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"Io dico com'e iniziata questa storia". Le parole che "agiscono" in due centri pubblici per la mediazione sociale e dei conflitti. / "I'm going to tell you how this story begins". Words "in action" in two public Centers for Social Mediation.

Vaccari, Manuela <1969> 09 May 2016 (has links)
Questa ricerca si occupa delle pratiche di lavoro, in quanto pratiche eminentemente linguistiche, dei mediatori che prestano servizio presso due Centri per la Mediazione Sociale e dei Conflitti. Essa è nata dall’interesse per la «agentività del linguaggio» (Duranti, 2004) nei contesti educativi coniugato con la convinzione che i conflitti sociali richiedono un nuovo ed urgente impegno di riflessione da parte delle scienze dell’educazione (Contini e Genovese, 1997; Zannoni, 2012). La maggior parte degli studi esistenti sulla mediazione sono stati condotti con approcci di ricerca che ne ignorano gli aspetti interazionali-linguistici e che trattano la mediazione come se fosse una «scatola nera» (Garcia, 2000). Scopo della ricerca è stato aprire la scatola nera e indagare «le azioni discorsive incarnate» (Goodwin, C.,1979, 1994, 2000) attraverso cui la mediazione è effettivamente realizzata dai membri nei loro corsi pratici di azione. Lo studio - di tipo etnografico - è stato condotto utilizzando sia l’osservazione partecipante che la video-registrazione di alcuni specifici eventi comunicativi (Hymes, 1974) selezionati quali unità di raccolta nella fase esplorativa del fieldwork: i momenti che i mediatori dedicano alla discussione dei casi di conflitto. Sul piano metodologico l’incrocio tra le conoscenze etnografiche relative al contesto e i dati che emergono grazie all’Analisi della Conversazione è stato necessario per comprendere il ruolo cruciale del linguaggio nelle pratiche di lavoro dei mediatori e il suo impatto sui relativi esiti. A partire dalla posizione epistemologica implicata dalla pedagogia fenomenologica, (Bertolini, 1988; Caronia, 2011) la ricerca propone una descrizione interpretativa di pratiche di lavoro che -sotto la lente d’ingrandimento dell’analisi- mostrano le loro implicazioni e conseguenze oltre a quanto è immediatamente visibile. Da questo punto di vista, si colloca in quel versante di ricerche pedagogiche che hanno come obiettivo la promozione dell’accountability istituzionale e la diffusione dei processi di autocorrezione nelle organizzazioni. / This research investigates the working practices - as eminently linguistic practices - that take place in two public Centers for Social Mediation. It originates by the interest for the “agentivity of language” (Duranti, 2004) in educational contexts, together with the conviction that social conflicts require a new and urgent commitment by the scholars in the field of education studies (Contini and Genovese, 1997 ; Zannoni, 2012). Most of the existing studies on mediation were done with research approaches that ignore the interactional-linguistic aspects, treating mediation as if it were a "black box" (Garcia, 2000). Purpose of this research has been to open the black box and investigate “the discoursive embodied actions" (Goodwin, C., 1979, 1994, 2000) through which mediation is actually realized by the members, in their practical courses of action. The sresearch - an ethnographic study- was conducted using both participant observation and video-recording of some specific communicative events (Hymes, 1974) selected in the exploratory phase of fieldwork: the meeting of the mediators dedicated to the discussion of the «cases of conflict». Assuming the epistemology implied by the «Phenomenological Pedagogy» (Bertolini, 1988; Caronia, 2011), the research proposes an interpretive description of the work practices that - under the «hand lens» of the analysis- show their implications and consequences beyond what it is immediately visible. From this point of view, it is part of the family of educational research aimed to promote institutional accountability and dissemination of self-correction processes in organizations
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L'erranza come ricerca di senso: prospettive pedagogiche. Itinerari educativi per la preadolescenza / Wandering as Search for Meaning: Pedagogical Perspectives. Educational Pathway for Pre-Adolescents

AUGELLI, ALESSANDRA 03 April 2008 (has links)
La dimensione itinerante può essere assunta come cifra dell'esperienza esistenziale di ogni persona, in relazione con gli altri. Il tema è di particolare rilievo in un tempo caratterizzato da incertezza e inquietudine, a motivo delle varie forme di mobilità. Esplorando le diverse modalità di essere-in-cammino, di cui si mostrano inautenticità e aspetti positivi, la tesi cerca di delineare la significatività dell'erranza per esprimere la complessità del processo educativo. In prospettiva pedagogica, l'educazione itinerante evidenzia il senso dell'attraversamento e dell'esperienza vissuta, l'importanza della direzionalità assiologica e teleologica, il valore dell'errore, la tensione al cambiamento, qualificando l'erranza come ricerca di senso. Si profila il ruolo dell'educatore-wanderer, guida partecipe nel cammino, che fa della strada metafora e luogo del suo agire educativo. In una cornice fenomenologico-esistenziale si esaminano i vissuti dell'homo viator e le tonalità emotive che scaturiscono dall'essere-per-via. Alla luce di queste preliminari considerazioni teorico-pedagogiche, si rivolge un'attenzione privilegiata al periodo preadolescenziale. È infatti questa fase dello sviluppo un tempo in cui il passaggio trova una sua apicalità e il divenire della persona si esprime in tutta la sua portata trasformativa. La riflessione teoretica si arricchisce qui delle narrazioni dei preadolescenti sui temi dell'erranza, frutto di un'esperienza laboratoriale condotta in ambito scolastico. / By exploring the multifaceted ways of the «art of wandering» as a means of leading a life of constant change, this Thesis attempts to outline the implications of the process of wandering as an experience which never ceases to retain truth searching significance in order to identify the complexities and best practises of educational pathways. The act of wandering can be viewed as an indicator of existential experience of one's life when confronted with human reality both individually and collectively. This topic is of particular interest in a time characterized by profound uncertainties and unrest due to ever-changing habits and forms of what is regarded as mobility. In pedagogy, itinerant education pays strict attention to the importance of «going through» and lived experience, teleological and axiological direction, the value and consequences of doing errors and the need for change making the process of wandering an indispensable tool for the search for meaning. Subsequently, the functions of the educator-wanderer take shape and he becomes a guiding light through on the «way» of Education. In view of what will be discussed throughout the first part of this paper, special attention will be paid to pre- adolescence years. These are in fact the years in which the experience of becoming is so strong. That theoretical analysis grow rich by preadolescent's autobiographic narrations about wandering, written during some workshop in the school.
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Nuovi genitori e fragilità relazionali. Riflessioni pedagogiche e prospettive d'intervento.

MALTESE, GIUSTINA 05 March 2012 (has links)
La ricerca mira ad individuare alcune fragilità relazionali ed educative che sembrano contraddistinguere i “nuovi” genitori, oggi, in modo da tentare di formulare adeguate strategie pedagogico-educative d’intervento. Per il raggiungimento di tale obiettivo, si è proceduto, inizialmente, con l’analisi delle trasformazioni socio-culturali che hanno investito la nostra società. Ciò ha permesso di individuare ed esaminare due categorie: quella sociologica della “vulnerabilità” e quella pedagogica della “fragilità”. Successivamente, per meglio comprendere le fragilità educative e relazionali vissute dai “nuovi” genitori, si è ritenuto indispensabile procedere con la somministrazione di un questionario rivolto ai genitori con figli in età prescolare (0-3 anni). / The aim and objective of my research is to identify some relational and educational fragility of the “new” parents. Moreover, I would like to formulate appropriate strategies for pedagogical and educational intervention. To achieve that aim I have identified and investigated two categories: the sociological category of “vulnerability” and the pedagogical category of “fragility”. In order to better understand this educational and relational fragility. I have proceed with the administration of a questionnaire. This questionnaire is directed to parents with sons in preschool age (0-3 years).
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Genitori e figli adolescenti: una prospettiva pedagogica

CORCELLA, MONICA 20 February 2009 (has links)
Lo scopo di questo lavoro di ricerca è quello di riflettere in prospettiva pedagogica sulla relazione tra genitori e figli adolescenti. La società attuale,con il suo pluralismo di valori,porta gli adolescenti a guardare all’imprevedibilità come ad un fattore costitutivo della propria identità. Spesso la tendenza all’individualizzazione della nostra società è prima di tutto radicata nel mondo adulto. I giovani sono lo specchio degli stili di vita che il mondo adulto trasmette loro. In una prospettiva pedagogica,di fiducia e di speranza,è importante continuare a guardare i giovani come una risorsa essenziale per il futuro. I veri valori della vita dovrebbero essere per gli adolescenti un cammino,una scelta consapevole e responsabile di vita;e gli adulti che li affiancano dovrebbero aiutarli in ciò. I genitori hanno la responsabilità di far comprendere e promuovere nei figli l’importanza di essere se stessi,di vivere senza condizionamenti esterni negativi,di creare relazioni significative,di progettare il futuro. L’educazione è una relazione tra persone caratterizzata dall’amore,dal donarsi,dal rispetto reciproco ed è soprattutto orientata alla libertà di ogni persona. Il dono più prezioso è quello di educare i propri figli all’amore e nell’amore e la famiglia è la più importante risorsa educativa ed umana in tal senso. / The purpose of this research is to reflect in a pedagogic perspective on the relationship between parents and adolescents. Today’s society, with its pluralism of values, drives adolescents to look at unpredictability as to a constitutive factor of their own identity. The tendency to individualization typical of our society often takes root first in the adult world itself. Young people are the mirror of the life styles that the adult world transmits them. In a pedagogic perspective, based on trust and hope, it’s important to steadily look at young people as to an essential resource for the future. The true values of life should represent for adolescents a path,an aware and responsible choice of life and adults that are close to them should help them in achieving this. Their parents have the responsibility to make their children understand and urge them to be themselves, to live without negative external conditionings, to create meaningful relationships, to plan their future. Education is a relationship between people, characterized by love, by giving oneself, by a mutual respect and should aim above all at everybody’s freedom. The most precious gift is that of teaching one’s own children love and in love and the family is the most important educational and human resource in this sense.
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EDUCATORI DI PROFESSIONE E RESILIENZA: STORIE DI MOTIVAZIONE IN PROSPETTIVA FENOMENOLOGICA

GIANOTTI, FABIO 07 April 2014 (has links)
La ricerca si occupa dei processi formativi degli educatori che lavorano con adolescenti. Nello specifico, l’oggetto delle ricerca intende mettere a fuoco come matura l’orientamento esistenziale degli operatori che si occupano di adolescenti e quale declinazione metodologica corrisponda, nella pratica lavorativa, a tale orientamento. Muovendo da un’istanza teoretica di tipo fenomenologico, la prima parte dell’elaborato affronta le questioni relative all’impostazione metodologica. Nella seconda parte la ricerca avvicina il lavoro di alcuni educatori e psichiatri di rilievo per ricostruirne, attraverso le loro opere, gli orizzonti di senso. Nella seconda parte la ricerca si avvarrà di un’indagine sul campo per sondare i passaggi significativi circa la crescita esistenziale di un campione di educatori. / The research deals with educators’ formative processes. In specific, how youth workers’ existential orientation takes shape and which consistent methodological declination these actors find in educational practice. Moving from a phenomenological approach, in the first part, the study focuses on methodological problems. In the second part, the research investigates some authors (important educationalists and psychiatrists) to reconstruct, through their writings, their meaning horizons. At least the study detects professional and personal experiences of an educators’ sample to identify revealing passages about their existential processes.
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LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO COME COMUNITA' DI PRATICA PER LA FORMAZIONE DEI VOLONTARI

TROVO', ELISA PAOLA 07 April 2014 (has links)
L’obiettivo della ricerca è promuovere una nuova concezione del volontariato che veda le associazioni non solo in chiave solidaristica, ma anche come organizzazioni che, con il loro fare, elaborano cultura ed attivano al proprio interno significativi processi di apprendimento per i propri associati. A tal fine si è inteso approfondire teoricamente il costrutto di Comunità di Pratica, per rintracciare le categorie che permettono di interpretare le associazioni di volontariato alla luce di questo concetto. In seguito, movendo dall’idea di associazione di volontariato come Comunità di Pratica, ci si è soffermati sulle sollecitazioni che offre e sui cambiamenti che può suscitare nei processi formativi avviati al proprio interno. / The research’s aim is to promote a new conception of volunteering that consider the associations not only as solidarity one, but also as organizations that develop culture by doing and that activate learning processes for their associated. To this aim I mean to study in the deep (theoretically) the concept of “Communities of Practice” to search the categories that allow to read the voluntary associations as Communities of Practice. Then I would like to dwell on the changes that the concept of “Communities of Practice” could promote in the training processes of the voluntary organizations.
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SOFFERENZA INFANTILE E STILI EDUCATIVI FAMILIARI / Child suffering and parenting styles

ABENI, LOREDANA 23 March 2015 (has links)
La tesi esamina le principali rappresentazioni della sofferenza infantile nella società contemporanea, con un affondo sul tema della malattia oncologica che coinvolge un bambino e la sua famiglia. L’indagine si propone di offrire ai genitori la possibilità di esprimersi in merito alle modificazioni dei propri stili educativi che la malattia e l’ospedalizzazione comportano. L’idea consiste nel dedicare ai genitori del tempo per offrire loro uno spazio di pensiero in merito alle modificazioni avvenute negli equilibri familiari e supportarli nell’individuare una nuova progettualità familiare. Accompagnare i genitori ad assumere consapevolezza del cambiamento personale e della coppia genitoriale verificatosi durante la degenza ospedaliera del figlio significa anche aiutarli a identificare nuove modalità di interazione con i figli, sulla scorta dei significati dell’esperienza attraversata. Significa inoltre aiutare gli operatori sanitari a percepire i genitori come persone competenti nella gestione educativa del figlio e pertanto a migliorare costantemente la presa in carico non solo del bambino, ma anche della sua famiglia. L’indagine in generale, la flessibilità degli strumenti in particolare, ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati. / The purpose of this research is to examine the nature of the experiences of parents of children with cancer. In fact, childhood cancer is a potentially life-changing experience for mothers and fathers. Overall, the research move in terms of theoretical reflection and empirical research. The study explore the main representations of the suffering of children in contemporary society, with special attention to the suffering due to oncological disease. Also, the research explore the influences of the hospital context on the members of the family, intending only not the physical environment, but also the figures of various kind that are daily reported with their. The investigation in general, the flexibility of the tools in particular, has allowed the parents to comment on the changes of their educational styles that illness and hospitalization cause.
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Buone Pratiche con le ICT in aula: individuazione di un modello tecnologico per la didattica. / Best practices in using ICT in Classroom: specification of criteria for their classification

BELOTTI, CHIARA 05 March 2012 (has links)
La ricerca muove dalla scarsità di definizioni scientifica riguardanti un concetto, come quello delle “buone pratiche”, che fa parte del vocabolario quotidiano. La letteratura non si è ancora resa sistematica rispetto all’individuazione di criteri e di indicatori che valutino le prassi, soprattutto in un ambito come quello dell’educazione. L’obiettivo è quello di ipotizzare criteri e caratteristiche che rendano definibili in maniera obiettiva le buone pratiche educative affinché queste possano essere ripetibili e ricontestualizzabili. Una particolare attenzione è volta ai possibili criteri di validazione deducibili dal modello tecnologico che perviene dall’introduzione in ottica di senso delle ICT in ambiente educativo. / The research source from the scarcity of scientific definitions about a concept, such as "best practices", which is part of the daily vocabulary. Literature does not have yet a systematic method to locate criteria and indicators that evaluate the procedures, especially in the education field. Our objective is to hypothesize criteria and characteristics that will define objectively the educational best practices so that they can be repeated and re-contextualized. Special attention is given to the possible evaluation criteria that come from the technological model that belongs from the introduction in the schools of the ICT in a key of sense.
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INTEGRAZIONE E RESILIENZA NELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE / INTEGRATION AND RESILIENCE IN INTERNATIONAL ADOPTION

CITO, MARIA LUISA 15 March 2010 (has links)
Il tema dell’integrazione nell’adozione internazionale è oggetto di molti studi nel mondo occidentale, di taglio soprattutto psicologico e sociologico: la pedagogia è poco interpellata, pur trattandosi di un tema che riguarda principalmente l’infanzia. Un’analisi della letteratura internazionale rivela come la prospettiva dell’integrazione sia insufficiente a rendere conto della complessità del vissuto dei minori adottivi, contrassegnato da un’appartenenza culturale, ma soprattutto da trascorsi di trauma e abbandono. La prospettiva teorica della resilienza, declinata in senso interculturale, appare più idonea ad interpretare la situazione degli adottati all’estero. Attraverso l’analisi di racconti di adottivi, pubblicati in vari Paesi, e di interviste raccolte tra adottivi adulti, emergono alcuni temi ricorrenti nelle storie di adozione ed alcune linee di riflessione pedagogica, particolarmente in chiave di resilienza e di intercultura. L’adozione internazionale si rivela complessivamente efficace, rappresenta una buona opportunità di recupero, ma richiede da parte dei genitori e dagli altri riferimenti educativi delle competenze interculturali, un rispetto che sappia accogliere la complessità del minore che vive una pluralità di appartenenze, la capacità di costruire insieme a lui una narrazione che riannodi i fili del passato a quelli del presente, un atteggiamento di apertura al mondo che possa preservare spazi di crescita e di dialogo con realtà diverse. / Integration in international adoption is the subject of many studies in the western world, mainly from the point of view of psychology and sociology; pedagogy is not involved much, even if adoption mostly concerns children. An analysis of the international literature reveals that the perspective of integration is not sufficient to explain the complexity of adoptive children lives, characterized by a cultural membership but especially by a past of traumatisms and neglect. The theoretical perspective of resilience, adapted from the point of view of interculture, appears more appropriate to interpret the situation of children adopted abroad. Through the analysis of stories of adopted people, published in different countries, and of interviews to adoptive adults, some recurrent subjects in the adoption stories emerge, and some lines of pedagogic reflection, mostly in an optic of resilience and interculture. International adoption appears effective on the whole, it represents a good opportunity to catch-up, yet it requires of parents and of other educative figures intercultural competences, a respect able to accept the complexity of children living plural identities, the capacity of building with them a narrative construction of their past and present, an aptitude of openness to the world able to preserve moments of growth and of dialogue with different people and cultures.
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LIFE SKILLS E PROMOZIONE DEL BENESSERE IN ITALIA E ROMANIA: MODELLI DI INTERVENTO A CONFRONTO

TINGIRE, MIRELA 04 July 2017 (has links)
Evidenze scientifiche rivelano che gli stili di vita adottati dalle persone influiscono sulla propria salute determinando, nel tempo, alcune tra le maggiori cause di morte che colpiscono la nostra società. Queste condotte, spesso maturate in giovane età, comprendono il consumo di tabacco, di sostanze psicotrope, di alcol, un’alimentazione poco salutare, un’attività fisica e comportamenti sessuali inadeguati. In questo scenario, emerge il bisogno di sviluppare e promuovere nuove abilità, come ad esempio le life skills, in grado di equipaggiare le giovani generazioni per poter affrontare meglio le situazioni particolari di vita. Nel 2015, il Rapporto Unesco Education for All. Global Monitoring Report ribadisce l’importanza di “garantire che le esigenze di apprendimento di tutti i giovani e gli adulti vengano soddisfatte attraverso un equo accesso ad adeguati programmi di apprendimento e di sviluppo delle life skills”. L’Agenda post 2015 intitolata Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile esprime la necessità di “assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” e “fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti”. Tuttavia, l’approccio più comune usato per molti anni per prevenire il consumo di sostanze tra i giovani, era basato sull’informazione, sull’intimidazione e sulla paura. La valutazione di queste strategie si era rivelata inefficace. Inoltre, mancavano le evidenze scientifiche per verificarne l’efficacia. Risulta quindi necessario trovare strategie e modelli adatti per promuovere le abilità di vita che riescano a modificare i comportamenti a rischio. In questo scenario, la ricerca indaga le modalità con le quali i modelli basati sul potenziamento delle life skills vengono adattati e impiegati nei contesti scolastici della Lombardia e Romania; approfondisce le modalità di impiego di alcuni programmi di prevenzione, promozione ed educazione alla salute basati sulle life skills e ritenuti particolarmente significativi, per farne emergere particolarità, differenze, criticità e potenzialità. I programmi selezionati e analizzati sono: LifeSkills Training Program e Unplugged per il contesto italiano e il “Programma Nazionale di Educazione alla Salute” e “Necenzurat” (Incesurato) per il contesto rumeno. / Scientific findings reveal that the lifestyles adopted by people influence their health leading, over time, to some of the major causes of death that affect our society. These behaviors, often gained at a young age, include the consumption of tobacco, alcohol, drugs, an unhealthy diet, improper physical activity and sexual behaviors. In this scenario, the need to develop and promote new skills able to equip the younger generation in order to better face the special situations of life, emerges. The Unesco Education for All. Global Monitoring Report1 reiterated the importance of "ensuring that the learning needs of all children and adults are met through a fair access to appropriate learning and life skills development programmes". The document Transforming our world: The 2030 Agenda for Sustainable Development expressed the need to "ensure the health and wellbeing for all and for all ages" and to "provide quality education, fair and inclusive growth and learning opportunity for all." However, the most common approach used for many years to prevent drug use among children, was based on information, intimidation and fear. The assessment of these strategies has proved to be ineffective. Furthermore, it lacked of scientific evidences to prove its effectiveness. It is, therefore, necessary to find strategies suitable for promoting the life skills need to change risky behaviors. The research investigates the ways in which the models based on the development of life skills are adapted and employed in school settings in Lombardy and Romania; explores the use of some programs deemed especially significant, to bring out particularity, differences, challenges and potential. The programs are: LifeSkills Training Program and Unplugged for the Italian context and “The National program of health education" and "Necenzurat" for the Romanian context.

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