141 |
La responsabilité civile des fabricants selon le code civil du QuébecLecompte, Marie-Hélène January 1997 (has links)
Mémoire numérisé par la Direction des bibliothèques de l'Université de Montréal.
|
142 |
Disputatio Inauguralis De Eo, Quod Iure Civili Rom. circa Iniuriarum contumeliosarum vindictam iustum est : Die 17. Mens. Octobr. A. O. R. MDCLXXXIX. /Hildebrandt, Johann Baptist. Geiger, Josephus Unknown Date (has links)
Schlüsselseiten aus dem Exemplar der SLUB Dresden: Diss.jur.civ.257,18.
|
143 |
Iuris Controversi, Sive Praecipuarum Controversiarum, Antinomiarumque Seu Difficultatum, ex iure civili, feudali, canonico, Provinciali Saxonico, Constitutionibus Imperii, & Ordinatione Camerae Imperialis, selectarum, Disputatio Tertia /Cranius, Henricus-Andreas. Gangraenus, Justus Greffer, Hieronimus. Unknown Date (has links)
Schlüsselseiten aus dem Exemplar der ULB Halle: Helmstedt, Diss., 1616-19 (3).
|
144 |
RESPONSABILITA' PENALE DEGLI OPERATORI DI PROTEZIONE CIVILE PER LE ATTIVITA' DI PREVISIONE, VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIOAMATO, DAVIDE 30 March 2016 (has links)
La ricerca prende spunto dalla recente accresciuta attenzione, da parte della magistratura, all’attività di protezione civile in relazione alla previsione, valutazione e gestione del rischio. Ciò è agevolato dal fatto che l’ordinamento italiano, a fronte del verificarsi di eventi avversi, reagisce usualmente facendo ricorso al diritto penale. Si tratta però di una scelta non priva di conseguenze e che, come già avvenuto in settori affini, quale quello sanitario, rischia di produrre delle significative conseguenze negative, a discapito della stessa efficacia del Sistema di Protezione civile. La prima parte della tesi è così dedicata alla ricognizione del fenomeno della “criminalizzazione” dell’attività di protezione civile e delle conseguenze che ciò ha comportato. Si passa poi all’individuazione delle cause, sia sociologiche, sia giuridiche, che hanno condotto a questo recente, esasperato controllo giudiziale sulla Protezione civile. Nel terzo capitolo è svolta una disamina dei ruoli e compiti della Protezione civile, nonché di alcune sentenze particolarmente rappresentative dei vari orientamenti giurisprudenziali che si sono sviluppati in questo settore. L’ultima parte contiene una ricognizione delle criticità che ancora affliggono l’operato della Protezione civile e che inducono all’adozione di comportamenti difensivi, cui segue l’analisi del progetto di riforma della materia, nonché la formulazione di alcune ulteriori considerazioni personali. / The research has been inspired by the recent increased judicial focus on Civil protection activities. This phenomenon depends on the fact that the Italian legal system reacts to the failure of Civil protection duties essentially by using criminal law. This kind of reaction, as it has already been demonstrated in other cases, such as medical malpractice, has some contraindications, because it leads to defensive behaviours. The first part of the thesis is thus dedicated to the recognition of the judicial focus on civil protection activities and the relevant consequences. Then are studied the factors, both sociological and juridical, which have led to this recent exaggerated judicial control over Civil protection. The third chapter concerns the roles and duties of Italian Civil protection and then are examined some leading cases in this matter. In the last part it is conducted a recognition of the crucial problems that still affects Civil protection and that lead to defensive behaviours. It follows an analysis of the reform project of Civil protection and at last some personal proposal to solve the problem of “defensive civil protection” are given.
|
145 |
La gestione dei rischi naturali: la costruzione di scenari per la pianificazione di Protezione CivileCASARTELLI, VERONICA MARIA 09 June 2009 (has links)
Il presente lavoro di tesi è strutturato in tre sezioni principali. La prima, che comprende i primi due capitoli, riguarda i riferimenti per la conoscenza: al fine di definire il contesto mondiale nel quale si inserisce la tesi, vengono analizzati i dati riguardanti i disastri naturali avvenuti e quelli relativi ai possibili scenari futuri anche in relazione ai cambiamenti climatici. La seconda parte, dedicata ad approfondimenti alle scale europea e italiana, effettua nei capitoli 3-4-5 una sorta di downscaling dei primi due: la medesima struttura di analisi viene riproposta, applicata e approfondita ad una scala spaziale di maggior dettaglio, prima quella europea e successivamente quella nazionale, focalizzando l’attenzione su un particolare tipo di disastro, vale a dire le alluvioni. La terza sezione concretizza il contributo metodologico del lavoro proponendo una nuova metodologia per l’elaborazione dei piani di protezione civile comunali o intercomunali, in particolare in riferimento agli scenari di rischio idraulico, e la sua diffusione con relativa verifica applicativa. / The present study is composed of three main sections. The first, covering the first two chapters, deals with references to knowledge: in order to define the worldwide scenario to which this study is referred, data on really occurred natural disaster and on possible future events are analyzed, considering also the probable influence of the on-going climate changes. The second part, chapters 3-4-5, is a sort of downscaling to the European and Italian territory of the first two chapters’ analysis. The same methodology is detailed and implemented for the analysis of a particular event’s type: flood risk (in Europe and Italy). Third section is about the methodological contribution of the study: a new approach to civil protection planning at local level is suggested, with a particular focus on flood risk scenarios. This new civil protection planning methodology has been applied to a real context and the relative case study is presented.
|
146 |
Sanzioni civili e lavori flessibili nel D.Lgs. n.276/2003 e successive modificazioniMarinelli, Francesca <1978> 11 June 2007 (has links)
No description available.
|
147 |
Le capacità relazionali negli infermieri: un'indagine esplorativa negli spedali civili di BresciaRossini, Manuela <1968> 12 April 2011 (has links)
Nelle attuali organizzazioni sanitarie non è raro trovare operatori sanitari i quali ritengono che la relazione con il paziente consista nell'avere adeguate competenze tecniche inerenti la professione e nell'applicarle con attenzione e diligenza. Peraltro si tende ad invocare il “fattore umano”, ma si lamenta poi che l’operatore si rapporti col paziente in modo asettico e spersonalizzato. Da un punto di vista scientifico il termine “relazione” in psicologia si riferisce essenzialmente ai significati impliciti e quasi sempre non consapevoli veicolati da qualunque relazione: dipende pertanto dalla struttura psichica dei due interlocutori investendo in particolare la sfera dell’affettività e procede per processi comunicativi che travalicano il linguaggio verbale e con esso le intenzioni razionali e coscienti. La relazione interpersonale quindi rientra nel più ampio quadro dei processi di comunicazione: sono questi o meglio i relativi veicoli comunicazionali, che ci dicono della qualità delle relazioni e non viceversa e cioè che i processi comunicazionali vengano regolati in funzione della relazione che si vuole avere (Imbasciati, Margiotta, 2005).
Molti studi in materia hanno dimostrato come, oltre alle competenze tecnicamente caratterizzanti la figura dell’infermiere, altre competenze, di natura squisitamente relazionale, giochino un ruolo fondamentale nel processo di ospedalizzazione e nella massimizzazione dell’aderenza al trattamento da parte del paziente, la cui non osservanza è spesso causa di fallimenti terapeutici e origine di aumentati costi sanitari e sociali.
Questo aspetto è però spesso messo in discussione a favore di un maggiore accento sugli aspetti tecnico professionali. Da un “modello delle competenze” inteso tecnicisticamente prende origine infatti un protocollo di assistenza infermieristica basato sull’applicazione sistematica del problem solving method: un protocollo preciso (diagnosi e pianificazione) guida l’interazione professionale fra infermiere e la persona assistita. A lato di questa procedura il processo di assistenza infermieristica riconosce però anche un versante relazionale, spesso a torto detto umanistico riferendosi alla soggettività dei protagonisti interagenti: il professionista e il beneficiario dell’assistenza intesi nella loro globalità bio-fisiologica, psicologica e socio culturale. Nel pensiero infermieristico il significato della parola relazione viene però in genere tradotto come corrispondenza continua infermiere-paziente, basata sulle dimensioni personali del bisogno di assistenza infermieristica e caratterizzata da un modo di procedere dialogico e personalizzato centrato però sugli aspetti assistenziali, in cui dall’incontro degli interlocutori si determinerebbe la natura delle cure da fornire ed i mezzi con cui metterle in opera (Colliere, 1992; Motta, 2000).
Nell’orientamento infermieristico viene affermata dunque la presenza di una relazione. Ma di che relazione si tratta? Quali sono le capacità necessarie per avere una buona relazione? E cosa si intende per “bisogni personali”? Innanzitutto occorre stabilire cosa sia la buona relazione. La buona o cattiva relazione è il prodotto della modalità con cui l’operatore entra comunque in interazione con il proprio paziente ed è modulata essenzialmente dalle capacità che la sua struttura, consapevole o no, mette in campo.
DISEGNO DELLA LA RICERCA – 1° STUDIO
Obiettivo del primo studio della presente ricerca, è un’osservazione delle capacità relazionali rilevabili nel rapporto infermiere/paziente, rapporto che si presume essere un caring. Si è voluto fissare l’attenzione principalmente su quelle dimensioni che possono costituire le capacità relazionali dell’infermiere. Questo basandoci anche su un confronto con le aspettative di relazione del paziente e cercando di esplorare quali collegamenti vi siano tra le une e le altre. La relazione e soprattutto la buona relazione non la si può stabilire con la buona volontà, né con la cosiddetta sensibilità umana, ma necessita di capacità che non tutti hanno e che per essere acquisite necessitano di un tipo di formazione che incida sulle strutture profonde della personalità. E’ possibile ipotizzare che la personalità e le sue dimensioni siano il contenitore e gli elementi di base sui quali fare crescere e sviluppare capacità relazionali mature. Le dimensioni di personalità risultano quindi lo snodo principale da cui la ricerca può produrre i suoi risultati e da cui si è orientata per individuare gli strumenti di misura. La motivazione della nostra scelta dello strumento è da ricercare quindi nel tentativo di esplorare l’incidenza delle dimensioni e sottodimensioni di personalità. Tra queste si è ritenuto importante il costrutto dell’Alessitimia, caratteristico nel possesso e quindi nell’utilizzo, più o meno adeguato, di capacità relazionali nel processo di caring,
|
148 |
Oltre i fatti. Studio sulla tendenziosità della narrazione cesariana nel Bellum civileMontanari, Lorenzo <1973> 07 June 2011 (has links)
No description available.
|
149 |
IL CONTRIBUTO DELLA SOCIETA' CIVILE AL PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE IN BOSNIA ERZEGOVINA: ESEMPI DI COOPERAZIONE AL FEMMINILEGRECO, CAROLINA GIOVANNA 31 March 2015 (has links)
Il tema della vivacità della società civile nelle regioni della ex Jugoslavia rappresenta - soprattutto se considerato in relazione con le numerose iniziative di pace intraprese negli anni '90 di fronte all'imminenza del conflitto - un tema ancora poco indagato dalla letteratura sia in Italia e nel mondo anglosassone sia, soprendentemente, nei Paesi dell'area balcanica. Il presente lavoro di ricerca si pone invece come obiettivo quello di dimostrare l'esistenza di una radicata tradizione di attivismo civico nelle ex Repubbliche jugoslave e in Bosnia Erzegovina in particolare, dimostrando come soprattutto l'attivismo femminile, dagli anni Settanta sino ad oggi, abbia notevolmente contribuito all'emergere di un nuovo soggetto politico che ha preso attivamente parte ai processi di democratizzazione e riconciliazione della società nel contesto postbellico. Lo studio delle forme e dei metodi di lotta del Neofeminizam rappresenta infatti una lente di ingrandimento privilegiata e poco utilizzata per la comprensione di più ampie dinamiche inerenti il complesso processo di transizione che la Bosnia oggi è costretta ad affrontare. / The theme of the vibrancy of civil society in the regions of the former Yugoslavia represents – especially when considered in connection with the many peace initiatives undertaken in the ‘90s – a topic that has been little studied in the literature both in Italy and in the Anglo-Saxon world, but also surprisingly, in the Balkans countries. This research work aims to demonstrate the existence of a strong tradition of civic activism in all former Yugoslavia Republics and in particular in Bosnia and Herzegovina. Especially female activism, from the ‘70s until today, has greatly contributed to the emergence of a new political subject that has taken an active part in the democratization and reconciliation processes in the context of post-war Bosnia and Herzegovina. The analysis of the forms and struggle methods of Neofeminizam represents a privileged and little used key for the understanding of broader dynamics inherent in the complex process of transition that Bosnia Herzegovina is forced to face today.
|
150 |
Centuria Thesium In Jure Civili, Canonico & Feudali maxumè controversarum /Martini, Wernerus Theodorus. Krauß, Petrus Pancratius. January 1665 (has links)
Univ., Jur. Diss.--Wittenberg, 1665.
|
Page generated in 0.1589 seconds