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ARCHE LOGOU: Sui proemi platonici e il loro significato filosofico

Capuccino, Carlotta <1976> 09 September 2010 (has links)
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L'Oikeiosis degli Stoici: Una lettura evolutiva

Piatesi, Andrea <1980> 09 September 2010 (has links)
La ‘dottrina stoica dell’oikeiosis’ viene comunemente rappresentata come una teoria unitaria – una dottrina, appunto – che farebbe derivare l’oikeiosis sociale (in latino, communis hominum inter homines commendatio) da quella riflessiva o personale. Tale derivazione solleva però numerosi interrogativi e sarà fatta oggetto di una valutazione critica nella seconda parte del presente lavoro (corrisponde ai capitoli secondo e terzo). Nel primo capitolo, in mancanza di una definizione concettuale di oikeiosis, cercheremo di stabilire il significato dell’espressione complessa oikeiosis pros heautó. Si noti che il termine ‘oikeiosis’ non è un neologismo stoico; gli Stoici, però, nell’adottarlo come termine tecnico, ne modificano la sintassi e quindi il significato. Per apprezzare la portata di tale cambiamento è necessario procedere a un esame preliminare delle occorrenze non filosofiche più significative, sia del nome ‘oikeiosis’ sia della forma verbale corrispondente.
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Development of human visual system analysis for the implementation of a new instrument for flicker measurement

Masi, Maria Gabriella <1983> 07 April 2011 (has links)
Flicker is a power quality phenomenon that applies to cycle instability of light intensity resulting from supply voltage fluctuation, which, in turn can be caused by disturbances introduced during power generation, transmission or distribution. The standard EN 61000-4-15 which has been recently adopted also by the IEEE as IEEE Standard 1453 relies on the analysis of the supply voltage which is processed according to a suitable model of the lamp – human eye – brain chain. As for the lamp, an incandescent 60 W, 230 V, 50 Hz source is assumed. As far as the human eye – brain model is concerned, it is represented by the so-called flicker curve. Such a curve was determined several years ago by statistically analyzing the results of tests where people were subjected to flicker with different combinations of magnitude and frequency. The limitations of this standard approach to flicker evaluation are essentially two. First, the provided index of annoyance Pst can be related to an actual tiredness of the human visual system only if such an incandescent lamp is used. Moreover, the implemented response to flicker is “subjective” given that it relies on the people answers about their feelings. In the last 15 years, many scientific contributions have tackled these issues by investigating the possibility to develop a novel model of the eye-brain response to flicker and overcome the strict dependence of the standard on the kind of the light source. In this light of fact, this thesis is aimed at presenting an important contribution for a new Flickermeter. An improved visual system model using a physiological parameter that is the mean value of the pupil diameter, has been presented, thus allowing to get a more “objective” representation of the response to flicker. The system used to both generate flicker and measure the pupil diameter has been illustrated along with all the results of several experiments performed on the volunteers. The intent has been to demonstrate that the measurement of that geometrical parameter can give reliable information about the feeling of the human visual system to light flicker.
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I drammi musicali di Nicolò Minato per Francesco Cavalli

Stangalino, Sara Elisa <1975> 08 June 2011 (has links)
No description available.
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I Responsori della Settimana Santa del Ms 443 dell'Accademia Filarmonica di Bologna

Vettori, Romano <1955> 08 June 2011 (has links)
La tesi è dedicata allo studio dei Responsori della Settimana Santa contenuti nel volume manoscritto Musica per la Settimana Santa conservato presso l’Accademia Filarmonica di di Bologna: (I-Baf FA1 443), che la tradizione storiografica fino ad alcuni anni fa attribuiva interamente ad Alessandro Scarlatti. Il volume raccoglie un ampio repertorio di brani musicali appartenenti a generi destinati ai periodi liturgici della Quaresima e del Triduo pasquale. Il lavoro è dedicato ai responsori considerati innanzitutto come progetto compositivo a sé stante e come fonte di rilievo nell’ambito della musica sacra e del genere responsoriale in particolare. Lo studio è suddiviso in due parti: la prima riguarda le ricerche codicologiche sul volume, del quale si riassume anche la storia con nuove ricerche sulla sua acquisizione da parte dell’Accademia Filarmonica. Viene poi esaminato il contesto storico-liturgico della musica per la Settimana Santa e si prendono in esame gli aspetti stilistici del repertorio responsoriale polifonico italiano dalla metà del ‘500 allla prima metà del ’700, in particolare nell’ambito del cosiddetto «stile osservato» del tempo. Nel terzo ed ultimo capitolo della prima parte vengono analizzati nella forma e nello stile i responsori del Ms 443 di Bologna, tenendo conto della teoria musicale e delle consuetudini contrappuntistiche in vigore tra la fine del sec. XVII e l’inizio del sec. XVIII. Nelle rispettive appendici ai capitoli si dànno le Tavole esplicative, con dati di natura codicologica, tecnico-musicale e testuale liturgica e gli elenchi dettagliati delle fonti responsoriali polifoniche rintracciate, manoscritte e a stampa. La seconda parte del lavoro presenta l’edizione critica della musica, con annessa la sua riproduzione in facsimile su CD. Nell’apparato critico la sezione dei Testi restituisce l’edizione filologica dei testi liturgici intonati.
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Il simbolismo delle gemme nell'ambito imperiale

Avgoloupi, Eleftheria <1975> 07 July 2011 (has links)
Le vesti e le insegne degli imperatori nonché degli alti dignitari, sono ornate e “appesantite” da pietre preziose, lì disposte non a caso. Esse spesso divengono emblemi dei personaggi che le portano e offrono loro virtù e qualità che spesso si ricollegano anche a caratteristiche di alto valore ideologico. Già dai tempi pre-biblici le pietre sono considerate creature vive, messe in corrispondenza con gli astri, secondo la dottrina della simpathia. Questa concezione perdura anche nel Medioevo: infatti, nei vari lapidari vi sono pietre capaci di generare, e pietre “incinte”; esistono pietre dalle virtù talismaniche e taumaturgiche; altre guariscono, allontanano i mali, ottengono il favore dei potenti, consentono di portare a felice compimento tutto quel che si intraprende; rendono eloquenti, simpatici, graditi. Tornando all’ambito imperiale, l’imperatore per governare deve manifestare qualità che vengono condivise anche da Dio, quali la filantrophia, l’eunomia; rispettare la taxis; essere capace di autocontrollo; mostrare pietà; essere filocristos, vittorioso, misericordioso; essere temperante e giusto. Alcune di queste qualità gli vengono offerte anche dall’uso delle pietre preziose; così ad esempio il diamante dà forza e coraggio: preserva l’integrità del carattere e la buona fede; il rubino allude alla fiamma della carità; lo zaffiro è simbolo della ricchezza e dei cieli, custode dell’innocenza e della verità; lo smeraldo è anche esso simbolo della fede e allude simbolicamente alla capacità di intuire e trasmettere il messaggio divino propria del personaggio che ne è adornato. Le fonti prese in esame anche se vengono separate da un’arco di tempo grande e non rispecchiano un limite cronologico fisso, neccessario per ogni ricerca, tuttavia permettono di delineare il percorso evolutivo delle virtù delle gemme attraverso i secoli; e quindi di avere un’ idea molto più chiara sulla concezione delle pietre stesse, e su come, col passare degli anni, queste virtù si evolvono o svaniscono.
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El material didáctico para la enseñanza del español como lengua extranjera en Italia: el papel de los elementos culturales en la construcción de la imagen de “lo hispánico”

Nanetti, Valentina <1976> 14 October 2011 (has links)
In this work we examine the reference to cultural elements in a sample of 13 textbooks of Spanish as a foreign language for Italian students. The aim is to observe how they treat the cultural component in the particular context of Spanish language teaching to Italians. In this context, especially relevant issues are the linguistic and cultural proximity between Italy and Spain, and the present fascination for Spain, which has given rise to some interesting phenomena, among others, a massive emigration of Italian youths to Spain.
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I drammi per musica di Giacomo Antonio Perti per il teatro della Villa medicea di Pratolino (1700-01; 1707-10) / The operas by Giacomo Antonio Perti for the theatre of the Medici Villa of Pratolino (1700–01; 1707–10)

Lora, Francesco <1981> 18 July 2012 (has links)
L’attività nel teatro della Villa medicea di Pratolino, presso Firenze, giunse al culmine nel primo decennio del ’700, quando il principe Ferdinando de’ Medici commissionò e vi fece rappresentare, una per anno, opere in musica di Alessandro Scarlatti e di Giacomo Antonio Perti. Benché le partiture siano perdute, sopravvive un’ingente quantità di materiale documentario, in massima parte inedito, il quale dà un eccezionale resoconto sul mecenatismo del Principe e sul funzionamento della macchina teatrale. La dissertazione si concentra sulle sei opere poste in musica da Perti ("Lucio Vero", 1700, in collaborazione con Martino Bitti; "Astianatte", 1701; "Dionisio re di Portogallo", 1707; "Ginevra principessa di Scozia", 1708; "Berenice regina d’Egitto", 1709; "Rodelinda regina de’ Longobardi", 1710), sui rapporti del compositore col Principe, col librettista Antonio Salvi, col rivale Scarlatti, coi cantanti e con la corte medicea, sullo stile da lui perseguito e – per quanto è dato sapere o lecito ipotizzare – sulla fisionomia dei suoi lavori (strutture e risorse letterarie, teatrali e musicali). / Activity in the theatre of the Medici Villa of Pratolino, not far from Florence, peaked during the first decade of the 1700s. At that time, Prince Ferdinando de’ Medici commissioned Alessandro Scarlatti and Giacomo Antonio Perti to compose operas, staged in the Villa on a one-per-year basis. Although the scores of these operas have been lost, much documentary material has survived. The greater part of this is still unpublished, but it provides an exceptional account of both the Prince’s patronage and the theatre’s functioning. This dissertation focuses on the six operas set to music by Perti ("Lucio Vero", 1700, in collaboration with Martino Bitti; "Astianatte", 1701; "Dionisio re di Portogallo", 1707; "Ginevra principessa di Scozia", 1708; "Berenice regina d’Egitto", 1709; "Rodelinda regina de’ Longobardi", 1710), on the composer’s relationship with the Prince, the librettist Antonio Salvi, his rival Scarlatti, the singers and the Medici Court, on the style he pursued and – to the extent that such information is known or may be legitimately inferred – on the physiognomy of his works (structures and literary, theatrical and musical resources).
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Drammatizzazioni devozionali del Venerdì santo a Milano in età post-tridentina: la processione con Misteri dei Barnabiti / Good Friday devotional dramatizations in Milan post-tridentine period: Barnabites «processione con misteri»

Salis, Giovanni <2012> 18 July 2012 (has links)
La tesi si occupa della «processione con Misteri» organizzata da Carlo Bascapè, preposito generale dei Barnabiti, a Milano, la notte del venerdì santo, a partire dal 1587. Di questo importante rito processionale sono giunte fino a noi diverse testimonianze documentarie, conservate presso l’Archivio Storico dei Barnabiti a Milano, che sono state il cuore di questa ricerca. La processione è una grande meditazione pubblica dove la musica svolge un ruolo molto importante. Il percorso che ho seguito è stato teso a rendere ragione delle motivazioni drammatiche e devozionali della processione, per poi approdare al significativo ruolo che la componente musicale svolgeva nel rito stesso. Nel primo capitolo ho rievocato la figura di Carlo Bascapè (1550-1615), inserendo la sua figura all’interno delle esperienze storiche nelle quali si è formato (la Milano di san Carlo Borromeo e l’Ordine dei Chierici regolari di San Paolo). Nel secondo capitolo ho scandagliato le radici devozionali alla base della processione (i concetti di devozione e orazione) e messo a fuoco il ruolo della musica nell’esperienza religiosa dei Barnabiti e, in particolar modo, di Carlo Bascapè. Il terzo capitolo si concentra sulle principali modalità di rappresentazione e meditazione della passione di Cristo. Nel quarto capitolo ho ricostruito, attraverso una lettura dei documenti, e con approfondimenti tratti dalla letteratura devozionale tardocinquecentesca sulla passione, i vari aspetti della processione e i suoi protagonisti (religiosi, nobili della città di Milano, musicisti), e, infine, ho messo in luce gli aspetti devozionali e drammaturgici. Nel quinto capitolo ho analizzato le musiche superstiti, pervenendo alla conclusione che ogni aspetto musicale era concepito tenendo ben presenti i due aspetti su cui era imperniata la processione: la rappresentazione della passione e l’immedesimazione dei fedeli. L’ultima parte della tesi consiste, infine, nella trascrizione dei documenti archivistici, nella loro parte testuale e musicale. / My Thesis concentrates on the processione dei misteri organized by Carlo Bascapè, superior general of the Barnabites, in Milan on the night of Good Friday since 1587. The Archivio Storico of Barnabites (Milan) contains several documents that are evidence of this important rite and represent the sources of this research. This processione was a huge public meditation in which music played a primary role. The aim of my writing is first to account for the dramatic and devotional reasons of the processione, then to investigate the significant meaning that the music would have had in the rite itself. In the first chapter I introduce Carlo Bascapè (1550-1615) emphasizing his historical constitutive experiences, that means presenting the city of Milan during Saint Carlo Borromeo and the Clerics Regular Order of Saint Paul. In the second I investigate the devotional roots under the processione, the concepts of devotion and oration, and I focus on the role of the music in relation to the religious experience of Barnabites and in particularly of Carlo Bascapè. In the third I concentrate on the main representation and meditation mode of the Christ Passion. In the fourth chapter I reconstruct the different aspects of the processione and its protagonists (religious people, Milan noblemen, musicians) through the reading of sources and deepening the late sixteenth devotional literature, and lastly I underline the devotional and dramatic features. In the fifth chapter I analyze the survivor sheets music concluding that every musical detail would have been conceived in order to respect two different aspects of the processione: on the one side, the Passion Drama and, on the other side, the believers’ identification. The last part of the thesis consists in the transcriptions of the archive documents.
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Il repertorio italiano del Ms Gr. Rés. Vm7 676 della Biblioteca Nazionale di Parigi / The italian repertory in the Ms Gr. Rés. Vm7 676 of the National Library of Paris

Luisi, Maria <1969> 18 July 2012 (has links)
La tesi esamina il codice musicale Gr. Rés Vm7 676 della Biblioteca Nazionale di Parigi, che rappresenta una fonte di grande interesse per lo studio della musica vocale italiana tra Quattro e Cinquecento. Compilato nel 1502, il codice è stato oggetto di analisi da parte di vari studiosi, che ne hanno preso in esame singoli brani o intere sezioni, allo scopo di attestare procedimenti compositivi particolari (Torrefranca) o caratteri stilistici locali, in particolare relativi alla frottola mantovana e ferrarese (Prizer). Un’accurata ricognizione sul repertorio è stata effettuata da Nanie Bridgman in un saggio degli anni Cinquanta del secolo scorso, ma non è mai stato realizzato uno studio organico sul manoscritto. Pertanto la ricerca si è proposta di riconsiderare l’intero repertorio italiano tramandato dal codice, per proporre un plausibile inquadramento stilistico nella cultura della poesia per musica coeva. La trascrizione dei testi e delle musiche, supportata dal confronto con le fonti manoscritte e a stampa, letterarie e musicali, ha consentito di formulare alcune ipotesi in merito alla circolazione del repertorio tramandato e all’ambiente di produzione del documento. L’inconsueta varietà di forme musicali riscontrate nel codice consente inoltre di assumere questo manoscritto come una delle principali fonti della tradizione musicale che precede immediatamente la ‘sistemazione’ del repertorio frottolistico effettuata da Ottaviano Petrucci, a partire dal 1504, con la pubblicazione dei suoi undici libri di frottole (1501-1514). / This thesis examines the musical manuscript Gr. Rés Vm7 676 of the National Library of Paris, which is a source of great interest for the study of Italian vocal music between the fifteenth and sixteenth. Compiled in 1502, the code has been analyzed by various scholars who have examined individual songs or entire sections, in order to certify specific compositional procedures (Torrefranca) or local stylistic features, in particular relating to the frottola of Mantua and Ferrara (Prizer). A thorough survey on the repertoire has been performed by Nanie Bridgman in an essay of the fifties of last century, but has never been a completely study on the manuscript. Therefore, research has proposed to reconsider the entire Italian repertoire handed down by the Code, to propose a plausible framework style of poetry to music in contemporary culture. The transcription of the texts and music, supported by the comparison with manuscript and printed sources, literary and musical, has allowed to formulate some hypotheses concerning the circulation of the handed repertoire and its production environment. The unusual variety of musical forms found in the code also allows us to take this manuscript as a major source of the musical tradition that immediately precedes the 'accommodation' of frottolas repertoire made by Ottaviano Petrucci, starting from 1504, with the publication of his eleven books of frottolas (1501-1514).

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