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LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008

MUSCOLINO, MARCO 26 June 2009 (has links)
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico. / The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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La canzone pop e il cinema italiano (1958-1963. Forme, gene ri, processi di trasformazione

BUZZI, MAURO 26 June 2012 (has links)
La tesi si occupa di indagare il campo della popular music italiana durante il periodo del boom, così come della situazione cinematografica nazionale del periodo. In seguito si analizzano le forme di utilizzo della prima all'interno del secondo, soprattutto nei confronti di due oggetti che nel rapporto prendono corpo: 1 - Il musicarello, che si configura come vero e proprio genere e di cui si vedranno caratteri principali e genesi 2 - L'insieme di film che fanno della canzone un uso significativo, ma non per questo si costituiscono come genere, o come corpo coeso. In comune hanno però una particolare configurazione di stile, che si costituisce appunto attorno al loro uso della canzone, e che si confronta con la questione della presenza di un "film medio" nazionale. / In Italy, between the end of the Fifties and the first half of the Sixties, a phenomenon of deep economic growth changes the nation in many ways. In the same period the first generation of young people starts to be known as such. With it followed the consideration of consumption as an opportunity for an aggregate and generational claim, pushing film, record, magazine and clothing producers to think of objects conforming to this desire, or even making it stronger. Medial consumption is one of the key practices that permitted to express a social and individual identity. The Thesis try to find out how an important medium like popular music, match himself with cinema, and what kind of new linguistic solution, and social practice they build together.
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ARTISTI E RAI 1968 - 1975. LA TELEVISIONE PUBBLICA ITALIANA COME SPAZIO D'INTERVENTO ARTISTICO / Artists and Rai 1968-1975. Italian public television as a space of artistic intervention

MARI, CHIARA 17 March 2015 (has links)
La tesi analizza le collaborazioni di alcuni protagonisti della ricerca artistica contemporanea con la Rai tra gli anni Sessanta e Settanta. Dopo un capitolo introduttivo che ripercorre nelle sue linee principali le origini del dibattito critico italiano intorno al tema dei rapporti fra artisti e televisione, lo studio si concentra sul periodo 1968-1975, quando da un lato la Rai si apre maggiormente all’attualità artistica, dall’altro gli sviluppi dell’arte in direzione ambientale e performativa e le prime sperimentazioni video creano le premesse per interventi negli spazi della televisione pubblica. Il dialogo aperto da queste collaborazioni è particolarmente significativo perché rovescia la prospettiva con cui la Rai ha prevalentemente guardato l’arte contemporanea. La ricerca artistica si insinua nella programmazione ordinaria, oltre i confini del programma specialistico sull’arte, innescando riflessioni che vanno sempre al di là di un contributo “decorativo”, scenografico, educativo o divulgativo. Gli interventi artistici pensati per gli schermi Rai sono specchio di un contesto culturale assai più ampio e la loro analisi permette uno sguardo trasversale sul panorama artistico a cavallo dei due decenni, aprendo direzioni di riflessione nelle storie dell’arte più note di quegli anni e nella storia della televisione culturale italiana. / This thesis investigates the collaboration between leading figures of contemporary art and Italian public broadcaster Rai in the 1960s and 1970s. The opening chapter provides an overview of the early debates in Italian art criticism on the relationship between artists and television. The study then focuses on the period 1968-1975. On the one hand, Rai was increasingly opening up to contemporary art during this time; on the other, the emergence of environment and performance art and the early experimentations with video were creating the conditions for artists to work in the space of public television. The exchanges arising from these collaborations are particularly significant because they reverse Rai’s prevalent approach to contemporary art. By going beyond specialist cultural programming and creeping into ordinary programmes, art makes a contribution which always transcends a merely ‘decorative’, scenographic or educational purpose. Artists’ work for Rai reflects a much wider cultural context, and its analysis offers a broad view of the art scene at the turn of the decades, providing new directions for exploration of the more well-known art histories of those years and of the history of cultural television programming in Italy.
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L'invenzione del Meridione. Rappresentazione dell'identità meridionale nella stampa illustrata del secondo dopoguerra / L'INVENZIONE DEL MERIDIONE. RAPPRESENTAZIONE DELL'IDENTITA' MERIDIONALE NELLA STAMPA ILLUSTRATA DEL SECONDO DOPOGUERRA

ARILLOTTA, SIMONA 13 July 2017 (has links)
Oggetto di questo lavoro di ricerca è l’interrogazione delle modalità attraverso cui il Meridione è stato rappresentato nella stampa illustrata italiana del secondo dopoguerra. La rappresentazione visiva del Sud d’Italia, così come è stata editata nelle pagine delle riviste prese in esame, è stata analizzata a partire dal suo essere esito del lavoro di produzione di un vero e proprio dispositivo concettuale, nel senso foucaultiano e deleuziano, formato dall’insieme di pratiche discorsive – letteratura, scienza, economia, ecc. – che hanno prodotto un insieme di conoscenze sul Mezzogiorno. Il dispositivo viene analizzato in alcuni momenti storici critici della società italiana: il Risorgimento, in cui il Meridione diventa questione, il Fascismo, in cui il Sud d’Italia viene inglobato nelle retoriche di omologazione del regime, fino a giungere al secondo dopoguerra, oggetto principale di questa ricerca, momento storico di transizione e profondo cambiamento. L’analisi si concentra sull’analisi di alcuni corpus fotografici in grado di tener conto della “differenza di sguardi” che visivamente costruito il Meridione: "Italia" è la rivista voluta dalla presidenza del consiglio dei ministri; "Epoca" è una rivista popolare filogovernativa, "Cinema Nuovo" è un mensile di ideologia marxista. / This research examines how Southern Italy has been represented in the Italian press in the decades following the Second World War. The visual representation of Southern Italy has been analyzed as the outcome of a dispositif at work, in a Foucauldian and Deleuzian sense; the dispositif [apparatus] is formed by the various discourses - literature, science, economics - that have produced a wealth of knowledge on the Southern. Most often, this dispositif is analyzed during some critical moment in Italian history: the Risorgimento, when the South became a “question” ("questione meridionale"); the Fascist period, when Southern Italy was incorporated into the rhetoric of homologation of regime propaganda; or the post-war period, a moment of transition and deep change, upon which this research focuses. This project analyzes a photographic corpus from three sources reflecting the "difference of looks" that "visually" built the South: Italia, a government-produced magazine; Epoca, a popular weekly; and Cinema Nuovo, a monthly film magazine offering Marxist perspectives.
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FRANCESCO SCARAMUZZA (SISSA, 1803 - PARMA, 1886)

FIACCADORI, CHIARA 08 March 2016 (has links)
Il presente studio si propone di ricostruire, in una dimensione monografica, la figura di Francesco Scaramuzza, personalità artistica prolifica che ha determinato nella prima metà dell’Ottocento il nuovo corso della pittura parmense. Interprete e portatore di un Romanticismo atipico, fu debitore, a suo modo, tanto della lezione dei Nazareni quanto, più tardi, della svolta lombarda verso i temi contemporanei, senza mai trascurare l’amata impronta correggesca. L’artista attraversa tre distinti momenti di committenza, dal governo restaurato di Maria Luigia d’Asburgo, dopo la parentesi napoleonica, all’infelice intervallo borbonico, presto sfociato nell’annessione al regno Sardo di Vittorio Emanuele II. Sotto la sovrana austriaca giunge all’apice della carriera, subendo, però, una battuta d’arresto con i Borbone a causa delle sue note simpatie libertarie. Trova una conferma nel nuovo governo unitario, il quale gli affida il compito di illustrare la Divina Commedia, la sua opera più nota e più riuscita, che segnerà, dopo diciassette anni di strenuo lavoro, il punto di arrivo della sua carriera d’artista. / This study aims to reconstruct, in a monographic dimension, the profile of Francesco Scaramuzza, a prolific artist who determined the new course of painting in Parma in the first half of the 19th century. Interpreter and bearer of an atypical Romanticism, in his artistic development he was inspired by the lessons of the Nazarenes as much as by the Lombard interest in contemporary subjects, without neglecting the beloved imprint of Correggio’s style. Throughout his career he went through three different patronages, from the restored regime of Marie Louise of Hapsburg, after the Napoleonic period, to the unhappy Bourbon interlude, ended quickly with the annexation to the reign of Vittorio Emanuele II. Under the Austrian sovereign he reached the peak of his career, suffering, however, a setback under the Bourbon government because of his well-known libertarian sympathies. His value was recognized eventually by the establishment of the united Italy, who entrusted him to illustrate the Divine Comedy, his most famous and successful work, which will mark, after seventeen years of strenuous work, the conclusion of his career as an artist.
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LA FIGURA FEMMINILE NEL FANTASTICO ITALIANO / THE FEMALE FIGURE IN ITALIAN "FANTASTICO"

COLLETTI, GUIDO CARLO 12 April 2019 (has links)
Il presente studio mira a constatare lo stretto collegamento tra la figura femminile e il cinema thriller e horror italiano, qui denominato genericamente “fantastico” in un’ accezione estensiva, a evidenziarne caratteristiche comuni relative a entrambi i generi. La periodizzazione della ricerca va dagli anni sessanta agli anni ottanta ed il primo obiettivo è stato quello di valutare secondo un approccio culturalista l’interdipendenza donna-horror, spesso sfociata in un approccio misogino al genere. I risultati sono stati spesso discordanti rispetto alle premesse di partenza: le donne sono raffigurate solo come vittime, il gradimento del pubblico è esclusivamente maschile. La messa in discussione di questa tesi si è resa possibile attraverso una ricerca empirico-applicativa di un campione di film e una disamina di scritti più recenti che mirano in qualche caso a rovesciare il paradigma di partenza. Il secondo obiettivo ha rilevato differenze tra rappresentazione femminile nel cinema italiano e americano, muovendo dal presupposto che le teorie su cui ci si è basati provengono dagli stati uniti e hanno previsto un campione per lo più di film non italiani. quindi l’ intento dello studio è stato anche quello di misurare l’applicabilità di alcuni paradigmi teorici al caso italiano. lo svolgimento della ricerca ha previsto un’indagine di tipo quantitativo (rilevazione del corpus estensivo di film) e intensivo-qualitativo (analisi di alcuni principali stereotipi femminili, tratti dalla letteratura e dal cinema: damsel in distress, belle dame sans merci, final girl), per giungere poi alla conclusione che il genere fantastico italiano ha risentito forse più di ogni altro di una conflittualità permanente, tra bisogno di emancipazione e resistenza conservatrice. / This current study aims to ascertain the close connection between female figure and Italian horror/thriller, cinema, here called "fantastico" in an extensive meaning, in order to highlight common features related to both genres. The periodization of research goes from 60s to 80s and the first purpose was to evaluate, according to a culturalist approach, the woman-horror interdependence, often focused in a mysoginic approach to the genre. The results have often been conflicting with respect to the starting presuppositions: the women are represented only as victims, the audience’s satisfaction is exclusively male. The discussion of this thesis was possible through an empirical and applicative research of a film sample and a careful investigation of latest writings that aim in different cases to reverse the paradigm of the starting point. The second objective detected differences between female representation in the Italian and American cinema, moving from the assumption that the theories which we are based on, come from united states and have provided a sample of more American films than Italian ones. Therefore the intent of this essay was testing the applicability of some historical theoric paradigms to the Italian case. the research’ s method involved a quantitative cataloging of extensive film corpus and an intensive one, which analyzes the main female stereotypes drawn from literature and cinema (damsel in distress, belle dame sans merci, final girl ). the conclusions show that the Italian fantastic genre has resisted more than other ones of a permanent conflict between emancipation and conservative resistance.
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Entre mercadoria e democracia nas políticas públicas para televisão no Brasil: lições e fundamentos para uma regulação democrática e convergente / Tra la merce e la democrazia nelle politiche per la televisione in Brasile: lezioni e fondamenti per una regolamentazione democratica e convergente

Alimonti, Veridiana 19 May 2014 (has links)
A dissertação visa analisar a regulação da televisão aberta no Brasil, buscando apreender como são construídas e orientadas as políticas públicas conformadas por esse conjunto da legislação. Para tanto, o trabalho parte do direito como objeto de estudo, mas também como método de análise da própria regulação, partilhando do entendimento de que as normas sofrem determinações da realidade social ao mesmo tempo em que a influenciam. Assim, compreendida como um processo que envolve conflitos, a definição das políticas para a televisão brasileira será estudada a partir de uma contradição central relativa a duas lógicas envolvidas em sua regulação: uma que direciona a prestação do serviço à sua exploração comercial e à centralização de poder, outra que concebe os meios de comunicação como instrumentos cruciais à constituição de um espaço público democrático. Para o desenvolvimento dessa análise, interessará examinar como se organiza a atividade econômica dos meios de comunicação de massa e as características de seu bem mais específico e primário a informação. Realizada essa etapa inicial, cumprirá tratar de tais elementos junto ao contexto brasileiro, tanto para compreensão do processo de consolidação da televisão como principal meio de comunicação de massa quanto para avaliação do conjunto de sua regulação. A contradição já referida será mapeada na Constituição Federal, leis, decretos e demais atos normativos com o intuito de verificar a consistência e coerência das políticas públicas voltadas à televisão aberta no país. Dessa análise resultarão algumas lições e alguns fundamentos que poderão servir, não só à avaliação do estado atual da regulação da televisão e da comunicação no país, como também à construção de modelos e alternativas democratizantes. / La dissertazione si propone ad analizzare la regolamentazione della televisione aperta in Brasile, cercando di capire come sono costruite e orientate le politiche pubbliche conformate da questo insieme della legislazione. Così, la dissertazione parte dal diritto in quanto oggetto di studio, ma anche in quanto un metodo per analizzare la propria regolamentazione, condividendo la comprensione che le regole subiscono determinazioni della realtà sociale allo stesso tempo in cui la influenziano. Così, intesa in quanto processo che coinvolge conflitti, la definizione delle politiche per la televisione brasiliana sarà studiata a partire da una contraddizione centrale relativa a due logiche coinvolte nella sua regolamentazione: una che dirige la fornitura del servizio al suo sfruttamento commerciale e alla centralizzazione del potere, e unaltra che concepisce i mezzi di comunicazione in quanto strumenti cruciali per la costituzione di uno spazio pubblico democratico. Per sviluppare questa analisi, sarà interessante esaminare come si organizza l\'attività economica dei mass media e le caratteristiche del suo bene più specifico e primario linformazione. Superata questa prima fase, si compierà applicare i suoi elementi al contesto brasiliano, sia nella comprensione del processo di consolidamento della televisione in quanto principale mass media sia nella valutazione dellinsieme della sua regolamentazione. La contraddizione già riferita sarà puntata nella Costituzione Federale, leggi, decreti e altri atti normativi al fine di verificare la solidità e la coerenza delle politiche pubbliche rivolte alla televisione aperta nel paese. Da questa analisi risulteranno alcune lezioni e alcuni fondamenti che potranno servire, non solo alla valutazione dello stato attuale della regolamentazione della televisione e della comunicazione nel paese, ma anche alla costruzione di modelli e alternative democratizzanti.
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L'AUTORE DI FICTION TELEVISIVA IN ITALIA, UNA RICERCA ETNOGRAFICA / The TV Fiction Writer in Italy, an Ethnographical Research

MANZI, LUCA 22 May 2008 (has links)
La tesi descrive il processo di ideazione e scrittura di lunga serialità in Italia attraverso l'osservazione etnografica di due scritture di fiction avvenute nel 2007; attraverso l'analisi etnografica si evidenziano le prassi professionali e le dinamiche interpersonali che si stabiliscono durante i processi di ideazione e scrittura, con particolare attenzione ai processi di negoziazione creativa e di differenze generazionali. / Thesis describes the creative and writing process of two fiction series in Italy, through ethnographical observation of two writing processes which took place in 2007; through ethnographical analysis professional habits and interpersonal dynamics are underlined, during creative and writing process; spotlight has been put on creative negotiations processes and generational differences.
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LO SGUARDO SI FA SPAZIO: NUOVI ATTEGGIAMENTI DELLO SGUARDO NEL CINEMA CONTEMPORANEO / GAZE BECOMES SPACE - NEW GAZE BEHAVIUORS IN CONTEMPORARY CINEMA

TOSATTO, CRISTINA 03 May 2010 (has links)
La tesi intende indagare le relazioni tra lo spazio urbano ed il cinema contemporaneo, attraverso l'analisi dello spazio dell'immagine filmica. Come si orienta lo spettatore urbano di fronte ad immagini invase da dispositivi di visione che ne alterano lo statuto? Il concetto di rispazializzazione diventa una strategia di sopravvivenza del cinema nell'attuale paesaggio mediale. / The thesis aims to explore which kind of relationships connect urban space and contemporary cinema, by analyzing the space of the film image. How does urban spectator react in front of images invaded by many technological devices, which change the condition of that film space? The concept of respatialization seems to be a strategy, for cinema, to survive in the actual media landscape.
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Spazio e immagine nell'esperienza filmica contemporanea: questioni di design e cultura visuale / Space and Image in the Contemporary Cinematic Experience. Design and Visual Culture Issues.

DE ROSA, MIRIAM STEFANIA 17 June 2011 (has links)
Le più recenti riflessioni di Visual, Cultural e Media Studies mostrano come la società contemporanea si caratterizzi per una tendenza a costruire la propria conoscenza e la propria cultura sfruttando la crescente proliferazione di immagini, molte delle quali a base filmica. Intercettando il dibattito sul post-cinema, la ricerca prova a prendere atto di questa dinamica adottando un approccio di tipo esperienziale, indagando le forme che l’istanza cinematografica assume nel momento in cui, lasciati i suoi luoghi classici, si fa presente negli spazi di vita. Proprio questo sorgere, costituisce il punto di partenza per ripercorrere i meccanismi attraverso cui l’istanza filmica viene in contatto con gli elementi essenziali perché possa modellarsi come conformazione esperienziale. L’esito di questo processo conduce alla costituzione di una forma esperienziale particolare, definita spazio-immagine. Il concetto assunto come chiave di lettura di questa categoria e dei suoi processi strutturali (abitare, costruire, arredare) è quello di design, inteso come possibilità di trasformazione dei tratti che definiscono le forme esperienziali. Ragionare in termini di spazio-immagine significa allora inquadrare l’idea di esperienza filmica in uno schema di presenza ed emersione, secondo una prospettiva organica di integrazione e tessitura che conduce all’identificazione di quelli che sono i neoluoghi del filmico. / Recent acquisitions in Visual, Cultural, and Media Studies emphasize the trend to use the contemporary proliferating images – mainly screen-based – in order to build knowledge and culture. Intercepting the current debate dealing with the post-medial condition involving cinema, the research project aims to detect this process. While assuming an experiential approach, it attempts to explore the forms of cinematic experience as it leaves its own precincts and finds new expressing solutions within everyday encounters. Starting from the emergence of original image-patterns in different contexts and situations of daily life, the observation focusses on the mechanisms which lead to a modelling of filmic experience into particular shapes and configurations. The result of these operations represents what is to be called 'space-image'. The interpretation key-concept of this category and of its structural processes (dwelling, projecting, furnishing) is design: this is intended here as transfomation options able to inform and re-inform experiential materials. Setting the study of cinematic experience under the sign of space-image means thus to reframe the presence and rising of moving images in a perspective of organic integration and texture, which permits to identify the new places of cinema in our time.

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