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Politesse et savoir-vivre en Grèce ancienne / The politeness of the Ancient GreeksMari, Francesco 26 September 2015 (has links)
Est-il possible de parler d’un savoir-vivre grec antique ? La sociologie contemporaine définit le code de politesse comme un ensemble de règles proposant des modèles de conduite adaptés aux différentes occasions de rencontre. La pensée grecque antique, quant à elle, ne formula jamais une idée pareille : entre le VIIIe et le Ve siècle av. J.-C., les Grecs semblent plutôt avoir évalué la conduite sociale en fonction d’un principe de correspondance entre d’une part l’aspect et les manières de chaque individu et d’autre part la disposition de son esprit. Ce travail vise à la fois à mettre en lumière les spécificités culturelles de cette idée antique et à étudier les manières dont celle-ci orientait le jugement social. L’analyse est menée par le biais de catégories inspirées des recherches du sociologue américain Erving Goffman, entièrement réélaborées afin de les adapter aux sources. L’attention est d’abord focalisée sur l’épopée homérique, dont l’examen permet de cerner des principes majeurs de la politesse en Grèce ancienne. Ensuite l’étude se concentre sur le rôle social qu’ont eu ces principes aux époques archaïque et classique, notamment en ce qui concerne la conversation, la gestuelle et les occasions de sociabilité. / Is it possible to talk about politeness in ancient Greece ? Modern sociology defines politeness as a system of rules, which establish behavioural patterns in accordance with different social situations. Ancient Greek thought never conceived a similar idea. Instead, between the 8th and the 5th century BC, the Greeks seem to have appraised social conduct through the lens of a principle of correspondence between one’s aspect and demeanour and the virtue of one’s soul. This study aims at shedding light upon the cultural features of this Greek idea, and to outline the ways in which it oriented social judgement. The analysis is conducted through categories inspired by the research of the sociologist Erving Goffman, entirely readapted in order to apply them to ancient sources. The prime focus of the work is on Homer. This is followed by a study of the role of the principles of ancient Greek politeness, as gleaned from the epics, with regard to conversation, gestural expressiveness and meeting occasions in the Archaic and Classical periods. / Si può parlare di buone maniere per la Grecia d’epoca arcaica e classica ? La sociologia contemporanea definisce il codice di buona educazione come un insieme di regole che propongono modelli di comportamento adatti alle diverse occasioni d’incontro. Il pensiero greco antico non formulò mai un’idea simile: tra l’VIII e il V secolo a. C., i Greci sembrano piuttosto aver valutato la condotta sociale in funzione di un principio di corrispondenza tra l’aspetto e le maniere del singolo individuo e la sua virtù spirituale. Questo lavoro si propone di mettere in luce le specificità culturali di tale idea antica e di studiare i modi in cui essa orientava il giudizio sociale. L’analisi è condotta mediante categorie ispirate alle ricerche del sociologo americano Erving Goffman, completamente rielaborate per adattarle alle fonti. Ampio spazio è dedicato allo studio dell’epos omerico, l’esame del quale permette d’individuare alcuni principî di buona educazione tipici della Grecia antica, il cui ruolo sociale in epoca storica viene quindi studiato nell’ambito della conversazione, della gestualità e delle riunioni mondane.
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Ativismo judicial na justiça do trabalho / Attivismo giudiziario nella giustizia del lavoroAssis, Luís Fabiano de 19 December 2011 (has links)
A juridificação das relações sociais, processo complexo de colonização do mundo da vida pelo Direito, fez emergir um potencial protagonismo judicial em grande parte das experiências democráticas ocidentais. Entre os aspectos e desdobramentos mais importantes desse processo, que auxiliam a identificação desse potencial, destacam-se: a expansão dos padrões regulatórios; a indeterminação do direito contemporâneo; a materialização do direito formal; a crise da divisão funcional dos poderes; o afastamento de um modelo decisório eminentemente subsuntivo; o fortalecimento da função pragmática da hermenêutica jurídica; a expropriação de conflitos; a ampliação do controle judicial contramajoritário; o aumento da independência política do Poder Judiciário; a convergência normativa e institucional das experiências jurídicas democráticas; a influência do ideário do juiz ativo, ampliado para contemplar o tratamento de conflitos de massa e a promoção judicial de soluções não adjudicatórias; a expansão da litigância de interesse público; e, ainda, as mudanças na relação entre os órgãos judiciais e os meios de comunicação de massa. O potencial protagonismo judicial, ao avançar as fronteiras do poder judicial em sua concepção tradicional, manifesta-se de diferentes formas que podem ser representadas em tipos ideais de ativismo judicial, construídos, nesta tese, conforme metodologia weberiana, de modo que permitam uma investigação profunda sobre a atuação do Poder Judiciário em geral. Neste trabalho, o manejo investigativo desses tipos puros de ativismo judicial para o exame da atuação concreta da Justiça do Trabalho demonstra, de um lado, alguns dos efeitos das transformações contemporâneas na função judicial sobre aquele ramo do Judiciário; e, de outro, diversas formas de manifestação do potencial protagonismo judicial trabalhista, seja em sua feição mais nova, seja em sua índole mais tradicional, renovada após a Constituição de 1988. Ademais, esse estudo da atuação contemporânea dos órgãos judiciais fornece dados relevantes para a avaliação da efetividade do Direito do Trabalho, da instrumentalidade do Direito Processual do Trabalho e do alcance da tutela judicial dos direitos sociais fundamentais do trabalhador. / La giuridificazione delle relazioni sociali, un complesso processo di colonizzazione del mondo della vita dal Diritto, ha generato un potenziale protagonismo giudiziale in gran parte dei paesi democratici occidentali. Tra gli aspetti e gli sviluppi più importanti di questo processo, che aiutano ad identificare il citato potenziale, i punti salienti sono i seguenti: la espansione degli standard normativi; la \"indeterminatezza\" del diritto contemporaneo; la materializzazione del diritto formale; la crisi della divisione funzionale dei poteri; l\'abbandono di un modello decisionale con caratteristica notevolmente sussuntiva, rafforzando la funzione pragmatica dell´interpretazione giuridica; l\'espropriazione dei conflitti; l\'espansione di controllo giudiziale contro-maggioritario; maggiore indipendenza del giudiziario dal punto di vista politico; la convergenza normativa e istituzionali degli paesi democratici; l\'influenza delle idee di giudici attivi, che é stato ampliato per includere il trattamento dei conflitti delle masse e la fomentazione delle soluzione non aggiudicative; la espansione del contenzioso di interesse pubblico; e i cambiamenti nel rapporto tra il Potere Giudiziario ed i mezzi di comunicazione di massa. Il potenziale protagonismo giudiziale, oltre i confini del Potere Giudiziario nella sua concezione tradizionale, si manifesta in diverse forme che possono essere rappresentati in tipi ideali di attivismo giudiziario, che sono stati costruiti, in questa tesi, sulla base della metodologia di Weber, in modo da consentire un esame più approfundato delle funzione del potere giudiziario. L\'uso dei tipi puri di ativismo giudiziario per esaminare la attuazione concreta della Giustizia del Lavoro dimostra, da un lato, alcuni degli effetti sul questo ramo giudiziario dei cambiamenti contemporanei nella funzione giudiziale; e, d\'altra parte, varie manifestazioni del potenziale protagonismo giudiziale, sia nelle sue nuove forme, sia nella loro natura più tradizionale, rinnovata grazie alla Costituzione del 1988. Inoltre, questo studio della attuazione contemporanea degli organi giudiziali fornisce dati rilevanti per valutare l\'efficacia del Diritto del Lavoro, la strumentalità del Diritto processuale del Lavoro e la scala della tutela giurisdizionale dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori.
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