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La commedia di origine classica dopo il Concilio di Trento. Il caso delle commedie di Luigi Groto il Cieco di Adria / The Comedy of Classical Origin after the Council of Trent. The Comedies of Luigi GrotoRÓZSA, RÉKA 18 March 2008 (has links)
Il presente studio ha posto come obiettivo di delineare gli sviluppi della commedia plautino-terenziana nel periodo post-tridentino esaminando le commedie di Luigi Groto il Cieco di Adria (1541-1585). Il periodo di primo Cinquecento vide il «recupero» e la «reinvenzione» della commedia che partì dal modello plautino, adattando ai bisogni del tempo e del pubblico del Rinascimento. All'inizio del Cinquecento prevalse la commedia «motoria» di Plauto basata sull'intreccio, sulle beffe e sull'azione. quando la struttura della commedia iniziò a irrigidirsi, il modello pralutino venne approfondito usando elementi della «stataria», di modello terenziano, basata sullo studio dei caratteri. Tale cambiamento avvenne anche all'interno di alcuni letterati del secolo, Angelo Beolco e Pietro Aretino, entrambi fondamentali per la presente analisi.
Le tre commedie in questione, composte da Luigi Groto sono molto diverse tra di loro. Ogni capitolo del presente studio analizzerà una sola commedia e ciascuna da un solo punto di vista. Il primo capitolo avrà come oggetto la proposta linguistica del Groto presentata nella sua prima commedia, intitolata La Emilia, opera di stampo chiaramente ariostesco. Nel secondo capitolo potremo conoscere il quadro offerto dal confronto di diverse concezioni della donna. Nella seconda commedia del Groto, intitolata Il Thesoro, infatti, saranno confrontate una vasta gamma di personaggi femminili, tra cui la più trasgressiva, Licinia, la giovane malmaritata. Questa commedia, chiaramente, è di stampo aretinesco. Il terzo capitolo esaminerà la struttura «hedonistica» de La Alteria, una metacommedia per eccellenza di stampo formalmente terenziano, ma con influssi dei tre maestri: Ariosto, Beolco e Aretino. / The aim of the present study is to define the development of the comedy of Plauto-Terencian origin after the Council of Trent. It will examine the comedies of Luigi Groto, comparing them with other comedies of the Sixteenth Century. There was a reinvention of the comedy based on the Plautian model in the first half of the Cinquecento. The model (called motoria), which was full of effects and lively with action, was adapted to the needs of the era and the public taste. Subsequently this model was enriched by patterns of the Terencian comedy called stataria. The stataria, differently from the motoria, gave more room to characters and to reflections of the comedy itself. Some playwrights, i.e. Angelo Beolco and Pietro Aretino, both fundamental for the study, followed this development in their plays.
The three comedies that we are going to analyse, differ from each other. Every chapter is going to examine only one comedy and only from one point of view. In the first chapter, we are going to analyse the language of comedy that Groto proposed in the La Emilia (1579). This play is based on Ludovico Aroisto's elaboration of Plautus. In the second chapter, we are going to look at different perceptions of female characters in the Il Thesoro (1583), Groto's second comedy. We will see how the change in the importance of women on stage modified the other characters. In the last chapter we are going to interpret how the La Alteria (1587), based on Terence and Aretino, became a pure metacomedy, and how its hedonistic structure was influenced by Ariosto, Aretino and Beolco.
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Gli Usi argomentativi della Definizione / The Argumentative Uses of DefinitionMACAGNO, FABRIZIO 07 April 2008 (has links)
L'approccio argomentativo alla definizione permette di aprire una nuova prospettiva su questo tema. La definizione può essere infatti analizzata dialetticamente come un endoxon, una conoscenza comunemente accettata che ha come oggetto la struttura semantico-ontologica condivisa. La definizione dialettica può costituire lo standpoint di un'argomentazione ed essere fondata su argomenti, oppure fungere da premessa in un sillogismo retorico ed essere quindi uno strumento argomentativo e persuasivo.
Le caratteristiche della definizione dialettica possono essere delineate a partire dalle sue origini nella Topica di Aristotele. Da un'interpretazione in chiave predicativo-argomentale di quest'opera emerge come la definizione per genere e specie sia uno strumento di analisi semantica fondamentale per comprendere il nesso di ragionevolezza negli entimemi ed al tempo stesso origine di inferenze argomentative. La tradizione aristotelica è ripresa nella tradizione latina e medievale, in cui viene evidenziato il rapporto tra i differenti tipi di definizione e la loro funzione argomentativa e persuasiva. Nella riflessione moderna e contemporanea il concetto di definizione dialettica è alla base dell'analisi della definizione persuasiva, cioè una strategia argomentativa fondata sulla ridefinizione e sulle inferenze valoriali che derivano dal “significato emotivo” del definito. Le categorie di definizione dialettica e di definizione persuasiva permettono di analizzare le funzioni argomentative della definizione nel contesto comunicativo scientifico, giuridico e politico. / A new perspective on the problem of definition can be opened by an argumentative approach to this subject. Definition can be dialectically analyzed as an endoxon, namely as an aspect of common knowledge regarding the shared semantic-ontological structure. The dialectical definition can be the standpoint of an argumentation and be supported by arguments, or the premise of a rhetorical syllogism. In this case, the dialectical definition can be used argumentatively and persuasively.
The characteristics of dialectical definition can be found inquiring into its origins, namely Aristotle's Topics. By interpreting this work in a predicate-argument perspective, it is possible to notice how genus-species definition is a instrument of semantic analysis, which is fundamental to understand the relation between logic and reasonableness in enthymemes and how definitions can be source of inferences. The Aristotelian tradition has been revived in the Latin and Medieval tradition by analyzing the relationship between different types of definition and their argumentative and persuasive function. In the framework of modern and contemporary argumentation theories, the dialectical definition can be considered the foundation for a new interpretation of a particular argumentative and persuasive strategy grounded on definition: the persuasive definition. Persuasive definition can be seen as a redefinition aimed at altering the inferences from values (or judgments of value) which can be drawn from the definiendum. The concepts of dialectical definition and persuasive definition allow one to examine the argumentative functions of definitions in the scientific, legal, and political communicative context.
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LE VARIETA' DEL TEDESCO NELLA COMUNICAZIONE DEL SETTORE ASSICURATIVO / The Varieties of German in the Insurance CommunicationCOLOMBO, ELENA 07 April 2008 (has links)
Nella dissertazione si intende indagare il problema delle varietà della lingua tedesca, con particolare attenzione alla loro percezione da parte di parlanti provenienti dai tre centri principali, la Germania, l'Austria e la Svizzera. Le istituzioni di questi Paesi hanno avvertito la necessità di fissare le particolarità linguistiche attraverso grammatiche, dizionari, glossari.
La trattazione ha inizio con una breve descrizione dello sviluppo del concetto di testo e dell'insorgere della sua consapevolezza negli studi linguistici. In seguito, si introducono la tipologia testuale e la componente culturale, con considerazioni sui molti approcci e scopi attraverso i quali entrambi i fenomeni sono stati affrontati nelle discipline più disparate, per giungere a collocare in modo più puntuale l'evoluzione dell'interesse per il pluricentrismo nella lingua tedesca. L'ipotesi più accreditata presso gli esperti è che la varietà di appartenenza venga segnalata sul piano lessicale, sintattico, grammaticale e pragmatico. Infine, si descrivono i risultati che un semplice sondaggio sulla comprensione di testi del settore assicurativo hanno evidenziato e li si confronteranno con quanto riportato dai dizionari di riferimento che fanno parte del codice delle varietà. / The dissertation investigates the problem of the German varieties, and in particular how a text is perceived by native speakers coming from its three main linguistic centres, namely Germany, Austria and Switzerland, where the institutions have felt the need to fix the different characteristics of their own variety in dictionaries, grammars and glossaries.
The first Chapter is devoted to the development of the concept of textuality in linguistics. Chapter two considers some of the various approaches to text typology and culture in the different disciplines to introduce the question of pluricentricity in German. The hypothesis generally supported by the main scholars is that the varieties are signalled at the lexical, syntactic, pragmatic and grammar levels. The last chapter deals with the results of the interviews about the comprehension of some insurance texts and compare them to the dictionaries acknowledged in the code of the three varieties.
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Storia e memoria in Yo el Supremo di Augusto Roa BastosCARINI, SARA 18 February 2009 (has links)
Pubblicato nel 1974, Yo el Supremo definisce l’idea di pensiero su parola e approccio alla storia di Augusto Roa Bastos. Sintesi del binomio oralità/scrittura che converge nel bilinguismo paraguaiano, sancisce l’impossibilità di creare un discorso assoluto attraverso il testo storico e il testo letterario. La parola scritta, elemento falsificatore e manipolatore della realtà in quanto portatrice del discorso ufficiale che si identifica con il discorso storico, viene decostruita attraverso dalla contrapposizione con la parola orale, portatrice della memoria viva, che mantiene il discorso collettivo del ricordo. Costruito su una pluralità di testi e voci che si sovrappongono e mostrano la realtà da diverse prospettive Yo el Supremo mette in continuo dialogo la volontà di potere del Supremo iscritta dalla Circular perpetua, con la volontà di libertà delle voci e dei testi che si contrappongono a tale discorso assoluto distruggendolo. / Published in 1974, Yo el Supremo defines the ideas on word and history that typify the work of Augusto Roa Bastos as a writer. The synthesis of the duality between orality and writing converges in paraguaian bilinguism and Yo el Supremo sanctions the impossibility of creating an absolutist discourse. The written word falsifies and manipulates the reality that is considered as the bringer of the official discourse of history and it is deconstructed by opposition with the oral word, keeper of the collective memory. Constructed on a plurality of texts and voices that superimpose and reveal reality from different perspectives, Yo el Supremo puts in continuous dialogue the will to power of the Supreme that is described in the Circular perpetua, with the will to freedom of the voices and texts that confront this discourse, destroying it.
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Hazlitt critico di Shakespeare / Hazlitt as a Shakespearean criticCANTU', VERA 01 April 2009 (has links)
La tesi investiga la critica shakespeariana di Hazlitt, concentrandosi sulle analisi alle quattro maggiori tragedie del bardo, Macbeth, Othello, Hamlet e King Lear. Uno dei i principali e più importanti obiettivi della tesi è quello di dimostrare come la critica shakespeariana di Hazlitt si discosti da quello che è solitamente conosciuto come “character criticism”, mettendo in luce l’interesse del critico romantico non soltanto per i personaggi, ma anche per la trama e la struttura generale dei drammi, e per le interpretazioni teatrali dei drammi stessi. Il capitolo uno riunisce le recensioni, i saggi, le lezioni e le pubblicazioni che costituiscono il vasto apparato critico shakespeariano di Hazlitt, fornendo un’interessante ed ampia panoramica delle principali fonti della sua critica shakespeariana. I capitoli due e tre presentando un’analisi puntuale delle letture hazlittiane delle quattro grandi tragedie di shakespeare, rispettivamente di Macbeth e Othello, Hamlet e King Lear. Vengono evidenziati gli elementi che permettono di inserire Hazlitt fra i maggiori esponenti del Romanticismo critico inglese e di proporlo come acuto precursore di argomentazioni novecentesche su Shakespeare. / The dissertation investigates Hazlitt’s Shakespearean criticism, focusing mainly on his analysis of Shakespeare’s major tragedies, Macbeth, Othello, Hamlet and King Lear. One of the main and most important objectives of the dissertation is that of demonstrating that Hazlitt’s Shakespearean criticism differs from what is usually known as “character criticism”, underlining the critic’s interest not only for the characters, but also for the plot and the general structure of the plays, and for the theatrical interpretations of the plays themselves. Chapter one collects the reviews, the essays, the lectures and the many publications that constitute Hazlitt’s vast Shakespearean criticism. It provides an interesting and wide overview of the main sources of Hazlitt’s Shakespearean criticism. Chapters two and three present an accurate analysis of Hazlitt’s readings of Shakespeare’s great tragedies, respectively Macbeth and Othello, Hamlet and King Lear. These chapters bring to light the elements that allow Hazlitt to be included among the major English Romantic critics and that establish him as acute forerunner of twentieth-century Shakespearean theses.
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STILI COMUNICATIVI E STILI DI APPRENDIMENTO NELL'INSEGNAMENTO DELL'ITALIANO LS A DISCENTI GIAPPONESI E SVEDESIBERGONZI, SILVIA 01 April 2009 (has links)
La presente ricerca intende indagare alcune tendenze interazionali di discenti giapponesi e svedesi in relazione alla cultura dei parlanti e al processo comunicativo che ha luogo nell’insegnamento dell’italiano all’estero. Gli stili comunicativi e gli stili di apprendimento costituiscono lo sfondo della dinamica di rapporto fra docente e studente. Tali elementi si manifestano in interazioni interculturali attraverso una co-occorrenza di regolarità caratteristiche della comunità linguistica a cui i discenti appartengono. Osservando lo stile comunicativo degli studenti si nota che alcune strategie interazionali riflettono valori culturali a cui è legato il senso della politeness, così come percepito dalla loro comunità linguistica. Il trasferimento di strategie comunicative da una lingua all’altra può dare origine a dissonanze nelle interazioni tra docenti e studenti, inficiando il processo comunicativo che permette di attuare pragmaticamente l’azione didattica, compromettendone talvolta il buon esito. Le modalità interazionali degli studenti riflettono lo stile comunicativo della comunità linguistica di cui fanno parte, mentre la tradizione della didattica delle lingue straniere permette di comprendere gli stili di apprendimento dei discenti. Si comprende così la centralità che hanno la cultura dei parlanti e il processo comunicativo, ai fini dell’insegnamento e dell’apprendimento delle lingue all’estero. / The aim of the present research is to investigate some interactional features of Japanese and Swedish students as regards the culture of the speakers and the process of communication involved in the teaching of Italian as a foreign language. Communication styles and learning styles form the background of the dynamics in the relationship between the lecturer and the student. Such elements can be perceived in intercultural communications, especially by a co-occurrence of regularities that are distinctive of the language community the students belong to. By observing the communication styles of the students one can see that some interactional strategies reflect cultural values that are strictly connected to the sense of politeness, as perceived by a language community. Transferring communicative strategies from one language to another can produce dissonances in the interactions between the lecturer and the students; this in turn can affect the process of communication in its pragmatic application of the teaching, at times making it less successful. The communication styles of the students reflect those of the language community they belong to, whereas the foreign language teaching tradition allows one to comprehend their styles of learning. Thus one can rediscover the central role of culture and communication in the process of teaching a foreign language abroad.
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Studi per una ridefinizione del concetto di Classico / Studies for a redefinition of the notion of ClassicDINISI, MARIA GRAZIA 02 March 2012 (has links)
Il termine Classico ha accumulato molte valenze; certamente moltissimi studiosi hanno affrontato la questione, ma si è rivelata opportuna una revisione del tema.
La risposta alla domanda "Che cosa è un classico?" è cercata attraverso un'analisi terminologica che indaghi la nascita della categoria e del termine e le diverse accezioni di questo. Segue un'indagine cronologica dei contributi letterari alla questione nel corso della storia della cultura occidentale
Il Classico, classificato come "di fondazione" o "di consolidamento", emerge come summa delle categorie di Bello, Buono, Vero e Uno. Ha inoltre delle limitazioni in termini di tempo, genere e grado. La più importante implicazione di questa tesi riguarda la responsabilità del mondo delle lettere nella conservazione o nella trasformazione della civiltà e cultura occidentale al contatto con
altre civiltà o all'emergere degli effetti della globalizzazione. / The term Classic has accumulated different meanings. Surely many scholars have tackled over this matter, and yet it is right to review this notion.
I have tried to answer the question “what is a Classic?” by analyzing the term and by tracing it back to its birth and uses over the centuries. Then I have also made inquires about the literary contributions to the debate in the history of western culture.
Classified as the “foundation” and the “canonization”, the Classic emerges as the “summa” of the categories of the Beautiful, the Good, the True and the Sole. Furthermore this notion is limited in terms of time, literary genre and degree. The most important implication of my dissertation is the responsibility that the literary world holds in keeping and transforming the western civilization and culture when they get in touch with others and when globalization emerges.
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LA TERMINOLOGIA FRANCESE DELLA MODA: DIMENSIONI STORICHE E APPLICATE NELL'ANALISI DEL VÊTEMENT D'EXTÉRIEUR / The French Terminology of Fashion: Historical and Applied Dimensions in the Analysis of the OuterwearBONADONNA, MARIA FRANCESCA 12 March 2013 (has links)
Il presente lavoro si inserisce nel filone degli studi terminologici francesi con l’analisi della terminologia della moda, di cui è indagato, quale campo di ricerca privilegiato, il settore del vêtement d’extérieur. Viene adottato un modello descrittivo ampio, fondato sulla riconciliazione teorica e metodologica tra diacronia e sincronia e su un approccio interdisciplinare alla disciplina terminologica.
Lo studio è articolato in due parti: la prima sezione è dedicata alla ricostruzione della terminologia del vêtement d’extérieur in diacronia. Dopo una premessa metodologica circa la redazione delle schede terminologiche, è tracciato il percorso che conduce, dal ristretto nucleo di unità terminologiche in antico francese, alla complessa rete lessicale nel francese contemporaneo.
Nella seconda sezione, sono approfondite le dimensioni applicate, che vanno dall’elaborazione informatica di ontoterminologie allo studio della variazione terminologica in contesti professionali eterogenei, fino alla rassegna di prodotti lessicografici e terminografici della moda, in contesti di comunicazione monolingue e plurilingue.
Infine, dopo aver enucleato l’approccio alla terminologia, si ripercorrono i risultati salienti della ricerca e si delineano ulteriori prospettive di indagine. / This work analyses the French terminology of fashion, particularly the field of the outerwear, within the framework of French terminological research. A broad descriptive model is adopted, based on the theoretical and methodological reconciliation between diachrony and synchrony, as well as on an interdisciplinary approach to terminology.
The study is divided into two parts: the former is devoted to the historical reconstruction of the outerwear terminology. After a methodological introduction about term records, we trace the path leading from the small group of terminological units in Old French to the complex lexical network in contemporary French.
In the latter section, the applied dimensions are explored, including the construction of “ontoterminologies”, the study of terminology variation in heterogeneous professional contexts, and the list of lexicographical and terminographic resources for fashion, both in monolingual and multilingual communication.
Finally, the description of the approach to terminology is followed by the main results of the research and by further perspectives of study.
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L'utilisation des plantes médicinales en grossesse : prévalence, déterminants et risque de prématuritéMoussally, Krystel January 2009 (has links)
Mémoire numérisé par la Division de la gestion de documents et des archives de l'Université de Montréal
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"BLESSEDNESS GOES WHERE THE WIND GOES". UNA LETTURA CUMULATIVA DI THE WIND AMONG THE REEDS (1899) DI WILLIAM BUTLER YEATSCIANCI, GAIA 23 March 2015 (has links)
Questa tesi si propone di analizzare la raccolta poetica The Wind Among the Reeds del poeta
anglo-irlandese William Butler Yeats, pubblicata per la prima volta nel 1899. I primi tre
capitoli intendono contestualizzare la raccolta in relazione alla vita e all’opera di Yeats, al
periodo che avrebbe portato alla sua maturazione e pubblicazione, e alla critica yeatsiana, la
quale ha spesso considerato The Wind Among the Reeds e la così detta “early poetry” di
inferiore livello artistico rispetto alla “mature poetry” novecentesca. Nel quarto ed ultimo
capitolo – che costituisce altresì il fulcro dell’intero lavoro – ci si è soffermati sull’analisi
testuale della raccolta. Questa sezione ha messo in evidenza il profondo legame tra l’apparato
esterno e la struttura interna del (macro)testo, sottolineando l’importanza di ogni singolo
elemento della raccolta nel concorrere alla coerenza semantica e simbolica di un’opera d’arte
che costituisce un esempio della maestria poetica yeatsiana. / This dissertation deals with an analysis of the poetry collection The Wind Among the Reeds
written by the Anglo-Irish poet William Butler Yeats and published for the first time in 1899.
The first three chapters aim to contextualize the collection within Yeats’s life and work, the
period leading to its development and publication, and the yeatsian criticism that often
regarded The Wind Among the Reeds and the so called “early poetry” as a minor aspect of
Yeats’s literary production, if compared to “the mature poetry” of the ‘Nineties. In the fourth
and last chapter – which constitutes the core of the whole research – we focused on the textual
analysis of the collection. This section has shown the deep relation between the external and
internal structure of the text, underlying the relevance of all the elements constituting the
collection and establishing the semantic and symbolic coherence of a work of art which is
representative of Yeats’s poetic virtuosity.
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