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Barnaba da Modena

Liardo, Luca <1977> 30 June 2010 (has links)
No description available.
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Miti ed eroi nella ritrattistica francese tra XVI e XVIII secolo

Solacini, Claudia <1978> 29 June 2010 (has links)
No description available.
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Matters of taste: the neoclassical furniture in the Italian portraits from the late eighteenth century to the Restoration

Madrid Martin, Jose Maria <1981> 30 March 2012 (has links)
Analysis and description of the furniture shown on Italian portraits from the late eighteenth century to the period of the Restoration. We have studied real examples of environments still exist with their furniture, chairs, mirrors, lamps, etc. in different areas of Italy. All this to explain the refined taste and cosmopolitan of the characters painted in the portraits, that for this reason they were considered fashionable
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«L’Eroica» e la xilografia italiana dal tardo simbolismo all’espressionismo (1911-1917) / “L’Eroica” and italian xylography from late symbolism to expressionism (1911 – 1917)

Virelli, Giuseppe <1974> 19 July 2012 (has links)
Il lavoro di ricerca vuole analizzare, attraverso lo studio specifico della rivista artistico letteraria «L’Eroica» fondata a La Spezia nel 1911 da Ettore Cozzani e Franco Oliva, gli artisti e le situazioni in cui si sviluppa e si diffonde in Italia un linguaggio grafico di tipo fauve-espressionista, in perfetta sintonia con le coeve esperienze straniere. Nello specifico, si è focalizzata l’attenzione sui così detti ‘anni eroici de L’Eroica’ (1911-1917), periodo in cui risulta più evidente il passaggio che si ebbe nel panorama dell’illustrazione italiana da uno stile ancora riconducibile a un linguaggio simbolista a uno, per l’appunto espressionista. Questa rivista, infatti, nella fase conosciuta come “gli anni eroici dell’Eroica” (1911-17), s’interessa in modo quasi esclusivo alla xilografia contemporanea avvalendosi in un primo momento della collaborazione di artisti noti nell’ambito del gusto liberty come, ad esempio, Adolfo De Carolis e dei suoi allievi (Gino Barbieri, Ettore di Giorgio, Antonio Moroni). Tale collaborazione però termina con la cosiddetta “Secessione degli Xilografi”, ossia l’abbandono nel 1914 da parte di De Carolis e dei suoi della testata spezzina, circostanza questa che determinerà un nuovo indirizzo stilistico per la rivista in cui prenderanno sempre più spazio artisti di una generazione più giovane, peraltro già attivi su «L’Eroica» stessa, quali ad esempio Lorenzo Viani, Arturo Martini, Emilio Mantelli, Felice Casorati, Giuseppe Biasi, Roberto Melli e Gino Carlo Sensani, questi ultimi tutti rappresentanti di un espressionismo italiano di primo ordine / By means of the specialized literary and artistic journal “L’Eroica”, founded in La Spezia by Ettore Cozzani and Franco Oliva in 1911, this research aims to study the artists and the situations that contributed to develop and spread in Italy a fauve-expressionist graphic language in perfect wavelength with the contemporary foreign movements. In particular the focus has been placed on the so called “heroic years of L’Eroica” (1911- 1917), a period marked by a considerable switch from a style still linked to symbolism to an expressionist one within the Italian illustration panorama. As a matter of fact the journal in the “heroic years of L’Eroica” (1911-17) focused almost exclusively on the contemporary xylography counting on the support of renowned artist of the liberty milieu such as Adolfo de Carolis and his pupils (Gino Bramieri, Ettore di Giorgio and Antonio Moroni). In 1914 this co-operation ended with the so called “Secession of the Xylographers” when De Carolis and his followers from La Spezia decided to leave the journal. This circumstance gave birth to a new stylistic trend for the journal that witnessed the entrance of a younger generation of artists, who were already active within L’Eroica, such as Lorenzo Viani, Arturo Martini, Emilio Mantelli, Felice Casorati, Giuseppe Biasi, Roberto Melli e Gino Carlo Sensani, these last ones all representatives of the main Italian Expressionism.
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Marco Zoppo e il Rinascimento tra l'Emilia e il Veneto / Marco Zoppo and the Renaissance between Emilia and Veneto

Calogero, Giacomo Alberto <1982> 16 September 2014 (has links)
La presente ricerca si occupa della figura di Marco Zoppo, pittore e artista poliedrico, nato a Cento, in Emilia, intorno al 1432. L'indagine si concentra soprattutto sugli esordi e la prima maturità di questo artista, che lo videro attivo in centri importanti come Bologna e Padova e Venezia. / This research deals with the crucial personality of Marco Zoppo, painter and multi-talented artist, who was born in Cento, Emilia, in about 1432. The study focuses primarily on his beginnings and early adulthood, which he spent mostly in important artistic centers such as Bologna, Padua and Venice.
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I manoscritti miniati dell'Illustratore nella cultura figurativa del secondo quarto del XIV secolo / The Illuminated Works of the Illustratore in the Visual Culture of the Second Quarter of the Fourteenth Century

Del Monaco, Gianluca <1984> 17 September 2012 (has links)
La tesi è dedicata alla personalità artistica dell’Illustratore, tra i protagonisti della miniatura bolognese degli anni trenta e quaranta del Trecento, così felicemente soprannominato da Roberto Longhi. Dopo un capitolo dedicato alla vicenda critica dell’artista, la tesi affronta il percorso artistico dell’Illustratore nell’ambito della decorazione libraria bolognese del secondo quarto del XIV secolo. Ho trattato le opere attribuite al’Illustratore insieme agli esempi contemporanei della miniatura bolognese, in modo da far emergere il ruolo di questo maestro nelle relazioni con il contesto cittadino. Nella successione cronologica dei manoscritti, emerge un nuovo sconvolgimento caotico che scardina l’ordine spaziale e compositivo delle opere iniziali debitrici del giottismo del Maestro del 1328. Il capitolo si conclude con alcune osservazioni sui rapporti tra il maestro e i suoi aiuti e sul rapporto con Buffalmacco. In questo capitolo sono inoltre presentate due nuove attribuzioni. Gli ultimi due capitoli sono un approfondimento sull’interazione tra il linguaggio figurativo dell’artista e la funzione dell’immagine quale forma di comunicazione visiva in stretta relazione con i testi scritti che accompagnano e sui caratteri della committenza, là dove è possibile definirli. La prima parte del terzo capitolo è dedicata all’illustrazione dei libri legales, mentre nella seconda parte si tratta di un caso particolare, le iniziali istoriate dell’Inferno e del Purgatorio di Dante Alighieri della Biblioteca Riccardiana di Firenze (ms. 1005), per molti aspetti riconducibili all’illustrazione giuridica. La mia intenzione in questo capitolo è di verificare come il caratteristico linguaggio narrativo espressivo e diretto dell’Illustratore abbia risposto alla funzione delle immagini dipinte nei codici giuridici di offrire una struttura materiale alla memorizzazione visiva per via di luoghi e figure dei contenuti di studio del diritto comune. In appendice alla tesi si trova un catalogo dei manoscritti decorati da miniature dell’Illustratore, comprensivo anche di una sezione per le opere di dubbia o erronea attribuzione. / The dissertation concerns the Illustratore, one of the main Bolognese illuminators in the 1330s-1340s. His effective nickname was invented by Roberto Longhi. After a chapter on the modern scholarship about this artist, the thesis deals with the artistic path of the Illustratore in the contest of the Bolognese illumination of the second quarter of the fourteenth century. I have considered the works of the Illustratore together with Bolognese contemporary illumination so as to highlight the role of the Illustratore in the artistic milieu of Bologna. The illuminated manuscripts chronologically ordered show a progressive chaotic upheaval unhinging the spatial order of composition present in the early works by the master, indebted to the giottesque style of the 1328 Master. The chapter ends with a few observations on the relationships between the Illustratore and his collaborators and about the relationship between his art and Buffalmacco's. Furthermore, this chapter presents two works newly attributed. The last two chapters go deeper into the interaction between the visual language of the Illustratore and the images painted in books seen as visual media strongly connected with the written texts they are bound together. The first part of the third chapter is about the illustration of legal books, whereas the second part deals with a special case: the historiated initials of the Divine Comedy Ricc. 1005 in Florence. This chapter is intended to verify how the typical expressive and immediate narrative of the Illustratore fulfilled the task of painted images in legal books to provide a material structure for the visual memorisation through place and figures of the contents of ius commune. The dissertation has an appendix with a complete catalogue of the illuminated manuscripts of the Illustratore, including a section for wrongly or dubiously attributed works.
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La committenza artistica dei Templari e degli Ospitalieri in Emilia Romagna / The art of Templars and Hospitallers' commanderies in Emilia Romagna

Cova, Paolo <1981> 17 September 2012 (has links)
La tesi di dottorato La committenza artistica dei Templari e degli Ospitalieri in Emilia Romagna cerca attraverso un approccio metodologico multidisciplinare di ricostruire il patrimonio artistico delle commende dei due ordini religioso cavallereschi in regione. La tesi è stata concepita per riflettere anche a livello strutturale la metodologia d’indagine, così un primo capitolo è dedicato all’analisi storica dei due ordini, con particolare attenzione alla comprensione del rapporto tra gli ordini e il mondo dell’arte. Una secondo capitolo invece è incentrato sulla storiografia artistica relativa e sulle impegnative indagini d’archivio, che, soprattutto attraverso l’utilizzo di una vasta documentazione inedita, hanno permesso di fornire nuovi elementi alla definizione della rete degli insediamenti e della loro decorazione. Lo studio prosegue con la specifica ricostruzione storica e storico artistica delle commende attraverso l’indagine sui singoli insediamenti, dove si è cercato di dar conto delle vicende artistiche e della storia dei suoi protagonisti. Contestualmente alla redazione di questo capitolo, riconoscendo la storia, il senso e l’importanza della scuola stilistico-filologica, si procede alla redazione delle schede di catalogo delle opere superstiti, sia di quelle ancora nelle ex-commende sia di quelle che oggi hanno altre collocazioni. Successivamente, senza necessariamente trarre conclusioni definitive su un lavoro di ricerca che per sua natura è in divenire, si argomentano alcune riflessioni sulla natura, i limiti, i caratteri e l’evoluzione della committenza dei due ordini cavallereschi in regione. Si è così riscoperto un patrimonio artistico vasto e articolato che coniuga capolavori con opere di cultura assai più corsiva, ma comunque sempre capace di raccontare la storia dei suoi artefici (alcuni - come Aristotele Fioravanti, Girolamo da Treviso, Pietro Bembo o Ranuccio Farnese - veri e propri protagonisti del loro tempo), in continuo e sostanziale dialogo con le culture artistiche che hanno attraversato la regione, e non solo, tra Medioevo e Modernità. / The dissertation, titled The art of Templars and Hospitallers' commanderies in Emilia Romagna, tries, through a multidisciplinary approach, to reconstruct the artistic heritage of two monastic and chivalrous Orders in the region. The dissertation was conceived in order to reflect, also in the structural level, the survey methodology: the first chapter was dedicated to an historical analysis of the two Orders, with particular attention to the relation between them and the art-world; the second chapter, instead, was focused on the relating artistic historiography and on a challenging archive investigations, that, above all through the use of an extensive and unpublished documentation, permitted to reveal new elements for a better understanding of the settlements’ net and their decoration. The research continued with the specific historic and artistic reconstruction of the commanderies: through a survey about the specific settlements, I tried to point out the artistic and historic events of its protagonists. Subsequently, without claiming to draw conclusions in a work that necessarily is in becoming, I developed some reflections on the nature, the limits, the characteristics and developments of the artistic patronage. Finally, the card’s stylistic analysis completed my investigation, giving meaning to the historic and documentary surveys. In this way I rediscovered an extensive and articulated artistic heritage that combines masterpieces and more modest works, but in any case capable of delineating the history of their authors (some of them, like Aristotele Fioravanti, Girolamo da Treviso, Pietro Bembo and Ranuccio Farnese, real protagonists of the time), in a continue and substantial dialogue with the artistic cultures that crossed the region, and not only the region, between Middle Age and Early Modernity.
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La fotografia, il film e il video nella Land art tra documentazione e sperimentazione / The photography, the film and the video of Land art between documentation and experimentation

Stevanin, Federica <1983> 11 September 2013 (has links)
La tesi affronta il ruolo problematico della documentazione nella Land art, sia per quanto riguarda l’immagine diffusa dai magazine e dalle riviste d’arte, sia affrontando nello specifico il rapporto con i media nella poetica degli artisti, dedicando particolare attenzione a De Maria, Heizer, Oppenheim, Smithson, Holt, Dibbets, Long, Fulton e Christo e Jeanne-Claude. / The thesis deals with the problematic role of the documentation in Land art, both with the image of the movement displayed in magazines and art reviews and dealing with the relationship established with the media by the artists, in particular De Maria, heizer, Oppenheim, Smithson, Holt, Dibbets, Long, Fulton and Christo and Jeanne-Claude.
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Paul Flandrin (1811-1902), un nuovo sguardo sul paesaggio dell'Ottocento / Paul Flandrin (1811–1902), a new look on 19th century french landscape

Marchetti, Elena <1980> 18 September 2013 (has links)
Questa ricerca ha l’obiettivo di dare nuovi contributi alla conoscenza della pittura di paesaggio francese nell’Ottocento attraverso lo studio dell’opera di Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin si colloca al crocevia di esperienze fondamentali nella ricerca artistica di metà Ottocento: l’eredità di Camille Corot, l’insegnamento di Jean-Auguste Dominique Ingres, la pratica del lavoro en plein air, la tradizione del paesaggio neoclassico. Il corpus di opere del pittore lionese Paul Flandrin (1811-1902) ricostruito in questa tesi è frutto di una sistematica operazione di ricerca sul campo e viene in seguito analizzato alla luce dei recenti studi sulla pittura di paesaggio neoclassico in Francia nel XIX secolo. La ricerca si fonda su una grande quantità di materiale inedito: dipinti, disegni, taccuini di studio en plein air, corrispondenza con colleghi e amici. Da questa ricerca la fisionomia artistica di Paul Flandrin emerge ben individuata singolarmente e al tempo stesso ancorata al contesto storico-artistico attraverso le relazioni con i colleghi, l’utilizzo di determinate tecniche, la frequentazione di mete comuni ai paesaggisti suoi contemporanei, la decisa presa di posizione a favore del paesaggio neoclassico. / This research aims at improving the knowledge of landscape painting in France during the 19th century through the study of the work of the painter Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin is situated midway different artistic experiences between 1840-1870: the neoclassical tradition, Camille Corot heritage, the teaching of Jean-Auguste-Dominique Ingres. This dissertation offers new original insights to the subject by examining a great amount of unpublished material. The leading lines of this research are: the use of the catalogue raisonné method; the analysis of the work process of a landscape painter from the oil sketch to the finished painting and from drawing to painting; the analysis of written sources, both letters between painters and archive documents or newspaper articles; the analysis of the artist’s cultural context, such as the relationship with colleagues, the influence of his master Ingres, the role he played as the most remarkable representative of 19th century landscape neoclassical school.
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Scultura in legno nella Lombardia dei Visconti

Siddi, Federica January 2017 (has links)
La tesi è dedicata alle testimonianze della scultura in legno della Lombardia viscontea, entro un arco cronologico compreso tra il secondo XIII secolo e la metà del XV. Gli intagli discussi sono in parte quelli che gli studi hanno portato, nel tempo, all’attenzione della critica. Un’altra parte, invece, consiste di materiale inedito o comunque misconosciuto, la cui scoperta è il frutto di un lavoro di ricerca condotto presso gli uffici catalogo delle Soprintendenze e, soprattutto, delle Diocesi lombarde. La tesi prende avvio con un capitolo in cui si affronta il problema della fortuna critica della scultura lignea lombarda del Medioevo, ripercorrendo le tappe di quella che è una storia fatta – almeno per buona parte del Novecento – di silenzi e occasioni mancate. Segue poi una breve presentazione delle più antiche opere lignee oggi note, nobili cimeli dei secoli XII e XIII che, sia pur nella loro problematicità, sanciscono gli esordi della produzione dei territori in esame. Il terzo capitolo è invece dedicato alle opere del tardo Duecento e del primo Trecento, mentre le testimonianze del secondo Trecento e del primo Quattrocento trovano posto nel quarto capitolo. All’appendice (capitolo quinto), fa quindi seguito un ampio catalogo costituito da schede comprendenti le caratteristiche conservative, storiche e stilistiche delle diverse opere trattate.

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