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LA CONFISCA DI PREVENZIONE EX ART. 24 D. LGS. 6 SETTEMBRE 2011 N. 159. LA 'SFIDA' DEL PRINCIPIO DI PROPORZIONEDI LELLO FINUOLI, MARINA 06 February 2015 (has links)
Il lavoro concerne il tema del contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata e la confisca di prevenzione ante delictum (art. 24, d.lgs. n. 159/2011). Lo spregiudicato ricorso a questo strumento ha creato una confusione tra i piani della prevenzione (ante delictum) e della repressione (post delictum) della criminalità. Si nota, inoltre, la tendenza della confisca a sconfinare verso settori d’intervento della giustizia penale differenti da quelli per i quali è espressamente prevista.
La Parte prima della tesi è dedicata alla ricostruzione delle origini storiche delle misure di prevenzione patrimoniali, nonché ai presupposti e alle finalità di sequestro e confisca. La Parte seconda affronta il problema della natura giuridica della confisca. Alla dottrina che si è espressa per la sostanziale natura sanzionatoria della misura (formalmente) di “prevenzione”, si oppone la giurisprudenza che la estromette dalla materia penale e dalle garanzie (costituzionali e convenzionali). La Parte terza è dedicata alla ‘sfida’ del principio di proporzione: la verifica della ragionevolezza della confisca secondo il modello del giudizio trilaterale.
Nelle conclusioni si espongono delle considerazioni sui rapporti tra prevenzione ante delictum e principio di sussidiarietà, nell’ottica di una valorizzazione dell’idea di gradualità e di promozione dell’uguaglianza tra cittadini. / The work concerns the contrast against organized crime and the preventive confiscation (art. 24, d.lgs. n. 159/2011). The use of confiscation has created a confusion between the plans of crime prevention (ante delictum) and crime repression (post delictum).
The first part of the thesis concerns: reconstruction of the historical origins of the preventive system; conditions and purposes of seizure and confiscation. The second part deals with the problem of the legal nature of confiscation. The doctrine has been expressed for substantial punitive measure; jurisprudence excludes confiscation from criminal law and its guarantees. The third part concerns the 'challenge' of the principle of proportionality: the verification of the reasonableness of confiscatione.
The conclusions expose the considerations on the relationship between prevention ante delictum and the principle of subsidiarity, to valorize the idea of gradually and of equality between citizens.
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All'ombra della camorra : I bambini e la criminalità organizzata / I skuggan av camorran. : I skuggan av camorran. Barnen och den organiserade brottslighetenEriksson, Lotta January 2017 (has links)
Nello studio vengono usate due indagini che analizzano il legame tra la criminalità organizzata nel territorio di Napoli e i bambini napoletani, assieme a un’indagine fatta sugli studenti della Liguria, del Lazio e della Toscana sul problema della mafia. Ci sono pochi studi su questo tema, e l’obiettivo di questa tesina è indagare il rapporto tra queste entità. Si intende qui indagare la differenza nella percezione e nella consapevolezza del fenomeno della criminalità organizzata, presso i bambini di Napoli e gli studenti intervistati nel Centronord. La visione dei bambini sul tema della camorra è di particolare interesse, perché sono gli esseri più deboli di ogni società, dipendono dagli adulti, e il loro parere non viene spesso preso in considerazione dalle indagini. Sembra che sia molto più comune invece descrivere e analizzare la camorra solamente come criminalità organizzata e da qui si può capire il successo che ha avuto ad esempio lo scrittore Roberto Saviano. Questa tesina intende per questo mettere in luce i pensieri, le idee e la consapevolezza che hanno gli intervistati delle due indagini. Inoltre, la tesina cercherà di riflettere su quali siano le vittime del fenomeno mafioso. La vittimologia fa parte della criminologia e oggi è un ramo fondamentale per la discussione della prevenzione dei reati. Dato che non esiste molta letteratura scientifica che si focalizza sul rapporto fra i bambini e la camorra, questa tesina vuole contribuire a sottolineare l’importanza del punto di vista dei più giovani, che rappresentano il futuro della nazione italiana. L’ipotesi di questa tesina sarà quella di verificare se gli studenti del Centronord attraverso questa inchiesta vittimizzano doppiamente i bambini di Napoli. Perché l’indagine del Centronord trae la conclusione che gli intervistati del Lazio, della Toscana e della Liguria sono vittime della mafia in genere, ma questo non sembra corrispondere alla realtà. In effetti gli studenti del centronord conoscono la mafia solo attraverso progetti scolastici e i media. A Napoli, invece, gli abitanti vivono sempre all’ombra della camorra e sappiamo che in questa zona non si rompe facilmente la cultura dell’omertà, mentre nelle regioni del Centronord è possibile vivere e parlare della mafia, senza rischiare di rimanere uccisi o minacciati pesantemente. La stessa indagine fatta sugli studenti del Centronord, che si conclude dicendo che essi manifestano maggiore maturità, approcci più sistemici e anche una maggiore consapevolezza della lotta alla camorra, non è forse del tutto obiettiva, perché non tiene conto della drammatica situazione dei loro coetanei del Sud. La tesina vuole considerare l’ipotesi che l’indagine del Centronord, invece di servire come studio di vittimologia, al contrario vittimizza i bambini del Sud doppiamente. In primo luogo dato che il punto di partenza dell’inchiesta del Centronord è di concepire gli intervistati stessi come vittime delle mafie. Ma non lo sono, perché non vivono nel mezzo del fenomeno mafioso e non sono poveri come i bambini napoletani delle periferie. In secondo luogo, gli autori dell’indagine del Centronord traggono la conclusione che il loro campione ha un’ampia consapevolezza di questo fenomeno e di conseguenza potrebbe avere un ruolo importante nella lotta alle mafie. In questa maniera si vittimizzano forse ulteriormente i bambini di Napoli, dato che essi non sono in grado, per circostanze esterne, di poter rompere allo stesso modo il silenzio imposto dalla camorra.
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Ação controlada e criminalidade organizada: os controles necessários à atividade investigativa / Azione controlalta e criminalità organizzata: i controlli necessari allattività investigativa.Vilares, Fernanda Regina 24 March 2015 (has links)
A presente tese tem como objeto central a ação controlada. Instrumento tipicamente brasileiro de combate à criminalidade organizada, o instituto carecia de um estudo profundo e sistematizado. Ocorre que a falta de compreensão de sua natureza levou a um uso deturpado do método, dando azo ao cometimento de muitas ilegalidades sob a justificativa de se combaterem organizações criminosas. Assim, diante da necessidade de compreender o papel exercido pela ação controlada no país, foi feita uma análise do contexto internacional da investigação da criminalidade organizada, de modo a entender, organizar e classificar as técnicas especiais de investigação previstas nos tratados internacionais. Por meio dessa empreitada, conclui-se que a ação controlada não compartilha da natureza jurídica dessas técnicas, revelando-se um método de investigação sigiloso que pode abarcá-las, já que elas exercerão a função de extrair dados das fontes de prova. Diante da natureza de método de investigação da ação controlada, revelou-se essencial um estudo sobre a metodologia científica e, após, sua aplicação no âmbito da investigação criminal. Dessa forma, foi proposta uma metodologia com vistas a aumentar a eficiência da investigação da criminalidade organizada, a qual está atrelada ao desenvolvimento da inteligência criminal. Além disso, foram estabelecidas algumas premissas que serão retomadas para o posterior estabelecimento dos controles necessários à utilização desse método investigativo. Antes de analisar o artigo de lei que estabelece as condições para a utilização da ação controlada, optou-se por explorar alguns temas relativos aos direitos e garantias fundamentais do imputado no âmbito da investigação criminal. Iniciou-se pela breve descrição da nova concepção da verdade processual como verossimilhança. Após, foram tecidas algumas considerações sobre o conceito de imputado e os direitos que lhe cabem. Ainda, considerando a essência da ação controlada como método que depende da clandestinidade de sua realização para a obtenção de bons resultados, tratou-se do sigilo na investigação e, na sequência, foram feitas algumas considerações em relação à limitação de sua duração, tendo em vista que esse sigilo representa uma restrição ao direito de defesa do imputado. Tratou-se, então, do pseudo-conflito entre eficiência e garantismo no âmbito da investigação da criminalidade organizada. Finalmente, foi feita uma análise do artigo 8º da Lei n. 12.850/13, que atualmente regulamenta a ação controlada, em cotejo com todas as premissas estabelecidas no trabalho, a fim de propor um sistema de controles necessário à investigação sigilosa. Em suma, propõe-se a limitação de sua duração por um critério qualitativo, qual seja o alcance da sua finalidade de obter um suporte mínimo probatório para a propositura de uma denúncia. O controle da legalidade da extensão da ação controlada no tempo deve ser feito por um magistrado que, inicialmente, defere a utilização desse método de investigação por meio da análise de um plano estratégico e, depois, avalia seus resultados por meio da análise de relatórios periódicos elaborados pelo Ministério Público e pela autoridade policial. / La seguente tesi ha come obiettivo centrale lazione controllata. Strumento tipicamente brasiliano per combattere la criminalità organizzata, listituto è carente di uno studio approfondito e sistematizzato. Occorre che, la mancanza di comprensione della sua natura ha portato ad un uso deturpato del metodo, consentendo molte illegalità, con la giustificazione di combattere le organizzazioni criminali. Così, davanti alla necessità di capire la funzione esercitata dallazione controllata nel Paese, è stata effettuata unanalisi del contesto internazionale dellinvestigazione della criminalità organizzata, nel modo di capire, organizzare e classificare le tecniche speciali di investigazione previste nei trattati internazionali. Attraverso questo lavoro, si conclude che lazione controllata non condivide la natura giuridica di queste tecniche, rivelandosi un metodo di investigazione segreto che può contenerle, visto che eserciteranno la funzione di estrarre dati dalle fonti di prova. Difronte alla natura del metodo dellinvestigazione dellazione controllata, si è rivelato essenziale uno studio sulla metodologia scientifica, e successivamente, la sua applicazione nellambito dellinvestigazione criminale. In questo modo, è stata proposta una metodologia con lobiettivo di aumentare lefficienza dellinvestigazione della criminalità organizzata, la quale è collegata allo sviluppo dellintelligenza criminale. Inoltre, sono state stabilite alcune premesse che saranno riprese per il successivo istituto dei controlli, necessari allutilizzazione di questo metodo investigativo. Prima di analizzare larticolo della legge che stabilisce le condizioni per lutilizzazione dellazione controllata, si è optato per lesplorazione di alcuni temi relativi ai diritti e alle garanzie fondamentali dellimputato nellambito dellinvestigazione criminale. Si è iniziato con la breve descrizione della nuova concezione della verità processuale come verosomiglianza. Successivamente, sono state realizzate alcune considerazioni sul concetto dellimputato e dei diritti che gli sono riconosciuti. In seguito, considerando lessenza dellazione controllata come metodo che dipende dalla clandestinità della sua realizzazione per lottenimento di buoni risultati, si è trattato del segreto nellinvestigazione, e in sequenza, sono state eseguite alcune considerazioni in relazione alla limitazione della sua durata, tenendo in vista che questo segreto rappresenta una restrizione al diritto di difesa dellimputato. Infine, si è trattato dello pseudo-conflitto tra lefficienza e il garantismo nellambito dellinvestigazione della criminalità organizzata. Per concludere, é stata realizzata unanalisi dellarticolo 8º da Lei n. 12.850/13, che attualmente regola lazione controllata, paragonando tutte le premesse stabilite dal lavoro, in modo da proporre un sistema di controlli necessario allinvestigazione segreta. Insomma, si propone la limitazione della sua durata con un criterio qualitativo, che sia, lobiettivo della sua finalità di ottenere un supporto minimo probatorio per la proposta di una denuncia. Il controllo della legalità dellestensione dellazione controllata nel tempo deve essere effetuato da un magistrato che, inizialmente, deferisce lutilizzazione di questo metodo di investigazione attraverso lanalisi di un piano strategico e, successivamente, analizza i suoi risultati attraverso lanalisi di rapporti periodici elaborati dal Pubblico Ministero e dallautorità di polizia.
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A imputação nas organizações empresariais / Limputazione nelle organizzazioni aziendaliGrandis, Rodrigo De 23 May 2014 (has links)
A presente dissertação propõe-se à análise das diversas categorias de imputação penal no âmbito das organizações empresariais complexas em razão dos fatos cometidos pelas pessoas físicas intervenientes. Para tanto, são expostas as modalidades doutrinárias através das quais pode ser atribuída a responsabilidade penal às pessoas físicas que cometem uma conduta delituosa no âmbito da organização empresarial, independentemente do patamar ocupado. Elaborou-se, ainda, análise diferenciadora entre o fenômeno das organizações empresariais e outras manifestações coletivas, como as organizações criminosas, para a verificação dos critérios mais adequados de imputação penal. Assim, procedeu-se ao estudo da condição jurídica do empresário como responsável penal dos crimes cometidos no âmbito da empresa por ele comandada, em especial sob o enfoque da eventual existência do dever de garante. / La presente Tesis si occupa d´analizzare le diverse categorie dimputazione penale all\'interno delle organizzazioni aziendali complesse, per quanto riguarda agli atti commessi attraverso terza persona. Perciò, sono esposti i modi dottrinali per i quali possono essere attribuiti la responsabilità penale alle persone fisiche che commettono una condotta criminale all\'interno dell\'organizzazione aziendale, indipendentemente del livello che occupano allinterno della azienda. È stata elaborata ancora unanalisi che distingue tra il fenomeno dellorganizzazione aziendale e di altre manifestazioni collettive, come le organizzazioni criminali, per verificare i criteri più appropriati per l\'imputazione penale. Cosi, si è proceduto a studiare la posizione giuridica dell\'imprenditore per quanto riguarda la responsabilità penale dei reati commessi all\'interno della società da una persona che è stata comandata da lui, in particolare dal punto di vista della possibile esistenza del dovere di garantire
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Il contrasto alla circolazione di capitali illeciti: potenzialità e limiti dello strumento penale / Chasing dirty money:capabilities and limits of the criminal lawDELL'OSSO, ALAIN MARIA 27 February 2012 (has links)
La ricerca muove dalla ricognizione della complessa fenomenologia del riciclaggio e, più in generale, delle problematiche connesse alla circolazione di capitali illeciti. Si individuano anzitutto i reati maggiormente significativi quali fonti di “denaro sporco”; si indagano, quindi, le tecniche di riciclaggio e le dimensioni dell’economia illecita. Ci si interroga sulle esigenze di contrasto e sugli strumenti a tal fine più opportuni. Si ravvisa l’esigenza di una strategia che si articoli su più piani, affiancando alle fattispecie di reato ulteriori strumenti, quali un’efficace normativa preventiva e uno stringente sistema di sanzioni patrimoniali. Si passa dunque ad una valutazione della normativa vigente. Dapprima si esamina la disciplina internazionale e sovranazionale; si prendono poi a modello le opzioni normative adottate negli Stati Uniti e in Spagna. Si analizza infine nel dettaglio la legislazione italiana. Vengono espresse perplessità circa l’attuale disciplina codicistica (artt. 648-bis c.p.; 648-ter c.p.). Entrambe le norme meriterebbero una serie di riforme, così da risultare maggiormente aderenti alle esigenze di tutela delle quali devono farsi carico. Si analizza nel dettaglio la questione dell’ “auto-riciclaggio” e l’opportunità di mantenere un’esenzione di pena per l’autore del reato dal quale provengono le utilità riciclate. Si esamina la normativa cd. complementare (disciplina preventiva, sanzioni patrimoniali e responsabilità amministrativa degli enti) e se ne evidenziano punti di forza e debolezza quali strumenti di contrasto ai capitali illeciti. / Money-laundering is an extremely wide and complex phenomenon. Indeed, the first part of the work is focused on the analysis of how money is laundered: which are the most relevant predicate offenses; the techniques used to make money appear legal; the attempts to measure how much money is laundered; the impacts of money-laundering on economy. It’s clear the importance of a strong reaction against money-laundering to prevent the damages coming from it. The problem is understanding the role that criminal law has to play in such struggle. Criminalization can’t be the only solution; it’s rather prominent the use - inter alia - of preventive measures (such as reporting suspicious transactions)and seizure. The second part of the work recalls international efforts to combat money-laundering: multilateral conventions, FATF Recommendations, etc. After that, the attention is focused on American and Spanish legislation, taken as specific examples of how to criminalize money-laundering. The third part of the research concerns Italian law: the offences of money-laundering, the so called preventive law (i.e. d.lgs. 231/2007) and the law of seizure. Some proposals of review are given for each kind of section.
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LAW ENFORCEMENT AND CRIMINAL NETWORK RESILIENCE: THE IMPACT OF LAW ENFORCEMENT ACTION ON THE STRUCTURE OF MAFIA-RELATED DRUG TRAFFICKING NETWORKSBERLUSCONI, GIULIA 24 February 2014 (has links)
Per comprendere la capacità delle organizzazioni criminali di resistere alle indagini da parte delle forze di polizia, alcuni studiosi hanno introdotto il concetto di resilienza nel campo della ricerca sul crimine organizzato. Il termine si riferisce alla capacità di un gruppo criminale di affrontare le pressioni esterne e riorganizzarsi.
Adottando un approccio di rete e facendo riferimento a precedenti ricerche sulla resilienza dei gruppi criminali, il presente studio analizza l’evoluzione nel corso del tempo di due gruppi legati alla ‘Ndrangheta. L’obiettivo consiste nel comprendere come questi gruppi si sono adattati alla pressione da parte delle forze dell’ordine e nell’identificare i meccanismi che hanno favorito la loro evoluzione e i cambiamenti che hanno riguardato la loro struttura organizzativa.
I risultati mostrano che i due gruppi criminali hanno potuto fare affidamento su diverse fonti di resilienza. La presenza di legami di natura non economica, che non sono conseguenza della loro partecipazione nei mercati illegali, ha consentito ai gruppi mafiosi di sostituire i soggetti arrestati in modo rapido ma parziale. Una minor importanza attribuita alla struttura gerarchica da parte dei gruppi mafiosi coinvolti in traffici internazionali ha invece permesso a questi gruppi di dotarsi di una organizzazione interna più flessibile. / To understand mafia persistence over time and address the problem of the impact of law enforcement interventions on criminal groups, some scholars have introduced the concept of resilience into organized crime research; this refers to the ability of criminal groups to deal with ongoing changes and reorganize themselves accordingly. Adopting a network approach to organized crime and drawing on previous studies on criminal network resilience, this study analyses the evolution of two ‘Ndrangheta criminal groups over around two years, seeking to understand how they adapted to the external pressure of law enforcement agencies, and to identify the mechanisms that drove their evolution and the structural changes that they experienced.
The results show that the two mafia groups had several sources of resilience. The possibility to rely on non-economic ties, which are not the consequence of their participation in illegal markets, enabled the mafia groups to rapidly, though partially, replace the actors arrested. A less prominent role of the formal hierarchy of the ‘Ndrangheta in criminal networks mainly involved in drug trafficking instead gave rise to a more flexible internal configuration.
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Un'analisi longitudinale del concorso in reato nella criminalità organizzata / A LIFE-COURSE APPROACH TO CO-OFFENDING IN ORGANIZED CRIMEMENEGHINI, CECILIA 26 January 2021 (has links)
Uno degli aspetti più documentati del comportamento deviante è che una porzione considerevole di reati è commessa da più persone che collaborano tra loro, e non da criminali che agiscono in autonomia. Oltre ad analizzare le caratteristiche della compartecipazione nei reati, alcuni studi recenti si sono focalizzati sulla comprensione della sua evoluzione lungo la carriera criminale dell’individuo, e sul suo impatto sulla traiettoria criminale. Il concetto di collaborazione criminale è particolarmente rilevante nel contesto dei gruppi criminali organizzati, per i quali le interazioni tra i membri costituiscono l’essenza del loro funzionamento, e i reati commessi sono spesso logisticamente complessi. Ciononostante, il fenomeno della collaborazione criminale ha ricevuto scarsa attenzione nella ricerca sulla criminalità organizzata, e nessuno studio analizza il suo ruolo nel definire la traiettoria criminale del singolo individuo che entra a fare parte di un'organizzazione criminale. Il presente studio mira a colmare questa lacuna in letteratura analizzando i dati sui 178.427 reati commessi da tutti gli 11.138 individui condannati per associazione mafiosa in Italia tra il 1985 e il 2017. I dati includono informazioni sull’eventuale concorso in reato per ogni crimine commesso. L’analisi condotta si avvale di diverse metodologie quantitative con lo scopo di fornire un quadro descrittivo della collaborazione criminale nella criminalità organizzata; determinare se i membri delle organizzazioni criminali hanno diverse traiettorie longitudinali di collaborazione criminale; comprendere quale sia l’impatto di commettere crimini in collaborazione con altri individui sul comportamento criminale futuro; e studiare come la collaborazione criminale sia correlata con il reclutamento nella criminalità organizzata.
I risultati dell’analisi dimostrano che il concorso in reato non è una caratteristica incidentale dei crimini commessi dagli individui che fanno parte dei gruppi criminali organizzati. Alcune delle caratteristiche della collaborazione criminale nel contesto della criminalità organizzata riflettono i risultati principali ottenuti negli studi condotti in altre popolazioni criminali, ma emergono alcune peculiarità. Inoltre, il trend aggregato di compartecipazione nei reati dei mafiosi italiani può essere approssimato da cinque traiettorie che raggruppano individui con caratteristiche specifiche. Infine, la collaborazione criminale appare correlata con dei cambiamenti nei successivi comportamenti criminali degli individui: in particolare, è connessa a una più alta probabilità di commettere reati violenti, e di entrare a far parte dell’organizzazione criminale nel breve periodo. Lo studio discute questi risultati alla luce della letteratura sullo sviluppo dei comportamenti criminali per i membri dei gruppi criminali organizzati, e in relazione alla ricerca esistente sulle cause e conseguenze di commettere reati in collaborazione con altri individui. / One of the most documented findings on delinquent behavior is that many crimes are committed in the company of others rather than by solo offenders. Besides studying the characteristics of co-offending, recent works have focused on understanding its evolution over the individual criminal career, and its impact on the offending trajectory. Co-offending is especially relevant within organized criminal groups, where interactions among participating offenders constitute the core functioning of the criminal organization, and crimes committed are often logistically complex. In spite of this, few studies on co-offending in organized crime exist, and none of them investigates the role that co-offending has on the offending pathway of the single individual. This study addresses this gap in research by analyzing data on all the 178,427 crimes committed by 11,138 offenders convicted for mafia association in Italy between 1985 and 2017. The data set includes information on whether each crime was committed with accomplices. The analysis exploits different quantitative methodologies with the aim to describe the characteristics of co-offenses and co-offenders in organized crime; determine whether organized crime offenders have different longitudinal co-offending trajectories; investigate whether committing crimes with others impacts future offending; and understand how co-offending is related to recruitment into organized crime.
Results demonstrate that co-offending is not an incidental feature of crimes committed by organized crime offenders. Some of the characteristics of co-offending in organized crime reflect findings from other offending samples, but some peculiarities emerge. Furthermore, the longitudinal co-offending behavior of Italian organized crime offenders is best approximated by five trajectories that group offenders with distinct characteristics. Finally, co-offending is related to changes in the future offending behavior of organized crime offenders: in particular, it is related to higher chances of engaging in violent forms of delinquency and experiencing organized crime recruitment in the short term. These findings are discussed in relation to both research on the developmental course of offending for members of organized criminal groups, and existing knowledge on the causes and consequences of offending with others.
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THE RECOVERY OF COMPANIES INFILTRATED BY CRIMINAL ORGANISATIONS: AN EVALUATION OF THE ITALIAN POLICY / THE RECOVERY OF COMPANIES INFILTRATED BY CRIMINAL ORGANISATIONS: AN EVALUATION OF THE ITALIAN POLICYSORIANI, CRISTINA 06 March 2017 (has links)
La criminalità organizzata ha aumentato la propria presenza nell’economia legale attraverso l’infiltrazione in aziende, generando così delle conseguenze negative per il sistema economico e alterando le relazioni tra attori economici. Molti paesi europei hanno adottato dei sistemi di recupero di capitali illeciti, ma l’Italia è la sola che prevede anche il recupero di aziende come misura di contrasto efficace. La politica di recupero dei capitali illeciti dovrebbe ridurre l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle aziende, ma ad oggi è assente una valutazione la politica di recupero delle aziende infiltrate da gruppi criminali. Questa tesi intende valutare la politica di recupero delle aziende infiltrate dalla criminalità organizzata in Italia. L’analisi riguarda la valutazione dell’efficacia, efficienza e impatto di questa politica e, attraverso lo studio di nove casi, propone un nuovo quadro di analisi che combina diversi metodi (es. analisi degli indici di bilancio) e fonti (es. casi giudiziari e bilanci). Lo studio dei casi mostra che il recupero delle aziende è efficace se l’amministratore giudiziario ha esperienze manageriali; è efficiente se i procedimenti di recupero sono brevi e l’azienda viene destinata ad uso sociale; ed ha un impatto positivo se i media e le associazioni locali si interessano alle sorti dell’azienda. / By misusing legitimate businesses, organised crime is increasingly present in legal economies, generating serious consequences for legal systems and distorting relationships among legal actors. Several European countries have adopted asset-recovery regimes, but Italy is the only one that foresees the confiscation of companies as an effective countermeasure. Taking profits out of crime should curtail its infiltration into legitimate businesses, but there are no evaluations of the recovery of companies once infiltrated by organised crime. This study aims to evaluate the recovery of confiscated companies infiltrated by organised crime in Italy. It measures the effectiveness, efficiency and impact of this policy, and, analysing nine cases to assess the achievement of the policy objectives, proposes a new analytical framework that combines different methods (e.g. financial ratio analysis) and sources (e.g. judicial files and balance sheets) to evaluate asset-recovery policies. The results from case studies show that the recovery of companies is effective if the legal administrator has managerial skills; it is efficient if the proceedings are short and the company is disposed to social reuse; and it has a positive impact if media and local associations show an interest in the company.
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ETHNIC PATTERNS IN ORGANISED CRIME: A STUDY ON THE STRUCTURE OF CRIME AND ETHNIC FEATURES IN THE DRUG MARKET IN ITALYTENTI, VALENTINA 21 February 2011 (has links)
La ricerca ha l’obiettivo di esaminare modelli etnici nella criminalità organizzata, esplorando, in particolare, caratteristiche strutturali del crimine e il ruolo dell’etnicità nel mercato della droga in Italia. La tesi si sviluppa in due livelli di analisi, macro e micro. Il livello macro esamina le tendenze della criminalità degli italiani e stranieri nel mercato della droga in Italia, attraverso l'esame dei dati ufficiali sugli autori di reato riportati all’Autorità giudiziaria in Italia per violazione della legge sugli stupefacenti, dal 1991 al 2008. Il livello micro esamina la struttura di una rete criminale composta da italiani e stranieri coinvolti in una serie di attività illegali relative al traffico e spaccio di stupefacenti scoperte in Italia (Operazione Luna Blu), attraverso l’esame delle comunicazioni (intercettazioni telefoniche ed ambientali) incluse nel caso studio. L'analisi di rete (SNA) ha permesso di ricostruire la struttura della rete criminale, identificare il ruolo dell’etnicità nei processi di traffico e spaccio di stupefacenti riportati nel caso studio, e verificare ipotesi relative a modelli etnici nella criminalità organizzata nel mercato della droga. / The research aims to provide a further understanding of ethnic patterns in organized crime, accounting for the structure of crime and ethnic features therein, with a specific focus on the Italian drug market. The research is developed in a two-level analysis. The macro level of analysis provides a general understanding of patterns of ethnic involvement in the drug market in Italy through the examination of official data on drug crimes and offenders reported to the Judicial Authority in Italy, from 1991 to 2008. This is to examine trends in the degree and type of involvement of Italians and foreigners in the Italian drug market over time. The micro level of analysis provides a further elaboration on the structure of crime and ethnic patterns in organized crime in the Italian drug market. It illustrates the structure of a criminal network composed by Italian and foreigner offenders involved in a series of drug distribution operations targeted in Italy (“Operation Luna Blu” case), through the examination of intercepted communication data (wiretaps and electronic surveillance records) included in the case study. Social network analysis (SNA) is applied at this level of analysis as the analytical framework to reconstruct the criminal network structure, identify organizational patterns along ethnic lines, and test hypotheses related to ethnic patterns of interaction amongst Luna Blu network participants.
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