Spelling suggestions: "subject:"allegoria"" "subject:"allegorica""
1 |
"Similes Ananiae, Azariae et Misaheli exstiterunt". La ricezione dei "racconti" di Daniele nelle antichità cristiane (II-IV secolo) / SIMILES ANANIAE, AZARIAE ET MISAHELI EXSTITERUNT. THE RECEPTION OF DANIEL TALES IN EARLY CHRISTIANITIES (II - IV CENTURY)VALENTI, CELESTE 04 May 2016 (has links)
Oggetto della tesi è lo studio dell’esegesi paleocristiana dei “racconti” contenuti nel libro di Daniele, in una prospettiva pludisciplinare che esamina le testimonianze provenienti dall’iconografia e dalla letteratura. Il lavoro prende in considerazione la documentazione dalle origini della produzione figurativa (fine II sec) alla cosiddetta “svolta costantiniana”, includendo materiali provenienti da tutti i contesti geografici dei primi cristianesimi. L’elaborato si articola in tre sezioni che ricostruiscono le principali tradizioni ermeneutiche della ricezione “tipologica”, “allegorica” e “letteraria” del testo biblico, sottolineando in particolare il ruolo che i “racconti” ebbero nella formazione della teologia del martirio antico. L’analisi assume un metodo storico-critico particolarmente attento all’integrazione e al raffronto fra tipologie documentarie distinte, che testimoniano la varietà e l’eterogeneità dell’interpretazione biblica applicata presso le primitive comunità cristiane. L’inclusione della fonte figurativa muove dal presupposto della sua rivalutazione: più che “biblia pauperum”, l’iconografia delle origini, prodotta in ambito liturgico, testimonia una tradizione indipendente e originale della ricezione dei “racconti”. Da questo punto di vista, la complessa interpretazione del libro di Daniele fornisce un valido paradigma per comprendere, in senso più ampio, i meccanismi che determinano la formazione del pensiero cristiano antico. / The subject of the present work is the study of the paleochristian exegesis of the “tales” included in the Book of Daniel, in a pluridisciplinary perspective which examines the evidences coming from both iconography and literature. The work takes into account the documentation from the origins of iconography (end of the II century), to the so-called “Constantinian period”, including materials coming from every geographic context of ancient Christianity. The research is divided in three sections, according to the principal hermeneutic traditions of the “typological”, “allegoric” and “literary” reception of the biblical text, mainly highlighting the role assumed by the “tales” in the formation of the ancient martyrdom theology. The analysis assumes an historical-critical method, mainly focusing on the comparison between two different documentary categories, which attest the variety and the heterogeneity of the biblical interpretation activated in the first communities. The inclusion of the figurative source derives from its revaluation: more than “biblia pauperum”, the ancient iconography, produced in the context of liturgy, expresses an independent and original tradition of the “tales” reception. Under this point of view, the complex interpretation of the Book of Daniel offers a good paradigm to understand, in a wider sense, the processes determining the formation of paleochristian thought.
|
2 |
Modèles, textes, processus : une étude cognitive des métaphores défigées et d’invention / Modelli, testi, processi : uno studi cognitivo delle metafore delessicalizzate e d'invenzioneAlbano, Mariangela 10 March 2014 (has links)
Le but principal de la thèse de recherche est celui d’analyser les mécanismes cognitifs et linguistiques à la base des métaphores « d’invention et défigées » en utilisant une approche qui vise à mélanger la théorie de la métaphore conceptuelle de Lakoff et Johnson (1980 et 1999), la théorie de l’intégration conceptuelle de Turner et Fauconnier (2002) et la théorie de l’analogie de Monneret (2004 et 2014). Pour mettre à l’épreuve le fonctionnement de la complémentarité de ces trois modèles, nous avons choisi d’utiliser deux textes littéraires de langue allemande des années 1980-1990 qui sont «Kassandra» (1983) de Christa Wolf et «Minotaurus. Eine Ballade» (1985) de Friedrich Dürrenmatt. Pour identifier le degré de figurativité des métaphores à l’intérieur des textes trois méthodologies ont été mise en place : les interviews des locuteurs allemands ; la consultation des dictionnaires en langue allemande et une observation des éléments présents à l’intérieur de la métaphore à travers la méthodologie MIPVU (Steen et al., 2010). L’analyse nous permet de comprendre le fonctionnement des métaphores dans les textes et les symboles culturels utilisés par les écrivains. De plus, cette recherche vise à montrer l’usage des « frames » et des « blends » conceptuels qui structurent notre cognition. / The main aim of this PhD thesis is the analysis of the cognitive and linguistic mechanisms within the creative and delexicalised metaphors using a mixed approach of Lakoff and Johnson’s (1980 and 1999) theory of conceptual metaphor; the Fauconnier and Turner’s (2002) theory of blending and the Monneret’s (2004 and 2014) theory of analogy. To test the complementariness of these three models, we have chosen two German literary texts from 1980 to 1990 that are «Kassandra» (1983) by Christa Wolf and «Minotaurus: eine Ballade» (1985) by Friedrich Dürrenmatt. To identify the degree of figurativeness of the metaphors within these texts, we have used three methodologies: the interviews to German speakers; the consultation of the German language dictionaries and the observation of the elements within metaphors through the MIPVU methodology (Steen et al., 2010). The analysis allows us to understand how metaphors work in the different texts and how cultural symbols are used by authors. Additionally, this research aims to show how the use of conceptual «frames» and conceptual «blends» that structure our cognition. / Lo scopo centrale della tesi di ricerca è quello di analizzare i meccanismi cognitivi e linguistici alla base delle metafore «d’invenzione e delessicalizzate» utilizzando un approccio che miri a fondere la teoria della metafora concettuale di Lakoff e Johnson (1980 e 1999), la teoria dell’integrazione concettuale di Fauconnier e Turner (2002) e la teoria dell’analogia di Monneret (2004 e 2014). Per mettere alla prova il funzionamento della complementarietà di questi tre modelli, è stato scelto di utilizzare due testi letterari di lingua tedesca degli anni 1980-1990 che sono «Kassandra» (1983) di Christa Wolf e «Minotaurus. Eine Ballade» (1985) di Friedrich Dürrenmatt. Per identificare il grado di figuratività delle metafore all’interno dei testi sono state messe in atto tre metodologie: le interviste ai parlanti tedeschi; la consultazione dei dizionari in lingua tedesca e un’osservazione degli elementi presenti all’interno della metafora attraverso la metodologia MIPVU (Steen et al., 2010). L’analisi ci permette di comprendere il funzionamento delle metafore all’interno dei testi e come sono utilizzati i simboli culturali da parte dei singoli autori. In più, questa ricerca rappresenta, quindi, un tentativo di comprendere l’uso dei «frame» e dei «blend» concettuali che strutturano la nostra cognizione.
|
3 |
SOPRA IL "DE OPIFICIO MUNDI" DI GIOVANNI FILOPONO / About John Philoponus' "De opificio mundi"OTTOBRINI, TIZIANO 04 April 2016 (has links)
I sette libri del "De opificio mundi" dell'alessandrino Giovanni Filopono (metà VI p.Ch.) sono il primo commento speculativo alla pericope cosmopoietica del Genesi mediante la fruizione di categorie filosofiche aristoteliche. Presentandone la prima traduzione italiana, si illustra il conato di novità che il Filopono esercita nell'esegesi biblica giacché interpreta Genesi non già attraverso il paradigma demiurgico del "Timeo" platonico, come in àmbito giudaico (Aristobùlo e Filone Ebreo) e nella produzione esameronale patristica (Cappàdoci), bensì attingendo alle opere fisiche e logiche dello Stagirita. Invece della struttura mitico-allegorica sottesa alla lettura cristiana del "Timeo" si impone l'approccio analitico di Aristotele: Filopono rifiuta l'interpretazione allegoretica, impiegando l'argomentazione sillogistico-deduttiva dell'"Organon" aristotelico, ricorrendo a filosofemi cardinali in Aristotele e nella tradizione scientifica che dal medesimo fiorì in Alessandria. Così Filopono in-venta un nuovo modello esegetico: superando l'allegorismo tradizionale (arbitrario e infedele al messaggio rivelato) e il letteralismo della scuola antiochena di Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto, Cosma (banalizzante e senza metodo critico) Filopono conia un letteralismo metodologicamente forte, ove il metodo proviene formalmente dalla logica aristotelica e contenutisticamente dalla fisica aristotelica. Già commentatore dello Stagirita, Filopono fa incontrare Rivelazione e filosofia aristotelica, lasciando nel "De opificio mundi" un singolarissimo prodromo della scolastica cristiana. / The present essay is meant to illustrate the philosophical and exegetic work intitled "De opificio mundi" (seven books) written by John Philoponus in Alexandria in the middle of the sixth century A.D. about the kosmopoiesis of the first chapter of Genesis. It is argued this treatise is the first evidence of Biblical exegesis led not according to Plato's "Timaeus" but according to Aristotelian corpus, specially "Physics" and "Organon". Philoponus rejects the allegorical method based upon demiurgic "Timaeus" since he thinks it is arbitrary and untrue compared with the Revelation literalism; therefore Philoponus passes the limit of Aristoboulos, of Philo's "De opificio mundi" and also the limit of Christian tradition of Hexaemerons (Fathers of the Church just like Cappadocians). Philoponus replaces allegorism with a new kind of Biblical literalism: not the trivializing one led by the school of Antioch (Theodore of Mopsuestia, Theodoret of Cyrrhus, Cosmas Indicopleustes) but a scientific and methodic literalism relied on Aristotelian logic and on the (meta)physical concepts derived from Aristotle (kinesis, dynamis, hexis, hypokeimenon, etc.); so "De opificio mundi" has a syllogistic and deductive structure, not a mythic-allegorical one. Last philosopher in Late Antiquity, Philoponus is in-ventor of a striking Christian-Aristotelian scholasticism.
|
4 |
De la Pax Romana à la Pax Senensis : Ambrogio Lorenzetti et l'AntiquitéGrenier, Denis 11 April 2018 (has links)
Les fresques dites du Bon gouvernement qui ont été peintes en 1337-1340 par Ambrogio Lorenzetti au Palais public de Sienne sont, à travers le thème de la paix, examinées sous l'angle de leur héritage antique. L'auteur a recours pour ce faire à l'Ara Pacis Augustae avec lequel il établit une comparaison. Il met aussi à contribution certaines réalisations de la peinture romaine de même que des oeuvres de la sculpture, de la glyptique et de la numismatique. Examinée en relation avec l'Antiquité, l'oeuvre étudiée révèle une hérédité à caractère général qui n'exclut pas le legs spécifique. Cet héritage antique se situe à plusieurs niveaux: celui des idées politiques qui amènent les concepteurs des programmes à avoir recours à des stratégies artistiques analogues, celui des thèmes iconographiques qui sont parfois les mêmes, souvent proches ou encore appartiennent à la même catégorie, celui enfin des formes artistiques. La Pax Senensis devient ainsi une lointaine descendante de la Pax Romana / Québec Université Laval, Bibliothèque 2013
|
Page generated in 0.0363 seconds