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Penelope riscritta : Analisi comparata ed interpretazione critica di un tema letterarioLEPORI, EMANUELA CAROLINA 02 March 2012 (has links)
In questa tesi si analizza il tema di Penelope dal punto di vista della letteratura comparata, alla luce di una selezione di critica recente e con l'intento di redigere una breve serie di saggi critici che siano redatti in varia estensione ed esibiscano tagli differenti. Indagato è quindi, a partire dal testo omerico e poi ovidiano dell'antico personaggio mitologico femminile, un ventaglio di opere poetiche e narrative che ne ripropongono la figura, ricreandone altresì i motivi, all'interno della letteratura occidentale del XX e XXI secolo, in particolare di quella inglese. / In this dissertation I analyze the theme of Penelope from the point of view of comparative literature, in the light of a selection of recent criticism, and with the aim of writing a short series of critical essays that are shaped in various sizes and show a different composition. Starting from Homer's and then Ovid's text of this ancient female mythological character, I thus investigate a choice of poetic and narrative works which renew her figure, by also recreating her motives, within the domain of Western literature of the twentieth and twenty-first century – particularly English literature.
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L’ANTI-VOLTAIRE. PASSIONI E DISSIDI MANZONIANI / L'ANTI-VOLTAIRE. PASSIONI E DISSIDI MANZONIANI / ANTI-VOLTAIRE. MANZONI'S PASSION AND WORRIESCAPPELLETTI, CRISTINA 04 December 2017 (has links)
Manzoni in giovane età fu un grande ammiratore di Voltaire, che poi abbandonò o distrusse. La prima fase del lavoro analizza le prime biografie manzoniane, attraverso le quali si è cercato di capire quando si è diffusa la notizia, infondata, ma che ancora oggi trova credito, della distruzione da parte di Manzoni di tutti i volumi l’edizione del 1785 di tutte le opere di Voltaire.
Si è poi provveduto ad analizzare la bibliografia critica manzoniana, per definire al meglio lo status quaestionis degli studi. In particolare si è messo in luce il ruolo fondamentale della lezione crociana, riferimento obbligato per tutti coloro che si sono interessati ai debiti di Manzoni nei confronti delle opere di Voltaire.
Sono state poi analizzate le citazioni dirette di Voltaire nelle opere di Manzoni. Questa analisi ha permesso di isolare i singoli passi in cui Voltaire viene citato direttamente, l’ipotesi di partenze era quella che potesse esistere una “funzione Voltaire” nell’opera manzoniana; in molti casi, però, il rimando all’autore francese è in negativo: Manzoni sente infatti la necessità di correggere ed emendare quanto affermato
dall’illuminista. / Manzoni was a great admirer of Voltaire, who then abandoned or destroyed.
The first phase of this work analyzes the old Manzoni’s biographies, through which it was tried to understand when born the unfounded news on Manzoni's destruction of all volumes of all the works of Voltaire.
Then we analyzed the Manzoni’s critical bibliography, to better define the status quaestionis of the studies.
Then this work analyzes Voltaire's direct quotes in Manzoni's works.
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Il vero e il convenzionale: rappresentazioni della realtà nel romanzo contemporaneoTirinanzi De Medici, Carlo January 2011 (has links)
Indagine sulla rappresentazione della realtà nel romanzo occidentale contemporaneo. Si considera preliminarmente il dibattito sul realismo dagli anni Quaranta a oggi: dalla sistemazione di una teoria del realismo ottocentesco alla messa in discussione dei principi stessi, e della possibilità, di un testo realista. Analisi del dibattito critico più recente, che ritorna ad occuparsi della relazione tra mondo attuale e mondo finzionale dopo un lungo periodo di assenza, dove a dominare erano le nozioni di intertestualità, di metanarrativa e di letteratura come gioco, sintetizzate dalla celebre espressione di Jacques Derrida «non c'è fuori-testo». Scopo del lavoro è di suggerire che uscendo dal postmoderno gli scrittori tendono a due modalità di rappresentazione del reale: una «veridica» in cui si cerca di sovrapporre il più possibile mondo attuale e mondo d'invenzione (fino al caso, estremo, delle «autofinzioni» di Siti) instaurando tra i due una relazione di approssimazione che spinga il lettore a considerare il romanzo come relazione su eventi reali; una seconda «convenzionale» che invece si basa su dispositivi rodati e normalmente accettati dalla comunità dei lettori (dunque il lettore sa di trovarsi di fronte a un codice e, di conseguenza, di doverlo decodificare in tal modo riuscendo a ricollegare lo «scritto» con il «non scritto»). Il realismo convenzionalista è analizzato in due forme: una «innovativa», delineata da "Underworld" di Don DeLillo, che mette l'accento sul processo costruttivo, una «tradizionale», espressa nel saggio in due varianti («Le particelle elementari» e «Le benevole»), il cui scopo è quello di riattivare meccanismi narrativi ottocenteschi, considerati per buona parte del Novecento come «vecchi» o «superati», affidando loro il compito di raccontare il mondo di oggi. In conclusione si approfondisce il concetto di «avanguardia permanente», ovvero la continua ricerca del nuovo in arte come caratteristica principale del romanzo novecentesco. Analisi della produzione recente (dal 1979) di Philip Roth, con particolare enfasi sul ruolo ambiguo del personaggio Nathan Zuckerman e sui dispositivi narrativi di "American Pastoral" (1997), di "El mal de Montano" di Enrique Vila-Matas (2002), di "Troppi paradisi" (2006) di Walter Siti, di "Underworld" di Don DeLillo (1997), di "Les particules élémentaires" (1998) di Michel Houellebecq e di "Les bienveillantes" di Jonathan Littell (2006).
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Letteratura italiana e «scienze occulte» tra fin de siècle e primo NovecentoScartozzi, Sergio January 2018 (has links)
La tesi ha titolo Letteratura italiana e «scienze occulte» tra fin de siècle e primo Novecento. Essa si divide in tre parti: la prima è un'introduzione teorica (stato dell'arte) e storico-culturale sull'Esoterismo occidentale (le sue correnti, la sua diffusione in Italia e in Europa); una seconda, è riservata allo studio dei poeti italiani affascinati dalle scienze occulte (e.g. spiritismo, occultismo, Società teosofica e antroposofia); la terza analizza gli influssi esoterici nella prosa italiana otto/novecentesca. Tra la prima e la seconda parte è inserita una panoramica su 'letteratura ed esoterismo' nell'Europa moderna e contemporanea. Nel commento e nello studio degli irrazionalismi otto/novecenteschi e del loro influsso sulla letteratura è stato dato rilievo particolare a gruppi, cenacoli e associazioni nate per effetto del -- o comunque dedicatesi attentamente al -- fermento neo-idealista continentale. A fianco di queste realtà centrali e dei maggiori autori a esse associati (Arturo Onofri per la poesia; Antonio Fogazzaro e Luigi Capuana per la prosa), è stato interrogato più esaustivamente possibile l'impatto esoterico sulla letteratura del Bel Paese tra l'Unità e il primo dopoguerra.
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Narrer une vie, dire la vérité ˸ la biofiction contemporaine / Narrating a life, telling the truth ˸ the contemporary biofiction / Narrare una vita, dire la verità ˸ la biofiction contemporaneaMongelli, Marco 29 March 2019 (has links)
Cette thèse propose d’analyser un phénomène littéraire contemporain et transnational : la biofiction. La recherche associe une étude historique et littéraire de la pratique de la biographie, une analyse théorique dont elle est investie par la fiction, et une réflexion critique et comparative pour les textes spécifiques contemporains.Une taxinomie des nombreuses et différentes formes du biographique littéraire s’accompagne d’une description des poétiques spécifiques de la biofiction et d’une analyse de ses enjeux littéraires comme de ses implications extra-littéraires (historiques, sociologiques, philosophiques et même politiques) afin d’évaluer sa teneur épistémologique en tant que catégorie interprétative du réel.D'un point de vue méthodologique, le travail croise l’étude de l'évolution historique du genre biographique avec celle de la naissance et du développement de formes hybrides dans la seconde moitié du XXe siècle, en Occident : la combinaison de ces deux recherches (biographie et fiction) vise à retracer une généalogie spécifique pour ce nouveau genre (ou sous-genre) qu’est la biofiction, et ainsi à identifier des textes pionniers, qui anticipent une certaine poétique ou tension esthétique dominante dans la production contemporaine. De plus, cette recherche met en place une analyse comparative de ces textes selon différents critères textuels, à la lumière des instruments, en devenir constant, de la narratologie. En particulier, la thèse se concentre sur le concept de narrateur afin de pouvoir reconnaitre et étudier les différentes typologies de narrateur-biographe présents dans le texte. En interrogeant sa place et ses fonctions dans le texte, il est possible d’identifier les raisons de l’usage du biographique dans les récits contemporains et de vérifier de quelle manière il tente de dire une vérité précise sur un homme particulier.Comme en témoigne le titre de cette thèse, le nœud spécifique qui lie la narration d’une vie et l’énonciation d’une vérité à propos de cette vie représente le cœur de notre chantier de recherche, la clé avec laquelle analyser les œuvres dans leur spécificité et évaluer la façon de concevoir la reconstruction d’une identité et d’une mémoire individuelle et collective, publique et privée. / This thesis aims to analyse a contemporary and transnational literary phenomenon: biofiction. The dissertation combines a historical interest in the practice of biography, with a theoretical and analytical perspective for the way in which biographical accounts were invested by fiction, and a critical and comparative attention for specific contemporary texts. A taxonomy proposal of the many different forms of literary biographies is accompanied by the desire to describe the poetics of contemporary biofiction, its literary challenges and its extra-literary implications (historiographical, sociological, philosophical, political): the aim is to evaluate the epistemological and heuristic consistency of biofiction as an interpretative category of reality.From a methodological point of view, the analyses of the millennial evolution of the biographical is followed by the study of the birth and development of hybrid forms in the second half of the twentieth century, in the West, with the purpose of tracing a specific genealogy of the biofictional genre, taking into account the pioneering texts, those that anticipate a certain poetic or dominant aesthetic tension. Subsequently, the work proposes a comparative analysis of some contemporary texts, above all Italian and French, based on different textual criteria and through the tools of narratology. Firstly, the hybrid character, between document and invention, of biofiction (and therefore the coexistence of referential materials and fictional techniques) is evaluated; at the same time, special attention is given to the narrative voice: by questioning the place that it occupies within the story and analysing its function, it is possible to grasp the reasons for the use of biographical discourse in contemporary récits, and at the same time to verify how these kind of narratives try to say a precise and original truth about a particular man.As underlined by the title of the thesis, the specific connection that links the life narrative and the expression of a truth about that life is the heart of this research, the key to analysing biofictional works in their specificity and its ways of conceiving the reconstruction of a particular identity and of individual and collective, public and private memory. / Questa tesi intende analizzare un fenomeno letterario contemporaneo e transnazionale: la biofiction. Il lavoro combina un interesse storico per la pratica della biografia, uno teorico e analitico per la maniera con cui essa è stata investita dalla fiction, e uno critico e comparativo per i testi specifici contemporanei. Uno sforzo di tassonomia delle molte e diverse forme del biografico letterario si accompagna alla volontà di descrivere le poetiche particolari della biofiction contemporanea, le sue sfide letterarie e le sue implicazioni extra-letterarie (storiografiche, sociologiche, filosofiche, politiche): il fine è di valutare la consistenza epistemologica ed euristica della biofiction in quanto categoria interpretativa del reale.Da un punto di vista metodologico il lavoro incrocia lo studio dell’evoluzione millenaria del genere biografico con quello sulla nascita e lo sviluppo delle forme ibride nella seconda metà del XX secolo, in Occidente, con l’obiettivo di rintracciare una genealogia specifica del genere biofinzionale e di identificarne i testi pionieri, quelli che anticipano una determinata poetica o tensione estetica oggi dominante. In seguito, il lavoro propone un’analisi comparativa di alcuni testi contemporanei, soprattutto italiani e francesi, sulla base di criteri testuali diversi e attraverso gli strumenti della narratologia. In primo luogo, si è valutato il carattere ibrido, tra documento e invenzione, della biofiction (e quindi la coesistenza di materiali referenziali e di tecniche finzionali); allo stesso tempo, particolare rilevanza ha assunto il concetto di narratore: interrogando il posto che occupa nel racconto e analizzando la sua funzione è infatti possibile cogliere le ragioni dell’uso del biografico nei récits contemporanei, e insieme verificare in quale maniera essi cercano di dire una verità precisa e originale su un uomo particolare. Come testimonia il titolo della tesi, il nodo specifico che lega la narrazione di una vita e l’enunciazione di una verità a proposito di quella vita rappresenta il cuore della ricerca, la chiave con la quale analizzare le opere nella loro specificità e valutarne il modo di concepire la ricostruzione di un’identità particolare e di una memoria individuale e collettiva, pubblica e privata.
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Studi per una ridefinizione del concetto di Classico / Studies for a redefinition of the notion of ClassicDINISI, MARIA GRAZIA 02 March 2012 (has links)
Il termine Classico ha accumulato molte valenze; certamente moltissimi studiosi hanno affrontato la questione, ma si è rivelata opportuna una revisione del tema.
La risposta alla domanda "Che cosa è un classico?" è cercata attraverso un'analisi terminologica che indaghi la nascita della categoria e del termine e le diverse accezioni di questo. Segue un'indagine cronologica dei contributi letterari alla questione nel corso della storia della cultura occidentale
Il Classico, classificato come "di fondazione" o "di consolidamento", emerge come summa delle categorie di Bello, Buono, Vero e Uno. Ha inoltre delle limitazioni in termini di tempo, genere e grado. La più importante implicazione di questa tesi riguarda la responsabilità del mondo delle lettere nella conservazione o nella trasformazione della civiltà e cultura occidentale al contatto con
altre civiltà o all'emergere degli effetti della globalizzazione. / The term Classic has accumulated different meanings. Surely many scholars have tackled over this matter, and yet it is right to review this notion.
I have tried to answer the question “what is a Classic?” by analyzing the term and by tracing it back to its birth and uses over the centuries. Then I have also made inquires about the literary contributions to the debate in the history of western culture.
Classified as the “foundation” and the “canonization”, the Classic emerges as the “summa” of the categories of the Beautiful, the Good, the True and the Sole. Furthermore this notion is limited in terms of time, literary genre and degree. The most important implication of my dissertation is the responsibility that the literary world holds in keeping and transforming the western civilization and culture when they get in touch with others and when globalization emerges.
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Il giallo italiano 1980-2010. Le tendenze di un genere in rapporto con la realtà contemporanea. / Il giallo italiano 1980-2010. Le tendenze di un genere in rapporto con la realtà contemporanea / The Italian crime novel from 1980 to 2010. The trends of a literary gender in relationship with the contemporary events.GARAVELLI, BIANCA MARIA 05 March 2012 (has links)
In Italia il genere “giallo”, definibile anche “poliziesco”, “thriller”, e ultimamente “noir”, fra il ventennio conclusivo del Novecento e il primo decennio del Duemila mostra interessanti linee evolutive, che si collegano con i flussi della storia recente e le paure di fine millennio. Da un lato si assiste all’affermarsi del “giallo metropolitano”, cioè al proliferare di scrittori che si legano alla propria città, d’origine o di elezione, in particolare con Milano, che conquista la palma di città più “nera” d’Italia; dall’altro al consolidarsi del legame fra autori e territori più vasti, tanto da poter parlare di un nuovo regionalismo “giallo”. Ma la novità più interessante consiste nell’entrata in scena di nuovi aspetti: la fusione con elementi propri della fantascienza, o addirittura fantastici, che colorano il giallo di una sfumatura soprannaturale, tra commissari che sentono i pensieri delle vittime di omicidio, o hanno visioni mistiche, e assassini guidati dal sussurro del diavolo. Il giallo storico presenta a sua volta tutti questi aspetti, mostrando come l’ambientazione storica diventi spesso un pretesto per mettere in scena i problemi del presente. / In Italy the crime novel, that can be also defined “detective story”, “thriller”, or more recently “noir”, between the last twenty years of Twentieth century and the first decade of Two Thousand, shows an interesting evolution, that can handle with some recent historical events, or can be linked with the end of Millennium fears. On the one hand, we can see the rise of “metropolitan crime novel”, in which many writers set their novels always in the same city, their native one or the city in which they live; Milan is the most important in this list and wins the prize of “crime city” in Italy. On the other hand, many novelists establish a strong relationship with their own region, creating a new “crime” regionalism. The most interesting trend is that science fiction and supernatural events enter the crime novel, with policemen that can hear the thoughts of the victims, or have mystic visions, and killers that are guided by a whispering devil. All these aspects appear also in the historical crime novel, that shows how history is often a sort of pretext to stage some problems of the current society.
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Il discorso straviato: Stefano D'Arrigo e il romanzo del NovecentoBiagi, Daria January 2013 (has links)
La tesi nasce come indagine intorno allo scrittore siciliano Stefano D'Arrigo e alla sua opera principale, il romanzo "Horcynus Orca" (1975). Situandosi nel punto di intersezione tra diverse linee chiave del Novecento – dalla riflessione sulle possibilità comunicative della lingua fino al problema della rielaborazione del trauma bellico – l'opera darrighiana connette strettamente il contesto italiano a quello sovranazionale: nonostante "Horcynus Orca" sia stato più volte associato alle grandi narrazioni novecentesche e ai nomi di autori come Joyce o Proust, tuttavia, raramente è stato analizzato nei suoi effettivi legami con il panorama letterario internazionale. La ricerca riconsidera dunque le caratteristiche dell'opera seguendo un percorso che, in linea con le esperienze biografico-letterarie dell'autore, inizia con Hölderlin (il «poeta ingrato», oggetto della tesi di laurea di D'Arrigo nel 1942), passa per i modernisti americani (Melville e Faulkner soprattutto, autori di riferimento per i romanzieri del dopoguerra italiano) e giunge fino a Gogol' (da cui D'Arrigo trae il suo primo romanzo, "Il venditore di anime morte", rimasto inedito). L'analisi mantiene una stretta correlazione tra il piano delle scelte stilistiche e quello dello sviluppo narrativo delle opere, ponendo al centro la domanda intorno alle possibilità di significazione della parola letteraria e alla sua legittimità. D'Arrigo rientra nel novero degli scrittori contemporanei che avvertono, per la prima volta, il senso dell'inadeguatezza del loro strumento, la lingua, e praticano la letteratura in un contesto di sfiducia ignoto ai loro predecessori: la figura di Hölderlin mostra come questa riflessione derivi dall'attraversamento della tradizione europea più che dall'influenza del coevo romanzo sperimentale, rispetto al quale D'Arrigo aveva sempre dichiarato la propria estraneità. Se il romanzo “straviato” – aggettivo che D'Arrigo mutua dai racconti di Raffaello Brignetti – nasce dall'esperienza di una crisi, non è con la provocatorietà delle avanguardie né con il silenzio attonito della “letteratura dell'incomunicabilità” che D'Arrigo intende reagirvi. L'influenza del romanzo epico-popolare, segnalata dalla presenza di Gogol', mostra di avere un peso significativo nell'indirizzare la poetica darrighiana verso una visione della letteratura che abbandona il desiderio di risalire alla parola intatta del passato e si serve degli effetti babelici della lingua come di una risorsa narrativa. L'opera di D'Arrigo può dunque essere considerata un esempio di questa diversa risposta alla crisi della parola letteraria, una risposta più tarda, che matura nel romanzo del pieno Novecento e contrariamente alla sua fama di “mostruosità” trae linfa dal sostegno della tradizione.
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La trasgressione fantastica: infrazioni logiche e abissi di senso nella narrativa fantastica da Kafka a CortázarZeppegno, Giuliana January 2009 (has links)
La tesi propone una disamina comparatistica e multifocale della narrativa fantastica novecentesca, allo scopo di rintracciare gli inneschi e i dispositivi di quella trasgressività semantica e logica nella quale si è individuato uno degli aspetti più significativi del fantastico contemporaneo, nella persuasione che a scatenarne e orientarne il processo siano, a diverse latitudini e in corrispondenza di congiunture storico-politiche eterogenee, meccanismi strutturalmente simili. Un viaggio esplorativo attraverso le diverse forme del fantastico contemporaneo ha permesso di individuare con una certa precisione la trasgressione fantastica, collocandola nel punto di intersezione tra determinate caratteristiche tematiche, mondo-finzionali, formali.
In modo particolare, si sono rivelate determinanti per la sua definizione: 1) una certa novità tematica dell’immagine fantastica contemporanea, intraducibile alla luce delle enciclopedie dominanti e non riconducibile ai codici di riferimento validi per la narrativa fantastica tradizionale; 2) la contraddittorietà interna al mondo finzionale istituito dal testo, per rendere conto del quale la semantica a mondi possibili si rivela, ancorché ricca di spunti nelle sue linee generali, fondamentalmente insufficiente, e la salvaguardia della sua consistenza e referenzialità , in assenza della quale la trasgressione manca di un oggetto contro cui dirigere i propri assalti; 3) un esteso ricorso del testo alla narrazione reticente, declinata nelle diverse, possibili forme i. della reticenza esplicativa (silenzio sulle cause contingenti), ii. della reticenza relativa alla fabula (con conseguente produzione di fabule aperte), iii. della reticenza semantica (silenzio sul significato complessivo, simbolico o allegorico del racconto).
L’analisi incrociata della narrativa breve di diversi autori (Kafka, Borges, Ocampo, Bombal, Merino, Dürrenmatt, ma soprattutto Julio Cortázar e, quale controparte attestata spesso su posizioni opposte, più raramente portatrice di un’analoga trasgressività , Dino Buzzati) ha permesso di constatare come il concorso dei fattori elencati tenda alla produzione di immagini radicamente negative, refrattarie alla significazione tanto per l’intrinseca vuotezza semantica (si tratta appunto di immagini aberranti, nuove, per parafrasare le quali mancano codici di riferimento adeguati) quanto per il carattere di assoluta eccezione di cui godono all’interno del mondo finzionale che le alberga. Si è quindi osservato come tali immagini, oscure per ragioni sia tematiche che prettamente formali (impiego esteso e drastico della reticenza), convergano in diversi punti con la nozione benjaminiana di allegoria vuota, con la quale condividono l’amplissima, se pure non infinita, apertura semantica e lo sguardo critico-negativo che per suo tramite il testo rivolge alla realtà esterna.
Interrogandosi infine sulla natura specifica della trasgressione fantastica, la si è potuta rintracciare nell’attacco ai principi cardine della logica aristotelica, esaminato mediante il proficuo accostamento della nozione di logica simmetrica proposta da Ignacio Matte Blanco ai dispositivi logicamente paradossali in atto nei testi, riuscendo a individuare in questo modo, nella precipua combinazione tra trasgressione logica e trasgressione semantica realizzata da numerosi racconti contemporanei − e in modo assolutamente paradigmatico dalla narrativa breve di Julio Cortázar − la versione più acuta e dirompente della trasgressione che anima l’avanguardia novecentesca del genere.
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Los caminos ecfrásticos de la palabra al borde de la visión: Valente, Durero y el «ovillo negro» de Interior con figurasParedes Bertagnolli, Elsa Maria January 2015 (has links)
Este trabajo analiza el territorio ecfrástico de la primera sección del poemario “Interior con figuras” de José Ángel Valente y la necesidad de su palabra de conquistar, sobre todo a través de un diálogo visceral con la pintura y el arte, un espacio interior de autoconocimiento cada vez más profundo. En particular, examina las imágenes y la simbología del oscuro poema “Una antigua representación” dedicado a la famosa obra “El caballero, la muerte y el diablo” de Durero. La larga historia generada por este grabado empieza en el siglo XVI y se transforma con el pasar del tiempo, de las distintas lecturas, de las reescrituras literarias y de las ideologías hasta alcanzar sus interpretaciones más extremas en los eslóganes propagandísticos del Tercer Reich: ¿por qué encuentra su lugar también en la poesía de Valente y bajo qué perspectiva es insertada? ¿Remite el poema a alguna tradición o a otras versiones literarias precedentes? ¿Por qué sus imágenes parecen imprescindibles para el descenso del poeta en el interior de su palabra? Como demuestran las fechas de composición de los poemas de “Interior con figuras”, para llegar a concebir “Territorio”, poema programático del entero poemario, Valente necesitó primero contemplar los objetos-talismanes de las pinturas de Luis Fernández, la material memoria de Antoni Tàpies, los sueños de Odilon Redon, el enigma de la mirada del ángel de la “Melancolía I” y los símbolos de esa “antigua representación” que encontró rescatada eternamente por un grabado de Durero, “El caballero, la muerte y el diablo”. Sólo entonces se abrió la visión consciente del territorio interior de su palabra: otredad, figuras solas y materia fracturada.
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