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I carmina docta di Catullo e le Argonautiche di Apollonio Rodio / Catullus' Long Poems and Apollonius Rhodius' ArgonauticaCalzascia, Sonja Caterina <1974> 23 May 2013 (has links)
La dissertazione, basandosi su un confronto sistematico dei testi, analizza i rapporti fra i carmina docta di Catullo e le Argonautiche di Apollonio Rodio con particolare attenzione al carme 64. Il lavoro è suddiviso in dieci capitoli più un'introduzione e una conclusione. Nell'introduzione si illustra la metodologia applicata e si discutono alcune questioni teoriche relative all'intertestualità. Nel I capitolo si delinea una storia della critica moderna che mette in evidenza come negli studi catulliani sul carme 64, nel corso dell'ultimo secolo e mezzo, Apollonio tenda ad assumere un ruolo sempre più importante. Nei capitoli II-IX viene fatto uno studio molto approfondito del carme 64. Tale studio analizza il testo catulliano mettendo in luce le somiglianze contenutistiche, strutturali e stilistiche con le Argonautiche. Il X capitolo è invece dedicato agli altri carmina docta. Poiché questi ultimi carmi hanno scarsi punti di contatto con il poema di Apollonio, ci si limita a mettere in evidenza una serie di motivi e tratti comuni. Nella parte conclusiva si espone un quadro sommario dei risultati raggiunti. Il lavoro dimostra in particolare come nel complesso le somiglianze fra Catullo e Apollonio riguardino elementi superficiali o luoghi comuni e come non vi sia alcuna prova certa di una dipendenza diretta di Catullo da Apollonio (nonostante una tale dipendenza sia da ritenersi probabile per ragioni storiche). In contrasto con buona parte della critica più recente, si esprime di conseguenza la convinzione che sia poco opportuno utilizzare le Argonautiche per spiegare il carme 64 o per instaurare un dialogo di natura intertestuale fra Catullo e Apollonio. / The dissertation offers an analysis of the relationship between Catullus' long poems and Apollonius Rhodius' Argonautica. The analysis, which is mainly concerned whith poem 64, is based on a methodical collation. The study is divided into ten chapters, an introduction, and a conclusion. In the introduction the adopted methodology is explained, and some theoretical questions regarding intertextuality are discussed. Chapter One deals with an outline of modern scholarship pertinent to the last hundred and fifty years. This outline points out that Apollonius tends to be more and more important in the scholarship on poem 64. From Chapter Two to Chapter Nine poem 64 is examined in detail. Special stress is laid on the similarities between Catullus and Apollonius pertaining to content, structure, and style. Chapter Ten concerns poems 61-63 and 65-68. As these seven poems are generally quite different from the Argonautica, only the similarities which are significant are examined. The last section draws the conclusions. On the whole, the study shows that the similarities between Catullus and Apollonius are rather unimportant, since they usually aren't deep or concern topoi. Although for historical reasons it seems probable that Apollonius influenced Catullus, there is in fact no evidence that Catullus' poems were directly influenced by Apollonius' Argonautica. Therefore, it is suggested that interpretations of Catullus 64 based on Apollonius' Argonautica should be avoided.This view stands in contrast to the views of those contemporary scholars who establish an intertextual relationship between poem 64 and the Argonautica.
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«L’impero portatile» dei portoghesi: articolazione e figure narrative nell’immaginario coloniale portoghese. / Portuguese «portable empire»: articulation and narrative figures in Portuguese colonial empireMagnante, Chiara <1983> 28 May 2013 (has links)
A partire da una ricognizione storica sull’ultimo impero coloniale portoghese, la tesi intende analizzare come il mito dell’impero abbia contribuito a definire l’identità nazionale del Portogallo e il suo patrimonio culturale e letterario. Il mito viene indagato in particolar modo nella sua componente linguistica e discorsiva, come modalità peculiare di costruire “costellazioni” di immagini. In questo contesto la letteratura assume una rilevanza specifica, poiché le sue risorse formali le permettono di contrapporre alla fissità del mito una potente articolazione in grado di scardinare gli automatismi legati ad una translatio imperii volta a reiterare l’immaginazione del centro. L’analisi di un corpus letterario afferente a quella che potremmo chiamare la letteratura “dei retornados”, che si concentra soprattutto sulla definizione della focalizzazione narrativa e sulla rielaborazione delle figure narrative, intende ricercare le diverse forme di assumere criticamente il canone imperiale e di oltrepassarlo. / Starting from an historical overview about last Portuguese colonial empire, the thesis intend to show how the myth of empire contributed in defining Portuguese national identity and Portuguese cultural and literary patrimony. Myth is mostly investigated in its linguistic and discursive components, as being a peculiar way of constructing “constellations” of images. In such context, literature takes on a specific importance, as its formal resources may enable it to oppose its powerful articulation to mythical fixity and to the automatisms of translation imperii, which reproduce the “imagination of the centre”. Then, by pointing up narrative focalisation and narrative figures of a literary corpus of novels belonging to the so called “retornados literature”, I intend to research different ways of critically assuming imperial canon and of going beyond it.
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Literaturas no Atlântico Sul: o caso da formação da literatura em São Tomé (e seus refluxos no Brasil). / Literatures in the South Atlantic: the case of the formation of literature in Sao Tome (and its flows to Brazil).Magalhães De Paula, Marcela <1983> 28 May 2013 (has links)
Diferencialmente conjugando a combinação de três contextos de análise: Brasil, Portugal e África. Esta tese aborda a relação criada entre os espaço histórico-políticos do "Atlântico Sul e suas formas de representação nos diferentes contextos nacionais que envolvem o desenvolvimento de novas perspectivas teóricas de investigação interdisciplinar, entre a literatura e história, especialmente nos espaços da geografia e literatura de São Tomé e Príncipe e Brasil. / Coniugando differenzialmente tre contesti analitici: il Brasile, il Portogallo e l'Africa. Questa tesi risulta dell'analisi fra i rapporti creati tra il spazio storico-politico del' Atlantico Sud e le forme rappresentazione dei diversi contesti nazionali che esso coinvolge, mettendo a punto le nuove prospettive anche teoriche di indagine interdisciplinare, tra letteratura e storia, sopratutto os espaços di San Tome e Principe ed il Brasile. / Differentially combining three analytical contexts: Brazil, Portugal and Africa. This thesis is the analysis between the relationship created between the historical-political space of the 'South Atlantic and forms of representation of the different national contexts that it involves developing new theoretical perspectives also interdisciplinary investigation, between literature and history, especially os espaços of San Tome and Principe and Brazil.
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Gli schemata corporei degli Orixás: Azioni, gesti e atteggiamenti della cultura afro-brasiliana nelle metodologie pedagogico-teatrali / Corporal Schemata of the Orixás: actions, gestures and attitudes of the Afro-Brazilian culture in the theatrical pedagogical methodologiesLerro, Luiz Daniel <1970> 12 June 2013 (has links)
Questa tesi prende in esame le convergenze culturali (tecniche e prassi attoriali) nelle metodologie pedagogiche del “secondo” Novecento teatrale. L’analisi riguarda il modo in cui le tecniche provenienti dai derivati della tradizione africana – in particolare le azioni, i gesti e gli atteggiamenti corporei usati nelle danze sacre del Candomblé – e lo studio degli organi espressivi del corpo permettono all’ artista della scena di acquisire conoscenze pragmatiche su determinati automatismi della sua struttura bio-psichica.
L’esame di queste convergenze è fatto pertanto attraverso l’analisi di pratiche teatrali che ammettono le interconnessioni culturali, le “migrazioni” ed i “contagi” fra tecniche teatrali europee e modus operandi extraeuropei.
Mediante l’analisi di queste pratiche pedagogiche transculturali si verifica che, gli elementi tecnico-espressivi “estranei” appartenenti ad altre culture possono essere efficaci in un tipo di metodologia “meticcia” solo quando questo modus operandi transculturale contempla la partecipazione collaborativa tra i soggetti coinvolti nel processo educativo. / This thesis examines the cultural convergences (atorial techniques and practices) on pedagogical approaches theater in the second half of the 20th century. Thus, we seek to examine and understand how the techniques employed from African tradition, in particular, actions, gestures and postures used in sacred dances of Candomblé, well as the study of the organs of expression of this body, could facilitate the artist scene acquire pragmatic knowledge about certain automatisms present in his biophysic structure.
The examination of these convergences is made through the analysis of theatrical practices that introduce significant technical elements-European and extra-European in a pedagogical approach designed specifically to the education-formation of the actor.
The analysis, based on these cross-cultural teaching practices, notes that the technical and espressive elements "strangers" can be effective in a type of teaching methodology “hybrid”, only when this cross-cultural modus operandi provides the collaborative participation among individuals involved in the educational process .
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Forma breve e fotografia: una narrativa del Mozambico / Short story and photography: a narrative of MozambiqueSorrini, Alfredo <1966> 28 May 2013 (has links)
La relazione interdisciplinare tra letteratura e fotografia, nella rilettura della storia recente del Mozambico, è l’oggetto di studio della presente tesi. Il presupposto coincide in primo luogo con la disamina interna della dialettica esistente tra archivio coloniale e oralità, modalità narrativa in parte transitata nella estória, declinazione lusofona della forma breve che permette di recuperare l’eredità popolare del racconto tradizionale. Il dialogo tra verbale e visuale consente a sua volta di stabilire nuovi paradigmi interpretativi nel dibattito postcoloniale tra memoria, trauma e rappresentazione. L’analisi comparativa tra la narrativa di João Paulo Borges Coelho e la fotografia di Ricardo Rangel rivela sguardi diversi sul mondo circostante, ma anche convergenze contemplative che si completano nell’incorporazione reciproca delle “omologie strutturali” comuni alle due modalità espressive. La fotografia colma delle lacune fornendoci delle visioni del passato, ma, in quanto “rappresentazione”, ci mostra il mondo per come appare e non per come funziona. Il testo letterario, grazie al suo approccio dialogico-narrativo, consente la rielaborazione museologica della complessa pletora di interferenze semantiche e culturali racchiuse nelle immagini, in altre parole fornisce degli “indizi di verità” da cui (ri)partire per l’elaborazione di nuovi archetipi narrativi tra l’evento rappresentato e la Storia di cui fa parte. Il punto di tangenza tra i due linguaggi è la cornice, espediente fotografico e narrativo che permette di tracciare i confini tra l’indicibile e l’invisibile, ma anche tra ciò che si narra e ciò che sta fuori dalla narrazione, ovvero fuori dalla storia. La tensione dialettica che si instaura tra questi due universi è seminale per stabilire le ragioni della specificità letteraria mozambicana perché, come afferma Luandino Vieira, “nel contesto postcoloniale gli scrittori sono dei satelliti che ruotano intorno ai «buchi neri della storia» la cui forza di attrazione permette la riorganizzazione dell’intero universo letterario. / This thesis focuses on the interdisciplinarity between literature and photography according to a re-reading of the recent history of Mozambique.It starts from an enquiry into the colonial archive and the oral tradition partly merged with the “estoria” through which the popular heritage of the traditional narrative is recovered. The dialogue between verbal and visual expression allows new possible interpretations in the post- colonial debate between memory, trauma and representation. A comparative analysis between Coelho’s narrative and Rangel’s photography reveals different views of the external world but also convergencies marked by common forms of expression. Photography fills some gaps bringing about a certain vision of the past which is however just a representation of reality and not reality itself.
The literary text thanks to its dialogic approach allows a complex re-elaboration of both semantic and cultural data supplying clues for a re-writing of History. The convergence between the visual and the narrative expression marks the boundaries of what can actually be communicated. The dialogue between those forms establishes the peculiarity of the Mozambican literature which according to Luandino Viera’s “...in the postcolonial context writers are satellites in orbit round the black holes of history” whose force of attraction allows a new organization of the entire literary heritage.
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Framing Death. La morte in diretta, tra cinema e media digitali / Framing Death. Death, Film and Digital MediaGallio, Nicolo <1982> 10 June 2013 (has links)
Come dimostrano i sempre più numerosi casi di cronaca riportati dai notiziari, la preoccupazione per la gestione delle immagini di morte si configura come un nodo centrale che coinvolge spettatori, produttori di contenuti e broadcaster, dato che la sua emersione nel panorama mediale in cui siamo immersi è sempre più evidente.
Se la letteratura socio-antropologica è generalmente concorde nel ritenere che, rispetto al passato, oggi la morte si manifesti con meno evidenza nella vita comune delle persone, che tendono a rimuovere i segni della contiguità vivendo il lutto in forma privata, essa è però percepita in modo pervasivo perché disseminata nei (e dai) media.
L'elaborato, concentrandosi in maniera specifica sulle produzioni audiovisive, e quindi sulla possibilità intrinseca al cinema – e alle sue forme derivate – di registrare un evento in diretta, tenta di mappare alcune dinamiche di produzione e fruizione considerando una particolare manifestazione della morte: quella che viene comunemente indicata come “morte in diretta”.
Dopo una prima ricognizione dedicata alla tensione continua tra la spinta a considerare la morte come l'ultimo tabù e le manifestazioni che essa assume all'interno della “necrocultura”, appare chiaro che il paradigma pornografico risulta ormai inefficace a delineare compiutamente le emersioni della morte nei media, soggetta a opacità e interdizioni variabili, e necessita dunque di prospettive analitiche più articolate.
Il fulcro dell'analisi è dunque la produzione e il consumo di precisi filoni quali snuff, cannibal e mondo movie e quelle declinazioni del gore che hanno ibridato reale e fittizio: il tentativo è tracciare un percorso che, a partire dal cinema muto, giunga al panorama contemporaneo e alle pratiche di remix rese possibili dai media digitali, toccando episodi controversi come i Video Nasties, le dinamiche di moral panic scatenate dagli snuff film e quelle di contagio derivanti dalla manipolazione e diffusione delle immagini di morte. / As demonstrated by the increasing number of cases reported by the news media, handling images of death seems to concern the viewers, producers and broadcasters, since their emergence in the media landscape in which we are immersed is increasingly evident.
Even though Sociology and Anthropology generally agree that, compared to the past, death is less present in the life of common people – that tend to keep grief private – however, it is perceived as a pervasive presence because scattered throughout the media.
The dissertation, focusing specifically on audiovisual productions, considers the possibility inherent cinema - and its derivative forms - to record a live event, and attempts to map some of the dynamics involving actual deaths captured on camera.
After a survey of the tensions between the urge to think of death as the ultimate taboo, and the events that instead take place in the so called "necroculture", it is clear that the pornographic paradigm is now ineffective to frame death in the media, and therefore requires more complex analytical perspectives.
The focus of this analysis is thus the production and consumption of specific subgenres such as snuff, cannibal and mondo movies, and those horror films that blurred the line between fact and fiction: the attempt is to map some trends ranging from silent films to the contemporary remix mediascape, considering case studies in moral panic such as the Video Nasties, the mythology of the snuff movie and the contagion arising from consuming and spreading images of death.
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Nothing ever ends: il concetto di fine negli universi seriali / Nothing ever ends. The concept of ending in serialized fictional universesMartina, Marta <1981> 10 June 2013 (has links)
L'oggetto principale di questa tesi è il concetto di fine negli universi seriali. Spesso si intende il “The End” in un romanzo o in un film come un momento climatico, e che i finali sono collegati ad una teleologia che guida il testo nel suo insieme. Come risultato di questo modo di approcciare i finale, una delle opinioni più comuni è simile a quella di Henry James [1884] che diceva: “distribution at the last of prizes, pensions, husbands, wives, babies, millions, appended paragraph, and cheerful remarks”. Ma è molto difficile applicare la posizione di James a un romanzo modernista o a un film postmoderno e ancor ameno ai cosiddetti universi narrativi seriali, in cui la storia si sviluppa lungo decenni. Nel nostro contemporaneo panorama mediale, il testo non è più concepito come un'opera, ma deve essere costruito e concepito come un network, un ecosistema in cui nuove connessioni economiche e nuove relazioni bottom-up modellano una struttura inedita. Questa nuova struttura può riconfigurare il senso del finale e della fine, ma anche per le vast narratives spesso si dice che “Il finale non corrispondeva alla spirito della storia”, “il finale era deludente”. Potremmo sostenere che il concetto di finale sia ancora importante, nonostante sia stato superato dal punto di vista teorico. Per analizzare se il finale è costruito in un maniera non-lineare ma percepito come teleologico, la tesi è strutturata in due parti e di quattro capitoli. Prima parte “Storia” [1. Letteratura; 2. Cinema], seconda “Forme/strutture” [3. Transmedia; 4. Remix] / The main topic of this doctoral dissertation is the concept of ending in fictional universe. It is often said that “The End” in a novel, or in a movie, represents a climatic moment, and that endings are linked to a teleological attitude that drives the text as a whole. As a result of this way to approach endings, the most common opinion is very similar to that of Henry James [1884], that is: “distribution at the last of prizes, pensions, husbands, wives, babies, millions, appended paragraph, and cheerful remarks”. It is, indeed, very difficult to apply James’ position to modernist novels or in postmodernist movies or, even more difficult, in serialized fictional universes - in which the story unfolds for many years and it is no longer contained in a single and unique text. In our contemporary mediascape, the text is no longer conceived as an œuvre, and it has to be perceived as a network, in which new connections and bottom-up relations shape a different structure. This new structure could have changed the approaches on endings - above all the viewers' ones - but it is often said, even for the vast narratives, that “The end doesn’t fulfill the purpose of the story” or “The end was disappointing”. We may say, though, that the end is still important, but from a theoretical point of view we had overcome it. One question arises from this magmatic and conflicting scenario: is the end in these fictional universes conceived in a non-linear way but still perceived in a teleological mode? This thesis, composed of two parts and four chapters: first part History [1. Literature; 2. Cinema] second part Forms/Structure [3. Transmedia; 4. Remix]), tries to answer this question approaching the main topic from different points of view (especially narratological and economics).
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La drammaturgia sperimentale di Gio. Battista Andreini, fra Commedia dell’Arte, poesia e teatri per musica / The experimental dramaturgy of Gio. Battista Andreini among Commedia dell’Arte, poetry and theatres for musicBragato, Alice <1984> 12 June 2013 (has links)
Il presente progetto di ricerca, nato inizialmente con l’obbiettivo d’individuare in che modo e in che misura, i testi teatrali del drammaturgo e comico dell’Arte Giovan Battista Andreini, detto Lelio, figlio d’Isabella e Francesco, anche loro attori e letterati d’alto livello, risentirono dell’influenza del mondo dei coevi teatri in musica, dall’intermedio al balletto, si è progressivamente evoluto, divenendo, ben presto, uno studio sulle modalità compositive sperimentali dell’Andreini, dove, in verità, la dimensione del sonoro e la manipolazione dell’elemento musicale, non furono altro che uno dei vari aspetti di suddetta poetica dell’innovazione. Analizzando dunque, minuziosamente, tutte le pièce andreiniane e contestualizzandole, di volta in volta, nel composito panorama sociale, politico e culturale, della prima metà del XVII secolo, in Italia come in Francia, giacché egli lavorò in entrambi gli stati con una certa regolarità - per questo motivo le ricerche sul campo si sono equamente ripartite tra i due paesi - si è giunti a ricostruire, nel dettaglio, quel tessuto, variegato e multiforme, di legami ed influenze, caratterizzato dalla perpetua pulsione alla sperimentazione, esistente tra l’universo performativo barocco e quello che può considerarsi uno dei più alti esponenti della commedia dell’Arte italiana dell’epoca, ridisegnando così i confini di una carriera interamente votata al Teatro e durata più di mezzo secolo. / This study, at the beginning, had as principal purpose to analyze the interconnections between dramatic works of the playwright and actor, Giovan Battista Andreini, and the different types of theatres for music of baroque age. But, when the research work is started, the original objective, soon, is change. In fact, it’s appear clear that the music dimension in Andreini’s plays was, in truth, a manifestation of his great desire of innovation. So, the music prospective has become the best way to put in the right light the dramatic experimentalism of this playwright, one of the most important for the history of Commedia dell’Arte and Italian literature, and to discovered many, unknown, aspects of his poetry and personal philosophy. The Andreini’s plays was investigated to contextualize them in the Italian and French spectacular societies of Seventeenth century, because Giovan Battista had spent long periods of his career, besides his own country, also in Paris, working at the court of Maria de’ Medici and his son, Luigi XIII.
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Il Montalbano nel Medioevo: Strumenti informatici per l’analisi archeologica del territorio e delle strutture architettoniche / Medieval Montalbano: technological tools for landscape and buildings archaeological analysisSomigli, Lapo <1982> 14 May 2013 (has links)
La ricerca ha preso in esame l’analisi archeologica di un territorio medievale e la sperimentazione di strumenti informatici per la gestione e l’analisi dei dati prodotti dalla ricerca stessa.
Il Montalbano, oggetto della ricerca, è una microregione caratterizzata da elementi che la rendono molto interessante. Si tratta di una catena submontana che divide la piana di Firenze-Prato-Pistoia dal Valdarno inferiore. Questa posizione di frontiera ne ha fatto l’oggetto di mire espansionistiche da parte delle principali famiglie signorili prima, dei comuni poi.
In una prima fase sono stati censiti i siti attestati dalle fonti documentarie e materiali per capire le dinamiche insediative del popolamento medievale e le strategie di controllo di un territorio caratterizzato dall’assenza di un’egemonia da parte di un solo potere (almeno fino a metà ‘300). L’analisi stratigrafica si è poi concentrata sulle strutture architettoniche religiose, in quanto offrono la maggior quantità di dati dal punto di vista documentario e archeologico. È stato così possibile ottenere un quadro delle tecniche costruttive medievali e delle influenze culturali che lo hanno prodotto.
I dati archeologici sono stati gestiti attraverso una piattaforma gis sviluppata all’interno del Laboratorio di Archeologia Medievale dell’Università di Firenze in collaborazione con il laboratorio LSIS del CNRS di Marsiglia. Questa è stata appositamente strutturata secondo le procedure di raccolta e organizzazione dati utilizzate durante l’analisi archeologica. Le singole strutture indagate sono inoltre state oggetto di un rilievo 3d fotogrammetrico che in alcuni casi studio è stato anche utilizzato come base di accesso ai dati derivanti dall’analisi stratigrafica, all’interno di un’applicazione gis 3d (Arpenteur). Questo ha permesso di connettere all’interno di un’unica piattaforma i dati geometrici ed archeometrici con quelli archeologici, utilizzando i primi come interfaccia di accesso ai secondi. / This research examined both archaeological analysis of a medieval region and experimentation of technological tools for analysis.
Montalbano is a hilly sub-region which divides the Arno valley: Firenze-Prato-Pistoia on the right, Valdarno inferiore on the left. Thanks to its position, Montalbano became a frontier area in medieval centuries, desired from all the powerful actors (noble families earlier and cities later).
This work first of all took a census of sites known by historical documents; then archaeological surveys started, in order to increase our knowledge about settlement distribution and control dynamics.
Archaeological analysis then focused on religious buildings, that are the best preserved. The result was catalogue of medieval masonries and their relationship with other regions.
Archaeological data were managed with a specific GIS, developed by Medieval Archaeology Lab of University of Florence and LSIS Lab from CNRS (Marseille – FR). We also surveyed Medieval buildings with photogrammetric campaigns, to create 3d models of them. 3d models will be in future included in Arpenteur 3d gis based on blocks (corresponding to single ashlars) as atomic unit of the model. In this way, geometrical data and archaeological ones will be directly linked.
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Tradurre il discorso riportato. Le versioni italiane di "Nana" di Emile Zola (1880-2010) / Translating reported speech. Emile Zola's "Nana" Italian versions (1880-2010)Tignani, Benedetta <1984> 19 September 2013 (has links)
Il nostro lavoro si inserisce tra i contributi che si rifanno a quella branca di studi traduttologici nota come critica della traduzione; l’elemento di raccordo tra il testo di partenza e la successione dei testi di arrivo su cui baseremo l’analisi è il discorso riportato, un fenomeno complesso, che trova la sua naturale collocazione nei delicati rapporti che intercorrono tra orale e scritto. / This work integrates Translation studies field as an example of translation criticism. Following Antoine Berman’s analytical path, Zola’s Nana has been compared to some of its Italian versions. Target texts comparison to the French source text concerns reported speech as novel’s constitutive part.
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