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Giovani rom e dinamiche di genere: tecniche e strumenti per la ricerca azione / Roma Youth and Gender Dynamics: Techniques for Action Research

MARCU, OANA 04 March 2011 (has links)
La ricerca approfondisce il processo di costruzione di identità di genere ed etniche in migrazione, attraverso l’intreccio di più assi di rappresentazione delle proprie appartenenze: l’asse dell’etnia, del genere e della classe. L’approccio metodologico parte dalla ricerca-azione per proporre un modo di condurre ricerca impegnato, relazionale, emozionale, il cui scopo è promuovere individui e gruppi in logiche di empowerment sociali. Il metodo privilegiato è l’etnografia, svolta in contesto transnazionale, basata sulla costruzione di relazioni di fiducia e combinando metodi visuali, interviste biografie e ricerca tra pari per ricomporre il quadro multifaccettato dell’esperienza dei giovani migranti e raggiungere un’ampia gamma di attori impegnati, con ruoli diversi, nella realtà studiata. L’esperienza migratoria dei giovani rom connette il Sud Ovest della Romania a Milano, attraverso dei circuiti e legami di parentela transnazionali. I giovani partecipanti nella ricerca sono coinvolti nello spazio delle economie della strada, praticano quotidianamente l’elemosina, la musica di strada o il borseggio. Alcune pratiche, nell’incontro tra gruppi in migrazione, si polarizzano in posizioni antitetiche, arrivano a simboleggiare la tradizione e a mediare la differenza tra i rom e i non-rom oppure tra gruppi diversi di rom. Tale lo statuto delle pratiche di genere associate alla verginità, ai matrimoni e al controllo dei corpi e della sessualità delle giovani ragazze. Attraverso il mantenimento della forte distinzione tra le traiettorie di genere, gruppi portatori di stigma rivendicano attributi identitari valorizzati: una sistemazione famigliare essenzialmente diversa, utilizzata discorsivamente per riproporre la differenza, in termini etnici e di statuto, nei confronti del gruppo “maggioritario”, e degli altri gruppi rom. Giovani uomini e donne contestualizzano gli scenari, le stilistiche dell’esistenza, associate alla tradizione come all’“occidentalizzazione”, e separano le loro performance di genere tra i diversi spazi della loro vita in migrazione. Definiscono nuove appartenenze in grado di costruire identità valorizzate e ricompongono permanentemente il sistema di pratiche, in un continuo dialogo tra “noi” (i gruppi di appartenenza) e “io” (l’identità individuale). / The research is focused on the process of gender and ethnic identity construction in migration, on multiple axes that represent migrant’s belongings: ethnicity, gender, and class. The methodological approach is based on the action research perspective and proposes an engaged, emotional and relational way of doing research, in order to promote individuals and groups in social empowerment processes. The privileged method is ethnography, in a transnational context, based on building relationships of trust with participants and combining visual methods, biographical interviews, and peer research in order to narrate the complex picture of migrant youth experiences and to reach all the actors involved. Young Roma’s migratory experience connects the South West of Romania to Milan, in transnational circuits and kinship networks. The participants are involved street economies: they beg, play music, or pickpocket on a daily basis. Some of the practices, in the encounters between groups in migration, come to symbolize tradition and mediate difference between Roma and non-Roma, or between different groups of Roma. Such are the practices related to the virginity of young girls, matrimonies and the control over the bodies and sexuality of young girls. By maintaining strong distinctions between gendered life paths, stigma afflicted groups reclaim valued identity attributes related to an essentially different family order, discursively used in order to re-state ethnic and status differences between “us”, the “majority” group, and other Roma groups. Young men and women contextualize these scenarios, the traditional as well as occidental “stylistics of existence”, and separate their gendered performances in the various spaces of their migrant life. They define new belongings able to construct valued identities and permanently challenge the systems of practice, in a continuous dialogue between “us” (in-group) and “I” (individual identities).
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FOOD IMMERSION. LE RAPPRESENTAZIONI DEL CIBO E DEL RISCHIO ALIMENTARE NELLA SFERA PUBBLICA / FOOD IMMERSION. LE RAPPRESENTAZIONI DEL CIBO E DEL RISCHIO ALIMENTARE NELLA SFERA PUBBLICA / FOOD IMMERSION. SOCIAL REPRESENTATIONS OF FOOD AND RISK IN THE PUBLIC SPHERE

RUBIN, ANDREA 17 May 2018 (has links)
Il lavoro di tesi consiste in una ricerca empirica sulla comunicazione del tema alimentare. Attorno al cibo si sono recentemente aggregati molti interessi: sociali, economici, industriali, commerciali, politici, mediatici ma anche scientifici. Si tratta di questioni importanti che coinvolgono l’opinione pubblica e attraggono l’attenzione dei media. In una società fortemente mediatizzata diventa rilevante osservare come il discorso pubblico sul cibo e l’alimentazione vada configurandosi nella sfera pubblica. Inoltre, l’insorgenza di numerosi progetti tecnoscientifici che coinvolgono il settore alimentare non possono non suggerire di guardare al cibo, e al suo simbolismo, come un oggetto privilegiato attraverso cui osservare anche i rapporti tra scienza, tecnologia e società. In questo studio si è iniziato a esplorare le caratteristiche della narrazione e della presenza del tema alimentare nell’arena pubblica attraverso un'analisi dei maggiori quotidiani italiani. Una prima analisi longitudinale, nel periodo 1992-2013, ha identificato – attraverso un’innovativa procedura di analisi testuale (topic detection) - la presenza di alcuni temi emergenti. Successivamente, si è proceduto a focalizzare la nostra attenzione sull'ultimo periodo (2010-2016), al fine di concentrarsi sulla maggior parte degli eventi recenti e di verificare se il discorso mediale sul cibo e l’alimentazione abbia assunto nuova rilevanza o nuove forme nell'agenda dei media e nella discussione pubblica. Il lavoro di ricerca si compone di altre due tipi differenti di analisi: da un lato, si discuteranno i risultati emersi dalla realizzazione di tre focus group che ci hanno fornito utili indicazioni sul rapporto tra cibo, media e opinione pubblica; dall’altro abbiamo cercato di individuare una relazione tra copertura mediatica e atteggiamenti espressi dall’opinione pubblica utilizzando un «indice di rischio» e i dati provenienti da alcune survey europee. / Thesis work consists in empirical research on the communication of the food theme, in a techno-scientific framework. Recently, nutrition has been linked to a lot of interests: social, economical, industrial, commercial, political, media but also scientific ones. These are significant issues that concern the public opinion and attract the media attention. In a society that revolves strongly around media, it becomes relevant to observe how the public discourse on themes like food and nutrition is being shaped among the public sphere. In addition, the rising of several techno-scientific projects that concern the field of nutrition cannot help but suggest to look at nutrition, and its symbolism, like a privileged object through which one can also observe the existing ties between science, technology and society. This study started by exploring the characteristics of the narrative of the food theme and its presence in the public arena through an analysis of the main Italian daily newspapers. One former longitudinal analysis, in the time-span 1992-2013, found- through an innovative tool of textual analysis ( topic detection)- the presence of some emerging themes. Next, we shifted our attention to the last period (2010-2016), with the aim to focus on the majority of the recent events and to verify whether the media discourse on food and nutrition gained new relevance or forms in the media agenda and in the public discussion. The research work is composed of two other different kind of analysis: on the one hand, it will discuss the emerging results from three focus groups that provided useful indications on the relationship between food, media and the public opinion; on the other hand, we sought to identify a relation between media coverage and the attitudes of the public opinion by adopting a “risk indicator” and the data from certain European surveys.
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Os velhos casarões de Antônio Prado : processos culturais, patrimônio e conflito

Buchebuan, Terezinha de Oliveira 06 October 2010 (has links)
Este estudo trata do conflito gerado pelo ato de tombamento do Conjunto Arquitetônico e Urbanístico de Antônio Prado. A abordagem de discursos heterogêneos em suas condições de produção documentos técnicos, entrevistas sociolinguísticas e reportagens jornalísticas e, temporalmente antes, durante e após o ato de tombamento -, a partir de uma perspectiva sociológica, subsidiou o entendimento do contexto cultural envolvido nesse ato. Sob este ponto de vista, foram identificados os sujeitos e os agentes enredados na crise gerada pela ação de preservação imposta por um órgão estatal. Os lugares de fala dos envolvidos no processo refletiram suas posições no campo social e propiciaram um mapeamento das representações e sentidos atrelados às edificações tombadas. Os embates ideológicos resultaram em contradições acerca dos valores atribuídos a elas - patrimônio histórico e artístico ou "casas velhas" - e revelaram o conflito entre os interesses públicos e os individuais. Isso não impediu que os velhos casarões, produtos arquitetônicos da cultura particular de uma região, por uma ação de distintividade étnica pronunciada ou institucionalizada, se tornassem uma marca da representação da italianidade ou da nacionalidade. / Submitted by Marcelo Teixeira (mvteixeira@ucs.br) on 2014-06-03T16:57:00Z No. of bitstreams: 1 Dissertacao Terezinha de Oliveira Buchebuan.pdf: 7753891 bytes, checksum: 3fcc336daf8b6516968d4d3ee11e105f (MD5) / Made available in DSpace on 2014-06-03T16:57:00Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Dissertacao Terezinha de Oliveira Buchebuan.pdf: 7753891 bytes, checksum: 3fcc336daf8b6516968d4d3ee11e105f (MD5) / Questo studio riguarda il conflitto nato dalla decisione di vincolare il Complesso Architettonico e Urbanistico di Antônio Prado. L´approccio di discorsi eterogenei nelle loro condizioni di produzione documenti tecnici, interviste sociolinguistica e articoli giornalistici e, temporaneamente prima, durante e dopo l´atto del vincolo , attraverso una prospettiva sociologica, ha favorito la comprensione del contesto culturale coinvolto. Da questo punto di vista sono stati identificati i soggetti e gli agenti coinvolti in questa crisi causata dall´azione di preservazione imposta da un ente di stato. Il discorso dei coinvolti in questo processo ha riflesso le loro posizioni in campo sociale e ha fornito una mappatura delle rappresentazioni e significati legati agli edifici vincolati. Gli scontri ideologici provocano contraddizioni sui valori attribuiti a questi edifici - patrimonio storico e artistico o "vecchie case" - e hanno rivelato il conflitto tra interessi pubblici e privati. Questo non ha impedito che i vecchi palazzi, complessi architettonici della cultura tipica di una regione, a causa di una distinzione etnica pronunciata o istituzionalizzata, diventassero un segno di rappresentazione di italianità o di nazionalità.
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Creazione e Condivisione di Valore in Ghana - un Approccio Strategico per il Business Sostenibile in un Paese in Via di Sviluppo / CREATING AND SHARING VALUE IN GHANA - STRATEGIC APPROACH TO SUSTAINABLE BUSINESS IN A DEVELOPING COUNTRY

ZOUGBA, ISSIAKA 14 September 2017 (has links)
Approcci strategici come lo shared value e il social impact vengono considerati strategie organizzative innovative in grado di ridurre il divario fra business e società facendo leva sulla sostenibilità. Seppur motivati da postulati promettenti, essi vengono spesso biasimati perché considerati scarsamente rilevanti o efficienti. La tesi analizza come alcune organizzazioni che hanno sottoscritto l’idea della creazione di valore condiviso siano in grado o meno di produrre benefici per loro stessi e per le comunità circostanti. Lo studio usa la metodologia del case study per indagare due multinazionali e quattro PMI in Ghana. La ricerca adotta un approccio multidisciplinare allo studio organizzativo e strategico per esaminare le insidie dell’azione strategica in Ghana. Essa analizza il modo in cui i principi socioeconomici locali condizionano le scelte strategiche e la performance organizzativa. Il contributo maggiore della tesi è l’introduzione di una versione rivisitata del sistema di azione concreto (Crozier e Friedberg), per identificare le strategie di creazione di valore condiviso e impatto sociale efficientemente radicate nel contesto. Inoltre, la ricerca dimostra che i principi socioeconomici locali sono dei meccanismi dinamici di resilienza messi in atto per mezzo di controllo, collusione, negoziazione e resistenza. / Strategic frameworks like shared value or social impact creation have been posited as innovative organizational strategies capable of mending the gap between business and society through inclusive sustainability. If their claims are promising, they still face much criticism concerning their relevance and effectiveness. The dissertation investigates how organizations which have endorsed the idea of shared value creation are efficient, or not, at yielding benefits for themselves and their host communities. It uses the case study methodology to explore four SMEs and two multinational companies in Ghana. The research builds on a multidisciplinary approach to organizational behavior and strategy to dig to ground the pitfalls of strategic action in Ghana, an epitome of the recent Africa Rising narrative. It scrutinizes the way local socioeconomic mores affect strategic choices and organizational performance. The major contribution of the thesis is to introduce a revisited version of Crozier and Friedberg’s concrete system of action for efficiently embedded strategies of shared value and social impact creation. With this, the work reveals that local socioeconomic mores are dynamic resilience mechanisms of control, collusion, bargaining, and/or resistance, which strategists must take account of in designing sustainable strategies, especially in Sub-Saharan Africa.
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ENVIRONMENTAL ACTIVISM AS IDENTITY PROJECT: THE CASE OF STUDENT ENVIRONMENTAL ASSOCIATIONS IN CHINA

FOSSATI, SERENA 01 March 2018 (has links)
Il progetto di ricerca analizza i tratti distintivi dell'identità ecologica promossa da associazioni ambientaliste cinesi e le relative pratiche coinvolte nel processo di gestione delle identità all’interno di piattaforme di social networking. Un secondo livello di analisi indaga le modalità con cui gli attivisti negoziano la loro identificazione con i progetti identitari ecologici attivati dalle organizzazioni di appartenenza. La ricerca etnografica si focalizza su dieci associazioni studentesche attive a Pechino. La metodologia qualitativa include interviste in profondità a membri delle organizzazioni, osservazioni partecipanti delle loro attività, l’analisi qualitativa del contenuto di post condivisi sui loro profili Sina Weibo e Wechat; e dei contenuti condivisi dai membri sui loro profili WeChat Moments tra febbraio e luglio 2016. I risultati rivelano identità ecologiche complesse ed elaborate. Lo studio propone una tassonomia tripartita dei progetti identitari, che include ‘sustainable lifestyle-related identities’, in riferimento alla responsabilità degli studenti nel ridurre il loro impatto ambientale (in relazione alla conservazione di acqua, energia, cibo e pratiche di viaggio sostenibili); ‘investigation-related identities', indicando l'impegno degli studenti nella comprensione delle questioni ambientali e nel contributo alla soluzione delle relative problematiche attraverso azioni concrete; ‘social identities’, riferendosi alla determinazione delle associazioni a occuparsi di questioni sociali, impegnandosi in progetti di beneficenza. / The study explores the distinctive features of the environmental identity promoted by Chinese students environmental associations (SEAs), and the social media practices involved in their identity management processes. A second level of analysis investigates how activists negotiate their identification with the environmental identity projects fostered by their organizations. The ethnographic research focuses on ten SEAs located in Beijing. The data collection process is based on extensive usage of in-depth interviews with staff members, participant observations of activities, and content analysis of materials posted on SEAs’ social media accounts (Sina Weibo, WeChat), and materials shared by members on their WeChat Moments over a six-month period (February- July 2016). Results reveal that SEAs environmental identities are plural and composite in themselves. I propose a tripartite taxonomy, which includes sustainable lifestyle-related identities, referring to the responsibility of students to reduce their carbon footprint, by addressing the sources of their impact (in relation to water, energy, food conservation, green travel practices); investigation-related identities, consisting in students’ meaningful engagement in the understanding of environmental issues, and contribution to their solution through concrete action; and social identities, referring to SEAs determination to be concerned about social issues, by engaging in charity projects.
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Os velhos casarões de Antônio Prado : processos culturais, patrimônio e conflito

Buchebuan, Terezinha de Oliveira 06 October 2010 (has links)
Este estudo trata do conflito gerado pelo ato de tombamento do Conjunto Arquitetônico e Urbanístico de Antônio Prado. A abordagem de discursos heterogêneos em suas condições de produção documentos técnicos, entrevistas sociolinguísticas e reportagens jornalísticas e, temporalmente antes, durante e após o ato de tombamento -, a partir de uma perspectiva sociológica, subsidiou o entendimento do contexto cultural envolvido nesse ato. Sob este ponto de vista, foram identificados os sujeitos e os agentes enredados na crise gerada pela ação de preservação imposta por um órgão estatal. Os lugares de fala dos envolvidos no processo refletiram suas posições no campo social e propiciaram um mapeamento das representações e sentidos atrelados às edificações tombadas. Os embates ideológicos resultaram em contradições acerca dos valores atribuídos a elas - patrimônio histórico e artístico ou "casas velhas" - e revelaram o conflito entre os interesses públicos e os individuais. Isso não impediu que os velhos casarões, produtos arquitetônicos da cultura particular de uma região, por uma ação de distintividade étnica pronunciada ou institucionalizada, se tornassem uma marca da representação da italianidade ou da nacionalidade. / Questo studio riguarda il conflitto nato dalla decisione di vincolare il Complesso Architettonico e Urbanistico di Antônio Prado. L´approccio di discorsi eterogenei nelle loro condizioni di produzione documenti tecnici, interviste sociolinguistica e articoli giornalistici e, temporaneamente prima, durante e dopo l´atto del vincolo , attraverso una prospettiva sociologica, ha favorito la comprensione del contesto culturale coinvolto. Da questo punto di vista sono stati identificati i soggetti e gli agenti coinvolti in questa crisi causata dall´azione di preservazione imposta da un ente di stato. Il discorso dei coinvolti in questo processo ha riflesso le loro posizioni in campo sociale e ha fornito una mappatura delle rappresentazioni e significati legati agli edifici vincolati. Gli scontri ideologici provocano contraddizioni sui valori attribuiti a questi edifici - patrimonio storico e artistico o "vecchie case" - e hanno rivelato il conflitto tra interessi pubblici e privati. Questo non ha impedito che i vecchi palazzi, complessi architettonici della cultura tipica di una regione, a causa di una distinzione etnica pronunciata o istituzionalizzata, diventassero un segno di rappresentazione di italianità o di nazionalità.
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TOUCH, ENGINEERED: THE SOCIAL CONSTRUCTION OF HAPTIC INTERFACES

TURRINI, VALENTINA 25 May 2020 (has links)
Le interfacce aptiche, ovvero le tecnologie che trasmettono delle sensazioni tattili digitalizzate, si stanno diffondendo in vari contesti sociali come telerobotica, comunicazione mobile, arte, videogiochi e cinema. Queste tecnologie stanno permettendo agli ingegneri di realizzare qualcosa mai fatto prima: la digitalizzazione del tatto (che ora può quindi essere registrato e mediatizzato). L’obbiettivo di questa tesi è di decostruire il tatto digitalizzato come un artefatto tecnologico socialmente costruito, il quale sta prendendo forma in un sistema di pratiche interrelate performate da attori in campi disparati della conoscenza. Questi attori si muovono all’interno e attorno ad una comunità di ingegneri apticisti. Adottando un approccio ispirato alla grounded theory, sono stati raccolti dati qualitativi attraverso interviste presso un campo etnografico multi-situato composto da laboratori europei e conferenze internazionali, in cui la conoscenza riguardo il tatto è collettivamente creata e condivisa. Due framework teorico-metodologici sono stati presi in considerazione: la tradizione dei Science and Technology Studies (STS) è stata scelta come principale guida metodologica; in seguito, l’intreccio tra pratiche sociali e tecnologie è stato approfondito attraverso una prospettiva practice-based tipica della cosiddetta ‘practice theory’. Al fine di cogliere il processo in corso di costruzione sociale e flessibilità che caratterizzano il tatto digitalizzato, lo studio si è concentrato sull'assenza di standardizzazione che caratterizza gli aspetti sia hardware che software di questa tecnologia emergente. Inoltre, è stata prestata attenzione alla distinzione controversa e scivolosa tra feedback tattile simbolico e realistico usata nel gergo degli apticisti. Infine, sono stati analizzati i diversi significati, o potenzialità d'uso, che gli intervistati attribuiscono a questa tecnologia. Questi significati si collegano a specifici immaginari sociotecnici geograficamente situati, ad ampi discorsi sociali riguardo l’innovazione tecnologica, e a diverse visioni riguardo le pratiche che possono beneficiare dell’implementazione di queste interfacce. / Devices that provide tactile feedback, called haptic interfaces, are spreading in various contexts such as tele-robotics, prosthetics, videogames, mobile communication, and arts. These technologies are allowing engineers to accomplish something never done before: the digitization of touch (which can now be stored and mediatized). This dissertation aims to deconstruct the digitized touch as a socially constructed technological product, emerging from a system of interrelated practices enacted by actors performing in disparate fields which revolve around the community of haptics engineers. Using a grounded-theory inspired approach, qualitative data were collected through interviews in a multi-sited ethnographic field consisting in European laboratories and international conferences, where knowledge about touch is collectively created and shared. Two theoretical-methodological frameworks have been taken into consideration: the tradition of Science and Technology Studies (STS) has been chosen as the main methodological guide; moreover, the interlacements between social practices and technology have been deepened through the adoption of a practice-based perspective proposed by different approaches in social sciences gathered under the umbrella term ‘practice theory’. In order to grasp the ongoing process of social construction and flexibility that characterize digitized touch, the study focused on the absence of standardization involving both hardware and software aspects of this emerging technology. Furthermore, attention has been paid to the controversial and slippery distinction between ‘symbolic’ and ‘realistic’ tactile feedback which is used in engineers’ jargon. Finally, the different meanings or potentialities of use, which respondents attributed to this technology, have been analysed. These meanings are connected to geographically located socio-technical imaginaries, to broad social discourses about technological innovation, and to different visions regarding the practices that can benefit from the implementation of these interfaces.
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Religiosità e processi di auto-identificazione tra giovani musulmani in Italia / RELIGIOSITY AND SELF-IDENTIFICATIONS PROCESSES AMONG MUSLIMSIN ITALY

MEZZETTI, GIULIA 16 September 2019 (has links)
La religiosità e i processi di auto-identificazione di giovani con background musulmano in Occidente soggiacciono a una doppia dinamica: da un lato, essi devono misurarsi con una narrazione negativa che dipinge l’Islam come “altro” e “diverso”; dall’altro, la loro religione subisce un processo di deculturazione (Roy 2004), ovvero lo scollegamento tra cultura e Islam in contesto di emigrazione. Sulla base di uno studio qualitativo, (60 interviste biografiche e osservazione partecipante) condotto in due città italiane (Milano e Torino), la tesi indaga come giovani con background musulmano articolino la loro appartenenza religiosa attraverso le loro pratiche quotidiane (Ammerman 2007), comparando in particolare giovani attivi nel mondo associativo religioso (impegnati in particolare come volontari o staff del ramo italiano dell’organizzazione umanitaria Islamic Relief) e giovani non interessati al coinvolgimento in organizzazioni religiose. La ricerca esamina così le pratiche religiose, nonché le risorse impiegate per la costruzione della propria identità, tra giovani musulmani “iper-visibili” (pubblicamente attivi e devoti - Jeldtoft 2013) e “non-visibili” (i cui sentimenti di appartenenza alla comunità di riferimento sono meno ovvi) sviluppando una tipologia di “riflessività religiosa” ed esplorando forme di visibilizzazione e invisibilizzazione della religiosità. / In Western countries, the religiosity and self-identification of youths with a Muslim background is shaped by a double dynamic: on one hand, they face negative discourses that cast Islam as “Different” and “Other”; on the other, their religion undergoes a process of deculturation (Roy 2004) - that is, the disconnection between culture and Islam in contexts of emigration. On the basis of a qualitative study (60 in-depth interviews and participant observation) carried out in two Italian cities (Milan and Turin), this thesis investigates how Italian descendants of Muslim migrants articulate and live their religious belonging, by analysing the “everyday lived religion” (Ammerman 2007) of youths acting as volunteers or staff members in the Italian branch of Islamic Relief (the largest Sunni international humanitarian NGOs) and of youths who are not active or involved in any religious or ethnic/national organisation. Hence, the study examines how feelings of religiosity and resources mobilized for identity-building differ between “hyper-visible” young Muslims - i.e. publicly active, vocal and devout (Jeldtoft 2013) - and “non-visible” ones - who have less of an obvious group bound. The study develops a typology of different forms of “religious reflexivity” and explores forms of visible and invisible religiosity.
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La Legittimazione Artistica della Fotografia in Italia / THE ARTISTIC LEGITIMATION OF PHOTOGRAPHY IN ITALY / The Artistic Legitimation of Photography in Italy

ZAFFARONI, LORENZO GIUSEPPE 20 May 2021 (has links)
Attraverso un ampio studio di campo, il contributo propone un'analisi sociologica della fotografia in Italia e della sua parziale legittimazione artistica. Prendendo in considerazione sia lo sviluppo storico del campo della fotografia artistica in Italia che la sua condizione contemporanea, lo studio si concentra sui processi attraverso cui diversi attori e istituzioni promuovono la legittimità e lo status della fotografia come arte. Combinando la sociologia dell'arte e dei processi culturali con gli studi organizzativi, la ricerca sviluppa un quadro interpretativo che delinea la relazione tra legittimazione, categorizzazione sociale e processi di valutazione culturale. La ricerca, adottando la metodologia della Constructivist Grounded Theory, raccoglie e analizza diverse fonti: interviste faccia a faccia con fotografi, critici, storici, curatori, galleristi, direttori di musei e collezionisti italiani; note etnografiche raccolte durante l'osservazione partecipante di vari eventi di arte e fotografia, come festival, fiere, presentazioni, visite a musei e aperture di gallerie; risultati d'asta (2009-2020) e analisi di mercato disponibili; dati secondari, come libri di storia e opere critiche sulla fotografia italiana, documenti di archivio e comunicati stampa. I risultati mostrano che la fotografia in Italia sta ancora lottando per assicurarsi uno statuto di forma d'arte legittima a causa di processi storici e dinamiche socio-economiche che rafforzano il confine simbolico tra il mondo professionale della fotografia e quello legittimo dell'arte contemporanea. Rispetto ad altri paesi europei, il campo della fotografia artistica è emerso tardi, solo alla fine degli anni '70, in seguito all'emergere di tre spazi di opportunità favorevoli, in particolare la crisi del fotogiornalismo italiano. Di conseguenza, i membri del campo della fotografia artistica hanno sviluppato strategie di mobilitazione delle risorse e di teorizzazione di un'ideologia legittimante ancora in fase di sviluppo. Inoltre, il contributo teorizza tre processi di legittimazione che, agendo in combinazione tra loro, stabiliscono le condizioni per la completa legittimazione della fotografia come arte: differenziazione, emulazione e sublimazione. Questi processi, discussi alla luce di esperienze empiriche di legittimazione sia completa che parziale, mostrano che il campo della fotografia occupa una posizione di "inclusione segregata" all'interno delle istituzioni artistiche, poiché persiste ancora una contestata identificazione della fotografia come arte. / Through an in-depth field study, this thesis provides a sociological analysis of photography in Italy and its partial artistic legitimation. Taking into account both the historical development of the field of art photography in Italy and its contemporary condition, the study focuses on the processes through which different actors and institutions promote the legitimacy and status of photography as art. Combining the sociology of art and cultural processes to organisation studies, the study develops an interpretative framework that spells out the relationship between legitimation, social categorisation and cultural evaluation processes. Adopting the Constructivist Grounded Theory methodology, the research collects and analyses different sources: face-to-face interviews with photographers, critics, historians, curators, gallery owners, museum directors and Italian collectors; ethnographic notes collected during participant observation of various art and photography events, such as festivals, fairs, presentations, museum visits and gallery openings; auction data (collected from 2009 to 2020) and extant market analyses; secondary textual data, such as history and critical works on Italian photography, archival records and press releases. The results show that photography in Italy is still struggling to secure its status as a legitimate art form due to historical processes and socio-economic dynamics that reinforce the symbolic boundary between the professional world of photography and the legitimate world of contemporary art. Compared to other European countries, the field of artistic photography emerged late, only at the end of the 1970s, following the emergence of three favourable opportunity spaces, notably the crisis of Italian photojournalism. As a result, members of the field of artistic photography developed strategies of resource mobilisation and theorisation of a legitimising ideology that are still ongoing today. In addition, the contribution theorises three processes of legitimation which, acting in combination with each other, establish the conditions for the complete legitimation of photography as art: differentiation, emulation and sublimation. These processes, discussed in the light of empirical experiences of both full and partial legitimation, show that the field of photography occupies a position of "segregated inclusion" within art institutions, as a contested identification of photography as art still persists.
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Revisiting lesbians' and gay men's lives in Italy: generation, relationships, and gender

La Fauci, Luigi January 2016 (has links)
‘Revisiting lesbians' and gay men's lives’ is a study on same-sex desiring individuals' changing life course in Italy from the mid 1990s to the early 2010s. Focused on sexual developmental trajectories, same-sex cohabiting couples, and parental desires, its main argument is that, even in a relatively short time period, Italian lesbians' and gay men's lives changed in ways that further sexual and relational pluralism and provide empowering narratives and resources to communities of sexually diverse individuals. Throughout the thesis, I adopt the framework of generational sexualities to observe transformations at the intersection of theorisations in the sociology of personal relationships, feminist research, and interactionism. Declining homophobia and unchanging gender sexual inequality result in lesbians and gay men reinventing the gendered aspects of sexual development and contesting homonegativity in familial, religious, and public milieux. In couple formation, sexual agreements, and emotional styles, lesbian and gay relationships are gendered, but the advancement of the relevance of prosaic and mythic love in the institution of coupledom helps same-sex partners negotiate interdependent lives and relational ties that are similar to contemporary Italian heterosexuals'. Despite facing the limits posed by gendered bodies and procreative and parental norms, lesbians, gay men, and same-sex couples see bio-social ties to the child as dependent on care-taking ties, and visualize and negotiate their procreative potentials and relationships aiming at securing familial happiness that is central in contemporary cultures of children's well-being. In the different aspects of lesbians' and gay men's life course, generational sexualities engage directly with contemporary Italian sexual citizenship, an exception in the Euro-American process of recognition of sexual diversity, and advance the pluralization of relational and gender norms. Chapter 1 discusses the theoretical underpinnings of the research. Chapter 2 presents the methodology and methods of the study, a qualitatively-driven mixed-methods research comprising gathering and analysis of biographical interviews with same-sex cohabiting partners in 2012-13, gathering and analysis of survey data on lesbian and gay lives in 2012-2013, and secondary analysis of survey data on lesbian and gay lives gathered in 1995-96. In Chapter 3, I analyse change in sexual developmental trajectories and strategies of resilience against homonegativity. Chapter 4 traces the emergence and institutionalisation of relational commitment in same-sex cohabiting couples. In Chapter 5, I look at lesbians' and gay men's parental desires as expressions of the changing social meaning of the child. Chapter 6 presents my concluding remarks, linking the generational agency and narratives emerging from new lesbians' and gay men's life courses to the prospects of Italian sexual citizenship and sexual minority communities.

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