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Lexis paidike. L'infanzia in Origene / Lexis paidike. Childhood in Origen of AlexandriaBarilli, Chiara <1983> 10 April 2012 (has links)
La tesi considera la trattazione del tema dell’infanzia nell’opera di Origene di Alessandria attraverso l’analisi dei testi trasmessi nell’originale greco e delle traduzioni latine di Rufino e Gerolamo.
Il motivo dell’infanzia è considerato nei suoi molteplici significati, a più livelli: esegetico, antropologico, filosofico, teologico. La ricerca non si limita dunque ad un’analisi di taglio storico, ma ambisce a definire la concezione e la considerazione della prima età dal punto di vista di Origene e nel contesto più ampio della letteratura coeva.
Attraverso una lettura estensiva del corpus dell’Alessandrino sono stati isolati tutti i passi che si riferiscono all’infanzia a livello letterale e metaforico. Ne emerge una trattazione complessa del tema: il bambino è per Origene, in linea con le contemporanee dottrine filosofiche, un essere eminentemente irrazionale. Il pieno sviluppo della facoltà razionale si colloca al termine di questa prima fase dell’esistenza. L’irrazionalità infantile previene nei più piccoli l’insorgere delle passioni. A questa dottrina, di matrice stoica, si ricollegano alcuni sviluppi di grande rilievo: la non-imputabilità dei minori ed il legame tra razionalità e responsabilità individuale; la riflessione sulla sofferenza dei bambini e la ricerca di una sua causa, che non intacchi il principio della giustizia divina; l’ipotesi della preesistenza delle anime. Sul piano teologico la ricerca si focalizza sulle nozioni di paternità e filiazione e sul tema, centrale nell’orizzonte origeniano, della pedagogia. Origene concepisce la pedagogia umana, sul modello di quella divina, come una rete dinamica di relazioni che ricalca i rapporti parentali. A fianco di questi ambiti d’interesse principali l’analisi considera aspetti ulteriori: risalto è concesso, in particolare, all’elemento biografico ed all’aspetto linguistico e letterario della prosa origeniana, quest'ultimo spesso trascurato dalla critica. Lo studio mostra inoltre la vitalità di alcuni modelli esegetici origeniani nella tradizione successiva. / The dissertation considers the theme of childhood in the oeuvre of Origen of Alexandria through the analysis of the extant Greek works as well as of the Latin translations of Rufinus and Jerome.
The research aims at providing a full description of Origen’s conception of childhood in the larger context of his anthropology, philosophy and theology.
Along with the most common philosophical doctrines of his time, the Alexandrian considers children to be irrational human beings.
Following the Stoic identification of passions with bad judgements, the author explains children’s freedom from affections as a result of their not yet fully developed rational faculty: this interpretation allows him to justify children’s exemplarity in the Gospels. The theory is linked with other important elements of Origen’s thought: the association of rationality and individual responsibility, the reflexion on children’s suffering and the need to clear its causes, thus preserving divine justice; the hypothesis of the pre-existence of souls.
On a theological level, the present research focuses on the notions of paternity and filiation and on
Origen’s conception of pedagogy. Paternity and education converge: shaping human pedagogy on the model of divine education, Origen conceives it as a net of dynamic relations close to the relationship between father and son.
Beside these major themes, the research considers other aspects: great emphasis is given to the prose of Origen and to its features, which have almost been neglected by scholars. The textual analysis of many passages linked with the theme of childhood has allowed a deeper knowledge of the Alexandrian’s linguistic creativity, expressed in the coinage of new words, in the choice of unusual expressions as well as in his use of a variety of registers.
Moreover, the study attempts to show the vitality of some exegetical schemas of Origen in the Christian tradition.
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Vedere e rivedere il non osservabile. Analisi storica e questioni concettuali aperte nel rapporto tra Cinematografia e Scienza / To see or not to see the not observable reality. Historical analysis and open questions in the relationship between Science and CinematographySedda, Clelia Inoria <1963> 12 June 2012 (has links)
La ricerca è incentrata sul rapporto tra cinema e scienza e sul ruolo della cinematografia come strumento di ricerca scientifica: si articola in due parti storicamente distinte, ma al tempo stesso strettamente correlate da una riflessione critica sul ruolo delle immagini in movimento rispetto al tema comune a entrambe della visualizzazione e rappresentazione del non osservabile nella realtà fisica. / The research is focused on the relationship between cinema and science and the role of cinematography as an instrument of scientific research. It consists of two parts historically distinct but at the same time related by a critical reflection on the common issue of the visualization and representation of non-observable physical reality.
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La produzione cinematografica nel sistema economico-industriale italiano tra il 1908 e il 1914. Il caso della Milano Films / Cinematic production in the Italian economic and industrial system between 1908 and 1914. The case of Milano FilmsLasi, Giovanni <1964> 12 June 2012 (has links)
La tesi riguarda il processo evolutivo dell’industria cinematografica italiana dal momento della sua prima espansione (biennio1906-1908) fino allo scoppio della I guerra mondiale.
In particolare il lavoro si è concentrato sulle vicende societarie e produttive di una delle maggiori case di produzioni attive in Italia nel periodo preso in esame: la Milano Films.
Le ricerche relative alla società milanese hanno portato al rinvenimento di una cospicua quantità di documenti finora inediti, attraverso i quali è stato possibile ricostruire nel dettaglio la vicenda societaria e produttiva della casa di produzione.
Lo studio ha inoltre analizzato le peculiarità specifiche che, tra il 1908 e il 1914, contraddistinguono la cinematografia italiana dal punto di vista degli assetti societari e finanziari, dell’organizzazione produttiva, delle strategie distributive e commerciali, attraverso un costante confronto con il complessivo quadro industriale italiano coevo e, in particolare, con quei settori produttivi considerati più all’avanguardia nei primi anni del Novecento. / This work looks at the development of the Italian cinema industry from its first period of growth (1906-1908) up until the outbreak of World War One. More specifically, this work examines the corporate and cinematic evolution of Milano Films, one of the largest production houses in Italy in those years. Research into this Milanese company brought to light a whole host of as yet unpublished documents that made it possible to produce a detailed reconstruction of the corporate and cinematic events involving this company. Maintaining the focal period as 1908 to 1914, this work also looks at the specific nature of the Italian cinema industry in those years, exploring its corporate and financial structure, productive organisation, distribution and marketing strategies. This required constantly comparing this industry to Italian industry in general at that time and, in particular, to those productive sectors that were seen to be at the cutting-edge in the early 20th century.
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Edizione commentata della Cronaca di Venezia di Giovanni Tiepolo (XVI-XVII sec.) / Annotated edition of “Chronicon of Venice” of Giovanni Tiepolo (16th-17th centuries)Aleo, Emilio <1979> 05 July 2012 (has links)
Il seguente studio propone l'esame di una cronaca veneziana del XVI secolo, inedita, dalle origini al 1538/39, che parte della tradizione manoscritta attribuisce al Patriarca di Venezia Giovanni Tiepolo (1619-1631), parte ad Agostino degli Agostini, (1530-1574), un patrizio veneziano il cui nome è legato essenzialmente ad una cronaca dal 421 al 1570.
Indipendentemente da chi sia il primitivo autore, la cronaca, di discreto pregio per la storia interna e il funzionamento delle istituzioni veneziane, presenta elementi di spiccata originalità dal punto di vista compositivo e formale che la pongono in una prospettiva storiografica alternativa al dualismo tra la storiografia ufficiale promossa per pubblico decreto e l'iniziativa privata dei diaria del XV-XVI.
La cronaca veneziana, abbandonata per formule più sofisticate e innovative di diffusione dell'informazione pubblica, sopravvive, formalmente immutata nella sua arcaicità, rinnovandosi nella tendenza a creare compendi ricchi di documenti e di elenchi, destinati ad aiutare la nobiltà ad orientarsi nel mondo socio-politico contemporaneo.
Si consuma così il divorzio fra l'informazione tecnico-politica utile al patriziato nello svolgimento del suo lavoro e la storiografia pubblica che, di fronte alle varie esigenze e ai diversi generi letterari, sceglie ideologicamente di abbracciare il genere delle laus civitatis e della storiografia laudativa ed encomiastica.
In questo contesto si inserisce la Cronaca esemplata dal Patriarca Giovanni Tiepolo, chiaro esempio di un tentativo di razionalizzazione dell'informazione in cui le notizie e gli elementi non ritenuti immediatamente utili come le lunghe liste dei 41 elettori, le promissioni ducali, nonchè singoli episodi ed eventi trattati, trovano una collocazione esterna alla cronaca, in quello che Reines definisce l'ormai nascente archivio politico del XVI secolo. / This study proposes the examination of a venetian chronicle of 16th century, unpublished, since the founding of Venice in 421 a.d. to 1538/39, that part of the manuscript tradition attributes to the Patriarch of Venice, Giovanni Tiepolo (1619-1631), other part to Agostino Agostini (1530-1574), a venetian nobleman whose name is essentially related to an unpublished manuscript chronicle that covers years 421-1570.
Independently of the question about who is the primary author, the chronicle, with fairly good value for the Venetian institutions history, presents elements of marked originality in terms of composition and form, that put it in a historical perspective alternative to dualism between the official historiography promoted by public decree and the private initiative of diaria of the 15th-16th centuries.
The Venetian chronicles, abandoned for more sophisticated and innovative formulas for public information, survives formally unchanged in its antiquity, renewing in a tendency to create summaries with many documents and lists, designed to help the aristocracy to orient in the contemporary social and political world. So it consumes the divorce of the political and technical information, useful to the nobility in carrying of his work and the public historiography that, given the various requirements and different literary genres, chooses the genre of "laus civitatis" and the encomiastic and laudatory history.
The Chronicle written by the Patriarch Giovanni Tiepolo is inserted in this context, prominent example of attempt to rationalize the information, in that the items and the elements considered unnecessary, such as the long lists of the 41 electors, the Promissioni Ducali (Dogal Oaths), or single episodes and themens treated, find an external location that Reines defines the “emerging political archives of 16th century”.
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La città di Trento tra Tardo Antico e Alto Medio Evo: la genesi della città medievale e lo spazio del sacro. / The ancient city of Trento between the Late Antiquity and the Early Middle Ages: the birth of the medieval city and the space of the sacred.Baroncioni, Andrea <1976> 04 July 2012 (has links)
Lo scavo della chiesa di Santa MAria Maggiore ha permesso di acquisire nuove importanti informazioni sulla storia della città di Trento, sulla città tardo antica e sul processo di cristianizzazione.
Il primo impianto ecclesiastico, datato a dopo la metà del V d. C. secolo, sorge su un precedente impianto termale realizzato intorno al II secolo d. C. ed appare caratterizzato da un forte carattere monumentale. La chiesa, a tre navate, presentava un presbiterio rialzato decorato in una prima fase da un opus sectile poi sostituito nel VI secolo da un mosaico policromo. Sono state rinvenute inoltre, parti consistenti della decorazione architettonica di fine VIII secolo pertinente questo stesso impianto che non subirà importanti modifiche fino alla realizzazione del successivo edificio di culto medievale, meno esteso e dai caratteri decisamente meno monumentali, caratterizzato dalla presenza di un esteso campo cimiteriale rinvenuto a nord della chiesa. A questo impianto ne succede un terzo, probabilmente a due navate, e dalla ricca decorazione pittorica demolito in età tardo rinascimentale per la realizzazione della chiesa attuale. / The excavation of the church of Santa Maria Maggiore allowed us to gain important information on the history of the city of Trento during the Late Antiquity and the process of Christianization.
The first church, of the second half of Vth century AD, stands on a previous thermal structure built around the IInd century AD and is characterized by a strong monumental character. The church, with three naves, presented a raised presbytery, decorated (during the first phase) with an opus sectile then replaced in the VIth century by a polychrome mosaic. Were also found major parts of the architectural decoration of late VIIIth century, belonging to this same system, which won't be significantly modified until the completion of the subsequent medieval religious building, much less extensive and with less monumental aspect, characterized by the presence of an extensive cemetery found at north of the church. The third structural phase, organized in two naves, had rich fresco decorations, and was demolished in the Late Renaissance to build the present church.
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Studi testuali sulle parti liriche dell'Elettra di Euripide / Textual studies on the lyric sections of Euripides'ElectraCurti, Michela <1983> 23 May 2013 (has links)
La tesi offre un commento critico-testuale alle principali parti liriche dell'Elettra di Euripide: la Monodia di Elettra, la Parodo, il primo, il secondo e quarto Stasimo, il Kommòs. Ogni capitolo è relativo al commento di ciascuna delle sezioni menzionate. Ognuno di essi si apre con un'introduzione relativa ad i problemi interpretativi di portata generale; segue il commento verso per verso; si offre infine, al termine di ogni capitolo, testo, traduzione ed interpretazione metrica. / The thesis offers a philological commentary on the main lyric sections of Euripides' Electra: Electra's Monody, Parodos, the first, the second and the fourth stasimon, the kommòs. Every chapter deals with one of these sections: they open with an introduction dealing with general literary problems; a commentary verse by verse follows; then, each chapter ends with greek text, italian translation, and metrical interpretation.
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Il critico teatrale come operatore di scrittura scenica. La critica teatrale italiana tra pratica organizzativa e utilizzo dei nuovi media nel Nuovo Teatro e in alcune esperienze dal 2003 ad oggi / The theater critic as a stage writing operator. The Italian theatre critic between organizational practice and new media in the New Theatre and in some experiences from 2003 to presentCacciagrano, Adele <1977> 12 June 2012 (has links)
La crisi del “teatro come servizio pubblico” degli Stabili, Piccolo Teatro in testa, si manifesta allo stadio di insoddisfazione interna già alla fine degli anni Cinquanta.
Se dal punto di vista della pratica scenica, la prima faglia di rottura è pressoché unanimemente ricondotta alla comparsa delle primissime messe in scena –discusse, irritanti e provocatorie- di Carmelo Bene e Quartucci (1959-60) più difficile è individuare il corrispettivo di un critico-intellettuale apportatore di una altrettanto deflagrante rottura.
I nomi di Arbasino e di Flaiano sono, in questo caso, i primi che vengono alla mente, ma, seppure portatori di una critica sensibile al “teatro ufficiale”, così come viene ribattezzato dopo il Convegno di Ivrea (1967) il modello attuato dagli Stabili, essi non possono, a ben vedere, essere considerati i veri promotori di una modalità differente di fare critica che, a partire da quel Convegno, si accompagnerà stabilmente alla ricerca scenica del Nuovo Teatro. Ma in cosa consiste, allora, questa nuova “operatività” critica?
Si tratta principalmente di una modalità capace di operare alle soglie della scrittura, abbracciando una progressiva, ma costante fuoriuscita dalla redazione di cronache teatrali, per ripensare radicalmente la propria attività in nuovi spazi operativi quali le riviste e l’editoria di settore, un rapporto sempre più stretto con i mass-media quali radio e televisione e la pratica organizzativa di momenti spettacolari e teorici al contempo -festival, convegni, rassegne e premi- per una forma di partecipazione poi identificata come “sporcarsi le mani”.
La seconda parte della tesi è una raccolta documentaria sull’oggi. A partire dal Manifesto dei Critici Impuri redatto nel 2003 a Prato da un gruppo di critici dell'ultima generazione, la tesi utilizza quella dichiarazione come punto di partenza per creare un piccolo archivio sull’oggi raccogliendo le elaborazioni di alcune delle esperienze più significative di questi dieci anni. Ricca appendice di materiali. / The crisis of "theater as a public service" exemplified on the Piccolo Teatro experience, shows its internal dissatisfaction at the end of the fifties.
The firsts who fights against this cultural politic was the artists, Carmelo Bene it's one of the first with his early and provocative performances. By critical side, otherwise, is more difficult to identify some critics or intellectuals bearing of a similar explosive rupture.
We can recall Arbasino and Flaiano but, in this case, also if their sensitive criticism against "Theatre Established" were very important, they can not be regarded as promoters of that different way of criticism outgoing from Ivrea Conference (1967) and that accompanied New Theatre from the Sixties to Eighty . But definitively what's this new "operation" criticism?
Primarily this criticism is focused on a new operative manner that located itself at the threshold of writing practices. It's a criticism embracing a gradual, but steady removal from the theatrical chronicles, a radically rethink about the critical function so it finds very interesting to create new operational areas on magazines and focused publishing, on mass-media like radio and television and as organization of festivals, conferences, exhibitions and awards - both performative both theoretical- who are identified as "the criticism that dirting its hands".
The second part of the thesis is a documentary collection on today. From Manifesto del Critico Impuro written in 2003 in Prato by a group of critics of the last generation, the thesis uses that Statement as a starting point for creating a small record based on some elaboration by someone among the most significant critical experiences of these last ten years. Interesting Appendix based on rare materials.
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Per l’edizione del Primo dei Libri medicinales di Aezio Amideno / For the edition of the First of the Libri Medicinales by Aetius of AmidaCalà, Irene <1979> 05 July 2012 (has links)
La ricerca è dedicata allo studio propedeutico ad una nuova edizione critica del primo dei Libri medicinales di Aezio Amideno, medico vissuto nel VI secolo e attivo alla corte di Costantinopoli.
Sono stati oggetto principale di studio 35 manoscritti contenenti, in parte o integralmente, il primo libro di Aezio; la collazione ha permesso di individuare numerosi codices descripti e soprattutto di procedere ad una nuova classificazione dei codici.
Riguardo alla modalità di utilizzo delle fonti da parte di Aezio si è potuto non solo accertare l’uso indiretto del testo galenico ed escludere la mediazione di Oribasio, ma sono state individuate nuove fonti, oltre a quelle tradizionalmente conosciute.
Per la prima volta sono stati presi in esame sia il commento di Cristobal de Horozco ai sedici libri di Aezio che la traduzione latina di Giovanbattista Montano.
Presente è infine un saggio di edizione dei capitoli 1-10 e 124 dell’edizione Olivieri, il testo proposto presenta significative differenze rispetto a quello edito nel CMG. / The research is a preparatory study for the new critical edition of the first of the Libri Medicinales by Aetius of Amida,
a doctor at Costantinople’s court in the 6th century B.C.
Thirty-five manuscripts have been studied, either partially or fully containing Aetius’ first book; their collation has led to the identification of several codices descripti and to a new codex classification.
Concerning the use of sources by Aetius, not only the indirect use of Galen has been confirmed whereas Oribasius’ has been ruled out, but also new sources have been identified.
For the first time both Cristobal de Horozco’s commentary to Aetius’ 16 books and Giovanbattista Montano’s latin translation have been taken into consideration.
Finally, a sample of the edition of chapters1to 10 and 124 of Olivieri’s edition is proposed, with significant differences compared to the text in CMG.
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Analisi delle traduzioni italiane dell'Argent di Zola con l'ausilio di Taltac. / Italian translations analysis of "L'Argent" by Zola with the assistance of Taltac.Iantorno, Flaviana <1975> 15 June 2012 (has links)
No description available.
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"Sleeping Princess" (1921) e "Baiser de la Fée" (1928): lesina e punteruolo di Stravinskij sulle musiche di Čajkovskij. / "Sleeping Princess" (1921) and "Fairy’s Kiss" (1928): Stravinsky’s creative process on Tchaikovsky’s music.Corazza, Elia Andrea <1979> 18 July 2012 (has links)
Igor Stravinskij (1882-1971) utilizzò di sovente fonti preesistenti come parte integrante del proprio artigianato compositivo. In questa tesi dottorale ho studiato il processo creativo di Stravinskij negli anni Venti sulle musiche di Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1893).
Nella prima parte della dissertazione ho indagato la Sleeping Princess (1921) e il successivo Mariage d’Aurore (1922-1929), entrambi allestiti dai Ballets russes di Sergej Djagilev (1872-1929). Dopo aver localizzato e contestualizzato le fonti manoscritte e i materiali d’uso, ho ricostruito le ri-orchestrazioni effettuate da Stravinskij della Danse russe (Coda del Pas de deux n. 28) e del Presto del Finale (n. 30), che erano a tutt’oggi inedite.
La ricerca sulla Sleeping Princess si è rivelata fondamentale per la conseguente analisi del Baiser de la Fée (1928, Ballets de Mme Ida Rubinstein), balletto basato su pezzi pianistici e romanze per voce e pianoforte di Čajkovskij. Grazie allo studio dello Skizzenbuch VIII, della partitura pianistica manoscritta e di tutte le fonti rinvenute, ho gettato ulteriore luce sul processo compositivo di Stravinskij sulle fonti čajkovskiane. Ho rinvenuto nuove appropriazioni che finora non erano note. / The use of preexisting materials is a well-documented idiosyncrasy of the compositional craftsmanship of Igor Stravinsky (1882-1971). In this dissertation I studied Stravinsky’s creative process in his Neoclassic period in relation to the music of Pyotr Il’yich Tchaikovsky (1840-1893).
In the first part of the thesis I investigated the Sleeping Princess (1921) and the consequent Mariage d’Aurore (1922-1929), both produced by Sergey Diaghilev’s Ballets Russes. Comparing piano reductions to manuscript sources, I located and edited Stravinsky’s missing orchestrations of Danse Russe (Coda of the Pas de deux n. 28) and his adaptation of the Presto in the Finale (n. 30).
My research on the Sleeping Princess has been fundamental to the analysis of the Fairy’s Kiss (1928, Ballets de Mme Ida Rubinstein). This ballet was composed by Stravinsky and based on Tchaikovsky’s piano pieces and romances for voice and piano. The study of the Skizzenbuch VIII, of the manuscript piano score and of all relevant items allowed me to shed further light on Stravinsky’s creative process using Tchaikovsky sources. I discovered new appropriations that were still undocumented both in the Stravinsky’s autobiographical writings and in the musicological literature.
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