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Re-trodden paths and structural cohesion in Virgil: the function of limen in book II of the Aeneid

Secci, Davide Antonio <1979> 06 June 2008 (has links)
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Gli psiconimi in Catullo

Fantuzzi, Francesco <1975> 06 June 2008 (has links)
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Giosue Carducci consigliere comunale: ulteriori indagini

Nerozzi, Giacomo <1971> 15 May 2008 (has links)
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Marinetti ultimo mitografo

Tondelli, Leonardo <1973> 29 May 2008 (has links)
La ricognizione delle opere composte da Filippo Tommaso Marinetti tra il 1909 e il 1912 è sostenuta da una tesi paradossale: il futurismo di Marinetti non sarebbe un'espressione della modernità, bensì una reazione anti-moderna, che dietro a una superficiale ed entusiastica adesione ad alcune parole d'ordine della seconda rivoluzione industriale nasconderebbe un pessimismo di fondo nei confronti dell'uomo e della storia. In questo senso il futurismo diventa un emblema del ritardo culturale e del gattopardismo italiano, e anticipa l’analoga operazione svolta in politica da Mussolini: dietro un’adesione formale ad alcune istanze della modernità, la preservazione dello Status Quo. Marinetti è descritto come un corpo estraneo rispetto alla cultura scientifica del Novecento: un futurista senza futuro (rarissime in Marinetti sono le proiezioni fantascientifiche). Questo aspetto è particolarmente evidente nelle opere prodotte del triennio 1908-1911, che non solo sono molto diverse dalle opere futuriste successive, ma per alcuni aspetti rappresentano una vera e propria antitesi di ciò che diventerà il futurismo letterario a partire dal 1912, con la pubblicazione del Manifesto tecnico della letteratura futurista e l'invenzione delle parole in libertà. Nelle opere precedenti, a un sostanziale disinteresse per il progressismo tecnologico corrispondeva un'attenzione ossessiva per la corporeità e un ricorso continuo all'allegoria, con effetti particolarmente grotteschi (soprattutto nel romanzo Mafarka le futuriste) nei quali si rilevano tracce di una concezione del mondo di sapore ancora medioevo-rinascimentale. Questa componente regressiva del futurismo marinettiano viene platealmente abbandonata a partire dal 1912, con Zang Tumb Tumb, salvo riaffiorare ciclicamente, come una corrente sotterranea, in altre fasi della sua carriera: nel 1922, ad esempio, con la pubblicazione de Gli indomabili (un’altra opera allegorica, ricca di reminiscenze letterarie). Quella del 1912 è una vera e propria frattura, che nel primo capitolo è indagata sia da un punto di vista storico (attraverso la documentazione epistolare e giornalistica vengono portate alla luce le tensioni che portarono gran parte dei poeti futuristi ad abbandonare il movimento proprio in quell'anno) che da un punto di vista linguistico: sono sottolineate le differenze sostanziali tra la produzione parolibera e quella precedente, e si arrischia anche una spiegazione psicologica della brusca svolta impressa da Marinetti al suo movimento. Nel secondo capitolo viene proposta un'analisi formale e contenutistica della ‘funzione grottesca’ nelle opere di Marinetti. Nel terzo capitolo un'analisi comparata delle incarnazioni della macchine ritratte nelle opere di Marinetti ci svela che quasi sempre in questo autore la macchina è associata al pensiero della morte e a una pulsione masochistica (dominante, quest'ultima, ne Gli indomabili); il che porta ad arrischiare l'ipotesi che l'esperienza futurista, e in particolare il futurismo parolibero posteriore al 1912, sia la rielaborazione di un trauma. Esso può essere interpretato metaforicamente come lo choc del giovane Marinetti, balzato in pochi anni dalle sabbie d'Alessandria d'Egitto alle brume industriali di Milano, ma anche come una reale esperienza traumatica (l'incidente automobilistico del 1908, “mitologizzato” nel primo manifesto, ma che in realtà fu vissuto dall'autore come esperienza realmente perturbante). / The analysis of F. T. Marinetti's works written from 1909 to 1912 is supported by a paradoxical hypothesis: what if Marinetti's futurism was less an expression of modernity than an anti-modern reaction? Behind a superficial and enthousiastic agreement to some issues coming from the Second Industrial Revolution, Marinetti hides a pessimistic vision of humanity and history. Futurism could be his Trojan Horse to bring this feeling into the citadel of modernity, thus anticipating in Italian literature what Mussolini made in Italian politics: preserving the Status Quo behind a modernistic maquillage. Marinetti is a “Futurist Without Future”: despite his enthousiasm for some technological innovations, he is totally abstracted from the scientific culture, like most Italian writers of his time: Unlike H. G. Wells, to whom he was often compared, he doesn’t appear very interested in detecting “the shape of thing to come”, while he seems more concerned in updating the old mythologies to the new “steel Gods” of technology. This could explain why the futurist literature has not so much in common with Science Fiction. Marinetti’s first futurist works (1908-1911) show – behind a quite superficial interest for machines and technologies – a real obsession with the human body and everything related with it: sexuality (Mafarka le Futuriste), food (Le Roi Bombance) and violence (Gli indomabili). As in François Rabelais' Gargantua Et Pantagruel, which they openly recall, Marinetti's bodies in Mafarka le Futuriste or Le Roi Bombance are expanded to grotesque dimensions. These issues are temporarily set aside in 1912, when Marinetti finds a completely new style which is described in the Technical Manifesto of Futurist Literature as “Words-in-Freedom”. This step further will cause the first important crisis in the Futurist Movement, as many early subscribers will not follow him. This crisis (the “fracture of 1912”) is described in the first chapter, while in the second chapter the “grotesque element” in Marinetti's works is thoroughly analysed. Finally, the third chapter deals with the not so frequent “future projections” in his poems and novels. The observation that machines and future in these works are often tied with Death – the “foundation tale” of Futurism shows the first car accident of Italian literature – leads to a last hypothesis: the young italian poet grown up in Egypt may have experienced the discovery of modern industrial Europe as a real shock; the invention of Futurism could be the result of a traumatic stress disease.
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Tempo della festa e tempo del sacrificio. La narrativa di Cesare Pavese

Maiello, Andrea <1978> 29 May 2008 (has links)
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Per il romanzo storico di mano femminile nel Novecento: lo sguardo sul Rinascimento di Anna Banti e Maria Bellonci

Calisti, Ilaria <1978> 15 May 2008 (has links)
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Le vie del commento: le osservazioni muratoriane alle rime del Petrarca

Bonfatti, Rossella <1975> 15 May 2008 (has links)
Nella ricerca condotta sulle Osservazioni muratoriane alle Rime petrarchesche, si è tentato di mettere in luce la ‘scienza del commento’, ad esse sottesa, cui contribuivano gli snodi teorici, l’accertamento filologico, le strategie argomentative, i debiti esegetici. Tra difesa e riforma della poesia, il commento muratoriano si pone infatti, in piena età arcadica, al vertice della coniunctio tra esigenza conoscitiva e visione morale. Il «buon cammino» del Muratori, passando per le vie del Petrarca, sanciva di fatto una superiore giurisdizione letteraria, a cui rimettere come ad un foro esterno, censure e difese: colpisce, infatti, il suo vaglio tecnico-argomentativo delle Rime del Petrarca, valutate secondo concordanze, rinvii a commenti storici, connessioni intertestuali, analogie contenutistiche e stilistiche, struttura metrica, uso delle immagini di fantasia e loro mescidazione rispetto al verosimile. È insomma l’idea di un commento ‘ben proporzionato’, situato oltretutto in una zona di percorrenza mista, tra riuso e canonizzazione (come dimostra la sua ricezione nelle storiografie letterarie della seconda metà del XVIII secolo), diviso tra attenzione all’usus scribendi dell’autore e appelli collaborativi al lettore, quello che, grazie al Muratori, in piena età arcadica, riporterà al centro il petrarchismo: un petrarchismo potenziato, promosso ad insegnamento attivo e a sistema storicocritico che il buon gusto ridisegnava secondo nuove coperture normative ed esigenze metodologiche, ordinandolo, secondo uno stilema tipico della riflessione filosofico-religiosa muratoriana, ad una ‘regolata lettura’.
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Prosopopea ed esegesi prosopologica in Origene: un confronto col mondo classico

Villani, Andrea <1980> 22 July 2008 (has links)
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Una e plurima: riflessioni intorno alle nuove espressioni delle donne nella letteratura italiana

Camilotti, Silvia <1979> 04 June 2009 (has links)
Tale lavoro di ricerca ha indagato l’opera di sette scrittrici immigrate in Italia o nate da genitori immigrati che hanno composto in lingua italiana. Esse sono: Christiana de Caldas Brito, Cristina Ubax Ali Farah, Gabriella Kuruvilla, Ingy Mubiayi, Ornela Vorpsi, Laila Wadia, Jarmila Očkayová. La tesi consta di una premessa, un primo capitolo in cui sono riportate le interviste fatte alle scrittrici, un secondo capitolo di analisi dei loro testi, un terzo di riflessioni di teoria letteraria ed un quarto conclusivo. In appendice sono riportate integralmente le interviste. / The thesis investigates the literary work of seven first and second generation migrant women who write in Italian language. They are: Christiana de Caldas Brito, Cristina Ubax Ali Farah, Gabriella Kuruvilla, Ingy Mubiayi, Ornela Vorpsi, Laila Wadia, Jarmila Očkayová. There are four chapters: a premise, the first chapter with the interviews to the authors, the second one with the analysis of their literary works, the third with a discussion on some theoretical literary issues, and the fourth with the conclusion. In the appendix I have reported the interviews in full.
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Vocazione e resistenza. La "Commedia" riscritta per il teatro da Sanguineti, Luzi e Giudici

Paterlini, Caterina <1977> 21 May 2009 (has links)
La tesi ha per oggetto i tre copioni danteschi di Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici, traspositori, rispettivamente, di Inferno, Purgatorio e Paradiso, nell’ambito del progetto di drammaturgia della Commedia ideato e commissionato dai Magazzini negli anni 1989-1991. L’analisi dei copioni si basa sulle teorie espresse da Genette in Palinsesti, e si sviluppa come lettura comparativa fra ipotesto (Commedia) e ipertesti (riscritture). Contestualmente, viene approfondito il tema della ricezione di Dante nel Novecento, specie nelle forme della traduzione in immagini, e fornita un'interpretazione − alla luce delle acquisizioni della critica dantesca novecentesca e della narratologia − della duplice natura del poema, materia prima oscillante tra vocazione e resistenza alla trasposizione drammatica.

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