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Dal teatro alla performance e ritorno. La svolta performativa nel teatro contemporaneo e la svolta teatrale nella performance art / From Theater to Performance and Back. Performative Turn in Contemporary Theater and Theatrical Turn in Performance Art

Popovic, Branko <1971> 12 June 2012 (has links)
Il fulcro tematico e concettuale della tesi consiste nel rapporto complesso, paradossale e spesso anche controverso esistente fra il teatro e la performance (art) – e cioè il rapporto fra i concetti di “teatralità” e di “performatività”. L’attenzione è posta su quelle correnti nelle arti performative contemporanee che tendono allo scioglimento delle nozioni di genere, disciplina, tecnica e autorialità e che mettono in questione lo status stesso dell’opera performativa (lo spettacolo) in quanto prodotto esclusivamente estetico, cioè spettacolare. Vengono esaminate – prelevando rispettivamente dal campo del teatro, della danza e della performance art – le pratiche di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, Jérôme Bel e Marina Abramović. Quello che accomuna queste pratiche ben diverse tra loro non è soltanto la problematica del rapporto fra teatralità e performatività ma soprattutto l’aspetto particolarmente radicale e assiduo (e anche paradossale) del loro doppio sforzo, che consiste nello spingere la propria disciplina oltre ogni confine prestabilito e nello stesso tempo nel cercare di ri-definire i suoi codici fondanti e lo statuto ontologico che la distinguerebbero dalle altre discipline performative. Sono esaminate anche diverse teorizzazioni della performance con particolare attenzione a quei contributi che mettono in luce (e in questione) il delicato rapporto fra il teatro e la performance (art) attraverso una (ri)concettualizzazione e comparazione dei termini di teatralità e di performatività. La tesi esamina l’evoluzione della comprensione di quel rapporto all’interno del campo teorico-storico e artistico che inizialmente riflette la tendenza a percepire il rapporto in termini di opposizione e addirittura esclusione per approdare col tempo a una visione più riconciliante e complementare. Le radicali pratiche contemporanee fra il teatro e la performance rappresentano forse una nuova forma-processo performativa specifica e autonoma – che potrebbe essere definita tout court “performance” – e con cui viene definitivamente superato il progetto teatrale modernista? / The thematic axis of the thesis and its conceptual crux is complex, paradoxical and often disputed relationship between the theater and the performance (art) - namely, the relationship between the concepts of "theatricality" and "performativity". The focus is on those currents in contemporary performing arts which tend to dissolve the conventional notions of artistic genre, discipline, technique and authorship, and which question the status of the performance work (the show) as an exclusively aesthetic, that is to say spectacular, product. Taking respectively from the field of theater, dance and performance art the thesis examines the practices of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, Jérôme Bel and Marina Abramović. What links these very different practices is not only the problem of the interplay between theatricality and performativity reflected in their work but especially the particularly radical (and paradoxical) aspect of their twofold effort, which consists of pushing the respective discipline beyond all accepted boundaries and at the same time the effort to re-define it’s foundational codes and ontological status which distinguish it from other performative disciplines. Various theories of performance are also examined, with particular attention to those contributions that highlight (and question) the delicate relationship between theater and performance (art) through (re) conceptualization and comparison of the terms of theatricality and performativity. The thesis follows the evolution of understanding of that relationship within both theoretical-historical and artistic fields. While both fields initially reflect the tendency to perceive the given relationship in terms of opposition and even exclusion, in time they arrive to a more reconciling and complementary vision. Can we consider the radical practices here examined to form a new performative genre - which could be defined as "performance" tout court - one that has definitely overcome the modernist theater project?
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Gli schemata corporei degli Orixás: Azioni, gesti e atteggiamenti della cultura afro-brasiliana nelle metodologie pedagogico-teatrali / Corporal Schemata of the Orixás: actions, gestures and attitudes of the Afro-Brazilian culture in the theatrical pedagogical methodologies

Lerro, Luiz Daniel <1970> 12 June 2013 (has links)
Questa tesi prende in esame le convergenze culturali (tecniche e prassi attoriali) nelle metodologie pedagogiche del “secondo” Novecento teatrale. L’analisi riguarda il modo in cui le tecniche provenienti dai derivati della tradizione africana – in particolare le azioni, i gesti e gli atteggiamenti corporei usati nelle danze sacre del Candomblé – e lo studio degli organi espressivi del corpo permettono all’ artista della scena di acquisire conoscenze pragmatiche su determinati automatismi della sua struttura bio-psichica. L’esame di queste convergenze è fatto pertanto attraverso l’analisi di pratiche teatrali che ammettono le interconnessioni culturali, le “migrazioni” ed i “contagi” fra tecniche teatrali europee e modus operandi extraeuropei. Mediante l’analisi di queste pratiche pedagogiche transculturali si verifica che, gli elementi tecnico-espressivi “estranei” appartenenti ad altre culture possono essere efficaci in un tipo di metodologia “meticcia” solo quando questo modus operandi transculturale contempla la partecipazione collaborativa tra i soggetti coinvolti nel processo educativo. / This thesis examines the cultural convergences (atorial techniques and practices) on pedagogical approaches theater in the second half of the 20th century. Thus, we seek to examine and understand how the techniques employed from African tradition, in particular, actions, gestures and postures used in sacred dances of Candomblé, well as the study of the organs of expression of this body, could facilitate the artist scene acquire pragmatic knowledge about certain automatisms present in his biophysic structure. The examination of these convergences is made through the analysis of theatrical practices that introduce significant technical elements-European and extra-European in a pedagogical approach designed specifically to the education-formation of the actor. The analysis, based on these cross-cultural teaching practices, notes that the technical and espressive elements "strangers" can be effective in a type of teaching methodology “hybrid”, only when this cross-cultural modus operandi provides the collaborative participation among individuals involved in the educational process .
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La drammaturgia sperimentale di Gio. Battista Andreini, fra Commedia dell’Arte, poesia e teatri per musica / The experimental dramaturgy of Gio. Battista Andreini among Commedia dell’Arte, poetry and theatres for music

Bragato, Alice <1984> 12 June 2013 (has links)
Il presente progetto di ricerca, nato inizialmente con l’obbiettivo d’individuare in che modo e in che misura, i testi teatrali del drammaturgo e comico dell’Arte Giovan Battista Andreini, detto Lelio, figlio d’Isabella e Francesco, anche loro attori e letterati d’alto livello, risentirono dell’influenza del mondo dei coevi teatri in musica, dall’intermedio al balletto, si è progressivamente evoluto, divenendo, ben presto, uno studio sulle modalità compositive sperimentali dell’Andreini, dove, in verità, la dimensione del sonoro e la manipolazione dell’elemento musicale, non furono altro che uno dei vari aspetti di suddetta poetica dell’innovazione. Analizzando dunque, minuziosamente, tutte le pièce andreiniane e contestualizzandole, di volta in volta, nel composito panorama sociale, politico e culturale, della prima metà del XVII secolo, in Italia come in Francia, giacché egli lavorò in entrambi gli stati con una certa regolarità - per questo motivo le ricerche sul campo si sono equamente ripartite tra i due paesi - si è giunti a ricostruire, nel dettaglio, quel tessuto, variegato e multiforme, di legami ed influenze, caratterizzato dalla perpetua pulsione alla sperimentazione, esistente tra l’universo performativo barocco e quello che può considerarsi uno dei più alti esponenti della commedia dell’Arte italiana dell’epoca, ridisegnando così i confini di una carriera interamente votata al Teatro e durata più di mezzo secolo. / This study, at the beginning, had as principal purpose to analyze the interconnections between dramatic works of the playwright and actor, Giovan Battista Andreini, and the different types of theatres for music of baroque age. But, when the research work is started, the original objective, soon, is change. In fact, it’s appear clear that the music dimension in Andreini’s plays was, in truth, a manifestation of his great desire of innovation. So, the music prospective has become the best way to put in the right light the dramatic experimentalism of this playwright, one of the most important for the history of Commedia dell’Arte and Italian literature, and to discovered many, unknown, aspects of his poetry and personal philosophy. The Andreini’s plays was investigated to contextualize them in the Italian and French spectacular societies of Seventeenth century, because Giovan Battista had spent long periods of his career, besides his own country, also in Paris, working at the court of Maria de’ Medici and his son, Luigi XIII.
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Chortheater. Genesi di un modello Tipologie corali nel Novecento / Chortheater. A model genesis. Choral Typoligies in the 20th Century

Ossicini, Charlotte <1980> 03 July 2009 (has links)
In the Nineties year in the German Studies’ area appears a new reflection around the theatrical chorus thank to the activity of theatrical personalities as Heiner Müller, Einar Schleef, Elfriede Jelinek or Christoph Marthaler. So Hans Thies Lehmann, in his compendium about the Postdramatic Theater (Hans-Thies Lehmann, Postdramatisches Theater, Verlag der Autoren, Frankfurt am Main 1999) advances the new category of the Chortheater (Chor Theatre) to explain e new form of drama and performative event; again in 1999 appear the important essay of Detlev Baur (Detlev Baur, Der Chor im Theater des 20. Jahrhunderts. Typologie des theatralen Mittels Chor, Niemeyer, Tübingen 1999), that gives an important device about this instrument but without giving the reasons of the its modifications in such different historical times. Then in 2004, Erika Fischer-Lichte, (Theatre, Sacrifice, Ritual. Exploring Forms of Political Theatre, Routledge, London-New York 2005), reflects about the connection between ritual and theatre in the 20th Century. Thank to this studies the search aim was to give a new story of the chorus as theatrical and performative tool, in his liminal essence in creating immersive or alienating theatrical relation with the audience and to give specific features to distinguish it from general categories such as choral theatre o ensemble theatre.
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Il critico teatrale come operatore di scrittura scenica. La critica teatrale italiana tra pratica organizzativa e utilizzo dei nuovi media nel Nuovo Teatro e in alcune esperienze dal 2003 ad oggi / The theater critic as a stage writing operator. The Italian theatre critic between organizational practice and new media in the New Theatre and in some experiences from 2003 to present

Cacciagrano, Adele <1977> 12 June 2012 (has links)
La crisi del “teatro come servizio pubblico” degli Stabili, Piccolo Teatro in testa, si manifesta allo stadio di insoddisfazione interna già alla fine degli anni Cinquanta. Se dal punto di vista della pratica scenica, la prima faglia di rottura è pressoché unanimemente ricondotta alla comparsa delle primissime messe in scena –discusse, irritanti e provocatorie- di Carmelo Bene e Quartucci (1959-60) più difficile è individuare il corrispettivo di un critico-intellettuale apportatore di una altrettanto deflagrante rottura. I nomi di Arbasino e di Flaiano sono, in questo caso, i primi che vengono alla mente, ma, seppure portatori di una critica sensibile al “teatro ufficiale”, così come viene ribattezzato dopo il Convegno di Ivrea (1967) il modello attuato dagli Stabili, essi non possono, a ben vedere, essere considerati i veri promotori di una modalità differente di fare critica che, a partire da quel Convegno, si accompagnerà stabilmente alla ricerca scenica del Nuovo Teatro. Ma in cosa consiste, allora, questa nuova “operatività” critica? Si tratta principalmente di una modalità capace di operare alle soglie della scrittura, abbracciando una progressiva, ma costante fuoriuscita dalla redazione di cronache teatrali, per ripensare radicalmente la propria attività in nuovi spazi operativi quali le riviste e l’editoria di settore, un rapporto sempre più stretto con i mass-media quali radio e televisione e la pratica organizzativa di momenti spettacolari e teorici al contempo -festival, convegni, rassegne e premi- per una forma di partecipazione poi identificata come “sporcarsi le mani”. La seconda parte della tesi è una raccolta documentaria sull’oggi. A partire dal Manifesto dei Critici Impuri redatto nel 2003 a Prato da un gruppo di critici dell'ultima generazione, la tesi utilizza quella dichiarazione come punto di partenza per creare un piccolo archivio sull’oggi raccogliendo le elaborazioni di alcune delle esperienze più significative di questi dieci anni. Ricca appendice di materiali. / The crisis of "theater as a public service" exemplified on the Piccolo Teatro experience, shows its internal dissatisfaction at the end of the fifties. The firsts who fights against this cultural politic was the artists, Carmelo Bene it's one of the first with his early and provocative performances. By critical side, otherwise, is more difficult to identify some critics or intellectuals bearing of a similar explosive rupture. We can recall Arbasino and Flaiano but, in this case, also if their sensitive criticism against "Theatre Established" were very important, they can not be regarded as promoters of that different way of criticism outgoing from Ivrea Conference (1967) and that accompanied New Theatre from the Sixties to Eighty . But definitively what's this new "operation" criticism? Primarily this criticism is focused on a new operative manner that located itself at the threshold of writing practices. It's a criticism embracing a gradual, but steady removal from the theatrical chronicles, a radically rethink about the critical function so it finds very interesting to create new operational areas on magazines and focused publishing, on mass-media like radio and television and as organization of festivals, conferences, exhibitions and awards - both performative both theoretical- who are identified as "the criticism that dirting its hands". The second part of the thesis is a documentary collection on today. From Manifesto del Critico Impuro written in 2003 in Prato by a group of critics of the last generation, the thesis uses that Statement as a starting point for creating a small record based on some elaboration by someone among the most significant critical experiences of these last ten years. Interesting Appendix based on rare materials.
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Intercultural Performance and Dialogue. From Richard Schechner Performance Studies Onwards

Cutugno, Carmela <1985> 10 June 2014 (has links)
Attraverso un excursus storico, teorico e metodologico, questa tesi di dottorato analizza la nascita, gli sviluppi e l’attuale dimensione costitutivo-identitaria dei Performance Studies, un ambito di ricerca accademica che, nato negli Stati Uniti alla fine degli anni Settanta, ha sempre palesato una natura restia nei confronti di qualunque tentativo definitorio. Se i Performance Studies concepiscono la performance sia come oggetto d’analisi sia come lente metodologica, e se, come evidenziato da Richard Schechner, praticamente tutto può essere “elevato a performance” e quindi indagato secondo le categorie analitiche di questa disciplina, ecco allora che, con uno slittamento transitivo e “meta-metodologico”, questa ricerca dottorale ha scelto come proprio oggetto di studio i Performance Studies stessi, osservandoli “as performance” e avvalendosi degli strumenti metodologici suggeriti dal suo stesso oggetto d’analisi. Questo lavoro indaga come l’oggetto di studio dei Performance Studies sia, seguendo la teoria schechneriana, il “behaved behavior”, e dunque come di conseguenza, il repertorio, prima ancora che l’archivio, possa essere considerato il fedele custode delle “pratiche incorporate”. Soffermandosi su esempi di “reenactment” performativo come quelli messi in atto da Marina Abramović e Clifford Owens, così come sui tentativi condotti dalla sezione dell’Intangible Cultural Heritage dell’UNESCO, suggerisce validi esempi di “archiviazione” della performance. L’elaborato prende poi in esame casi che esemplificano la proficua identificazione tra “studiare performance” e “fare performance”, sottolinea il ruolo cruciale e imprenscindibile determinato dal lavoro di ricerca sul campo inteso come “osservazione partecipante”, ed evidenzia il costante coinvolgimento sociale e politico assunto dai Performance Studies. Questa dissertazione affronta e supporta l’efficacia dei Performance Studies nel proporsi come uno strumento innovativo in grado di analizzare un mondo sempre più performativo nelle sue dinamiche. La loro natura tanto interdisciplinare quanto interculturale sembra farne una lente adeguata attraverso cui promuovere livelli diversi di performance dialogica tra culture localmente distinte ma globalmente assimilabili. / Through a historical, theoretical and methodological excursus, this thesis analyzes the birth, development and current identity of Performance Studies, an academic research field that, born in the United States at the end of the Seventies, has always been reluctant towards any attempt to be defined. If Performance Studies conceives performance both as an object of analysis and as a methodological lens, and if, as pointed out by Richard Schechner, everything can be studied "as" performance and so investigated according to the analytical categories of this discipline, then, with a transitive and "meta- methodological" shift, this doctoral research takes Performance Studies as its object of study, observing it "as performance" and using the same methodological tools suggested by its object of analysis. This work investigates how the object of study of Performance Studies is, following Schechner’s theory, the "behaved behavior", and thus how, as a result, the repertoire, even before the archive can be regarded as the true custodian of "embodied practices". Focusing on examples of performative "reenactment" such as those by Marina Abramović and Clifford Owens, as well as on the efforts undertaken by the UNESCO’s Intangible Cultural Heritage section, it suggests valid examples of "archiving performance". The paper then examines cases that exemplify the successful identification of "studying performance" and "doing performance", it underlines the crucial and inescapable role played by the on-field research, understood as "participant observation", and highlights the constant social and political commitment of Performance Studies. This dissertation addresses and supports the effectiveness of Performance Studies in itself as an innovative tool able to analyze a world increasingly performative in its dynamics. Thanks to its both interdisciplinary and intercultural nature, Performance Studies seems to be a proper lens through which to promote different levels of performance dialogue among cultures which are locally different but globally comparable.
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Sulle tracce di Michel Leiris: possessione e medicina tradizionale nell’Etiopia settentrionale. Dimensione teatrale, religiosa, terapeutica, socio-politica. / italianoinglesespagnoloAlpha On the trail of Michel Leiris: possession and traditional medicine in North Ethiopia. Theatrical, religious, therapeutic, social and political dimension.

Budriesi, Laura <1978> 12 June 2012 (has links)
La tesi si divide in due parti: nella prima si esamina l'esperienza etnografica condotta da M. Leiris durante la missione Dakar-Gibuti (1931-33) con riferimento alla studio della possessione a Gondar. Nella seconda parte si dà conto del lavoro sul terreno condotto dalla dottoranda nel Wollo a contatto con guaritori. Seguono appendici documentarie e iconografiche. / The thesis is divided into two parts: the first examines the ethnographic experience led by M. Leiris during the Dakar-Djibouti mission (1931-33) with reference to the study of possession in Gondar. The second part gives an account of the fieldwork conducted by PhD student in Wollo in contact with healers. Iconographic and documentary appendices follow.
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1967-1987: l'altra civiltà del testo. Impulsi storici e scrittura nel teatro d'innovazione francese / 1967-1987: the Other Text Civilization. Historical Impulses and Writing in the French Theatre of Innovation

Lupia, Nicoletta <1985> 10 June 2014 (has links)
Lo studio analizza le svolte nel teatro di innovazione francese prodotte dalla rivolta sociale e dalla sua rivoluzione culturale del 1968. La ricerca si è concentrata su tre livelli di analisi: un'analisi – storica, politica, sociale, culturale – dell'anno-tournant; un'analisi delle reazioni nel mondo del teatro contemporanee alla rivolta; un'analisi delle prassi spettacolari di lunga durata originate dall'evento. Sono stati, quindi, esaminati criticamente i testi cardine degli intellettuali ispiratori, protagonisti e interpreti della breccia culturale, per poi rintracciare i valori emersi all'interno del mondo dello spettacolo. La contestazione sociale ha agito sul mondo del teatro producendo delle ripercussioni immediate – l'occupazione dell'Odéon, la contestazione al XXII Festival d'Avignon, la produzione della Déclaration de Villeurbanne – e delle prassi di lunga durata che hanno agito sui processi formativi e creativi delle compagnie francesi che, dalla fine degli anni Sessanta, hanno prodotto creazioni collettive (in particolare il Théâtre du Soleil e il Théâtre de l'Aquarium, ma anche la Nouvelle Compagnie d'Avignon, il Grand Magic Circus e il Théâtre Populaire di Lorraine) e sul corpus drammaturgico e teorico di Michel Vinaver. Sono state, quindi, analizzate le relazioni che si sono instaurate tra i protagonisti appena nominati e i differenziati contesti, sociali e teatrali, facendo emergere nuove istanze creative. Tali istanze hanno saputo rispondere alle spinte etiche ed estetiche del momento storico, le hanno declinate sul piano delle prassi teatrali e rilanciate verso modalità nuove che hanno favorito l'emersione di una nuova civiltà del testuale. / The study analyses the changes in French theatre of innovation caused by the social riot and its cultural revolution in 1968. The research focuses on three levels of examination: a historical, political, social and cultural analysis – of the turning year; an analysis of the reactions in the world of theatre contemporary to the riot; an analysis of the long spectacular practices originated by the event. The main writings by inspiring intellectuals, chief protagonists and spokesmen of the cultural breach, have been critically examined, in order to find the values emerged in the show business. The social contestation acted onto the world of theatre producing immediate repercussions – the Odéon Theatre occupation, the contestation at the 22nd Festival d’Avignon, the production of the Déclaration de Villeurbanne – and of the usual long-term procedures which acted on the formative and creative processes of French acting companies who have produced collective creations since the end of the Sixties (especially the Théâtre du Soleil and the Théâtre de l'Aquarium but also the Nouvelle Compagnie d'Avignon, the Grand Magic Circus and the Théâtre Populaire di Lorraine). Morover, they acted also on the dramaturgical and theoretical writings by Michel Vinaver. Therefore, the connections amongst the newly named chief protagonists and the different social and theatric contexts have been analyzed making emerge the new creative needs. Such needs were able to answer to the ethical and esthetical of the historical moment. They decreased them from the theatric praxis point of view and raised them toward new modalities which have favored the raising of a new textual civilization.
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Il teatro di Sarah Kane fra biografia, performance e scrittura / Sarah Kane’s Theatre through her Biography, Performance and Writing

Covelli, Giovanni <1984> 10 June 2014 (has links)
Il presente studio si propone come una rilettura del profilo drammaturgico e teatrale di Sarah Kane a partire dalla ricostruzione e integrazione dei dati biografici e delle interazioni artistiche e personali dell’autrice. Lo studio si articola in due sezioni: in un primo momento esso inquadra contestualmente la drammaturgia inglese del secondo dopoguerra, origine della prima generazione dei Giovani Arrabbiati e sostrato della trasformazione teatrale britannica degli anni Novanta. La seconda sezione, invece, si articola come un’indagine biografica della vita della Kane scandita da documenti e immagini inediti. Tali immagini restituiscono una preziosa testimonianza dei primi spettacoli giovanili, delle prime regie e del percorso professionale maturo della drammaturga/regista, oltre a far luce sulla sua vita personale e famigliare e sugli influssi della stessa sul suo teatro. Inoltre, lo studio approfondito delle vicende biografiche dell’autrice ridisegna le caratteristiche fondanti dell'universo teatrale britannico comprendendo il valore che hanno: i teatri, la critica giornalistica e le strutture universitarie, per la configurazione del sistema teatrale. / This thesis sets itself to re-examine Sarah Kane’s both dramaturgical and theatrical profile, starting from the reconstruction and integration of Kane’s biography and her artistic and personal interactions. This work is structured in two main sections: at first it contextualises British dramaturgy after WWII, birth-place of the first generation of the Angry Young Men and foundation for 1990’s British theatre transformation. The second section sets itself as a biographic research on Sarah Kane, integrated with unpublished documents and images. These images constitute priceless proof of Kane’s first early plays, her first directions and her mature professional itinerary. Moreover, it throws a light on Kane’s both personal and family life as well as its influence on her theatrical work. Furthermore, this in-depth study of Kane’s biography reshapes the founding characteristics of the British theatrical universe by understanding the value of: theatres, press criticism and university structures, for the configuration of the theatrical structure.
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L’IMMAGINE RIFLESSA: Una lettura antropologico-culturale del teatro di Grotowski. La (de)costruzione dell’identità del Performer tra Parateatro e Teatro delle Fonti / THE MIRRORED IMAGE: an Anthropological and Cultural Interpretation of Grotowski's Theatre. The (De)Construction of the Performer Identity between Paratheatre and Theatre of Sources.

Chiamulera, Marcia <1985> 10 June 2014 (has links)
Il continuo sdoppiamento e la riverberazione sono le matrici di sviluppo di questa tesi, in cui le ricerche di Grotowski legate al Parateatro e al Teatro delle Fonti sono indagate e interpretate a partire da un pensiero polivalente che prende avvio nella sociologia della cultura e si radica in un terreno antropologico. La ricerca si configura come un’interpretazione possibile delle scelte operate da Grotowski e, complessivamente, dal Teatro Laboratorio, nel contesto delle trasformazioni socio-culturali successive agli anni Sessanta verificando come nel periodo dal '70 all'82 le scelte stesse rispecchino i valori culturali dell’epoca.La ricerca ricorre alla categoria della “festa” - intesa come realtà quotidiana elevata alla forma rituale, attraverso gli elementi culturali e identitari del gruppo di appartenenza - e, a partire da essa, sovrappone criticamente la logica dell’“identità in performance” con la nozione di “Incontro” elaborata da Grotowski. Questa logica è, successivamente, problematizzata attraverso il “diamante culturale”, un dispositivo di analisi della sociologia della culturache, a sua volta, è discusso eridimensionato a partire dalpresuppostodi “Decostruzione” e dall’idea di “Decondizionamento”legata al lavoro del Performer, inteso come individuo.Tre immagini e un’incognita rivelano i campi d’azioneed i principi che permeano l’intera ricerca raddoppiandosi e congiungendo l’immagine del Performer come individuo riflessivo. L’immagine riflessa si configura nel contrasto fra apparenza e presenza: nella domanda posta da Grotowski “che si può fare con la propria solitudine?” si evidenzia uno dei problemi a cui deve far fronte l’individuo in una determinata struttura culturale e, al contempo, viene suggerita una possibilità di amplificazione della percezione di “se stesso” da parte dell’Attore-Performer come Individuo. / The reverberation is the principle of the development of this thesis, in which Grotowski's research related to Paratheatre and Theatre of Sources is interpreted from the point of view of cultural sociology and anthropology. This research aims to be a possible interpretation of Grotowski's choices and of the whole Teatr Laboratorium, as seen in the contest of the post-Sixties social and cultural changes, verifying how such choices mirrored the culture of the time between 1970 and 1982. In this research, the concept of "holiday" is conceived as a ritual form of daily life of a particular culture and identity, and hence the notion of “identity in performance” overlaps with the notion of "meeting" as elaborated by Grotowski. This logic is then discussed through the "cultural diamond", which is an analytical tool used in cultural sociology that is re-discussed in turn through the assumption of Deconstruction and de-conditioning linked to the work of the Performer as an individual. Three images and something “unknown” pervade the entire research and reveal its principles and grounds, developing and merging with the Performer as a reflective individual. The reflected image appears in the contrast between appearance and presence. Grotowski's question: "what can you do with your loneliness?" highlights one of the problems the person has to face in a particular cultural structure, and at the same time it suggests the possibility of amplifying the self perception of the Actor-Performer as an individual.

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