants) and ethics products in Italy (products issued from social economies).
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Le reti nel mondo della scienza: tre elaborati sulla collaborazione scientifica. / Networks in Sciences: Three Essays on Scientific Collaboration

TOGNI, LARA 16 April 2013 (has links)
Questa tesi di dottorato si pone come scopo lo studio della relazione complessa tra produttività e collaborazione scientifica sia di tipo formale sia informale. L’approccio che è adottato cerca di superare il classico trade-off che emerge dalla letteratura sulle reti e sulla teoria dei giochi; infatti, questa tesi rappresenta il tentativo di sviluppare una sintesi dell’approccio micro e macro allo studio delle collaborazioni scientifiche. A tal fine, il classico bagaglio metodologico è stato arricchito utilizzando tecniche di analisi complementari, quali l’analisi delle reti (e.g.: indici di centralità delle reti e coefficienti di clustering), l’econometria (e.g.: modelli di regressione ZIP e modelli di regressione troncati) ed infine l’economia sperimentale (e.g.: esperimenti in laboratorio). In particolare, sono state prese in considerazione due diverse comunità scientifiche con lo scopo di porre in evidenza le caratteristiche che le contraddistinguono: la comunità dei Geografi Top e la comunità degli Economisti italiani. Questa tesi è strutturata con il fine ultimo di porre in evidenza il ruolo che gli incentivi individuali degli scienziati parte della rete giocano nel modellare le strutture di collaborazione all’interno della rete stessa; ma, allo stesso tempo, nell’influenzare la propria produttività scientifica. Questa tesi è composta da tre diversi elaborati, ciascuno dei quali guarda al fenomeno della collaborazione e della produzione scientifica seguendo prospettive differenti, per permettermi di mettere in evidenza il ruolo giocato da quattro pilastri (i.e.: reti, comunità scientifiche, comportamenti collaborativi, incentivi individuali e conseguenze collettive) sulla base dei quali si fondano le strutture e la dinamica del “mondo della scienza”. / The aim of this thesis is to study the complex relationship between scientific productivity and (formal and informal) scientific collaborations. We follow an approach which goes beyond the classical trade-off that emerged from the literature around networks studies and game theory, in the attempt of developing a synthesis between a micro and a macro approach. In doing so, we enrich the toolset of available methodologies by adopting instruments which are typical of Network Analysis (e.g.: networks’ indices of centrality and clustering), Econometrics (e.g.: ZIP and Censored regressions), and Experimental Economics (e.g.: Laboratory experiments). In particular, we look at two different scientific communities, in order to capture different characteristics of the networks: the community of Top geographers, and the community of Italian economists. This thesis is structured with a view to emphasising the role that the incentives which move scientists within their network of collaboration play on shaping the network itself, but also on influencing their scientific productivity. The thesis is composed of three different essays, each of which approaches the phenomena of scientific production and collaboration from different perspectives, allowing me to highlight the role played by four basic components (i.e.: networks, scientific communities, collaborative behaviours, individual incentives and collective outcomes) in shaping the structure and dynamics of the “world of science”.
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POLICY PROPOSAL ON THE FINANCE AND GROWTH RELATIONSHIP: UNDERSTANDING THE SWITCH FROM "VIRTUOUS" TO "BAD" CYCLES

LAURETTA, ELIANA 22 May 2014 (has links)
Studi condotti sulla crisi finanziaria del 2007-09 e la recessione economica hanno evidenziato l’inadeguatezza delle teorie predominanti e la loro inefficacia nel proporre adeguate soluzioni di policy. La presenza di moneta bancaria nell’economia e di un sistema finanziario caratterizzato da innovazione finanziaria e speculazione modificano profondamente la natura stessa del processo di credit creation. Una nuova prospettiva sulla relazione tra finanza e crescita economica necessita essere sviluppata cercando di colmare le lacune esistenti tra New Growth Theory e Evolutionary Theory, come J.A. Schumpeter (1934) e altri studiosi hanno evidenziato. I fattori strutturali sono alla base della persistente instabilita` finanziaria nell’economia. Questo studio tenta di spiegare l’ipotesi che sta alla base dell’intera analisi circa il passaggio avutosi nell'impianto strutturale dell'economia da un virtuous cycle ad un bad cycle, e dimostrare l’esistenza di cio` che definiamo wealth trap, la quale e` ipotizzata essere conseguenza di un sistema finanziario tecnologicamente avanzato, ma non socialmente avanzato. Un modello non lineare ad Agenti (AMB) chiamato BFSE (Based-line Financial System Economy) mostra , tramite la sperimentazione sul modello ICEACE(Erlingsson et al., 2011), evidenze sulla centralita` del sistema finanziario e dell’esistenza del bad cycle. Una discussione sulle macroprudential policies e le politiche strutturali e` introdotta. / Studies of the 2007-09 credit crisis and the resulting recession have revealed the inadequacy of the predominant theoretical frameworks and their failure to propose adequate policy solutions. The presence in the economy of bank money and a financial system characterized by financial innovation and speculation changes the nature of credit creation. As J.A. Schumpeter (1934) and others scholars have recognized, a new perspective on the financial-growth relationship needs to be developed by filling the gaps in New Growth Theory and Evolutionary Theory - two Sons of Schumpeter - and in some way combining them. Structural factors are at the bottom of the persistence of the financial instability in the economy. The goal of this research is to explain the main hypothesis of the historical passage of the economy from a virtuous to a bad cycle and to show the existence of the wealth trap, which is a consequence of a high-technologically advanced financial system within the economic system. A non-linear ABM (Agent Based Model) called BFSE provides, through experimentation using ICEACE model (Erlingsson et al., 2011), interesting evidences of the centrality of the financial system and the bad cycle. Macroprudential and structural policies are introduced.

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