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“INDOVINA CHI VIENE A CENA!” PREGIUDIZIO ETNICO E DI GENERE DI GENITORI E FIGLI: UNA LETTURA INTERGENERAZIONALE / “INDOVINA CHI VIENE A CENA!” PREGIUDIZIO ETNICO E DI GENERE DI GENITORI E FIGLI: UNA LETTURA INTERGENERAZIONALE / “GUESS WHO’S COMING TO DINNER!” THE ETHNIC & GENDER PREJUDICE OF PARENTS AND CHILDREN: AN INTERGENERATIONAL APPROACHALFIERI, SARA 31 March 2011 (has links)
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PREGIUDIZIO 2.0. FORME DI INTOLLERANZA NELLA CULTURA GIOVANILE CONTEMPORANEA. MODELLI TEORICI E PRATICHE EDUCATIVE / PREGIUDIZIO 2.0. NUOVE FORME DI INTOLLERANZA NELLA CULTURA GIOVANILE CONTEMPORANEA. MODELLI TEORICI E PRATICHE EDUCATIVE / PREJUDICE 2.0. FORMS OF INTOLERANCE IN CONTEMPORAY YOUTH CULTURE. THEORETICAL MODELS AND EDUCATIONAL PRACTICESPASTA, STEFANO 23 March 2016 (has links)
La ricerca affronta il tema delle manifestazioni di “pensiero prevenuto” nell’ambiente digitale, spesso collegate a performance razziste “banalizzate” e socialmente condivise. Per individuare risposte educative specifiche e buone prassi di intervento, è necessario analizzare le diverse forme assunte dal pregiudizio in Rete alla luce degli aspetti affettivo-emotivi e non solo razionali.
L’ambiente di ricerca è il Web 2.0, inteso come “realtà aumentata”, ovvero uno spazio non contrapposto al reale ma segnato dalle proprie specificità. Si è individuato un corpus di “razzismi online” da sottoporre a un’analisi di tipo qualitativo-testuale attraverso il software T-Lab e, in parallelo, a un’analisi di tipo qualitativo-motivazionale. I risultati ottenuti sono stati quindi interpretati alla luce di una duplice bibliografia: da un lato quella della pedagogia interculturale e degli studi classici sui razzismi, dall’altro quella sulle caratteristiche del digitale, della pragmatica della comunicazione online e della Media Education.
Durante la ricerca si sono inoltre svolte – con esiti differenti – alcune conversazioni via Ask.fm con adolescenti contattati poiché, in vario modo, avevano preso parte a performance razziste; oltre che come caso studio di etnografia virtuale, viene proposto come esperimento di educazione alla riflessività.
Si noterà come dalla banalizzazione delle tesi razziste e dalla deresponsabilizzazione dello “stare in Rete” deriva un recupero implicito dell’istanza biologica, su basi non scientifiche, svuotate di senso, ma paradossalmente accettate e interiorizzate. D’altro canto, si incontrano svariati esempi di attivazione di “cittadini digitali”; anche a partire da questo “capitale antirazzista”, si sottolineerà il ruolo dell’educazione alla cittadinanza – interculturale, digitale e morale – nel formare soggetti e agenti morali nella mediapolis, affermando il valore della responsabilità verso gli altri. / The study deals with the topic of manifestations of “prejudiced thought” in the digital environment, which are often linked with “banalised” racist and socially shared performances. In order to identify specific educational responses and good practices of intervention, the various forms taken by prejudice on the Web in the light of affective-emotive, and not only rational, aspects have to be analysed.
The research environment is Web 2.0, understood as “augmented reality”, i.e. a space that is not opposed to reality but marked by its own specificities. A corpus of “online racism” has been identified to be submitted to a qualitative-textual analysis through T-Lab software and, in parallel, a qualitative-motivational type of analysis. The results obtained were then interpreted in the light of a dual bibliography: on the one hand that of intercultural pedagogy and classic studies on racism, on the other that on the characteristics of the digital environment, the pragmatics of online communication and of Media Education.
Some conversations were also carried out during the research – with different outcomes – via Ask.fm with adolescents contacted as, in various ways, they had taken part in racist performances; as well as a case study of virtual ethnography, this is proposed as an experiment on education on reflectivity.
It will be noticed how an implicit recovery of the biological question, with non-scientific bases, emptied of meaning, but paradoxically accepted and internalised, derives from the banalisation of racist theories and the lack of a sense of responsibility of “being on the Web”. On the other hand, several examples of activating “digital citizens” are encountered; from this “antiracist capital” as well, the role of education for citizenship – intercultural, digital and moral – in forming subjects and moral agents in the mediapolis, asserting the value of responsibility towards others, will also be emphasised.
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Les préjugés raciaux et de classe dans l'œuvre de Marvel Moreno / The racial and class prejudices in Marvel Moreno’s fictional workOrtega-Marin, Alexander 03 December 2018 (has links)
Ce travail d'investigation est fondé sur une analyse discursive des notions de race et de classe sociale dans la production narrative de l'écrivaine Marvel Moreno, née à Barranquilla. Dans un premier temps, il a été nécessaire de déterminer les antécédents du sujet pour pouvoir, ensuite, élaborer un corpus de récits qui rendent compte de ces deux notions. Nous avons finalement reconstruit le code raciste et le code social de l'œuvre à travers l'étude de termes comme racisme, noir, métis, mulâtre, blanc, noir, aristocratie, décadent, bourgeois, parvenu ou nouveau riche et classe moyenne. La pertinence de cette étude est validée par l'absence, jusqu'à aujourd'hui, d'un travail qui explique, à partir de l'œuvre, de la théorie littéraire et de l'histoire colombienne, les préjugés et stéréotypes au sein de la société décrite par l'écrivaine. D'un point de vue méthodologique, nous avons analysé les opinions exprimées par les voix narratives lorsqu'elles décrivent et qualifient les personnages et les situations. Par conséquent, nous avons démontré que dans l'univers fictif de l'auteure, les idées reçues depuis la Colonie façonnent les modes de pensée et les relations de la haute société de Barranquilla, société raciste et discriminante. / The present research establishes an analysis of the discourse and narrative of the Barranquillan author Marvel Moreno. First, it was necessary to determine the background investigation on the same topic to be able to later elaborate a corpus which took into account the maximum of value judgments about the two notions, consequently. Finally, the reconstruction of the terms racist-code and social-code of the author’s literature, was reconstructed in accordance with the theoretical definitions as well as with the literature itself, analyzing terms such as racism, race, black person or negro, half blood, mulatto, white person, “down at heel person”, an upstart person or parvenu and middle class, aristocracy and bourgeoisie. The pertinent of this study is therefore justified by the absence so far of another study that treats the same chosen narratives and discourses used by the author to explain the social conflict in the fictional Barranquilla. From a methodological point of view, the goal was to see how narrators and characters judge and were judged. Consequently, it was demonstrated that the narrative voices focus on describe the social and racial codes belonging to the upper class, which at the same time and through their prejudices construct the rest of the society validating in this way the elite’s racist and excluding identity. / La presente indagine consiste in un’analisi discorsiva delle nozioni di razza e di classe sociale nella narrativa di Marvel Moreno, scrittrice di Barranquilla. In un primo momento è stato necessario determinare gli antecedenti dei due temi, per poi stabilire un corpus di racconti che ne trattano. Infine, si sono ricostruiti il codice razzista e il codice sociale dell’opera attraverso lo studio di termini come razzismo, razza, meticcio, mulatto, bianco, negro, aristocrazia, borghesia, fallito, arricchito, nuovo ricco e classe media. L’importanza di questa ricerca è avvalorata dall’assenza, fino ad oggi, di un lavoro che chiarisca i pregiudizi e gli stereotipi della società rappresentata dall’autrice a partire dall’opera stessa, dalla teoria letteraria e dalla storia colombiana. Da un punto di vista metodologico si sono analizzate le opinioni delle voci narranti per descrivere e qualificare personaggi e situazioni. Di conseguenza, si è dimostrato che, all’interno dell’universo fittizio dell’autrice, le ideologie ereditate dal periodo coloniale configurano modalità di pensiero e relazioni di potere nella società.
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Religiosità e processi identitari: aspetti culturali, familiari e sociali dell’identità religiosa dei giovani / Religiosity and identity processes: cultural, familiar and social correlates of youth's religious identityBRAMBILLA, MARIA 21 February 2013 (has links)
Lo studio 1 indaga l’autocategorizzazione dell’identità religiosa in diverse culture, analizzando le differenze tra livello individuale e sociale e tra identità religiosa centrale e periferica, mettendo così in discussione la distinzione tra orientamento religioso intrinseco e estrinseco (Allport & Ross, 1967). I risultati indicano che l’identità religiosa viene categorizzata a un livello sociale dai partecipanti europei e a un livello individuale dai partecipanti non occidentali e che entrambi i livelli sono centrali nell’identità personale. Lo studio 2 esamina gli antecedenti familiari e di gruppo dell’internalizzazione religiosa (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). I risultati indicano che la promozione dell’autonomia e la testimonianza di fede data dai genitori predicono l’identificazione religiosa dei figli, mentre l’introiezione viene predetta dall’affetto condizionato dei genitori; i leader religiosi e il gruppo religioso hanno anch’essi un’influenza sull’internalizzazione religiosa. Lo studio 3 indaga la relazione tra internalizzazione religiosa e pregiudizio verso i musulmani, analizzando il ruolo di mediazione dei valori. I risultati indicano che l’identità religiosa identificata è associata a livelli più bassi di pregiudizio rispetto all’identità religiosa introiettata; i valori prosociali mediano la relazione tra identificazione e pregiudizio, mentre i valori di conformismo mediano la relazione tra introiezione e pregiudizio. / Study1 investigated the self-categorization of religious identity in different cultures, analyzing the difference between an individual and a social level and between a central versus a peripheral religious identity, thus questioning the distinction between and intrinsic and extrinsic religious orientation (Allport & Ross, 1967). Results indicated that religious identity is mainly categorized at a social level by European respondents and at an individual level by nonwestern respondents, and that both levels are central in personal identity. Study 2 addressed the familiar and group antecedents of religious internalization (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). Findings showed that parental autonomy support and intrinsic value demonstration predicted children religious identification, whereas conditional regard predicted introjection; religious leaders and groups also influenced religious internalization. Study 3 investigated the relationship between religious internalization and prejudice towards Muslims, analyzing the mediating role of values. Results indicated that identificated religious identity is associated with lower levels of prejudice than introjected religious identity; prosocial values mediated between identification and prejudice, whereas conformity values mediated between introjection and prejudice.
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