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Frammenti di Erodoto: Problemi e metodi nello studio della storiografia frammentaria / Fragments of Herodotus: problems and methodology in the study of fragmentary historiography

Liuzzo, Pietro Maria <1985> 23 May 2014 (has links)
Il percorso sui Frammenti di Erodoto è cronologico. L'introduzione presenta criteri di lavoro, un esempio di studio sul Proemio delle Storie e la struttura generale. Per ogni momento è preso in considerazione un fenomeno particolare con un esempio. Il primo caso è contemporaneo ad Erodoto. Si tratta di un test che riguarda la criticità di alcuni concetti chiave tradizionali: intertestualità e riferimenti letterali. Il secondo capitolo è uno studio sulla storiografica di IV secolo a.C., periodo di fioritura e determinazione delle norme del genere. Qui si mettono in luce la criticità dei frammenti multipli aprendo in questo modo ampie possibilità di ricerca. Il capitolo successivo, sulla tradizione papiracea mostra il passaggio storico tra la tradizione indiretta a la tradizione manoscritta e permette uno sguardo all'epoca alessandrina. Include un catalogo ed alcuni aggiornamenti. Il capitolo quinto pone invece problemi tradizionali di trasmissione delle tradizioni storiche affrontando lo studio di FGrHist 104, testo che permette di osservare passaggi della storiografia di quinto e quarto secolo avanti Cristo. I due capitoli sulle immagini e sul Rinascimento, paralleli per quanto riguarda i riferimenti cronologici, offrono un ponte per passare dal discorso storiografico a quello in cui la consapevolezza di Erodoto è già maturata come parte della ”cultura”. Alto Medioevo, Umanesimo e Rinascimento offrono spazio a storie delle Storie che iniziano ad essere quasi di ricezione di Erodoto. Questo tema è l'oggetto dei due capitoli finali, studi legati alla presenza o assenza di Erodoto in discipline e pensieri moderni e contemporanei: il pensiero di genere e l’analisi conversazionale. Le appendici completano soprattutto il capitolo su Aristodemo con uno studio sul codice che lo trasmette, il papiro P.Oxy 2469 e il testo stesso, con traduzione e commento storico. Il lavoro si completa con una premessa, una bibliografia strutturata e indici di persone e passi citati. / The thesis on the fragments of Herodotus has a chronological structure. The introduction sets criteria, with an example about the Proemium. Each period is considered through a phenomenon and an example. the first case is contemporary to Herodotus, it is a test of key concepts as intertextuality and direct quotations. the second chapter studies the historiography of the IV century B.C., a period in which the genre flourished and defined its own rules. here are highlighted the problems of multiple fragments which in turn open to new possibilities for research. the following chapter presents through the papyrological tradition, the passage from indirect to manuscript tradition and allows to glance at the alexandrinian period. It includes a catalogue. The fifth chapter faces problems of transmission of historical traditions looking a late text, FGrHist 104, which has remains of historiography of the V and IV century B.C.. The chapters on images and the Renaissance are chronologically parallel and offer a bridge from the historiographic discourse to the period in which Herodotus' presence in culture was established. Middle Ages, Umanesimo and Renaissance contain stories of the Stories introducing the reception of Herodotus. This is the theme of the two final chapters, which look at Herodotus in two modern disciplines: Gendre Studies and Conversation Analysis. The appendixes complete the fifth chapter with presentations of the manuscript and of P.Oxy 2469, the text, translation and commentary to the text. The thesis is completed by a foreword, a structured bibliography and indexes.
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Da Laodice I a Laodice III: l'orizzonte politico delle regine seleucidi / From Laodice I to Laodice III: The Political Horizon of Seleucid Queens

D’Agostini, Monica <1984> 16 September 2013 (has links)
Questo studio indaga la tradizione storiografica sulle regine seleucidi di III secolo a.C. - da Laodice I fino all’ascesa al trono di Laodice III - alla luce delle testimonianze documentarie. L’intento è stabilire l’orizzonte politico dell’azione delle regine nel momento meno conosciuto e più buio della storia del regno di Siria. Il III secolo seleucidico è infatti un periodo caratterizzato da incertezza nella ricostruzione evenemenziale e nell’analisi delle dinamiche sociopolitiche, soprattutto a causa dell’interesse relativo e limitato delle fonti storiografiche antiche a noi giunte relativamente alle vicende della monarchia seleucidica precedenti l’avvento di Antioco III il Grande. In questo panorama rappresenta un’eccezione il caso di Laodice I, che è al centro di un rilevante numero di testimonianze. Tenendo conto della differente natura delle fonti e della complessità del contesto evenemenziale, non sempre ricostruibile, è stata studiata la figura di Laodice I nell’intento di comprendere il paradigma di regalità femminile stabilito dalle azioni della regina, e quindi l’influenza di tale paradigma sulla generazione seleucide successiva. La ricerca si articola in tre sezioni, legate agli eventi principali del III secolo seleucide che vedono coinvolta la regina. La prima parte è dedicata all’attività di Laodice I dopo il secondo matrimonio di Antioco II con la tolemaica Berenice. La seconda parte riguarda il ruolo di Laodice nei complessi eventi che seguirono la morte del marito Antioco II nel 246 e nella Terza Guerra Siriaca, che vide la regina a fianco del figlio Seleuco II contrapporsi a Tolemeo III e Berenice Sira. La terza sezione si occupa dell’azione di Laodice I nella Guerra Fraterna al fianco di Antioco Ierace contro Seleuco II e Laodice II. Nella conclusione si riflette sull’influenza delle azioni politiche di Laodice I sulla scelta di Antioco III di sposare la cugina Laodice III, prima principessa del Ponto entrata nella dinastia regnante. / This research investigates the historiographical tradition on Seleucid queens of III century BCE - from Laodice III to the rise to the throne of Laodice III- according to the documentary evidences. The aim is to define the political horizon of the queen’s action in the darkest period of the kingdom of Syria. The III century of Seleucid history is actually characterized by uncertainty in the event reconstruction and in the analysis of the socio-political features. This is mainly due to the poor interest of the ancient historiographical sources into the history of the Seleucid kingdom prior to Antiochus III the Great. A clear exception to this situation is represented by the case of Laodice I, who is the focus of a relevant number of ancient testimonies. Therefore, according to the different nature of the ancient sources and to the complexity of the historical context, Laodice I has been studied in order to define the paradigm of queenship she built through her actions, and to understand how this paradigm affected the next Seleucid generation.
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Lorenzo Costa pittore di corte a Mantova: 1506-1535

Secci, Barbara <1972> 03 July 2007 (has links)
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Linguaggi d'immortalità nella Sparta del VII secolo a.C.

Sansone di Campobianco, Luca <1979> 05 May 2008 (has links)
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Studi su Cimone. Saggio di storia greca, ca. 478-461 a.C. / Studies on Cimon. Essay in Greek history, ca. 478-461 b.C.

Zaccarini, Matteo <1980> 16 September 2013 (has links)
La monografia propone un’analisi del periodo ca. 478-461 a.C. della storia ateniese e delle vicende di Cimone figlio di Milziade entro il contesto contemporaneo. Lo studio dell’Atene, e più in generale di varie realtà elleniche affacciate sull’Egeo, negli immediati anni ‘post-persiani’ si articola in due parti: la prima ripercorre in senso cronologico le notizie, essenzialmente letterarie, disponibili in merito alle attività politiche e militari di Atene, quale guida dell’alleanza greca; la seconda trae conclusioni di respiro più ampio, fondate sull’analisi precedente, e cerca una sintesi del periodo e del personaggio nel superamento di stereotipi e condizionamenti letterari. In tale ottica si esprime una riflessione, a partire dalla scarna trattazione tucididea, sui meccanismi attraverso i quali la tradizione ha deformato e sedimentato le informazioni disponibili generando un progressivo arricchimento che ha portato alla definizione, di fatto, di una ‘era cimoniana’ che è possibile mettere in discussione in alcuni tratti essenziali. Si mira dunque a proporre una valutazione del periodo priva di alcuni elementi, in ultimo evidenti soprattutto nell’approccio plutarcheo alla materia, che appaiono alieni al contesto di riferimento per la prima parte del V secolo: i temi principali ai quali si dedica la riflessione sono quelli dell’imperialismo ateniese, del filolaconismo, della bipolarità tra democrazia e oligarchia, della propaganda politico-mitologica. Il rapporto di Atene con Sparta, con gli Ioni e con le altre realtà del mondo egeo viene letto alla luce degli indizi disponibili sul clima di incertezza e di delicati equilibri creatosi all’indomani della ritirata delle forze persiane. Il ritratto di Cimone che si propone è quello di una figura indubbiamente significativa nella politica contemporanea ma, al contempo, fortemente condizionata e talora adombrata da dinamiche in qualche modo condivise all’interno dello scenario politico ateniese, improntato alla soddisfazione di necessità e volontà che la tradizione renderà archetipiche del paradigma democratico. / The monograph proposes an analysis of the period ca. 478-461 b.C. of Athenian history and of the events related to Cimon, son of Miltiades, within the contemporary context. The study of Athens, and more in general of various Aegean Hellenic communities, during the first ‘post-Persian’ years, is organised into two parts: the former reviews in chronological order available evidence, mostly literary, on political and military activities of Athens, as leader of the Hellenic alliance; the latter offers a broader view based on the previous analysis, looking for an assessment of the period and of the character leaving apart literary stereotypes and conditionings. Within such an approach I propose a reflection, moving from the brief Thucydidean treatment, on the dynamics through which tradition has deformed and settled available information, leading to the definition of a ‘Cimonian era’ which is possible to question in some of its fundamental traits. I thus aim to propose an assessment of the period devoid of several elements, essentially prominent in the Plutarchean approach, which appear alien to the context of the former part of the V century: the main themes are those of Athenian imperialism, of philolaconism, of democracy/oligarchy bipolarity and of political and mythological propaganda. The contacts of Athens with Sparta, the Ionians, and further entities of the Aegean world is read in the light of available evidence about the character of the instability and weak balance born in the aftermath of the withdrawal of Persian forces. The proposed portrait of Cimon is that of an undoubtedly prominent figure in contemporary politics but, at the same time, one who was strongly influenced and sometime shrouded by the Athenian political scenario, characterised by the need and will to fulfil those objectives which tradition would turn into archetypical elements of the democratic paradigm.
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Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. / Epigraphic materials for the reconstruction of interaction in the Mediterranean Sea between 1200 to 500 BC.

Attardo, Ezio Ciro <1956> 16 September 2013 (has links)
La Tesi Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. si propone di illustrare i complessi rapporti instauratisi tra i vari popoli che si affacciarono sulle rive del Mediterraneo e nelle sue vicinanze, tra il 1200 e il 500 a.C. circa, quali emergono dalle iscrizioni disponibili, principalmente greche e semitiche (soprattutto fenicie, ebraiche, aramaiche e assire), prendendo tuttavia in esame anche iscrizioni ittite, egiziane, frigie, etrusche e celtiche. Le date suddette riguardano due eventi cruciali, che sconvolsero il Mediterraneo: gli attacchi dei Popoli del Mare, che distrussero l'Impero Ittita e indebolirono l'Egitto, e le guerre Persiane. Le iscrizioni riportate sono 1546, quasi sempre traslitterate, tradotte, e accompagnate da un'immagine, da riferimenti bibliografici essenziali e da una breve motivazione del collegamento proposto. Il quadro che si delinea ben testimonia la complessità dei rapporti che si intrecciarono in quel periodo: si pensi alle centinaia di graffiti greci trovati a Naucrati, in Egitto, o alle decine di iscrizioni greche trovate a Gravisca. Anche le iscrizioni aramaiche e assire attestano gli stretti rapporti che si formarono tra Siria e Mesopotamia; ugualmente Iran e Arabia sono, direttamente o indirettamente, collegati a Etruria e Grecia; così troviamo un'iscrizione greca nel cuore dell'Impero Persiano, e un cratere laconico nel centro della Gallia. In realtà lo scopo di questo lavoro è anche quello di mettere in contatto due mondi sostanzialmente separati, ossia quello dei Semitisti e quello dei Grecisti, che solo apparentemente si conoscono e collaborano. Inoltre vorrei soavemente insinuare l'idea che la tesi di Joseph Naveh, che ipotizzò che gli alfabeti greci abbiano tratto origine in prima istanza dalle iscrizioni protocananaiche, nel XII sec. a.C., è valida, e che solo in un secondo tempo i Fenici abbiano dato il loro apporto. / My Degree Thesis Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. intends to illustrate the complex relations, established among the various peoples settled in the Mediterranean sea-shores and in their vicinity, between 1200 B.C. and 500 B.C., which can be seen in the available inscriptions, above all the Greek and Semitic ones (Phoenician, Hebrew, Aramaic and Assyrian); but in this Degree Thesis I consider also the Hittite, Egyptian, Phrygian, Etrusk, and Celtic inscriptions, et cetera. The above mentioned dates concern two crucial events, which perturbed the Mediterranean Sea: the attacks of the Sea Peoples, which destroyed the Hittite Empire and weakened the Egypt, and the so-called Persian wars. The considered inscriptions are 1546, almost always transliterated, translated, with a photo or a drawing, essential bibliography and a very little comment. The drawn picture well attests the complexity of the relations in that period: we must consider the hundreds of Greek graffiti found in Naukratis, in Egypt, or the tens of Greek inscriptions discovered at Gravisca. Also the Aramaic and Assyrian inscriptions attest intense relations between Syria and Mesopotamia. Also Iran and Arabia show, directly or indirectly, connections with Greece and Etruria. With my work I hope to suggest the idea that it is necessary the scholars of Greek and Semitic things cooperate to the reconstruction of four centuries of the History of the Near Eastern, and that the theory of Joseph Naveh, who hypothesized the Greek alphabets originated in the 12th century in the Canaanite coast, is valid.
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Acta andreae et bartholomaei (bhg 2056, cant 238): Edizione critica e commento della versione greca / Acta andreae et bartholomaei (bhg 2056, cant 238): critical edtion and commentary of the greek version

Martelli, Luna <1985> 21 May 2015 (has links)
Gli Atti di Andrea e Bartolomeo sono un testo cristiano apocrifo, probabilmente ascrivibile al V secolo d.C. e collocabile in àmbito egizio. Tale testo è tramandato in greco, copto, arabo ed etiopico e il presente lavoro consiste nell’edizione critica della versione greca, sinora inedita. La storia narra l’evangelizzazione della Partia per opera degli apostoli Andrea e Bartolomeo e di un antropofago dalle sembianze mostruose (Cristomeo/ Cristiano), convertito al cristianesimo e divenuto instrumentum fidei. / The Acts of Andrew and Bartholomew is an apocryphal Christian text, probably ascribable to V century A.D. and to an Egyptian background. This text is transmitted in Greek, Coptic, Arabic and Ethiopian and the present work consists of a critical edition of the Greek version, still inedited. The story tells about the evangelization of Parthia through the apostles Andrew and Bartholomew and through an anthropophagus with monstrous aspect (Cristomaios/Christian), who was converted and became instrumentum fidei.
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Perdere la testa. La morte di Orfeo, Gustave Moreau, l'arte simbolista: itinerari transculturali

Trentin, Bijoy <1980> 28 May 2009 (has links)
Considerando la figura di Orfeo, si mette in luce la ricezione del mito della morte di questo personaggio leggendario nell’arte simbolista, con particolare attenzione per Gustave Moreau. Il lavoro di ricerca vuole approfondire anche la natura epistemologica e metodologica dello studio della sopravvivenza dei classici, prediligendo i processi di tipo comparatistico e quelli che si rifanno alla grande categoria dei Cultural Studies, intendendo attraversare i confini, le barriere, le frontiere, i limiti delle discipline tradizionalmente intese. Viene cosí presa in considerazione anche l’interazione tra cultura verbale, scritta, letteraria e cultura visuale, sottolineando i meccanismi di transtestualità, nelle loro valenze e potenzialità di ibridazione e contaminazione. Si punta, dunque, non solo sulla superificie tematica specifica ma anche sulla filigrana dei procedimenti di legittimazione scientifica e della prasseologia di questa specifica area filologica transdisciplinare.
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Studies on the dual in Mycenaean, in the Homeric poetry and in the Attic Theatre of the 5th century — morphological, dialectal and stylistical variations / Studi sul duale in miceneo, nella poesia omerica e nel teatro attico del V secolo — variazioni morfologiche, dialettali, stilistiche

Fero, Barbara <1983> 23 May 2013 (has links)
The present dissertation focuses on the dual number in Ancient Greek in a diachronical lapse stretching from the Mycenaean age to the Attic Drama and Comedy of the 5th century BC. In the first chapter morphological issues are addressed, chiefly in a comparative perspective. The Indo European evidence on the dual is hence gathered in order to sketch patterns of grammaticalisation and paradigmatisation of specific grams, growing increasingly functional within the Greek domain. In the second chapter syntactical problems are tackled. After a survey of scholarly literature on the Greek dual, we engage in a functional and typological approach, in order to disentangle some biased assessments on the dual, namely its alleged lack of regularity and intermittent agreement. Some recent frameworks in General Linguistics provide useful grounds for casting new light on the subject. Internal Reconstruction, for instance, supports the facultativity of the dual in each and every stage of its development; Typology and the Animacy Hierarcy add precious cross linguistical insight on the behaviour of the dual toward agreement. Glaring differences also arise as to the adoption — or avoidance — of the dual by different authors. Idiolectal varieties prove in fact conditioned by stylistical and register necessity. By means of a comparison among Epics, Tragedy and Comedy it is possible to enhance differences in the evaluation of the dual, which led sometimes to forms of ‘censure’ — thus triggering the onset of competing strategies to express duality. The last two chapters delve into the tantalising variety of the Homeric evidence, first of all in an account of the notorious issue of the Embassy of Iliad IX, and last in a commentary of all significant Homeric duals — mostly represented by archaisms, formulae, and ad hoc coinages. / La dissertazione verte sullo stato del duale in Greco, a partire dalle testimonianze attestate le tavolette micenee, attraverso l'epica omerica, fino alla produzione teatrale attica di quinto secolo. Il primo capitolo, di taglio morfologico, investiga il duale da un punto di vista flessionale, osservando come cronologicamente si verifichi un sempre maggiore inquadramento in paradigmi, grazie all'azione pervasiva di adeguamenti analogici. Il secondo capitolo si propone di smantellare alcuni falsi assunti che hanno dominato la critica, quali la mancanza di regolarità del duale, sempre visto 'in punto di morte'. Lungi dall'esser morente, il duale appare piuttosto facoltativo - come la Tipologia linguistica sembra confermare. Attraverso l'Animacy Hierarchy è possibile osservare tendenze e un certo grado di coerenza interna nell'adozione del duale. Infine, il diverso comportamento rispetto al duale dell'epica e degli autori tragici, con la controprova offerta da Aristofane, denuncia una diversa percezione stilistica della marca nei due àmbiti - in altre parole, un diverso livello di registro. L'ultima parte della trattazione si dedica alle questioni più propriamente omeriche, vertendo sul duale inclusivo, sulla nota ambasciata del IX canto dell'Iliade, e su un commentario a tutte le forme di duale portatrici di peculiarità morfologiche, arcaizzanti, formulari.
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Poesia e società: comunicazione poetica e formazioni sociali nella Lesbo del VII/VI secolo a.C.

Caciagli, Stefano <1979> 17 May 2007 (has links)
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