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The electorate of religiously-based political parties : the case of the Italian Christian Democratic Party /

Wertman, Douglas Allen January 1974 (has links)
No description available.
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Le parti démocrate-chrétien italien

Godechot, Thierry. January 1964 (has links)
Thèse - Toulouse, 1961. / Without thesis statement. Bibliography: p. [289]-296.
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Le parti démocrate-chrétien italien

Godechot, Thierry. January 1964 (has links)
Thèse - Toulouse, 1961. / Without thesis statement. Bibliography: p. [289]-296.
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Norberto Bobbio e a questão democrática: encruzilhadas e perspectivas

Silva, Taíza Maria Alves da 22 September 2011 (has links)
Made available in DSpace on 2015-05-14T12:11:43Z (GMT). No. of bitstreams: 1 arquivototal.pdf: 868246 bytes, checksum: d52dc81cb19040740833826c74b1b40b (MD5) Previous issue date: 2011-09-22 / Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior / Norberto Bobbio (1909-2004) è un importante filosofo contemporaneo del diritto e della politica. Le sue ricerche più rilevanti ruotano attorno alla triade di ideali: democrazia, diritti umani e pace, con enfasi, soprattutto, agli studi dedicati al primo tema. L'obiettivo di questo studio è quello di indagare le diverse concezioni della democrazia in Bobbio, analizzando tutto, dalla differenza fra la democrazia degli antichi e moderni, al problema del contrasto tra democrazia ideale e reale, passando per le cosidette promesse mancate della democrazia. Questa analisi costituirà la base per pensare alla prospettiva bobbiana sul futuro dell'umanità, che egli chiama democrazia dei posteri, attraverso la possibilità di una democrazia internazionale. L'ipotesi centrale di questa ricerca è che Bobbio, nonostante tutte le sue riserve e le critiche della democrazia, i suoi paradossi e le sue limitazioni, considerato il miglior sistema di governo per le società pluralista contemporanea e aveva una ragionevole fiducia nella sua espansione in il futuro. Così il pensiero di Bobbio sulla democrazia oggi ha una per capire il presente e indicare le prospettive per il futuro. / Norberto Bobbio (1909-2004) é um importante filósofo do direito e da política da contemporaneidade. As suas investigações mais relevantes giram em torno da tríade dos seus ideais: democracia, direitos humanos e paz, com ênfase, sobretudo, aos seus estudos dedicados à primeira. O objetivo do presente trabalho é investigar as diferentes concepções de democracia em Bobbio; por isso são analisadas as principais dicotomias que Bobbio discute a respeito da democracia: dos antigos e dos modernos, real e a ideal, ética e procedimental, representativa e direta, até chegar às chamadas promessas não cumpridas da democracia. Tal análise servirá de base para refletir sobre a perspectiva bobbiana em torno do que ele chama de democracia dos pósteros , verificando a possibilidade de uma democracia internacional. A hipótese central do trabalho é de que Bobbio, apesar de todas as suas reservas e críticas à democracia, aos seus paradoxos e às suas limitações, a considerava o melhor sistema de governo para as sociedades pluralistas contemporâneas e possuía uma razoável confiança na sua expansão no futuro. Por isso, o pensamento de Bobbio sobre a democracia mantém uma atualidade para entender o tempo presente e apontar perspectivas para o futuro.
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Factionalism and the adaptation of dominant parties Japan's Liberal Democratic Party and Italy's Christian Democracy /

Bettcher, Kim Eric. January 2001 (has links)
Thesis (Ph. D.)--Johns Hopkins University, 2001. / Vita. Includes bibliographical references (leaves 225-236).
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VERSO UN MODELLO DI DEMOCRAZIA "CIVILE": CONSIDERAZIONI TEORICO-NORMATIVE SUL BILANCIO PARTECIPATIVO DI PORTO ALEGRE

STORTONE, STEFANO 18 May 2010 (has links)
Il Bilancio Partecipativo (BP) è probabilmente l’esempio più famoso ed interessante di governance locale per i suoi effetti democratici e redistributivi. Per via del coinvolgimento diretto dei cittadini nel processo decisionale, il BP è considerato una forma di democrazia diretta capace di ovviare agli attuali limiti della democrazia rappresentativa moderna. Tuttavia, ad un’attenta analisi, è possibile identificare nel suo funzionamento anche degli elementi rappresentativi che non sono mai stati presi molto in seria considerazione. Infatti, poiché la partecipazione avviene solitamente attraverso gruppi ed associazioni, nuove forme di rappresentanza e nuovi rappresentanti emergono in competizione con quelli tradizionali politici in termini di consenso, sostegno popolare e dunque legittimità. Il presente lavoro vuole andare oltre il pensiero corrente e proporre un’interpretazione originale del modello istituzionale del BP come una forma nuova ed alternativa di democrazia rappresentativa, in cui le organizzazioni della società civile assumono un ruolo centrale: dietro al BP vi sarebbe una sorta di democrazia ‘civile’. Questo punto di vista alternativo non solo può stimolare un ulteriore dibattito in letteratura, ma aprire anche degli scenari interessanti in relazione ai temi più generali della crisi delle istituzioni liberal-democratiche e del ruolo e dell’identità della società civile. / Participatory Budgeting (PB) is probably the most famous and interesting example of innovative local governance for its redistributive and democratic effects. Due to the direct involvement of citizens in the decision-making process, PB is celebrated as an example of direct democracy which can help to deal with the limits of representative democracy. However, on closer analysis, it is possible to identify elements of representation in its functioning, which are taken into little consideration and which could probably modify the prevalent theoretical belief. In fact, as citizens usually participate through their groups and associations, new representatives emerge challenging the traditional channels of political representation in terms of popular approval, consensus, hence legitimacy. This work aims to go beyond the prevailing narrative and propose an original interpretation of the PB’s institutional model as a new and alternative representative democracy, where the main political actors become organizations from the civil society: behind PB there seems to lie a sort of ‘civil’ democracy. Hence, introducing this alternative viewpoint can, not only further questions which are never fully considered in the literature, but also open interesting scenarios in the debate over the crisis of liberal-democratic institutions and the role and the identity of civil society.
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UNA ISTITUZIONE DELLA DEMOCRAZIA. IL PARTITO POLITICO NELL'ORDINAMENTO REPUBBLICANO

SAVOIA, GIOVANNI 06 February 2015 (has links)
Il lavoro indaga il tema della posizione costituzionale dei partiti politici ai sensi dell’art. 49 della Costituzione. L’interesse per tali soggetti, antico ma sempre attuale, è motivato dalla violenza delle critiche da cui sono investiti e, al contempo, dal loro ruolo tuttora centrale. In una prospettiva che si potrebbe definire neo-liberale, la tesi difende la centralità, nel sistema repubblicano, di queste istituzioni, ritenute indispensabili in una matura democrazia rappresentativa; al contempo, è affermata la necessità – e certamente la possibilità – costituzionale di una legislazione che garantisca la democraticità dell’attività dei partiti, anche nella loro vita interna, senza limitarsi alla questione del finanziamento e ai controlli sulla provenienza e sulla destinazione delle risorse economiche di queste organizzazioni. Ciò al duplice scopo di tutelare effettivamente i diritti del singolo all’interno dei partiti e di valorizzare il ruolo che la Costituzione assegna loro. / The aim of this study is to examine the constitutional position of political parties in accordance with art. 49 of the Italian Constitution. The interest for these groups, an ancient but living matter, is motivated by both the violent criticism against them and by their role, which remains fundamental. This study defends, from a “neo-liberal” point of view, the importance, in the republican system, of these institutions, which are considered to be necessary in a solid and mature representative democracy. At the same time, it asserts the constitutional need – and the possibility, of course – for a regulation that is able to guarantee the democratic nature of the parties’ work, even inside their internal activities, without focusing only on issues such as funding or inspections on the source and destination of the assets of these organizations. This regulation aims to protect the rights of the individual inside the parties and to value their role in accordance with the Constitution.
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The cross and the fasces Christian democracy and fascism in Italy.

Webster, Richard A., January 1960 (has links)
Thesis--Columbia University. / Bibliography: p. [215]-224.
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Alexis de Tocqueville entre o antigo regime e a sociedade democrática: o papel da religião e dos liames sociais

Pinheiro, Dávila Teresa de Galiza Fernandes 26 July 2016 (has links)
Submitted by Maike Costa (maiksebas@gmail.com) on 2017-09-18T12:24:16Z No. of bitstreams: 1 arquivototal.pdf: 1243150 bytes, checksum: 880a0388d875d052525b1b620bba8fd7 (MD5) / Made available in DSpace on 2017-09-18T12:24:16Z (GMT). No. of bitstreams: 1 arquivototal.pdf: 1243150 bytes, checksum: 880a0388d875d052525b1b620bba8fd7 (MD5) Previous issue date: 2016-07-26 / Questa ricerca, di carattere discorsivo-teorico, di natura bibliografica, ha come finalità quella di comprendere il pensiero etico-politico di Alexis de Tocqueville, per quanto riguarda il ruolo della religione e dei legami sociali in una società democratica, nel senso di verificare se questi possono essere elementi importanti per il mantenimento e il rafforzamento della democrazia. Partendo dall‟esperienza fatta negli Stati Uniti nei primi anni del 1830, Tocqueville stabilisce una relazione tra la società francese dell'Antico Regime e la società democratica americana. Lo Stato democratico, per Tocqueville, ha bisogno di trovare un rapporto armonico tra uguaglianza e libertà (due dei principali temi del pensiero tocquevilleano), al fine di evitare quello che lui ha descritto come "tirannia della maggioranza". Per mantenere questo equilibrio, si presenta una possibilità: il rafforzamento dei legami relazionali tra gli individui che possono servire come base per il mantenimento di una società civile sempre più partecipativa nell'esercizio della cittadinanza attiva. L'importanza della questione è giustificata dalla necessità di provocare la riflessione sulle direzioni della democrazia moderna, stimolando studi sul ruolo e l‟importanza dei legami sociali, così spesso dimenticati di fronte all'individualismo eccessivo, all´apatia e alla mancanza di impegno sociale. La questione, sembra molte volte, rimette a un problema relazionale o ad una crisi di valori e questa è una grande sfida che la società democratica dovrà affrontare. Tocqueville vedeva in questo punto, la funzione e l'importanza che la religione ha avuto nella società americana del XIX secolo, considerata da lui, la prima delle istituzioni politiche di uno Stato democratico, per la sua contribuzione alla promozione di un maggiore spirito di partecipazione pubblica tra i cittadini, attraverso i principi e valori portati dalla morale religiosa. Oggi, in una società secolarizzata, la religione non sempre esercita la stessa funzione che esercitava nei primordi della democrazia statunitense: essa può essere un fattore di unione e partecipazione ma anche di divisione e intolleranza. Ad ogni modo, il principale contributo lasciato da Tocqueville, continua ad essere quello di incoraggiare i cittadini a combattere le loro proprie tendenze individualistiche e perciò recuperare lo spirito di fratellanza universale capace di rafforzare i legami sociali, il più delle volte, relegati nella società democratica. / A presente pesquisa, de cunho discursivo-teórica, de natureza bibliográfica, visa compreender o pensamento ético-político de Alexis de Tocqueville, no que diz respeito ao papel da religião e dos liames sociais na sociedade democrática, no sentido de perquirir se esses podem consistir em importantes elementos para a manutenção e o fortalecimento da democracia. A partir da experiência nos Estados Unidos no início da década de 1830, Tocqueville estabelece uma relação entre a sociedade francesa do Antigo Regime e a sociedade democrática americana. O Estado democrático, para Tocqueville, necessita encontrar uma harmoniosa relação entre a igualdade e a liberdade (dois dos principais temas do pensamento tocquevilleano) a fim de evitar o que ele definiu como “tirania da maioria”. Para manter esse equilíbrio, apresenta-se uma possibilidade: o fortalecimento dos vínculos relacionais entre os indivíduos, que possam servir de base para manutenção de uma sociedade civil cada vez mais participativa no exercício de uma cidadania ativa. A importância do tema justifica-se pela necessidade de provocar a reflexão sobre os rumos da democracia moderna, estimulando estudos sobre o papel e a importância dos liames sociais, tantas vezes esquecidos diante do excessivo individualismo, da apatia e do descomprometimento sociais. A questão parece, muitas vezes, apontar para um problema relacional ou uma crise de valores e esse é um grande desafio a ser enfrentado pela sociedade democrática. Tocqueville enxergou nesse ponto, a função e a importância que a religião exerceu na sociedade americana do século XIX, considerada por ele, a primeira das instituições políticas de um Estado democrático, por contribuir na promoção de um maior espírito de participação pública entre os cidadãos, por meio dos princípios e dos valores trazidos pela moral religiosa. Hoje, numa sociedade secularizada, a religião nem sempre exerce a mesma função que exercia nos primórdios da democracia estadunidense; ela pode ser um fator de união e participação, mas também de divisão e intolerância. De qualquer forma, a principal contribuição deixada por Tocqueville continua sendo a de encorajar os cidadãos a combater suas próprias tendências individualistas e, assim, resgatar o espírito de fraternidade universal capaz de reforçar os liames sociais, na maioria das vezes, relegados na sociedade democrática.
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Costituzione e Repubblica a Roma (1848-1849)

Di Pasqua, Flavia Carmen 17 May 2024 (has links)
La tesi di dottorato “Costituzione e Repubblica a Roma 1848-1849” si occupa di offrire una ricostruzione del retroterra ideologico che condusse tra l’autunno del Quarantotto e la primavera del Quarantanove a instaurare a Roma un sistema politico e istituzionale di tipo repubblicano, confermato poi, a posteriori, anche da una Costituzione-bandiera che tale sistema intendeva consegnare alla storia come simbolo della libertà della penisola da ogni condizionamento imposto dall’alto da potenze straniere, sia reazionarie come l’impero austriaco sia anche liberali come la Francia del 1848. Al netto di qualunque valutazione teologica, la ricostruzione degli eventi dall’ascesa al soglio pontificio di Pio IX nel 1846 al crollo della Repubblica romana nel luglio del 1849 si inserisce in una lettura dell’esperienza del tornante Quarantotto-Quarantanove sotto la lente delle aspettative, dei progetti e delle idee che animavano l’opinione pubblica di quei mesi e prova a seguire le suggestioni provenienti dalla più aggiornata storiografia sul Risorgimento. L’obiettivo è quello di comprendere in quale misura il progetto democratico fosse stato elaborato e abbracciato dai rivoluzionari romani in quanto intimamente convinti della necessità di abbattere lo Stato costituzionale inaugurato con lo Statuto fondamentale di Pio IX e valutare la caratura repubblicana di coloro che, effettivamente, la Repubblica a Roma finirono per fondarla. Infatti, proprio all’interno del contesto di instabilità scaturito dal vuoto di potere determinato dalla fuga del Papa a seguito dell’assassinio del ministro dell’Interno Pellegrino Rossi nel novembre 1848, la classe dirigente moderata lasciata acefala e in balia di un crescente malcontento che sarebbe potuto sfociare in anarchia, dovette farsi democratica e repubblicana. Per questa ragione la tesi introduce le categorie di ‘democratici d’occasione’ e ‘repubblicani per necessità’: i protagonisti della vicenda romana dovettero adeguarsi alla nuova situazione politica venuta a crearsi dall’assenza del capo dello Stato. Con questa lettura della vicenda costituzionale e istituzionale della Repubblica romana la presente tesi intenderebbe integrare e aggiornare la letteratura sul tema che si è sviluppata su vari filoni, storiografici e ideologici diversi ma lasciando quasi sempre in ombra gli aspetti istituzionali e costituzionali. Dall’analisi dei dibattiti in Assemblea, infatti, è stato possibile ricostruire le traiettorie lungo le quali i costituenti si mossero nel governare l’emergenza, nel tentativo di normalizzarla ma guardando comunque con nostalgia all’ordinamento precedente, di cui tentarono di ibridare le forme all’interno della nuova Repubblica.

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