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VERSO L'INTERSOGGETTIVITÀ: RUOLO E FUNZIONI DEL SÈ NELLA COSTRUZIONE INTERATTIVA DEL SOGGETTO / Towards intersubjectivity: Role and functions of the self in the interactive construction of the subjectBRIVIO, ELEONORA 21 February 2012 (has links)
Il presente lavoro di tesi si focalizza sui concetti di identità, soggettività e intersoggettività che sottostanno alla creazione di senso per l’individuo (Galimberti, 2011). Il primo studio riguarda il rapporto tra nuove posizioni identitarie e costruzione della coerenza del sé. I risultati dimostrano che effettivamente le persone percepiscono le proprie identità come diverse le une dalle altre e diverse anche dal proprio Sé; inoltre mentre percepiscono cambiamenti a livello identitario, la coerenza del sé pare non cambiare nel tempo. Il secondo studio è centrato sul rapporto tra soggettività enunciativa e costruzione di coerenza. Analizzando 9 blog di studenti è possibile osservare che i blogger esprimono in maniera diversa la propria soggettività in ogni post, e che attraverso i meccanismi narrativi di coerenza e riflessività e l’enunciazione riescono a ricostruire il senso della propria storia. Il terzo studio studia i processi di creazione dell’intersoggettività enunciativa all’interno di un gruppo in ambiente face to face e online. I risultati mostrano che le configurazioni che le intersoggettività può assumere nel tempo sono diverse, ma che i processi che sottostanno all’intersoggettività sono isomorfi ai due contesti. / The present work focus on the concepts of identità, subjectivity and intersubjectivity that substain sense-making processes in individuals (Galimberti, 2011). The first study is about new Identity positions and self congruence. Participants report that their identities are different from each other and their Self; at identity level they report that their identities change over time, but their sle f congruence does not. The second research is focused on the link between utterance subjectivity and construction of coherency in narrations. Nine blogs were analyzed and results show that bloggers express their subjectivity differently in each post, and thank to narrative processes (coherence and reflexivity) and to enunciation they can make sense of their own experiences. The third research here presented studies the processes that underlies the creation of intersubjectivity in a group working online and face to face. Results show that intersubjective results of interactions change over time, but there is isomorphism between the processes of creating intersubjectivity online and face to face.
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DELEUZE E IL POSTUMANO: CORPO E SOGGETTO NELLA POSTMODERNITA'NEGRI, CARLO 25 March 2015 (has links)
Attraverso l’indagine della proposta postumanista, il saggio presenta un’analisi della condizione odierna della corporeità e della soggettività. La prospettiva postumanista è cioè assunta quale ambito di riflessione privilegiato per tematizzare la problematica del corpo e del soggetto nella contemporaneità caratterizzata dall’imporsi delle cosiddette bio-tecnologie. Muovendo da questa prospettiva la tesi sostenuta consiste nel riconoscere che i modelli di soggettività proposti in maniera più o meno esplicita dal postumanismo sono incapaci di evitare una squalifica totale (e inconfessata) dell’umano, a tutto vantaggio di pratiche di controllo e condizionamento strumentale rispondenti ad una logica di dominio eteronoma. Viene quindi individuato come modello di soggettivazione alternativo quello desumibile dal pensiero di Gilles Deleuze. Infatti, seppur nel riconoscimento del profondo debito che la riflessione postumanista ha nei confronti della filosofia deleuzeana, tuttavia l’impegno ontologico di quest’ultima viene caratterizzato come irriducibile al postumanismo e, dunque, viene affermata la possibilità di considerare l’ontologia deleuzeana come foriera di una concezione della corporeità e, quindi, della soggettività, alternativa alle proposte postumaniste. / The aim of this dissertation is to examine the issues of body and subjectivity as they are framed within contemporary society. To that effect, the posthuman perspective is presented and investigated as an opportunity to reconsider the body and the problem of subjectivisation through (and in relation to) the spread of bio-technology. The claim is that posthuman perspectives are not able to provide a model of emancipated subjectivity due to the fact that the domain of bio-technologies reduces the posthuman subject to just one more object of knowledge, through the substitution of the body with a technological bio-power construct. To support this claim, an alternative model of subjectivisation is here offered; one which is capable of accounting for an emancipated subjectivity and which can be found in Gilles Deleuze’s philosophical work. Posthumanism’s undeniable debt to Deleuze’s thought is not here denied, but an in-depth analysis of Deleuzian ontology shows it to be an irreducible alternative to the posthuman stance.
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GENERAZIONE HIPSTER. LA SUBCULTURA DELLA CRISI / Hipster generation. The subculture of a crisisCAGLIONI, LORENZO 25 May 2020 (has links)
Il testo si propone presentare i significati che il concetto di “hipster” dischiude nel contesto storico-sociale contemporaneo. Riferito a formazioni (sub)culturali e a stili di vita alternativi che si insediano in ambienti urbani specifici (quartieri hipster), ma al contempo veicolo di estetiche diffuse su scala globale, l’hipsterismo contemporaneo viene studiato qui per la prima volta con un approccio empirico, che si propone di andare al di là della comune accezione negativa del termine. Per questo sono stati pertanto interpellati i diretti interessati. Nella ricerca si indaga da un lato il rapporto fra i giovani hipster e l’etichetta che spesso li descrive (o scredita), usando il caso dell’hipsterismo per riflettere sul tema più generale del rifiuto delle etichette nei processi di identificazione e riconoscimento contemporanei, in un’atmosfera culturale dove la promozione del soggetto spesso è a rischio di derive individualistiche. Dall’altro mi sono proposto di esplorare i contenuti espressi nella cultura materiale, nelle pratiche sociali e nello stile di vita dei giovani hipster. In particolare, ho messo in relazione questo fenomeno socioculturale con il tema della crisi dell’Occidente contemporaneo: una crisi che è stata di natura economica ma anche culturale, e ho posto l’accento sulle risposte che, attraverso il citazionismo espressivo, le pratiche di riuso e la sensibilità al tema della sostenibilità valorizzano - non senza evidenti contraddizioni - atteggiamenti orientati alla sobrietà all’interno dei quartieri hipster. / The text aims to present the meaning that the concept of "hipster" has in a contemporary historical and social context. Referring to (sub) cultural formations and alternative lifestyles that settled in specific urban environments (hipster neighborhoods), but at the same time looking at widespread aesthetics, contemporary hipsterism is studied here for the first time with an empirical approach, which aims to go beyond the common negative meaning of the term. For this reason, there are interviews with actual hipsters. The research investigates on the one hand the relationship between young hipsters and the label that often describes them (or discredits them), using the case of hipsterism to reflect on the more general topic of refusing labels in contemporary identification and recognition processes, in a cultural atmosphere where the promotion of the subject is often at the risk of individualistic drifts. On the other hand, it explores material culture, social practices, and the lifestyles of young hipsters. In particular, I related this socio-cultural phenomenon to the theme of the crisis of the contemporary West: a crisis that was economic but also cultural. I underlined the responses that enhance, not without contradictions, attitudes oriented to sobriety within the hipster neighborhoods, through “expressive quotationism”, practices of reuse and sensitivity to the theme of sustainability.
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COMUNITA' DI PRATICA PROFESSIONALI E NUOVE TECNOLOGIE: UN APPROCCIO PSICOSOCIALE ALLO STUDIO DEI PROCESSI DI COSTRUZIONE DELL'INTERSOGGETTIVITA'DE MICHELI, CATERINA 08 March 2010 (has links)
Sulla base della teoria delle Comunità di Pratica e dell'Azione Situata, la ricerca si propone come scopo generale lo studio delle dinamiche interattive, relazionali e comunicative legate all’introduzione di una Cartella clinica medico-infermieristica informatizzata da parte di Comunità di Pratica professionali, composte da medici ed infermieri.
Il primo obiettivo è quello di studiare in un’ottica psicosociale la creazione (primo studio) e il funzionamento (secondo studio) di Comunità di Pratica professionali nate intorno alle Nuove Tecnologie, tenendo conto anche se e in quale misura una comunità che segue un nuovo paradigma di interazione sociale possa essere considerata una vera e propria Comunità di Pratica.
Il secondo obiettivo è quello di affinare una metodologia di indagine psicosociale in riferimento alle dinamiche che si concretizzano all’interno delle Comunità di Pratica, senza dimenticare la dimensione dell’Identità/Soggettività.
I risultati, in un'ottica esplicativa di comprensione delle dinamiche sottostanti all’essere parte di una Comunità di Pratica o all’iniziare a farne parte, hanno restituito interessanti risvolti dal punto di vista interpersonale e organizzativo, con particolare riferimento alla costituzione e allo sviluppo delle due Comunità di Pratica e agli aspetti comunicativi e identitari della relazione medico-infermiere.
Il terzo e ultimo obiettivo è provare a rispondere al quesito: per le Comunità di Pratica è possibile parlare di ‘Soggettività di pratica’? Per fare questo, una riflessione teorica conclusiva si propone di collegare il costrutto di Comunità di Pratica ai recenti sviluppi teorici sulla Soggettività. / According to the Community of Practice and the Situated Action Theories, the general aim of the research is the evaluation of the interactive, relational and communicative dimensions of the introduction and use of an interactive clinical-nursing record by medical professionals (doctors and nurses) Communities of Practice.
In particular, the two studies investigate, from a psychosocial perspective, the emergence (first study) and the process (second study) of Communities related to the New Technologies, estimating if this kind of communities can be properly considered as Communities of Practice, referring also to the Identity/Subjectivity dimension.
The results offers interesting practical implications -from the interpersonal and organizational point of view- on communication and identity aspects of the relationship among colleagues and between doctors and nurses.
The last objective is then to try to answer to the question if it’s possible to assume a “subjectivity of practice”: a conclusive theoretical proposal aims to rely the Community of practice theory to the recent progress in Subjectivity concept.
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Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. ProustKaram, Henriete January 2008 (has links)
La thèse a comme corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, et se propose d’aborder la subjectivité dans son articulation avec l’espace-temps et la mémoire, au travers des représentations du corps et de la sensorialité. Trois questions, identifiées au texte proustien, en constituent les prémices: (a) la notion d’identité confrontée aux images multiples et successives du moi; (b) l’importance du corps et de la sensorialité dans l’interaction entre le moi et le monde; et (c) la représentation et l’expression du moi, qui par l’intermédiaire du récit de la totalité des expériences vécues, recherche la construction d’une unité du sens. Relativement à ces questions, nous postulons que – sur le fondement des directions théoriques et méthodologiques du modèle sémiotique analogue-digitale développé par D. del Pino – que l’importance avec laquelle la subjectivité et le corps ont été réintégrés dans le discours de la majorité des sciences humaines; l’impossibilité de concevoir, après la révolution induite par les théories de la relativité et de la mécanique quantique, le temps comme une entité isolée de l’espace; parallèlement, le statut de liminarité, tant de la mémoire que de la subjectivité, proposent des voies spécifiques de lecture, d’analyse et d’interprétation de l’oeuvre. A partir de ces présupposés, la conscience du corps, l’image du moi et la signification du sujet sont analysés à la lumière de la phénoménologie et de la psychanalyse; le rôle du corps et de la sensorialité dans les opérations complexes d’appréhension et de la représention de soi et du monde; le concept d’espace-temps, ainsi que les notions heidegerriènes d’«être-aumonde » et de «temporalité originaire»; le récit du moi et la construction identitaire. Par l’analyse, au travers du discours, des aspects relatifs à l’instance narrative et, au niveau diégétique, de la continuité du moi, fondée entre l’espace-temps et la mémoire, on cherche à démontrer le caractère spatiotemporel des représentations avec lesquelles le Narrateur-Protagoniste du Le temps retrouvé relate la singularité de ses propres expériences preuve que son récit est la construction d’une unité de la conscience de soi, dans laquelle est impliquée la nature analogique de la relation moi-monde. / La tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo. / A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
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Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. ProustKaram, Henriete January 2008 (has links)
La thèse a comme corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, et se propose d’aborder la subjectivité dans son articulation avec l’espace-temps et la mémoire, au travers des représentations du corps et de la sensorialité. Trois questions, identifiées au texte proustien, en constituent les prémices: (a) la notion d’identité confrontée aux images multiples et successives du moi; (b) l’importance du corps et de la sensorialité dans l’interaction entre le moi et le monde; et (c) la représentation et l’expression du moi, qui par l’intermédiaire du récit de la totalité des expériences vécues, recherche la construction d’une unité du sens. Relativement à ces questions, nous postulons que – sur le fondement des directions théoriques et méthodologiques du modèle sémiotique analogue-digitale développé par D. del Pino – que l’importance avec laquelle la subjectivité et le corps ont été réintégrés dans le discours de la majorité des sciences humaines; l’impossibilité de concevoir, après la révolution induite par les théories de la relativité et de la mécanique quantique, le temps comme une entité isolée de l’espace; parallèlement, le statut de liminarité, tant de la mémoire que de la subjectivité, proposent des voies spécifiques de lecture, d’analyse et d’interprétation de l’oeuvre. A partir de ces présupposés, la conscience du corps, l’image du moi et la signification du sujet sont analysés à la lumière de la phénoménologie et de la psychanalyse; le rôle du corps et de la sensorialité dans les opérations complexes d’appréhension et de la représention de soi et du monde; le concept d’espace-temps, ainsi que les notions heidegerriènes d’«être-aumonde » et de «temporalité originaire»; le récit du moi et la construction identitaire. Par l’analyse, au travers du discours, des aspects relatifs à l’instance narrative et, au niveau diégétique, de la continuité du moi, fondée entre l’espace-temps et la mémoire, on cherche à démontrer le caractère spatiotemporel des représentations avec lesquelles le Narrateur-Protagoniste du Le temps retrouvé relate la singularité de ses propres expériences preuve que son récit est la construction d’une unité de la conscience de soi, dans laquelle est impliquée la nature analogique de la relation moi-monde. / La tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo. / A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
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Espaço-tempo e memória : a subjetividade em Le temps retrouvé, de M. ProustKaram, Henriete January 2008 (has links)
La thèse a comme corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, et se propose d’aborder la subjectivité dans son articulation avec l’espace-temps et la mémoire, au travers des représentations du corps et de la sensorialité. Trois questions, identifiées au texte proustien, en constituent les prémices: (a) la notion d’identité confrontée aux images multiples et successives du moi; (b) l’importance du corps et de la sensorialité dans l’interaction entre le moi et le monde; et (c) la représentation et l’expression du moi, qui par l’intermédiaire du récit de la totalité des expériences vécues, recherche la construction d’une unité du sens. Relativement à ces questions, nous postulons que – sur le fondement des directions théoriques et méthodologiques du modèle sémiotique analogue-digitale développé par D. del Pino – que l’importance avec laquelle la subjectivité et le corps ont été réintégrés dans le discours de la majorité des sciences humaines; l’impossibilité de concevoir, après la révolution induite par les théories de la relativité et de la mécanique quantique, le temps comme une entité isolée de l’espace; parallèlement, le statut de liminarité, tant de la mémoire que de la subjectivité, proposent des voies spécifiques de lecture, d’analyse et d’interprétation de l’oeuvre. A partir de ces présupposés, la conscience du corps, l’image du moi et la signification du sujet sont analysés à la lumière de la phénoménologie et de la psychanalyse; le rôle du corps et de la sensorialité dans les opérations complexes d’appréhension et de la représention de soi et du monde; le concept d’espace-temps, ainsi que les notions heidegerriènes d’«être-aumonde » et de «temporalité originaire»; le récit du moi et la construction identitaire. Par l’analyse, au travers du discours, des aspects relatifs à l’instance narrative et, au niveau diégétique, de la continuité du moi, fondée entre l’espace-temps et la mémoire, on cherche à démontrer le caractère spatiotemporel des représentations avec lesquelles le Narrateur-Protagoniste du Le temps retrouvé relate la singularité de ses propres expériences preuve que son récit est la construction d’une unité de la conscience de soi, dans laquelle est impliquée la nature analogique de la relation moi-monde. / La tesi ha come corpus Le temps retrouvé, di Marcel Proust, e si propone di presentare la soggettività nella sua articolazione con lo spazio-tempo e la memoria, attraverso le figurazioni del corpo e della sensorialità. Si parte da tre questioni identificate nel testo proustiano: (a) la nozione di identità a fronte delle multiple e successive immagini dell’io; (b) la rilevanza del corpo e della sensorialità nell’interazione tra l’io e il mondo; e (c) la rappresentazione e l’espressione dell’io che cerca, mediante il racconto della totalità delle esperienze vissute, la costruzione dell’unità del senso. Considerando queste questioni, si intende – basandosi sulle proposte teoriche e metodologiche del modello semiotico analogico-digitale sviluppato da D. del Pino – che l’importanza con cui la soggettività ed il corpo vengono reintegrati nel discorso della maggior parte delle scienze umane, l’impossibilità di concepire il tempo come un’entità isolata dello spazio dopo la rivoluzione provocata dalle teorie della relatività e della meccanica quantistica e, parallelamente, lo stato della liminarità, sia della memoria che della soggettività, rendono possibile un’ottica specifica di lettura, analisi ed interpretazione dell’opera. A partire da questi presupposti, vengono studiate la coscienza del corpo, l’immagine dell’io e la significazione del soggetto, alla luce della fenomenologia e della psicanalisi; il ruolo del corpo e della sensorialità, nelle complesse operazioni soggettive di percezione e di rappresentazione di sé e del mondo; il concetto di spazio-tempo e, ancora, le nozioni heideggeriane di «essere-nel-mondo» e di «temporalità originaria»; la narrativa dell’io e la costruzione identitaria. Mediante l’analisi degli aspetti relativi all’istanza narrativa, a livello discorsivo, e della continuità dell’io, fondata fra lo spazio-tempo e la memoria, a livello diegetico, si cerca di dimostrare che il carattere spaziotemporale delle rappresentazioni, con le quali il Narratore-Protagonista di Le temps retrouvé racconta la singolarità delle proprie esperienze, fa emergere il fatto che la sua narrativa è la costruzione dell’unità della coscienza di sé, nella quale è contenuta la natura analogica del rapporto io-mondo. / A tese tem como corpus Le temps retrouvé, de Marcel Proust, e propõe-se a abordar a subjetividade em sua articulação com o espaço-tempo e a memória, através das figurações do corpo e da sensorialidade. Parte-se de três questões identificadas no texto proustiano: (a) a noção de identidade frente às múltiplas e sucessivas imagens do eu; (b) a relevância do corpo e da sensorialidade na interação entre o eu e o mundo; e (c) a representação e a expressão do eu, que, mediante o relato da totalidade das experiências vividas, busca a construção da unidade de sentido. Considerando tais questões, postula-se – com base nas diretrizes teóricas e metodológicas do modelo semiótico análogo-digital desenvolvido por D. del Pino – que a relevância com que a subjetividade e o corpo vêm sendo reintegrados no discurso da maioria das ciências humanas; a inviabilidade de, após a revolução provocada pelas teorias da relatividade e da mecânica quântica, se conceber o tempo como entidade isolada do espaço; paralelamente, o estatuto de liminaridade, tanto da memória, quanto da subjetividade, proporciona específico viés de leitura, análise e interpretação da obra. A partir de tais pressupostos, estuda-se a consciência do corpo, a imagem do eu e a significação do sujeito, sob a luz da fenomenologia e da psicanálise; o papel do corpo e da sensorialidade nas complexas operações subjetivas de apreensão e de representação de si e do mundo; o conceito de espaço-tempo, bem como as noções heideggerianas de «ser-no-mundo» e de «temporalidade originária»; a narrativa do eu e a construção identitária. Mediante a análise, no nível discursivo, dos aspectos referentes à instância narrativa e, no nível diegético, da continuidade do eu, fundada entre o espaço-tempo e a memória, se busca demonstrar que o caráter espaciotemporal das representações com que o Narrador-Protagonista de Le temps retrouvé relata a singularidade das próprias experiências evidencia que sua narrativa é a construção da unidade da consciência de si, em que está implicada a natureza analógica da relação eu-mundo.
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