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La riserva della proprietà nel diritto civile svizzero : con riguardo al diritto civile italiano e tedesco /

Gianinazzi, Davide. January 1968 (has links)
Tesi Diritto Berna, 1968.
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Die eidgenössischen Volksinitiativen : 1892-1939 /

Sigg, Oswald Georg. January 1978 (has links)
Diss. Bern. / Éd. commerciale de la thèse de Berne de 1977. S. 297-305.
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La desistenza dall’accusa nei processi criminali di età imperiale: tergiversatio e abolitio criminum

Cristinelli, Matteo 13 October 2023 (has links)
Between the Late Republic and the Principate, in the system of the standing jury-courts, the quaestiones perpetuae, there was no modern public prosecution system. It was up to the private citizens, acting as representatives of the community, to present an accusation against the alleged culprit and to present the case. The downside of this main feature of this system of administration of criminal justice was that it was open to the widespread misuse of the accusation. Criminal proceedings were started not only to prosecute a criminal offence, but to hamper political and personal enemies, to promote one’s political career by accusing someone famous or simply tempted by the prizes set by the criminal statutes. The misuse of the accusation and, consequently, of criminal proceedings was a common practice during the early Principate. My research investigates the subject of the crimes against the administration of justice in the criminal proceedings of the Imperial era, focusing on the crimen tergiversationis, from its introduction in the Roman legal system with the senatus consultum Turpillianum in 61 AD until the end of the Severian age. Until the reign of Claudius, the situation did not change for the standard jury-courts proceedings. The BGU 611 papyrus contains the transcript of an oratio principis in senatu habita, where Claudius aimed to impose a punishment against those accusatores who – after having started a iudicium publicum against someone – decided to subsequently drop the accusation. These provisions laid the groundwork for the subsequent Turpillian decree. Through the comparison between the literary sources and the contents of the BGU 611 papyrus, it’s possible to identify in the legal sources included in the Digest and in the Codex what were the provisions originally included in the senatorial decree and which one of those were the results of the work of the Roman lawyers or the imperial chancellery. This research allows not only to examine a usually neglected subject in the Roman criminal law studies, but also to deal with broader questions concerning the administration of criminal justice during the Principate, such as the relationship between iudicia publica and the new cognitiones and the persistence of the adversarial system in the latter.
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Studi esegetici intorno ai titoli I-XIII del libro XLIX del Digesto: profili problematici e soluzioni giurisprudenziali in tema di 'appellatio'

Chini, Fabrizio January 2012 (has links)
La ricerca, dal carattere spiccatamente esegetico, muove dalla traduzione dei tituli 1-13 del libro XLIX dei Digesta. Il tema dell'appellatio, inteso come studio del rimedio di impugnazione di provvedimenti giurisdizionali, è stato oggetto di poco estesa attenzione da parte della dottrina. Il carattere frammentario delle fonti e la necessità di tracciare i contorni dell'istituto in una dinamica di formazione alluvionale dei processi extra ordinem ha perlopiù diretto gli studi della giusromanistica verso gli istituti del processo formulare; la maggior parte dei contributi della dottrina vertono pertanto su singoli aspetti degli istituti tipici della cognitio extra ordinem. Nonostante la relativa scarsezza e frammentarietà delle fonti a noi pervenute, l'istituto dell'appello, così come si delinea a partire dall'età augustea e che vede sempre più direttamente coinvolta la figura del principe nella funzione, propria o delegata, di giudice di gravame definitivo, porta con sé numerose problematiche, che emergono spiccatamente nel momento di applicazione giurisprudenziale, tutt'oggi al centro dell'attenzione degli studiosi delle materie processualistiche. Da un punto di vista metodologico la ricerca si propone di partire dal dato testuale delle fonti, compiendo una traduzione diretta di esse, per ricostruire e far emergere le problematiche che la prassi dell'istituto ha portato con sé nella dimensione applicativa. Parallelamente all'emersione dei nodi fondamentali, si vuole porre in luce la riflessione giurisprudenziale che intorno a quegli stessi problemi si forma e che tenta, secondo una tradizione ininterrotta nell'arco dello sviluppo del diritto romano, di avere sempre come proprio punto di riferimento la soluzione del caso concreto di volta in volta sottoposto al giurista, nel nostro caso spesso consigliere diretto del princeps. Si tenterà pertanto di fornire una trattazione dettagliata, analitica e puntuale dell'istituto dell'appello, tanto nei suoi aspetti procedurali, quanto nei principi di diritto che emergono dalla riflessione dei giuristi, offrendo in tal modo un quadro unitario e di sintesi, il quale andrà rivisitato idealmente alla luce dei contrasti e dei problemi esegetici che emergeranno al termine della ricerca. A conclusione della prima parte, si porranno in evidenza le soluzioni pacifiche all'interno della giurisprudenza che ha riflettuto su problematiche legate alle applicazioni pratiche delle impugnazioni, dando conto altresì dei problemi che, al contrario, risultano ancora dibattuti dalla dottrina e che costituiscono pertanto fonte di ius controversum. A tal fine, si darà sempre privilegio alle fonti tradotte rispetto alle soluzioni prospettate dalla dottrina, la quale verrà così sottoposta ad un esame critico alla luce dell'esegesi compiuta. Il lavoro seguirà pertanto un iter di continuo confronto tra le soluzioni e le questioni emergenti dall'analisi dei Digesta, intendendoli come luogo di reperimento del ius controversum, e l’importanza di tali soluzioni alla luce della loro collocazione originaria, ricercata attraverso un’analisi di tipo palingenetico, cui è dedicata la prima parte del lavoro, per verificare se si sia persa o meno la problematicità e la complessità delle questioni a vantaggio della funzione di sintesi cui è votata l'opera giustinianea, fornendo pertanto le linee di una ricostruzione tanto diacronica quanto sincronica dei testi.
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USUS PUBLICUS: tutela interdittale e classificazione delle cose

Schiavon, Alvise January 2014 (has links)
La presente indagine rappresenta il tentativo di mettere a fuoco la nozione di usus publicus emergente dalla lettura delle fonti romane in tema di tutela interdittale di taluni beni pubblici chiamati perciò nelle fonti,perlomeno a partire dall'età augustea, res in usu publico.
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«Improbe litigare». Ricerche sulle condotte non collaborative delle parti nel processo civile romano

Marcolla, Lorenzo January 2018 (has links)
La presente ricerca ha una peculiarità nell’oggetto ed un’altra nei fini. Nell’oggetto, perché non esamina un singolo istituto o un insieme coordinato di regole del processo romano ma propone piuttosto una «chiave di lettura» di quella realtà processuale alla luce di un’esigenza che è apparsa alla stessa in qualche misura connaturata: quella, che con lessico moderno potrebbe definirsi di «economia processuale», di assicurare la costante e adeguata cooperazione delle parti allo svolgimento del giudizio e il loro efficace contributo al conseguimento dei suoi scopi, manifestantesi con particolare pregnanza nella procedura per formulas in ragione delle stesse caratteristiche di quello schema processuale (centralità dell’iniziativa di parte, assenza di meccanismi pubblici di coazione diretta, sovrapposizione tra azione e pretesa sostanziale, ecc...). Nei fini, in quanto lo scopo dell’indagine in questa sede condotta non è quello di innovare le conoscenze già acquisite circa la forma o lo svolgimento del procedimento formulare, quanto piuttosto (e più semplicemente) quello di esaminare in una diversa prospettiva determinati profili della sua disciplina, individuando e mettendo in evidenza i diversi rimedi, eventualmente riconoscibili nel contesto della stessa, tendenti ad assicurare tale fondamentale esigenza di cooperazione delle parti e di regolarità del giudizio; a prescindere che gli stessi risultino come tali espressamente individuati o assolvano indirettamente a siffatta funzione senza esservi apertamen- te ricondotti. Nei quattro capitoli di cui si compone l’indagine (oltre all’introduzione e alla sintesi conclusiva) si indagano pertanto gli strumenti predisposti a garanzia della regolarità e dell’efficacia del giudizio in tre momenti o fasi fondamentali della vicenda processuale: la fase costitutiva del rapporto processuale e dell’introduzione del giudizio; quella dell’esercizio della pretesa giudiziale con la formulazione dell’intentio e il momento dell’attuazione concreta della pretesa processuale riconosciuta fondata, oltre ad esaminare - in via preliminare - una serie di istituti (non spe- cificamente riconducibili ad uno dei momenti così individuati) ma ricondotti dalle fonti alla funzione specifica di assicurare la coerenza tra le condotte delle parti e le finalità del giudizio. Il tutto con il duplice obiettivo di valutare - per un verso - se e in che misura gli strumenti processuali in quest’ottica accostabili si dimostrino effettivamente idonei a prevenire e reprimere gli eventuali comportamenti distorsivi (dilatori, ostruzionistici od opportunistici) provenienti dai litiganti e - per altro verso - se alla base degli stessi possano individuarsi degli elementi comuni o delle costanti funzionali che sembrino suggerire che nel sistema processuale dell’età formulare il suddetto obiettivo di regolarità ed efficienza della vicenda del giudizio risultasse perseguito in una forma efficace e in qualche modo coerente. Un interrogativo al quale si è ritenuto di poter ricondurre, come sarà evidenziato a conclusione dell’indagine, una risposta tendenzialmente affermativa (per quanto aperta a ulteriori approfondimenti).
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A efetividade do direito do trabalho / La effettività dei diritti del lavoro

Nascimento, Cristina Reginato Hoffmann 13 June 2011 (has links)
O trabalho foi desenvolvido dentro da linha de pesquisa da área de Direito do Trabalho, da Faculdade de Direito da Universidade de São Paulo Direitos sociais no contexto dos direitos humanos, visando uma hermenêutica apropriada para a realização dos direitos sociais trabalhistas. A Constituição da República Federativa do Brasil (1988) fez incluir os direitos sociais trabalhistas no Título II Dos Direitos e Garantias Fundamentais. Neste contexto, a problemática que se apresenta é a da efetividade das normas trabalhistas. Com base nas doutrinas de Robert Alexy e Gustavo Zagrebelsky, adotou-se a proposta de uma hermenêutica concretizadora, que reconheça a força normativa da Constituição, partindo-se da premissa de que os princípios constitucionais são normas de suporte fático amplo. Na perspectiva dos direitos humanos fundamentais, considerou-se a prevalência dos direitos sociais como pressuposto de um Estado Social, e para a construção de uma sociedade livre, justa e solidária um dos objetivos fundamentais da República Federativa do Brasil. A título de argumentação fez-se o estudo de decisões pautadas na teoria dos princípios, aproximando a doutrina da prática jurisdicional, demonstrando-se algumas possibilidades conferidas por uma hermenêutica concretizadora dos direitos humanos fundamentais e a viabilidade da efetividade dos direitos sociais trabalhistas. / Il lavoro fu svolto nellambito della linea di ricerca dellarea di Diritto del Lavoro della Facoltà di Diritto dellUniversità di São Paulo Diritti sociali nel contesto dei diritti umani, puntando su unermeneutica appropriata allattuazione dei diritti sociali del lavoro. La Costituzione della Repubblica Federativa del Brasile (1988) fece inserire i diritti sociali del lavoro nel Titolo II Diritti e Garanzie Fondamentali. In tale contesto, la problematica che si presenta è quella delleffettività delle norme del lavoro. In base alle dottrine di Robert Alexy e Gustavo Zagrebelsky, si adottò la proposta di unermeneutica attuativa, che riconosca la forza normativa della Costituzione, muovendo dalla premessa secondo cui i principi costituzionali sono norme di ampio supporto fattuale. Nella prospettiva dei diritti umani fondamentali, si tenne presente la prevalenza dei diritti sociali come presupposto di uno Stato Sociale e per la costruzione di una società libera, giusta e solidade uno degli scopi fondamentali della Repubblica Federativa del Brasile. A titolo di argomentazione si esaminò le decisioni fondate sulla teoria dei principi, avvicinando la dottrina alla pratica giurisdizionale, dimostrandosi alcune possibilità date da unermeneutica attuativa dei diritti umani fondamentali e la fattibilità delleffettività dei diritti sociali del lavoro.
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Der Grundrechtsverzicht /

Malacrida, Ralph. January 1992 (has links) (PDF)
Univ., Diss--Zürich.
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L'intelligenza artificiale come nuova frontiera dei diritti fondamentali

Rinaldi, Luca 16 March 2023 (has links)
The thesis examines the technological innovations related to artificial intelligence from the point of view of fundamental rights. The first part gives a general introduction on the technical characteristics of artificial intelligence, its historical development and the ethical, philosophical and legal debate about it. The second part analyses the impact of AI on the rights recognised by the Italian Constitution and the other main legal traditions based on the rule of law, focusing in particular on the protection of personal identity, the right to non-discrimination and freedom of speech. The third part explores the hypothesis of the recognition of three new rights due to the technological revolution: the right to artificial intelligence disclosure, the right to an explanation of outputs and the right to a human oversight of technology. These new legal positions are analysed in three hypothetical contexts of application: the public administration, the justice sector and the healthcare industry.
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L'adesione dell'Unione Europea alla Convenzione Europea dei diritti dell'uomo: problemi e prospettive / Europea Union accession to European Convention on Human Rights: problems and prospects

CAMPAGNA, VITTORIA 05 May 2011 (has links)
L’Unione europea ha mosso i primi concreti passi verso l’adesione alla CEDU grazie al Trattato di Lisbona che la prevede esplicitamente. La ricerca esplora il tema dell’adesione, considerando gli elementi che lo caratterizzano e indagandone gli aspetti problematici. Nel percorso di ricerca si esaminano dapprima autonomamente i due sistemi, Unione e Convenzione, rivelandone gli aspetti di interrelazione e reciproca influenza, e si prosegue individuando nodi problematici da sciogliere ai fini della convergenza tra essi. Nella prima parte del lavoro è analizzata, innanzitutto, l’evoluzione dell’opera di tutela della Corte di giustizia, attraverso l’esame della giurisprudenza, al fine di constatare come abbia impiegato i principi sanciti nella CEDU e la prassi giurisprudenziale della Corte di Strasburgo. Successivamente, è esaminato il rapporto tra Convenzione e Carta dei diritti fondamentali dell’UE, alla luce dell’adesione. Nella seconda parte è presa in esame l’attività di monitoraggio della Corte di Strasburgo, per verificare l’estensione del suo controllo indiretto sul diritto, primario e derivato, dell’Unione. Nella terza parte sono analizzate diverse ipotesi di soluzione a questioni tecnico-giuridiche legate all’adesione, relative all’interazione tra le due Corti, alle modalità di coinvolgimento dell’Unione nei meccanismi di controllo convenzionali e alle forme di partecipazione dell’UE ai procedimenti innanzi alla Corte di Strasburgo. / The European Union took the first steps towards the accession to ECHR, thanks to the Lisbon Treaty that expressly envisages it. The research explores the accession issue, examining its peculiar elements and investigating its problematic aspects. The research path begins with the analyses of EU system and Convention system, considering both of them autonomously and revealing interrelation and mutual influence aspects. It continues with an investigation of problematic knots to be solved to the purpose of convergence. In the first part, the evolution of Luxembourg Court’s protection activity is examined through case law analysis, so as to establish how the Court itself used ECHR’s rights and Strasbourg Court’s case law. Then, the relationship between ECHR and EU Charter of fundamental rights is investigated in the light of accession. In the second part, Strasbourg Court’s monitoring action is taken into consideration in order to verify the extent of its indirect control above EU primary and secondary law. In the third part, different solutions for accession’s technical and legal issues are taken into consideration, concerning the interaction between the two Courts, the ways of the EU participation in ECHR’s monitoring activities and the involvement of the EU in proceedings before Strasbourg Court.

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