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Un groviglio di mondi. Studio sul pluralismo fisico, metafisico e letterario postmodernoGraziani, Lorenzo 15 May 2020 (has links)
The main goal of this PhD dissertation is to explore the relation between postmodern poetics and some features of other theories developed at the same time in various areas of knowledge – mainly metaphysics, physics and sociology. If we can say that the modern paradigm was born with the question of how a multiplicity of different points of view could coexist, the postmodern paradigm seems to arise with the awareness that a systematic legitimation of differences cannot be based on a sole foundation that leads to a complete inclusion. For this reason, we argue that the concept of possible world is not only a useful heuristic metaphor adopted in different areas of the artistic and scientific postmodern culture, but it can put in constructive conversation different areas of knowledge which are usually thought to be more isolated and refractory to mutual influence than they actually are. Precisely because of the diverse usages and meanings that the term ‘world’ acquires in different contexts, the ontological commitment toward possible worlds varies significantly. They can be godly concepts, fictional scenarios, real sums of individuals that are isolated from each other, or ideal set of objects that are associated with different and mutually exclusive frames of reference and cultural coordinates. To shed a light on these matters is the main goal of the first book, entitled "What is a possible world?". The second book, entitled "Entangled worlds: the postmodernist literature", is committed to explore the topology of the possible worlds projected by postmodernist texts; in fact, the paradoxical topology that emerges from these texts appears to be inherently connected with a vast range of issues concerning our world.
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HUMANITÉS CLASSIQUES E ENSEIGNEMENT SECONDAIRE IN FRANCIA (1802-1902): ASPETTI CUTURALI, STORICI ED ECONOMICI DELLA QUESTIONE DEL SECOLO / CLASSICAL HUMANITIES AND SECONDARY SCHOOL IN FRANCE (1802-1902): CULTURE, HISTORY AND ECONOMY IN THE “QUESTION OF THE CENTURY”LANDINI, CHIARA 17 March 2016 (has links)
Nel corso dell’Ottocento, in Francia, il principio di formazione, attraverso gli studi classici, delle élite destinate a ricoprire le più alte funzioni professionali assunse una connotazione sempre più anacronistica e il sistema scolastico fu al centro di una serie di accesi dibattiti e tentativi più o meno riusciti di riforma dei metodi di insegnamento e dei contenuti degli studi, che si acuirono soprattutto in seguito alla battaglia di Sedan.
Il permanere di una cultura e di un sistema di istruzione immobile e legato alla tradizione umanistica si scontrò violentemente a fine secolo con la democratizzazione della società, il progresso scientifico e lo sviluppo economico e con la corsa alla modernizzazione della cultura.
Questo elaborato si propone di ripercorrere i principali aspetti culturali, storici ed economici che scandirono la storia della pedagogia francese, analizzando il lungo ed altalenante percorso di cambiamento delle humanités classiques durante la costituzione dell’istituzione più conservatrice della Francia del XIX secolo: l’enseignement secondaire. / During the nineteenth century in France, the education through classical studies of the elite meant to play the highest professional roles became increasingly anachronistic and the school system was the main target of many debates and reforming processes. These attempts of changing teaching methods and subjects increased even further after the battle of Sedan.
At the end of the century, the persistence of a stationary culture and of an educational system linked to the humanistic tradition clashed with the democratisation of the society, the scientific progress and the economic development and also with the rush to modernise this culture.
The aim of this research is to trace the main cultural, historical and economic factors that distinguished the history of French education, while analysing the long and various changes of classical humanities during the establishment of French secondary school, which was the more conservative institution of the nineteenth century.
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Libertà d'avventura e verosimiglianza dei caratteri nel romanzo del Seicento: il caso del Calloandro di Giovan Ambrogio MariniREQUILIANI, VALERIA 14 February 2011 (has links)
La tesi mira a esaminare la genesi del Calloandro di Giovan Ambrogio Marini nel contesto del ricco e dinamico contesto sociale e culturale della Genova della prima metà del XVII secolo. Le pagine prefattorie premesse alle varie edizioni dell’opera rappresentano un contributo importante per la definizione di un genere la cui diffusione non fu accompagnata, in Italia, da uno studio teorico e sistemico. Dopo una ricognizione delle fonti sulla biografia e la produzione letteraria dell’autore, nel primo capitolo viene proposta una sintesi dettagliata della trama del romanzo che illumina gli elementi fondamentali del testo e del genere. Nel secondo, si prosegue con l’analisi della struttura narrativa dell’opera, soffermando l’attenzione sulle tecniche di costruzione dell’intreccio. Quindi, si procede all’individuazione nel romanzo greco d’epoca ellenistica e nella tradizione comica i modelli letterari che influenzarono in modo più significativo la fantasia del Marini nella composizione del Calloandro. Nel quarto capitolo è affrontato il sistema dei personaggi, in cui, tra le molte figure generiche e inconsistenti, si distinguono alcuni personaggi complessi e imprevedibili: questi fanno del Calloandro un esperimento maturo del genere in cui il realismo psicologico di matrice ligure si combina con il gusto per l’avventura proprio dei romanzi di produzione veneta. / This thesis examines the origin of Giovan Ambrogio Marini’s Calloandro in Genoa’s rich and dynamic social and cultural context of the first half of the XVII century. Introductory pages to the novel’s various editions represent an important contribution about the novel’s developement in Italy, where the success of the genre wasn’t followed by a theoric and systemic study. After a research on the sources concerning the author’s biography and literary production, the first chapter presents a detailed synthesis of the novel’s plot which fixes some fundamental elements of this kind of work. The second chapter is about the novel’s narrative structure focusing on the techniques of the plot’s building. Then the third chapter describes literary models which influenced Marini’s work, in particular the Greek novels of Hellenism and the comic tradition. The fourth chapter analyses the characters' system: there are some subtle and unforeseeable characters, among many generic and insubstantial figures, that make Calloandro a unpredictable novel in which the psychological realism, typical of Ligurian novels, is combined with the taste of adventure, typical of the Venetian novels.
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"CARI AMICI E AMICHE ALL'ASCOLTO": GIANNA MANZINI ALLA RADIOE ALLA TELEVISIONESIVIERI, SARAH 13 March 2014 (has links)
Il presente lavoro costituisce la prima ricostruzione del lavoro di Gianna Manzini alla radio e alla televisione, che comincia nel 1947 e si conclude nel 1968. Gli interventi radiofonici sono divisi in trasmissioni di moda e costume e di critica letteraria (capitolo 1) e racconti scritti per la radio (capitolo 3); le trasmissioni televisive sono ripartite in sceneggiature realizzate e non realizzate (capitolo 3). I testi dei programmi sono stati identificati nei fondi archivistici della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, dell’Archivio del Novecento dell’Università La Sapienza di Roma e della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Il lavoro si basa dunque sulla descrizione e l’analisi di materiale inedito, come L’Almanacco dei sogni e Il paesaggio come fatto personale, e le sceneggiature Il grande indiscreto, Il nome di battesimo e Alfredino.
La ricognizione ha dimostrato come Gianna Manzini possedesse una consapevolezza mediatica tale da essere in grado di adattare il proprio stile alle specifiche esigenze del mezzo di comunicazione. Tuttavia, l’attività radio-televisiva non può essere considerata del tutto autonoma e disgiunta dalla carriera letteraria, con la quale intrattiene un rapporto strettissimo e osmotico. / This research aims at providing a first and thorough description of Gianna Manzini’s work for the Italian Broadcasting (RAI), a collaboration which started in 1947 and ended in 1968. Her works for the radio are divided into fashion and literary criticism broadcasting (chapter 1) and original radio screenplays (chapter 2); her works for the television are divided into broadcasted and non broadcasted scripts (chapter 3). The texts of these programmes have been found in the following archives: Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (Milan), Archivio del Novecento, Università La Sapienza (Rome) and Biblioteca Nazionale Centrale (Rome). The thesis both describes and analyzes original and unpublished works and screenplays, such as L’Almanacco dei sogni, Il paesaggio come fatto personale, Il grande indiscreto, Il nome di battesimo and Alfredino.
In the end, the research showed evidence that Gianna Manzini was well aware that different media require different writing characteristics and was able to act accordingly. Nonetheless, her literary and broadcasting activity cannot be considered as two separate carriers, being actually strictly bound to each other.
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Malinconia, degenerazione e abitudine in Herman Melville, Joseph Conrad e Samuel Beckett. Tre figure di rifiuto del lavoroBELLINI, FEDERICO ALBERTO 12 March 2013 (has links)
Questo studio riguarda le rappresentazioni letterarie del rifiuto del lavoro nei testi di Herman Melville, Joseph Conrad e Samuel Beckett. Nell'introduzione mi occupo della definizione del rifiuto del lavoro quale tema letterario e delle questioni metodologiche connesse a tale problema. Al fine di situare l'analisi del tema in un più ampio contesto, i tre capitoli successivi si concentrano ciascuno su un autore in relazione a un 'sottotema': rispettivamente malinconia, degenerazione e abitudine. Il rifiuto del lavoro in Herman Melville, e in particolare in "Bartleby", emerge come una reazione contro la malinconia e il Romanticismo. "The Nigger of the 'Narcissus'" di Joseph Conrad appare invece quale un modo di affrontare degenerazione e decadenza. Infine, l'abitudine si rivela un tema centrale dell'opera di Samuel Beckett: un'analisi delle fonti e dell'evoluzione di esso nelle sue opere offre una prospettiva d'interpretazione della sua produzione letteraria. L'ultimo capitolo affronta infine il modo in cui queste diverse traiettorie creative costituiscono diversi aspetti o fasi dello stesso fenomeno, e rappresentano manifestazioni di simili processi creativi. / This study concerns the literary representations of the refusal of work in the works of Herman Melville, Joseph Conrad, and Samuel Beckett. In the introduction I deal with the definition of refusal of work as a literary theme and with the methodological issues of the chosen approach to the topic. In order to situate the analysis of the main theme in a broader context, each of the following three chapters focuses on one of the authors in relation to a sub-theme: melancholia, degeneration, and habit, respectively. The refusal of work in Herman Melville, and particularly in Bartleby, emerges as a reaction against melancholy and Romanticism. I read Joseph Conrad's The Nigger of the "Narcissus" as a way of approaching a theory of degeneration and decadence. Finally, I identify the centrality of habit to Samuel Beckett's oeuvre: an examination of the sources and evolution of this theme in his oeuvre, provides a more nuanced understanding of his aesthetic project. My final chapter addresses how these very different aesthetic trajectories function as different facets, or stages, of the same phenomenon, and as manifestations of very similar creative processes.
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"L'IRREALTA' QUOTIDIANA" DI OTTIERO OTTIERI. INDAGINE FILOLOGICA, STRUTTURALE E CRITICA DELLE CARTE AUTOGRAFEVARAPNICKAITE SARTORI, DOVILE 29 May 2018 (has links)
«L’irrealtà quotidiana» di Ottiero Ottieri è un saggio-diario costruito attraverso memorie personali e riflessioni intellettuali che tratta il tema del sentimento d’irrealtà dal punto di vista sociale, letterario, psicoanalitico, scientifico. L’opera è stata molto rielaborata prima di approdare alla stampa, le carte autografe registrano cinque stesure complete e più di dieci stesure parziali. Attraverso le diverse stesure emergono importanti mutamenti strutturali e contenutistici. Le modalità della revisione non sono univoche: le non poche cadute sono compensate da numerose aggiunte, che vanno nell’ordine di un chiarimento più analitico e sottile del complesso processo di formazione propria e generazionale. La tesi è dedica all’analisi archivistica, filologica, strutturale e critica delle carte autografe dell’«Irrealtà quotidiana»: è stata formulata ipotesi sull’ordine cronologico delle numerose stesure autografe, si è cercato di stabilire gli anni di elaborazione, è stata commentata la dinamica dei titoli scelti, la genesi e l’elaborazione della struttura, gli appunti autografi. Inoltre si è analizzata in varie fasi di elaborazione una finzione d’autore di notevole interesse presente all’intero dell’opera, «Una autobiografia culturale» di Vittorio Lucioli, che è un alter ego di Ottieri. / «L’Irrealtà Quotidiana» («Daily Unreality»), written by Ottiero Ottieri, is an essay-diary that collects personal memoirs and intellectual reflections on the feeling of unreality from a social, literary, psychoanalytic and scientific perspective. The text has been reworked multiple times before its final publishing; the author’s autograph manuscripts have been rewritten completely five times and partially more than ten times. Relevant amendments in its structure and contents have been made through the various editing processes. The editing mode has not been univocal: the final text has been subject to some subtractions and many additions aiming to provide a more analytical and lighter explanation of the complex process of the author’s self-development and generational development. The thesis is focused on the archivist, philological, structural and critical analysis of the author’s autograph manuscripts related to «L’Irrealtà Quotidiana». I have developed a theory regarding the chronological order of the author’s manuscripts in an attempt to date the text. I have provided some comments to better understand the dynamics of the title-selection process for each manuscript. Furthermore, I have analysed the origin and processing of the autograph notes. Finally, I have looked at an author-fiction of notable interest included in the essay titled: «Un’autobiografia culturale» («A cultural autobiography») of Vittorio Lucioli. The latter is Ottiero Ottieri’s alter ego.
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IL MITO CLASSICO NELLA DRAMMATURGIA DI LINGUA PORTOGHESE: I CICLI ARGONAUTICO, TEBANO E TROIANO / Classical myth in Lusophone dramas: Argonautic, Theban and Trojan cyclesCUCCORO, CORRADO 01 March 2018 (has links)
Dall’inizio del XXI secolo, i drammi portoghesi e brasiliani ispirati all’antichità classica, prima trascurati o semplicemente ignorati dalla critica internazionale, sono stati oggetto di più ampio e sistematico studio, in relazione sia alle fonti antiche sia alla produzione moderna analoga. Nondimeno, in tale contesto hanno spesso prevalso prospettive o interessi nazionali; inoltre, la ricerca si è di solito concentrata su singoli miti, personaggi, motivi. Una ricognizione complessiva sarebbe a questo punto utilissima, ma non è ancora disponibile. La presente tesi è appunto volta a offrire un contributo in tale direzione, attraverso una mappatura ragionata della maggior parte delle opere pertinenti: tutte quelle concernenti i tre principali cicli mitici (argonautico, tebano, troiano). Secondo il mio censimento, il sorprendente corpus consta di tredici drammi (sei portoghesi e sette brasiliani) per il primo ciclo, ventuno (quattordici portoghesi e sette brasiliani) per il secondo e ventidue (diciotto portoghesi e quattro brasiliani) per il terzo. / Since the turn of the 21st century, the Portuguese and Brazilian dramas inspired by the classical antiquity, previously overlooked or simply ignored by international critics, have been subject of more widespread and systematic studies, in connection with both their ancient references and similar modern production. Nevertheless, in this context national perspectives or interests have often been predominant; furthermore, research has usually concerned individual narratives, characters or motives. A comprehensive survey would be now very useful, but it is not yet available. The present thesis is just meant to offer a contribution in this regard, by providing an annotated map of most of the relevant works: all those which belong to the three main mythical cycles (Argonautic, Theban, Trojan). According to my data, the striking corpus consists in thirteen plays (six Portuguese and seven Brazilian) for the first cycle; twenty-one (fourteen Portuguese and seven Brazilian) for the second, and twenty-two (eighteen Portuguese and four Brazilian) for the third.
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La Vie des Pères. Genèse et diffusion d'un recueil de contes exemplaires du XIIIe siècleMariani, Daniela January 2019 (has links)
La Vie des Pères, raccolta di racconti esemplari dell’inizio del XIII secolo, aspira alla formazione religiosa cristiana proponendo nella narrazione e nei para-sermoni dell’autore (i prologhi e gli epiloghi ai racconti) un insegnamento teologico. In una prospettiva critica letteraria e storica, questa ricerca analizza la genesi e la ricezione del testo. Le intenzioni poetiche dell’autore determinano l’aggiornamento di una materia narrativa preesistente ai temi spirituali dominanti intorno al 1215 (la confessione, l’eucarestia, il celibato dei chierici). Il pubblico medievale (XIII-XV secolo) ha interpretato il testo a partire dai supporti fisici che lo hanno trasmesso. La tradizione manoscritta è così studiata come un insieme di testimoni di presentazione del testo, più o meno modificato e adattato a diversi contesti (altre opere religiose, testi profani, testi non narrativi) e per diverse comunità interpretative: i possessori dei manoscritti, i lettori che hanno annotato i margini, i copisti che hanno strutturato l’opera con le rubriche. Ne emerge una sostanziale coerenza dell’opera tra la funzione esemplare e l’utilizzo effettivo.
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I classici attraverso l'Atlantico: la ricezione dei Padri Fondatori e Thomas Jefferson / CLASSICS ACROSS THE ATLANTIC: THE FOUNDERS' RECEPTION AND THOMAS JEFFERSONBENEDETTI, MARTA 17 March 2016 (has links)
La tesi si occupa di verificare l’influenza che i classici greci e latini hanno esercitato su i padri fondatori americani e più in particolare su Thomas Jefferson. La prima sezione tratteggia il contesto universitario e lo studio delle lingue classiche tra seicento e settecento, comprendendo non solo le università inglesi (Oxford e Cambridge) e scozzesi, ma anche i nuovi college nati nelle colonie americane. Tale analisi dei modelli e delle pratiche educative ha permesso, in effetti, di comprendere meglio l’influenza dei classici sui rivoluzionari americani. Nello specifico viene scandagliata a fondo l’educazione ricevuta da Jefferson. Tra i numerosi spunti di studio aperti da codesto argomento, il lavoro si concentra sulle modalità con cui i classici gli furono insegnati, sul suo Commonplace Book (una raccolta di brani tratti in parte da autori antichi letti in giovinezza) e su documentazione epistolare. Quest’ultima è oggetto particolare di studio, allo scopo di scoprire quali opere antiche Jefferson, in età adulta e durante la vecchiaia, lesse e apprezzò. Essendo un collezionista di libri, comprò moltissimi testi classici come dimostrano alcuni suoi manoscritti.
Nonostante manchino dati precisi a riguardo, risulta inoltre che Jefferson, benché facesse largo uso di traduzioni, preferiva leggere in originale e che probabilmente abbia letto la maggior parte di questi libri durante il ritiro dalla vita politica.
La seconda parte della tesi si concentra, invece, a indagare quanto la sua educazione classica abbia contributo alla formazione della sua personalità e delle sue idee, nonché alla forma stessa del suo pensiero in merito ad alcune tematiche. Lo studio è di conseguenza dedicato all’esperienza umana di Jefferson, in particolare alla sua riflessione sulla morte e sull’eternità, temi fortemente legati alla sua ricezione di idee epicuree e stoiche. Epicureismo e Stoicismo rappresentano, in definitiva, i due sistemi filosofici antichi che hanno maggiormente influenzato la sua personalità e il suo pensiero. / The aim of the present work is to evaluate the impact of the ancient classics on the American Founding Fathers, with a particular focus on Thomas Jefferson.
The first section gives a wide portrait of the academic context in which the Founders were educated, comprising not only of Oxford, Cambridge, and the Scottish universities, but also the colonial colleges. The evaluation of the educational practices in use at the time makes it possible to understand better the classical impact on revolutionary Americans. In particular, this analysis studies in depth Jefferson's education. Of the many possible perspectives and approaches to this topic, the present work focuses on the way ancient classics were taught to him, his Commonplace Book, which reports part of the ancient classics he read during his youth, and his correspondence. The latter has been studied especially to understand which other ancient writers he read, valued, and esteemed in his adulthood and old age.
As book collector, Jefferson bought an incredible number of ancient classics, as attested by a few manuscripts of his book lists. Despite the dearth of sure evidence, it is very likely that he read the ancient works largely during his retirement. He loved reading them in the original, though he made great use of translations.
The second part of this work is dedicated to investigating how Jefferson's classical education contributed to the building of his personality and ideas, as well as how he elaborated specific classical themes in his own life. The study is thus focused on Jefferson's personal human experience, specifically on his reflection on human mortality and the afterlife. These themes, indeed, are strictly linked to his reception of Epicurean and Stoic tenets, the two ancient philosophical systems which had the greatest and most profound impact on Jefferson's personality and thought.
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