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Harmonic Function in Rock: A Melodic Approach

Oliver, Matthew Ryan 12 1900 (has links)
This dissertation explores the influence of melody on harmonic function in pop and rock songs from around 1950 to the present. While authors define the term "function" in several ways, none consider melody in their explanations, and I contend that any discussion of harmonic function in rock must include melody. I offer a novel perspective on function by defining it through what I call tension-as-anticipation, and I define a "melodic function" that accounts for the sense of tension and relaxation a melody creates within a particular moment in a track. My dissertation defines two types of melodic function—dominant and tonic—based on the melody's goal-directed scale-degree content, position within a phrase, and relation with the harmony. Dominant-melodic function results in two musical phenomena that I call the "imposed dominant" and the "dominant remainder." An imposed dominant occurs when a dominant-melodic function is initially dissonant with the harmony and resolves over a tonic. A dominant remainder occurs when a dominant-melodic function occurs over a harmonic resolution to the tonic, creating a slower dissipation of tension. Tonic-melodic function produces a phenomenon I call the "tonic anticipation," where a melody outlines a tonic mode over a pretonic harmony, creating a maximum sense of tension-as-anticipation. By including melody in considering harmonic function, we can more adequately describe the cycles of tension and resolution found in pop styles.
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A quantitative approach to dominant tolerance

Monzón, Kalet León January 2002 (has links)
No description available.
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Autonomia privata e abuso di posizione dominante

Landi, Valerio <1977> 03 April 2009 (has links)
Oggetto della ricerca sono l’esame e la valutazione dei limiti posti all’autonomia privata dal divieto di abuso della posizione dominante, come sancito, in materia di tutela della concorrenza, dall’art. 3 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, a sua volta modellato sull’art. 82 del Trattato CE. Preliminarmente, si è ritenuto opportuno svolgere la ricognizione degli interessi tutelati dal diritto della concorrenza, onde individuare la cerchia dei soggetti legittimati ad avvalersi dell’apparato di rimedi civilistici – invero scarno e necessitante di integrazione in via interpretativa – contemplato dall’art. 33 della legge n. 287/1990. È così emerso come l’odierno diritto della concorrenza, basato su un modello di workable competition, non possa ritenersi sorretto da ragioni corporative di tutela dei soli imprenditori concorrenti, investendo direttamente – e rivestendo di rilevanza giuridica – le situazioni soggettive di coloro che operano sul mercato, indipendentemente da qualificazioni formali. In tal senso, sono stati esaminati i caratteri fondamentali dell’istituto dell’abuso di posizione dominante, come delineatisi nella prassi applicativa non solo degli organi nazionali, ma anche di quelli comunitari. Ed invero, un aspetto importante che caratterizza la disciplina italiana dell’abuso di posizione dominante e della concorrenza in generale, distinguendola dalle normative di altri sistemi giuridici prossimi al nostro, è costituito dal vincolo di dipendenza dal diritto comunitario, sancito dall’art. 1, quarto comma, della legge n. 287/1990, idoneo a determinare peculiari riflessi anche sul piano dell’applicazione civilistica dell’istituto. La ricerca si è quindi spostata sulla figura generale del divieto di abuso del diritto, onde vagliarne i possibili rapporti con l’istituto in esame. A tal proposito, si è tentato di individuare, per quanto possibile, i tratti essenziali della figura dell’abuso del diritto relativamente all’esercizio dell’autonomia privata in ambito negoziale, con particolare riferimento all’evoluzione del pensiero della dottrina e ai più recenti orientamenti giurisprudenziali sul tema, che hanno valorizzato il ruolo della buona fede intesa in senso oggettivo. Particolarmente interessante è parsa la possibilità di estendere i confini della figura dell’abuso del diritto sì da ricomprendere anche l’esercizio di prerogative individuali diverse dai diritti soggettivi. Da tale estensione potrebbero infatti discendere interessanti ripercussioni per la tutela dei soggetti deboli nel contesto dei rapporti d’impresa, intendendosi per tali tanto i rapporti tra imprenditori in posizione paritaria o asimmetrica, quanto i rapporti tra imprenditori e consumatori. È stato inoltre preso in considerazione l’aspetto dei rimedi avverso le condotte abusive, alla luce dei moderni contributi sull’eccezione di dolo generale, sulla tutela risarcitoria e sull’invalidità negoziale, con i quali è opportuno confrontarsi qualora si intenda cercare di colmare – come sembra opportuno – i vuoti di disciplina della tutela civilistica avverso l’abuso di posizione dominante. Stante l’evidente contiguità con la figura in esame, si è poi provveduto ad esaminare, per quanto sinteticamente, il divieto di abuso di dipendenza economica, il quale si delinea come figura ibrida, a metà strada tra il diritto dei contratti e quello della concorrenza. Tale fattispecie, pur inserita in una legge volta a disciplinare il settore della subfornitura industriale (art. 9, legge 18 giugno 1998, n. 192), ha suscitato un vasto interessamento della dottrina. Si sono infatti levate diverse voci favorevoli a riconoscere la portata applicativa generale del divieto, quale principio di giustizia contrattuale valevole per tutti i rapporti tra imprenditori. Nel tentativo di verificare tale assunto, si è cercato di individuare la ratio sottesa all’art. 9 della legge n. 192/1998, anche in considerazione dei suoi rapporti con il divieto di abuso di posizione dominante. Su tale aspetto è d’altronde appositamente intervenuto il legislatore con la legge 5 marzo 2001, n. 57, riconoscendo la competenza dell’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato a provvedere, anche d’ufficio, sugli abusi di dipendenza economica con rilevanza concorrenziale. Si possono così prospettare due fattispecie normative di abusi di dipendenza economica, quella con effetti circoscritti al singolo rapporto interimprenditoriale, la cui disciplina è rimessa al diritto civile, e quella con effetti negativi per il mercato, soggetta anche – ma non solo – alle regole del diritto antitrust; tracciare una netta linea di demarcazione tra i reciproci ambiti non appare comunque agevole. Sono stati inoltre dedicati brevi cenni ai rimedi avverso le condotte di abuso di dipendenza economica, i quali involgono problematiche non dissimili a quelle che si delineano per il divieto di abuso di posizione dominante. Poste tali basi, la ricerca è proseguita con la ricognizione dei rimedi civilistici esperibili contro gli abusi di posizione dominante. Anzitutto, è stato preso in considerazione il rimedio del risarcimento dei danni, partendo dall’individuazione della fonte della responsabilità dell’abutente e vagliando criticamente le diverse ipotesi proposte in dottrina, anche con riferimento alle recenti elaborazioni in tema di obblighi di protezione. È stata altresì vagliata l’ammissibilità di una visione unitaria degli illeciti in questione, quali fattispecie plurioffensive e indipendenti dalla qualifica formale del soggetto leso, sia esso imprenditore concorrente, distributore o intermediario – o meglio, in generale, imprenditore complementare – oppure consumatore. L’individuazione della disciplina applicabile alle azioni risarcitorie sembra comunque dipendere in ampia misura dalla risposta al quesito preliminare sulla natura – extracontrattuale, precontrattuale ovvero contrattuale – della responsabilità conseguente alla violazione del divieto. Pur non sembrando prospettabili soluzioni di carattere universale, sono apparsi meritevoli di approfondimento i seguenti profili: quanto all’individuazione dei soggetti legittimati, il problema della traslazione del danno, o passing-on; quanto al nesso causale, il criterio da utilizzare per il relativo accertamento, l’ammissibilità di prove presuntive e l’efficacia dei provvedimenti amministrativi sanzionatori; quanto all’elemento soggettivo, la possibilità di applicare analogicamente l’art. 2600 c.c. e gli aspetti collegati alla colpa per inosservanza di norme di condotta; quanto ai danni risarcibili, i criteri di accertamento e di prova del pregiudizio; infine, quanto al termine di prescrizione, la possibilità di qualificare il danno da illecito antitrust quale danno “lungolatente”, con le relative conseguenze sull’individuazione del dies a quo di decorrenza del termine prescrizionale. In secondo luogo, è stata esaminata la questione della sorte dei contratti posti in essere in violazione del divieto di abuso di posizione dominante. In particolare, ci si è interrogati sulla possibilità di configurare – in assenza di indicazioni normative – la nullità “virtuale” di detti contratti, anche a fronte della recente conferma giunta dalla Suprema Corte circa la distinzione tra regole di comportamento e regole di validità del contratto. È stata inoltre esaminata – e valutata in senso negativo – la possibilità di qualificare la nullità in parola quale nullità “di protezione”, con una ricognizione, per quanto sintetica, dei principali aspetti attinenti alla legittimazione ad agire, alla rilevabilità d’ufficio e all’estensione dell’invalidità. Sono poi state dedicate alcune considerazioni alla nota questione della sorte dei contratti posti “a valle” di condotte abusive, per i quali non sembra agevole configurare declaratorie di nullità, mentre appare prospettabile – e, anzi, preferibile – il ricorso alla tutela risarcitoria. Da ultimo, non si è trascurata la valutazione dell’esperibilità, avverso le condotte di abuso di posizione dominante, di azioni diverse da quelle di nullità e risarcimento, le sole espressamente contemplate dall’art. 33, secondo comma, della legge n. 287/1990. Segnatamente, l’attenzione si è concentrata sulla possibilità di imporre a carico dell’impresa in posizione dominante un obbligo a contrarre a condizioni eque e non discriminatorie. L’importanza del tema è attestata non solo dalla discordanza delle pronunce giurisprudenziali, peraltro numericamente scarse, ma anche dal vasto dibattito dottrinale da tempo sviluppatosi, che investe tuttora taluni aspetti salienti del diritto delle obbligazioni e della tutela apprestata dall’ordinamento alla libertà di iniziativa economica.
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Fysiologiska skillnader mellan dominant och icke-dominant ben vid motviktad enbenscykling

Enlund, John, Mattsson, Petter January 2017 (has links)
Syfte: Motviktad enbenscykling är en ny träningsmetod som kan användas för att öka intensiteten. Tidigare studier har påvisat att det finns skillander mellan dominant och icke-dominant ben vid cykling med två ben. Syftet med denna studie var att undersöka fysiologiska assymetrier vid motviktad enbenscykling. Metod: Åtta undersökningsdeltagare (ålder 24,1 ± 4,2 år, längd 177,0 ± 5,5 cm, vikt 74,6 ± 9,0 kg, vo2max 69,0 ± 6,4 ml/kg/min) deltog i studien. Undersökningsdeltagarna delades in slumpmässigt i två grupper (dominant eller icke-dominant). För att bestämma undersökningsdeltagarens dominanta ben användes Waterloo Footedness Questionnaire. Den dominanta gruppen utförde första intervallen vid testtillfälle två med sitt dominanta ben och den icke-dominanta gruppen med sitt icke-dominanta ben.Vid testtillfälle ett utfördes ett standardiserat nivåtest till utmattning på cykel. Testtillfälle två, som utfördes minst 48 timmar senare, bestod av fyra stycken tio minuters intervaller av motviktad enbenscykling, varannat ben. Testtillfälle två kördes blint. Resultat: Skillnader kunde observeras men dock inga signifikanta skillnader. Tendensen var att man uppmätte en högre effekt med dominant ben (dominant ben 168 ±18,9 W, icke-dominant ben 162 ±18,1W), men en högre kadens med icke-dominant ben (dominant ben 93 ± 12,7 rpm, icke-dominant ben 95 ± 10,3 rpm). Slutsats: Skillnader finns mellan dominant och icke-dominant ben vid motviktad enbenscykling, dock inga signifikanta skillnader. Vår slutsats är att inlärningseffekten påverkade resultatet i denna studie. För att motverka detta i framtida studier angående motviktad enbenscykling bör undersökningsdeltagarna genomgå en invänjningsperiod med träningsmetoden. / Purpose: Counterweighted single-leg cycling is a new training method that can be used to increase intensity. Studies have shown differences between dominant and non-dominant leg during normal cycling. The purpose of this study was to analyse physiological assymetries during counterweighted single-leg cycling. Method: Eight volunteers (age 24,1 ± 4,2 years, height 177,0 ± 5,5 cm , weight 74,6 ± 9,0 kg, vo2max 69,0 ± 6,4 ml/kg/min) participated in this study. Participants were randomly divided into two groups (dominant or non-dominant). Waterloo Footedness Questionnaire was used to decide participants dominant leg. The dominant group used their dominant leg in the first interval at the second test, and the non-dominant group used their non-dominant leg in the first interval. At the first test a standarized incremental cycling test was performed until exhaustion. The second test , &gt;48 hours later, consisted of four ten-minute intervals of counterweighted single-leg cycling, alternating legs.The second test was blinded. Results: Differences were observed, but no significant differences. Tendencies showed a higher power-output with the dominant leg (dominant leg 168 ±18,9 W, non-dominant leg 162 ±18,1W), but a higher cadence with the non-dominant leg (dominant leg 93 ± 12,7 rpm, non-dominant leg 95 ± 10,3 rpm). Conclusion: Differences exist between dominant and non-dominant leg in counterweighted single-legged cycling, but no significant differences. Our conclusion is that the learning effect affected the results in this study. To counteract this in future studies concerning counterweighted single-legged cycling the studies should include a learning period with the training method.
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Den dominanta rollen i en barngrupp

Karlström, Carolina, Svärd, Charlotte January 2008 (has links)
<p>Syftet med vår undersökning är att övergripande synliggöra den dominanta roll ett barn kan ha eller få i en grupp. Vi valde att observera i två olika klasser i de lägre åldrarna på en F-6 skola. För att få syn på den dominanta rollens egenskaper så använde vi oss av bland annat videoinspelning. Videoinspelningen gav oss material som kom så nära den naturliga miljön i gruppen som möjligt. Först när vi började observera såg vi inte några av de egenskaper som vi trodde karaktäriserade den dominanta rollen. När vi studerade det inspelade materialet djupare så började det framträda både olika egenskaper och faktorer som tillsynes verkade göra att ett barn antar en dominant roll. Slutsats: Vi kom fram till fyra olika faktorer i skolan som vi ansåg skulle kunna påverka ett barn att anta en ledarroll. Vi såg att pedagogen spelade en stor roll när det gällde rollstrukturen i gruppen. Barnets vänner och övriga barn gav också barnet mer eller mindre utrymme att visa dominanta egenskaper. Barnets ledarroll påverkas även till stor del av miljön och situationerna hon/han befinner sig i. De egenskaper vi fann hos de barn som antagit en dominant roll var att de hade förmåga att övertala och argumentera. De hade även egenskaperna att ta initiativ och visa sig envisa.</p><p>The purpose with our investigation is to see the dominate role a child can have in a group. We did our observations in two different classes at the younger ages in a school for children age six to twelve. We used video recording to notice the dominate behaviour in the group. The video recording gave us material that helped us to get as close as possible to the natural environment in the class. At first we didn’t notice any of the attributes that we thought we would see. Later, when we studied the recorded material, the attributes and factors that seemed to make a child dominant started to appear in front of our eyes. Our conclusion: We saw four different factors in school that we thought could affect a child to take a dominant role in a group. The pedagogue took a big part in creating of the role structure in the group. The other children in the group gave the child with dominant role more or less space. The environment in the classroom and the situation also do affect the child with the leader ability. The attributes we found in the dominant role which the child had taken, were that they had a skill to persuade and argue. They also had skills to take initiative and they showed some stubbornness.</p>
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Den dominanta rollen i en barngrupp

Karlström, Carolina, Svärd, Charlotte January 2008 (has links)
Syftet med vår undersökning är att övergripande synliggöra den dominanta roll ett barn kan ha eller få i en grupp. Vi valde att observera i två olika klasser i de lägre åldrarna på en F-6 skola. För att få syn på den dominanta rollens egenskaper så använde vi oss av bland annat videoinspelning. Videoinspelningen gav oss material som kom så nära den naturliga miljön i gruppen som möjligt. Först när vi började observera såg vi inte några av de egenskaper som vi trodde karaktäriserade den dominanta rollen. När vi studerade det inspelade materialet djupare så började det framträda både olika egenskaper och faktorer som tillsynes verkade göra att ett barn antar en dominant roll. Slutsats: Vi kom fram till fyra olika faktorer i skolan som vi ansåg skulle kunna påverka ett barn att anta en ledarroll. Vi såg att pedagogen spelade en stor roll när det gällde rollstrukturen i gruppen. Barnets vänner och övriga barn gav också barnet mer eller mindre utrymme att visa dominanta egenskaper. Barnets ledarroll påverkas även till stor del av miljön och situationerna hon/han befinner sig i. De egenskaper vi fann hos de barn som antagit en dominant roll var att de hade förmåga att övertala och argumentera. De hade även egenskaperna att ta initiativ och visa sig envisa. The purpose with our investigation is to see the dominate role a child can have in a group. We did our observations in two different classes at the younger ages in a school for children age six to twelve. We used video recording to notice the dominate behaviour in the group. The video recording gave us material that helped us to get as close as possible to the natural environment in the class. At first we didn’t notice any of the attributes that we thought we would see. Later, when we studied the recorded material, the attributes and factors that seemed to make a child dominant started to appear in front of our eyes. Our conclusion: We saw four different factors in school that we thought could affect a child to take a dominant role in a group. The pedagogue took a big part in creating of the role structure in the group. The other children in the group gave the child with dominant role more or less space. The environment in the classroom and the situation also do affect the child with the leader ability. The attributes we found in the dominant role which the child had taken, were that they had a skill to persuade and argue. They also had skills to take initiative and they showed some stubbornness.
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Dominant channel forming discharge

Tabatabai, Mohammad Reza Majdzadeh January 1997 (has links)
No description available.
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Explotación abusiva de una posición dominante, La.

Pellisé Capell, Jaume 11 January 1996 (has links)
Los artículos 82 TCE (antes 86 TCE) y 6 LEDC prohíben la explotación abusiva de una posición dominante en el mercado; sin embargo no definen los importantes términos típicos que contienen. Este trabajo se dedica al estudio crítico de las diferentes cuestiones que plantean las normas antiabuso para su aplicación. Primero, se comienza estudiando la noción de competencia, sus virtudes, los objetivos que se persigue con su defensa, y los sistemas que se arbitran para ello, con especial atención al sistema mixto diseñado por el legislador comunitario. El estudio de los antecedentes del Tratado demuestra que el legislador comunitario tenía dos modelos históricos distintos de defensa de la competencia, ante los que se posicionó con un sistema mixto que quería recoger lo mejor de ambas tradiciones. Después se estudian tres términos típicos fundamentales. El primer término que se estudia es el de empresa que adquiere en el Derecho de la competencia un amplio significado económico. Dicha noción abarca a cualquier ente que sea capaz de desarrollar alguna actividad económica en los mercados de bienes y servicios. También la Administración puede ser considerada empresa a los efectos de estos precepto, lo que lleva a la necesidad de distinguir entre al actividad puramente administrativa y actividad "empresarial" de la Administración.Para las autoridades comunitarias la posición de dominio de una empresa no se detenta en el vacío sino referida a un mercado determinado, al que se llama mercado relevante. En este trabajo, se estudia el método y criterios que siguen las autoridades antimonopolio para su delimitación. El segundo término típico que se trata es el de la posición de dominio, condición necesaria para que una conducta de una empresa pueda ser considerada abusiva. Se estudia el significado de esta noción, que en esencia significa que una empresa tiene poder de actuación independiente en le mercado, y los criterios que se siguen para su evaluación. Se dedica una especial atención a las situaciones de dependencia económica, incluida la llamada doctrina de las «essential facilities», y de posición de dominio colectiva, esta última especialmente útil para el control de los oligopolios. Otro término es la cláusula intracomunitaria, que, desde un punto de vista sustantivo, tiene poco peso en el artículo 82 TCE puesto que la existencia misma del abuso comporta su cumplimiento.Otra importante cuestión que suscitan las normas antiabuso y que se trata en este trabajo es la del vínculo entre abuso y posición de dominio, lo que lleva a tratar la cuestión de la causalidad y la de los mercados conexos.Finalmente se estudia del segundo término típico fundamental de estas normas: «la explotación abusiva». La importancia de este término se advierte en la práctica de las autoridades antimonopolio comunitarias, principalmente después de Continental Can (1978), y, sobre todo, españolas, fundamentalmente después de la Resolución Pompas fúnebres Baix Llobregat (1995), cuya doctrina descubre la tensión interpretativa en torno a los dos posibles sentidos básicos de este término. Para ello, se comienza con el análisis de la noción genérica ofrecida inicialmente por las autoridades comunitarias, cuyo significado es generalmente admitido. Se pasa después a estudiar desde las interpretaciones restrictiva y extensiva los dos posibles sentidos del término «explotación abusiva», así como el distinto acogimiento que han tenido en las autoridades comunitarias. Y se acaba este trabajo con el planteamiento de una solución integradora acorde con los objetivos del Tratado, solución que, a nuestro juicio, ha sido acogida por la doctrina del Tribunal de Defensa de la Competencia en sus últimas resoluciones.
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Dominante houdingspatronen in een pluriforme samenleving : een landelijk empirisch onderzoek naar attitude-configuraties /

Knol, Hans Roelof. January 1900 (has links)
Proefschrift--Sociale wetenschappen--Groningen, 1980. / Résumés en anglais et néelandais. Bibliogr. p. 296-301.
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Kinematische Analyse von Ziel- und Greifbewegungen der dominanten und non-dominanten Hand bei beiden Geschlechtern

Grosskopf, Alexandra. Unknown Date (has links) (PDF)
Universiẗat, Diss., 2004--Kiel.

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