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Genitori e figli adolescenti: una prospettiva pedagogica

CORCELLA, MONICA 20 February 2009 (has links)
Lo scopo di questo lavoro di ricerca è quello di riflettere in prospettiva pedagogica sulla relazione tra genitori e figli adolescenti. La società attuale,con il suo pluralismo di valori,porta gli adolescenti a guardare all’imprevedibilità come ad un fattore costitutivo della propria identità. Spesso la tendenza all’individualizzazione della nostra società è prima di tutto radicata nel mondo adulto. I giovani sono lo specchio degli stili di vita che il mondo adulto trasmette loro. In una prospettiva pedagogica,di fiducia e di speranza,è importante continuare a guardare i giovani come una risorsa essenziale per il futuro. I veri valori della vita dovrebbero essere per gli adolescenti un cammino,una scelta consapevole e responsabile di vita;e gli adulti che li affiancano dovrebbero aiutarli in ciò. I genitori hanno la responsabilità di far comprendere e promuovere nei figli l’importanza di essere se stessi,di vivere senza condizionamenti esterni negativi,di creare relazioni significative,di progettare il futuro. L’educazione è una relazione tra persone caratterizzata dall’amore,dal donarsi,dal rispetto reciproco ed è soprattutto orientata alla libertà di ogni persona. Il dono più prezioso è quello di educare i propri figli all’amore e nell’amore e la famiglia è la più importante risorsa educativa ed umana in tal senso. / The purpose of this research is to reflect in a pedagogic perspective on the relationship between parents and adolescents. Today’s society, with its pluralism of values, drives adolescents to look at unpredictability as to a constitutive factor of their own identity. The tendency to individualization typical of our society often takes root first in the adult world itself. Young people are the mirror of the life styles that the adult world transmits them. In a pedagogic perspective, based on trust and hope, it’s important to steadily look at young people as to an essential resource for the future. The true values of life should represent for adolescents a path,an aware and responsible choice of life and adults that are close to them should help them in achieving this. Their parents have the responsibility to make their children understand and urge them to be themselves, to live without negative external conditionings, to create meaningful relationships, to plan their future. Education is a relationship between people, characterized by love, by giving oneself, by a mutual respect and should aim above all at everybody’s freedom. The most precious gift is that of teaching one’s own children love and in love and the family is the most important educational and human resource in this sense.
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EDUCATORI DI PROFESSIONE E RESILIENZA: STORIE DI MOTIVAZIONE IN PROSPETTIVA FENOMENOLOGICA

GIANOTTI, FABIO 07 April 2014 (has links)
La ricerca si occupa dei processi formativi degli educatori che lavorano con adolescenti. Nello specifico, l’oggetto delle ricerca intende mettere a fuoco come matura l’orientamento esistenziale degli operatori che si occupano di adolescenti e quale declinazione metodologica corrisponda, nella pratica lavorativa, a tale orientamento. Muovendo da un’istanza teoretica di tipo fenomenologico, la prima parte dell’elaborato affronta le questioni relative all’impostazione metodologica. Nella seconda parte la ricerca avvicina il lavoro di alcuni educatori e psichiatri di rilievo per ricostruirne, attraverso le loro opere, gli orizzonti di senso. Nella seconda parte la ricerca si avvarrà di un’indagine sul campo per sondare i passaggi significativi circa la crescita esistenziale di un campione di educatori. / The research deals with educators’ formative processes. In specific, how youth workers’ existential orientation takes shape and which consistent methodological declination these actors find in educational practice. Moving from a phenomenological approach, in the first part, the study focuses on methodological problems. In the second part, the research investigates some authors (important educationalists and psychiatrists) to reconstruct, through their writings, their meaning horizons. At least the study detects professional and personal experiences of an educators’ sample to identify revealing passages about their existential processes.
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LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO COME COMUNITA' DI PRATICA PER LA FORMAZIONE DEI VOLONTARI

TROVO', ELISA PAOLA 07 April 2014 (has links)
L’obiettivo della ricerca è promuovere una nuova concezione del volontariato che veda le associazioni non solo in chiave solidaristica, ma anche come organizzazioni che, con il loro fare, elaborano cultura ed attivano al proprio interno significativi processi di apprendimento per i propri associati. A tal fine si è inteso approfondire teoricamente il costrutto di Comunità di Pratica, per rintracciare le categorie che permettono di interpretare le associazioni di volontariato alla luce di questo concetto. In seguito, movendo dall’idea di associazione di volontariato come Comunità di Pratica, ci si è soffermati sulle sollecitazioni che offre e sui cambiamenti che può suscitare nei processi formativi avviati al proprio interno. / The research’s aim is to promote a new conception of volunteering that consider the associations not only as solidarity one, but also as organizations that develop culture by doing and that activate learning processes for their associated. To this aim I mean to study in the deep (theoretically) the concept of “Communities of Practice” to search the categories that allow to read the voluntary associations as Communities of Practice. Then I would like to dwell on the changes that the concept of “Communities of Practice” could promote in the training processes of the voluntary organizations.
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LA RIFORMA DELL'ISTRUZIONE SUPERIORE NEL CAMPO DELLA PEDAGOGIA IN PERU': VERSO L'ACCREDITAMENTO DELLE FACOLTA' DI EDUCAZIONE

BOLIS, GIAN BATTISTA FAUSTO 23 March 2015 (has links)
La ricerca si occupa delle riforme relative alla formazione dei docenti peruviani dal 1821 ad oggi, con particolare attenzione ai processi di accreditamento delle facoltà di educazione. Il primo capitolo percorre la formazione dei docenti dall'inizio della Repubblica fino agli anni '90, per soffermarsi sui recenti programmi di formazione e aggiornamento dei docenti in attività. Il secondo capitolo presenta una visione sintetica dei sistemi di accreditamento latinoamericani, in particolare dei quattro paesi di riferimento per il Perù (Brasile, Argentina, Cile, Colombia). Approfondisce poi il sistema di accreditamento peruviano dalle origini fino alla legge 30220 (2014). Il terzo capitolo analizza con maggiore profondità l'accreditamento peruviano dei corsi di,laurea di educazione-pedagogia e conclude con rilievi critici e proposte di miglioramento del modello. La tesi sostiene che fissare l'attenzione sulla formazione iniziale del docente (qualità dei corsi di laurea) è fondamentale per ogni riforma dell'educazione. In questo processo l'accreditamento richiede un dibattito più approfondito con il coinvolgimento delle facoltà di pedagogia-educazione e l'impegno da parte loro nella preparazione dei futuri esperti della valutazione e accreditamento. / The research dials with the reform of the Peruvian teacher formation from 1821 until today, with particular attention to the process of accreditation of education faculties. The first chapter investigates the training of teachers since the beginning of the Republic until the 90 to stop at the recent upgrade programs and of teachers training in activity. The second chapter presents a synthesis of Latin American accreditation systems, in particular for countries relating to Peru (Brazil, Argentina, Chile, and Colombia). Then deepens the Peruvian accreditation system from its origins to the law 30220 (2014). The third chapter examines more closely the Peruvian accreditation of the education careers and concludes with critical comments and suggestions for improvement of the current model. The thesis states that for any education reform is essential to focus attention on initial teacher training (quality of racing). It is also necessary to a wider debate on accreditation with greater commitment of further education colleges should care for the training of future experts for evaluation and accreditation
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SOFFERENZA INFANTILE E STILI EDUCATIVI FAMILIARI / Child suffering and parenting styles

ABENI, LOREDANA 23 March 2015 (has links)
La tesi esamina le principali rappresentazioni della sofferenza infantile nella società contemporanea, con un affondo sul tema della malattia oncologica che coinvolge un bambino e la sua famiglia. L’indagine si propone di offrire ai genitori la possibilità di esprimersi in merito alle modificazioni dei propri stili educativi che la malattia e l’ospedalizzazione comportano. L’idea consiste nel dedicare ai genitori del tempo per offrire loro uno spazio di pensiero in merito alle modificazioni avvenute negli equilibri familiari e supportarli nell’individuare una nuova progettualità familiare. Accompagnare i genitori ad assumere consapevolezza del cambiamento personale e della coppia genitoriale verificatosi durante la degenza ospedaliera del figlio significa anche aiutarli a identificare nuove modalità di interazione con i figli, sulla scorta dei significati dell’esperienza attraversata. Significa inoltre aiutare gli operatori sanitari a percepire i genitori come persone competenti nella gestione educativa del figlio e pertanto a migliorare costantemente la presa in carico non solo del bambino, ma anche della sua famiglia. L’indagine in generale, la flessibilità degli strumenti in particolare, ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati. / The purpose of this research is to examine the nature of the experiences of parents of children with cancer. In fact, childhood cancer is a potentially life-changing experience for mothers and fathers. Overall, the research move in terms of theoretical reflection and empirical research. The study explore the main representations of the suffering of children in contemporary society, with special attention to the suffering due to oncological disease. Also, the research explore the influences of the hospital context on the members of the family, intending only not the physical environment, but also the figures of various kind that are daily reported with their. The investigation in general, the flexibility of the tools in particular, has allowed the parents to comment on the changes of their educational styles that illness and hospitalization cause.
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AUTISMO E SCUOLA: DIMENSIONI EDUCATIVE DEL LAVORO DI RETE TRA ESPERIENZE LOCALI E PROSPETTIVE INTERNAZIONALI / Autism at school: building educational networks form local experiences towards international perspectives.

MOLTENI, PAOLA 23 March 2015 (has links)
La ricerca svolta ha messo chiaramente in evidenza alcune criticità e potenzialità del lavoro a scuola con alunni con autismo in un’ottica di rete unitaria e multidisciplinare. L’esperienza con alunni autistici vissuta dagli insegnanti ed educatori è stata percepita positivamente dalla maggioranza dei partecipanti alla ricerca qui descritta e gli aspetti negativi evidenziati sono emersi soprattutto in relazione alle difficoltà di lavorare in equipe e di poter contare su un organico scolastico adeguato. Ciò che rende più faticoso il lavoro in classe è strettamente legato alle caratteristiche fondamentali del disturbo, ovvero alle modalità di relazione, comunicazione e comportamento manifestate dell’alunno. La relazione con i compagni è stata sottolineata come complessità principale e tale fattore può essere relativo alla capacità dell’insegnante di realizzare attività condivise in piccolo e grande gruppo, alla strutturazione di un percorso esplicativo del disturbo che sia di facile comprensione per i compagni e, soprattutto, alla formazione pratica e strumentale a supporto della realizzazione di un contesto inclusivo. La comunicazione è emersa come seconda difficoltà percepita dal campione e questo può essere dovuto al fatto che un ampio numero di professionisti utilizza strategie comunicative giudicate non pienamente efficaci per l’alunno, in particolare la modalità verbale; inoltre il discreto uso di tecniche alternative, come ad esempio la Comunicazione Aumentativa Alternativa e i supporti tecnologici, può condizionare significativamente le capacità espressive e comprensive dell’alunno. Infine, il comportamento problematico e stereotipato è un ulteriore elemento evidenziato come problematico, tuttavia la capacità di gestione dell’alunno in classe e delle manifestazioni del suo disagio sono, come già detto, tra degli aspetti più difficoltosi nell’autismo. È rilevante sottolineare come solo una piccola parte del campione ha rilevato peculiarità sensoriali, le quali influiscono direttamente sul comportamento e sulla capacità del ragazzo di essere presente in aula al meglio delle proprie capacità. Le riflessioni emerse dai risultati ottenuti hanno offerto nuove chiavi di lettura alla problematica dell’autismo all’interno del contesto di riferimento, permettendo di delineare successivi percorsi progettuali e di ricerca: attraverso la ricerca svolta dalla dottoressa Molteni, è stata affermata la necessità di riflettere su come la scuola italiana riesca a rispondere alla presenza di alunni con autismo all’interno delle proprie classi. L’analisi dei dati raccolti attraverso la ricerca sviluppata dalla dottoranda ha messo in luce gli aspetti peculiari dell’esperienza scolastica dei professionisti che lavorano con alunni con autismo ed ha permesso la definizione di ipotesi progettuali a supporto del lavoro di rete già in atto nel territorio scolastico di Monza e Brianza, attraverso proposte operative che prevedono attività su scala locale ed internazionale.
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L'educazione alla cittadinanza democratica ed europea nell'Italia del secondo dopoguerra (1945-1960). Riflessioni e proposte del mondo cattolico. / Democratic and European citizenship education in Italy after the World War II (1945-1960). Reflections and suggestions from the catholic world.

DI DEDDA, IRENE 31 March 2011 (has links)
La presente ricerca, collocandosi in un filone di studi sugli ideali repubblicani all’inizio del secondo dopoguerra, ha inteso indagare il tema della formazione democratica del cittadino italiano e della sua progressiva apertura in chiave europea, durante la ricostruzione post-bellica e lo sviluppo socio-economico degli anni ’50, lumeggiando gli orientamenti educativi promossi dal mondo cattolico e dalle Associazioni professionali degli insegnanti. L’indagine vuole porsi come contributo della riflessione storico-pedagogica al rafforzamento di quel legame con la comunità nazionale che rischia di essere compromesso in una società sempre più complessa e globalizzata. Dentro un contesto sociale eterogeneo e multiculturale come l’odierno, il recupero di uno sfondo valoriale e spirituale condiviso può ancora rappresentare l’elemento propulsore di un’educazione alla cittadinanza “democratica” e “sovranazionale”, elemento che, proprio attraverso la scuola, prese a sedimentarsi nella coscienza italiana all’indomani del 1945. / The following research argues on democratic education of Italian Citizens in the past World War II period, considering the contribution of catholic intellectuals and teachers Associations to democratic renewal of the school. This study intends to develop historical and pedagogical reflection to reinforce the sense of citizenship in a globalization era. In a diversified and multicultural society, sharing an ethical and spiritual background of values can be the foundation of democratic and overnational citizenship education. A theme which started growing up in the Italian school since 1945.
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Buone Pratiche con le ICT in aula: individuazione di un modello tecnologico per la didattica. / Best practices in using ICT in Classroom: specification of criteria for their classification

BELOTTI, CHIARA 05 March 2012 (has links)
La ricerca muove dalla scarsità di definizioni scientifica riguardanti un concetto, come quello delle “buone pratiche”, che fa parte del vocabolario quotidiano. La letteratura non si è ancora resa sistematica rispetto all’individuazione di criteri e di indicatori che valutino le prassi, soprattutto in un ambito come quello dell’educazione. L’obiettivo è quello di ipotizzare criteri e caratteristiche che rendano definibili in maniera obiettiva le buone pratiche educative affinché queste possano essere ripetibili e ricontestualizzabili. Una particolare attenzione è volta ai possibili criteri di validazione deducibili dal modello tecnologico che perviene dall’introduzione in ottica di senso delle ICT in ambiente educativo. / The research source from the scarcity of scientific definitions about a concept, such as "best practices", which is part of the daily vocabulary. Literature does not have yet a systematic method to locate criteria and indicators that evaluate the procedures, especially in the education field. Our objective is to hypothesize criteria and characteristics that will define objectively the educational best practices so that they can be repeated and re-contextualized. Special attention is given to the possible evaluation criteria that come from the technological model that belongs from the introduction in the schools of the ICT in a key of sense.
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TECNOLOGIE DI GRUPPO / Group's Tecnologies

PARMIGIANI, DAVIDE 23 March 2009 (has links)
L’obiettivo della ricerca denominata “Tecnologie di Gruppo” è fondato su tre idee basilari: 1. a scuola è importante perseguire due tipologie di apprendimento: l’apprendimento individuale e quello di gruppo. Al momento, gli insegnanti organizzano le loro azioni didattiche maggiormente verso il primo tipo mentre il secondo è considerato un supporto per il primo; 2. a scuola, le situazioni più comuni di lavoro con le tecnologie non sono inline bensì principalmente offline, nella classe oppure nel laboratorio multimediale. Durante queste situazioni didattiche, è piuttosto usuale far lavorare in gruppo gli studenti. Quando un gruppo di studenti lavora con alcune strumentazioni tecnologiche, le interazioni fra i partecipanti tendono a modificarsi; 3. le nuove interazioni aumentano le possibilità per sviluppare apprendimenti collaborativi se gli insegnanti organizzano e progettano l’ambiente di apprendimento finalizzato a supportare la costruzione collaborativa della conoscenza e lo sviluppo delle competenze. L’espressione “Tecnologie di Gruppo” significa che le tecnologie (il computer, la tv, la videocamera e altri) può aumentare le possibilità di impostare lavori di gruppo dove gli studenti scambiano opinioni o idee, discutono un argomento oppure cercano di risolvere una situazione-problema, decidono come organizzare il lavoro del gruppo stesso. Nel gruppo con le tecnologie ci sono maggiori possibilità di feed-back cognitivi e relazionali fra gli studenti. La questione principale è gestire le differenti interazioni e permettere al gruppo di crescere e affrontare le situazioni-problema in cui il gruppo viene coinvolto. Quindi è fondamentale il ruolo dell’insegnante come conduttore della classe. All’inizio di un’esperienza didattica, il lavoro di gruppo è maggiormente “cooperativo”. Il compito, i ruoli e i passi sono stabiliti dall’insegnante. Successivamente, quando il gruppo è consapevole delle proprie abilità e potenzialità, l’insegnante può ampliare le possibilità gestionali e affidarle agli studenti. Essi possono scegliere i percorsi ritenuti più adatti per affrontare i problemi, distribuire i ruoli, condividere informazioni e altro. Il lavoro di gruppo diventa “collaborativo”. È necessario costruire un ambiente di apprendimento che integrato fra online e offline per allenare gli studenti al lavoro di gruppo. Tale ambiente si costituisce in tre situazioni principali: 1. lavoro di gruppo senza tecnologie; 2. lavoro di gruppo con tecnologie in classe (offline); 3. lavoro di gruppo online. La ricerca ha individuato interessanti progetti in atto in Italia ed in altri paesi. Le caratteristiche comuni sono le seguenti: c’è una piattaforma di apprendimento online (come Knowledge Forum o Moodle) dove gli studenti interagiscono, comunicano e lavorano insieme; gli insegnanti propongono attività su un argomento o una tematica disciplinare o trasversale; i lavori (individuali o di gruppo) procedono parallelamente in classe con o senza le tecnologie e continuano online, in modo che la rete sia percepita come un medium collaborativo; la progettazione delle attività è condivisa fra studenti e insegnanti. / The aim of research called “Group’s Technologies” is based on trhee basic ideas: 1. At school it’s important to pursue two kinds of learning: individual learning and team learning. At the moment, the teachers direct their acts above all to the first kind and the second one is relegate as a support for the first. 2. At school the situations more common for the work with ICT are not online but mainly offline in the classroom or in the room of computers. During these situations, it’s usual that the students work in groups. When a team of students works with some technologies, the interactions among the participants will change. 3. New interactions improve possibilities for collaborative learning if the teachers organize and plan the learning environment to foster and support the collaborative building of knowledge and the growth of competencies. The expression “Group’s Technology” means that technologies (computers or others) can increase the possibilities to build work’s groups where the students can exchange opinions or ideas, discuss a matter or on resolve a situation-problem, decide as to handle the job. In group with technologies there are more possibilities of feed-back by schoolfriends or by the computers. The main question is to manage the different interactions and to allow to the team to grow and to tackle the problems that the group’s situations involve. Therefore, it’s important the role of teacher as leader of the classroom. At the beginning, the work’s group will be more “cooperative”. The task, the roles in the groups and the steps of job are assigned by the teacher. Then, when the groups are aware of their abilities, the teacher can open the possibilities. The students can select the ways to solve the problems, share the rules, information and other. The work is getting “collaborative”. It’s necessary build a learning environment integrated between online and offline to train for group’s work. This environment is built by three situations: 1. group’s work without technologies 2. group’s work with technology in the classroom (offline) 3. group’s work online At the moment, I found some interesting projects in Italy and in other countries. The common peculiarities are: there is a learning platform online (like Knowledge Forum or Moodle) where the students can interact, communicate and work together; the teachers suggest some activities about a subject; the jobs (individual or team) proceed in the classroom with or without technologies and continue online, so the network is felt like a collaborative medium; the design of instruction is shared by students and teachers.
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INTEGRAZIONE E RESILIENZA NELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE / INTEGRATION AND RESILIENCE IN INTERNATIONAL ADOPTION

CITO, MARIA LUISA 15 March 2010 (has links)
Il tema dell’integrazione nell’adozione internazionale è oggetto di molti studi nel mondo occidentale, di taglio soprattutto psicologico e sociologico: la pedagogia è poco interpellata, pur trattandosi di un tema che riguarda principalmente l’infanzia. Un’analisi della letteratura internazionale rivela come la prospettiva dell’integrazione sia insufficiente a rendere conto della complessità del vissuto dei minori adottivi, contrassegnato da un’appartenenza culturale, ma soprattutto da trascorsi di trauma e abbandono. La prospettiva teorica della resilienza, declinata in senso interculturale, appare più idonea ad interpretare la situazione degli adottati all’estero. Attraverso l’analisi di racconti di adottivi, pubblicati in vari Paesi, e di interviste raccolte tra adottivi adulti, emergono alcuni temi ricorrenti nelle storie di adozione ed alcune linee di riflessione pedagogica, particolarmente in chiave di resilienza e di intercultura. L’adozione internazionale si rivela complessivamente efficace, rappresenta una buona opportunità di recupero, ma richiede da parte dei genitori e dagli altri riferimenti educativi delle competenze interculturali, un rispetto che sappia accogliere la complessità del minore che vive una pluralità di appartenenze, la capacità di costruire insieme a lui una narrazione che riannodi i fili del passato a quelli del presente, un atteggiamento di apertura al mondo che possa preservare spazi di crescita e di dialogo con realtà diverse. / Integration in international adoption is the subject of many studies in the western world, mainly from the point of view of psychology and sociology; pedagogy is not involved much, even if adoption mostly concerns children. An analysis of the international literature reveals that the perspective of integration is not sufficient to explain the complexity of adoptive children lives, characterized by a cultural membership but especially by a past of traumatisms and neglect. The theoretical perspective of resilience, adapted from the point of view of interculture, appears more appropriate to interpret the situation of children adopted abroad. Through the analysis of stories of adopted people, published in different countries, and of interviews to adoptive adults, some recurrent subjects in the adoption stories emerge, and some lines of pedagogic reflection, mostly in an optic of resilience and interculture. International adoption appears effective on the whole, it represents a good opportunity to catch-up, yet it requires of parents and of other educative figures intercultural competences, a respect able to accept the complexity of children living plural identities, the capacity of building with them a narrative construction of their past and present, an aptitude of openness to the world able to preserve moments of growth and of dialogue with different people and cultures.

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