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GEOGRAFIE APOLLONIANE. TRADIZIONI POETICHE ED EPICORICHE, CULTI MISTERICI, POLITICA DIETRO I TOPONIMI DELLE ARGONAUTICHE

MASSARI, PIETRO 08 June 2017 (has links)
La ricerca è dedicata a un'indagine puntuale di tutti i toponimi e degli etnici del poema epico ellenistico Argonautikà di Apollonio Rodio. L'analisi, oltre alla valorizzazione di singoli elementi dal punto di vista letterario, ha permesso di individuare numerosi richiami interni, che delineano un'indiretta ma chiara struttura, fino ad ora mai notata. Una parte dei toponimi è stata infatti scelta dal poeta per alludere, contemporaneamente alla narrazione mitica, a culti misterici dionisiaci ed eleusini, contaminati non senza influssi orfici. Il prodotto estremo di tale procedimento è la delineazione, nel IV libro, di un itinerario misterico attraverso l'Attica fino a Eleusi, presentato in filigrana grazie alla manipolazione di omonimie ed eponimie, che consentirono all'autore una sorta di narrazione doppia. Inoltre, la ricerca conferma il forte legame dell'opera con il contesto tolemaico in cui ebbe luce e che condizionò i riferimenti a personaggi della corte quali Timostene di Rodi e Patroclo di Macedonia. / My research is focused on Apollonius Rhodius and deals with the toponymies and ethnonymies named by the poet in his epic poem Argonautikà. These tell much more than simple geography and often hint at myths, local traditions, contemporary court men of the Ptolemaic kingdom (such as Timosthenes of Rhodes and Patroclus of Macedon) and mystery cults (Orphic, Dionysian and Eleusinian, in a very blended form of syncretism). Following homonymies and eponymies I have also been able to discover a second parallel itinerary through Attica, designed by Apollonius behind the main return route of Argo.
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Ricerche sul greco di Marco Aurelio Antonino

MARINO, EMILIO 26 March 2010 (has links)
Il lavoro consiste nell'analisi dei tratti peculiari della lingua delle Meditazioni dell'imperatore Marco Aurelio Antonino in relazione alla prosa imperiale coeva all'autore; nel contempo la ricerca mira a riconoscere una possibile influenza della lingua latina nella stesura del trattato. / The work is about the language of Marcus Aurelius's Meditations compared to the imperial contemporary prose and tries to find influences of Latin language in the composition of the treatise.
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Re Filippo V, i Macedoni e le leghe greche (229-217 a.C.) / KING PHILIP V. THE MACEDONIANS AND THE GREEK LAEGUES (229-217 B.C.)

D'AGOSTINI, MONICA 01 March 2018 (has links)
Sebbene Filippo V sia uno dei monarchi antichi meglio attestati nella tradizione letteraria ed epigrafica, la complessità della sua regalità sfugge ancora alla ricerca storica moderna, che finora ha preferito concentrarsi sulla coeva espansione romana nel Mediterraneo. Dopo la vecchia monografia di Walbank (1940; 19602), la tesi costituisce dunque la prima analisi politica della basileia di Filippo V e della sua relazione con le leghe greche alla fine del III secolo a.C. La ricerca collega all'orizzonte politico e istituzionale ellenistico i primi 12 anni di governo di Filippo V (229-217 a.C.) ripercorrendo le fasi dell’azione politica del re: una prima fase riguarda principalmente il ruolo di Filippo durante la reggenza e il regno di Antigono Dosone; una seconda fase esplora tra il 222 e il 220 l'inizio della guerra con gli Etoli; una terza sezione è dedicata all'apertura di un fronte navale nel 219 e al successo della campagna etolica. La quarta parte indaga sull'impegno del 218 in Peloponneso di Filippo, mentre l'ultima sezione approfondisce l’azione diplomatica e militare di Filippo nel 217 e gli accordi di pace a Naupatto. Anche grazie alla buona documentazione epigrafica e letteraria, Filippo V è un paradigma unico per ridefinire il significato della regalità ellenistica. Considerando i suoi legami dinastici, la politica giudiziaria, le innovazioni militari, le relazioni diplomatiche e le riforme amministrative prima dell'intervento romano in Oriente, la ricerca tenta di fornire una prima descrizione e un'analisi della monarchia macedone matura e della sua relazione con il mondo greco; cerca inoltre di stabilire le caratteristiche della regalità ellenistica macedone nel momento dell’incontro con la potenza romana, nel tentativo di distinguere le sue peculiarità nel III secolo rispetto a quelle dell'età di Alessandro, a prescindere dalle deformazioni della propaganda di parte romana. / Although Philip V is one of the best epigraphically and literarily attested ancient monarchs, the structure, performance, and the rationale of his kingship still elude modern scholarship, which has hitherto preferred to focus on the coeval Roman expansion in the Mediterranean. The following is the first political analysis of the ancient Macedonian basileia and its relation with the Greek Leagues at the end of the 3rd century BC. The research connects the first 12 years of rule of Philip V (229-217 BC.) to the Hellenistic political and institutional horizon, and distinguishes five chronological stages of Philip’s reign according to the political agency of the king: an early stage between Demetrios II’s death in 229 and 222, mainly concerned with Philip’s role during Antigonos Doson’s rule and the ascension to the throne; a second phase between 222 and 220 exploring the beginning of the war with the Aitolians; a third section devoted to the opening of a naval front in 219 and the successful Aitolian campaign. Part four investigates Philip’s 218 Peloponnesian engagement, while the last section expands on Philip’s 217 diplomatic and military agency and the peace agreements in Naupactos. Considering his dynastic ties, court politics, military innovations, diplomatic relations and administrative reforms before the Roman intervention in the East, the work attempts to provide a source-based first description and analysis of the mature Macedonian monarchy and its relation with the Greek world. It tries to establish the features of the Mediterranean kingship encountered by the Roman expansion, in the attempt to distinguish those attested in 3rd century Macedonia from those inferred from Alexander’s age evidence, and from the Roman biased propaganda.
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Commento a il Simposio di Lapiti di Luciano di Samosata

ZANOTTI FREGONARA, ANNALISA 30 March 2007 (has links)
Il lavoro è un commento continuo al dialogo "Il simposio o i lapiti" di Luciano di Samosata, con una propria traduzione in lingua italiana. Oltre ai problemi linguistici, testuali, contenutistici e stilistici dell'opera, particolare attenzione è stata dedicata anche agli aspetti antiquari e archeologici del momento simposiale. / This work is a commentary on the dialogue the symposium or the lapiths written by Lucian of samosata, with an Italian translation. In addition to the linguistic, textual, stylistic problems, I paid also attention to archaeological matters relating to the symposion.
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L'Antiope di Euripide

Biga, Anna Miriam January 2014 (has links)
Il presente lavoro si propone come un commento all'Antiope di Euripide. Dopo una rapida analisi delle testimonianze letterarie ed iconografiche che ci parlano delle vicende portate sulla scena, si è proposta una ricostruzione della trama della tragedia. A questa sezione fa seguito un'analisi puntuale dei singoli frammenti. Particolare attenzione è dedicata all'agone tra Amfione e Zeto, l'episodio che pare aver goduto in antico di maggior fortuna; per questa sezione si è proposta un'analisi di temi e problemi dibattuti dai due personaggi, anche in rapporto ad analoghe riflessioni riscontrabili in testi cronologicamente prossimi.
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Francisci Porti Cretensis Commentaria in Aeschyli Tragoedias

Tavonatti, Paolo January 2010 (has links)
La tesi contiene l'editio princeps dei Commentaria dell'umanista cretese Francesco Porto (1511-1581) alle tragedie superstiti di Eschilo, primo commentario della tradizione occidentale all'intero corpus dell'Eleusino. L'edizione critica è preceduta da un'introduzione storico-biografica, in cui si indagano i contesti culturali in cui ha operato l'autore e che hanno influito sulla sua attività intellettuale. Segue un capitolo più generale sull'esegesi eschilea di Porto e sulla contestualizzazione dei Commentaria nel genere del commentario umanistico. L'edizione è accompagnata da un commento dei Commentaria, analizzati da un punto di vista non solo strettamente filologico, ma anche storico, retorico e stilistico.
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L'intertextualité comme procédé dramaturgique dans Hécube et Les Troyennes d'Euripide

Wach, Aurelie January 2012 (has links)
This study investigates the question of how intertextuality is used as a dramaturgical device in Euripides’ Hecuba and Troades. The intertexts considered here are the Homeric epics and Aeschylus’ Agamemnon. After a presentation of the problems raised by the use of the notion of “intertextuality” in the field of ancient Greek literature, and more specifically Greek theatre, the two dramas are each studied in depth. Chapters I to IV are concerned with the stasima of these plays and raise the question of the specific manner in which intertextuality is inscribed in the lyrical language of the chorus. The stasima are considered from a global perspective in order to highlight their function as a guiding thread running through each drama. The following chapters deal with extended portions of Hecuba and Troades. The use of intertextuality in the representation of the sacrifice of Polyxena is studied in Chapter V, whereas Chapter VI deals with the double intertextual allusion (both to the Odyssey and to the Agamemnon) engaged in by Euripides in his representation of Hecuba’s revenge (in Hecuba). Chapters VII and VIII are about the Troades, focusing firstly on the Cassandra scene, which is compared with the Cassandra scene in Aeschylus’ Agamemnon, reworked here by Euripides. Secondly there is the scene involving Helen, where Euripides builds up the tensions of the agôn by basing it on a precise passage of Iliad III – which, in the light of the positions taken by the two characters, he purposely renders even more problematic than it is in Homer. The conclusion presents the results of this inquiry into the functioning and possible purposes of intertextuality in Greek tragedy.
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L'eroe satirico di Luciano tra Aristofane e Platone

Deriu, Morena January 2013 (has links)
Tra le caratteristiche costitutive della produzione di Luciano di Samosata, la mixis è una dimensione fondamentale, attiva a vari livelli. Fra questi rientra anche la caratterizzazione dei protagonisti dei dialoghi e, in particolar modo, dei personaggi satirici, portavoce del messaggio autoriale e, per ciò stesso, in parte ma non totalmente identificabili con Luciano. L'analisi di queste figure mostra come gli archetipi comico, platonico e menippeo (identificati come tali dall'autore in Bis acc. 33) intervengano nella creazione del personaggio satirico, non senza una certa continuità. Allo stesso tempo, questa non si piega, però, a facili categorizzazioni, in linea con l'intera produzione lucianea.
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Commento testuale ai frammenti di Epicarmo

Tosetti, Sara January 2018 (has links)
Questo lavoro di tesi contribuisce allo studio della commedia dorica di V secolo a.C. attraverso l’analisi dei testi del suo maggior esponente, Epicarmo di Siracusa. Vengono presi in esame i frammenti autentici che è possibile attribuire con certezza ad un determinato dramma e, per ciascun brano, si provvede ad un commento dettagliato delle peculiarità linguistiche, drammaturgiche e contenutistiche. Il proposito della ricerca è stato capire come Epicarmo si collocasse nel panorama culturale siciliano in cui visse, indagare l’uso della variazione linguistica e ricercare le peculiarità dei suoi drammi. Per trovare risposta a questi interrogativi, è stato necessario adottare un approccio di tipo interdisciplinare, poiché non è possibile racchiudere tali tematiche nella sola letteratura greca di V secolo. Un contributo fondamentale proviene dagli studi di storia della lingua greca e dalla dialettologia, che hanno permesso di definire le peculiarità linguistiche del dorico in uso a Siracusa e di evidenziare eventuali discrepanze presenti nei testi del commediografo. Nel commento ai brani, infatti, è costante il confronto tra la forma linguistica adottata da Epicarmo e quella corrispondente nello ionico-attico. Importante si rivela anche il contributo della sociolinguistica, una teoria che dà importanza al condizionamento esercitato dai parlanti su una lingua. Lo studio dei testi epicarmei indaga anche se esistano elementi linguistici tali da caratterizzare un determinato personaggio in base al suo status sociale, alla sua provenienza e al suo genere sessuale. I risultati ottenuti dallo studio linguistico e testuale sono notevoli. Innanzitutto, Epicarmo porta in scena argomenti mitologici, storici e scene riprese dalla vita quotidiana, mescolandovi parodia e travestimento. Due personaggi in particolare, Eracle ed Odisseo, compaiono frequentemente nelle opere del commediografo e diventano protagonisti delle azioni più diverse. Rilevante è anche la quantità e la lunghezza dei cataloghi che caratterizzano i frammenti epicarmei e che rispondono a determinati scopi comici. La forma ad elenco, ripresa probabilmente dalla letteratura epica, sembra essere stata particolarmente cara ad Epicarmo, che la impiega in molti testi. Inoltre, è probabile che, almeno in alcuni drammi, fosse previsto un coro comico, anche se non è chiaro quanti individui lo componessero e quale fosse la sua funzione. Dal punto di vista linguistico, i testi del commediografo sono composti nel dialetto dorico di Siracusa, anche se compaiono talvolta alcune espressioni peculiari di altri dialetti. In qualche occasione, inoltre, i frammenti sembrano testimoniare la variazione sincronica in atto nella lingua parlata. In conclusione, la produzione comica di Epicarmo mostra un forte carattere regionale, evidente sia dalla scelta di scrivere in dorico sia dai numerosi riferimenti a prodotti tradizionali e ad argomenti locali. Tuttavia, la lingua e i contenuti del poeta risentono in larga misura anche dell’ambiente culturale e politico della Sicilia di V secolo a.C. e attestano relazioni tra il commediografo siracusano e gli intellettuali contemporanei, fra i quali spicca Eschilo.
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Thomas Stanley, editore di Eschilo

Tedeschi, Chiara January 2011 (has links)
A survey on Thomas Stanley's Aeschylus edition, his sources and his philological work.

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