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L'utililizzo delle ICT nel processo penale / The ICT in the Criminal TrialDe Rugeriis, Giovanna <1965> 17 July 2012 (has links)
Il progetto di ricerca si situa nell’ambito dell’informatica giudiziaria settore che studia i sistemi informativi implementati negli uffici giudiziari allo scopo di migliorare l’efficienza del servizio, fornire una leva per la riduzione dei lunghi tempi processuali, al fine ultimo di garantire al meglio i diritti riconosciuti ai cittadini e accrescere la competitività del Paese.
Oggetto di studio specifico del progetto di ricerca è l’utilizzo delle ICT nel processo penale. Si tratta di una realtà meno studiata rispetto al processo civile, eppure la crisi di efficienza del processo non è meno sentita in tale area: l’arretrato da smaltire al 30 giugno del 2011 è stato quantificato in 3,4 milioni di processi penali, e il tempo medio di definizione degli stessi è di quattro anni e nove mesi.
Guardare al processo penale con gli occhi della progettazione dei sistemi informativi è vedere un fluire ininterrotto di informazioni che include realtà collocate a monte e a valle del processo stesso: dalla trasmissione della notizia di reato alla esecuzione della pena. In questa prospettiva diventa evidente l’importanza di una corretta gestione delle informazioni: la quantità, l’accuratezza, la rapidità di accesso alle stesse sono fattori così cruciali per il processo penale che l’efficienza del sistema informativo e la qualità della giustizia erogata sono fortemente interrelate.
Il progetto di ricerca è orientato a individuare quali siano le condizioni in cui l’efficienza può essere effettivamente raggiunta e, soprattutto, a verificare quali siano le scelte tecnologiche che possono preservare, o anche potenziare, i principi e le garanzie del processo penale.
Nel processo penale, infatti, sono coinvolti diritti fondamentali dell’individuo quali la libertà personale, la dignità, la riservatezza, diritti fondamentali che vengono tutelati attraverso un ampia gamma di diritti processuali quali la presunzione di innocenza, il diritto di difesa, il diritto al contraddittorio, la finalità di rieducazione della pena. / This research is about within the judicial information technology a field that studies the information systems implemented in courts, in order to improve the efficiency of the service and to provide the mean for reducing the long duration of trials, ultimately the goal is to ensure the respect of rights granted to citizens and to increase the competitiveness of the Country.
The specific subject of this research project is the use of ICT in the judicial process. It is an field less studied comparing it to the civil trial, but the crisis of efficiency of the process is just as much in this area.
Looking at the criminal trial through the eyes of the designer of information systems, means to see an uninterrupted flow of information that includes bits of reality located both upstream and downstream of the process itself: before we find the police report of the crime, after the trial you still have to ensure the execution of the sentence.
In this perspective it becomes clear the consequence of proper management of information: the quantity, accuracy, and speed of access to the same factors are vital to the criminal trial so that it becomes clear how the efficiency of information system and the quality of justice ensured the citizens are strongly interrelated.
The research project aims to identify under which conditions this efficiency can be achieved effectively and, above all, to understand which technology choices that can preserve or even enhance, the principles and guarantees of the criminal process.
In criminal trials, in fact, are involved fundamental rights such as liberty, dignity, privacy, rights that are protected by a wide range of procedural rights such as presumption of innocence, the right of defense, the right to reply, and ultimately by the purpose of rehabilitation of punishment.
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Legal Ontologies for Public Procurement ManagementDistinto, Isabella 09 September 2013 (has links)
The thesis explores ways to formalize the legal knowledge concerning the public procurement domain by means of ontological patterns suitable, on one hand, to support awarding authorities in conducting procurement procedures and, on the other hand, to help citizens and economic operators in accessing procurement's notices and data.
Such an investigation on the making up of conceptual models for the public procurement domain, in turn, inspires and motivates a reflection on the role of legal ontologies nowadays, as in the past, retracing the steps of the ``ontological legal thinking'' from Roman Law up to now. I try, at the same time, to forecast the impact, in terms of benefits, challenges and critical issues, of the application of computational models of Law in future e-Governance scenarios.
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Soggetto, diritto, lavoro, nel pensiero di Simone Weil (1909-1943)Ziccardi, Maria Giovanna January 2013 (has links)
Oggetto di questo percorso di ricerca è il fondamento giusfilosofico del lavoro, ricostruito e interpretato a partire dall’opera di Simone Weil. Intorno all’action travailleuse, l’Autrice offre un’ampia riflessione – filosofia e politica, teoretica ed empirica – che si ricostruisce qui in una duplice dimensione, ontologica ed etica. A livello ontologico, il lavoro emerge come incontro tra uomo e mondo, secondo una dinamica di potenza e decreazione che originariamente contrappone e connette spirito e materia. Dal punto di vista etico, il lavoro definisce e struttura il rapporto tra uomo e società: eco ne è l’articolo 1 della nostra Costituzione. Coerentemente all’impostazione weiliana, i due livelli, distinti ma inseparabili, non saranno esaminati come logicamente collegati – come se il secondo derivasse dal primo – ma analogicamente giustapposti. La giustapposizione si tiene in forza di un concetto peculiare alla filosofia weiliana: l’attenzione. In base a questo elemento, è secondo noi possibile riformulare l’origine della riflessione sul diritto nei termini di una domanda nuova: per chi il diritto? Il concetto di attenzione risulta funzionale a ridiscutere il paradigma antropologico dell’età moderna, centrato sull’individualismo, e ad aprire spazi a un’antropologia alternativa, fondata sulla relazione e normativamente centrata sulla cura. Passando dal piano etico al piano giuridico, il motivo dell’attenzione ricade sulla definizione del ‘giusto’: attraverso la revisione di certe categorie caratteristiche del legalismo formalista, è possibile ripensare la giustizia come la ‘grammatica’ del caso concreto, vicina all’επιεικεια aristotelica. Questo riesame delle premesse epistemologiche e teoretiche del giuspositivismo non è estraneo al dibattito filosofico giuridico attuale e a due sue espressioni, in particolare, che sembrano proseguire la linea di pensiero aperta da Simone Weil. Si tratta della ricerca sviluppata da Martha Nussbaum e Amartya Sen nota come capability approach, dove la (discussa) elencazione delle basic human capabilities è sovrapponibile al decalogo dei bisogni della persona umana argomentato dalla Weil. Di nuovo attraverso il lavoro di Martha Nussbaum, la filosofia dell’attenzione recupera la dimensione cognitiva, e insieme etica, del ‘sentire’: παθος e λογος non sono tra loro opposti, ma orientano l’azione all’interno della sfera assiologica in cui ciascuno si identifica. Il concetto stesso di ‘razionalità’ ne esce rivisto in senso più inclusivo; e, da qui, il ruolo delle emozioni e la pratica dell’empatia vengono riabilitati come centrali per il ragionamento giudiziale, in antitesi con un modello costruito sulla logica deduttiva. La filosofia dell’attenzione, di cui il fenomeno del lavoro è paradigma, diventa così dispositivo di interpretazione, costruzione ed educazione del ‘giuridico’. La facoltà di attenzione a cui l’uomo (che lavora) va educato diventa capacità di sentire, e questa, pre-condizione dell’azione e del giudizio, è da intendersi come capacità di lettura di porzioni più o meno ampie di realtà. Uno strumento del pensiero – o forse più precisamente un ‘risveglio’ del pensiero – che, sempre secondo le premesse della Weil, non può che tornare indispensabile a chi eserciti la funzione giurisdizionale e, probabilmente, non soltanto a costoro.
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Teorie dell'argomentazione e processopenale: un'analisi comparata delle principali teorie argomentative contemporanee con profili applicativi al processo penaleTomasi, Serena January 2012 (has links)
Questo lavoro aspira a fornire un apporto ricognitivo e critico allo studio delle principali teorie argomentative contemporanee, cercando di individuare un criterio di ordine.
La crisi del presupposto scientista e del modello logico del positivismo giuridico ha favorito l’elaborazione di nuovi strumenti di indagine dell’argomentazione: di quella pratica in genere e di quella giuridica in particolare.
Dopo una rapida rassegna della evoluzione delle proposte teoriche gemmate dalla «svolta argomentativa» negli anni Cinquanta, si intende focalizzare l’attenzione sugli studi contemporanei dell’argomentazione e del ragionamento giuridico più rappresentativi: la problematologia di Michel Meyer, la teoria linguistico-interazionale di Christian Plantin, la pragma-dialettica di Frans Van Eemeren e la neo-dialettica di Douglas Walton. La tesi che si argomenta è che sussistano i presupposti per una riduzione ad ordine del variegato quadro degli studi di argomentazione: la via è quella del recupero del concetto fondamentale della retorica di matrice aristotelica, ripensato alla luce degli studi di retorica forense di Francesco Cavalla e di alcuni suoi allievi.
Ciascuna sezione è dedicata alla precisazione teorica della tesi argomentativa e alle conseguenze sul piano della scienza del diritto. L’analisi è completata in ogni sezione dall’indagine sulle possibili applicazioni della tesi nel campo del processo penale e dell’esercizio della professione forense.
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Diritti umani e diritto alla salute - la questione dell’accesso ai farmaci come un problema di Giustizia Globale / Human rights and health rights – access to drugs as a global justice problemCattaneo, Maria Ginevra <1985> 03 July 2014 (has links)
Riconosciuto il problema dell’accesso ai farmaci come un problema di giustizia globale, la dissertazione, da un lato, è incentrata sullo studio dei diritti umani e sul diritto alla salute da una prospettiva giusfilosofica e, dall’altro, è finalizzata ad analizzare la disciplina brevettuale internazionale, sia approfondendo gli interessi realmente in gioco, sia studiando la struttura economica del brevetto stesso. Si è cercato quindi di guardare a tali interessi da una nuova prospettiva, ipotizzando una gerarchia di valori che sia completa e coerente con gli obiettivi che la dottrina, la giurisprudenza, nonché il diritto internazionale formalmente enunciano. Il progetto di ricerca vuole, in definitiva, arrivare a proporre nuove soluzioni giuridiche al problema dell’accesso ai farmaci.
La dissertazione svolge pertanto uno studio critico della proposta di Thomas Pogge, di natura politica e giuridica e sorretta da istanze filosofiche, volta alla soluzione del problema dell’accesso ai farmaci, i.e. l’Health Impact Fund (HIF). Proposta che pone radicalmente in discussione, anche concretamente, il dogma del monopolio concesso con la privativa quale ricompensa per i costi di R&D sostenuti dai titolari dei brevetti e che pone, invece, l’accento sull’effettivo impatto sulla salute globale di ogni singola invenzione.
Analizzandone approfonditamente gli aspetti più rilevanti, si passano poi in rassegna, criticamente, le proposte, alternative o di riforma, del sistema di proprietà intellettuale, volte al miglioramento dell’accesso ai farmaci; a tal proposito, si propone quindi una riforma transitoria della disciplina brevettuale, c.d. Trading Time for Space (TTS), che prevede un allungamento temporale dell’esclusiva brevettuale (Time) in cambio della vendita da parte del titolare della privativa del farmaco ad un prezzo accessibile nei Paesi in via di sviluppo (Space). / Considering the problem of access to drugs as a global justice problem, the dissertation, on the one hand, focuses on human rights and, namely, on the right to health from a legal and philosophical perspective and, on the other hand, aims at analyzing the international patent system, investigating the interests actually at stake and assessing the economic structure of patents. The dissertation looks at such interests from a new perspective, consistent with the objectives that scholars, case law and international law formally declare. The dissertation will, eventually, propose new solutions to the problem of access to medicines.
The dissertation therefore offers a critical study of the proposal by Thomas Pogge, which has political, legal and philosophic grounds aiming at the solution of the access to drugs problem. The Health Impact Fund (HIF) gives a radical challenge, even in practice, to the dogma of the monopoly granted as a reward for R&D costs, incurred by patent holders, by giving instead emphasis on the effective impact on global health by each invention.
By analyzing in detail their main aspects, the dissertation then critically describes other recent proposals for the reform of the intellectual property system, in order to improve access to drugs. In this regard, a transitional reform of the patent system, the so-called Trading Time for Space (TTS), is proposed, proposing an extension of the patent exclusivity (Time) in exchange for the sale by the holder of the patent at an affordable price in developing countries (Space).
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Non-normal modal logics, quantification, and deontic dilemmas. A study in multi-relational semanticsCalardo, Erica <1980> 09 September 2013 (has links)
This dissertation is devoted to the study of non-normal (modal) systems for deontic logics, both on the propositional level, and on the first order one. In particular we developed our study the Multi-relational setting that generalises standard Kripke Semantics. We present new completeness results concerning the semantic setting of several systems which are able to handle normative dilemmas and conflicts. Although primarily driven by issues related to the legal and moral field, these results are also relevant for the more theoretical field of Modal Logic itself, as we propose a syntactical, and semantic study of intermediate systems between the classical propositional calculus CPC and the minimal normal modal logic K.
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POLITICHE DELLA SICUREZZA E ALLERTE ALIMENTARI NELL'UNIONE EUROPEALOZZI, NICOLE 22 April 2010 (has links)
La tesi ha come finalità lo studio della sicurezza alimentare e del suo sistema di controllo nel contesto europeo. Per sicurezza alimentare qui s’intende da un lato, quell’insieme di disposizioni e di procedure previste dal legislatore, atte a garantire che gli alimenti a rischio non siano immessi sul mercato; dall’altro quel meccanismo predisposto per individuare i problemi di sicurezza degli alimenti e agire di conseguenza. Sicurezza alimentare, intesa dal punto di vista normativo, è sia l’ampia gamma di disposizioni che hanno un’incidenza diretta o indiretta sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi (come ad esempio i provvedimenti sui materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti, sui mangimi e su altri mezzi di produzione agricola a livello primario), sia un vero e proprio sistema inteso come meccanismo o insieme di procedure pensate per garantire la sicurezza degli alimenti. Tale apparato di tutela opera, tenendo in considerazione tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare, come un unico processo, partendo dalla produzione, passando attraverso la trasformazione fino ad arrivare alla distribuzione e vendita dei prodotti.
Oggetto principale di questa tesi è l’analisi del sistema di controllo alimentare, poiché non solo elemento integrante, ma soprattutto presupposto della sicurezza stessa. Precisamente, in Europa il sistema di sorveglianza si presenta come un meccanismo di allarme rapido per la notificazione di un rischio diretto o indiretto per la salute umana dovuto ad alimenti o mangimi, una sorta di rete di collegamento cui partecipano gli Stati membri, la Commissione Europea e l’Autorità per la sicurezza alimentare / The idea of research comparing the legal and policy choices which form the basis for the current agrofood safety systems derive from the observation of several cases of “food emergency”(such as BSE, dioxin contamination , bird flu, GMOs) and food alert, which occurred in the recent European history and have caused reactions and worries in public opinion. The study of the above mentioned events and the reflection upon the attitudes and the decisions about food safety made by the European Union institutions raised many different questions. First of all I wondered if this is only a European phenomenon or if it may also apply to overseas countries like the USA. I also wanted to investigate about science regulation policies ruling the safety system born to face feared or evident risks for public health (as a consequence of BSE), i.e. to understand how scientific knowledge is used in legal and policy choices and which are the political and social consequences. In effect, the emergencies, risks and uncertainties caused by the social implementation of science have increased the gap between society and institutions both at national and community level, generating mistrust not so much of scientific and technological progress but of the institutions themselves. The public isn’t only worried about “safety” meant as the likelihood of a damage occurring, but also about the unexpected social effects neglected by the institutions. Europe expressed its concerns about these situations by trying to fill the gap from different perspectives : • new governance of science; • subsequent new regulatory and policy model of science; • expertise and its credibility; • more collective decision making processes Such steps are fundamental to generate and new idea of science governance which connects the need of a more democratic science with that of a more involving society . The Democratization of science implies the acquisition by institutions of several scientific opinions involving all of the aspects of knowledge in order to obtain decisions making processes meeting social needs and, consequently, closer to citizens.
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La repressione all'epoca delle passioni tristiMacillo, Alessandra January 2017 (has links)
La presente tesi di dottorato ha lo scopo di indagare circa il fondamento della potestà punitiva che accomuna le tendenze di politica criminale post-moderne. Queste ultime, infatti, nonostante gli ampi approfondimenti, non hanno trovato ancora un unico paradigma entro il quale ricondursi: in queste pagine, perciò, si proporrà il soggettivismo punitivo, quale chiave di lettura giusfilosofica di tali tendenze. A tal fine, seguendo le diverse fasi del pensiero giuridico occidentale, si tenta innanzitutto di individuare una corrispondenza tra la concezione di diritto e metodo giuridico, da un lato, e l’autorappresentazione filosofica dell’uomo, dall’altro. Si arrivano così a delineare due modelli opposti di diritto penale, che rimandano ciascuno ad uno specifico fondamento della potestà punitiva: da un lato, il modello liberale di carattere oggettivista, che riposa su una concezione dell’uomo quale soggetto autonomo, capace di autodeterminazione; dall’altro, il paradigma soggettivista di stampo autoritario, in cui sembra prevalere un processo di reificazione dell’uomo, che, pur interessando l’intero corpo sociale, ha risvolti particolarmente drammatici per i soggetti coinvolti nel sistema punitivo. Al fine di individuare gli elementi caratterizzanti del soggettivismo punitivo, si passa, dunque, a studiarne alcune manifestazioni storiche: l’animismo, la concezione teocratica del diritto e la teoria dei tipi di autore nazionalsocialista. La struttura che se ne ricava funge da modello per inquadrare le tre correnti post-moderne che si è scelto di prendere ad esame e che presentano le medesime caratteristiche: il diritto penale del nemico, la criminologia mediatica e il diritto penale simbolico. Oggettivismo e soggettivismo punitivo si presentano, così, come categorie ermeneutiche funzionali a svelare la concezione filosofica sottesa alle tendenze politico-criminali. Il collegamento tra la concezione dell’uomo e la legittimazione della potestà punitiva giunge, dunque, a rivelare che le odierne deviazioni rispetto al modello oggettivista non rappresentano delle mere alterazioni aleatorie, bensì tradiscono una concezione dell’uomo e della società strutturalmente incompatibile con quella alla base del modello garantista: in esse si riflette in tutta la sua portata la crisi di valori di un’epoca dalle passioni tristi.
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Lo stato di necessità è il suo fondamento. Uno studio comparato.Castillo Morales, Juan Pablo January 2018 (has links)
La presente ricerca analizza le due impostazioni più note all’interno del dibattito penalistico in tema di fondamento dello stato di necessità giustificante, ovvero la teoria dell’interesse prevalente e la tesi della solidarietà. Nella prima parte di questa indagine si assume come premessa concettuale e dogmatica l’importanza pratica che ha il compito di individuare il fondamento dello stato di necessità, il quale, inoltre, costituisce un concetto giuridico generale, che è possibile riconoscere in altri settori dell’ordinamento giuridico. Per quanto riguarda la tesi dell’interesse prevalente, questa indagine analizza la sua evoluzione storica e dogmatica. Tale analisi si svolge con lo scopo di valutare se le critiche che da qualche tempo le vengono mosse siano fondate o meno. In particolare, quella riguardante il presunto collettivismo del principio derivato dal fatto che esso sarebbe manifestazione di un utilitarismo incompatibile con la struttura e funzione attribuita al diritto «moderno». Per contro, la tesi sostenuta in questo lavoro consiste nel ritenere che l’interesse prevalente è la manifestazione di una norma di cultura, nozione del resto collegata ad una tradizione filosofica tutt’altro che omologabile all’utilitarismo. La determinazione degli interessi che predominano nei confronti di altri non viene determinata dall’alto, ma è l’esito di un rapporto di tipo orizzontale che sussiste tra i singoli appartenenti ad una data comunità. Nella parte dedicata al principio di solidarietà, questa indagine svolge una sintesi della sua evoluzione in quanto concetto o principio giuridico, con l’obiettivo di rendere ancora più evidente la critica che viene svolta nella parte finale, ovvero l’essere un concetto che per principio presuppone un rapporto di tipo verticale, cioè un rapporto di potere, il quale risulta piuttosto incompatibile con un diritto penale di stampo liberale. Da questa critica si comprende come il concetto che si propone per dotare di contenuto assiologico il principio dell’interesse prevalente sia quello di «fraternità», ritenuto, d’altronde, un valore essenziale, in un diritto concepito in termini personalistici. Nell’ultima parte si analizza l’impatto di queste due teorie all’interno del dibattito italiano e cileno.
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La naissance de la science politique moderne dans la Methodus de Jean Bodin : l'héritage de Budé et de Connan, du droit à la politiqueAkimoto, Shingo January 2019 (has links)
Our research aims to examine how the innovative conception of "political science", developed by Jean Bodin (1529/30-1596) in his Methodus ad facilem historiarum cognitionem (1566; 1572), falls within the scope of a humanist program which restores legal science in the name of scientia civilis. We therefore propose to investigate the line of thoughts which regard the scientia civilis in the works of two of his predecessors, Guillaume Budé and François Connan, who develop this "science" for the sake of magistrates-judges of the Parlements by devising a "method" which intends to unify legal theory with practical knowledge. Their considerations lead them to establish a new paradigm of jusnaturalism and to re-establish, in modern times, the very notion of law on the basis of right reason, id est, on the basis of a community of laws dominated only by reason: civitas universa. We bring light to the fact that, when this community is identified with the international society of his time, supposedly ruled by the ius gentium which incarnates reason, Bodin bestows upon his scientia civilis a political character. If the jusnaturalist paradigm allows him to assume the transition from a barbarous state to a human society, it is his famous theory of sovereignty (summum imperium) that, by defining the coercive power delegated to the magistrates of Parlements, allows them to realize this transition. We propose that his "method" of reading the history enables him to materialize the political science, which determines, beyond the limits of legal science, the role the government plays in realizing the human society, or in other words, the new civitas universa, governed by the ius gentium.
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