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Le campagne di Piacenza tra VII e IX secolo: insediamenti e comunità / The countryside of Placentia between 7th and 9th century: Settlements and communitiesMusina, Giorgia <1981> 14 September 2012 (has links)
Al centro della seguente ricerca c'è il Piacentino, ossia il territorio che faceva capo alla città di Placentia in età altomedievale, più precisamente tra VII e IX secolo. L'aspetto su cui è concentrata l’analisi è quello dell’insediamento, rapportando le forme insediative alle comunità rurali e alle strutture del potere. Il Piacentino costituisce un contesto particolare, sia per la vicinanza alla capitale Pavia, sia per la presenza di enti patrimoniali molto importanti, quale il monastero di Bobbio, sia per l'estensione di vallate appenniniche che ne hanno protetto l'isolamento e impedito, fino al secolo IX inoltrato, l'insediamento di una forte aristocrazia.
Ciò che sembra dedursi dall’analisi della documentazione (informatizzata) di VIII, ma soprattutto di IX secolo, è che la civitas di Piacenza, sede del conte e centro della diocesi, non costituiva di fatto il punto di riferimento per gli abitanti dell’intero territorio rurale. Dal punto di vista del possesso fondiario molti insediamenti erano autonomi. Ciò vale soprattutto per i siti di alcune zone collinari e per quelli dell’Appennino, mentre il discorso è da porsi in modo più sfumato per la pianura e per la zona dei prata vel campanea Placentina, ubicati immediatamente al di fuori della civitas. Lo studio della media e grande proprietà fondiaria ha permesso di registrare la frammentarietà dei possedimenti, ossia la loro dispersione nel sistema insediativo del comitato, la loro ubicazione e l’articolato intreccio proprietario, che in alcune zone sembra avere permesso l’esistenza di comunità locali piuttosto forti.
L’attento esame della documentazione e il sicuro rimando alla bibliografia di riferimento hanno portato a risultati originali e significativi. / The following research project regards the territory controlled by the civitas of Piacenza during the central centuries of High Middle Ages (7th -9th AD). The study has been mainly focused on the analysis of settlement carried out by framing the relationship between settlement forms, rural communities and powers.
The choice of this area as case study issued from several reasons which distinguish this territory as a very peculiar context. These lie in its proximity to the capital Pavia, the presence of important patrimonial agency (such as Bobbio monastery) and the extent of Apennines valleys which avoided the establishment of powerful aristocracies until late IX century AD.
Written sources' analysis shows that the civitas of Piacenza (which hosted the first Italian comes) was not the landmark for rural communities who lived the whole region. This pattern can be seen in several settlements located on the hills which seemed to have been autonomous in managing their own land properties. This is less clear for settlements situated on the plain and prata vel campanea Placentina in the neighbourhood of Piacenza presumably more influenced by civil authorities. The study of small, middle and big land property allowed to record a spread fragmentation of properties, wide dispersion within the committee settlement system, their position and complicate property acts which favoured the existence of strong rural communities in some places.
The careful examination of documentation spatially conducted through GIS and a solid knowledge of adherent references produced original and significant results.
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Propter adhorantium auctoritatem voluntate. Legittimazione, patronage e propaganda nelle Gesta Regum Anglorum di Guglielmo di Malmesbury / Propter adhorantium auctoritatem voluntate. Legitimization, patronage and propaganda in William of Malmesbury's Gesta Regum AnglorumBellei Mussini, Lorenzo <1982> 11 June 2014 (has links)
L’oggetto di ricerca della presente tesi di dottorato è costituito dall’analisi dell’opera Gesta Regum Anglorum, del monaco benedettino Guglielmo di Malmesbury, all’interno della quale sono stati esplorati e verificati i temi di legittimazione, di patronage e di propaganda. L’opera, infatti, rimane senza un manifesto committente, ad eccezione di una primissima versione. Il titolo della tesi rivela fin da subito questo aspetto, giacché estrae un passaggio del prologo al I libro: «propter adhorantium auctoritatem voluntate», traducibile con «per le autorevoli esortazioni che ricevetti». Dopo un’analisi delle lettere dedicatorie premesse all’opera, si è ipotizzata la volontà dell’autore di dedicare le Gesta Regum Anglorum, nella loro versione definitiva, a Roberto conte di Gloucester, approfondendo in tal senso l’aspetto legittimatorio dell’opera e la possibilità che essa potesse servire come strumento per ottenere un patronage dal conte nei confronti dell’abbazia di Malmesbury. La seconda parte della tesi è incentrata sulla comparazione tra le due principali redazioni dell’opera – quella conclusa intorno al 1126/27 e quella rivista tra 1135 e 1140 – per analizzarne le modifiche, ipotizzandone la funzione come volta mitigare aspetti relativi ai principali antenati di Roberto di Gloucester (Guglielmo I e Guglielmo II). La terza parte della tesi si è concentrata sull’aspetto propagandistico dell’opera in favore del monastero di appartenenza di Guglielmo (Malmesbury) e soprattutto in favore del clero regolare, nella dicotomia che caratterizzò questo e il clero secolare durante gli anni in cui l’autore viveva. Nell’ultima parte della tesi, è stato ripreso l’aspetto legittimatorio delle Gesta Regum, tentando di fornire un’analisi delle tre raffigurazioni dei sovrani normanni d’Inghilterra, che punteggiano i tre libri finali dell’opera. / The object of this thesis is the survey of the Gesta Regum Anglorum – written by the Benedictine monk William of Malmesbury –, where are explored the subjects of legitimacy, patronage and propaganda. The Gesta Regum are, in fact, without a manifest client. The title of the thesis reveals immediately this aspect, since it extracts a passage from the prologue to the first book: «propter adhorantium auctoritatem voluntate» that we could translate: « for the eminent exhortations that I received». Thus, after the analysis of the three prefatory letters, we assumed that William of Malmesbury would like to dedicate the Gesta Regum Anglorum, in their final version, to Robert Earl of Gloucester. Therefore we decided to analyze the legitimization’s aspect of the work and the possibility that it could serve as a tool to receive the patronage from the Earl to Malmesbury’ abbey. The second part of this survey focuses on the comparison between the two main recensions of the Gesta Regum Anglorum. In order to analyze the changes between the first (completed in 1126/27) and the second recension (completed between 1135 and 1140), we supposed that the aim of these alterations was the mitigation of some aspects of the main ancestors of Robert of Gloucester (William I and William II). In the third part of the thesis, we focus on the aspect of propaganda in favor of the monastery where William used to live and especially in favor of the regular clergy, during the dichotomy that characterized the former and the secular clergy in that years. Finally, in the last part, we analyze one more time the dimension of legitimization of the Gesta Regum Anglorum, trying to provide an analysis of the three portraits of the Norman kings of England, illustrated in the final three books of the work.
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Il rogo degli eretici nel Medioevo / The burning of heretics in the Middle AgesSospetti, Samuel <1982> 12 September 2013 (has links)
Il presente lavoro mette in luce i diversi aspetti che ruotano intorno all’istituzione del rogo, cioè la condanna di un eretico alle fiamme e la conseguente morte per vivicombustione, che arrivò a imporsi nella procedura inquisitoriale come punizione ultima e unica nei casi di eresia. La prima parte del lavoro è dedicata ai fondamenti giuridici che caratterizzano questa pena. L’attenzione è rivolta poi alla letteratura controversistica di parte cattolica, usata dalla Chiesa a difesa della legittima occisio degli eretici. La parte centrale dello studio riguarda l’aspetto storico con una recensio dei principali roghi avvenuti prima e dopo la nascita dell’Inquisizione. Infine la riflessione si sposta sulla scelta e il significato di tale pena da un punto di vista antropologico. / The present work highlights the different aspects concerning the institution of the stake for the heretics, in other words the sentence to burn and die by vivicombustion. In the cases of heresy trials, this procedure became the ultimate and only kind of punishment. The first part of the work is dedicated to the stake juridical basics. The interest will lie then on the catholic-controversistical literature, used by the Church to legimate the heretics occisio (killing). The central part of the study will examine the historical aspects, including a recensio (review) about the most important stakes that took place before and after the birth of the Inquisition. Finally, our attention will shift on the choice and the meaning of such a punishment from an anthropological perspective.
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Il vocabolario del potere fra intento etico-morale e tutela sociale. I lemmi dei Capitolari Carolingi nel Regnum Italicum (774-813) / Words of power. Ethical, moral and social words of the Carolingian Capitularia in the Regnum Italicum (774-813)Scalenghe, Marco <1979> 12 September 2013 (has links)
Il vocabolario del potere fra intento etico-morale e tutela sociale. I lemmi dei Capitolari Carolingi nel Regnum Italicum (774-813), costituisce il risultato di una ricerca condotta sul lessico della legislazione carolingia promulgata per il Regno Italico dal momento della conquista dei Franchi sino alla morte di Carlomagno. L’analisi ha preso in esame tutti i lemmi, soprattutto sostantivi e aggettivi, riconducibili alla sfera etica e morale, e alla concezione della libertà della persona. Il lavoro si è giovato delle analisi più specifiche in merito ai concetti giuridico-istituzionali che fonti normative come quelle prese in esame portano inevitabilmente in primo piano. La ricerca, partita da una completa catalogazione dei lemmi, si è concentrata su quelli che maggiormente consentissero di valutare le interazioni fra la corte intellettuale dei primi carolingi – formata come noto da uomini di chiesa – e le caratteristiche di pensiero di quegli uomini, un pensiero sociale e istituzionale insieme. Il lavoro ha analizzato un lessico specifico per indagare come la concezione tradizionale della societas Christiana si esprimesse nella legislazione attraverso lemmi ed espressioni formulari peculiari: la scelta di questi da parte del Rex e della sua cerchia avrebbe indicato alla collettività una pacifica convivenza e definito contestualmente “l’intento ordinatore e pacificatore” del sovrano. L’analisi è stata condotta su un periodo breve ma assai significativo – un momento di frattura politica importante – per cogliere, proprio sfruttando la sovrapposizione e talvolta lo scontro fra i diversi usi di cancelleria del regno longobardo prima e carolingio poi, la volontarietà o meno da parte dei sovrani nell’uso di un lessico specifico. Questo diventa il problema centrale della tesi: tale lessico impone con la sua continuità d’uso modelli politici o invece è proprio un uso consapevole e strumentale di un determinato apparato lessicale che intende imporre alla società nuovi modelli di convivenza? / My thesis, entitled Il vocabolario del potere fra intento etico-morale e tutela sociale. I lemmi dei capitolari carolingi nel Regnum Italicum (774 - 813), is the final piece of an academic study about lexicon used in Carolingian legislation written for the Regnum Italicum, ranging from the Carolingian conquest to Charles the Great’ s death. This piece of work analyses all the headwords (mainly substantives and adjectives), which belong to ethical, moral and social domain.
Many academic studies have been produced, since 1967, when the first and most significant project Plan pour l’étude historique du vocabulaire social de l’occident médiéval, written by J. Batany, Ph. Contamine, B. Guenée and J. Le Goff, suggested the use of words as a method of understanding history. These studies attempted to convert the implied conceptual meaning into sources. Therefore, my study is meant to analyse a complete series of words used in one of the most important sources in medieval history, the Carolingian Capitularies, which were the official laws for the Regnum Italicum.
This analysis starts from the list of words of the 19 Capitularia, both of Charles and Pippin, then moves onto searching for meaning, the evolution and the use of each word in a cultural context. Subsequently, the study highlights if kings and their staff consciously make a decisions in choosing and using specific words. An important aim of this research is to compare and to determine which legal tradition (Lombards’ or Francs’ one) has been used and how the Roman and Italic tradition influenced Francs legislation. Can social, legal, juridical lexicons (by their continuity of use) determine a social model or can the use itself (conscious and practical of a lexical apparatus) impose new model of cohabitation onto society?
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La costruzione della città medievale. Archeologia dell'edilizia storica e topografia urbana a Pistoia. / The construction of a medieval city. Archeology of historical building and urban topography in Pistoia.Leporatti, Silvia <1972> 14 May 2013 (has links)
Pistoia rientra a buon diritto, nel quadro della Toscana medievale, in quella rete di centri urbani di antica origine e tradizione diocesana che riuscirono a costruire, nella dialettica fra città e territorio, un organismo politico autonomo, il comune cittadino. La ricerca prende in considerazione i resti materiali delle strutture conservate nel tessuto urbano attuale, in particolare l'edilizia civile, prediligendo la cosiddetta “edilizia minore”, ovvero gli edifici residenziali non monumentali che, proprio per questo motivo, sono generalmente poco conosciuti. Le strutture, censite ed inserite in una piattaforma GIS (Arpenteur), sono analizzate con metodo archeologico al fine di distinguere le diverse fasi costruttive, medievali e post-medievali, con cui sono giunte fino ad oggi. L'analisi stratigrafica, effettuata su rilievi realizzati mediante modellazione 3D (Photomodeler), ha permesso di costruire un primo “atlante” delle tipologie murarie medievali della città: i tipi murari assumono quindi la funzione di indicatori cronologici degli edifici analizzati. I dati stratigrafici, uniti al dato topologico dei complessi architettonici (localizzati prevalentemente nel centro storico, all'interno del circuito murario della metà del XII secolo), hanno fornito informazioni sia per quanto riguarda l'aspetto materiale degli edifici di abitazione (forma, dimensioni, materiali) sia per quanto riguarda temi di topografia storica (viabilità maggiore e minore, formazione dei borghi, orizzonte sociale degli abitanti, distribuzione della proprietà), nel periodo della “parabola” della Pistoia comunale (XII-XIII secolo). In conclusione, la ricerca vuole essere sia uno strumento di analisi per la storia delle trasformazioni delle città nel periodo comunale, sia uno strumento di conoscenza e tutela di un patrimonio storico-archeologico che, per la sua natura non-monumentale spesso sfugge all'attenzione di amministratori ed urbanisti. / Pistoia deserves a relevant place in the cities’ network of medieval Tuscany, because it belongs to those centers that, thanks to their ancient origin and to diocesan tradition, succeeded in creating the politically independent “Comune cittadino”.
Starting from the analysis of the remains still visible in contemporary urban context, this thesis considers particularly the so-called “edilizia civile”, that is to say the whole of the houses and residential buldings that, because of their lack of monumental features, generally have not been taken into consideration from traditional archeological research.
The buildings, after being classified and inserted in a GIS system (Arpenteur), have been analyzed with archeological method to distinguish the various construction-stages, from a Middle Age phase to the post-Middle Age one that we know nowadays.
Stratigraphic analysis, conducted upon evaluations realized thanks to a 3D modelling-tool (Photomodeler), has allowed to reconstruct, as a first hypothesis, an “atlas” of the building-types of the medieval phase, making available some important building cronological markers too.
The whole of dates obtained from stratigraphic analysis together with the topologic informations upon the architectural complex (localized principally inside the closed track of the city-walls realized in the middle of the XII century) consent to better understand many aspects of the “parabola” of the Commune of Pistoia (XII-XIII centuries): the material culture of the houses (shape, dimensions, materials used for construction), the historical topography, the history of viability, the emergence of the “borghi cittadini”, the social profile of the inhabitants, the distribution of property.
Finally, this research aims to represent a work-instrument for analyzing the history of urban transformations in Communal era, and to enlarge the consciousness and the safeguard of a peculiar historical and archeological wealth that, since it lacks of monumental features, tends often to escape from the attention of urbanists and municipal administrators.
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Per un atlante dei castelli dell’Emilia Romagna: Rubiera, Salvaterra, Dinazzano e la difesa del confine orientale / For an atlas of the Emilia Romagna castles: Rubiera, Salvaterra, Dinazzano in the defense of the eastern borderMorini, Danilo <1964> 12 September 2013 (has links)
Il lavoro è stato strutturato in due parti distinte. La prima riguarda il riordino delle informazioni contenute nella Banca Dati sui Castelli dell’Emilia Romagna ultimata nel 2004, arricchendo le informazioni con nuove fonti sia edite che inedite e fotografie, mettendo poi tutti i dati online sul sito Geologia Storia Turismo della Regione Emilia Romagna. La seconda parte ha riguardato invece l’analisi dell’area reggiana e, in particolare, di tre castelli: Rubiera, Salvaterra e Dinazzano che, a partire dalla fine del XII secolo, hanno costituito quella che è stata definita la Cintura sul Secchia, una vera e propria catena difensiva costruita dal comune di Reggio Emilia a protezione del suo confine orientale, quello con Modena.
Nella prima parte si è predisposto l’avvio di un Atlante dei castelli esistenti e scomparsi dell’Emilia Romagna, strutturato provincia per provincia, con corredo di piante e grafici che indicano la consistenza del fenomeno nelle diverse aree della Regione; poi, per l’area reggiana, si è completata la disamina con una serie di grafici che mettono in luce la dislocazione per aree, la localizzazione sicura dei castelli in rapporto alla loro condizione attuale e la densità per aree del fenomeno. Infine si sono inserite informazioni ricavate da materiale inedito per verificare possibili sviluppi della Banca Dati.
La seconda parte ha ricostruito non solo le vicende storico-costruttive dei castelli di Rubiera, Salvaterra e Dinazzano, ma ha approfondito anche la genesi e l’evoluzione di questo progetto di difesa territoriale: studiare questo progetto significa capire come il comune di Reggio Emilia, nell’arco di oltre un secolo, ha governato i propri castelli, come ne ha organizzato la difesa e la manutenzione e come ne ha progettato il popolamento. / The work is structured into two distinct parts. The first one concerns the reorganisation of the informations contained in the Data Bank about the Castles of the Emilia Romagna Region, enriching with new sources, both published or unpublished, photographs, and then putting online all the data on the site “Geology History Tourism of Emilia Romagna Region”. The second part instead focused on the analysis of Reggio Emilia area and, in particular, of three castles: Rubiera, Salvaterra and Dinazzano which, from the end of the XII century, constituted what was defined as the Cintura sul Secchia, a true defensive chain built by the municipality of Reggio Emilia to protect its eastern border.
In the first part, the launch of an Atlas of both existing and disappeared castles in Emilia Romagna, it is predisposed, structured province by province, with a set of plants and graphs that indicates the consistency of the phenomenon in all the region. Then, the discussion for the area of Reggio Emilia has been completed with graphs that brings to light the dislocation for areas, the secure locations of the castles in relation to their current condition and the density for areas of the phenomenon. Finally, we inserted information obtained from unpublished material to verify possible developments of the data bank.
The second part has reconstructed not only the historical events and construction of Rubiera, Salvaterra and Dinazzano castles, but it has also deepened the genesis and evolution of this project of territorial defence: studying this project means to understand how the municipality of Reggio Emilia, in over a century, has governed its castles, how it has organized their defence and their maintenance and how it has planned the population.
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L'area dei Lungarni di Pisa nel tardo Medioevo (XIV-XV secolo). un tentativo di ricostruzione in 3D. / The Lungarni in Pisa in late Middle Age (XIV-XV century). An hypothetical 3d reconstruction.Berretta, Michele <1980> 24 May 2012 (has links)
Lo scopo di questa ricerca è la ricostruzione dei Lungarni di Pisa nel Tardo Medioevo (XIV-XV secolo); lo studio intende sottolineare le trasformazioni urbanistiche che hanno cambiato il volto di Pisa nel corso del tempo e ricordare che l’area fluviale ebbe un ruolo di primo piano come baricentro commerciale ed economico della città, vocazione che si è in gran parte persa con l’età moderna e contemporanea.
La metodologia seguita, affinata e perfezionata durante la partecipazione al progetto Nu.M.E. (Nuovo Museo Elettronico della Città di Bologna), si basa sull’analisi e il confronto di fonti eterogenee ma complementari, che includono precedenti studi di storia dell’urbanistica, un corpus di documentazione di epoca medievale (provvedimenti amministrativi come gli Statuti del Comune di Pisa, ma anche descrizioni di cronisti e viaggiatori), fonti iconografiche, tra cui vedute e mappe cinquecentesche o successive, e fonti materiali, come le persistenze medievali ancora osservabili all’interno degli edifici ed i reperti rinvenuti durante alcune campagne di scavo archeologiche.
Il modello 3D non è concepito come statico e “chiuso”, ma è liberamente esplorabile all’interno di un engine tridimensionale; tale prodotto può essere destinato a livelli di utenza diversi, che includono sia studiosi e specialisti interessati a conoscere un maggior numero di informazioni e ad approfondire la ricerca, sia semplici cittadini appassionati di storia o utenti più giovani, come studenti di scuole medie superiori e inferiori. / The purpose of this research is the reconstruction of the Lungarni (banks of the River Arno) in Pisa in the Late Middle Age (XIV-XV century). The study aims to emphasize the urban transformation that changed the face of Pisa over time and to remember that the banks of the river had a very important role as commercial and economic center of gravity of the city, a vocation which has largely lost in the modern and contemporary times.
The methodology, refined and perfected during the participation to the project Nu.M.E. (New Electronic Museum of the city of Bologna), is based on the analysis and comparison of diverse but complementary sources, including previous essays in urban history, collection of medieval documentation (administrative measures as the Charters of the town of Pisa, but also descriptions of chroniclers and travelers), iconographic sources, including maps and views produced in XVI century and later, and material sources, such as persistences still observable within the medieval buildings and artefacts found during some archaeological excavations.
The 3D model is not conceived as static and "closed", but it is a free roaming 3D environment; this product can be allocated to different levels of users, including both scholars and specialists interested in learning more about the subject and in further research, both ordinary citizens interested in history and younger users, as students of high and middle schools.
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Tipologia e diffusione delle produzioni ceramiche in Romagna tra XIII e XV secolo / Typology and distribution of ceramics production in Romagna between XIII and XV centuryLo Mele, Elvira <1978> 21 July 2015 (has links)
In questo lavoro si è avuta la possibilità di studiare e confrontare i reperti ceramici provenienti da tre recenti scavi condotti nella zona della Romagna dall’Università di Bologna: il monastero di San Severo a Classe (RA), il castello di Rontana (Brisighella-RA) e la pieve di S. Reparata a Terra del Sole (FC). Si tratta di scavi ancora inediti differenti tra loro sia per connotazione distrettuale di appartenenza che per tipologia insediativa
La cesura cronologica che si è preso in esame va dal XIII a XV secolo. Il XIII secolo corrisponde a un periodo in cui si assiste ad una riapertura dei trasporti a lunga distanza e si diffonde la tendenza al trasferimento dei saperi tecnici da Oriente verso Occidente, fenomeno che include l’introduzione di nuove tecnologie produttive in campo ceramico come l’ingobbio e la maiolica in diversi centri urbani.
Si passa poi attraverso il XIV secolo, momento in cui alcune produzioni, come quella della maiolica, raggiungono la loro massima diffusione, con una diversificazione qualitativa dei prodotti, raggiungendo anche l’ambito rurale, e si assiste alla moltiplicazione dei centri di produzione. Si arriva così al XV secolo periodo in cui iniziano ad affermarsi dei veri e propri centri produttivi “industriali”, rappresentativi anche di una specializzazione regionale dei prodotti di qualità medio-alta.
La possibilità di confrontare materiali di siti così differenti tra loro ha dato modo di sottolineare analogie e differenze anche tra città e campagna, in un territorio come quello romagnolo che ancora risente del peso della lunga tradizione antiquaria che ha caratterizzato gli studi fino al secolo scorso. / This research has allowed to study and compare the pottery artefacts from three recent excavations carried out by the University of Bologna, in the area Romagna at the sites of: the monastery of San Severo in Classe (Ravenna), the castle of Rontana (Brisighella, Ravenna) and thePieve of S. Reparata a Terra del Sole (Forlì-Cesena). These are yet unpublished works, but they differ in their territory and location, as well as the typology of settlement.
The chronological range examined in this work is the period between the 12thand the 15th century. The 13th century corresponds to the reopening of long distance trade and transport that allow exchange of technological knowledge from the Orient into the Western world. This phenomenon includes the introduction of new production techniques, such as slipware and majolica now manufactured in several towns.
Later, into the 14th century, some fabrics, like majolica, reach the highest diffusion, with qualitative differentiation of the products that reached also rural areas; during this period, it is possible to witness to multiplication of production centres. It is during the 15th century that well organised “industrial” productions centres did establish for the production of medium-high quality products.
The chance of comparing materials that are so dissimilar allowed us to underline analogies and difference also when comparing city and countryside locations in a territory, like that of Romagna, that still suffers of the long antiquarian tradition that characterised the study of this subject until the end of the last century.
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Gli spazi economici delle istituzioni ecclesiastiche e civili di Milano e del suo territorio (fine XII-XIII secolo) / The Economic Spaces of Ecclesiastical and Civil Institutions in Milan and in Its District (XII XIII Century)CASTELNUOVO, GIUSEPPE LUIGI 18 March 2008 (has links)
La ricerca offre informazioni in merito agli ambiti economici e fiscali delle istituzioni milanesi (fine XII - XIII secolo).
Il lavoro si fonda su un'indagine documentaria minuziosa e considerevole dal punto di vista quantitativo.
Il primo capitolo è dedicato alla storiografia economico-finanziaria e fiscale.
Il secondo capitolo presenta il materiale documentario affrontando i problemi relativi all'evoluzione delle carte nei secoli VIII-XIII.
Il capitolo terzo ricostruisce le modalità di gestione economico-finanziarie del patrimonio della canonica di S. Ambrogio.
Il quarto capitolo analizza i rapporti intercorsi tra Chiesa romana e Comune di Milano entrando nel merito delle problematiche relative alla libertas ecclesiae e alla tassazione degli enti ecclesiastici, in particolar modo nel momento dell'introduzione dell'estimo comunale.
Il quinto capitolo è dedicato alla tassazione applicata sugli enti ecclesiastici da Chiesa ambrosiana, Chiesa romana e Comune di Milano. Si sono così comprese le necessità finanziarie ecclesiastiche e civili e le differenti destinazioni dei contributi versati alla Chiesa o al Comune.
Il capitolo sesto è dedicato all'evoluzione dell'apparato amministrativo-burocratico comunale seguito all'introduzione di nuovi strumenti di riscossione delle imposte.
Nel settimo e ultimo capitolo si analizzano alcuni strumenti, quaderni o registri di imbreviature, a disposizione dei notai che prestavano servizio presso enti ecclesiastici e Comune. / The search offer an information about economic and fiscal field of Milan institutions (XII - XIII century).
The first chapter is dedicated to the economic-financial and fiscal historiography.
The second chapter introduces the documentary material facing the problems relative to the evolution of the papers in the course of the VIII-XIII centuries.
The third chapter reconstructs the economic-financial management modalities of the patrimony of the presbytery of S. Ambrogio.
The fourth chapter analyzes the relationships elapsed between Roman Church and municipality of Milan regarding the problems relative to the libertas ecclesiae and to the taxation of the ecclesiastical organizations in the moment of the introduction of municipal valuation.
Fifth chapter is dedicated to the taxation applied on the ecclesiastical organizations from Milan Church, Roman Church and municipality of Milan. Therefore the financial and civil ecclesiastical necessities and the different destinations of the contributions paid to the Church or the municipality have been comprised.
The sixth chapter is dedicated to the evolution of the administrative-bureaucratic municipal machine in consequence of the introduction of new instruments of tax collection.
In the seventh chapter are analyzed some instruments, notebooks or registries of imbreviature available to the notary who served ecclesiastical organizations and municipality.
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Giovanni Francesco da Rimini Un percorso fra tradizione e rinnovamento nella pittura italiana di metà Quattrocento. / Giovanni Francesco da Rimini An artist between tradition and renewal in Italian Painting of the Mid-QuattrocentoMosso, Valerio <1976> 17 September 2012 (has links)
La tesi presenta l’attività di Giovanni Francesco da Rimini, pittore attivo all’incirca dal 1440 al 1470. Analizzando le varie esperienze tra Padova, Perugia, Firenze e Bologna, si ricostruisce un catalogo delle sue opere. / The PhD thesis focuses on the oeuvre of Giovanni Francesco da Rimini, painter active between 1440 and 1470. Through the analysis of his activity in Padua, Perugia, Florence and Bologna, it presents a complete catalogue of his works.
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