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Le società a capitale pubblico locale per i servizi pubblici locali di rilevanza economica: condizioni per la costituzione e il mantenimento, e limiti operativi. / Public and semi-public companies for the supply of local public services of economic interest: conditions and limits.

Roversi Monaco, Micol <1984> 29 June 2012 (has links)
Oggetto della ricerca è l’esame del ruolo attuale della partecipazione pubblica locale in società per l’erogazione di servizi pubblici locali di rilevanza economica, nel nuovo contesto normativo caratterizzato dalla residualità dell’autoproduzione, dalla liberalizzazione, dall’organizzazione del servizio in ambiti territoriali, e dalle esigenze di contenimento della spesa locale, acuite dalla crisi economica-finanziaria. Si sono distinte quattro tipologie di società: nel caso di servizi gestiti in regime di esclusiva, le società a capitale pubblico-privato con socio privato operativo scelto mediante gara, le società in house affidatarie dirette, e le società affidatarie in quanto selezionate in procedure ad evidenza pubblica; nel caso di servizi sottratti al regime di esclusiva, le società che eroghino il servizio liberalizzato. L’indagine si è focalizzata sulle condizioni di costituzione e di mantenimento di tali società, e si è approfondito quel particolare aspetto del loro regime giuridico costituito dai limiti operativi. L’analisi è stata condotta esaminando le nuove disposizioni, le posizioni giurisprudenziali e le letture della dottrina relative alle società disciplinate come forme di gestione di servizi pubblici locali di rilevanza economica, relative alla funzionalizzazione dell’attività degli enti territoriali e delle società da questi partecipate, e relative alla tutela della concorrenza. / The research focuses on the role of the local authorities in the companies which manage the supply of public services of economic interest, within the new regulatory framework and the rules on the limits of the “in house providing” model, on the liberalization of the services of general interest, the organization on territorial zones (ambiti territoriali), and on the need to limit the expenditures. Four types of companies are identified: the semi-public companies where the private partner is selected by means of public tendering procedures, the so called “in house companies”, the companies selected by means of public and open tendering procedures, and the companies which do not hold the exclusive to provide the service. The research focuses on the possibilities of creating these companies and on their limits.
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La legislazione speciale per Venezia e per la sua laguna / The special Legislation for Venice and for his lagoon

Mariutti, Giulia <1973> 29 June 2012 (has links)
La tesi studia le problematiche inerenti la legislazione speciale di Venezia dal 1973 ad oggi. Affronta lo studio degli strumenti giuridici addottati in relazione alle competenze degli enti amministrativi. Analizza altresì le principali proposte di riforma della legge. / The thesis studies the problems related to the special legislation of Venice from 1973 to present. Deals with the study of the legal instruments used in relation to the responsibilies of local administration. Examines the proposals for reform avance.
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Controlled foreign companies (CFC) e delocalizzazione delle attività economiche nel diritto interno e nell'ordinamento europeo / Controlled foreign companies (CFCs) and relocation of economic activities within national law and european union legal system

Scandiuzzi, Daniela <1982> 19 September 2012 (has links)
Le ragioni della delocalizzazione sono molteplici e di differente natura. Si delocalizza, in primo luogo, per ragioni di stampo economico, finanziario eccetera, ma questa spinta naturale alla delocalizzazione è controbilanciata, sul piano strettamente tributario, dall’esigenza di preservare il gettito e da quella di controllare la genuinità della delocalizzazione medesima. E’ dunque sul rapporto tra “spinte delocalizzative” dell’impresa, da un lato, ed esigenze “conservative” del gettito pubblico, dall’altro, che si intende incentrare il presente lavoro. Ciò alla luce del fatto che gli strumenti messi in campo dallo Stato al fine di contrastare la delocalizzazione (più o meno) artificiosa delle attività economiche devono fare i conti con i principi comunitari introdotti con il Trattato di Roma e tratteggiati negli anni dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia. In quest’ottica, la disciplina delle CFC costituisce un ottimo punto di partenza per guardare ai fenomeni di produzione transnazionale della ricchezza e agli schemi di ordine normativo preposti alla tassazione di codesta ricchezza. Ed infatti, le norme sulle CFC non fanno altro che omogeneizzare un sistema che, altrimenti, sarebbe lasciato alla libera iniziativa degli uffici fiscali. Tale “normalizzazione”, peraltro, giustifica le esigenze di apertura che sono incanalate nella disciplina degli interpelli disapplicativi. Con specifico riferimento alla normativa CFC, assumono particolare rilievo la libertà di stabilimento ed il principio di proporzionalità anche nella prospettiva del divieto di abuso del diritto. L’analisi dunque verterà sulla normativa CFC italiana con l’intento di comprendere se codesta normativa, nelle sue diverse sfaccettature, possa determinare situazioni di contrasto con i principi comunitari. Ciò anche alla luce delle recenti modifiche introdotte dal legislatore con il d.l. 78/2009 in un quadro normativo sempre più orientato a combattere le delocalizzazioni meramente fittizie. / The reasons for a relocation to take place are numerous and of heterogeneous nature. Business entities are naturally inclined to restructure their geographical presence, first of all, for economic, financial or strategic reasons. These “phisiological” reasons are counterbalanced, from the fiscal point of view, by the need of the National administrations to safeguard tax revenues and to verify the genuinity of the relocation itself. It is therefore on the relationship between “relocation forces” of the firms, on one hand, and the needs to avoid fiscal erosion of National taxable bases, on the other, that the present thesis work finds its theorical focus. National legal instrumentations enacted by domestic legislators in order to avoid fictitious relocation have to deal with the EU principles that were introduced originally with the Treaty of Rome and that were time after time developed by the case law of the European Court of Justice. Under this perspective, CFC legislation offers an ideal starting point for examining cross-border production relocation processes in different countries and legal frameworks that are conceived in order to tax income arising therein. Notably, CFC legislation create a common legal basis for the administrative action of Tax Authorities, whose need for consistent action finds another answer in the legal discipline of ruling. Putting again reference to CFC legislation, the freedom of establishment and the principle of proportionality (also in the perspective of the prohibition of abuse of law) come into play. Analysis will be carried, therefore, on Italian CFC legislation in order to understand if such legal discipline, in its different aspects, could eventually result in an infringement of EU Law principles. Recent modifications enacted by the Law Decree 78/2009 will be examined, in a legal context that is more and more devoted to combat merely fictitious and abusive transfers and relocations.
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La clausola della nazione più favorita dalle convenzioni internazionali all'ordinamento europeo / The most-favoured-nation clause: from the international conventions to the EU legal system

Bucci, Federica Maria <1982> 19 September 2012 (has links)
Il principale obiettivo della tesi è dimostrare come la connessione tra i differenti livelli giuridici che riguardano le relazioni tra Stati membri dell'UE richieda un'interpretazione sistematica delle convenzioni contro le doppie imposizioni intracomunitarie, ed in particolare richieda l'applicazione della clausola della nazione più favorita. / The main goal of this thesis is to demonstrate how the connections between different juridical levels in the relationship between Member States of the European Union requires a systematic interpretation of the intra-EU double tax conventions, in particular the obligation of the most-favoured-nation treatment. The starting point is a dualistic interpretation of the non-discrimination principle; considered both as an obligation of equal treatment on the national level and an application of the most-favoured-nation clause. These principles are investigated in the context of intra-EU relationships and furthermore in the light of the main objective of the EU, i.e. to build an Internal Market. The analysis of the above-mentioned principle is considered in relation to the network of intra-EU double tax conventions, which are inspired by reciprocity due to their bilateral nature and other legal levels which operate in such context, namely the EU and the WTO. In fact, the exclusion of the direct taxation from the competences of the EU and, consequently, exclusive competence that the EU Member States have to negotiate and sign double tax conventions, cannot give to them the opportunity to provide every kind of rules. In particular, according to the CJEU case law, EU Member States must comply, on one side, with EU law and especially with the four market freedoms that cannot be restricted by international bilateral agreements based on reciprocity and, on the other side, with international obligations derived from the WTO (whose parties are EU Member States and the EU too). By contextualizing intra-EU double tax conventions in a EU internal market law-logic, this thesis has demonstrated that the existence of a most-favoured-nation clause enforceable to the provisions of such double tax conventions is the obvious consequence of a systematic EU interpretation.
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Doppia imposizione sui redditi transfrontalieri tra ordinamenti tributari e mercato europeo. / Double taxation of cross-border income: tax systems and European market.

Bottazzi, Cristiana <1983> 19 September 2012 (has links)
La ricerca affronta in modo unitario e nell’ottica europea i multiformi fenomeni della doppia imposizione economica e giuridica, assumendo come paradigma iniziale la tassazione dei dividendi cross-border. Definito lo statuto giuridico della doppia imposizione, se ne motiva la contrarietà all’ordinamento europeo e si indagano gli strumenti comunitari per raggiungere l’obiettivo europeo della sua eliminazione. In assenza di un’armonizzazione positiva, il risultato sostanziale viene raggiunto grazie all’integrazione negativa. Si dimostra che il riserbo della Corte di Giustizia di fronte a opzioni di politica fiscale è soltanto un’impostazione di facciata, valorizzando le aperture giurisprudenziali per il suo superamento. Questi, in sintesi, i passaggi fondamentali. Si parte dall’evoluzione delle libertà fondamentali in diritti di rango costituzionale, che ne trasforma il contenuto economico e la portata giuridica, attribuendo portata costituzionale ai valori di neutralità e non restrizione. Si evidenzia quindi il passaggio dal divieto di discriminazioni al divieto di restrizioni, constatando il fallimento del tentativo di configurare il divieto di doppia imposizione come principio autonomo dell’ordinamento europeo. Contemporaneamente, però, diventa opportuno riesaminare la distinzione tra doppia imposizione economica e giuridica, e impostare un unico inquadramento teorico della doppia imposizione come ipotesi paradigmatica di restrizione alle libertà. Conseguentemente, viene razionalizzato l’impianto giurisprudenziale delle cause di giustificazione. Questo consente agevolmente di legittimare scelte comunitarie per la ripartizione dei poteri impositivi tra Stati Membri e l’attribuzione delle responsabilità per l’eliminazione degli effetti della doppia imposizione. In conclusione, dunque, emerge una formulazione europea dell’equilibrato riparto di poteri impositivi a favore dello Stato della fonte. E, accanto ad essa, una concezione comunitaria del principio di capacità contributiva, con implicazioni dirompenti ancora da verificare. Sul piano metodologico, l’analisi si concentra criticamente sull’operato della Corte di Giustizia, svelando punti di forza e di debolezza della sua azione, che ha posto le basi per la risposta europea al problema della doppia imposizione. / In a unitary and European perspective, the research deals with the multiform phenomena of economic and juridical double taxation, by adopting cross-border dividend taxation as a paradigm. Once the juridical status of double taxation is defined, its incompatibility with European law is asserted and EU instruments to achieve the result of its elimination are examined. Lacking positive harmonization, the substantive outcome is achieved by means of negative integration. The traditional self-restraint of the European Court of Justice on the matter of tax policy choices is nothing but a formal attitude, which may be overcome starting from clues given by the Court itself in its case-law. Here are the main steps of the research. First, the evolution of fundamental freedoms into constitutional rights, transforming both their economical and juridical scope, and conferring constitutional level to the principles of neutrality and non-restriction. Secondly, the shift from the prohibition of discriminations to the prohibition of restrictions and the failure of the attempt to define the prohibition of double taxation as an autonomous principle of European law. At the same time, however, juridical and economic double taxation need to be framed in a unitary category, both being a typical example of restriction to EU freedoms. Third, the analysis focuses on the asset of judicial justifications. All the above grounds EU choices concerning the allocation of taxing rights between Member States and the allocation of liabilities for the elimination of the effects of double taxation. Therefore, the research points out a European formula for the allocation of taxing rights in favour of the State of source, as well as a EU concept of ability-to-pay, having important effects yet to be assessed. As regards the method, the analysis focuses on ECJ’s case-law and underlines its merits and weakness in preparing the EU answer to double taxation.
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Profili giuridici del coordinamento tra sistemi reddituali nell'Unione Europea / Income tax systems' co-ordination in the European Union

Marzano, Michele <1981> 12 December 2012 (has links)
Il coordinamento tra sistemi impositivi è una questione originaria e tipica del diritto comunitario. La tesi ne esplora le conseguenze sotto più aspetti. / Income tax systems' co-ordination is a relatively recent issue in the globalizing economy. In fact, a tendence to tax co-ordination begins, essentially, with the EU Law. Since 2006, European Institutions feel the urgence to solve problem of double imposition and non imposition phenomena left unsolved by the member states themselves, or by means of Double Taxation Conventions (DTCs). The tax co-ordination envisages means to do so. The theme is firstly envisaged by the unilateral and bilateral perspective, underlining the deficiencies of sovereignity methods in fronting the economies' integration problems. The theme is then pointed out by the perspective of EU Law. At a first level, by considering tax systems co-ordination methods envisaged by the Directives in matter of group-taxation. Then, monitoring the outgoing of co-ordination considered by three EU Communications dated 19 December 2006 (respectively targeted to the general problem of tax co-ordination, to the co-ordination between member states upon exit taxation, to the co-ordination upon consideraton of intra-EU losses). The issue is also considered by the point of view of the European Court of Justice. In this perspective, it's relevant to estabilish whether the ECJ has the power to compel the member states to structure each other their income tax systems, based on the application of the EU freedoms, with a view – in particular – to exit taxation policies, to intra-EU losses: a theme strictly linked to the view that is optioned out for the interpretation of EU non-discrimination clause (an overall approach facing the opposite per-country approach).
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I doveri e le responsabilità contabili nella corporate governance delle società di capitali / Los deberes y las responsabilidades contables en la corporate governance de las sociedades de capital / Accounting duties and liabilities in the corporate governance of public companies

Olmedo Peralta, Eugenio <1985> 22 March 2013 (has links)
La costruzione di un modello efficiente di corporate governance deve offrire una disciplina adeguata dei doveri contabili. Ciò nonostante, gli ordinamenti giuridici configurano i doveri di contabilità in modo incompleto, giacché l’inadempimento di questi non comporta una sanzione diretta per il soggetto inadempiente. Come informazione sulla situazione economica e finanziaria della società, esiste un interesse pubblico nella contabilità, e questa può servire come base di giudizio a soggetti interni ed esterni all’impresa, nell’adozione delle sue scelte. Disporre di un’informazione falsa o inesatta al riguardo può comportare un danno ingiustificato alla società stessa, ai soci o ai terzi, che potranno esercitare le azioni precise per il risarcimento del danno cagionato. Per evitare la produzione di questi danni, da una prospettiva preventiva, la corporate governance delle società di capitali può prevedere dei meccanismi di controllo che riducano il rischio di offrire un’informazione sbagliata. Questi controlli potranno essere esercitati da soggetti interni o esterni (revisori legali) alla struttura della società, ed avranno una configurazione diversa a seconda che le società adottino una struttura monistica o dualistica di governance. Questo ci colloca di fronte ad una eventuale situazione di concorrenza delle colpe, giacché i diversi soggetti che intervengono nel processo d’elaborazione dell’informazione contabile versano la sua attuazione sullo stesso documento: il bilancio. Risulta dunque cruciale determinare il contributo effettivo di ciascuno per analizzare il suo grado di responsabilità nella produzione del danno. / Getting an efficient model of corporate governance requires offering an appropriate design of accountability duties. Despite of that, the different legal systems configure these duties in an incomplete way, because the breach of these does not mean a direct sanction for the subject that has disobeyed them. As information about the economic and financial situation of the company, there’s a public interest on accountability, because this information could serve as the base considered by internal subjects and outsiders from the structure of the firm, for the adoption of their decisions. Having a wrong or inaccurate information about the truth situation of the company may produce an unjustified damage to the company itself, the shareholders or third parties. Therefore, these could suit actions to get a compensation of the damages they have suffered. To avoid the production of these damages, from a preventive point of view, corporate governance of public companies can set different sorts of control to reduce the risk of offering a wrong information. These controls could be settled using internal or external subjects (external auditor), and may have a different configuration depending on the monistic or dualistic structure of the company’s governance. This construction of duties and controls may produce an eventual situation of concurrency of faults, because the different subjects that can participate in the process of elaboration of the accounting information pour their contribution over the same document: the balance sheet. This makes crucial the task of determining the effective contribution of everyone, in order to analyse their level of responsibility in the production of the damage. / La construcción de un modelo eficiente de gobierno corporativo tiene que ofrecer una configuración adecuada de los deberes contables. Pese a ello, los ordenamientos jurídicos configuran los deberes contables de forma incompleta, porque el incumplimiento de éstos no lleva aparejada una sanción directa para el sujeto que los incumple. Como información sobre la situación económica y financiera de la sociedad, existe un interés público en la contabilidad, y ésta puede servir como base de juicio que empleen sujetos internos y externos a la empresa, para la adopción de sus decisiones. Disponer de una información falsa o inexacta al respecto puede derivar un daño injustificado a la propia sociedad, a los socios o a terceros, que podrán ejercitar las acciones precisas para el resarcimiento del daño producido. Para evitar la producción de estos daños, desde una perspectiva preventiva, la corporate governance de las sociedades de capital puede prever mecanismos de control que reduzcan el riesgo de ofrecer una información errónea. Estos controles se podrán ejercitar por parte de sujetos internos o externos (auditores) a la estructura de la sociedad, y tendrán una configuración distinta en función de que la sociedad adopte una estructura monista o dualista de gobierno. Ello nos sitúa de frente a una eventual situación de concurrencia de culpas, puesto que los distintos sujetos que intervienen en el proceso de elaboración de la información contable vuelcan su actuación sobre el mismo documento: las cuentas anuales. Resulta por tanto crucial determinar la contribución efectiva de cada uno para analizar su grado de responsabilidad en la producción del daño.
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Naturaleza jurídica del contrato de mediación / Legal nature of the mediation contract / Natura giuridica del contratto di mediazione

Macanas Vicente, Gabriel <1983> 22 March 2013 (has links)
Desde los plantemientos que entienden la mediación como una mera relación de hecho, se avanzará hasta la consideración de la misma como contrato. Para ello, se separarán las categorías o institutos que no se consideren adecuados a la naturaleza de la mediación, profundizando en sus estructuras más básicas, hasta llegar a la consideración contractual de la misma. Desde el contrato, se tratarán los elementos de sinalagmaticidad, principalidad, onerosidad o consensualidad, entre otras circunstancias, esenciales o naturales, antes de abordar la que quizá sea la circunstancia que merezca un tratamiento más especial: el riesgo aleatorio de la mediación. Además, al tratarse de contratos infrarregulados, la dimensión económica y efectiva de los mismos no sólo permite la reflexión, sino que impulsa la crítica y, si bien no puede ofrecer por sí misma respuestas, sí puede ayudar a descartar opciones menos adecuadas en cada caso. De todo lo anterior se concluirá una única categoría contractual, clara y precisa, enfrentada también a un análisis económico de cada uno de sus elementos, así como una confrontación con las propuestas, sobre los mismos supuestos, del Derecho contractual europeo. Así, se tratará de evaluar, en cada paso, que las conclusiones parciales sobre las que se asienten ulteriores estadios de la investigación no sólo resulten sistemáticas, sino también idóneas para alcanzar la finalidad de contrato y, a su través, la de las partes. El contrato resultante se encontrará categorizado, pero no por ello regulado. De ahí la necesidad, última, de ubicarlo en una categoría contractual más amplia que pueda informar dichos caracteres con una regulación suficiente, desde la que establecer una normatividad real. / From an approachment that considers the mediation as a simple factual relationship, consisting in a juridical act, it can be advanced to its consideration as a contract. With this objective, the separate categories or institutions considered inadequate to the nature of mediation will be analyze, in order to discover its fundamental structures, up to the consideration of the contract itself. In the perspective of the mediation as a contract, it will be dealt with issues such as the reciprocity of the obligations, the autonomy of the contract, onerous character of the relationship, or its consensuality; as well as other circumstances, essentials or naturals, before moving on to face the feature that probably deserves more attention: the random risk of the mediation. Based in the argumentation developed, it will come to define one category of contract, clear and precise, that will be put in connection with an economic analysis of each of its elements. In addition, based on the same assumptions, It will be proceed to a comparison with the most important proposals of European contract law. As a result, we have a contract defined as a category, but not adjusted. Therefore, the last step necessary will be to place it in a broader contractual category, able to inform such characters with a proper framework, from which an actual regulation can be established. / Dagli approcci che considerano la mediazione come una mera relazione di fatto, si avanzerà verso la considerazione della stessa come contratto. Con questo obiettivo, si separeranno le categorie o gli istituti ritenuti inadeguati rispetto alla natura della mediazione, per entrare nei dettagli delle sue strutture fondamentali, fino ad arrivare alla considerazione contrattuale della stessa. Dalla prospettiva contrattuale, si tratteranno elementi quali la sinallagmaticità, la principalità, l’onerosità o la consensualità, oltre ad altre circostanze, essenziali o naturali, per poi passare ad affrontare la caratteristica che probabilmente merita maggiore riflessione: il rischio aleatorio della mediazione. Al trattarsi di un contratto poco regolato, la sua dimensione economica ed i suoi effetti non solo permettono la riflessione, ma favoriscono anche la critica. La quale, benché non possa offrire da sola risposte sufficienti, sì che può aiutare a scartare le opzioni meno idonee in ogni caso specifico. Sulla base di quanto esposto finora, si arriverà a delineare un’unica categoria contrattuale, il più possibile chiara e precisa, messa in relazione anche con un’analisi economica di ognuno dei suoi elementi costitutivi; inoltre, partendo dagli stessi presupposti, si procederà a una comparazione con le proposte del Diritto contrattuale europeo. Come risultato avremo un contratto definito come categoria, ma non per questo regolato. Dunque, l’ultimo passo necessario consistirà nell’inserirlo in una categoria contrattuale più ampia, capace di rendere conto delle sue caratteristiche con una regolazione sufficiente, a partire dalla quale stabilire una normatività reale. In questo senso, ci si propone di valutare, in ognuna delle fasi, che le conclusioni parziali su cui si fonderanno i successivi stadi della ricerca non soltanto siano sistematiche, ma anche idonee ai fini di garantire lo scopo del contratto e, quindi, delle parti.
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La fusión transfronteriza de sociedades en el derecho europeo. / Cross-border mergers in the European Law. / La fusione transfrontaliera di società nel diritto europeo.

Buendia Saorin, Gabriel <1984> 22 March 2013 (has links)
La libertad de establecimiento y la movilidad de las empresas juegan un papel fundamental en el proceso comunitario de integración. Las empresas buscan nuevas formas de cooperación e integración que les permitan ocupar cuotas de mercado cada vez más importantes. De entre las modalidades de integración y cooperación que tienen a su disposición, la fusión transfronteriza de sociedades es, sin duda, una de las más relevantes. Es evidente que las fusiones de sociedades pertenecientes a Estados miembros distintos podrían tener una enorme importancia en el proceso de integración del mercado único. Sin embargo, la posibilidad de llevar a cabo con éxito una fusión transfronteriza en el ámbito comunitario era improbable hasta época reciente. Dos tipos de impedimentos la dificultaban: por una parte, obstáculos a la libertad de establecimiento por parte de los ordenamientos jurídicos de los Estados miembros; por otro, obstáculos de Derecho internacional privado. En cambio, hoy la mayor parte de estos impedimentos han sido superados gracias, en primer lugar, al progresivo reconocimiento del derecho de establecimiento de las sociedades por el Tribunal de Justicia, y en segundo, a la importante Directiva 2005/56/CE relativa a las fusiones transfronterizas de sociedades de capital. Esta Directiva impone a los Estados miembros una serie de normas de mínimos de derecho material a fin de armonizar la tutela de los intereses de los sujetos implicados más débiles (sobre todo, los trabajadores y los socios). De igual manera, establece una serie de normas de conflicto para resolver la cuestión de la ley aplicable a las fusiones transfronterizas. Este trabajo tiene como objetivo principal valorar la relevancia de los pronunciamientos del Tribunal de Justicia y de las actuaciones del legislador europeo orientados a impedir las restricciones a las fusiones transfronterizas de sociedades en el territorio comunitario. / Freedom of establishment and cross-border mobility of companies play a fundamental role in the European process of integration. Companies seek new ways to cooperate and associate which might help them to hold increasingly more important market shares. Among the different cooperation and association methods they can choose from, cross-border mergers are definitely one of the most significant. It is clear that mergers between companies from different Member States could have a great influence on the integration process of the Single Market. Nevertheless, the possibility of successfully completing a cross-border merger in the European Community was unlikely until recent years. Two types of impediments could be distinguished: on the one hand, obstacles to the freedom of establishment set by the Member States; on the other hand, obstacles that stemmed from International Private Law rules. However, today most of those impediments have been overcome, first of all thanks to the gradual recognition of companies’ right of establishment by the Court of Justice, but also to the very important Directive 2005/56/CE on cross-border mergers of limited liability companies. This Directive imposed on the Member States a number of material rules of minimum standards with the intention of harmonizing the protection of the interests of the weakest parties involved (especially employees and members of the company). Likewise, it sets a number of conflict-of-law rules in order to answer the question of the Law applicable to cross-border mergers. The overall aim of this thesis is to assess the relevance of the rulings of the Court of Justice, as well as that of the interventions of the European legislator directed at preventing any restriction to cross-border mergers within the European territory. / Nel processo comunitario d’integrazione, la libertà di stabilimento e la mobilità delle imprese assumono un ruolo fondamentale. L’impresa ricerca nuove forme di cooperazione ed integrazione in modo da poter occupare quote di mercato sempre più importanti. Fra le modalità d’integrazione e cooperazione che le imprese hanno a loro disposizione, la fusione transfrontaliera di società è sicuramente una delle più rilevanti. È evidente que le fusioni di società appartenenti a Stati membri diversi potrebbero avere un’enorme importanza ai fini dell’integrazione del mercato unico. Tuttavia, la possibilità di realizzare con successo una fusione transfrontaliera di società in ambito comunitario era improbabile fino a tempi recenti. Due categorie di impedimenti la rendevano difficile: da un lato, ostacoli alla libertà di stabilimento da parti degli ordinamenti giuridici degli Stati membri; dall’altro, ostacoli di Diritto internazionale privato. Oggi però la maggior parte di questi impedimenti sono stati superati grazie, da un lato, al progressivo riconoscimento da parte della Corte di Giustizia del diritto di stabilimento delle società e, dall’altro, all’importante la Direttiva 2005/56/CE relativa alle fusioni transfrontaliere di società di capitali. Questa Direttiva impone agli Stati membri una serie di norme minime di diritto materiale al fine di armonizzare la tutela degli interessi dei soggetti coinvolti piè deboli (soprattutto lavoratori e soci). Allo stesso modo, pone in essere una serie di norme di conflitto per risolvere la questione della legge applicabile alle fusioni transfrontaliere. Il presente lavoro si pone come obiettivo principale quello di valutare la rilevanza delle pronunce della Corte di Giustizia e degli interventi del legislatore europeo volti ad impedire le restrizioni alle fusioni transfrontaliere di società nel territorio comunitario.
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Concorrenza fiscale nell'Unione Europea: profili nazionali e ordinamentali / Tax competition in the European Union: legal and national profiles

Martin Rodriguez, Jose Miguel <1984> 22 March 2013 (has links)
Lo scopo di questa ricerca è stato quello di offrire una visione sistematica per lo studio del fenomeno della concorrenza fiscale nel quadro dell'UE. In questo modo, dopo approfondire nel concetto, gli effetti e le teorie economiche che sviluppano la concorrenza fiscale, abbiamo analizzato le condizioni generali di svolgimento della concorrenza fiscale nell'UE, con particolare attenzione alla pratica dell’arbitrio fiscale per privati ed imprese. Questo schema lo abbiamo successivamente trasferito a due campi che finora avevano ricevuto poca attenzione dottrinale: l'imposizione indiretta (IVA e accise) e la tassazione delle persone fisiche. Infine, abbiamo aggiornato lo studio dei due strumenti tradizionali di lotta contro la concorrenza fiscale dannosa: il Codice di condotta in materia di tassazione delle imprese e il regime degli aiuti di Stato. Le sfide dell'Unione europea ci impongono di prendere una visione critica che abbiamo cercato di estendere a tutto il nostro lavoro. / The objective of this research has been to offer a systematic vision for the study of the tax competition phenomena within the EU. In this way, after deepening in the concept, the effects and the economic theories that have studied tax competition, we have a developed a scheme of the general conditions for its development, with special attention to the concept of tax arbitrage. This scheme have subsequently used to study two fields that up to now had received little attention from the doctrine: the indirect taxation (VAT and excise duties) and the taxation of individuals. Finally, we have updated the analysis of the two instruments which traditionally monopolized the studies in this field: the Code of Conduct for business taxation and the State aid regime. The challenges and difficulties that the EU faces has pushed ourselves into a critical view that we have tried to extend to all our work.

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