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LO STAGE SPERIMENTALE NELLA SOCIAL WORK EDUCATION. UNA RICERCA ESPLORATIVA SUL MODELLO DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE

SALA, MARTINA 24 March 2017 (has links)
Questo lavoro di ricerca si colloca nell’ambito della Social Work Education e indaga gli Stage sperimentali in Servizio sociale, una nuova forma di tirocinio proposta al terzo anno del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. La tesi osserva l’evoluzione della professione di assistente sociale e della sua formazione, dedica attenzione alla Social Work Education di stampo relazionale ed in particolare a delle esperienze di campo innovative a livello internazionale. La parte empirica si concentra sugli Stage sperimentali: attraverso uno strumento originale sono stati raccolti 315 questionari on-line da laureati tra l’anno accademico 2008-2009 e 2014-2015 che hanno sostenuto questa attività. L’indagine ha osservato le caratteristiche fondamentali dei progetti realizzati sul campo e ha riscontrato continuità con il modello teorico degli Stage basato sull’approccio relazionale; si è infatti rilevata la presenza negli Stage sperimentali di: costruzione partecipata delle progettualità, ingaggio di collaboratori riflessivi non necessariamente professionali, innovazione relativa rispetto al contesto. Si è anche rilevato il proseguire di un numero rilevante progetti al termine degli Stage curricolari grazie al contributo dei partner coinvolti e lo scaturire dalle esperienze di Stage di nuove occasioni di lavoro per i neo assistenti sociali. / This study takes palce in the field of Social Work Education and investigates the Social Work Unconventional Placements, a new frame of placement proposed at the third year of Catholic University Social Work degree (Milan-Brescia). The thesis argues the evolution of Social Work profession and its education, giving attention to the Relational-way of Social Work Education and to international innovative practice learning experiences. The research project focused on Unconventional Placement inspired by Relational Social Work method. To collect data and opinions of UC Social Work bachelors an original survey was created. The on-line survey was administered to 315 former-social work students that practiced this activity in 2008-2015. The research explored the main characteristics of the Unconventional Placements realized by the students during their Social work education path. Findings from the study confirmed the presence of distinctive traits related to the theoretic model of Unconventional Placement developed in Relational SWE framework: participatory approach to projects, reflexive involvement of professional/non-professional partners, innovation in the specific context. The survey observes the carry on of a considerable number of projects after the end of curricular placements, through the community project partners activation; from Unconventional Placements emerge new job opportunities for new social workers involved.
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MULTI-LEVEL CORRUPTION RISK INDICATORS IN THE ITALIAN PUBLIC PROCUREMENT

MILANI, RICCARDO 11 February 2019 (has links)
Questo studio sviluppa un originale indicatore di rischio corruzione negli appalti pubblici Italiani e stima la correlazione tra le caratteristiche delle aziende aggiudicatarie e l’indicatore di rischio corruzione precedentemente stimato. L’indicatore di rischio corruzione è costruito a partire dai residui statistici di una procedura semi-parametrica a due stadi. Nella prima fase, i contratti dei lavori pubblici sono comparati per identificare l’inefficienza relativa di ciascun lavoro pubblico sulla base di due variabili predefinite – costi aggiuntivi e ritardi nella fase di esecuzione del contratto – attraverso una tecnica di valutazione delle performance (DEA). Nella seconda fase, l’indicatore di inefficienza generato nella prima fase è spiegato attraverso l’uso di determinanti di inefficienza, escludendo il fattore della corruzione che è trattato separatamente. Nella terza fase, i residui di stima sono trasformati in nuovi punteggi di rischio corruzione a livello di contratto pubblico. I risultati suggeriscono che: (1) le stazioni appaltanti ad elevato rischio corruzione si trovano maggiormente nel Lazio, in Lombardia e in Toscana; (2) le aziende aggiudicatarie ad alto rischio corruzione risiedono maggiormente nel Centro Italia (Abruzzo, Umbria e Lazio) e nel Sud Italia (Campania e Basilicata). Successivamente, l’esercizio di valutazione del rischio corruzione è mirato all'identificazione delle caratteristiche aziendali associate ad un rischio elevato di corruzione. I risultati suggeriscono che le aziende che si aggiudicano contratti ad alto rischio di corruzione sono più orientati alla ricerca del profitto, detengono meno debiti e necessitano mediamente di maggior tempo per pagare i loro clienti. Infine, queste aziende hanno maggiori probabilità di avere legami legali e/o finanziari con giurisdizioni off-shore e paradisi fiscali. / This study develops an original corruption risk indicator at the Italian procurement level and estimates the correlation between the profile of contract suppliers and the corruption risk indicator in question. This corruption risk indicator relies on a residual approach following a two-stage, semi-parametric procedure. First, public work contracts are benchmarked to investigate the relative efficiency of each public work execution based on two predefined variables – cost overrun and time delay – using a data envelopment analysis (DEA). Second, DEA efficiency scores are regressed on environmental and contract-level determinants of inefficiency – excluding corruption which is treated separately. Third, the estimate residuals provide estimates of the potential risk of corruption at the contract level. The aggregated results from an updated Italian public procurement dataset suggest that: (1) the risk of corruption associated with contracting authorities prevails in larger urban areas, especially in Lazio, Tuscany and Lombardy; (2) the risk of corruption in relation to the location of firms is higher in central regions (Abruzzo, Umbria and Lazio) and southern regions (Campania and Basilicata). Then, a risk-based assessment exercise is performed to profile suppliers. The corruption risk indicator is regressed on suppliers’ financial and ownership data to identify patterns among firms winning risky contracts. Suppliers associated with high levels of corruption risk in public contracting are more profit-seeking, hold low levels of debts and on average need more days to pay their customers. Finally, suppliers involved in public work contracts at high risk of corruption are more likely to have legal and/or financial connections with off-shore jurisdictions and tax havens which might use financial and corporate secrecy to attract illicit financial flows.
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LA CAPACITA' DI VALORIZZARE LE ISTANZE SOCIETARIE DI UN SISTEMA DI QUASI - MERCATO. IL RUOLO DELL' AUTO - MUTUO - AIUTO NEL "MODELLO LOMBARDO"

MARZULLI, MICHELE MARIA 19 February 2009 (has links)
Il lavoro si propone di rendere conto del ruolo dell’associazionismo di auto-mutuo aiuto (self-help) nel contesto del modello di welfare regionale lombardo, il “quasi mercato”. Questa forma associata vive una nuova stagione di sviluppo e dimostra di essere una delle risposte possibili ai recenti mutamenti dei sistemi di welfare, soprattutto in un contesto socio-demografico caratterizzato dall’invecchiamento della popolazione, dalla riduzione dei componenti delle famiglie e dal prevalere di malattie croniche e di disabilità. L’associazionismo di auto-mutuo aiuto si dimostra una delle risorse emergenti della società civile, capace di trasformare soggetti passivi e marginalizzati in cittadini attivi e responsabili; è più difficile capire quale sia il suo ruolo all’interno della governance locale, in termini di partecipazione. La ricerca presenta un quadro complesso, in cui il self-help riesce a promuovere innovazioni capaci di divenire risorse per il territorio locale, ma anche una certa incapacità di essere valorizzate presso le istituzioni locali, in ragione della fragilità istituzionale di cui soffre ancora questo tipo di associazionismo. / Purpose of the present study is to explain the role played by self-help associations within the Lombardia regional welfare model, the so-called ‘quasi-market’. Such associative forms are undergoing a whole new deal of development and prove to be one of the possible answers to the recent changes typical of the welfare systems, especially in a socio-demographic context characterized by ageing processes, decrease in the number of family members, prevailing of chronic diseases and disabilities. Self-help associations prove to be one of the resources emerging from civil society, able to transform passive subjects into active and responsible citizens. However, it is still difficult to understand what role they play in the local governance, in terms of participation. Major finding of the research is a complex picture, where self-help associations are able, on the one hand, to encourage innovations able in their turn to become resources for the local communities; on the other hand, they still show a certain inability to be fully appreciated by the local institutions because of the institutional fragility that still characterize these specific associations.
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Organizzazione scolastica e disagio giovanile. Un'analisi relazionale / School organization and young people in trouble: a relational analysis

PASINI, ANNALISA 21 June 2011 (has links)
La tesi analizza il modo in cui le organizzazioni scolastiche affrontano il disagio giovanile, verificando se e dove si riscontrino caratteri di relazionalità nella sua gestione e nell’orientamento organizzativo, secondo l’approccio relazionale al welfare. Si tratta di una ricerca qualitativa ed esplorativa, condotta nel sistema educativo della Provincia Autonoma di Trento, attraverso interviste semistrutturate a dirigenti, docenti, ma anche altri professionisti, studenti e famiglie. L’analisi, preceduta da un inquadramento teorico e delle indicazioni istituzionali, focalizza il processo di aiuto sul caso secondo l’ottica relazionale e poi si centra sul piano organizzativo, per osservare in tre elementi – finalità, persone e mezzi dell’organizzazione – come l’assunzione di una prospettiva relazionale possa attivare nella scuola pratiche di care in grado di migliorare il benessere degli studenti. L’analisi mostra che, soprattutto nella formazione professionale trentina, il presupposto della care appare abbastanza condiviso ma spesso non si traduce in veri e propri processi relazionali. Un punto critico riguarda l’attivazione di reti riflessive paritarie con le famiglie e gli studenti. Una potenzialità innovativa è invece espressa in alcuni istituti dove l’assetto organizzativo funziona almeno in parte secondo logiche relazionali: ciò sembra sostenere la funzione formativa della scuola, coinvolgendola in una dinamica societaria di care diffusa. / The thesis analyses the way in which school organizations tackle the problem of young people in trouble, verifying if and where relational elements can be found in organizational orientations, following the relational approach to welfare. It is a qualitative and exploring research, conducted within the Province of Trento's educational system, through semistructured interviews with school executives, teachers, other professionals, students and families as well. Beginning with the theoretical framework and the institutional indications, the analysis focuses on individual helping process from the relational perspective; then moving to the organizational level in order to observe in three elements - goals, people and means - how the utilization of a relational approach can activate, in the school, practices of "care" capable of improving students well being. The analysis shows that, mainly in occupational training, the idea of "care" seems to be quite shared but it does not translate into true relational processes. A critical point refers to the activation of reflective networks with families and students. A potential innovation is expressed in certain institutes where the organizational framework reflects, at least partially, the relational approach: it does seam to support the school educational role, involving the school itself in a widespread society of "care".
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La Casa nell'Esperienza Migratoria: Significati, Funzioni e Implicazioni Politiche dell'Abitare. / Home in the migratory experience. Meanings, functions and political implications of housing.

CORDINI, MARTA MARGHERITA 20 February 2012 (has links)
Questo studio si occupa di investigare il percorso abitativo degli immigrati, dedicando un’attenzione particolare alla varietà degli elementi che contribuiscono al suo evolversi e alla loro connessione con fenomeni macro, come il mercato abitativo o le politiche abitative. Il fieldwork, un quartiere nel Sud della città di Milano, è stato scelto per due ragioni: da una parte, esso è infatti caratterizzato da una considerevole presenza di popolazione immigrata, dall’altra, tale quartiere, è stato soggetto, nel corso degli ultimi anni a una serie di interventi di recupero urbano e sociale promossi da attori privati e pubblici. Tramite l’utilizzo di diversi strumenti metodologici, le storie di vita, le interviste a testimoni chiave, l’osservazione etnografica e la creazione di mappe, la ricerca mira a cogliere la complessità che caratterizza la dimensione abitativa nell’esperienza migratoria. Esperienze individuali, fenomeni spaziali e politiche sono tutti elementi oggetto di osservazione. L’utilizzo delle mappe, inoltre, costituisce un’innovazione e un esperimento in ambito metodologico. Il complesso della ricerca è volto a suggerire un nuovo approccio all’analisi dei percorsi abitativi, sia da un punto di vista teorico che metodologico. L’analisi finale è dedicata a una riflessione sull’efficacia e i limiti delle politiche per la casa e per l’immigrazione. / This work aims to investigate the housing pathway of migrants, paying attention to the variety of different features from which they are shaped over time and their interaction with structural dimensions, as housing market and policies. Through the use of different methodological instruments, this research tries to gather the complexity concerning the dimension of home in migrants’ experience. The fieldwork, a neighborhood in Southern Milan, has been chosen for two main reasons: in the one hand it is characterized by a considerable presence of migrants at different stages of their migration experience, on the other hand it has been interested by urban renovation programs and social interventions promoted by private and public actors. Individual experiences are thus investigated, alongside with spatial phenomena, policies and interventions. Achieving these different fields of interest implied the utilization of life story interviews, ethnographic observation, key informants interviews and participatory maps. This last technique constitutes a methodological innovation. The purpose is to suggest a new approach in analyzing housing pathway, both from a theoretical and methodological perspective. In addition the research aims to reflect on the efficacy and limits of housing and immigration policies drawing on evidence based data.
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LE CONDIZIONI DI VITA DELLE FAMIGLIE MONOGENITORIALI: RISCHI DI IMPOVERIMENTO E FISIONOMIA DELLE RETI SOCIALI. - UN'INDAGINE NELLA PROVINCIA DI PIACENZA -

BATTILOCCHI, GIAN LUCA 20 February 2012 (has links)
La tesi indaga le condizioni socio-economiche delle famiglie monogenitore, segnatamente quelle con figli minori, assumendo l’ipotesi che l’elevata diffusione della povertà, rilevata in tutta Europa per questa tipologia familiare, sia connessa alla fisionomia dei legami sociali dei nuclei monogenitoriali, e più precisamente ad una ridotta disponibilità di risorse di social support. Il testo si articola in un’ampia ricognizione dei principali contributi teorici in materia di povertà ed esclusione sociale nonché sulla nozione di rete e sulle risorse relazionali degli attori sociali, in un inquadramento statistico e sociologico del fenomeno della monogenitorialità in Italia e in Europa, e, infine, nella presentazione di un approfondimento sul campo, condotto in provincia di Piacenza, sulla presenza e le concrete situazioni di vita dei nuclei monogenitore. La raccolta ed analisi di dati statistici di rilevanza locale, insieme a un ciclo di interviste semi-strutturate a genitori soli, hanno fornito preziosi elementi descrittivi delle condizioni di vita dei nuclei monogenitore, con particolare riferimento alle peculiari caratteristiche delle reti di supporto sociale. Le risultanze dell’indagine sul campo hanno altresì permesso di mettere a fuoco alcuni profili di accentuata vulnerabilità socio-economica, e di identificare alcuni tratti tipici della struttura e del funzionamento delle reti sociali primarie. / This PhD dissertation investigates the socio-economic conditions of lone-parent families, especially of those with minor children, and assumes that the high poverty rate of this type of household, recorded in the whole of Europe, depends on the nature of social ties of lone-parent families, and more precisely on a limited availability of social support resources. The text consists in (1) an extensive survey of the main theoretical studies of poverty and social exclusion, of “social network” and the relational resources of social actors, (2) in a statistical and sociological setting of lone-parenthood phenomenon in Italy and Europe, and (3) in the presentation of a field research carried out in the province of Piacenza about lone-parent families and their real living conditions. The collection and analysis of locally relevant statistical data together with a series of semi-structured interviews with lone parents have provided valuable descriptive elements about the living conditions of lone-parent families with specific reference to the peculiar characteristics of “social support” networks. The results of the field research have also enabled to identify some types of high socio-economic vulnerability and some typical aspects of the structure and the dynamics of primary social networks.
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CO-SVILUPPO E INTEGRAZIONE: UNA RICERCA COMPARATA SULL'ASSOCIAZIONISMO GHANESE IN ITALIA E REGNO UNITO

MARINI, FRANCESCO 15 February 2013 (has links)
Questo lavoro approfondisce lo studio del co-sviluppo inteso come specifica strategia attraverso la quale viene declinato il rapporto migrazione-sviluppo. Il co-sviluppo prevede il protagonismo delle associazioni dei migranti nella realizzazione di progetti di sviluppo in patria, in collaborazione con partner in entrambe le sponde della migrazione. Esso si configura come una strategia di triple win ossia in grado di apportare vantaggi contemporaneamente per il paese di origine, per quello di destinazione e per i migranti stessi. La ricerca indaga in modo particolare gli effetti apportati dal co-sviluppo sul processo di integrazione nel contesto di residenza dei migranti e come quest’ultimo influisca nello stimolare l’attivismo transnazionale delle loro associazioni. A questo scopo lo studio pone a confronto due diversi contesti di approdo analizzando le iniziative di sviluppo attuate in patria dalle associazioni dei migranti ghanesi. Attraverso l’utilizzo di una metodologia qualitativa, è stata condotta una ricerca multi-situata in tre diversi campi: Italia, Regno Unito e Ghana. La ricerca mette in luce i diversi effetti che il co-sviluppo produce sull’interazione tra transnazionalismo e integrazione dei migranti nel contesto di residenza e come essa produca, a sua volta, degli effetti sullo sviluppo del contesto di provenienza. / This work focus on the study of co-development as a specific strategy through which the linkage migration&development is declined. Co-development foresees migrants associations to play a role as leading characters in undertaking development projects in the homeland co-operating with partners in both shores of migration. It represents a triple win strategy, and it can bring advantages in the country of origin, in the country of destination and for migrants themselves at the same time. In particular the research investigates the effects brought by co-development on the integration process in migrants resident context. Furthermore the research analyses how the resident context provides incentives for migrants association to act transnationally. With this aim the study compares two different arrival contexts analysing the different development initiatives realised by Ghanaian migrants associations back home. Using a qualitative approach, a multi-sited research has been carried out in three different fieldworks: Italy, the United Kingdom and Ghana. The research puts into light the different effects that co-development produces on the interaction between transnationalism and migrants integration in the context where they live, and how this produces, as a result, some effects on the process of development in the context of origin.
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VERSO IL COSMOPOLITISMO. UN'INDAGINE SUI GIOVANI DEL SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO / Towards the cosmopolitanism: an empirical research on young participants in the European Voluntary Service

RIZZO, CATERINA 15 February 2013 (has links)
In tempi recenti il concetto di cosmopolitismo riscuote una certa popolarità nel campo della ricerca sociologica. Dopo diversi anni di riflessione teoretica, gli studi sul cosmopolitismo si focalizzano oggi sulla ricerca empirica. In linea con questa tendenza, il presente lavoro intende osservare un cosmopolitismo “dal basso”, che si manifesta nelle vite delle persone come una forma di apertura globale, nonché come un processo di trasformazione del sé. In particolare, questa tesi si focalizza sul cosmopolitismo come una categoria interpretativa utile a leggere i giovani nell’ambito di un’esperienza interculturale di vita all’estero, quale il Servizio Volontario Europeo. Più nel dettaglio, la ricerca si concentra sul volontariato europeo come ambito d’indagine in cui è possibile osservare nuove forme di appartenenza e di identificazione, oltre all’emergere di nuove pratiche. Attraverso una serie di interviste biografiche realizzate con giovani volontari, infatti, si è potuto constatare come le diverse appartenenze si affianchino a diversi atteggiamenti e rappresentazioni della dimensione locale, nazionale ed europea, in vista di una più ampia apertura al mondo. La ricerca descrive queste appartenenze che formano la base di una cultura ambivalente e cosmopolita così come viene sperimentata dai giovani volontari durante l’esperienza di mobilità internazionale da essi vissuta. Il lavoro mira dunque a chiarire il concetto di cosmopolitismo e propone un percorso di ricerca attraverso cui studiare il fenomeno mettendo in luce la nascita di nuove relazioni sociali, pratiche solidali e processi di trasformazione e di comprensione del sé. / Recently the concept of cosmopolitanism raises a great popularity within the sociological research. After several years of theoretical reflections, nowadays, the cosmopolitanism studies focus on the empirical research. According to this trend, this work observes a cosmopolitanism “from below”, among ordinary people as a form of global openness as well as a process of self-transformation. In particular, this thesis focuses on cosmopolitanism as an interpretative category, useful to read young people within an intercultural experience to spend a certain period of time practicing and living abroad, such as the European Voluntary Service. More in detail, this research studies the European Voluntary Service like a field where it is possible to observe new forms of belonging and identification and new practices. By a number of biographical interviews to young volunteers it has been possible to discover that different belongings go together with different attitudes and representations of the local, the national and the European dimension, towards a global openness. The research describes these attachments, which forms the basis of an ambivalent cosmopolitanism culture as it is experienced by young volunteers during their international experiences. Finally, the work aims to clarify the concept of cosmopolitanism and suggest a way to study this fenomenous by documenting the raise of new social relations, practices, solidarities and process of self-transformation and self-understanding.
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Pratiche di sostenibilità ambientale e sociale: il caso di Santiago del Cile / Environmental and Social Sustainability Practices. Santiago, Chile, Case Study

BERETTA, ILARIA 02 March 2007 (has links)
Il lavoro prende parte al dibattito scientifico su quali siano le più corrette modalità di attuazione del concetto di "sviluppo sostenibile". Attraverso l'applicazione dell'approccio coevolutivo allo studio condotto a Santiago del Cile, abbiamo cercato di rispondere alle seguenti domande: 1) Quali sono i problemi ambientali locali e quali le relative ripercussioni sociali? 2) Quali sono gli strumenti a disposizione delle municipalità locali per risolverli? 3) Quali strumenti vengono realmente impiegati e quali le ripercussioni sociali del loro utilizzo? / The work takes part in the scientific debate about the most correct ways to affect the sustainable development concept. Through the coevolutive approach application to Santiago case (Chile) we tried to answer following questions: 1) what are local environmental problems and what are their social repercussions? 2) What are instruments in the local municipalities hands in order to resolve them? 3) Which instruments are really employed and what are social repercussions from their use?
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L'uso delle reti sociali per la costruzione di campioni probabilistici: possibilità e limiti per lo studio di popolazioni senza lista di campionamento

VITALINI, ALBERTO 04 March 2011 (has links)
Il campionamento a valanga è considerato un tipo di campionamento non probabilistico, la cui rappresentatività può essere valutata solo sulla base di considerazioni soggettive. D’altro canto esso risulta spesso il solo praticamente utilizzabile nel caso di popolazioni senza lista di campionamento. La tesi si divide in due parti. La prima, teorica, descrive alcuni tentativi proposti in letteratura di ricondurre le forme di campionamento a valanga nell’alveo dei campionamenti probabilistici; tra questi è degno di nota il Respondent Driven Sampling, un disegno campionario che dovrebbe combinare il campionamento a valanga con un modello matematico che pesa le unità estratte in modo da compensare la non casualità dell’estrazione e permettere così l’inferenza statistica. La seconda, empirica, indaga le prestazioni del RDS sia attraverso simulazioni sia con una web-survey su una comunità virtuale in Internet, di cui si conoscono la struttura delle relazioni e alcune caratteristiche demografiche per ogni individuo. Le stime RDS, calcolate a partire dai dati delle simulazioni e della web-survey, sono confrontate con i valori veri della popolazione e le potenziali fonti di distorsione (in particolare quelle relative all’assunzione di reclutamento casuale) sono analizzate. / Populations without sampling frame are inherently hard to sample by conventional sampling designs. Often the only practical methods of obtaining the sample involve following social links from some initially identified respondents to add more research participants to the sample. These kinds of link-tracing designs make the sample liable to various forms of bias and make extremely difficult to generalize the results to the population studied. This thesis is divided into two parts. The first part of the thesis describes some attempts to build a statistical theory of link-tracing designs and illustrates, deeply, the Respondent-Driven Sampling, a link-tracing sampling design that should allow researchers to make, in populations without sampling frame, asymptotically unbiased estimates under certain conditions. The second part of the thesis investigates the performance of RDS by simulating sampling from a virtual community on the Internet, which are available in both the network structure of the population and demographic traits for each individual. In addition to simulations, this thesis tests the RDS by making a web-survey of the same population. RDS estimates from simulations and web-survey are compared to true population values and potential sources of bias (in particular those related to the random recruitment assumption) are discussed.

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