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Migna terra : migrantes italianos e fascismo na Cidade de São Paulo (1922-1935)

Araujo, Jose Renato de Campos 03 August 2018 (has links)
Orientador: Maria Tereza Sales de Mello Suarez / Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Filosofia e Ciencias Humanas / Made available in DSpace on 2018-08-03T17:36:28Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Araujo_JoseRenatodeCampos_D.pdf: 4678300 bytes, checksum: fef0ff0e8a285d5c2a9f39d8724fb5fd (MD5) Previous issue date: 2003 / Doutorado
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CasaPound Italia - Analyse des parcours d’un groupe de l’ultra-droite

Parker, Sébastien January 2017 (has links)
La présente étude s’intéresse aux parcours individuels et collectif des membres de l’association CasaPound Italia, un groupe de l’ultra-droite italienne ayant émergé au début des années 2000. Le parcours collectif des membres du groupe, au lieu d’être la fonction de facteurs structurels, est démonté comme étant redevable à l’évolution de séquences d’interactions : d’abord, la diffusion de tactiques, d’identités collectives et de réseaux dès les années 1980; la structuration de différents axes du groupe se basant sur les expériences antérieures des membres impliqués dès ses débuts et aux contextes d’engagement marqués par des bouleversements dans le milieu de l’ultra-droite des années 1990; enfin, l’implantation différenciée du groupe jusqu’à aujourd’hui dans les différentes régions de l’Italie, selon des dynamiques complexes locales, et ce, autant avec des acteurs externes à l’organisation qu’avec des membres de ses sections. En partant de l’analyse des événements vécus par les membres interviewés selon un temps long d’observation, on aperçoit ainsi le danger d’attribuer le parcours collectif à des facteurs hors du contrôle des militants et comme relevant du « registre de l’extraordinaire ». En ce qui a trait à leurs parcours individuels, au lieu de témoigner de trajectoires et de profils types en fonction de leur origine sociale, les entretiens révèlent la superposition d’éléments « typiques » de différents parcours. Les parcours sont ici replacés à l’intersection des cheminements individuels, des efforts déployés par l’organisation et des contextes d’engagement. Enfin, en dépit de points communs dans l’explication du maintien des engagements et des expériences du militantisme, les entretiens soulignent les variations des expériences vécues par chacun des militants en lien aux situations vécues.
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Médiokracie - politická komunikace v době masových médií / Mediocracy - The political communication in times of mass media

Tichá, Veronika January 2014 (has links)
This master thesis aims to analyze the facts concerning the political communication of Silvio Berlusconi and Andrej Babis and their political and business careers. The works tries to define the basic concepts of political communication and subsequently analyze them in the comparison with those politicians. Among the other things, the effect of the media which could enabled their entrance to the politics and influence the meanings of the public opinion as well as their political history and used communication techniques has been taken into consideration.
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Reviews of Biondo Flavio, Italy Illuminated. Biondo Flavio's Italia Illustrata

Maxson, Brian 01 January 2011 (has links) (PDF)
Biondo Flavio was an erudite and prolific humanist writer who began his literary career in the 1430's and continued producing latin works until his death in 1463. Scholars have attributed Biondo with primary roles in the development of archaeology, topography, historical research, historical criticism, and historical periodization. His writings themselves influenced the content and approach of scholars across Europe for centuries.
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Presenze germaniche nell'Italia tardoantica. Identità culturale barbarica, militaria e rinvenimenti monetali per la ricostruzione e l'ampliamento del dato archeologico

Ballestrin, Francesca 12 October 2023 (has links)
La ricostruzione del quadro delle presenze germaniche nell’Italia tardoantica pre-ostrogota su base archeologica si fonda sulla raccolta delle testimonianze relative agli spostamenti dei gruppi umani che costituirono le premesse delle grandi migrazioni di epoca altomedievale, in un periodo che, dal punto di vista disciplinare, si colloca in una zona di confine tra due settori distinti: l’archeologia classica e l’archeologia medievale. Se da un lato sono ancora individuabili gli interventi da parte dell’autorità centrale nell’urbanistica, nell’organizzazione della difesa, sebbene non sempre con continuità, e nell’economia, analogamente a quanto era avvenuto nei secoli precedenti, dall’altro lato evidenti furono le trasformazioni che interessarono soprattutto la composizione degli eserciti e dell’amministrazione. Tali cambiamenti coinvolsero anche le modalità di relazione con il Barbaricum, con l’introduzione di un numero sempre più elevato di individui di origini non locali all’interno dei confini dell’impero, sia a fini militari sia per motivazioni legate più strettamente alla gestione del territorio e della produzione agricola. Inoltre, a partire dall’ultimo quarto del IV secolo, le trasformazioni sociali e politiche, che interessarono le popolazioni barbariche stanziate a ridosso del limes danubiano, ebbero ripercussioni dirette sulla pars Occidentis, con la concessione di territori sul suolo romano. Prima di allora, con un’intensificazione a partire dalla seconda metà del III secolo, l’Italia settentrionale era stata colpita da una serie di incursioni da parte di gruppi composti per lo più da Alamanni, ma si era trattato di raid di breve durata e contrastati a volte con non poche difficoltà dall’autorità centrale. Dal punto di vista archeologico, tali azioni non lasciarono tracce materiali dirette, che permettano di identificare i barbari presenti nel territorio romano, ma forse un’eco dell’insicurezza generata dalla minaccia di un loro ritorno, come effettivamente si verificò in più occasioni, e delle contromisure adottate dall’esercito regolare è stata riconosciuta nella realizzazione di nuove opere fortificate o nel rinnovo delle esistenti, nella distribuzione di oggetti che testimoniano della presenza dei soldati e nell’interramento di numerosi ripostigli e di casse militari. A partire dall’età costantiniana l’immissione nell’esercito di individui di origini non romane iniziò ad assumere proporzioni importanti, mentre gli attacchi dall’esterno riguardarono soprattutto le aree di confine. Sia nella seconda metà del III sia nel corso del IV secolo i contrasti più combattuti e pericolosi per l’Occidente ebbero per protagonisti non tanto le popolazioni barbariche, almeno con riguardo alle vicende che interessarono la Penisola, quanto, piuttosto, i legittimi imperatori e gli usurpatori che tentavano di conquistare il potere con il favore di una parte delle truppe. Fu agli inizi del V secolo che ripresero le incursioni in Italia da parte di individui provenienti dal Barbaricum, non sempre fermate con successo dalle forze imperiali e provenienti sia da nord, via terra, che da sud, via mare. A differenza del contesto europeo, non si può parlare di migrazioni di popoli in Italia prima dell’istituzione del regno ostrogoto, ma, forse, le premesse che portarono a tale esito politico risiedono, da un lato, in una presenza sempre più consistente di individui di origini barbariche nell’esercito e, più in generale, nella società tardoantica residente in Italia e, dall’altro lato, in un’esperienza o consuetudine di percorsi e modalità di ingressione, ma anche di dinamiche relazionali con l’autorità centrale e i possessores locali, che facilitarono i nuovi arrivi. L’approfondimento dei temi della composizione dell’esercito tardoantico, anche attraverso i testi e le iconografie restituite dai contemporanei, e della difesa dell’Italia dalle minacce esterne ed interne, in considerazione della forte presenza dell’elemento barbarico tra le fila dei soldati o al loro fianco, ha dimostrato che gli individui di origine barbarica all’interno dell’esercito tardoantico erano molto numerosi, se non, in certi periodi o circostanze, preponderanti, e potevano conservare con un carattere più o meno spiccato le connotazioni culturali che li distinguevano dalla componente di identità culturale romana. Alla luce delle considerazioni sulla consistenza della componente barbarica all’interno delle risorse militari romane, è stato raccolto il materiale archeologico, rinvenuto in Italia, che, in letteratura, identifica i soldati in servizio presso l’esercito romano. Tali oggetti, definiti militaria, comprendono, infatti, gli elementi propri dell’abbigliamento e dell’equipaggiamento dei militari: fibule, fibbie, guarnizioni da cintura, armi da difesa e da offesa, oggetti legati all’ambito equestre. Alcune tipologie di militaria, inoltre, rappresentano possibili indicatori della presenza di individui di origini non romane. È, poi, stato esaminato il materiale archeologico riferibile ad un’identità culturale barbarica, di ambito sia militare che civile. Nella maggior parte dei casi si è trattato di rinvenimenti sporadici o isolati; pochi, ma molto preziosi, si sono rivelati i sepolcreti o le sezioni di necropoli indagati in anni recenti e con metodo stratigrafico, in alcuni casi anche con l’ausilio delle analisi bioarcheologiche. Anche gli oggetti non direttamente legati all’ambito militare hanno mostrato con esso stretti legami, come hanno dimostrato proprio i sepolcreti, dove è stato possibile appurare che i soldati di origini barbariche si spostavano con le famiglie al seguito e che nei corredi e tra gli elementi di ornamento ed abbigliamento, deposti nelle sepolture, erano presenti simultaneamente oggetti afferenti tradizioni culturali diverse, compresa quella romana. Ogni tipologia di materiale, ove la disponibilità di dati lo rendesse possibile, è stata accompagnata da un’introduzione, che ne ha illustrato le funzioni, le origini e lo stato della ricerca. In alcuni casi le attribuzioni funzionali, culturali, cronologiche e interpretative degli oggetti sono state sottoposte a revisione, nel caso in cui fossero state riscontrate incongruenze o inesattezze. A partire dal materiale edito nella letteratura specialistica, i ritrovamenti sono stati mappati in tre distinte carte di distribuzione, corredate ognuna da un commento, dall’elenco dei rinvenimenti e dalla lista delle località. Il materiale archeologico è stato classificato in tre macro-fasi, parzialmente sovrapposte e corrispondenti alle tre carte di distribuzione: la prima fase ha compreso i reperti datati tra la seconda metà-fine del III secolo e gli inizi del successivo; la seconda ha raccolto il materiale di pieno IV secolo; nella terza, infine, sono confluiti i reperti di cronologia estesa tra l’ultimo terzo del IV e il V secolo. Un aspetto innovativo dello studio è consistito nel prendere in considerazione congiuntamente, per la prima volta nel medesimo percorso di ricerca, i rinvenimenti archeologici e i ritrovamenti monetali, al fine di ricostruire il quadro delle presenze barbariche nell’Italia tardoantica. Diversi contributi scientifici di ambito numismatico contengono proposte interpretative, che associano l’occultamento di ripostigli e tesori alla presenza militare, in alcuni casi di origini barbariche. Attraverso alcuni casi-studio è stato, infatti, indagato il possibile apporto dei rinvenimenti monetali all’ampliamento del dato archeologico, non traducibile, però, in ulteriori punti in carta. Pochi sono risultati, infine, i dati attualmente disponibili sull’insediamento in Italia di individui di estrazione militare, anche di rango elevato, o di probabili origini non locali. Anche in corrispondenza dei sepolcreti finora meglio indagati, non è ancora stato appurato dove gli individui di provenienza translimitanea dimorassero, se vivessero separatamente dal resto della popolazione o se fossero integrati negli abitati di riferimento; se mantenessero le tradizioni edilizie proprie dei loro luoghi di origine o se vivessero negli spazi messi a disposizione dall’autorità centrale. La conclusione della ricerca, più che costituire un punto di arrivo, si è rivelata una base di partenza per ulteriori approfondimenti, da intraprendere, auspicabilmente, attraverso un lavoro di équipe, che coinvolga specialisti di ambito sia archeologico sia numismatico.
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La importancia de las centrales de compras en las cooperativas de consumo : estudio de casos CCFACC y Coop Italia

Boccatonda, Carmen 03 March 2018 (has links)
El entorno competitivo y dinámico ha obligado a las empresas a buscar la excelencia operativa y la mayor eficiencia para sobrevivir. Las cooperativas, como empresas de la Economía Social, tampoco se encuentran exentas de dicha búsqueda. Al mismo tiempo, crece la necesidad de implementar estrategias de desarrollo sostenible, coincidente con el interés por la comunidad, uno de los principios cooperativos. Desde la Alianza de Cooperativas Internacional (ACI) se sostiene con convicción de que “las cooperativas disponen de una manera de conducir la actividad empresarial que es mejor que la que actualmente está fracasando”, haciendo referencia a las empresas que persiguen el lucro y descuidan los demás aspectos de la sociedad. El Año Internacional de las Cooperativas, 2012, ha sido una poderosa herramienta de convergencia del sector. Actualmente, con el “Desafío 2020”, la ACI pretende desarrollar el movimiento desde todo punto de vista (identidad, participación de socios, acceso al capital, sostenibilidad y marco jurídico). Una de las herramientas de las que disponen las cooperativas es unirse formando una “central de compras cooperativa”, basándose en el sexto principio cooperativo: cooperación entre cooperativas. Se trata de un mecanismo que permite realizar compras en común, con el objetivo de conseguir mejores condiciones de negociación y fortalecer y agilizar las relaciones comerciales entre las cooperativas de producción y/o trabajo y las cooperativas y mutuales de consumo. La presente investigación se encuadra en el marco del cooperativismo de consumo, con el objetivo de identificar recomendaciones para la implementación exitosa de una central de compras cooperativa puesto que, hasta el momento, no se ha detectado en la literatura un modelo teórico de central de compras de cooperativas de consumo. La metodología utilizada es el estudio de casos. El muestreo consiste en dos casos específicos que son escogidos por ser reveladores y ejemplos extremos. Por un lado, la central de compras de la Federación Argentina de Cooperativas de Consumo (CCFACC), una incipiente central de compras cooperativa argentina, y, por el otro, la Coop Italia, un modelo con amplia trayectoria en el mercado, con resultados comprobados y con proyecciones de mayor crecimiento. Resulta interesante que cada uno de los casos se ubica en contextos y continentes diferentes. En primer lugar, se realiza un análisis comparativo entre las dos centrales seleccionadas, con el objetivo que sirva de marco para los siguientes resultados. Por otro lado, se compara el relevamiento bibliográfico, tanto de los problemas atravesados por centrales de compras como de factores clave para un satisfactorio funcionamiento, con los hechos empíricos de las dos centrales estudiadas. Para finalizar, se desarrolla el tema de marca propia, uno de los factores determinantes de éxito hallados anteriormente. / The competitive and dynamic environment has forced companies to look for operational excellence and higher efficiency to survive. Cooperatives, as companies of the Social Economy, are not exempt from this target either. At the same time, there is a growing need to implement sustainable development strategies, in line with community interest, one of the cooperative principles. International Cooperatives Alliance (ICA), held with conviction that "cooperatives have a way of manager business that is better than the one that is currently failing", referring to companies that pursue profit and does not take in consideration other aspects of society. The International Year of Cooperatives, 2012, has been a powerful tool for convergence in the sector. Currently, with the "Challenge 2020", the ICA aims to develop the cooperative movement from all points of view (identity, participation of partners, access to capital, sustainability and legal framework). One of the tools available by the cooperatives is to build a "cooperative purchasing pool", based on the sixth cooperative principle: cooperation among cooperatives. It is a mechanism that allows common purchases, with the aim of achieving better commercial conditions and strengthening and streamlining commercial relationship between production and / or labor cooperatives; and consumer cooperatives and mutuals. The present research is part of the consumer cooperativism framework, with the objective of identifying recommendations for the successful implementation of a cooperative purchasing pool since, to date, no theoretical model of consumer cooperatives purchasing pool has been found in the academic literature. The methodology used is the case study. The cases chosen correspond to two specific cases, revealing extreme examples. On one hand the CCFACC, an incipient Argentine cooperative purchasing center, and, on the other, Coop Italia, a cooperative with a long history in the market, with tested results and projections of great growth. In addition, it is interesting that each of the cases is located on different contexts and continents. Initially, a comparative analysis is carried out between the two selected cases, with the objective that provides a framework for the following results. Then, it is compared the bibliographical research, focused in central purchasing and key factors for a satisfactory operation, with the empirical results of the two cases studied. To conclude, the subject of own trade mark is developed, one of the determinants of success found previously.
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A apatridia e a ressignificação do pertencimento ao Estado-Nação : o caso dos Roma na Itália /

Ferreira, Amanda January 2019 (has links)
Orientador: Paulo José dos Reis Pereira / Resumo: A apatridia se define pela ausência de nacionalidade juridicamente reconhecida por um Estado e, nesse sentido, tem relação direta com a noção de soberania, um conceito importante e amplamente discutido no campo da Ciência Política e com distinta ênfase nos estudos de Relações Internacionais. Nosso objetivo nesta dissertação é observar a apatridia a partir de uma abordagem que a entende enquanto fenômeno que conforma, ao mesmo tempo, aspectos de controle, negociação e resistência, tomando por objeto de análise o caso do povo Roma na Itália e, mais especificamente, a questão dos chamados “campos nômades” existentes no país. Embasaremos o trabalho em um debate teórico sobre como a apatridia está intimamente relacionada ao conceito de soberania e como este, a partir de uma abordagem sobre segurança e biopolítica ancorada nos trabalhos de Foucault, Agamben e Arendt, é fundamental para a compreensão da materialização da apatridia e da dinâmica dos campos enquanto fenômenos que se projetam como despolitizadores e excludentes, mas que abrem fendas para uma ressignificação da ideia de pertencimento e participação política. / Abstract: Statelessness is defined by the absence of the nationality legally recognized by an State and, in this sense, is directly related with the notion of sovereignty, an important concept widely discussed in Political Science field and with distinct emphasis in the studies of International Relations. Our goal in this dissertation is to observe statelessness from an approach that understands it as a phenomenon that conforms, at the same time, aspects of control, negotiation and resistance, taking as object of analysis the case of the Roma people in Italy and, more specifically, the question of the so-called “nomad camps” in the country. The work will be based on a theoretical debate about how statelessness is intimately related to the concept of sovereignty and how this, from an approach of security and biopolitics anchored in the work of Foucault, Agamben and Arendt, is fundamental to the comprehension of the materialization of statelessness and the dynamic of the camps as phenomena that project itself as depolarizing and excluding, but that open slits for a re-signification of the idea of belonging and political participation. / Resumen: La apatridia es definida por la ausencia de nacionalidad jurídicamente reconocida por un Estado e, en esto sentido, tiene relación directa con la noción de soberanía, un concepto importante y ampliamente discutido en el campo de la Ciencia Política y con distinta énfasis en los estudios de Relaciones Internacionales. Nuestro objectivo en esta disertación es observar la apatridia a partir de un enfoque que la entiende como fenómeno que conforma, al mismo tiempo, aspectos de controle, negociación y resistencia, tomando por objeto de análisis el caso del pueblo Roma en Italia y, más específicamente, la cuestión de los llamados “campos nómades” existentes en el país. Embasaremos el trabajo en un debate teórico sobre cómo la apatridia está íntimamente relacionada al concepto de soberanía e como este, a partir de un enfoque sobre seguridad y biopolítica ancorada en los trabajos de Foucault, Agamben y Arendt, es fundamental para la comprensión de la materialización de la apatridia y de la dinámica de los campos como fenómenos que si proyectan como despolitizadores y excluyentes, pero que abren ranuras para una ressignificación de la idea de pertenencia y participación política. / Mestre
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L'IPOTESI DI UN'ARTE WAGNERISTA IN ITALIA 1880-1920: FORTUNA ICONOGRAFICA, UTOPIA DEL GESAMTKUNSTWERK E SUGGESTIONE MUSICALISTA

BOLPAGNI, PAOLO 19 April 2010 (has links)
La ricerca condensata in questa tesi di dottorato trae spunto dall’assenza di studi specifici riguardo all’influenza di Wagner e del wagnerismo sulle arti visive in Italia tra il 1880 e il 1920. Partendo dall’analisi della concezione wagneriana del Gesamtkunstwerk e del ruolo attribuito da Wagner alle arti visive, se ne prende in esame il triplice influsso esercitato sulla riflessione critica ed estetica e sulla produzione artistica (pittura, scultura, illustrazione, cartellonistica, caricatura, scenografia): da una parte l’iconografia, che comprende sia i ritratti di Wagner, sia le opere ispirate ai personaggi e alle situazioni dei suoi drammi; vi è poi la tendenza “musicalista”, tipica del Simbolismo, che mira a comunicare emozioni, sensazioni e contenuti propri della musica con i mezzi delle arti visive; e infine l’orientamento sinestetico in direzione dell’“opera d’arte totale”. / The research whose results are recollected into this essay took its origin from the absence of specific studies about Wagner’s and Wagnerism’s influence on visual arts in Italy between 1880 and 1920. Starting from the analysis of Wagner’s conceptions of Gesamtkunstwerk and from the role assigned by Wagner to visual arts, I examined the triple influence of these ideas on the critical and aesthetical reflection and artistic production (painting, sculpture, illustration, caricature, scenography): on one side the iconography, including both Wagner’s portraits and works inspired to his dramas’ characters and situations; moreover, there’s the ‘musicalist’ tendence, typical of Symbolism, which aims to communicate feelings and emotions which are proper of music by the means of visual arts; eventually, the synaesthetical tendence towards the “Universal Artwork”.
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The Strategy of Italian micro-small business to face the current economic difficulties

Corinaldesi, Patrizio January 2012 (has links)
The current economic-financial conditions in Italy are characterized by the financial crisis, decrease in demand, increase in taxation and banking credit restriction. Moreover, this aspects add up to structural problems of the Italian economy, like low level of labor productivity and high public debt. Italian industry is formed mainly by micro and small companies, that are suffering particularly this situation. This research wants to identify successful strategies for micro and small Italian companies to face actual difficulties and compete in these dynamics. To do that, the method chosen is the multiple-case and the qualitative research with semi-structured interviews to key respondents and strategic decision makers of three micro and small Italian companies. Starting from the literature review on strategic subjects, this paper wants to contribute to investigate a range of successful strategies that Italian micro-small companies could adopt to overcome current problems. The findings of this research are that part of the strategic process should be internal to companies, adopting a right size and boundaries, a good corporate culture, a rigorous financial management and a deep innovation’s process, both for process and products. Then, the more successful competitive strategy for Italian small company seems to be a hybrid strategy, mostly balanced on differentiation. Finally, a partial diversification by developing new products or/and new markets is a good strategy to diversify the high risk of the current situation and create new possibilities of success.
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Social media evaluation for non-profit organizations : The case of Oxfam Italia

Coco, Giuseppe Antonio January 2014 (has links)
The thesis presents an evaluation of the Facebook page of the Italian non-profit organization Oxfam Italia from November 2013 to March 2014. The research’s aim is to analyze the community which follows the organization, how this community interacts with it and how the moderators of the page communicate with its followers. The research aims also to find ways to increase Oxfam Italia’s performance on Facebook. The theoretical framework focuses on non-profit marketing and its peculiarities, Social Media Marketing and notions such as engagement and brand community. The methods used in the research consist in data mining and content analysis. Data have been gathered from Facebook Insights and through the issuing of FQL queries from the Facebook Graph API. The research found out that Oxfam has more female followers than male (62% vs 36,5%), the age range of them is 25-44 years. Oxfam’s presence, in particular, is very rooted in the region of Tuscany (where its headquarter is). Facebook followers showed a very good attitude toward the organization, even though criticisms are common, and Oxfam used its social media presence mainly to update the followers concerning ongoing activities and to urge to on-line activism. The users’ favourite engagement method was “liking” photographic contents.

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