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Coolhunting: la circolarità della distinzione / Coolhunting: The Circularity of DistinctionPEDRONI, MARCO LUCA 19 February 2009 (has links)
Obiettivo di questa tesi è una lettura del coolhunting, attività professionale ancora relativamente poco diffusa, come luogo emblematico di meccanismi simbolici cruciali per spiegare non solo il sistema della moda ma anche molti degli andamenti della produzione e del consumo di beni materiali ricchi di contenuti immateriali. Non a caso, il debito teorico di questo lavoro non riguarda solo i fashion studies a partire dal classico saggio di Simmel, ma soprattutto un autore come Pierre Bourdieu, che poche pagine ha dedicato alla moda ma ha coniato concetti, come quelli di campo, capitale culturale e simbolico, habitus e distinzione, che sono diventati imprescindibili in ogni studio di tipo culturale. La base empirica della ricerca è costituita da 42 interviste del tipo racconti di vita, che hanno coinvolto una variegata popolazione di coolhunters inseriti in agenzie o nelle imprese della moda, ricercatori e consulenti free-lance, le cui esperienze lavorative sono analiticamente descritte nei capitoli centrali della tesi. La ricostruzione del mondo del coolhunting si avvale anche di una accurata ricerca effettuata su siti web dedicati. Nel capitolo finale la prospettiva teorica e il corpus di informazioni raccolte trovano una sintesi in (a) una definizione articolata ma precisa di cool-hunter; (b) una tipologia idealtipica; (c) nel concetto bourdieusiano di distinzione, che sembra essere la posta in gioco intorno alla quale ruota tutto il mondo del coolhunting. I coolhunters emergono come intermediari culturali riconosciuti per la loro capacità di cogliere gli stili di consumo emergenti e le macrotendenze culturali per offrirli come spunto alla creatività dei produttori di oggetti di moda mainstream. / The aim of this thesis is a reading of coolhunting, an emergent professional activity, as an emblematic place of symbolic mechanisms that are crucial in order to explain not only the fashion system but also many cultural processes of the production and the consumption of material goods rich of immaterial contents. The theoretical debt does not regard only the fashion studies, beginning from the classic work of Simmel, but above all an author like Pierre Bourdieu, that has dedicated few pages to the fashion, but has coined concepts - as those of field, cultural and symbolic capital, habitus, distinction - that are nowadays essential in every cultural study.
The empiric base of the research is a set of 42 in-depht interviews that have involved a heterogeneous population of coolhunters working in trend agencies or fashion companies, researchers and free-lance consultants, whose working experiences are analytically described in the central chapters of the thesis. The reconstruction of the world of the coolhunting is carried out also with a search based on dedicated websites. In the final chapter the theoretical perspective and the empirical evidences are summarized in (a) an articulate definition of coolhunter; b) an idealtypical classification of coolhunting workers; (c) in Pierre Bourdiue’s concept of distinction, that seems to be the stake that moves the field of coolhunting. The coolhunters emerge as cultural intermediaries recognized for their ability to identify the emergent styles of consumption and macro-cultural trends in order to offer them as useful ideas to the creativity of the producers of fashionable mainstream objects.
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La comunicazione della salute e del farmaco in ItaliaCICCHIRILLO, MARA 17 June 2011 (has links)
Nella società odierna il termine “salute” assume una valenza sempre più omnicomprensiva e legata al concetto di benessere. L’individuo vive la questione della salute come un problema cogente e quotidiano e si dimostra attivo, ha però bisogno di informazioni e uno degli strumenti più importanti attraverso cui riesce a ottenerle sono proprio i media.
A questa domanda così insistente corrisponde effettivamente una elevata offerta relativa ai temi della salute, ma l’abbondanza di contenuti, anche molto specifici, rende i cittadini disorientati e rischia di divenire un indistinto rumore di fondo in cui risulta difficile trovare ciò che interessa e comprendere cosa sia effettivamente utile, affidabile e corretto.
In questo contesto si inserisce la comunicazione sul farmaco: le aziende farmaceutiche non utilizzano più solo strumenti diretti per comunicare (la pubblicità per i prodotti e verso chi è concesso dalla legge o l’informazione scientifica sul farmaco), ma anche mezzi “indiretti” come i mass media, che contemplano la presenza di intermediari, soprattutto giornalisti.
La ricerca si occupa quindi da un lato di individuare gli strumenti utilizzati dall’industria farmaceutica per comunicare e dall’altro di analizzare le modalità di rappresentazione del tema della salute e del farmaco nei media. / In today's society the term “health” becomes increasingly comprehensive and linked to the concept of wellness. People live the issue of health as a cogent and daily problem and become active, therefore they need information and one of the most important instruments through which they manage to get them is the media system.
This persistent question coincides with abundance of health issues, but the richness of themes, even very specific, makes people confused and could become a blurred background noise in which it is difficult to find what you are looking for and to understand what it is actually useful, reliable and correct.
The communication about drugs stands in this context: pharmaceutical companies are not only using direct instruments to communicate (advertising for products when is permitted by law or scientific information), but also "indirect tools” as mass media, which include the presence of intermediaries, especially journalists.
The research seeks to identify the instruments used by pharmaceutical industry to communicate and secondly to analyze the representation of the theme of health and medicine in media.
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L'ARTE DELLO SPAZIO PUBBLICO: ATTORI E PRATICHE DELLA PUBLIC ART / The art of public spaces: actors and practices of Public ArtMAZZUCOTELLI SALICE, SILVIA 21 December 2009 (has links)
Questa dissertazione si propone di contribuire alla riflessione teorica sulle trasformazioni della città contemporanea, che discipline come la sociologia urbana e, nell’ultimo decennio, la sociologia della cultura, stanno portando avanti; vorrebbe, in particolare, costruire dei ponti tra queste e la produzione artistica per lo spazio pubblico che va sotto il nome di Public Art.
Il mutato rapporto fra forma fisica della città, modelli produttivi e modalità di uso degli spazi pubblici ha contribuito a stimolare la formazione di nuovi ambiti di elaborazione dell’identità collettiva.
Attraverso uno studio qualitativo realizzato in Italia e negli Stati Uniti, mostra come l'Arte Pubblica obblighi l’arte e gli artisti ad una ridefinizione del loro ruolo “pubblico”: la sperimentazione di nuove strategie di comunicazione simbolica nello spazio pubblico e la ricerca di un confronto con la dimensione locale del territorio fanno della Public Art un’innovativa formula di rappresentazione e rappresentatività del territorio. / This dissertation contributes to the ongoing debates about the transformations of contemporary cities, which has long invested urban sociology and, more recently, has become a concern in the sociology of culture. It also explores the possibility to build bridges between these disciplines and the production of art in public space known as Public Art.
The transformed relationship between the city’s physical form, its production systems and the different ways in which public space is used nowadays creates new areas for the elaboration of social identities.
Through a qualitative study carried out in Italy and the United States, it also shows how contemporary Public Art requires a redefinition of the “public” role of art and artists: as it tests new strategies of symbolic communication in public space and it tries to get in contact with the local dimension, Public Art becomes an innovative formula of representation of the territory.
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Identità e mutamento nelle storie degli attivisti del Partito DemocraticoVERGANI, MATTEO 04 March 2011 (has links)
Questa tesi presenta un’indagine sugli attivisti del Partito Democratico, condotta tra il 2009 e il 2010 nei circoli di quattro città italiane (Milano, Perugia, Roma e Napoli) attraverso etnografie e interviste biografiche. L’identità degli attivisti è studiata attraverso il metodo dello storytelling, ampiamente utilizzato negli studi dei fenomeni politici. Partendo dal presupposto teorico che ogni attivista possiede tante identità quanti sono i suoi flussi stabili di relazioni verso altri attori (individuali o collettivi), ne vengono individuati essenzialmente due: il primo verso l’interno dell’organizzazione e il secondo verso l’esterno. Nel primo caso, l’identità degli attivisti viene studiata attraverso le relazioni che essi intrattengono all’interno del partito (con leader, dirigenti e altri attivisti). Nel secondo caso, vengono analizzate le relazioni che gli attivisti intrattengono con elettori e realtà associative dei territori. Infine, si presenteranno gli aspetti dinamici delle identità degli attivisti, le scintille del mutamento che attraversano le loro storie. Il quadro generale che emerge dalla ricerca è un attivismo che viene definito, con una metafora informatica, “1.5”: un attivismo contemporaneo che sta esperendo un mutamento dalla militanza tradizionale dei partiti elettorali di massa, in una direzione che però è ancora per molti aspetti nebulosa. Un mutamento incompiuto: una rivoluzione “1.5”. / This work presents field research on the activists of the Italian Democratic Party, developed between 2009 and 2010 in four Italian cities (Milan, Perugia, Rome and Naples) through ethnographies and in-depth interviews. The identity of the activists is studied through the method of storytelling, widely used within the field of political studies. Starting from the theoretical assumption that social identities are stable steams of relations between actors, this work identifies two relevant steams for party activists: the first is toward the organization itself, and the second is toward the territory. In the first case, the identity of the activists is examined through the relationships with party leaders, managers and other activists. In the second case, it is analyzed the relation that activists maintain with the territory: voters, associations, and other political organizations. Finally, it is presented the dynamic aspect of the activists’ identities, the spark of change that run through their stories. The overall picture that emerges from the research is a “1.5 activism”: a contemporary form of activism that is experiencing a shift from traditional electoral mass parties, yet still remaining unfinished. A “1.5” revolution.
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Genealogia del marketing : il capitalismo di consumo tra razionalizzazione e reincantamentoSILLA, CESARE 29 May 2012 (has links)
La tesi è uno studio sociologico dell'origine del marketing tra il 1890 e il 1930 negli
Stati Uniti. Seguendo il metodo genealogico che Weber derivò da Nietzsche, presentò
nel saggio sull'oggettività e utilizzò nella ricerca sull'etica protestante, ho considerato
l'odierna centralità del marketing nel capitalismo di consumo, generalmente data per
scontata come un fatto naturale, come il problema della ricerca e ho studiato le
condizioni di possibilità del suo emergere. La ricerca mostra come gli strumenti di
marketing dapprima si svilupparono autonomamente e, infine, s'integrarono formando
la logica del marketing che risponde alle richieste sociali e, al contempo, stimola il
desiderio. L'inquadramento teorico weberiano relativo alla dinamica di
razionalizzazione e disincantamento spiega perché questa logica emerse come
vittoriosa. Vi era un'affinità elettiva tra i fini del consumatore come il tipo d'uomo
emergente e la logica del marketing. L'incessante desiderio - effetto del disincantamento
del mondo - di esperienze e di sperimentazione sull'identità, attraverso gli stili di vita,
del consumatore stava in un rapporto di causazione reciproca con la promozione, da
parte del marketing, del consumo come strumento adeguato ad appagare tale desiderio
in continuo cambiamento. Sin dall'origine, il marketing produce forme di
reincantamento estetico-emozionale per mezzo della razionalizzazione. / The thesis is a sociological study of the birth of marketing between 1890 and 1930 in
the United States. Following the Nietzsche-inspired genealogical method Weber
presented in the 'Objectivity' essay and used in his work on the Protestant ethic, I
considered the present-day relevance of marketing within consumer capitalism, usually
taken for granted as an obvious fact, as the research problem and I delved into a study
of its conditions of emergence. The analysis shows how marketing tools at first
developed separately and were eventually joined in building the specific logic of
marketing that both answers to social needs and stirs and spurs desire. The Weberian
theoretical framework of rationalization and disenchantment explains why this logic
could become victorious. There was an elective affinity between the aim of the
consumer as the emerging type of man and the logic of marketing. The consumer's
ongoing longing for experiences and for the play of the Self through lifestyles, resulting
from the disenchantment of the world, was in a relation of reciprocity with the
marketing promotion of consumption as the adequate means to satisfy the everchanging
desire. Since its birth, marketing has been producing forms of aesthetic-affective
re-enchantment by means of rationalization.
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La valutazione della qualità relazionale:come cambiano le organizzazioni che investono sulle relazioni. Il caso di un centro disabilità neuromotorie infantili.MOSCATELLI, MATTEO 29 May 2012 (has links)
Il lavoro di tesi ha come oggetto la valutazione della qualità relazionale dei servizi offerti dal Centro disabilità neuromotorie infantili della Fondazione Ariel e ha come obiettivi l’approfondimento teorico e metodologico dell’approccio relazionale riflessivo alla valutazione, con attenzione alle connessioni tra valutazione e dimensioni organizzative dei servizi alla persona e alla famiglia. Questo approccio multidimensionale e multivision della qualità fa riferimento ad alcune macro-dimensioni organizzative del benessere relazionale generato da un servizio sociale: l’efficienza, l’efficacia, la qualità integrativa, la qualità etica dei fini. Questa prospettiva riflessiva e partecipata di valutazione costituisce un’opportunità per cogliere, descrivere e giudicare il bene comune relazionale generato da un servizio alla persona e alla famiglia in un contesto di bisogni sociali in mutamento, dove strategiche sono personalizzazione e alla familiarizzazione dei servizi. Oltre al potenziale conoscitivo, la valutazione della qualità relazionale dedica particolare attenzione al potenziale trasformativo e morfogenetico della leva valutativa. Metodologicamente l’analisi condotta è stata di tipo quanto-qualitativo. Sono state realizzate interviste semi-strutturate con gli operatori del Centro e una dettagliata analisi della documentazione. Il lavoro partecipato ha condotto alla costruzione di questionario di 35 variabili che è stato esitato da 167 famiglie beneficiarie. Oltre ad un’analisi monovariata dei risultati del questionario sono stati costruiti alcuni indici sintetici su alcune dimensioni critiche della qualità relazionale. / The work relates to evaluation of relational quality of the services offered by Foundation Ariel’s childhood neuromotor disabilities Center . The objectives are the methodological and theoretical study of the relational reflexive evaluation approach, with attention to the connections between evaluation and organizational dimensions services to individuals and families. This multidimensional and multi-vision quality model refers to some macro-organizational dimensions of relational well-being generated by social services: efficiency, effectiveness, quality integration, the quality of ethical purposes. This reflective and participatory evaluation perspective is an opportunity to capture, describe and assess the common good relationship generated by a service to individuals and families, which are strategic to the familiarization and customization in a context of changing social needs. In addition, relational quality evaluation pays particular attention to the transformative and morphogenetic potential of evaluation. Methodologically, the analysis was quanto-qualitative. Semi-structured interviews were conducted with operators of the Centre and a detailed analysis of the documentation was done. The work led to the construction of a questionnaire of 35 variables, which 167 beneficiary families have responded to. Besides monovariata analysis of the results of the questionnaire, some synthetic indexes of some critical dimensions of relational quality were constructed.
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Il giornalismo politico. Valori, pratiche e modelli interpretativiUGOLINI, LORENZO 26 June 2012 (has links)
Lo sviluppo della comunicazione politico-elettorale nel corso degli anni ha profondamente modificato il modo in cui i messaggi provenienti dalla politica giungono al cittadino. Inoltre, l’evoluzione tecnologica del panorama mediatico ha reso sempre più facile, e accessibile a sempre più persone, la possibilità di un dialogo diretto tra il cittadino e l’esponente politico o il suo staff. Da questa dinamica appare escluso il giornalista politico, la cui intermediazione era del tutto necessaria fino a pochi anni or sono, e che oggi si trova a dover far fronte a un rischio di obsolescenza. Un rischio causato anche da pratiche e comportamenti che, nel corso degli anni, hanno contribuito a fare del giornalismo politico un facile bersaglio di accuse di eccessiva connivenza o conflittualità con il sistema politico e con quello economico. In questo lavoro, anche attraverso un’analisi svolta tra Francia e Italia, sosteniamo che l’unica via che il giornalismo può percorrere per evitare il rischio dell’obsolescenza è quella di recuperare, da un lato, i valori fondanti della professione, e dall’altro di innalzare il livello qualitativo, con una grande attenzione per la formazione e per la capacità di padroneggiare gli sviluppi tecnologici, sociali e culturali della società alla quale appartengono. / The development of political communication and election campaigning in the last decades has deeply modified the way in which political messages arrive to the citizens. Moreover, the technological evolution of the media has made easier, and more accessible to every part of the society, the possibility of a direct dialogue between citizens and politicians (or their staff). The figure that seems to be excluded from these dynamics is the political journalist, whose intermediation was necessary until recently, and who now has to face a real risk of obsolescence. This risk is caused also by practices and behaviors that, during the last years, contributed to make political journalism an easy target for accusations of excessive connivance or conflict with the political and the economical system. In this work, through also an analysis realized in France and in Italy, we argue that the only way journalism has, in order to avoid the risk of obsolescence, is to regain, on one hand, the traditional key values of the journalistic profession, and, on the other, to improve the qualitative level, with more attention to professional training and to the technological, social and cultural developments of the society.
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IL CAMBIAMENTO DEGLI ATTEGGIAMENTI DEGLI EUROPEI VERSO I RUOLI FEMMINILI NELLA SFERA PUBBLICA. ANALISI MULTILIVELLO E VALUTAZIONE CRITICA DEGLI STRUMENTI DI RILEVAZIONE / The change of the Europeans' attitudes toward female public roles. A multilevel analysis and a critical evaluation of the measurement instrumentsLOMAZZI, VERA 20 February 2015 (has links)
La tesi propone una lettura multilivello e situata delle dinamiche di genere e ha l’obiettivo di studiare, attraverso un approccio comparativo, il cambiamento degli atteggiamenti degli europei nei confronti dei ruoli femminili nella sfera pubblica, intesi come indicatori dei valori di parità. Lo studio utilizza dati di indagini transnazionali come l’European Values Study e l’Eurobarometro. Gli strumenti di rilevazione degli atteggiamenti inclusi in tali indagini sono stati valutati criticamente, testandone l’adeguatezza per l’analisi comparativa. L’analisi multilivello, condotta in 22 paesi europei, evidenzia il diverso apporto esplicativo dei fattori individuali e contestuali. Il cambiamento degli atteggiamenti dal 1988 al 2008, in 7 contesti culturali (tra cui le “Tre Italie”), si è concentrato sull’analisi dei trend, osservando le differenze di genere e generazione, sui meccanismi del cambiamento e i suoi predittori.
I risultati confermano la rilevanza del contesto nello sviluppo di valori di parità e, per promuovere una cultura paritaria, invitano a fare leva sull’istruzione e sulla partecipazione al mercato del lavoro delle donne. Per poter ottenere questo, le società necessitano di riorganizzarsi soprattutto in termini di servizi e benefit a favore delle famiglie, in modo che il modello di relazione tra i generi basato sulla reciprocità sia effettivamente possibile. / The thesis studies the gender dynamics as a multilevel and situated concept. It aims to investigate, by a comparative perspective, the change of attitudes toward female roles in the public sphere, here assumed as indicators of egalitarian values. The study uses data from cross-national surveys as the European Values Study and the Eurobarometer. The scales included in these surveys are critically evaluated in order to test their adequacy for comparative analysis.
The multilevel analysis, performed in 22 European countries, shows the different contributes of individual and contextual factors. The attitudinal change from 1988 to 2008, in 7 cultural contexts (included the “Three Italies”) focused on the trend analysis, observing gender and generations differences, mechanism of change and its predictors.
The results confirm that the context is relevant in the development of egalitarian values and, to promote an egalitarian culture, they invite societies to increase the educational level and the female economic participation. To get this, societies need to re-organize themselves in terms of services and benefits for families, in order to get the model of relationship based on the reciprocity between gender really possible.
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IL CONTRIBUTO DELLA SOCIETA' CIVILE AL PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE IN BOSNIA ERZEGOVINA: ESEMPI DI COOPERAZIONE AL FEMMINILEGRECO, CAROLINA GIOVANNA 31 March 2015 (has links)
Il tema della vivacità della società civile nelle regioni della ex Jugoslavia rappresenta - soprattutto se considerato in relazione con le numerose iniziative di pace intraprese negli anni '90 di fronte all'imminenza del conflitto - un tema ancora poco indagato dalla letteratura sia in Italia e nel mondo anglosassone sia, soprendentemente, nei Paesi dell'area balcanica. Il presente lavoro di ricerca si pone invece come obiettivo quello di dimostrare l'esistenza di una radicata tradizione di attivismo civico nelle ex Repubbliche jugoslave e in Bosnia Erzegovina in particolare, dimostrando come soprattutto l'attivismo femminile, dagli anni Settanta sino ad oggi, abbia notevolmente contribuito all'emergere di un nuovo soggetto politico che ha preso attivamente parte ai processi di democratizzazione e riconciliazione della società nel contesto postbellico. Lo studio delle forme e dei metodi di lotta del Neofeminizam rappresenta infatti una lente di ingrandimento privilegiata e poco utilizzata per la comprensione di più ampie dinamiche inerenti il complesso processo di transizione che la Bosnia oggi è costretta ad affrontare. / The theme of the vibrancy of civil society in the regions of the former Yugoslavia represents – especially when considered in connection with the many peace initiatives undertaken in the ‘90s – a topic that has been little studied in the literature both in Italy and in the Anglo-Saxon world, but also surprisingly, in the Balkans countries. This research work aims to demonstrate the existence of a strong tradition of civic activism in all former Yugoslavia Republics and in particular in Bosnia and Herzegovina. Especially female activism, from the ‘70s until today, has greatly contributed to the emergence of a new political subject that has taken an active part in the democratization and reconciliation processes in the context of post-war Bosnia and Herzegovina. The analysis of the forms and struggle methods of Neofeminizam represents a privileged and little used key for the understanding of broader dynamics inherent in the complex process of transition that Bosnia Herzegovina is forced to face today.
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Relazioni di necessità e valenze comunicative nel rapporto tra sport e televisione. / Sport and Television: Conditioning and Communicative RealizationABBIEZZI, PAOLA 23 March 2007 (has links)
Oggetto della ricerca è la riflessione sullo sport nella sua dimensione mediale, argomento che ha trovato solo recentemente una riconosciuta significatività all'interno delle scienze sociali. Attraverso un approccio multidisciplinare, il lavoro si propone di delineare una mappatura delle linee di riflessione riconducibili a un corpus organico individuabile nei media sport studies. La convinzione che esista uno specifico dello sport (inteso come substrato comunicativo ma anche come linguaggio) ha orientato l'indagine sulla sua rappresentazione televisiva, e sulle modalità di ospitalità o di appropriazione che si definiscono anche nei termini di reciprocità. L'indagine è stata condotta sia seguendo un percorso di tipo diacronico, nella ricostruzione dei vincoli e dei condizionamenti che lo sport ha esercitato nell'evoluzione del sistema radiotelevisivo italiano, sia di tipo sincronico, nell'osservazione del prodotto televisivo recente, individuato come vero e proprio sovra-genere. Ne emerge che lo sport si sottopone a una messa in discorso da parte della televisione che segue la linearità temporale dello svolgimento della gara, nella quale trovano una piena realizzazione comunicativa le fasi della preparazione, della performance e della celebrazione. / Aim of the research is to reflect on sport in its media dimension, a subject which has only recently achieved an acknowledged meaning in the field of social sciences. Through a multi-disciplinary approach, the research aims to outline a map of the reflection lines leading to an organic individual corpus in media sport studies. Believing in specifics of sports as communicative substrate, but also as a language, has directed the research on television representation and on the formalities of hospitality and appropriation to be defined even in terms of reciprocality. The research has followed a path of diachronic type, rebuilding the conditioning exerted by sport on the evolution of the Italian radio-television system and of a synchronic type, observing recent television products, identified as acknowledged true super-genres. Sport is thus object of a presentation by television following time linearity in the development of the game; here the stages of preparation and progress of the performance find a complete communicative realization.
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