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Riorganizzare l’ospedale secondo un modello per Intensità delle Cure: Uno studio dell’organizzazione sociale del lavoro ospedaliero / REORGANISING ITALIAN HOSPITALS TOWARD A PATIENT-CENTRED MODEL OF CARE: A STUDY OF THE SOCIAL ORGANISATION OF HOSPITAL WORK

LIBERATI, ELISA GIULIA 17 March 2016 (has links)
Innovare verso un modello per Intensità delle Cure (IdC) offre agli ospedali importanti potenzialità di miglioramento, tanto a livello di qualità delle cure quanto sul piano organizzativo e gestionale. L’introduzione del modello IdC può tuttavia implicare sostanziali modifiche nell’organizzazione sociale del lavoro clinico, modificando relazioni, confini e identità professionali. La tesi esamina i reciproci effetti tra il modello IdC e l’organizzazione sociale del lavoro ospedaliero. Il disegno di ricerca è organizzato in tre fasi: una estensiva analisi documentale, uno studio esplorativo basato su interviste qualitative semi-strutturate, uno caso di studio etnografico in profondità condotto in un ospedale recentemente organizzato secondo il modello IdC. I risultati sono organizzati in tre studi. Il primo mostra come il cambiamento IdC sia stato diversamente interpretato dai manager ospedalieri e dai clinici in prima linea con i pazienti, costituendo così due discordanti ‘narrative di cambiamento’. Il secondo studio si focalizza sugli ostacoli alla creazione di team multidisciplinari negli ospedali IdC. Il terzo studio esamina l’impatto del modello IdC su relazioni e confini professionali tra medici e infermieri. Oltre a contribuire alle teorie socio-psicologiche riguardo a confini e identità professionali, la tesi propone riflessioni concrete su come colmare il divario tra programmi innovativi formali e pratiche di cura quotidiane. / The Patient-Centred Model (PCM) is described as an attempt to redesign the hospitals around the needs of the patients, thus contributing to costs reduction, increased efficiency, and improved care. However, the introduction of the PCM may have a profound impact on the social organisation of work, changing lines of demarcation, challenging well established inter-/intra-professional relationships, and prompting the development of new roles and modes of working. This thesis explores the mutual effects between the new organisational model and the pre-existent social organisation of hospital work. The research design is organised in three phases: an extensive document analysis; an interview study; an in-depth ethnographic case study conducted for over one year in a PCM hospital. The findings are organised in three studies. The first shows that the PCM was interpreted differently by hospital managers and by frontline clinicians, thus giving rise to two divergent narratives of change. The second study focuses on the boundaries to collaboration and care integration in newly created hospital teams within PCM hospitals. The third study looks at the impact of the PCM on the medical-nursing boundary. The thesis contributes to management learning and practice by providing recommendations on how to accompany complex innovations, comprising of both their expected and unexpected consequences. It also enriches academic debates on professional boundaries, relations, and identities in healthcare.
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Lo scambio interpersonale sull'AIDS e il medium dello scambio / Interpersonal Exchanges about HIV-AIDS through Different Media

GRAFFIGNA, GUENDALINA 17 April 2007 (has links)
Il progetto di ricerca è articolato in tre moduli di indagine (studi), ciascuno finalizzato a coprire specifici ordini di obiettivi: - un primo studio finalizzato ad analizzare come un messaggio preventivo sul tema AIDS sia metabolizzato nello scambio interpersonale fra pari e come questo influenzi la finalizzazione pragmatica (ri-uso) che l'individuo fa delle informazioni preventive. - un secondo studio volto a comprendere come il medium di rilevazione di un focus group (Face to face vs Online) ne influenzi il processo di costruzione dei dati (in termini sia di caratteristiche conversazionali dello scambio sia di contenuti evocati nella discussione). - un terzo studio dedicato alla verifica cross-culturale (stabilità e variabilità) dei risultati raccolti nei primi due studi. In concreto lo studio è stato realizzato conducendo: - 16 focus groups omogenei con giovani (18-25 anni) - in due contesti socio-culturali (Italia e Canada) - e tramite diversi media di rilevazione (face-to-face vs. forum vs. chat vs. forum+chat) - introducendo in ogni gruppo un messaggio preventivo sull'AIDS come stimolo di discussione. Le verbalizzazioni dei 16 focus groups sono stati analizzati con diverse tecniche - analisi psico-sociale del discorso; analisi del contenuto software based (T-lab); analisi conversazionale di alcuni estratti significativi; analisi quantitativa del discorso (Atlas.ti) - al fine di una migliore copertura degli obiettivi d'indagine: La ricerca evidenzia interessanti stabilità cross-culturali dei risultati: - sia rispetto al ruolo dello scambio sociale nel metabolizzare il processo dalla ricezione all'uso di un messaggio preventivo - sia rispetto alle ricadute del medium di rilevazione sulla costruzione dei dati nella ricerca qualitativa. / The research project consists of three studies, each one aiming to achieve specific objectives: - Study I attempts to describe how an HIV-AIDS preventive message is metabolized in a peer group exchange and how this influences individuals' re-use of health information in daily life. - Study II aims to describe how data collection strategies frame findings production in qualitative research. In particular the study has focused on how the data collection medium (face-to-face vs. the Internet) structures interviewer-interviewees interaction and, thus, data construction. - Study III is intended to verify the cross-cultural variability and stability of the first two studies main findings in two countries. Concretely, the study design consists of: - 16 homogeneous focus groups with young people aged 18 to 25 in two socio-cultural contexts (Italy and Canada) trough different media (face-to-face vs. forum vs. chat vs. forum+chat). - In each group an HIV-AIDS preventive message was introduced as a further discussion stimulus. All focus groups transcripts were analysed by different techniques - psychosocial discourse analysis; software based content analysis (T-lab), conversational analysis; computer based quantitative discourse analysis (Atlas.ti) - in order to better achieve the research objectives: The study outlines an interesting cross-cultural stability of findings in regard to:- the role of interpersonal exchange in metabolising the passing from the preventive information reception to its use in daily life; - the influences of data collection media on the qualitative findings production process.
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COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO: IL RUOLO DELLA SOCIETA' CIVILE NELLE POLITICHE DELLA BANCA MONDIALE E DELL'UNIONE EUROPEA / International cooperation for Development: the Civil Society's Role in the Policies of World Bank and European Union

BIANCHESSI, ANDREA 27 March 2008 (has links)
La presente tesi di dottorato valuta i rapporti tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni internazionali nel sistema della cooperazione per lo sviluppo, attraverso l'analisi delle politiche della Banca Mondiale e dell'Unione Europea, che risultano gli attori multilaterali più rilevanti nell'allocazione e gestione dei finanziamenti dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). Nel quadro di relazioni cooperative-dialettiche, si verificano le funzioni degli interlocutori della società civile nel rapporto con le due organizzazioni internazionali e i livelli di partnership. Si analizzano alcuni nodi problematici come la valutazione della performance dei progetti delle organizzazioni della società civile (OSC), per verificarne il valore aggiunto; la dicotomia tra un approccio top-down e bottom-up nella pianificazione di processi di sviluppo locale; la rappresentatività e l'efficacia del contributo delle OSC alla global governance per lo sviluppo. Si presentano anche due casi empirici di progetti realizzati da una stessa OSC, finanziati dalle due istituzioni considerate, al fine di favorire, attraverso l'analisi “micro”, la comprensione di eventuali diversità rispetto al quadro teorico, alle procedure sul “ciclo di progetto” e ai rilevamenti quantitativi presentati. Complessivamente, emerge che la cooperazione tra OSC e le istituzioni internazionali ha maggiori benefici che costi e conduce ad una partnership win-win per entrambi. / The present PhD thesis considers the relationships between the organisations of civil society and the international institutions in development cooperation's system through the analysis of the World Bank's and the European Union's policies. In the frame of cooperative and dialectic relationships will be verified the functions of the interlocutors of the civil society in relationship with the two international organisations and levels of partnership. Some problematic knots will be analysed such as the evaluation of projects' performance of the organisations of the social society (OSC) in order to verify the added value; the dichotomy between a top-down and bottom-up approach in the process planning of the local development; the representation and effectiveness of the OSC's contribution to the global governance for development. Two empirical cases of projects realised by an OCE will be showed. These are financed by the two above considered institutions in order to favour, through a “micro” analysis, the comprehension of possible differences regard to the theoretical picture, to the procedures of the project cycle and to the quantitative showed survey. Altogether it appears that the cooperation between the OSC and the international institutions has more benefits than costs and leads to a win-win partnership.
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GOVERNANCE AND SELECTIVITY IN MULTILATERAL AID ALLOCATION

RINALDI, DAVID 13 May 2013 (has links)
La tesi si incentra sulle questioni legate alla distribuzione degli aiuti multilaterali allo sviluppo; in particolare due temi sono affrontati: la selettività degli aiuti e la qualità della governance. L’elaborato si basa sulla letteratura concernente l’efficacia e la distribuzione degli aiuti ed unisce quest’ultima alla letteratura sulla political economy delle organizzazioni internazionali e sulla good governance. Attraverso un’analisi econometrica si intende capire se le organizzazioni multilaterali hanno a cuore la qualità della governance del paese ricevente al momento dell’allocazione degli aiuti. Con un modello GMM-Diff che adopera sia strumenti interni che esterni, si evidenzia come l’interesse per la governance da parte delle istituzioni multilaterali non sia solo retorica, come invece appare da uno studio preliminare. Inoltre, attraverso l’analisi di un panel a tre dimensioni, la tesi monitora l’applicazione della selettività degli aiuti. Viene rigettata l’ipotesi di un aumento della selettività e si evidenziano margini per un miglioramento dell’efficacia allocativa degli aiuti. Le agenzie multilaterali devono cercare di distribuire gli aiuti con criteri diversi da quelli di natura geopolitica. / The thesis examines the allocation of multilateral aid flows with respect to two current issues of the development agenda: the selectivity of aid and the quality of governance. The dissertation brings together three strands of the relevant literature: firstly, the reference literature relating to aid effectiveness and aid allocation, which is then followed by the literature on good governance and, lastly, on the political economy of international organizations. We carry out an econometric study to understand whether international organizations care about the recipients’ performance on governance. With a GMM-Diff methodology using both internal and external instruments we show that the focus on governance by multilateral bodies is not only rhetoric, as it appears at first glance. Moreover, we explore how the selectivity of multilateral aid varies over time by employing a three-dimensional panel. Our analysis rejects the hypothesis of increasing selectivity and confirms that there is room to improve on the allocation of aid. Multilateral institutions need to strengthen their efforts to allocate aid on criteria other than political-strategic ones.
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VALUTARE L'EFFICACIA DELLA FORMAZIONE: STUDIO DI CASO DI UN PERCORSO CON ALLENATORI DI SETTORE GIOVANILE / Evaluating training effectiveness: a case study of an educational program with youth sector coaches

FRASCAROLI, DANIELA 08 March 2010 (has links)
Il presente lavoro nasce dall’interesse ad approfondire il tema della formazione e in particolare della sua valutazione e della sua efficacia. La prima parte consiste nell’esplorazione della letteratura: il primo capitolo si focalizza sulla valutazione considerando sia la valutazione nelle scienze sociali, sia la valutazione della formazione (es. evoluzione, questioni centrali); il secondo è dedicato all’approfondimento della training effectiveness (strettamente connessa, ma distinta della training evaluation) e nel terzo capitolo vengono presentati diversi aspetti del corso di formazione (es. approccio, caratteristiche, dispositivi di formazione e valutazione, evoluzione) oggetto dello studio di caso: un percorso formativo complesso che coinvolge la trasformazione di aspetti dell’identità professionale, rivolto ad allenatori di calcio di settore giovanile. Nella seconda parte vengono presentati i tre studi empirici. Il primo è finalizzato ad esplorare, da diversi punti di vista, gli esiti della formazione (focalizzandosi in particolare sull’evoluzione delle rappresentazioni) e quali elementi della proposta formativa sono stati di sostegno alla generazione di tali esiti. Nel secondo studio viene presentata l’esplorazione qualitativa finalizzata ad approfondire, da diverse prospettive, se e come il gruppo di formazione (proposto come principale strumento di formazione) possa essere un elemento a sostegno dell’efficacia formativa. Infine il terzo studio ha l’obiettivo di rileggere la training effectiveness attraverso la fase valutativa di follow-up, indagando in particolare tre oggetti: le traiettorie di cambiamento dei soggetti, il contributo del dispositivo valutativo e la spendibilità dello strumento semi-proiettivo DSSVP. Il capitolo conclusivo è dedicato alla lettura trasversale degli studi, alle riflessioni conclusive sul contributo del lavoro al costrutto di training effectiveness e ai rilanci per l’azione. / This work was born from the interest to deepen the training issue and particularly its evaluation and its effectiveness. The first part consists of the literature analysis: the first chapter is focused on the evaluation considering both the evaluation in the social sciences and the training evaluation (e.g. evolution, crucial issues); the second is aimed to deepen the training effectiveness (strictly connected, but different from the training evaluation) and the third chapter is dedicated to different aspects of the course (e.g. approach, characteristics, training and evaluation methods) that is object of the case-study: a complex educational program involving the change in professional identity aspects, aimed to youth sector’s soccer coaches. The second part consists of three qualitative studies. The first is aimed to explore, from different points of view, the training outcomes (the focus is particularly on the representations’ change) and which aspects of the educational proposal have been a support to reach these outcomes. The second study presents the qualitative research aimed to investigate, from different perspectives, if and how the training-group (proposed as privileged tool) can contribute to the training effectiveness. The last study is aimed to explore the training effectiveness through the follow-up evaluation phase investigating specifically three objects: the change trajectories of subjects who have attended the formative path and the contribute both of the evaluation method and system and of the semi-projective tool DSSVP. The last chapter is dedicated to the conclusive remarks (both about the three studied considered together and about the contribute of the research to the training effectiveness construct) and to further development.
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KNOWLEDGE MANAGEMENT, FORMAZIONE E TECNOLOGIE 2.0: VERSO LA SOCIAL COLLABORATION IN CONTESTI PROFESSIONALI

GABRI, SARA 17 March 2014 (has links)
La ricerca è stata condotta in una realtà organizzativa multinazionale, con lo scopo di comprendere quale sia il ruolo giocato dalle Nuove Tecnologie (NT) nel processo di integrazione tra Knowledge Management (KM) e Formazione. Queste due aree, infatti, potrebbero reciprocamente supportarsi nella capitalizzazione della conoscenza prodotta in azienda. Il primo studio ha esplorato la cultura organizzativa attraverso l’analisi delle comunicazioni sull’intranet. Con il secondo studio sono stati approfonditi vissuti e rappresentazioni dei membri dell’organizzazione; sono state condotte interviste etno-narrative ai responsabili dell’area Formazione, del KM ed ai Facilitatori delle Comunità di Pratica (CoP) per far emerge le pratiche d’uso delle NT. Nel terzo studio è stato indagato il costrutto della partecipazione alle CoP Virtuali, strumento indispensabile per rendere capillari le attività del KM. Il questionario compilato dai membri di alcune delle CoP aziendali ha mostrato come l’influenza di un fattore soggettivo e di uno sociale favoriscano la partecipazione alle attività. Dagli studi è emerso che la creazione di spazi prossimali di apprendimento riconosciuti e di un ambiente per la social collaboration consentirebbero il passaggio ad un sistema integrato ed un cambiamento nella cultura d’uso. Risulta fondamentale anche l’apporto di alcune figure chiave interne all’azienda, unito ad interventi di educazione all’uso. / Aim of the research, conducted in a multinational organization, is understanding the role played by New Technologies (NT) in the process of integration of Knowledge Management (KM) and Learning. These two areas, in fact, could support reciprocally in the capitalization of the knowledge produced in the company. The first study explores the organizational culture through the analysis of communication on the intranet. The second study looks at organization’s members experiences and representations. Ethno-narrative interviews were conducted to the training and KM areas managers, and to Communities of Practice’s (CoPs) Facilitators, to understand the NT’s practices of use. The third study investigates the construct of participation in Virtual CoPs, an essential tool to make widespread KM activities. The questionnaire completed by members of some Company’s CoPs showed how one subjective and one social factors encourage participation in activities. These studies show that the creation of spaces of recognized proximal learning and a social collaboration environment can enable the transition to an integrated system, and a change in the culture of usage. It is also essential the contribution of some key figures within the Company, combined with education to usage.
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Tasse e donazioni: due facce della stessa medaglia? Una ricerca sul contributo economico-finanziario al bene comune dal punto di vista della psicologia economica / ARE TAXES AND DONATIONS TWO SIDES OF THE SAME COIN? AN ECONOMIC-PSYCHOLOGICAL INVESTIGATION ON THE FINANCIAL PROVISION FOR THE COMMON GOOD

CASTIGLIONI, CINZIA 23 February 2018 (has links)
Per comprendere in che modo promuovere il contributo economico-finanziario al bene comune tramite tasse e donazioni monetarie, è stato adottato l’approccio della psicologia economica e un disegno di ricerca misto, utilizzando strumenti di ricerca qualitativa e quantitativa. Un primo studio di carattere qualitativo ha evidenziato come tasse e donazioni siano riconosciute come due forme alternative e complementari per contribuire al bene comune solo da punto di vista cognitivo, non affettivo. Successivamente, uno studio sperimentale basato sull’utilizzo dell’effetto framing ha mostrato che un ‘gain frame’ (ritorno di tipo materiale) è efficace nell’aumentare la propensione alla correttezza fiscale, mentre un ‘hedonic frame’ (ritorno di tipo emozionale) è efficace nell’aumentare la propensione a effettuare donazioni monetarie. Questi frame risultano particolarmente rivelanti quando prevale una motivazione di carattere estrinseco. Inoltre, la distanza a livello affettivo tra tasse e donazioni sembra emergere soprattutto con l’acquisizione di reale esperienza fiscale, come suggerito dalla differenza riscontrata tra studenti e lavoratori. Infine si suggerisce che, nonostante le differenze individuate, versare correttamente le tasse ed effettuare donazioni monetarie presentano alcuni elementi di somiglianza in quanto condividono antecedenti comuni, ovvero la motivazione a contribuire legata all’accessibilità (rendere il bene comune accessibile a chiunque) e la motivazione legata al guadagno personale (ottenere un ritorno personale in cambio del proprio contributo). In conclusione, i risultati offrono spunti teorici e pratici (per esempio, ‘nudge’) per lo sviluppo di interventi atti a favorire il contributo economico-finanziario al bene comune. / To understand how to promote the financial provision for the common good through paying taxes and making charitable donations, an economic-psychological perspective and a mixed-method approach – combining both qualitative and quantitative research tools – are adopted. First, a qualitative study shows that the acknowledgment of taxes and donations as two alternative and complementary ways to provide for the common good seems to stand merely on a formal and cognitive level, whilst at an affective level they appear to be very distant. Next, an experimental study using framing effect shows that a gain frame (i.e., material return) is effective in increasing intended tax compliance, whereas a hedonic frame (i.e. emotional return) is effective in increasing donation intention. Such frames are especially relevant when extrinsic motivation prevails. Moreover, the distance at affective level between taxes and donations seems to mostly arise with the acquisition of real tax experience, as suggested by the difference that is found between students and taxpayers. A final study suggests that, despite the above-mentioned differences, paying taxes and making donations are similar in that they share some common antecedents, which are the motives to provide for the common good. Such motives are ‘Accessibility’ (i.e., making the common good accessible to anyone and fulfilling people’s basic needs) and ‘Personal Gain’ (i.e., getting a return and personal advantage in exchange for one’s contribution). In conclusion, insights are offered to scholars, practitioners, and policy-makers to support the development of policies, interventions, and nudges aimed at promoting the financial provision for the common good.
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FARE COMPLIANCE ATTRAVERSO IL CONTRADDITTORIO. UNO STUDIO SUI FUNZIONARI DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE / Enhancing tax compliance during cross-examination. A study on tax officials in Revenue Agency.

ROMAGNOLI, LICIA 28 May 2021 (has links)
Nell’ambito della psicologia fiscale, che studia gli aspetti psicosociali alla base del comportamento dei contribuenti, un numero crescente di ricerche sottolinea l’importanza della buona relazione tra i cittadini, professionisti e autorità fiscali, ai fini della tax compliance. Il progetto studia il “contraddittorio”, uno dei principali touchpoint tra funzionari e professionisti fiscali che si svolge in Agenzia delle Entrate. La ricerca è multi-metodo. Il fenomeno è stato dapprima esplorato con l’“etnografia focalizzata”: sono state individuate quattro strategie di engagement utilizzate dalle autorità durante gli incontri. È stato inoltre trovato che l’incontro vis a vis con le autorità stimola fiducia e la percezione di equità del sistema. Nella seconda parte del lavoro, censuaria, diversi aspetti del contraddittorio sono stati analizzati sul piano quantitativo, sulla popolazione dei funzionari in contraddittorio, attraverso una batteria di item (scale già in uso e scale costruite appositamente). Sono stati individuati i principali aspetti di variazione nell’uso delle strategie. È stata studiata anche la relazione tra appartenenza organizzativa e comportamento sul posto di lavoro dei funzionari. I risultati suggeriscono molteplici aree di indagine rispetto al fare compliance, sia “interna” (verso il personale) che esterna (contribuenti), e numerosi spunti per migliorare l’efficacia dell’azione amministrativa. / In the field of tax psychology, which studies psychosocial antecedents of taxpayer behavior, a growing number of researches emphasize the importance of e good relationship between citizen, tax professionals and tax authorities, for enhancing tax compliance. The project explores the “cross-examination” (“contraddittorio”), one of the main touchpoints between tax officials and taxpayers that takes place in Revenue Agency, thought a multi-method research. The phenomenon was first explored in a “focused ethnography”: four engagement strategies used by authorities during the meeting were identified. The effects of vis a vis with the authorities on trust and the perception of fairness towards the tax system were confirmed. In the second part of the work (census), the several features of the cross examination was quantitatively analyzed on the entire population of tax-officials. A battery of items (made up of validated scales and ad hoc scales developed for the purpose) was used. The main aspects of variation in the use of strategies was identified. The relationship between the tax officials organizational belonging and their behavior at work was also studied. The results suggest multiple areas of investigation with respect of engagement, both “internal” (toward personnel) and external (toward clients) of revenue agency, and ideas for improving the effectiveness of tax administration.
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Diritto antidiscriminatorio e interessi religiosi nell' Unione Europea con particolare riguardo agli ordinamenti italiano, francese e britannico

COGLIEVINA, STELLA 03 March 2009 (has links)
La tesi affronta, dal punto di vista giuridico, il tema della discriminazione religiosa. Il primo capitolo ricostruisce l'interpretazione internazionale e comunitaria dei principi di uguaglianza e di non discriminazione, declinati in modo diverso a seconda del momento storico e dell’ordinamento giuridico di riferimento. La ricerca si concentra, successivamente, sull'analisi delle direttive dell'Unione europea contro la discriminazione, adottate nell’anno 2000 (dir. 2000/43 sulla discriminazione razziale e dir. 2000/78 sulla discriminazione nell’ambito del lavoro), che costituiscono strumenti innovativi per gestire l'integrazione e la pacifica convivenza dei diversi gruppi etnici e religiosi che compongono la società europea odierna. Il terzo ed il quarto capitolo esaminano il recepimento delle direttive comunitarie in Italia, in Francia e nel Regno Unito. La comparazione dei diversi approcci al problema della discriminazione razziale/religiosa in sede di attuazione delle direttive evidenzia i differenti orientamenti circa la modalità di risposta da parte degli ordinamenti interni ai problemi della società pluri-religiosa e alle politiche di integrazione e tutela delle minoranze. Ciò nonostante, affiora con chiarezza la comune esigenza di conciliare il rispetto del principio di uguaglianza con le rivendicazioni identitarie e la promozione delle diversità confessionali. / The object of the research is religious discrimination, from a juridical point of view. The first chapter gives an overview of the different interpretations of the concept of equality and non-discrimination in international and European law. In the second chapter the research focuses on the EC directives n. 2000/43 and 2000/78 on racial discrimination and discrimination in the field of employment, which are relevant instruments for promoting integration and equality among the different ethnic and religious groups living in Europe. The other two chapters examine the implementation of the directives in Italy, France and United Kingdom. In these countries there are different approaches to combating discrimination and to dealing with religious diversity and religious needs. For all of them, however, the implementation of antidiscrimination law implies to tackle the problem of finding a balance between the principle of equality and the protection of religious diversity.
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VERSO UN MODELLO DI DEMOCRAZIA "CIVILE": CONSIDERAZIONI TEORICO-NORMATIVE SUL BILANCIO PARTECIPATIVO DI PORTO ALEGRE

STORTONE, STEFANO 18 May 2010 (has links)
Il Bilancio Partecipativo (BP) è probabilmente l’esempio più famoso ed interessante di governance locale per i suoi effetti democratici e redistributivi. Per via del coinvolgimento diretto dei cittadini nel processo decisionale, il BP è considerato una forma di democrazia diretta capace di ovviare agli attuali limiti della democrazia rappresentativa moderna. Tuttavia, ad un’attenta analisi, è possibile identificare nel suo funzionamento anche degli elementi rappresentativi che non sono mai stati presi molto in seria considerazione. Infatti, poiché la partecipazione avviene solitamente attraverso gruppi ed associazioni, nuove forme di rappresentanza e nuovi rappresentanti emergono in competizione con quelli tradizionali politici in termini di consenso, sostegno popolare e dunque legittimità. Il presente lavoro vuole andare oltre il pensiero corrente e proporre un’interpretazione originale del modello istituzionale del BP come una forma nuova ed alternativa di democrazia rappresentativa, in cui le organizzazioni della società civile assumono un ruolo centrale: dietro al BP vi sarebbe una sorta di democrazia ‘civile’. Questo punto di vista alternativo non solo può stimolare un ulteriore dibattito in letteratura, ma aprire anche degli scenari interessanti in relazione ai temi più generali della crisi delle istituzioni liberal-democratiche e del ruolo e dell’identità della società civile. / Participatory Budgeting (PB) is probably the most famous and interesting example of innovative local governance for its redistributive and democratic effects. Due to the direct involvement of citizens in the decision-making process, PB is celebrated as an example of direct democracy which can help to deal with the limits of representative democracy. However, on closer analysis, it is possible to identify elements of representation in its functioning, which are taken into little consideration and which could probably modify the prevalent theoretical belief. In fact, as citizens usually participate through their groups and associations, new representatives emerge challenging the traditional channels of political representation in terms of popular approval, consensus, hence legitimacy. This work aims to go beyond the prevailing narrative and propose an original interpretation of the PB’s institutional model as a new and alternative representative democracy, where the main political actors become organizations from the civil society: behind PB there seems to lie a sort of ‘civil’ democracy. Hence, introducing this alternative viewpoint can, not only further questions which are never fully considered in the literature, but also open interesting scenarios in the debate over the crisis of liberal-democratic institutions and the role and the identity of civil society.

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