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Relazioni di necessità e valenze comunicative nel rapporto tra sport e televisione. / Sport and Television: Conditioning and Communicative Realization

ABBIEZZI, PAOLA 23 March 2007 (has links)
Oggetto della ricerca è la riflessione sullo sport nella sua dimensione mediale, argomento che ha trovato solo recentemente una riconosciuta significatività all'interno delle scienze sociali. Attraverso un approccio multidisciplinare, il lavoro si propone di delineare una mappatura delle linee di riflessione riconducibili a un corpus organico individuabile nei media sport studies. La convinzione che esista uno specifico dello sport (inteso come substrato comunicativo ma anche come linguaggio) ha orientato l'indagine sulla sua rappresentazione televisiva, e sulle modalità di ospitalità o di appropriazione che si definiscono anche nei termini di reciprocità. L'indagine è stata condotta sia seguendo un percorso di tipo diacronico, nella ricostruzione dei vincoli e dei condizionamenti che lo sport ha esercitato nell'evoluzione del sistema radiotelevisivo italiano, sia di tipo sincronico, nell'osservazione del prodotto televisivo recente, individuato come vero e proprio sovra-genere. Ne emerge che lo sport si sottopone a una messa in discorso da parte della televisione che segue la linearità temporale dello svolgimento della gara, nella quale trovano una piena realizzazione comunicativa le fasi della preparazione, della performance e della celebrazione. / Aim of the research is to reflect on sport in its media dimension, a subject which has only recently achieved an acknowledged meaning in the field of social sciences. Through a multi-disciplinary approach, the research aims to outline a map of the reflection lines leading to an organic individual corpus in media sport studies. Believing in specifics of sports as communicative substrate, but also as a language, has directed the research on television representation and on the formalities of hospitality and appropriation to be defined even in terms of reciprocality. The research has followed a path of diachronic type, rebuilding the conditioning exerted by sport on the evolution of the Italian radio-television system and of a synchronic type, observing recent television products, identified as acknowledged true super-genres. Sport is thus object of a presentation by television following time linearity in the development of the game; here the stages of preparation and progress of the performance find a complete communicative realization.
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OLTRE IL FRANCHISE. TRANSMEDIA STORYTELLING FRA NARRAZIONE E PRATICA DISTRIBUTIVA NELL'ERA DIGITALE DELLA CONVERGENZA / Beyond Franchise. Transmedia Narrative and Practice in the Era of Media Convergence.

NEGRI, ERICA 23 March 2015 (has links)
I processi di digitalizzazione e convergenza hanno avuto un forte impatto sulle modalità di produzione, distribuzione e fruizione dei contenuti audiovisivi. Ma tale impatto non si è limitato ai suddetti ambiti. Fenomeni come il transmedia storytelling, le narrazioni distribuite, l’intertestualità, l’ibridazione delle forme discorsive, l’integrazione di elementi di game-playing all’interno di strutture narrative tradizionalmente lineari, e la crescente rilevanza del world-building all’interno del processo creativo di una storia dimostrano che il cambio di paradigma non sta avvenendo solo a livello delle strutture economiche, produttive e comunicative, ma anche a livello narratologico. Scopo di questa ricerca è mappare tale cambio di paradigma, approfondendo in modo particolare l’emergere delle forme narrative transmediali. / The processes of digitalization and media convergence have had a major impact on the procedures of production, distribution and reception of audiovisual content. However, the impact has not been limited to those areas. The emergence of cultural phenomena such as transmedia storytelling, distributed narratives, intertextuality, the hybridization of forms of discourse, the integration of elements of game-playing within the traditionally linear narrative structures, and the growing importance of world-building within the story development process attest that the paradigm shift is not only occurring at an economical, industrial and communicational level, but also at a narratological one. The aim of this research is to map this paradigm shift, with particular focus on the emergence of transmedia narrative forms.
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LA FOTOGRAFIA E I CANTIERI DELLA MILANO POSTUNITARIA 1861-1911

MAGISTRELLI, GIACOMO 06 June 2014 (has links)
La tesi considera la varietà di formule espressive e di destinazioni funzionali della fotografia in rapporto alla costruzione di spazi e architetture nella Milano del primo cinquantennio dell’unità d’Italia. Strumento di lavoro per architetti e ingegneri, la fotografia delle principali operazioni edilizie eseguite nella città lombarda a partire dagli anni sessanta dell’Ottocento rappresenta per la nuova classe dirigente un fondamentale strumento di legittimazione del proprio operato amministrativo e di illustrazione dei progressi compiuti dalla città sulla via della modernizzazione. Attraverso un itinerario storico della ‘fotografia di cantiere’, costruito anche grazie al confronto con casi italiani e internazionali, lo studio presenta una puntuale analisi del fenomeno in ambito milanese. Tra i progetti affrontati, il piano di riforma del centro cittadino (1865-1878) di Giuseppe Mengoni e i restauri del Castello Sforzesco (1893-1907) di Luca Beltrami, oltre a una serie di interventi minori, documentati da alcuni dei principali fotografi attivi in città e dai redattori della pubblicistica illustrata, tipologia editoriale che tra Otto e Novecento si serve con sempre maggiore consapevolezza del mezzo fotografico. L’evoluzione del linguaggio fotografico viene dunque indagata nel suo contributo alla costruzione di un’iconografia nazionale della modernità, fenomeno che vede la città di Milano porsi in prima fila nel contesto italiano. / The study investigates the variety of expressive formulas and functional destinations of the photography production concerning the architectural renovation occurred in the city of Milan between 1861 and 1911. Design tool for architects and engineers, construction photography reveals itself as a fundamental tool of political legitimation for the new ruling class and illustrates the progress made by the city in terms of modernization. Through a historical reconstruction of the genre of construction photography, which also considers Italian and international cases, the study presents a detailed analysis of the Milanese phenomenon. Among the projects, the reform plan of the city center (1865-1878) developed by Giuseppe Mengoni and the restoration of the Sforza Castle (1893-1907) led by Luca Beltrami , as well as a number of minor operations. The inquiry considers the production by some of the main photographers working in the city and the iconographic apparatus of the most important illustrated press of the period, which during the late nineteenth century uses with increasing awareness the narrative qualities of the photographic medium. The evolution of the photographic language is therefore inquired with regard to his contribution to the construction of a national iconography of modernity , a phenomenon that sees the city of Milan in the front line.
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LA POLIFONIA DALLA PAGINA ALLO SCHERMO. ANALISI DI TRE ADATTAMENTI AUDIOVISIVI DEL ROMANZO I FRATELLI KARAMAZOV DI FËDOR DOSTOEVSKIJ / Polyphony from the Page to the Screen. An analysis of three audiovisual adaptations of the novel The Brothers Karamazov by Fyodor Dostoyevsky.

RECALCATI, ELEONORA 04 April 2018 (has links)
La ricerca si colloca nell’ambito degli studi sull’adattamento, scegliendo una prospettiva ispirata alle teorie sviluppate dal filosofo russo Michail Bachtin riguardo all’autorialità. La domanda da cui muove l’analisi di tre adattamenti audiovisivi del romanzo dostoevskiano I fratelli Karamazov si riferisce all’adattabilità sullo schermo del principio letterario della polifonia, individuato da Bachtin. I tre adattamenti, scelti per elementi di omogeneità formale e di eterogeneità rispetto alla resa polifonica sono: il film Brothers Karamazov (Richard Brooks, Stati Uniti 1958); lo sceneggiato televisivo I fratelli Karamazov, (Sandro Bolchi, Italia 1969) e il film Brat’ja Karamazovy, (Ivan Pyr’ev, Michail Ul’janov e Kirill Lavrov, Unione Sovietica 1969). Prima di procedere alle analisi, attraverso una disamina della critica e dei testi bachtinani, abbiamo voluto riconnettere la polifonia letteraria alle ricerche filosofiche dal teorico russo nel corso degli anni Venti e all’humus culturale della filosofia religiosa russa. In seguito a questo approfondimento “genealogico”, abbiamo identificato le implicazioni formali della polifonia e avanzato la nostra proposta metodologica, fondata sulla ripresa dell’elemento autoriale in senso bachtiniano. Nel corso degli anni Settanta, infatti, la critica letteraria e cinematografica è stata influenza dal concetto di morte dell’Autore e ha posto l’accento univocamente sull’intertestualità. Attraverso una disamina delle teorie dell’adattamento, dalla trasmutazione di Umberto Eco alla ri-creazione di Carlo Testa, proponiamo una nuova formulazione ispirata agli studi bachtiniani sull’eccedenza di visione, la posizione nel mondo unica e insostituibile da cui scaturisce la visione dell’autore ( e, nel nostro caso, dell’adattatore). In un secondo momento l’analisi si rivolge alla sceneggiatura e al prodotto audiovisivo, attraverso una metodologia integrata che contempli una fase comparativa, drammaturgica, strutturale, tematica e linguistica. Il proposito che orienta le fasi dell’analisi è quello di valutare la resa polifonica delle tre opere, identificando le condizioni che agevolano la polifonia in un prodotto audiovisivo. / The research pertains to the field of adaptation studies, choosing a perspective inspired by the theories developed by Russian philosopher Mikhail Bakhtin on authorship. The question from which the whole analysis of the three audiovisual adaptations of Dostoyevsky’s novel The Brothers Karamazov moves, refers to the adaptability for the screen of the literary principle of polyphony as identified by Bakhtin. The three adaptations, chosen for elements of formal homogeneity and heterogeneity in relationship to polyphonic rendition are: the movie Brothers Karamazov (Richard Brooks, USA 1958); the TV Drama I fratelli Karamazov (Sandro Bolchi, Italy 1969) and the movie Bratya Karamazovy, (Ivan Pyryev, Michail Ulyanov and Kirill Lavrov, Soviet Union 1969). Before moving forward with the analysis, through an examination of both Bakhtin’s critic and texts, we wanted to reconnect literary polyphony with the Russian theoretician’s philological research in the 1920’s and the cultural hummus of Russian religious philosophy. After this “genealogical” study, we identified polyphony’s formal implications and advanced our methodological proposal, founded on the assessment of the authorial element in a bakhtinian sense. During the Seventies, in fact, literary and film critic was influenced by the concept of the death of the Author, and focused uniquely on intertextuality Through an examination of adaptation theories, from Umberto Eco’s transmutation to Carlo Testa’s re-creation, we are proposing a new formulation inspired by bakhtinian studies on surplus vision, the unique and irreplaceable view of the world the author’s (and in our case, the adapter’s) vision stems from. At a later stage the analysis turns to the screenplay and the audiovisual product, through an integrated methodology covering a comparative, dramaturgical, structural, thematic and linguistic phase. The purpose that guides the phases of the analysis is to evaluate the polyphonic rendition of the three works, identifying the conditions that facilitate polyphony in an audiovisual product.
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IL CINEMA COME LABORATORIO DEL TEMPO: UN'ESPLORAZIONE TEORICA, METODOLOGICA ED EMPIRICA DELLA PERCEZIONE DEL TEMPO NEL CINEMA / CINEMA AS A TIME LAB: A THEORETICAL, METHODOLOGICAL, AND EMPIRICAL EXPLORATION OF TIME PERCEPTION IN CINEMA / CINEMA AS A TIME LAB: A THEORETICAL, METHODOLOGICAL, AND EMPIRICAL EXPLORATION OF TIME PERCEPTION IN CINEMA

CAVALETTI, FEDERICA 30 April 2020 (has links)
Questa tesi presenta i risultati teorici, metodologici ed empirici di una ricerca di dottorato incentrata sul tema della percezione del tempo nell’esperienza cinematografica. La prima parte fornisce un’introduzione teorica al tema. Il Capitolo 1 precisa il taglio e l’oggetto della ricerca. Il Capitolo 2 presenta i principali modelli teorici di percezione del tempo. Il Capitolo 3 si concentra sulla percezione del tempo nel contesto cinematografico. La seconda parte comprende gli esperimenti condotti nel corso della ricerca. Il Capitolo 4 illustra il primo esperimento. Attraverso misure comportamentali, questo studio ha indagato gli effetti sulla stima di durata e sulla percezione del passaggio del tempo di due variabili cinematografiche: il tipo di azione rappresentata e lo stile di montaggio. Il Capitolo 5 presenta il secondo esperimento. Tramite un metodo chiamato micro-fenomenologia, questo studio ha esplorato i processi esperienziali che fondano i compiti di stima di durata e percezione del passaggio del tempo. Il Capitolo 6 descrive il terzo esperimento. Attraverso una tecnica di neurostimolazione (tDCS), questo studio ha testato il coinvolgimento di una specifica area cerebrale (Area Supplementare Motoria) negli stessi compiti temporali. La terza parte riassume i risultati della ricerca (Capitolo 7) e discute possibili futuri sviluppi di quest’ultima (Capitolo 8). / This dissertation presents the theoretical, methodological, and empirical results of a doctoral research concerning time perception in the experience of cinema. The first part provides a theoretical introduction to the topic. Chapter 1 carves out the dissertation’s precise angle and object. Chapter 2 presents the main models of subjective time perception. Chapter 3 restricts the scope to time perception in the specific context of cinema. The second part reports about the three experiments conducted during the research. Chapter 4 introduces the first experiment. By using behavioural measures, this study addressed the effects on duration estimation and time passage perception of two cinematographic variables: the type of represented action and the style of editing. Chapter 5 presents the second experiment. By adopting a method called micro-phenomenology, this study explored the processes underlying the performance of the duration estimation and time passage perception tasks. Chapter 6 is devoted to the third experiment. By using a neurostimulation technique (tDCS), this study tested the involvement of a specific brain area (the Supplementary Motor Area) in the same timing tasks. The third part summarizes the essential findings of the research (Chapter 7) and re-opens it to some of its possible future developments (Chapter 8).
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MEDIALITA' E TECNOLOGIE DIDATTICHE NELLA SCUOLA PROGETTAZIONE E COSTRUZIONE DI PRODOTTI EDUCATIONAL / Media and Educational Technologies in Schools. Design and Construction of Educational Products.

SCANCARELLO, FRANCESCA PAOLA 23 March 2009 (has links)
Il webcasting come strumento per la distribuzione di prodotti educational e la circolazione dei saperi. / The webcasting as a tool for the distribution of educational products and circulation of knowledge.
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L'EMPATIA NELL'ESPERIENZA FILMICA / Empathy and the Film Experience

D'ALOIA, ADRIANO 03 May 2010 (has links)
Negli ultimi decenni i film studies stanno spostando la propria attenzione sul livello corporeo e affettivo dell’esperienza filmica. Adottando un approccio fenomenologico e focalizzandosi sulla nozione di empatia, la tesi studia le strategie del coinvolgimento dello spettatore cinematografico nei film di successo contemporanei. Il capitolo 1 rintraccia le diverse accezioni di empatia in filosofia, estetica, psicologia e nelle neuroscienze cognitive. Il capitolo 2 traccia una genealogia dell’empatia nelle teorie psicologiche ed estetiche del film. Il capitolo 3 esplora la rilevanza della teoria dell'atto empatico di Edith Stein per la filmologia e ne propone un'applicazione allo studio dell’esperienza filmica contemporanea. Il capitolo 4 analizza un ampio corpus di film contemporanei individuando quattro “figure aree” del coinvolgimento filmico: l’acrobazia, la caduta, il volo e il movimento in assenza di gravità. Attraverso la simulazione empatica dei movimenti nel film e del film, lo spettatore esperisce inavvertitamente l’intenzionalità implicata nelle forme e negli oggetti della rappresentazione, cogliendo con la propria sensibilità il senso di un’esperienza che trascende l’immanenza del film e contribuisce al processo di attribuzione di senso al Mondo, all’Altro e al Sé. / In recent decades film studies have shifted their focus to the emotional and bodily level of film experience. By adopting a phenomenological approach, this dissertation deals with the strategies of the film spectator’s involvement in contemporary mainstream narrative films. Chapter 1 reconstructs the meanings of the notion of empathy in philosophy, aesthetics, psychology and neurocognitive research. Chapter 2 traces a genealogy of empathy in film theories, from Bergsonism to Cognitivism, and evaluates the relevance of Simulation-Theory to film studies. Chapter 3 explores the relevance of Edith Stein’s phenomenological theory of empathy to film theory and assumes it is a theoretical model to investigate the “intensified” nature of both film design style and film reception style. A film is constructed and experienced on the basis of the “circuit of empathy”, a stratified system of different species of empathetic interaction, acting at senso-motorial, perceptual, cognitive and emotional levels with the aim of generating both an aesthetic and an inter-subjective experience. Chapter 4 analyses a vast corpus of contemporary films and focuses on four “aerial figures” of involvement and their combination: acrobatics, falling, flying, and non-gravitational movements, both of the actor’s human body and of the film’s anthropomorphic body. In the Conclusions, it is argued that the spectator internally imitates these “double” movements and inadvertently experiences the intentionality implied in the figures. Contemporary film spectators empathetically “get”, with their own sensibility, the senses of an experience that transcends the immanence of the film and contributes to the process of “giving” sense to the World, the Other, and the Self.
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DALL'ARTICOLO SCIENTIFICO ALLA COSTRUZIONE DELLA NOTIZIA Proposte per la divulgazione della salute e analisi della stampa in Italia / From scientific articles to news. Proposals for health Journalism and analysis of the Italian lay press

DI CROCE, MARIANNA 03 May 2010 (has links)
L’obiettivo di questo lavoro di ricerca è fare luce su alcuni dei motivi alla base di un rapporto tra scienza e media non sempre facile, nel tentativo di definire gli elementi fondamentali per un giornalismo biomedico divulgativo di qualità. In particolare l’analisi è rivolta al passaggio che più di tutti gli altri, nella costruzione della notizia, pone il giornalista e il metodo scientifico uno di fronte all’altro: la “traduzione” dell’articolo scientifico in articolo divulgativo. La valutazione di elementi quali l’approccio dei giornalisti alla significatività statistica e alla rilevanza clinica dei risultati di uno studio, l’utilizzo dei parametri statistici per esprimere gli esiti ha consentito di delineare una mappa dei punti di maggiore criticità del giornalismo biomedico. La “miscommunication” tra il mondo della ricerca e quello dei media può essere superata dall’acquisizione di un metodo che consenta al giornalista di individuare gli studi che hanno le caratteristiche per diventare notizie da divulgare. Questo lavoro è centrato sull’attività del giornalista, ma occorre ricordare come la comunicazione della salute sia un processo che dalla ricerca fino alla divulgazione pubblica delle notizie coinvolge diversi attori, ciascuno con il proprio ruolo e responsabilità ben precise. / The aim of this research is to investigate some of the reasons at the roots of the tension between science and media, trying to define some of the most important elements that could ensure the quality of biomedical lay journalism. In particular the attention is focused on the step that in the construction of the news puts the journalist and the scientific method one in front of the other: the “translation” of the scientific article in lay press article. From the analysis a picture emerges in which often the journalist is lacking an indispensable background knowledge needed to be able to recognize what is statistically significant or clinically relevant. The “miscommunication” theory, that both journalists and scientists consider an obstacle to scientific information, could be overcome by the acquisition of a method for medical journalists to recognize medical researches that can be used and moved into lay press articles. This research focuses on the correct role of journalist in divulging medical information. However, is important to underline the fact that many are the actors that partecipate to health communication and everyone has a specific role and than responsability.
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PER UN'ESTETICA DELLA PERFORMANCE TEATRALE POSTDRAMMATICA: LINEE TEORICHE E ANALISI DI TRE RE-ENACTEMENTS, DI JAN FABRE E ROBERT LEPAGE

ATIE, SARAH LAURA 25 March 2015 (has links)
Il presente lavoro cerca di avvicinarsi alla complessità dell'attuale status quaestionis della performance teatrale, con uno sguardo e una prospettiva estetica, rivolto in particolare alla drammaturgia postdrammatica degli ultimi trent'anni; uno sguardo che trova nello studio analitico di tre re-enactements – This is theatre like it was to be expected and foreseen (1982; 2012) e The Power of Theatrical Madness (1984; 2012) di Jan Fabre, seguiti da Les Aiguilles et l'Opium (1991; 2013) di Robert Lepage – un luogo privilegiato di osservazione. / This research tries to approach the complexity of the current status quaestionis of theatrical performance, with an aesthetic perspective focused on the postdramatic theatre of the last thirty years; a look that finds in the analysis of three re-enactements - This is theater like it was to be expected and Foreseen (1982; 2012) and The Power of Theatrical Madness (1984; 2012) by Jan Fabre, followed by Needles and Opium (1991; 2013) by Robert Lepage - a privileged place of observation.
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"CARI AMICI E AMICHE ALL'ASCOLTO": GIANNA MANZINI ALLA RADIOE ALLA TELEVISIONE

SIVIERI, SARAH 13 March 2014 (has links)
Il presente lavoro costituisce la prima ricostruzione del lavoro di Gianna Manzini alla radio e alla televisione, che comincia nel 1947 e si conclude nel 1968. Gli interventi radiofonici sono divisi in trasmissioni di moda e costume e di critica letteraria (capitolo 1) e racconti scritti per la radio (capitolo 3); le trasmissioni televisive sono ripartite in sceneggiature realizzate e non realizzate (capitolo 3). I testi dei programmi sono stati identificati nei fondi archivistici della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, dell’Archivio del Novecento dell’Università La Sapienza di Roma e della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Il lavoro si basa dunque sulla descrizione e l’analisi di materiale inedito, come L’Almanacco dei sogni e Il paesaggio come fatto personale, e le sceneggiature Il grande indiscreto, Il nome di battesimo e Alfredino. La ricognizione ha dimostrato come Gianna Manzini possedesse una consapevolezza mediatica tale da essere in grado di adattare il proprio stile alle specifiche esigenze del mezzo di comunicazione. Tuttavia, l’attività radio-televisiva non può essere considerata del tutto autonoma e disgiunta dalla carriera letteraria, con la quale intrattiene un rapporto strettissimo e osmotico. / This research aims at providing a first and thorough description of Gianna Manzini’s work for the Italian Broadcasting (RAI), a collaboration which started in 1947 and ended in 1968. Her works for the radio are divided into fashion and literary criticism broadcasting (chapter 1) and original radio screenplays (chapter 2); her works for the television are divided into broadcasted and non broadcasted scripts (chapter 3). The texts of these programmes have been found in the following archives: Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (Milan), Archivio del Novecento, Università La Sapienza (Rome) and Biblioteca Nazionale Centrale (Rome). The thesis both describes and analyzes original and unpublished works and screenplays, such as L’Almanacco dei sogni, Il paesaggio come fatto personale, Il grande indiscreto, Il nome di battesimo and Alfredino. In the end, the research showed evidence that Gianna Manzini was well aware that different media require different writing characteristics and was able to act accordingly. Nonetheless, her literary and broadcasting activity cannot be considered as two separate carriers, being actually strictly bound to each other.

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