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ETHNIC PATTERNS IN ORGANISED CRIME: A STUDY ON THE STRUCTURE OF CRIME AND ETHNIC FEATURES IN THE DRUG MARKET IN ITALY

TENTI, VALENTINA 21 February 2011 (has links)
La ricerca ha l’obiettivo di esaminare modelli etnici nella criminalità organizzata, esplorando, in particolare, caratteristiche strutturali del crimine e il ruolo dell’etnicità nel mercato della droga in Italia. La tesi si sviluppa in due livelli di analisi, macro e micro. Il livello macro esamina le tendenze della criminalità degli italiani e stranieri nel mercato della droga in Italia, attraverso l'esame dei dati ufficiali sugli autori di reato riportati all’Autorità giudiziaria in Italia per violazione della legge sugli stupefacenti, dal 1991 al 2008. Il livello micro esamina la struttura di una rete criminale composta da italiani e stranieri coinvolti in una serie di attività illegali relative al traffico e spaccio di stupefacenti scoperte in Italia (Operazione Luna Blu), attraverso l’esame delle comunicazioni (intercettazioni telefoniche ed ambientali) incluse nel caso studio. L'analisi di rete (SNA) ha permesso di ricostruire la struttura della rete criminale, identificare il ruolo dell’etnicità nei processi di traffico e spaccio di stupefacenti riportati nel caso studio, e verificare ipotesi relative a modelli etnici nella criminalità organizzata nel mercato della droga. / The research aims to provide a further understanding of ethnic patterns in organized crime, accounting for the structure of crime and ethnic features therein, with a specific focus on the Italian drug market. The research is developed in a two-level analysis. The macro level of analysis provides a general understanding of patterns of ethnic involvement in the drug market in Italy through the examination of official data on drug crimes and offenders reported to the Judicial Authority in Italy, from 1991 to 2008. This is to examine trends in the degree and type of involvement of Italians and foreigners in the Italian drug market over time. The micro level of analysis provides a further elaboration on the structure of crime and ethnic patterns in organized crime in the Italian drug market. It illustrates the structure of a criminal network composed by Italian and foreigner offenders involved in a series of drug distribution operations targeted in Italy (“Operation Luna Blu” case), through the examination of intercepted communication data (wiretaps and electronic surveillance records) included in the case study. Social network analysis (SNA) is applied at this level of analysis as the analytical framework to reconstruct the criminal network structure, identify organizational patterns along ethnic lines, and test hypotheses related to ethnic patterns of interaction amongst Luna Blu network participants.
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Patterns and determinants of repeated bank robbery in Italy

PAVESI, IRENE 21 February 2011 (has links)
La presente tesi propone uno studio sulla multivittimizzazione delle banche in Italia. In questo paese nell’ultimo decennio si è concentrato circa il 50% delle rapine europee, delineando una situazione critica in termini di sicurezza e di impatto economico sulle banche. La ricerca empirica prova che il crimine si concentra su di una esigua parte della popolazione e che la vittimizzazione è il più efficace predittore di criminalità: dato un primo episodio, un target tende a subire un altro reato in un breve periodo di tempo. Mentre altre tipologie di reato sono state largamente esplorate, poco è stato fatto riguardo le rapine in banca. Questa tesi vuole colmare questa lacuna analizzando l’universo delle rapine in banca avvenute in Italia tra il 2007 ed il 2009. L’analisi dimostra che in Italia il 5% delle filiali concentra su di sé circa il 45% delle rapine; una volta vittimizzata, infatti, una banca viene esposta al 36% di probabilità di subire un’ulteriore rapina nei sei mesi successivi. Questa concentrazione è determinata dal successo della precedente rapina, che spinge gli stessi rapinatori a tornare(boost effect), ma anche dalle caratteristiche della banca (flag effect), che la espongono all’azione di più criminali. / The present thesis proposes a study on repeated bank robbery in Italy. In the last decade, about 50% of European bank robberies have occurred in this country, drawing a problematic situation in terms of both safety and economic impact on banks. Empirical research proves that crime is concentrated on a small proportion of the population and therefore victimization is the best predictor of crime. While repeat victimization has been studies with regard to several crime types, little attention has been paid to bank robbery. This thesis aims at filling this gap by analyzing the universe of bank robberies occurred in Italy between 2007 and 2009. The study shows that, in Italy, only 5% branches accounts for about 45% of all robberies; once victimized, indeed, a bank is exposed to 36% probabilities to be victimized again within the following six months. This concentration is determined by both the success of prior offence, which drives the repeats by original offenders (boost effect), and the characteristics of banks, which expose them to the action of multiple offenders (flag effect).
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Giovani rom e dinamiche di genere: tecniche e strumenti per la ricerca azione / Roma Youth and Gender Dynamics: Techniques for Action Research

MARCU, OANA 04 March 2011 (has links)
La ricerca approfondisce il processo di costruzione di identità di genere ed etniche in migrazione, attraverso l’intreccio di più assi di rappresentazione delle proprie appartenenze: l’asse dell’etnia, del genere e della classe. L’approccio metodologico parte dalla ricerca-azione per proporre un modo di condurre ricerca impegnato, relazionale, emozionale, il cui scopo è promuovere individui e gruppi in logiche di empowerment sociali. Il metodo privilegiato è l’etnografia, svolta in contesto transnazionale, basata sulla costruzione di relazioni di fiducia e combinando metodi visuali, interviste biografie e ricerca tra pari per ricomporre il quadro multifaccettato dell’esperienza dei giovani migranti e raggiungere un’ampia gamma di attori impegnati, con ruoli diversi, nella realtà studiata. L’esperienza migratoria dei giovani rom connette il Sud Ovest della Romania a Milano, attraverso dei circuiti e legami di parentela transnazionali. I giovani partecipanti nella ricerca sono coinvolti nello spazio delle economie della strada, praticano quotidianamente l’elemosina, la musica di strada o il borseggio. Alcune pratiche, nell’incontro tra gruppi in migrazione, si polarizzano in posizioni antitetiche, arrivano a simboleggiare la tradizione e a mediare la differenza tra i rom e i non-rom oppure tra gruppi diversi di rom. Tale lo statuto delle pratiche di genere associate alla verginità, ai matrimoni e al controllo dei corpi e della sessualità delle giovani ragazze. Attraverso il mantenimento della forte distinzione tra le traiettorie di genere, gruppi portatori di stigma rivendicano attributi identitari valorizzati: una sistemazione famigliare essenzialmente diversa, utilizzata discorsivamente per riproporre la differenza, in termini etnici e di statuto, nei confronti del gruppo “maggioritario”, e degli altri gruppi rom. Giovani uomini e donne contestualizzano gli scenari, le stilistiche dell’esistenza, associate alla tradizione come all’“occidentalizzazione”, e separano le loro performance di genere tra i diversi spazi della loro vita in migrazione. Definiscono nuove appartenenze in grado di costruire identità valorizzate e ricompongono permanentemente il sistema di pratiche, in un continuo dialogo tra “noi” (i gruppi di appartenenza) e “io” (l’identità individuale). / The research is focused on the process of gender and ethnic identity construction in migration, on multiple axes that represent migrant’s belongings: ethnicity, gender, and class. The methodological approach is based on the action research perspective and proposes an engaged, emotional and relational way of doing research, in order to promote individuals and groups in social empowerment processes. The privileged method is ethnography, in a transnational context, based on building relationships of trust with participants and combining visual methods, biographical interviews, and peer research in order to narrate the complex picture of migrant youth experiences and to reach all the actors involved. Young Roma’s migratory experience connects the South West of Romania to Milan, in transnational circuits and kinship networks. The participants are involved street economies: they beg, play music, or pickpocket on a daily basis. Some of the practices, in the encounters between groups in migration, come to symbolize tradition and mediate difference between Roma and non-Roma, or between different groups of Roma. Such are the practices related to the virginity of young girls, matrimonies and the control over the bodies and sexuality of young girls. By maintaining strong distinctions between gendered life paths, stigma afflicted groups reclaim valued identity attributes related to an essentially different family order, discursively used in order to re-state ethnic and status differences between “us”, the “majority” group, and other Roma groups. Young men and women contextualize these scenarios, the traditional as well as occidental “stylistics of existence”, and separate their gendered performances in the various spaces of their migrant life. They define new belongings able to construct valued identities and permanently challenge the systems of practice, in a continuous dialogue between “us” (in-group) and “I” (individual identities).
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SEX TRAFFICKING AND ETHNICITY: A CASE STUDY ANALYSIS OF ETHNIC NETWORKS IN INDOOR AND OUTDOOR PROSTITUTION IN ITALY

MANCUSO, MARINA 24 February 2014 (has links)
Questa tesi ha come scopo quello di investigare la relazione tra etnicità, modalità di commissione del crimine e struttura relazionale di differenti reti etniche coinvolte nella tratta per sfruttamento sessuale. E’ realizzata un’analisi di due reti criminali dell’Africa occidentale e di due dei Balcani mediante l’applicazione di due metodi: la crime script analysis e l’analisi di rete. I risultati ottenuti sono stati uniti per capire come le relazioni tra gli individui sono distribuite all’interno della cornice criminale. Da ultimo, i casi studio sono stati comparati per verificare se esiste una relazione tra etnicità e tratta per sfruttamento sessuale, anche indipendentemente dall’ambito di sfruttamento. I risultati mostrano che l’etnicità ha un impatto sulla tratta per sfruttamento sessuale. In particolare, influenza il modus operandi e le caratteristiche socio-biografiche degli attori che operano nelle reti impegnate nello stesso ambito di sfruttamento. Se sono considerati differenti ambiti di sfruttamento, messi in atto sia dallo stesso che da differenti gruppi etnici, l’etnicità non sembra influenzare né le modalità di commissione del crimine né le caratteristiche dei soggetti. Infatti, anche l’ambito di sfruttamento indoor/outdoor sembra essere rilevante. Al contrario, la struttura relazionale e la relazione tra questa e le modalità di commissione del crimine non sembrano essere influenzate dall’etnicità. / This thesis aims at investigating the relationship among ethnicity, modalities of crime commission and relational structure of different ethnic networks involved in sex trafficking. A case study analysis of two West African and two Balkan networks is carried out by the adoption of two methods: crime script analysis and social network analysis. A merger of the results obtained in these analyses is performed in order to understand how relationships among individuals are distributed within the criminal framework. Finally, the case studies are compared to verify whether a relationship exists between ethnicity and sex trafficking, also apart from the field of exploitation. The results show that ethnicity has an impact on sex trafficking. In particular, it influences modi operandi and the socio-biographical characteristics of the members of the networks operating in the same field of exploitation. If different fields of exploitation are considered, both carried out by same or different ethnic groups, ethnicity appears to affect neither the modalities of crime commission nor the features of the people. Indeed, also the outdoor/indoor exploitation context seems to be relevant. Conversely, the relational structure and the relation between the latter and the modalities of crime commission do not seem to be affected by ethnicity.
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CRIMINAL LEADERS' BEHAVIORS: EXPLORING CRIMINAL CAPITAL OF 'NDRANGHETA BOSSES INVOLVED IN DIFFERENT ACTIVITIES

SUPERCHI, ELISA 12 February 2018 (has links)
All'interno di ogni contesto competitivo, le persone sfruttano asimmetrie relazionali derivanti da connessioni che sono fonte di nuove informazioni e risorse. Gli individui in posizioni di intermediazione sono solitamente leader dei rispettivi gruppi. Nonostante i ricercatori abbiano esteso il concetto di capitale sociale al contesto criminale, permane una relativa mancanza di conoscenza riguardo a come i capi sfruttino il loro capitale criminale. Diversi studi hanno dimostrato che i leader di solito fungono da intermediari all'interno delle reti criminali e ciò garantisce loro un efficace equilibrio tra efficienza e sicurezza nella gestione delle attività illecite. Tuttavia, altri studi hanno dimostrato che i leader criminali spesso impiegano misure di sicurezza aggiuntive, come prendere le distanze dalle attività più rischiose come nel traffico di droga (DT) e dalle telefonate. Questo studio esamina i comportamenti dei leader criminali per identificare se e in che modo variao in base alle principali attività svolte dalle loro reti e rispetto ai canali di comunicazione utilizzati. Questo studio si basa su otto casi studio di gruppi di ‘Ndrangheta coinvolti nel DT, o altri tipici crimini legati alla mafia centrati sul controllo del territorio (COT). I risultati indicano che mentre i leader criminali favoriscono l'intermediazione e la sicurezza quando sono coinvolti nel COT, optano per la chiusura e l'efficienza quando sono coinvolti nel DT. Questi risultati gettano luce sui comportamenti dei leader criminali, che, a loro volta, aumentano le conoscenze esistenti sulla struttura interna delle reti criminali. / Within every competitive setting, people exploit relational asymmetries stemming from connections that are sources of novel information and resources. Individuals in brokering positions are ordinarily a respective groups’ leader. Whilst scholars have extended the concept of social capital to the criminal context, there remains a relative dearth of knowledge concerning precisely how leaders exploit their criminal capital. Manifold studies have shown that leaders usually act as brokers within criminal networks, which provides an effective balance between efficiency and security in the management of illicit activities. However, other studies have demonstrated that criminal leaders often employ additional security measures, including inter alia distancing themselves from riskier activities, such as drug trafficking (DT) networks and communicating via telephone. This study examines criminal leaders’ behaviors to identify whether and in what ways they vary according to the main activities performed by their networks, and with respect to the communication channels used. This study is underpinned by eight case studies of ‘Ndrangheta groups involved in DT, or other typical Mafia-related crimes centered on the control of the territory (COT). The results indicate that while criminal leaders favor brokerage and security when involved in COT, they opt for closure and efficiency when involved in DT. Ultimately, these findings cast light upon criminal leaders’ behaviors, which, in turn, enhances extant knowledge on the internal structure of criminal networks.
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L'INTERAZIONE TRA LE CARATTERISTICHE DEI QUARTIERI E L'AMBIENTE FISICO NELLA DETERMINAZIONE DELLA VULNERABILITÀ AL CRIMINE NEI MICROLUOGHI. PROVE EMPIRICHE DA UNA VALUTAZIONE SPAZIALE MULTILIVELLO DEL RISCHIO DI CRIMINALITÀ A MILANO, IT E IZTAPALAPA, MX / THE INTERACTION BETWEEN NEIGHBOURHOODS' CHARACTERISTICS AND PHYSICAL ENVIRONMENT IN DETERMINING VULNERABILITY TO CRIME AT MICRO PLACES. EVIDENCE FROM A MULTI-LEVEL SPATIAL CRIME RISK ASSESSMENT IN MILAN, IT AND IZTAPALAPA, MX

DUGATO, MARCO 26 January 2021 (has links)
Diverse teorie si concentrano sui legami tra criminalità e caratteristiche specifiche di luoghi e comunità. Tuttavia, solo pochi studi applicati sostengono esplicitamente che i fattori contestuali possono combinarsi nel determinare il rischio di criminalità e che le loro influenze criminogene possono operare su scala diversa. Questo studio si propone di indagare come alcune caratteristiche del paesaggio urbano (microlivello) interagiscono tra loro, nonché con le caratteristiche demografiche, economiche e sociali dell'ambiente dei quartieri circostanti (livello meso), per determinare la vulnerabilità spaziale alla criminalità e, in definitiva, la probabilità di un evento criminale. Questo studio conduce una valutazione del rischio di criminalità spaziale per rapine e crimini violenti in due grandi aree urbane: Milano, Italia e Iztapalapa, Messico. I casi di studio sono focalizzati su due paesi molto diversi, il che consente sia la valutazione dell'influenza di effetti contestuali più ampi (livello macro) sia la verifica di alcuni presupposti teorici al di fuori dell'ambiente anglosassone. L'analisi si fonda sull'approccio del Risk Terrain Modeling. Tuttavia, contrariamente alle applicazioni precedenti, l'analisi in questo studio si basa su un modello di regressione multilivello che include termini di interazione. Lo studio propone inoltre metodi innovativi attraverso i quali esporre e comunicare i propri risultati. Nel complesso, i risultati dimostrano che fattori contestuali misurati a diverse scale geografiche interagiscono in modo significativo tra loro per determinare il rischio di criminalità. Questa scoperta suggerisce di combinare input provenienti da diverse teorie al fine di comprendere le dinamiche alla base del verificarsi del crimine. Inoltre, il metodo proposto generalmente consente di prevedere meglio i crimini futuri e consente la generazione di narrazioni di rischio più precise per informare politiche e interventi. / Several theories focus on the links between crime and specific characteristics of places and communities. However, only a few applied studies explicitly purport that contextual factors may combine in determining crime risk and that their criminogenic influences may operate at different geographical scales. This study aims to investigate how certain features of the urban landscape (micro-level) interact with each other, as well as with demographic, economic and social characteristics of the surrounding neighbourhoods (meso-level), to determine spatial vulnerability to crime and, ultimately, the likelihood of a criminal event. This study conducts a spatial crime risk assessment for robberies and violent crimes in two large urban areas: Milan, Italy and Iztapalapa, Mexico. The case studies are focused on two very different countries, which allows for both the assessment of the influence of broader contextual effects (macro-level) and to test certain theoretical assumptions outside the Anglo-Saxon environment. The analysis is grounded in the Risk Terrain Modeling approach. However, in contrast to previous applications, the analysis in this study relies on a multi-level regression model including interaction terms. The study also proposes innovative methods through which to display and communicate its findings. Overall, the results demonstrate that contextual factors measured at different geographical scales interact significantly among them to determine crime risk. This finding suggests combining inputs from different theories in order to understand the dynamics behind crime occurrence. Furthermore, the proposed method generally allows us to better predict the locations of future crimes and enables the generation of more precise risk narratives to inform policies and interventions.
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Lo sfruttamento delle vulnerabilità sistemiche da parte delle reti della tratta lavorativa in Europa: il caso del settore agricolo italiano / UNDERSTANDING HOW LABOUR TRAFFICKING NETWORKS EXPLOIT SYSTEMIC VULNERABILITIES IN EUROPE: AN EXPLORATION OF THE ITALIAN AGRICULTURE SECTOR / Understanding How Labour Trafficking Networks Exploit Systemic Vulnerabilities in Europe: An Exploration of the Italian Agriculture Sector

MARCHESI, MARTINA ELENA 26 January 2021 (has links)
La tratta degli esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo (tratta lavorativa, labour trafficking) in Europa è un grave crimine contro le persone, che viola i diritti umani. La ricerca esistente si concentra principalmente sulle vittime, mentre lo studio degli autori di reato e sul modo in cui sfruttano le vulnerabilità del sistema è meno sviluppato. Questo è dovuto in parte alla mancanza di dati robusti, ma anche a un approccio della ricerca criminologica tradizionalmente rigido e settoriale. Al contrario, lo studio della tratta lavorativa richiede concetti flessibili, che riconoscano le radici profonde di questo fenomeno nell’intero sistema socioeconomico, più che il semplice prodotto della volontà degli autori dei reati. Partendo dalle indicazioni della letteratura, questa ricerca si concentra sul settore agricolo italiano, non ancora esaminato da un punto di vista criminologico. L’obiettivo è la comprensione dei meccanismi attraverso i quali la tratta lavorativa nasce e si sviluppa. La scelta del contesto dello studio è dovuta alle caratteristiche peculiari dell’Italia, che rendono la tratta lavorativa in agricoltura centrale per il dibattito nazionale. Inoltre, l'Italia condivide alcune caratteristiche con altri paesi europei, e dunque alcune lezioni apprese da questo caso possono essere discusse alla luce del dibattito internazionale. In primo luogo, un’analisi a livello macro esamina come i fattori strutturali associati nella letteratura internazionale alla tratta lavorativa si concretizzano nel contesto italiano. I risultati mostrano che il sistema stesso sembra creare un terreno fertile per lo sviluppo e il mantenimento della tratta lavorativa: la vulnerabilità dei lavoratori migranti è insita nell'attuale quadro normativo dell’immigrazione; la filiera agroalimentare impone ai produttori la riduzione del costo della forza lavoro; e l'attuale sistema legale basato sulla repressione delle condotte criminose inquadrate come eventi eccezionali è insufficiente. In secondo luogo, un’analisi a livello meso descrive le caratteristiche generali delle reti della tratta lavorativa in Italia. Quattro casi studio selezionati con un metodo razionale e sistematico sono poi approfonditi per identificare le principali caratteristiche, modalità e organizzazione relazionale dei reati, e i metodi con cui viene sviluppata e mantenuta la condizione di sfruttamento delle vittime. I risultati mostrano che nei quattro casi studio le reti si sviluppano e si adattano alle opportunità offerte dal sistema legale. I risultati e gli insegnamenti tratti dal caso italiano sono infine discussi alla luce del dibattito internazionale sulla tratta lavorativa. / Labour trafficking in Europe is a serious crime against persons, violating their fundamental human rights. Existing research primarily focuses on the victims, while data on offenders and the manner in which they exploit vulnerabilities is less developed. Recent trends in criminological literature are highlighting how the past lack of research is related to the lack of robust data, but also to traditional rigid approaches with exception to few extreme cases. On the contrary, they call for more flexible concepts recognising that labour trafficking is not only the product of offenders’ will, but has deep roots embedded in the socioeconomic system. Elaborating on these indications, this research focuses on the Italian agriculture sector, which has not yet been examined in literature from a criminological perspective, with the aim to understand the mechanisms through which labour trafficking originates and develops. This choice has been made because the characteristics particular to Italy make labour trafficking in agriculture central to the debate within the country; and because Italy shares some characteristics with other European countries, so some lessons learnt from this case can be discussed in light of the international debate on labour trafficking. First, a macro-analysis examines how the structural factors associated in the international literature with labour trafficking take shape in the Italian context. The results show that the system itself seems to create a fertile ground for labour trafficking to develop and maintain: migrant workers’ vulnerability is inherent in the current migration regulatory framework; the agrifood supply chain makes it necessary for producers to lower the cost of workforce; and the current legal system based on the repression of abusive conducts seen as exceptional events proves ineffective. Second, a meso-analysis at organisation/network level describes the general characteristics of labour trafficking networks in Italy, and then zooms in four case studies selected through a rational systematic method to identify the main features, modalities, and relational organisation of the crime commission, and how the exploitative condition of the victims is developed and maintained. The results show that in the four case studies the trafficking networks develop and adapt to the opportunities offered by the legal system. The results are finally discussed in light of the international debate on labour trafficking, and the lessons learned from the case of Italy.
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Revisiting lesbians' and gay men's lives in Italy: generation, relationships, and gender

La Fauci, Luigi January 2016 (has links)
‘Revisiting lesbians' and gay men's lives’ is a study on same-sex desiring individuals' changing life course in Italy from the mid 1990s to the early 2010s. Focused on sexual developmental trajectories, same-sex cohabiting couples, and parental desires, its main argument is that, even in a relatively short time period, Italian lesbians' and gay men's lives changed in ways that further sexual and relational pluralism and provide empowering narratives and resources to communities of sexually diverse individuals. Throughout the thesis, I adopt the framework of generational sexualities to observe transformations at the intersection of theorisations in the sociology of personal relationships, feminist research, and interactionism. Declining homophobia and unchanging gender sexual inequality result in lesbians and gay men reinventing the gendered aspects of sexual development and contesting homonegativity in familial, religious, and public milieux. In couple formation, sexual agreements, and emotional styles, lesbian and gay relationships are gendered, but the advancement of the relevance of prosaic and mythic love in the institution of coupledom helps same-sex partners negotiate interdependent lives and relational ties that are similar to contemporary Italian heterosexuals'. Despite facing the limits posed by gendered bodies and procreative and parental norms, lesbians, gay men, and same-sex couples see bio-social ties to the child as dependent on care-taking ties, and visualize and negotiate their procreative potentials and relationships aiming at securing familial happiness that is central in contemporary cultures of children's well-being. In the different aspects of lesbians' and gay men's life course, generational sexualities engage directly with contemporary Italian sexual citizenship, an exception in the Euro-American process of recognition of sexual diversity, and advance the pluralization of relational and gender norms. Chapter 1 discusses the theoretical underpinnings of the research. Chapter 2 presents the methodology and methods of the study, a qualitatively-driven mixed-methods research comprising gathering and analysis of biographical interviews with same-sex cohabiting partners in 2012-13, gathering and analysis of survey data on lesbian and gay lives in 2012-2013, and secondary analysis of survey data on lesbian and gay lives gathered in 1995-96. In Chapter 3, I analyse change in sexual developmental trajectories and strategies of resilience against homonegativity. Chapter 4 traces the emergence and institutionalisation of relational commitment in same-sex cohabiting couples. In Chapter 5, I look at lesbians' and gay men's parental desires as expressions of the changing social meaning of the child. Chapter 6 presents my concluding remarks, linking the generational agency and narratives emerging from new lesbians' and gay men's life courses to the prospects of Italian sexual citizenship and sexual minority communities.
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La simulazione negoziale nel processo civile

Silvestri, Kevin 07 June 2022 (has links)
The thesis aims to reconstruct the procedural rules that apply whenever the simulation of contract becomes an issue within a civil proceeding.To this end, a different method is followed from that commonly used by the courts and in the scholarly literature, which have mostly deduced the content of these rules assuming, as a starting point, a certain solution to the problem of the nature of simulated contracts. The courts, that still adhere to the traditional doctrine of nullity of the simulated contract, state that the rules of the civil code dedicated to the action and the objection of nullity shall also apply to the action and objection of simulation. Part of the scholars, rejecting such premises, uphold interpretative solutions that are at odds with those supported by the courts. On the contrary, in this thesis, the legal notion of simulation is assumed as a starting point. Such a legal notion describes the set of facts that lead to a simulation of a contract and to the legal consequences set forth in articles 1414 and ff of the civil code; these facts are thus material to the process in which the simulation is an issue. Hence, the first part of the thesis (chapters 1 to 4) aims at framing the legal notion of simulation within the main categories of civil procedure, and starts from the definition of the legal notion of simulation by critically assessing the two main conceptions of the simulation phenomenon that emerge from the conspicuous literature on the subject: a “negative” conception, which sees the simulation as the lack of an essential element of the contract, and a “positive” conception, which sees the simulation as an agreement between the parties with the aim of excluding the legal effects of a contract between them (simulation agreement). The arguments in support of this last conception are set forth; after that, the question of the structure of the so-called “concealed contract” and the role of the simulation agreement on its formation and effectiveness is examined. The framing of the simulation in the fundamental categories of the process is then carried out through the observation of the legal effects that the simulation activity produces with regard to third parties, and the procedural classification of the substantial categories referred to in Articles 1415 and 1416 of the Italian Civil Code (in particular, unopposability). Finally, the objective scope of the process in which the ascertainment of the simulation of a contract is requested (action of simulation) is defined by critically examining the prevailing doctrine, according to which the said action aims at ascertaining the lack of a “contractual relationship”. Another doctrine is then examined, according to which simulation and nullity may be described as authonomous legal effects capable of being ascertained within a judgment having the force of res judicata. The second part (chapters 5 and 6) is dedicated to the discussion of selected issues of “procedural dynamics”, namely: a) the objection of absolute simulation, and the problem wether the judge may decide upon it ex officio in both the processes aimed at enforcing a simulated contract, and in those that aim, on the contrary, at the declaration of nullity, or at the annulment, rescission or termination of the same contract; b) the multiple facets that the issue of absolute simulation presents in the course of a forced expropriation proceeding undertaken against an “apparent owner”; c) the form of the concealed contract and the extent to which the simulants may prove a relative simulation by witnesses, particularly in the event that the relative simulation of the price of a sale contract is alleged as an objection to an avoidance action promoted by the bankruptcy trustee; d) the stading to an action of simulation; e) the objective scope of the res judicata in the same action. / La tesi mira a ricostruire la disciplina processuale della simulazione negoziale, ossia le regole concernenti l'attività compiuta nel processo dalle parti e dal giudice, ogniqualvolta la simulazione di un negozio giuridico sia oggetto di allegazione, prova e decisione (nella forma della mera cognizione o dell'accertamento). Si segue, a tal fine, un metodo diverso da quello comunemente impiegato dalla giurisprudenza e dalla dottrina, le quali hanno perlopiù dedotto il contenuto di tali regole a partire dalla soluzione di volta in volta prescelta al problema della qualificazione del contratto simulato. La giurisprudenza, muovendo dalla tesi della nullità del contratto simulato, conclude per la diretta applicabilità delle norme del codice civile dedicate all'azione e all'eccezione di nullità. Parte della dottrina, discostandosi da quella premessa, propone soluzioni applicative di segno opposto. Al contrario, nel presente lavoro, la centralità solitamente assegnata al contratto simulato, è occupata dalla simulazione, ossia dalla fattispecie degli effetti che gli artt. 1414 e seguenti designano quali “effetti della simulazione”. Detta fattispecie è infatti quanto forma oggetto dell'attività dei soggetti del processo (l'allegazione, la prova, la cognizione e l'accertamento). La ricostruzione della disciplina processuale della simulazione muove pertanto dalla collocazione della fattispecie simulatoria entro le categorie che informano il contenuto di quella disciplina, e cioè la qualificazione della simulazione come tema di prova, come questione di merito oggetto di mera cognizione, nonché, infine, come oggetto del processo e dell'accertamento munito di autorità di cosa giudicata. La prima parte della tesi (capitoli da 1 a 4) si occupa esattamente di tale inquadramento, prendendo le mosse dalla definizione della fattispecie simulatoria e dalla discussione critica delle due opposte concezioni del fenomeno simulatorio che emergono dalla cospicua letteratura sul tema: una concezione “negativa”, che vede nella simulazione una forma qualificata di difetto della fattispecie negoziale, e una concezione “positiva”, che ravvisa la fattispecie simulatoria in un negozio distinto da quello simulato (il c.d. accordo simulatorio). Enunciate le ragioni a sostegno di quest'ultima concezione, si prende in esame la questione della struttura del contratto dissimulato e del ruolo dell'accordo simulatorio sulla formazione e l'efficacia del medesimo. L'inquadramento della simulazione nelle categorie fondamentali del processo prosegue mediante l'osservazione degli effetti giuridici che l'attività simulatoria produce riguardo ai terzi, e l'inquadramento processuale delle categorie sostanziali richiamate negli artt. 1415 e 1416 c.c. (segnatamente, l'inopponibilità). Infine, si definisce l'oggetto dell'azione di simulazione, mettendo di fronte la prevalente tesi che detto oggetto fa coincidere con il rapporto fondamentale contrattuale, e quella minoritaria che addita le azioni di simulazione e nullità quali esempi di processi di accertamento di situazioni giuridiche preliminari. Si sottopone quindi a critica la tesi del rapporto fondamentale. La seconda parte (capitoli 5 e 6) è dedicata alla discussione di profili scelti di dinamica processuale, segnatamente: l'eccezione di simulazione assoluta, e il problema della sua rilevabilità d'ufficio nei processi diretti all'esecuzione del contratto simulato, nonché in quelli che mirano, al contrario, alla dichiarazione della nullità, ovvero all'annullamento, alla rescissione o alla risoluzione dello stesso contratto; le molteplici sfaccettature che presenta la cognizione della simulazione assoluta nel corso (o a lato) dell'espropriazione forzata intrapresa contro il titolare apparente; la forma del contratto dissimulato e l'ampiezza dei poteri istruttori dei simulanti che intendano dar prova della simulazione relativa, e per suo tramite del contratto dissimulato, particolarmente nel caso in cui la simulazione relativa del prezzo venga addotta per contrastare l'azione revocatoria promossa dal curatore fallimentare contro una compravendita immobiliare “a prezzo vile”; la legittimazione ad agire nell'azione di simulazione; i limiti oggettivi del giudicato di accertamento della simulazione.
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Un’analisi esplorativa delle determinanti della gestione illegale dei rifiuti: il caso italiano / AN EXPLORATIVE ANALYSIS OF THE DETERMINANTS OF ILLEGAL WASTE MANAGEMENT: THE ITALIAN CASE / An explorative analysis of the determinants of illegal waste management: the Italian case

ANDREATTA, DANIELA 11 February 2019 (has links)
Negli ultimi anni, la gestione illegale dei rifiuti ha attirato l’attenzione pubblica e dell’accademia. A causa delle sue conseguenze negative non solo per l’ambiente, ma anche per la salute pubblica e la crescita economica, gli esperti hanno cominciato ad esplorare le dinamiche del fenomeno e le possibilità di prevenzione. Alcuni studi hanno evidenziato l’esistenza di diversi fattori che possono determinare la gestione illegale dei rifiuti, ma pochi di essi hanno empiricamente testato la validità dei fattori stessi. Di conseguenza, si avverte la necessità di produrre nuova conoscenza sull’argomento. Il presente studio consiste in un’analisi esplorativa di fattori socio-economici, fattori di policy e di performance, e fattori criminali che influenzano la gestione illegale dei rifiuti in Italia. Dopo aver identificato le determinanti considerate rilevanti dalla letteratura, l’obiettivo è quello di testarle empiricamente. Per prima cosa, grazie all’unicità di un dataset creato sul contesto italiano, nello studio si indaga quantitativamente l’effetto di diversi fattori sul fenomeno attraverso un’analisi econometrica. Successivamente, lo studio prosegue con un’analisi “crime script” al fine di esplorare quali fattori suggeriti dalla letteratura e testati nella parte quantitativa emergono anche da casi studio e come effettivamente intervengono nel ciclo dei rifiuti italiano. I risultati indicano che la gestione illegale dei rifiuti è determinata da: i) uno scarso sviluppo economico e demografico, un alto livello d’istruzione nel territorio, la presenza di turisti; ii) l'inefficienza della normativa ambientale, delle forze dell’ordine e delle prestazioni sui rifiuti; iii) la presenza di criminalità organizzata e la diffusione di crimini economici e fiscali. Prendendo spunto da questi risultati, lo studio non solo aumenta la conoscenza sul fenomeno, ma è anche in grado di avanzare alcuni suggerimenti di policy per contrastare efficacemente le condotte illegali legate alla gestione dei rifiuti. / In the last several decades, illegal waste management (IWM) has attracted great academic and public attention. Due to its negative consequences not only for the environment, but also for public health and economic growth, scholars started to be interested in the dynamics of IWM and in how to prevent it. Some studies stressed the existence of different factors that can determine the phenomenon, but very few of them have empirically tested their validity. Consequently, developing new research on the topic is still necessary. The present study conducts an explorative analysis of the socio-economic, policy and performance-driven and criminal factors influencing IWM in Italy. After the identification of the most relevant determinants according to the literature, the objective is to empirically test them. First, thanks to a unique dataset focused on the Italian context, the study quantitatively investigates the effect of different factors on the phenomenon through an econometric analysis. Second, the study realises a crime script analysis to explore which factors suggested by the literature and tested in the quantitative part emerge also in concrete case studies and how they effectively intervene in the Italian waste cycle. Results indicate that IWM is determined by: i) a low level of economic development and population density, a high level of education and tourists’ presence; ii) inefficiency in environmental regulation, enforcement and waste performances; iii) the presence of organised crime and the diffusion of economic and fiscal crimes. According to these findings, the study not only deepens the knowledge of the phenomenon, but it is also able to provide some policy suggestions to efficiently hinder illegal conducts related to waste management.

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