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PADRE LUIGI PIETROBONO COMMENTATORE DELL'OPERA POETICA DI GIOVANNI PASCOLI. CON UN'APPENDICE DI LETTERE A MARIA PASCOLI

TANTALO, LUCIA 10 July 2018 (has links)
Il presente lavoro si pone l'obiettivo di analizzare la produzione critica di ambito pascoliano del Pietrobono, con una particolare attenzione per l’influsso da lui esercitato nella costruzione della tradizione interpretativa e letteraria pascoliana. Il progetto di ricerca si è focalizzato sull’analisi di Pietrobono letterato, interprete e amico di Giovanni Pascoli, studiandone l’attività alla luce dei commenti alle Poesie di Pascoli approntate dal Padre scolopio, e alle relazioni comuni evidenziate dallo studio critico delle rispettive opere. Particolare rilievo si è posto alla ricostruzione della formazione del florilegio, alla curatela e al commento dell’antologia pascoliana pubblicata da Pietrobono nel 1918 e più volte rieditata: se ne sono analizzate le numerose edizioni e la variazioni apportate nella scelta di componimenti e nei commenti. Una sezione del lavoro riporta e analizza la corrispondenza epistolare intrattenuta tra Luigi Pietrobono e Maria Pascoli a partire dal 1912 sino al 1950. Ne emerge un rapporto intenso e proficuo dal punto di vista letterario-editoriale, nel quale i protagonisti si supportano per i rispettivi lavori che vanno pubblicando sulle opere di Pascoli. Di queste missive, presenti nell’archivio della Casa Museo di Castelvecchio, si è proceduto alla trascrizione e commento. / The aim of the present work is to provide a thorough analysis of the critical production of Pietrobono concerning Giovanni Pascoli with a particular emphasis on the influence that he exercised in building the literary and interpretative tradition on Pascoli’s poetic heritage. The research project is focused on the critical analysis of Pietrobono as a literary man, as an interpreter and close friend of Giovanni Pascoli. The analysis builds on the study of his activity in light of the comments to the opera Poesie of Pascoli made by the “Scolopio” father and of the common relations that clearly emerge from a critical assessment of their respective production. Particular attention has been devoted to the building of the florilegium and to the editorial choices and to the comment to the Pascoli’s anthology first published in 1918 and then re-edited several times. This works presents a detailed and careful analysis of the different editions and in particular of the different choices concerning the works included and of the changes in the comments. A section of the present research work is focused on the epistolary correspondence between Luigi Pietrobono and Maria Pascoli that started in 1912 and continued up to 1950. From the letters it clearly emerges a close relationship and very productive literary-editorial interaction between the two writers that advise and support each other concerning their works on Pascoli’s production. These letters, preserved in the archive of the Casa Museo di Castelvecchio, have been transcribed and commented in the present research work.
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Il canzoniere di Michelangelo: edizione e commento / Michelangelo's collection of poems: a critical and commented edition

TARSI, MARIA CHIARA 05 March 2012 (has links)
Il lavoro si propone di dare l’edizione critica e commentata della raccolta di poesie che Michelangelo allestì intorno al 1546, secondo un progetto non condotto a termine, ma del quale sono conservate numerose tracce nei manoscritti. Il lavoro si articola nel modo seguente: Nota al testo. Illustrazione dei principali problemi ecdotici che si sono riscontrati durante l’edizione e dei criteri adotatti nella trascrizione dei testi. Edizione, parafrasi e commento. Il commento, attraverso il reperimento di modelli e luoghi paralleli, ha come scopo principale quello di mettere in evidenza il rapporto di Michelangelo con la tradizione letteraria precedente (specie quattrocentesca), anche al di là delle ‘fonti’ canoniche, ripetutamente citate nei commenti moderni (Dante della Commedia e Petrarca dei Rvf). Ai testi si è creduto opportuno accompagnare una elementare parafrasi, stante l’atipica complessità della scrittura michelangiolesca. Apparato. Di tipo negativo, è organizzato in due fasce: testimoni della raccolta e testimoni di singole poesie (extravaganti). Esibisce sia le rielaborazioni che i testi subirono, dopo la primitiva stesura, in vista dell’inclusione nella raccolta (apparato genetico), sia le correzioni introdotte da Michelangelo quando – accantonato il progetto della silloge – tornò sui singoli testi (apparato evolutivo). Talvolta si presenta particolarmente ricco per la presenza di più redazioni autografe; in questi casi, si è aggiunta all’apparato una sezione dedicata all’analisi critica delle varianti. / The paper aims to give a critical and annotated edition of poems that Michelangelo chose in about 1546, according to a project which was not carried out, but many traces of which are preserved in the manuscripts. The work is divided as follows: Note to the text. Illustration of the main textual problems faced while working at the edition and of the criteria used in transcribing the poems. Edition, paraphrase and commentary. The comment, by finding models and parallel places, aims to highlight the relationship between Michelangelo and the literary tradition, even beyond the canonical sources, repeatedly mentioned in modern editions (Dante’s Divine Comedy and Petrarch of Rvf). The texts are followed by a paraphrase. Apparatus. A negative one, it I divided into two parts: witnesses of the collection and witnesses of individual poems. It shows both reworking at the time of the collection and the corrections introduced by Michelangelo after abandoning the project of the collection. Sometimes it is particularly rich for the presence of many autographs: in these cases a third section has been added, dedicated to the critical analysis of the variants.
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LETTERATURA E CULTURA A MILANO NEL PRIMO TRENTENNIO DELL' ' 800: GIAN GIACOMO TRIVULZIO EDITORE E BIBLIOFILO

PEDRETTI, PAOLO 21 March 2012 (has links)
La tesi delinea la figura di Gian Giacomo Trivulzio (Milano, 1774-1831), bibliofilo, editore, intellettuale. La prima parte è dedicata a una ricostruzione sistematica della biografia, la seconda si concentra sui principali interessi culturali di Trivulzio, in particolare: l’amore per Parini, la produzione poetica originale (con una breve storia dell’Accademia degli Inesperti), l’attività collezionistico-editoriale legata ai novellieri italiani, gli studi critici e testuali condotti o promossi su una parte dell’opera di Boccaccio. Infine, il progetto di un’antologia della poesia italiana dalle origini a Poliziano e le proposte di emendazione del Convivio, della Vita nuova e delle Rime di Dante testimoniano gli sviluppi più maturi di quella che si può a buon diritto definire filologia trivulziana. / The thesis is about Gian Giacomo Trivulzio (Milan, 1774-1831), bibliophile, editor and intellectual. The first part is a Trivulzio’s systematic biography, the second one focuses on his main cultural interests, particularly: his love for Parini, his original poetic production (with a short history of the “Accademia degli Inesperti”), his collectible and editorial activity linked to the Italian novelists, his critical and textual studies on Boccaccio’s works. Finally, the project concerning an anthology of the Italian poetry from its beginning to Poliziano and the proposals for a recovery of Dante’s Convivio, Vita nuova and Rime textify the most mature developments of what can rightly be defined Trivulziana philology.
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CULTURA LETTERARIA INTORNO A FEDERICO GONZAGA, PRIMO DUCA DIMANTOVA / LITERARY CULTURE AROUND FEDERICO GONZAGA, FIRST DUKE OF MANTUA.

BARBIERI, NICOLETTA ILARIA 15 April 2013 (has links)
Tra il XIX ed il XX secolo, sono stati effettuati diversi studi riguardo al patronato letterario di Isabella d’Este e al mecenatismo praticato verso gli artisti da suo figlio, Federico II Gonzaga, primo duca di Mantova. Una nuova prospettiva di ricerca induce oggi a indagare il ruolo di Federico II come committente letterario, distinto dalla Marchesana Isabella, e i suoi interessi letterari. Vari autori, più o meno celebri, risultano avere avuto relazioni con Federico II Gonzaga, in quanto o gli hanno dedicato le loro opere o lo hanno citato in esse oppure perché è stato loro richiesto di comporre testi dal duca stesso. Molti di questi lavori sono registrati nell’inventario di Federico II, che ci dà alcune idee circa le sue preferenze, rivolte soprattutto alle opere astrologiche e ai testi cavallereschi, e circa le sue relazioni letterarie. Gli scrittori legati a Federico II hanno spesso cercato di procurare vantaggi tramite l’attività letteraria a se stessi e al loro mecenate. Si può ritenere che Federico II fosse inserito in una più ampia rete di relazioni letterarie sviluppatesi intorno alla corte di Mantova e che abbia impiegato la propria cultura letteraria e le opere letterarie come uno strumento di potere. / Between the 19th and the 20th century several studies were carried out with regard to the literary patronage of Isabella d’Este and in connection with the maecenatism practiced towards artists by her son Federico II Gonzaga, first Duke of Mantua. Nowadays, a new perspective of research induces to investigate the role of Federico II as literary client, separated from the Marchesana Isabella, as well as his literary interests. Various more or less famous authors have been found to have had some relationships with Federico II Gonzaga, either because they mentioned him in their works and dedicated them to him, or because they were requested to compose texts by the duke himself. Many of these works are registered in Federico II’s inventory, which gives us some ideas about his literary preferences, particularly directed to astrological works and chivalric texts, and his literary relationships. The writers linked to Federico II often tried to obtain some advantages for themselves and their patron through their literary activity. It can also be maintained that there was a wider network of literary relationship around the court of Mantua, and that Federico II used his literary culture and the literary works as a tool of power.
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BALDASSAR CASTIGLIONE - CESARE GONZAGA. Rime e Tirsi. Edizione critica e commentata

VAGNI, GIACOMO 15 April 2013 (has links)
Il lavoro si propone di dare l’edizione critica e commentata della produzione poetica volgare di Baldassar Castiglione e Cesare Gonzaga. Esso ricostruisce dettagliatamente la fortuna e la tradizione dei testi, indagando il contesto storico e geografico in cui le liriche dei due mantovani furono diffuse. Sono affrontati problemi attributivi, con l’espunzione di un testo apocrifo assegnato dalla vulgata a Castiglione, e la pubblicazione di diversi inediti. Il corpus totale delle rime extravaganti si attesta così a 32 componimenti, comprese le sei poesie che compongono la piccola silloge dedicata ad Elisabetta Gonzaga dai due cugini. I testi con tradizione multipla sono dotati di due fasce di apparato, di tipo negativo, in cui si raccolgono le varianti di tradizione, rispettivamente sostanziali e grafico-morfologiche. Il commento discute i rari casi in cui è possibile attribuire le varianti redazionali all’autore. Seguono le ottave pastorali del "Tirsi". Il commento ai testi, attraverso il reperimento di modelli e luoghi paralleli, oltre ad illustrare la progressiva adesione alla rigorosa imitazione petrarchesca (da Rvf e Trionfi) proposta dal Bembo, mostra il rapporto dei due autori con la poesia cortigiana contemporanea. / The paper aims to give a critical and annotated edition of vernacular poems by Baldassar Castiglione and Cesare Gonzaga. It reconstructs in detail the history of the circulation and tradition of the poems, and it examinates the historical and geographical context in which the texts were copied and spread. Attribution problems are discussed, an apocryphal poem is expunged from Castiglione’s corpus, unpublished texts are published. The whole corpus is composed of 32 texts, including the little collection of six lyric poems dedicated to Elisabetta Gonzaga. The negative apparatus is divided into two parts, where text variants and morphological differences between the witnesses are shown. Lyric poems are followed by the eclogue ‘Tirsi’. A commentary is provided, where models and parallel places are illustrated, aiming to highlight how the two poets pursued a faithful imitation of Petrarch poetry, following Pietro Bembo’s teachings, and showing their debts with the XVth Century court poetry.
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"IL TEATRO ERA ALLORA IL SUO SOSPIRO". SVEVO DRAMMATURGO

ANTONINI, GABRIELE 19 March 2015 (has links)
Seppur premiata da una fortuna minore rispetto a quella occorsa alle opere narrative, la produzione teatrale di Svevo rappresenta una parentesi determinante della sua carriera letteraria: il triestino, infatti, ci ha lasciato un corpus teatrale significativo, composto da tredici copioni, distribuiti su un arco biografico che si estende dal 1880, anno dell’Ariosto governatore, fino ad arrivare, con La rigenerazione, agli anni immediatamente precedenti alla morte. Si consideri, inoltre, che quella per il teatro fu una passione che accompagnò Svevo per l’intera esistenza, sia come frequentatore di spettacoli tanto in Italia quanto all’estero, sia come critico per le più importanti testate triestine. Per questi motivi, è parso opportuno in questo lavoro di ricerca tornare su un tema – quello delle commedie di Svevo – meno considerato dalla critica. Nella prima sezione della tesi, intitolata Svevo e il teatro, dopo un rapido profilo della critica e della storia delle rappresentazioni, si è cercato di delineare i confini del rapporto che unì Svevo al mondo del palcoscenico. Nella seconda sezione di del lavoro, intitolata Trasgressione, ribellione e falsificazione nel teatro sveviano, sono state prese in analisi le pièces del triestino; le commedie sono state raggruppate in base a tre nuclei tematici: trasgressione, ribellione e falsificazione. / Although rewarded by a minor fortune than that which occurred to the novels, Svevo’s plays are a determinant parenthesis of his literary career: in fact, the writer has left thirteen commedies, distributed over a biographical arch which extends from 1880, the year of Ariosto governatore, up to, with La rigenerazione, the years immediately preceding his death. Consider, too, that the theater was a passion that accompanied Svevo for the whole of life, both as a frequenter of shows in Italy and abroad, both as a critic for the most important newspapers in Trieste. For these reasons, it seemed appropriate in this research back on a theme - that of Svevo’s plays - less regarded by critics. In the first section of the thesis, entitled Svevo e il teatro, after a short outline of the criticism and of the history of representations, we tried to delineate the borders of the relationship that joined Svevo to the world of the stage. In the second section of the work, entitled Trasgressione, ribellione e falsificazione nel teatro sveviano, were taken into analysis the plays; comedies were grouped according to three themes: transgression, rebellion and forgery.
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Il Virgilio mansuetus di Salvatore Quasimodo, traduttore e interprete delle Georgiche / Salvatore Quasimodo as Virgilio's translator and interpreter

GRIMOLDI, MARIA 13 February 2013 (has links)
La scelta di studiare il Fiore delle Georgiche è motivata dallo spazio di approfondimento ancora aperto sull’attività di Quasimodo traduttore, soprattutto alla luce delle carte autografe custodite presso il Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia. L’indagine rivela le motivazioni della decisione da parte del poeta siciliano di leggere il «Virgilio … mansuetus della Georgiche» e la presenza di cospicue affinità tematiche tra l’immaginario poetico quasimodiano e il poema latino, a partire dal grande tema della natura, cosmica e georgica insieme, e dalla presenza dei quattro elementi primordiali (aria, terra, fuoco, acqua) come parole-chiave dell’interpretazione del poeta. Altri motivi comuni sono: il mito dell’Eden, il binomio amore-morte e il mito di Orfeo. La versione di Quasimodo sul piano dei contenuti e dell’espressione rivela la tendenza ad attenuare i concetti maggiormente connotati dal punto di vista della cultura e del contesto storico augusteo. Il poeta traduttore crea un nuovo testo che, improntato ad accentuare la componente lirica rispetto a quella didascalica, trasmetta un messaggio universalmente valido e più vicino al lettore a lui contemporaneo. Lo studio delle carte autografe ha fugato qualunque dubbio sull’originalità dell’operazione quasimodiana e ha rivelato la serietà nell’approccio alla traduzione. / The decision to study the Fiore delle Georgiche derives from the research space still open over the activity of Quasimodo as a translator, above all in light of the autograph papers kept at the research center on manuscript tradition of modern and contemporary authors of Pavia’ University. The study reveals the reason for the decision of Quasimodo to read Virgilio as mansuetus poet of Georgics and the presence of many affinities of contents between the poetic imaginary of the Sicilian poet and the latin poem, starting from the great theme of nature, cosmic and georgic at the same time, and for the presence of the four primordial elements (air, earth, fire, water) as key words of the interpretation of the poet. Other common subjects are: the myth of Eden, the couple love-death and the myth of Orpheus. The version of Quasimodo from the point of view of contents and expression reveals the tendency to attenuate the concepts mainly characterized by culture and by the augusteus historical context. The translator poet creates a new text that, marked by a stronger lyrical component rather than didactic, sends a universally valid message and closer to his contemporary readers. The study of the autograph papers has dispelled any doubt over the novelty of the work by Quasimodo and has revealed the seriousness in the approach to the translation.
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LE PROSE CRITICHE DI EUGENIO MONTALE

MARCHESI, VALENTINA BARBARA 04 April 2011 (has links)
Eugenio Montale (1896-1981) ha esercitato la professione di critico letterario per tutta la vita. A partire dal 1920 e poi sino alla morte, Montale ha collaborato con numerosi periodici e con le più importanti riviste letterarie del suo tempo. Nel 1948 viene poi assunto al "Corriere della sera", a Milano: qui diventa giornalista per mestiere e si dedica alla divulgazione della letteratura italiana ed europea, con una particolare attenzione a quelle inglese e francese. La presente ricerca analizza le sue prose critiche, individuandone le linee principali: autori e libri recensiti, temi e questioni culturali che Montale analizza nel corso della sua attività. Alcune figure di scrittori, critici e filosofi (Sergio Solmi, Emilio Cecchi, Benedetto Croce, Roberto Bazlen) rappresentano i confini ideali di un'idea di poesia, che Montale mostra nelle sue prose: dialogando con questi personaggi, egli riflette infatti sui principali problemi della cultura e della letteratura contemporanee. Lo stile critico di Montale si colloca perciò tra il giornalismo e la saggistica. Nell'ultima parte della ricerca si è cercato di individuare alcune importanti intersezioni tra prosa critica, prosa narrativa e poesia, che convivono nell'attività montaliana. / Eugenio Montale (1896-1981) has been a literary critic as long as he lived. Since 1920 till death, Montale worked together with many newspapers and with the most important literary reviews of his period. In 1948 was assumed at «Corriere della sera», in Milan: here he became a journalist as a job and dedicated himself to disclosure Italian and European literature, with a particular attention for English and French ones. This essay analyzes his critical proses, identifying their main themes: authors and books reviewed, themes and cultural issues which Montale wrote about as long as he wrote. Some figures of writers, critics and philosophers (Sergio Solmi, Emilio Cecchi, Benedetto Croce, Roberto Bazlen) represent the ideal boundaries for an idea of poetry, which Montale points in his proses: communicating with these figures, he reflects upon the main issues of contemporary culture and literature. Montale’s critical style can infact be placed between journalism and literary criticism. In the last part of this essays it has been tried to find out some important junctions between literary essays, narrative proses and poetry, living all together in Montale’s activity.
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Il giallo italiano 1980-2010. Le tendenze di un genere in rapporto con la realtà contemporanea. / Il giallo italiano 1980-2010. Le tendenze di un genere in rapporto con la realtà contemporanea / The Italian crime novel from 1980 to 2010. The trends of a literary gender in relationship with the contemporary events.

GARAVELLI, BIANCA MARIA 05 March 2012 (has links)
In Italia il genere “giallo”, definibile anche “poliziesco”, “thriller”, e ultimamente “noir”, fra il ventennio conclusivo del Novecento e il primo decennio del Duemila mostra interessanti linee evolutive, che si collegano con i flussi della storia recente e le paure di fine millennio. Da un lato si assiste all’affermarsi del “giallo metropolitano”, cioè al proliferare di scrittori che si legano alla propria città, d’origine o di elezione, in particolare con Milano, che conquista la palma di città più “nera” d’Italia; dall’altro al consolidarsi del legame fra autori e territori più vasti, tanto da poter parlare di un nuovo regionalismo “giallo”. Ma la novità più interessante consiste nell’entrata in scena di nuovi aspetti: la fusione con elementi propri della fantascienza, o addirittura fantastici, che colorano il giallo di una sfumatura soprannaturale, tra commissari che sentono i pensieri delle vittime di omicidio, o hanno visioni mistiche, e assassini guidati dal sussurro del diavolo. Il giallo storico presenta a sua volta tutti questi aspetti, mostrando come l’ambientazione storica diventi spesso un pretesto per mettere in scena i problemi del presente. / In Italy the crime novel, that can be also defined “detective story”, “thriller”, or more recently “noir”, between the last twenty years of Twentieth century and the first decade of Two Thousand, shows an interesting evolution, that can handle with some recent historical events, or can be linked with the end of Millennium fears. On the one hand, we can see the rise of “metropolitan crime novel”, in which many writers set their novels always in the same city, their native one or the city in which they live; Milan is the most important in this list and wins the prize of “crime city” in Italy. On the other hand, many novelists establish a strong relationship with their own region, creating a new “crime” regionalism. The most interesting trend is that science fiction and supernatural events enter the crime novel, with policemen that can hear the thoughts of the victims, or have mystic visions, and killers that are guided by a whispering devil. All these aspects appear also in the historical crime novel, that shows how history is often a sort of pretext to stage some problems of the current society.
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Il discorso straviato: Stefano D'Arrigo e il romanzo del Novecento

Biagi, Daria January 2013 (has links)
La tesi nasce come indagine intorno allo scrittore siciliano Stefano D'Arrigo e alla sua opera principale, il romanzo "Horcynus Orca" (1975). Situandosi nel punto di intersezione tra diverse linee chiave del Novecento – dalla riflessione sulle possibilità comunicative della lingua fino al problema della rielaborazione del trauma bellico – l'opera darrighiana connette strettamente il contesto italiano a quello sovranazionale: nonostante "Horcynus Orca" sia stato più volte associato alle grandi narrazioni novecentesche e ai nomi di autori come Joyce o Proust, tuttavia, raramente è stato analizzato nei suoi effettivi legami con il panorama letterario internazionale. La ricerca riconsidera dunque le caratteristiche dell'opera seguendo un percorso che, in linea con le esperienze biografico-letterarie dell'autore, inizia con Hölderlin (il «poeta ingrato», oggetto della tesi di laurea di D'Arrigo nel 1942), passa per i modernisti americani (Melville e Faulkner soprattutto, autori di riferimento per i romanzieri del dopoguerra italiano) e giunge fino a Gogol' (da cui D'Arrigo trae il suo primo romanzo, "Il venditore di anime morte", rimasto inedito). L'analisi mantiene una stretta correlazione tra il piano delle scelte stilistiche e quello dello sviluppo narrativo delle opere, ponendo al centro la domanda intorno alle possibilità di significazione della parola letteraria e alla sua legittimità. D'Arrigo rientra nel novero degli scrittori contemporanei che avvertono, per la prima volta, il senso dell'inadeguatezza del loro strumento, la lingua, e praticano la letteratura in un contesto di sfiducia ignoto ai loro predecessori: la figura di Hölderlin mostra come questa riflessione derivi dall'attraversamento della tradizione europea più che dall'influenza del coevo romanzo sperimentale, rispetto al quale D'Arrigo aveva sempre dichiarato la propria estraneità. Se il romanzo “straviato” – aggettivo che D'Arrigo mutua dai racconti di Raffaello Brignetti – nasce dall'esperienza di una crisi, non è con la provocatorietà delle avanguardie né con il silenzio attonito della “letteratura dell'incomunicabilità” che D'Arrigo intende reagirvi. L'influenza del romanzo epico-popolare, segnalata dalla presenza di Gogol', mostra di avere un peso significativo nell'indirizzare la poetica darrighiana verso una visione della letteratura che abbandona il desiderio di risalire alla parola intatta del passato e si serve degli effetti babelici della lingua come di una risorsa narrativa. L'opera di D'Arrigo può dunque essere considerata un esempio di questa diversa risposta alla crisi della parola letteraria, una risposta più tarda, che matura nel romanzo del pieno Novecento e contrariamente alla sua fama di “mostruosità” trae linfa dal sostegno della tradizione.

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