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Il Montalbano nel Medioevo: Strumenti informatici per l’analisi archeologica del territorio e delle strutture architettoniche / Medieval Montalbano: technological tools for landscape and buildings archaeological analysis

Somigli, Lapo <1982> 14 May 2013 (has links)
La ricerca ha preso in esame l’analisi archeologica di un territorio medievale e la sperimentazione di strumenti informatici per la gestione e l’analisi dei dati prodotti dalla ricerca stessa. Il Montalbano, oggetto della ricerca, è una microregione caratterizzata da elementi che la rendono molto interessante. Si tratta di una catena submontana che divide la piana di Firenze-Prato-Pistoia dal Valdarno inferiore. Questa posizione di frontiera ne ha fatto l’oggetto di mire espansionistiche da parte delle principali famiglie signorili prima, dei comuni poi. In una prima fase sono stati censiti i siti attestati dalle fonti documentarie e materiali per capire le dinamiche insediative del popolamento medievale e le strategie di controllo di un territorio caratterizzato dall’assenza di un’egemonia da parte di un solo potere (almeno fino a metà ‘300). L’analisi stratigrafica si è poi concentrata sulle strutture architettoniche religiose, in quanto offrono la maggior quantità di dati dal punto di vista documentario e archeologico. È stato così possibile ottenere un quadro delle tecniche costruttive medievali e delle influenze culturali che lo hanno prodotto. I dati archeologici sono stati gestiti attraverso una piattaforma gis sviluppata all’interno del Laboratorio di Archeologia Medievale dell’Università di Firenze in collaborazione con il laboratorio LSIS del CNRS di Marsiglia. Questa è stata appositamente strutturata secondo le procedure di raccolta e organizzazione dati utilizzate durante l’analisi archeologica. Le singole strutture indagate sono inoltre state oggetto di un rilievo 3d fotogrammetrico che in alcuni casi studio è stato anche utilizzato come base di accesso ai dati derivanti dall’analisi stratigrafica, all’interno di un’applicazione gis 3d (Arpenteur). Questo ha permesso di connettere all’interno di un’unica piattaforma i dati geometrici ed archeometrici con quelli archeologici, utilizzando i primi come interfaccia di accesso ai secondi. / This research examined both archaeological analysis of a medieval region and experimentation of technological tools for analysis. Montalbano is a hilly sub-region which divides the Arno valley: Firenze-Prato-Pistoia on the right, Valdarno inferiore on the left. Thanks to its position, Montalbano became a frontier area in medieval centuries, desired from all the powerful actors (noble families earlier and cities later). This work first of all took a census of sites known by historical documents; then archaeological surveys started, in order to increase our knowledge about settlement distribution and control dynamics. Archaeological analysis then focused on religious buildings, that are the best preserved. The result was catalogue of medieval masonries and their relationship with other regions. Archaeological data were managed with a specific GIS, developed by Medieval Archaeology Lab of University of Florence and LSIS Lab from CNRS (Marseille – FR). We also surveyed Medieval buildings with photogrammetric campaigns, to create 3d models of them. 3d models will be in future included in Arpenteur 3d gis based on blocks (corresponding to single ashlars) as atomic unit of the model. In this way, geometrical data and archaeological ones will be directly linked.
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Marco Zoppo e il Rinascimento tra l'Emilia e il Veneto / Marco Zoppo and the Renaissance between Emilia and Veneto

Calogero, Giacomo Alberto <1982> 16 September 2014 (has links)
La presente ricerca si occupa della figura di Marco Zoppo, pittore e artista poliedrico, nato a Cento, in Emilia, intorno al 1432. L'indagine si concentra soprattutto sugli esordi e la prima maturità di questo artista, che lo videro attivo in centri importanti come Bologna e Padova e Venezia. / This research deals with the crucial personality of Marco Zoppo, painter and multi-talented artist, who was born in Cento, Emilia, in about 1432. The study focuses primarily on his beginnings and early adulthood, which he spent mostly in important artistic centers such as Bologna, Padua and Venice.
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I manoscritti miniati dell'Illustratore nella cultura figurativa del secondo quarto del XIV secolo / The Illuminated Works of the Illustratore in the Visual Culture of the Second Quarter of the Fourteenth Century

Del Monaco, Gianluca <1984> 17 September 2012 (has links)
La tesi è dedicata alla personalità artistica dell’Illustratore, tra i protagonisti della miniatura bolognese degli anni trenta e quaranta del Trecento, così felicemente soprannominato da Roberto Longhi. Dopo un capitolo dedicato alla vicenda critica dell’artista, la tesi affronta il percorso artistico dell’Illustratore nell’ambito della decorazione libraria bolognese del secondo quarto del XIV secolo. Ho trattato le opere attribuite al’Illustratore insieme agli esempi contemporanei della miniatura bolognese, in modo da far emergere il ruolo di questo maestro nelle relazioni con il contesto cittadino. Nella successione cronologica dei manoscritti, emerge un nuovo sconvolgimento caotico che scardina l’ordine spaziale e compositivo delle opere iniziali debitrici del giottismo del Maestro del 1328. Il capitolo si conclude con alcune osservazioni sui rapporti tra il maestro e i suoi aiuti e sul rapporto con Buffalmacco. In questo capitolo sono inoltre presentate due nuove attribuzioni. Gli ultimi due capitoli sono un approfondimento sull’interazione tra il linguaggio figurativo dell’artista e la funzione dell’immagine quale forma di comunicazione visiva in stretta relazione con i testi scritti che accompagnano e sui caratteri della committenza, là dove è possibile definirli. La prima parte del terzo capitolo è dedicata all’illustrazione dei libri legales, mentre nella seconda parte si tratta di un caso particolare, le iniziali istoriate dell’Inferno e del Purgatorio di Dante Alighieri della Biblioteca Riccardiana di Firenze (ms. 1005), per molti aspetti riconducibili all’illustrazione giuridica. La mia intenzione in questo capitolo è di verificare come il caratteristico linguaggio narrativo espressivo e diretto dell’Illustratore abbia risposto alla funzione delle immagini dipinte nei codici giuridici di offrire una struttura materiale alla memorizzazione visiva per via di luoghi e figure dei contenuti di studio del diritto comune. In appendice alla tesi si trova un catalogo dei manoscritti decorati da miniature dell’Illustratore, comprensivo anche di una sezione per le opere di dubbia o erronea attribuzione. / The dissertation concerns the Illustratore, one of the main Bolognese illuminators in the 1330s-1340s. His effective nickname was invented by Roberto Longhi. After a chapter on the modern scholarship about this artist, the thesis deals with the artistic path of the Illustratore in the contest of the Bolognese illumination of the second quarter of the fourteenth century. I have considered the works of the Illustratore together with Bolognese contemporary illumination so as to highlight the role of the Illustratore in the artistic milieu of Bologna. The illuminated manuscripts chronologically ordered show a progressive chaotic upheaval unhinging the spatial order of composition present in the early works by the master, indebted to the giottesque style of the 1328 Master. The chapter ends with a few observations on the relationships between the Illustratore and his collaborators and about the relationship between his art and Buffalmacco's. Furthermore, this chapter presents two works newly attributed. The last two chapters go deeper into the interaction between the visual language of the Illustratore and the images painted in books seen as visual media strongly connected with the written texts they are bound together. The first part of the third chapter is about the illustration of legal books, whereas the second part deals with a special case: the historiated initials of the Divine Comedy Ricc. 1005 in Florence. This chapter is intended to verify how the typical expressive and immediate narrative of the Illustratore fulfilled the task of painted images in legal books to provide a material structure for the visual memorisation through place and figures of the contents of ius commune. The dissertation has an appendix with a complete catalogue of the illuminated manuscripts of the Illustratore, including a section for wrongly or dubiously attributed works.
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La committenza artistica dei Templari e degli Ospitalieri in Emilia Romagna / The art of Templars and Hospitallers' commanderies in Emilia Romagna

Cova, Paolo <1981> 17 September 2012 (has links)
La tesi di dottorato La committenza artistica dei Templari e degli Ospitalieri in Emilia Romagna cerca attraverso un approccio metodologico multidisciplinare di ricostruire il patrimonio artistico delle commende dei due ordini religioso cavallereschi in regione. La tesi è stata concepita per riflettere anche a livello strutturale la metodologia d’indagine, così un primo capitolo è dedicato all’analisi storica dei due ordini, con particolare attenzione alla comprensione del rapporto tra gli ordini e il mondo dell’arte. Una secondo capitolo invece è incentrato sulla storiografia artistica relativa e sulle impegnative indagini d’archivio, che, soprattutto attraverso l’utilizzo di una vasta documentazione inedita, hanno permesso di fornire nuovi elementi alla definizione della rete degli insediamenti e della loro decorazione. Lo studio prosegue con la specifica ricostruzione storica e storico artistica delle commende attraverso l’indagine sui singoli insediamenti, dove si è cercato di dar conto delle vicende artistiche e della storia dei suoi protagonisti. Contestualmente alla redazione di questo capitolo, riconoscendo la storia, il senso e l’importanza della scuola stilistico-filologica, si procede alla redazione delle schede di catalogo delle opere superstiti, sia di quelle ancora nelle ex-commende sia di quelle che oggi hanno altre collocazioni. Successivamente, senza necessariamente trarre conclusioni definitive su un lavoro di ricerca che per sua natura è in divenire, si argomentano alcune riflessioni sulla natura, i limiti, i caratteri e l’evoluzione della committenza dei due ordini cavallereschi in regione. Si è così riscoperto un patrimonio artistico vasto e articolato che coniuga capolavori con opere di cultura assai più corsiva, ma comunque sempre capace di raccontare la storia dei suoi artefici (alcuni - come Aristotele Fioravanti, Girolamo da Treviso, Pietro Bembo o Ranuccio Farnese - veri e propri protagonisti del loro tempo), in continuo e sostanziale dialogo con le culture artistiche che hanno attraversato la regione, e non solo, tra Medioevo e Modernità. / The dissertation, titled The art of Templars and Hospitallers' commanderies in Emilia Romagna, tries, through a multidisciplinary approach, to reconstruct the artistic heritage of two monastic and chivalrous Orders in the region. The dissertation was conceived in order to reflect, also in the structural level, the survey methodology: the first chapter was dedicated to an historical analysis of the two Orders, with particular attention to the relation between them and the art-world; the second chapter, instead, was focused on the relating artistic historiography and on a challenging archive investigations, that, above all through the use of an extensive and unpublished documentation, permitted to reveal new elements for a better understanding of the settlements’ net and their decoration. The research continued with the specific historic and artistic reconstruction of the commanderies: through a survey about the specific settlements, I tried to point out the artistic and historic events of its protagonists. Subsequently, without claiming to draw conclusions in a work that necessarily is in becoming, I developed some reflections on the nature, the limits, the characteristics and developments of the artistic patronage. Finally, the card’s stylistic analysis completed my investigation, giving meaning to the historic and documentary surveys. In this way I rediscovered an extensive and articulated artistic heritage that combines masterpieces and more modest works, but in any case capable of delineating the history of their authors (some of them, like Aristotele Fioravanti, Girolamo da Treviso, Pietro Bembo and Ranuccio Farnese, real protagonists of the time), in a continue and substantial dialogue with the artistic cultures that crossed the region, and not only the region, between Middle Age and Early Modernity.
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Scultura in legno nella Lombardia dei Visconti

Siddi, Federica January 2017 (has links)
La tesi è dedicata alle testimonianze della scultura in legno della Lombardia viscontea, entro un arco cronologico compreso tra il secondo XIII secolo e la metà del XV. Gli intagli discussi sono in parte quelli che gli studi hanno portato, nel tempo, all’attenzione della critica. Un’altra parte, invece, consiste di materiale inedito o comunque misconosciuto, la cui scoperta è il frutto di un lavoro di ricerca condotto presso gli uffici catalogo delle Soprintendenze e, soprattutto, delle Diocesi lombarde. La tesi prende avvio con un capitolo in cui si affronta il problema della fortuna critica della scultura lignea lombarda del Medioevo, ripercorrendo le tappe di quella che è una storia fatta – almeno per buona parte del Novecento – di silenzi e occasioni mancate. Segue poi una breve presentazione delle più antiche opere lignee oggi note, nobili cimeli dei secoli XII e XIII che, sia pur nella loro problematicità, sanciscono gli esordi della produzione dei territori in esame. Il terzo capitolo è invece dedicato alle opere del tardo Duecento e del primo Trecento, mentre le testimonianze del secondo Trecento e del primo Quattrocento trovano posto nel quarto capitolo. All’appendice (capitolo quinto), fa quindi seguito un ampio catalogo costituito da schede comprendenti le caratteristiche conservative, storiche e stilistiche delle diverse opere trattate.
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Vescovi, re, imperatori: Anastasio Bibliotecario tra Occidente e Oriente

Cò, Giulia January 2015 (has links)
La tesi di dottorato ha l'obiettivo di indagare la corrispondenza di Anastasio Bibliotecario, la cui attività a Roma raggiunse il culmine tra gli anni Sessanta e Settanta del IX secolo: egli fu collaboratore di tre papi, ebbe contatti con gli imperatori Ludovico II e Carlo il Calvo, fu ottimo conoscitore della lingua greca e della cultura bizantina e intermediario da un lato tra mondo franco e papato, dall’altro tra imperatore d’Occidente e imperatore d’Oriente. Nelle lettere anastasiane, sia in quelle scritte in maniera autonoma, sia in quelle readatte svolgendo incarichi più o meno ufficiali, è possibile individuare linguaggi, metafore, espressioni, citazioni, stili di volta diversi a seconda dei destinatari: tra questi, Adone di Vienne e Incmaro di Reims; Carlo il Calvo e Ludovico II, con il quale Anastasio sembra tessere una lunga e intensa collaborazione; e infine l’imperatore d’Oriente Basilio I. Poiché Anastasio fu coinvolto nelle principali questioni della metà del IX secolo, le lettere anastasiane nascono in contesti estremamente eterogenei: le problematiche questioni sorte tra i vescovi franchi (in particolare, per quanto riguarda il conflitto fra Incmaro di Reims e il nipote omonimo vescovo di Laon); i rapporti tra papato e Carolingi nella gestione degli affari interni ai regni e nella questione dell’incoronazione imperiale; i complessi rapporti fra Oriente e Occidente nella definizione dell’equilibrio delle funzioni dei due imperatori e della politica nel sud Italia; le tensioni generate dallo scisma di Fozio. All’interno di questi contesti, l'analisi delle lettere anastasiane permette quindi di individuare di volta in volta le diverse scelte comunicative rispondenti a specifiche scelte e linee politiche. Per visulizzare il testo greco è necessario istallare il font Hellenica.
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Signoria ecclesiastica e comunità  rurali nel medioevo (secoli XII-XIII). S. Giorgio in Braida di Verona e i villaggi del Fiumenovo. Ecclesiastic Lordship and Rural Communities in the Middle Ages (12-13th c.). St Giorgio in Braida of Verona and the villages of Fiumenovo.

Stella, Attilio January 2014 (has links)
The thesis analyses the relationships between the urban church of Verona and three of its subject villages (Cologna, Sabbion and Zimella), located in the eastern territory of Verona's district in the Communal Age. The introductive chapter is aimed at defining the object and the chronology of the research, and the 'status quaestionis' concerning rural lordship in the Italian historiography. The first section focuses mostly on the urban milieu, where the canons of St Giorgio lived and built their strategies and connections with the communal establishment. The second section analyses the environmental, settlement, social and institutional development of the three mentioned villages, contextualised in the dialectics between the city-state and the seigniorial powers in the district. The thesis includes two appendices consisting in the edition of 26 previously unpublished documents coming from the Vatican Archives and the State Archive of Verona.
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I poteri signorili in un'area di confine. L'Appenino tosco-emiliano tra l'XI e il XIV secolo.

Pederzoli, Giovanni January 2016 (has links)
La presente ricerca si propone di studiare l’evoluzione dei poteri signorili nel contesto geografico dell’Appennino tosco-emiliano attraverso l’analisi, in chiave comparativa, di tre signorie rurali (conti Alberti, Ubaldini, conti di Panico ) inerenti quello specifico ambito territoriale. Dal punto di vista cronologico l’indagine ha inizio a partire dall’XI secolo – con la comparsa, nelle fonti, dei poteri signorili di banno – e termina intorno agli anni Trenta del XIV secolo – quando la contestazione delle prerogative signorili in quella zona era un fatto ormai consolidato sia in termini politici, sia in termini territoriali. Mediante lo studio della documentazione disponibile – dispersa in vari fondi archivistici, pubblici e privati – si è perciò tentato di approfondire alcune tematiche di carattere generale tra le più frequentate e discusse dalla storiografia, quali il rapporto tra città e contado, i processi di ricomposizione politica dei territori, lo sviluppo dell’aristocrazia rurale e delle prerogative ad essa connesse. La scelta di studiare le vicende relative alle tre famiglie dei conti Alberti, degli Ubaldini e dei conti di Panico risponde a precise opportunità di metodo e di ricerca. Riguardo alle prime si è tenuto conto dell’omogeneità territoriale delle zone d’influenza signorile, collocate, per la maggior parte, a ridosso delle montagne e delle colline delle attuali province di Firenze, Pistoia, Prato e Bologna. Riguardo alle seconde, invece, si è inteso privilegiare alcuni dominati signorili solo in parte studiati dalla storiografia e dall’erudizione locale, così da rendere più proficuo il confronto con realtà aristocratiche differenti che hanno goduto di maggior considerazione da parte degli storici (ad esempio, i conti Guidi). La ricerca è articolata in tre sezioni. Nella prima vengono analizzate le forme del potere esistenti nell’area che sta tra l’Emilia e la Toscana nel pieno medioevo discutendo la terminologia utilizzata per descrivere l’organizzazione dello spazio ed evidenziando il ruolo che ebbero alcune città (Firenze, Pistoia, Prato e Bologna) nel disciplinamento del territorio. Nella seconda sezione vengono indagati i presupposti del potere signorile, considerando quali “prerequisiti strutturali” prima il radicamento patrimoniale e il possesso degli uomini, poi la rete delle relazioni intessute con l’impero, con il papato, con i marchesi di Tuscia, con i vescovi, con gli enti ecclesiastici e con le città. Nella terza sezione la tesi descrive l’esercizio dei poteri signorili mostrando come questi si manifestassero nell’amministrazione della giustizia, nel controllo di determinati diritti di natura economica (in particolare quelli di derivazione pubblica), nell’attività militare e più in generale nell’uso della coercizione e della violenza. Ciascuno di questi aspetti è quindi posto in relazione con le pretese e le richieste provenienti dalle città comunali, nel tentativo di offrire una panoramica del tema quanto più possibile completa ed esaustiva.
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La manifattura del cuoio e della calzatura nell'Italia comunale. Tecniche, struttura produttiva e organizzazione del lavoro

Righi, Laura January 2018 (has links)
In epoca pre-industriale, il cuoio era uno dei materiali maggiormente utilizzati, tanto nel settore calzaturiero quanto nel settore militare o nei trasporti. Questa ricerca si propone di indagare principalmente due attività collegate a questo materiale, la manifattura conciaria e la produzione calzaturiera, e la loro organizzazione tra XIII e XV secolo. La tesi si articola in cinque capitoli volti a esplorare tutti gli attori e i fattori coinvolti nella produzione di cuoio attraverso l' analisi di documentazione d'archivio: testi legislativi, documentazione giudiziaria, amministrativa e fiscale, affiancata da registri di conti privati e atti notarili. La scelta di affrontare fonti di natura differente ha richiesto la presa in esame di diversi centri urbani, la scelta è dunque ricaduta sulle città di Arezzo, Bologna e Rimini, mantenendo sempre aperto il confronto con altre realtà dell'Italia centro-settentrionale. Il primo aspetto preso in esame è la relazione tra attività produttive e governi cittadini che erano responsabili della gestione di un alto numero di lavoratori che si occupavano di un'attività che aveva un forte impatto sul territorio, tanto in termini di sfruttamento delle risorse (idriche, minerali, agricole e dell'allevamento) quanto in termini di inquinamento. Una volta individuate le materie prime necessarie per la produzione, e le politiche attivate per il suo reperimento, si è svolta un ricostruzione del settore innanzitutto dal punto di vista tecnico, per identificare il processo produttivo e le sue caratteristiche. L'analisi delle fasi di lavorazione che permettevano la trasformazione della pelle in cuoio e poi la produzione di calzature, ha evidenziato innanzitutto alcuni fattori che ne influenzavano l'organizzazione. Conseguentemente ci si è dunque interrogati sulle modalità di organizzazione del settore e di divisione del lavoro e si è scelto di indagare innanzitutto come le corporazioni intervenivano e si inserivano in tale ciclo produttivo. Prendendo come esempio il caso di Bologna si è evidenziato il percorso di strutturazione e gerarchizzazione delle corporazioni del settore, che aveva progressivamente portato a una più netta divisione del ciclo produttivo, e che parallelamente concedeva maggiori margini d'azione ad alcuni singoli operatori economici. I soggetti maggiormente influenzati da tali modifiche istituzionali erano infatti gli imprenditori e i lavoratori del settore che nel corso del tardo Medioevo ebbero la possibilità di migliorare il proprio status, grazie al coinvolgimento, tanto economico quanto politico, nelle corporazioni del cuoio. Infine, una sezione è stata dedicata all'analisi degli oggetti in cuoio, delle loro caratteristiche tecniche ma soprattutto del loro valore, sia simbolico che di mercato. Lo studio di oggetti, persone e istituzioni coinvolte nel complesso settore del cuoio si propone di inserire innanzitutto un ulteriore tassello nella ricostruzione delle attività economiche, commerciali e manifatturiere, e nella ridefinizione delle componenti della società urbana dell'Italia comunale. In secondo luogo, l'analisi di diversi centri urbani ha consentito di evidenziare alcuni modelli di organizzazione e la loro evoluzione nel corso degli ultimi secoli del Medioevo.
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Attorno al Maestro di Viboldone. Scultura gotica lombarda tra le province di Milano, Pavia, Como, Lecco e Monza

Eccher, Elisa January 2019 (has links)
Il presente lavoro è volto a indagare la figura dello scultore anonimo, attivo a Milano tra il quinto e il sesto decennio del XIV secolo, etichettato dalla critica come "Maestro di Viboldone", del quale si propone per la prima volta la compilazione di un catalogo ragionato. Per inquadrare meglio questo artista, operoso nell'età di Giovanni Visconti, la ricerca si è estesa sul territorio lombardo, con un'attenzione speciale verso le province di Milano, Pavia, Como, Lecco e Monza. Ne è derivata la compilazione di un catalogo topografico relativo alle sculture lapidee di epoca gotica presenti in questi territori e la messa a fuoco di diverse personalità artistiche.

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