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ANALISI PROSODICA DELLE DOMANDE RETORICHE NEL BUNDESTAG

DAMIAZZI, VINCENZO 04 June 2021 (has links)
Le domande retoriche (DR) sono parte integrante delle sedute plenarie nel Bundestag e vengono qui analizzate dal punto di vista prosodico. Il corpus comprende 40 DR in senso stretto e 60 domande topic-setting (DTS). L’analisi prosodica è stata svolta con il software PRAAT e si concentra principalmente sugli accenti nucleari, sui toni di confine e sui contorni nucleari. A seguito di un’analisi percettiva preliminare, la successiva analisi acustica si è concentrata sulla misurazione e l’osservazione delle variazioni di F0 e intensità in relazione ai contorni nucleari e prenucleari. I risultati mostrano che le DR sono realizzate in modo quasi esclusivo con contorni discendenti e si è osservata anche la presenza di numerosi toni nucleari con downstep. Un altro elemento caratteristico è la presenza di due o più accenti enfatici in posizione prenucleare che rompono la regolarità dello schema intonativo del tedesco. Sono stati inoltre osservati accenti sul pronome interrogativo, picchi di F0 sui deittici e realizzazioni contrastive (o verum focus) e tutti sono stati associati a una funzione di persuasione e mantenimento dell’attenzione. Nelle DTS sono stati osservati in gran parte gli stessi schemi. A differenza delle DR, tuttavia, circa un quarto delle DTS presenta un contorno ascendente o ascendente-progrediente. Tale contorno contribuisce a marcare le domande come espediente narrativo e come parte di un più ampio contesto prosodico. / Rhetorical questions (RQs) are an integral part of the plenary sessions of the Bundestag and are here analysed in their prosodic realisations. The corpus comprises 40 RQs and 60 topic-setting questions (TSQs). The prosodic analysis has been carried out using the software PRAAT and focuses on nuclear accents, boundary tones and nuclear contours. After a preliminary perceptive analysis, the following acoustic analysis was aimed at measuring and observing the variations of F0 and intensity in relation to nuclear and pre-nuclear contours. The results show that RQs are almost exclusively produced with a falling contour and a widespread use of downstepped nuclear tones was also observed. Another key feature was the occurrence of two or more emphatic accents in prenuclear position which break the regular pattern of German intonation. Other prosodic patterns such as accents on the wh-word, F0 peaks on deictics and the use of contrastive realisations – or verum focus – were observed and their function associated to persuasion and maintaining attention. TSQs largely presented the same patterns, but differently from RQs, one-fourth of TSQs presented a rising or rising-progredient contour. This contour contributes to marking the question as a narrative device and as part of a broader prosodic context.
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Software tool for a configuration of a radiation detector for space applications

Vítová, Natálie January 2022 (has links)
The thesis deals with design of configuration software, ConfPix, for radiationdetecting sensor - SpacePix2. It describesdesign and implementation, as well as thetesting procedure. The software is implemented in Python, with Graphical UserInterface created using the Tkinter module for Python. The application is designed as versatile and can be used in future missions requiring the configurationof pixel radiation detectors from SpacePixfamily. The SpacePix2 sensor is a new technology developed at the Faculty of Nuclear Sciences and Physical Engineeringat Czech Technical University in Pragueand will be tested in orbit as a part of theSpace Dosimetry System Demonstrator instrument developed by the esc Aerospaces.r.o. company. Cosmic radiation sources and radiation detectors are described in the theoretical part of the thesis. The SpaceDosimetry System Demonstrator instrument, SpacePix Radiation Monitor detector and the SpacePix2 sensor are described as well.
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Rilke in München: der Weg zur Abstraktion

Casellato, Anna 11 July 2022 (has links)
Il lavoro si propone di individuare il ruolo che Picasso ha assunto nelle scelte poetologico- estetiche del Rilke monacense. Esso chiarisce quindi il modo le opere del Picasso rosa e protocubista si sono inserite nel ragionamento rilkiano che culmina nella articolazione geometrica di quella lirica figurale tra mimesi e astrazione; in che modo l’impulso picassiano strutturi l’immaginario rilkiano nella pagina poetica e all’infuori di essa dando vita a una prassi dialogica volta alla ricostruzione del Se. Esso si propone inoltre die spiegare in che modo la dialettica picassiana della frammentazione – ricostruzione pittorica venga implementata nella nuova architettura di pensiero che troviamo nelle elegie, nel loro spazio visivo e visibile, dove sguardo poetico e sguardo pittorico s’integrano per dare voce a un dissidio interiore rimasto troppo a lungo nascosto. Il compromesso formale a cui Rilke si attiene nell’accettazione e nella rielaborazione poetica dei presupposti cubisti diventa quindi oggetto d’indagine. Il lavoro procede con un’ampia descrizione contestuale al fine di individuare spunti critici e figurativi che possono aver favorito l’assimilazione di principi picassiani nel tardo Rilke. Lo si è fatto limitatamente al campo filosofico tramite la figura di Rudolf Kassner. Segue una riflessione sui modelli pittorici successivi a Rodin, e sul confronto con le nuove linee proposte dall’avanguardia in cui si distingue un filtro poetico più maturo e consapevole. Il lavoro si concentra poi sul valore della possibile rielaborazione monacense di intuizioni figurative precedenti, considerando Wendung come soglia del cambiamento nel sentire, nel vedere, nella configurazione poetica di entrambi. Segue l’analisi di scambi epistolari monacensi in cui ricompaiono esperienze passate come il viaggio a Toledo, la stesura del Malte, l’affiorare di quel tanto cercato contatto con la cosa in sé e con la propria natura umana grazie a cui Rilke comprende come ciò che subito appare come limite può rivelarsi occasione di apertura verso nuove, essenziali, geometriche ma intense possibilità espressive della poesia. Il lavoro procede quindi con la ricerca di collegamenti tematici fra lirica rilkiana e opere pittoriche del 1914, soprattutto in relazione alla nuova visione in cui sono inserite. Topo presenti in Rudolf Kassner, Paul Klee, Cézanne, Wassily Kandinsky, e in contributi di Hausenstein e Worringer diventano immagini utili a identificare una soglia nella ricerca del sé e il suo superamento tramite la restituzione figurale della stessa all’interno di una costellazione geometrica, per poi ricongiungersi all’unità, al tutto tramite l’unica tecnica compositiva possibile, quella che tende all’astrazione. Alla luce della riflessione qui proposta si rivela impossibile stabilire una diretta corrispondenza tra elementi estetici e figurativi contestuali a Wendung e la lirica rilkiana dopo il ’14. Diventa possibile però individuare nella Quarta, Quinta e Decima Elegia una assimilazione graduale, una tendenza verso il geometrico che nel caso di Rilke è frutto di un dialogo costruttivo fra matrice e risultato; fra Monaco, dove Rilke trascorre gli anni della guerra e Parigi, sempre presente nel suo immaginario. Quella Parigi che rimane ricordo fertile, luogo della matrice cezanniana su cui vengono implementate le nuove intuizioni strutturali del costruttivismo formale cubista. Diventa possibile, inoltre, individuare un principio comune tra il modello compositivo sempre più astratto che propongono Klee e Kandinsky pre-Bauhaus, non estraneo al Picasso analitico, che Rilke non riconosce esplicitamente ma nemmeno contraddice. Si tratta della volontà di attuare un cambiamento nei presupposti del ragionamento estetico su cui si basa poi la rappresentazione visibile su tela o pagina poetica. La volontà di porre enfasi sulla giustapposizione di risultato e processo; realtà e nostra conoscenza di essa, i cui presupposti sono da rivedere in base a esigenze rappresentative contingenti. L’accettazione del fatto che il la soglia, il confine Io-Mondo, tra visibile e invisibile, tra ciò che posso conoscere e ciò che invece è solo lecito immaginare sulla base di un disegno geometrico e parlante, possa essere superato ma non possa essere definito. Esso rimane un’entità indescrivibile, luogo in cui ha luogo il gesto artistico, un una combinazione di movimento e contromovimento in eterno divenire. Un luogo che consente all’Io di comprendere il meccanismo senza divenire padrone degli elementi in esso coinvolti. Un luogo in cui il Ding, intermediario fra Io e mondo, appare frammentato ma ricomponibile. Un luogo in cui si rivela quella componente spirituale dell’umano con cui egli stesso aveva perso il contatto prima di accorgersi che la figura geometrica è il compromesso accettabile tra mimesi e astrazione. L’idea di un contorno riconoscibile, ma luogo di libera interazione fra interiorità e realtà, luogo della loro parità ontologica del gesto artistico moderno. Ciò che emerge inoltre è il contributo picassiano alla soluzione formale elaborata da Rilke tra ’15 e ’22, in quanto egli partecipa al percorso verso la ricostruzione dell’Io e della sua visione. Nella finalità analitica della frammentazione su tela trova la vera e consapevole ricostruzione. Il lavoro risulta suddiviso in quattro macro-sezioni, con ragionamenti giustapposti e considerati da prospettive molteplici. A fronte di riferimenti che si ripetono e si riposizionano, per essere poi ricomposti dal lettore in questo nuovo, fluido orizzonte culturale, si offre un quadro critico altrettanto dinamico e complesso. Anche a livello critico il lavoro restituisce quindi un’impostazione consapevolmente stabilita attorno agli estremi inconoscibili del gesto letterario moderno e a una riconoscibile ma più libera topografia poetica dell’Io. / Die vorliegende Arbeit ist das Ergebnis der Auseinandersetzung Rilkes mit der Abstraktionsfrage während seines Münchner Aufenthaltes. Mit dem Fokus auf Picasso behandelt die Arbeit den Einfluss der künstlerischen Avantgarde auf die ästhetisch-poetologischen Entscheidungen des späten Rilke. Mit besonderem Interesse an der Vierten, Fünften und Zehnten Elegie bestimmt diese Arbeit den Zusammenhang zwischen Picasso und der in der Rilke’schen Lyrik erkennbaren Neigung zur Geometrisierung. Auf welcheWeise haben Rosa und analytischeWerke des spanischen Malers Rilkes Gedankengang beeinflusst, als sich seine Dichtung neuer, geometrischer Konfigurationen bedient? Was für einen Beitrag leistet Picassos Malerei bei der Entstehung von Rilkes formalem Kompromiss zwischen Mimesis und Abstraktion? Inwiefern ist Rilkes figurale Lyrik der Münchner Zeit davon abhängig? Auf welche Weise strukturieren Picassos Gestaltungsantriebe die Vorstellungswelt Rilkes, und inwiefern generieren sie eine auf die Re-Komposition vom Ich und seine von der Kontingenz zerstörten Anschauung gerichtete, dialogische Praxis? Erweist sich Picassos kombinatorische Erkenntnisdialektik von analytischer Fragmentierung und hermeneutischer Rekonstruktion auf der malerischen Leinwand als wegweisend für die Darstellung der neuen, in München konzipierten Gedankenarchitektur Rilkes? Findet Picassos Vorbild eine erkennbare Implementierung in Rilkes Elegien? Unter welchen Aspekten können sie darauf sinnstiftend wirken? Können sie einem noch schwachen, dichterischen Wort Form verleihen und Gehör verschaffen? Wo liegt Rilkes Kompromissschwelle bei der kritischen Annahme solcher Voraussetzungen? Um solche Fragen zu beantworten, präsentiert diese Arbeit eine umfangreiche Beschreibung der kontextuellen, kritischen und figurativen Antriebe, welche die Assimilation von Picassos Gestaltungsprinzipien in den nach 1914 verfassten Elegien beeinflusst haben könnten. Rilkes Verhältnis mit dem eklektischen Philosophen Rudolf Kassner wie auch dessen physiognomische Lehre und Prinzip des Opfers werden als bedeutsame Elemente für Rilkes dichterische Wandlung herausgestellt. Mit kunsttheoretisch orientiertem Fokus schlägt die Arbeit eine Reflexion über jene malerischen Vorbilder vor, welche Rilkes Interesse nach seinem Aufenthalt in Paris bei Rodin erwecken. Die Analyse stellt Rilkes bewusste Auseinandersetzung mit den neuen Avantgarde-Kompositionsstrategien heraus. Ein Vergleich dieser neuen Strategien mit Rilkes vorherigen, figurativen Eingebungen zur Zeit der Fassung von Wendung (1914) in München verdeutlicht diesen dichterischen Wandel. Durch die Analyse von zahlreichen Briefwechseln und der in Rilkes Lebenschronik (Schnack) enthaltenen, biographischen und dichterischen Elemente lässt sich Wendung als kathartisches Erlebnis, welches Wahrnehmung und Anschauung betrifft, bezeichnen. Die neue, dichterische Konfiguration beider Aspekte lässt sich auch daraus herleiten. Darüber hinaus verzeichnen Briefwechsel mit Marie von Thurn und Taxis, Lou Andreas Salome und Lou Albert Lasard Rilkes Verarbeitung vergangener Erfahrungen wie die Toledo-Reise, die Malte-Fassung, den so angestrebten, geistigen Kontakt mit dem Ding an sich und mit jener scheinbar unannehmbaren, unverständlichen, menschlichen Natur. Aus der Analyse von Rilkes Schriftverkehr hebt sich die anfangs scheue, aber wachsende Überzeugung über eine der Anschauungsgrenze innewohnende, potenzielle Öffnung für neue, wesentliche, geometrische, aber geistig intensive Ausdrucks-Möglichkeiten der Dichtung. Die Arbeit studiert mögliche, thematische Zusammenhänge zwischen der Lyrik Rilkes und einiger malerischer Werke, die in der Kriegszeit geschaffen wurden. Der wegweisende Charakter dieser Werke bei der kritischen Reflexion über Voraussetzungen und Schlussfolgerungen von Rilkes Umkehr besteht in ihrer Zugehörigkeit zu einer neuen Gedankenanschauung, welche die Avantgardezeit charakterisiert. Motivisch ähnliche Verweise lassen sich inWerken von Rudolf Kassner, Paul Klee, Cézanne,Wassily Kandinsky sowie in kritischen Beiträgen von Hausenstein und Worringer erkennen. Die strukturellen Gemeinsamkeiten und der Einfluss dieser Werke auf die Poetik Rilkes werden durch ihre Thematisierung der Ich-Suche und Ich-Überwindung deutlich. Diesen philosophischen Konflikt präsentieren sie mitunter durch figurale, geometrische Konstellationen. Sie weisen außerdem auf eine noch mögliche Zusammenführung von dem Ich mit jenem Ganzen hin. Eine solche Ausdehnung auf der wahrnehmenden sowie auf der begrifflichen Ebene ist nur abstrakt durchführbar. Die Analyse stellt heraus, dass es keine unmittelbare Entsprechung zwischen jenen ästhetischen, figurativen und kontextuellen Elementen aus dem Gedicht Wendung und der nach dem Jahr 1914 erschaffenen Lyrik Rilkes gibt. Eine graduelle Assimilation der Neigung zur geometrischen Darstellung in der Vierten, Fünften und Zehnten Elegie Rilkes lässt sich aber erkennen. Sie erweist sich als Ergebnis eines konstruktiven Dialogs zwischen Matrix und Resultat; zwischen München, wo sich Rilke zur Kriegszeit aufhielt, und Paris. Diese Stadt gestaltet immer noch Rilkes Vorstellungswelt; sie stellt die nie vergessene, ästhetische und ethische Lehre Cézannes dar. Sie stellt den Keim dar, aus dem die neuen, strukturellen Eingebungen der Avantgarde gediehen. Unter solchen formalen Vorschlägen wird Picassos formaler, kubistischer Konstruktivismus betrachtet. Darüber hinaus stellt der Vergleich zwischen immer abstrakteren Kompositionsvorbildern von Klee und Kandinsky ein gemeinsames, strukturelles Merkmal heraus, welchen auch Picasso in seinen Werken vermittelt. Rilke erkennt die Gegenwart ähnlicher struktureller Züge in ihrer ästhetischen Vision und in ihren Werken explizit nicht, aber er widerspricht ihr auch nicht. Was diese drei Avantgarde-Maler gemeinsam haben, bevor sie sich radikal abstrakteren Darstellungen widmen, hängt mit demWunsch zusammen, die dem ästhetischen Gedankengang innewohnenden Voraussetzungen, auf denen die sichtbare, malerische oder dichterische Komposition beruht, zu verändern. Bauhaus-Zeit und synthetischer Kubismus werden die radikalsten Entwicklungen einer figuralen Tendenz, die Resultat und Prozess sowie Realität und unsere Kenntnis davon nebeneinanderstellen. Künstlerische Intention und formale Antwort von Klee und Kandinsky variieren je nach individuellen Darstellungsbedürfnissen. Solche Kompositionsvorbilder beeinflussen Rilkes Verständnis des Schwellenbegriffs und dessen Anwendung bei der Formulierung der ewigen Fragen nach der künstlerischen Darstellung und ihrem Objekt. Diese Schwelle ermöglicht die flexible und durchlässige Unterscheidung zwischen Sichtbarem und Unsichtbarem, zwischen Erkennbarem und dem mithilfe einer geometrischen, sprechenden Kontur Vorstellbarem. Diese Schwelle, so merkt Rilke bei dem kritischen Vergleich mit den Avantgardetheorien, kann er überwinden, aber nie eindeutig definieren. Diese Grenze bleibt eine unbeschreibbare Entität, auf der die künstlerische Gebärde stattfindet. Die Kombination von Bewegung und Gegenbewegung zeigt das ewige Werden der Welt. Die Schwelle erlaubt dem Ich, diesen irdischen Mechanismus zu begreifen, ohne die davon betroffenen Elemente zu beherrschen. Auf dieser Sichtbarkeitsschwelle wird Rilke auf die dingliche Zerlegung aufmerksam, aber zugleich bemerkt er dessen konstruktive Natur. Durch diese seit Wendung anerkannte Grenze des Anschauens zeigt sich dem Dichter erneut jene geistige Komponente des Menschlichen, zu welcher er zuvor den Kontakt verloren hatte. Die frühe Avantgarde-Kunst lässt Rilke erkennen, dass die geometrische Figur den annehmbaren Kompromiss zwischen Mimesis und Abstraktion darstellen kann. Der Kontakt mit solcher Avantgarde-Kunst beeinflusst Rilke bei der Annahme ihrer Voraussetzungen. Aus struktureller Sicht lassen sich die neuen Kompositionsvorbilder bereits in dem von Cézanne gezeichneten Rahmen erkennen. Die Vorstellung eines erkennbaren Umrisses hängt mit dem einer freien Interaktion zwischen Innerlichkeit und Realität zusammen, welche die Avantgarde-Kunst auf der Leinwand explizit macht. Rilke transponiert diese Vorstellung in seine Elegien. Der Umriss stellt eine neue Linie des gnoseologischen Horizontes dar, welche sich in der Moderne verschoben hat; er wird zum Ort einer bereits von Cézanne bezeichneten, ontologischen Gleichheit zwischen Innen und Außen sowie zwischen Subjekt und Objekt der Darstellung. Das Ding bleibt übrigens unentbehrlicher Vermittler von einem neuen Verhältnis mit dem Ganzen, das die Malte-Krise zuvor zerstört hatte. Picasso leistet seinen Beitrag zur Verarbeitung der formalen Lösung Rilkes zwischen 1915 und 1922; er nimmt an seiner Suche nach der eigenen Rekonstruktion teil. Durch die Zerlegung auf der Leinwand beabsichtigte der Maler die wahre und bewusste Rekonstruktion seiner Anschauung. Diese Arbeit ist in vier Abschnitte unterteilt. Im ersten Kapitel wird ein Überblick über die historisch-kontextuellen Elemente gegeben, welche die Entwicklung von dem schöpferischen Akt Rilkes geprägt haben. Mit besonderem Augenmerk auf die Figur Kassners wird dem Leser eine Übersicht über das Münchner Milieu präsentiert. Das zweite Kapitel widmet sich der Beschreibung jener zur Kriegszeit verbreiteten Gestaltungsprinzipien und Theorien, mit denen Rilke in Kontakt getreten sein könnte. Das dritte Kapitel fokussiert sich auf die Voraussetzungen für seine Herzpoetik, welche sich mit diesen formalen Antrieben in einer ontologisch neuen Auffassung kombiniert haben. Das vierte Kapitel beschriebt Rilkes dichterische Schlussfolgerungen, welche aus dem produktiven Vergleich zwischen Tradition und Avantgarde entstanden. Beobachtungen über Themen und Strukturen der Münchner Elegien1 werden im Laufe der Arbeit mehrperspektivisch in Betracht gezogen und kritisch verglichen. Beim Hervorheben von Berührungspunkten und Unterschieden zwischen Rilke und der Avantgarde weist die Arbeit auf die Besonderheiten von Rilkes Weg zur Abstraktion hin und vermittelt Vorkenntnisse und neue Vorschläge in einem facettierten, undefinierbaren, kritischen Rahmen. Das Wesen der illustrierten, ästhetischen Reflexion ist, wie die von Cézanne bezeichnete Kontur der Dinge, flüssig und schillernd. Die Wiedergabe einer scheinbar fragmentierten Gedankenstruktur, in der sich Hinweise in dem Gewissen des Leser ständig neu aufstellen, fordert vom Leser selbst eine Rekonstruktion des kulturellen Horizonts, welcher für Kassner physiognomische Züge trägt und sich als sichtbarer Ausgangspunkt und als Wiederkehr des modernen Ichs vorstellt. Diese Arbeit sondiert die bisher unerforschte Begründungen, welche zur Rilkes Annahme des analytischen, kubistischen Gerüsts geführt haben.Mit der Absicht, die Gefahr steriler, formalen Klassifizierungen abzuwenden, wird in dieser Arbeit Rilkes ganz persönliches und reifes Wahrnehmungsvermögen bei der Münchner Zeit wiedergegeben. Ein breites Diskurs zwischen Dichtung und Malerei wird anhand der Hauptfiguren der ersten Avantgardezeit geführt, um die Genese eines zwischen Wort und Bild entstehenden literarischen Akt zu illustrieren. Auf der durchlässigen Grenze zwischen dieser künstlerischen Bereichen beruht die zwischen Picassos Saltimbanques und Rilkes Fünfter Elegie auftauchenden Kenntnisdialektik.
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A Corpus-based Approach to Philological Issues

Boschetti, Federico January 2010 (has links)
The aim of this work is the application of techniques developed in the domain of corpus linguistics to a collection of ancient Greek texts, taking into account not only the canonical text established by modern editors, but also the variant readings recorded in the critical apparatus or in the repertories of conjectures. The dissertation is divided in three connected parts: construction, mapping and analysis of the corpus. The first part is devoted to corpus construction and it is focused on the techniques to improve the OCR accuracy on classical critical editions. This task is challenging because critical editions are multilingual, the set of characters to recognize is wide and the quality of last centuries paper is variable. Three OCR engines are applied to the same texts and a Bayesian classifier, joint to a specific spell-checker, evaluates the most probable output. It is demonstrated that the improvement is significative and, in the best cases, it is more than 3%. The second part is devoted to the alignment of the contents extracted from critical apparatus and repertories of conjectures to the reference text. TOGLIERE A parser has been developed to classify the chunks of information (verse number, Greek word sequences, textual operation, scholar that suggested the conjecture). Alignment algorithms used to find the precise position of the conjecture in its context are illustrated in detail. The third part is devoted to the study of the semantic spaces of ancient Greek. The chapter is focused on the specificity of the corpus, that is morphologically complex, literary (both poetry and prose) and diachronical (from VIII century B.C. to XV century A.D.). The word senses in documents belonging to different genres are explored, and the diachronical change of meaning is observed. Finally, a couple of meaningful conjectures extracted in the first part is analysed, evaluating the most interesting reciprocal relations in the semantic space.
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Assimilation and Discrimination: The Contradictions of Japanese Colonial Education in Taiwan, 1895-1945

Stevenson, Luna 20 October 2010 (has links)
No description available.
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Conflitti, negoziazioni e ambivalenze nella letteratura norvegese della postmigrazione. Critiche e riscritture della norvegesità

Checcucci, Edoardo 12 April 2024 (has links)
Some of the main goals of the present study are to understand what are the main problems that the “postmigrant generation” (descendants of immigrants, “mixed” people, and transnational adoptees) are forced to face in contemporary Norwegian society, how the authors present these challenges in diverse ways, and what strategies are put in place to critique and counter oppressive mechanisms. This means that it is also important to investigate the ways in which these works criticize a widespread understanding of the concept of Norwegianness, which a priori excludes all those who, for aesthetic, cultural, linguistic, and religious reasons, cannot be associated with a – false – idea of national homogeneity and Nordic purity. At the same time, it is intended to bring into focus all those cultural and linguistic practices and hybridisms that help to highlight how the old hegemonic paradigms are no longer able to represent contemporary Norway, whose national identity is constantly renegotiated in relation to migratory phenomena, which have triggered processes of transculturalization and transnationalization. In recent years, one of the most innovative and stimulating notions aimed at understanding this new era of migrations and hybridisms, which redefine societies from their foundations, is that of postmigration, which, among other things, proposes to consider the entire society as postmigrant, since migration has now greatly influenced not only the social fabric but also the identity status of European countries. One of the main goals of the postmigrant perspective is to overcome the dichotomies that contrast the figure of the migrant with that of the non-migrant, the idea of a homogeneous “us” with a “them” as a deviation from the norm, the majority population with minorities. This work seeks to combine the theoretical-methodological framework of postmigration with that of intersectionality. Intersectionality presupposes that the social, biological, and cultural categories of class, gender, race, ethnicity, sexual orientation, religion, age, disability, nationality, etc., are inseparable from each other if one wants to fully understand the identity of an individual or group of individuals and, above all, how systemic injustices and inequalities act simultaneously on multiple levels that overlap and intersect with each other. Chapter 1 is divided into three parts and is devoted to A) the theory, method and research objectives, B) the presentation of the postmigrant condition in Norway, and C) the description of postmigration literature – of which a new conceptualization is proposed based on the definition of postmigrant society – and the introduction of the works chosen for analysis: 1) Pakkis (Paki) by Khalid Hussain (1986); 2) Alle utlendinger har lukka gardiner (All Foreigners Have Their Curtains Closed) by Maria Navarro Skaranger (2015); 3) Tante Ulrikkes vei (Tante Ulrikkes Street) and 4) Gul bok (Yellow Book) by Zeshan Shakar (2017; 2020); 5) Kvinner som hater menn (Women Who Hate Men) by Sumaya Jirde Ali (2017); 6) La oss aldri glemme hvor godt det kan være å leve (Let Us Never Forget How Good It Can Be to Live) by Sarah Zahid (2018); 7) Hør her'a! (Listen Up!) by Gulraiz Sharif (2020); 8) Eg snakkar om det heile tida (I Talk About It All the Time); and 9) De må føde oss eller pule oss for å elske oss (They Must Birth Us or Fuck Us to Love Us) by Camara Lundestad Joof (2018; 2022); 10) Kvit, norsk mann (White, Norwegian Man) by Brynjulf Jung Tjønn (2022); 11) Da vi var yngre (When we were younger) by Oliver Lovrenski (2023). Chapter 2 focuses on the comparative analysis of two texts to show how themes and style change, from migration to postmigration literature, regarding the dynamism of migration-related social transformations in Norway. Chapter 3 focuses on the linguistic analysis of the only four novels written so far in the Norwegian multiethnolect (Kebabnorsk), while Chapter 4 aims to understand what translation strategies have been employed to render two of these novels in Italian. Chapter 5 discusses the multiethnic satellite towns on the outskirts of Oslo and how they are the focus of stigmatizing discourses of various kinds. Chapter 6 investigates the correlation between social class and migration background for descendants of immigrants, with a focus on processes of social mobility. Chapter 7 deals with Muslim Norwegians, Islamophobia and the counter-narratives deployed to fight stereotypes and as well as define their space within society. In Chapter 8, focusing on racialization and whiteness, an attempt is made to shed light on the processes of marginalization related to racial categorizations and the life experience of non-white people in Norway. In the conclusions, we reflect on how what has been said in the various chapters connects to the concept of Norwegianness, and in particular to the parameters of inclusion and exclusion from it in contemporary Norway. Norwegian society appears to be an arena in which conflicts, ambivalences, and negotiations occur. These can be traced back to the processes of identity and national redefinition that have been triggered by and related to migration phenomena. Certainly, the selected authors, through their works, contribute to criticizing and at the same time redrawing the boundaries of Norwegianness.
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APPRENDIMENTO LINGUISTICO INTEGRATO E VIDEO-EDUCAZIONE: LE NUOVE FRONTIERE DELL'INSEGNAMENTO CLIL. IL PROGETTO CLIL-MUVI / INTEGRATED LANGUAGE LEARNING AND VIDEO-TRAINING: NEW FRONTIERS IN EDUCATION. THE CLIL-MUVI PROJECT.

PASQUARIELLO, MARIO 13 July 2017 (has links)
La ricerca mette a fuoco le attività formative messe in atto in Italia per dotare con urgenza le scuole secondarie di secondo grado italiane di docenti competenti in ambito CLIL e intende dimostrare l’impatto che questa metodologia ha sulla formazione e lo sviluppo professionale. Dal 2014 il CLIL è obbligatorio nelle classi terminali dei licei e degli istituti tecnici. Ciò ha generato una forte domanda di formazione da parte di istituzioni e docenti chiamati a insegnare discipline in lingua straniera. Questo lavoro esplora la possibilità di sfruttare la video-formazione per fronteggiare le preoccupazioni di quei docenti che, senza essere formati alla glottodidattica, sono chiamati ad integrare obiettivi linguistici al curriculum disciplinare. Il nostro lavoro parte dall’esame di un corpus di video-lezioni da noi raccolte ai fini di una ricerca-azione commissionata dal MIUR volta ad indagare il grado di innovazione implicata dal CLIL, per poi giungere a dimostrare l’importanza dell’auto-osservazione e dell’auto-riflessione sulla prassi didattica, fino a proporre l’introduzione dell’esercizio di microteaching nella formazione dei docenti CLIL. Una ricca riflessione sull’organizzazione concettuale della propria disciplina e sulla sua trasposizione didattica conduce i docenti a un interessate lavoro sulla mediazione della conoscenza che sviluppa le loro competenze professionali. / Focusing on teaching and training activities implemented in Italy to provide secondary schools with teachers able to teach in the CLIL context, our research aims at demonstrating the impact of this methodology in teacher training and professional development. Since 2014 this methodology has become compulsory for the Italian secondary terminal classes (except vocational high schools). A strong demand for training prompted from institutions and teachers, urgently required to teach disciplines in a foreign language. The MIUR has therefore set up university courses aimed at integrating languages and disciplines. Here we explore the possibility of exploiting video-training to face Italian teachers’ concerns, who are asked, without being trained in language teaching, to integrate linguistic objectives into their curriculum. We examine a corpus of video-lessons collected for a research set on behalf of the Italian Ministry of Education to investigate at what extent CLIL brought an innovation into the Italian Education. Once highlighted the importance of (self)observation and (self)reflection upon classroom practices, we propose the introduction of micro-teaching practice in CLIL teacher training. A fruitful reflection on the conceptual organization and the didactic transposition of their discipline leads teachers work on the linguistic mediation of knowledge which improves their professional skills.
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從師生視角看有效數學教學的課堂活動 : 以中國長春市某小學為個案 / Classroom activities for effective mathematics teaching and learning from both teachers and students’ perspectives : a case study in a primary school in Changchun, China

韓沙沙 January 2012 (has links)
University of Macau / Faculty of Education
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Sequenze ricorrenti in un corpus di comunicazioni mediate dal computer di apprendenti di inglese / RECURRENT SEQUENCES IN A LEARNER CORPUS OF COMPUTER-MEDIATED COMMUNICATION

PAVESI, CATERINA 12 March 2013 (has links)
La tesi si colloca nell'ambito di studi sulla fraseologia nell'inglese prodotto da apprendenti. Presenta uno studio empirico delle sequenze di parole più ricorrenti in un corpus di inglese prodotto da apprendenti di livello avanzato durante chat asincrone in contesto universitario italiano. Secondo la letteratura d'area, sia nella lingua scritta che in quella parlata, le sequenze di parole degli apprendenti rivelano una scarsa attenzione alla variazione del registro a seconda del mezzo di comunicazione usato. Al fine di verificare la presenza di questa caratteristica in un tipo di comunicazione che si trova in posizione intermedia tra i due poli del continuum esistente tra parlato e scritto, la presente ricerca ha analizzato quantitativamente e qualitativamente le sequenze di parole più frequenti nel corpus di comunicazioni mediate dal computer (CMC) raccolto nell'ambito della presente ricerca. Successivamente, le sequenze più frequenti sono state confrontate con quelle estratte da due corpora di interlingua inglese prodotta da apprendenti italofoni, uno di testi scritti (ICLE, Granger et al. 2002) e uno interviste orali (LINDSEI, Gilquin et al. 2010 ). Il confronto ha rivelato che le sequenze più ripetute dagli apprendenti hanno caratteristiche distintive nei vari media e supporta solo in parte i precedenti studi in materia. Ciò è probabilmente dovuto sia alle caratteristiche di informalità e immediatezza della comunicazione mediata dal computer, che ai vantaggi motivazionali e al diverso tipo di elaborazione linguistica connaturato alla CMC. Per l'apprendente la CMC non presenta la stessa pressione comunicativa del parlato e, allo stesso tempo, egli ha la possibilità di monitorare la propria produzione in quanto distanziata da sé dal mezzo elettronico. / The present dissertation contributes to studies of phraseology in learner English. It is an analysis of recurrent sequences of words in a corpus of learner Computer-mediated Communication. English, collected by means of asynchronous chats in an Italian university context. Previous research has argued that the use of recurrent word sequences plays a major role in learner English fluency both in writing and in speech, and is one of the factors behind learner English register failures. Using a corpus-driven approach, the study analyses the most frequent word sequences extracted from the specially compiled Learner Chat Corpus (LCC). To determine the level of adaptation of learner English to different registers, data regarding 3-word sequences from LCC is compared with the Italian subcomponents of a well-known corpus of learner writing (ICLE, Granger et al. 2002) and a corpus of learner speech (LINDSEI, Gilquin et al. 2010 ). The cross-corpus comparisons provide evidence that learners employ combinations which make their English suitable to the mode they are using for communication. Quantitative and qualitative findings from the present research support only in part previous studies of learner English in terms of recurrent sequences. This is probably due both to the informality and spoken-like quality of CMC, and to its motivational advantages and processing differences connected to the fact that learners can monitor their output while communicating because learner language production is distanced by the electronic means.
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庾信生平及其賦之研究

許東海, XU, DONG-HAI Unknown Date (has links)
本論文凡分五章,首章緒論,綜述南北朝代之背景與其文學發展的狀況,以見其對庾 信行誼與作品之影響。 次章評傳,介紹庾信之鄉里世系與生平事蹟,于其先世又著╲重仕宦之系統,以見其 生長背。景而其個人生平又配合作品之創作,分為三期。並述及家庭、交遊、思想、 學殖,以與其作品互相印證。然後引述其文學創作在多方面的成就。 第三章庾信辭賦之分篇研究,除劃分前後兩期外,各篇又就其結構內容與主要特色, 加以分析比較,以見其創作技巧與特殊表現。 第四章庾信辭賦之特色與比較,再就其十五篇賦,加以綜合分析比較,以探討庾信寫 作之一貫特色與不同的改變,由此更反復印證其生平與作品的息息相關。以期於庾信 作品有更完整之認識與瞭解。 末章結論,主要在評分介庾信于文學史上的地位與影響。首節與徐陵並論,以見南朝 文壇之風氣。次節與王褒並提,以見北方文壇受南人的影響。末節則說明庾信于後世 文學之重影響。

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