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Intervenção iussu iudicis no processo civil brasileiro / Intervento iussu iudicis nel processo civile brasiliano

Cintra, Lia Carolina Batista 25 April 2016 (has links)
Esta tese trata de instituto pouco conhecido no direito brasileiro: a intervenção iussu iudicis, que deve ser diferenciada da ordem de integração do litisconsórcio necessário. A incompletude do sistema brasileiro de intervenção de terceiros pode ser verificada a partir de várias perspectivas e uma delas é a falta de atribuição de poderes ao juiz para determinar a intervenção de terceiros no processo. O sistema de intervenção de terceiros presta-se à tutela de diversos valores relevantes e por isso não pode ficar exclusivamente nas mãos das partes ou mesmo de algum terceiro que tome a iniciativa de uma intervenção voluntária, após descobrir sozinho a existência de um processo em que tenha interesse em intervir. A tese assim caminha na direção de investigar em que hipóteses já pode ser considerada admissível a intervenção iussu iudicis, além de propor que a figura passe a ser expressamente prevista no ordenamento, na esteira do que já ocorre na Itália, por exemplo. A proposta está alinhada com o marco teórico definido no início da tese, consubstanciado no trinômio publicismo, instrumentalidade e cooperação. Foi necessário percorrer um caminho relativamente longo e foram esses os principais passos: (I) definição do marco teórico; (II) conceituação de parte e de terceiro; (III) verificação da insuficiência dos limites subjetivos da coisa julgada e da eficácia da sentença para a tutela do terceiro; (IV) indicação da necessidade de o processo mostrar-se instrumental às intervenções de terceiros; (V) estudo da intervenção iussu iudicis ou de mecanismos similares em ordenamentos estrangeiros (Itália, Espanha e França); (VI) análise crítica do sistema brasileiro de intervenção de terceiros; (VII) diferenciação entre litisconsórcio necessário e intervenção iussu iudicis e, por fim; (VIII) construção das hipóteses em que deve ser admitida a intervenção iusssu iudicis com exame dos aspectos procedimentais do instituto. / Questa tesi si occupa di un argomento poco conosciuto nel diritto brasiliano: lintervento iussu iudicis, che è diverso dallordine di integrazione del litisconsorte necessario. Lincompletezza del sistema brasiliano di intervento di terzi può evincersi da diverse prospettive e una di loro è la mancanza di assegnazioni di poteri al giudice affinchè ordini lintervento di un terzo nel processo. Il sistema di intervento di terzi è improntato alla protezione di diversi valori rilevanti e in virtù di ciò non può essere lasciato solo nelle mani delle parti o addirittura di un terzo che prenda liniziativa di un intervento dopo aver scoperto da solo che cè un processo in cui ha un interesse ad intervenire. Lobiettivo della tesi è la ricerca delle ipotesi in cui lintervento iussu iudicis può essere già considerato ammissibile, oltre allauspicio che il legislatore preveda espressamente listituto nellordinamento brasiliano, sulla scia di quanto già avviene in Italia, per esempio. La proposta è in linea con il quadro teorico impostato allinizio della tesi, rappresentato nel trinomio: pubblicismo, strumentalità e cooperazione. È stato necessario percorrere uma strada abbastanza lunga e questi furono i passi principali: (I) la definizione del quadro teorico; (II) concettualizzazione di parte e di terzo; (III) verifica dellinsufficienza dei limiti soggettivi del giudicato e della efficacia della sentenza per la tutela del terzo; (IV) indicazione della necessità che il processo si mostri strumentale agli interventi di terzi; (V) studio dellintervento iussu iudicis o meccanismi simili in ordinamenti stranieri (Italia, Spagna e Francia); (VI) esame critico del sistema brasiliano di intervento di terzi; (VII) confronto tra litisconsorzio necessario e intervento iussu iudicis; e, infine, (VIII) costruzione delle ipotesi in cui deve essere ammesso lintervento iussu iudicis con lesame degli aspetti processuali dellistituto.
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Rapporti tra metacognizione e multimedialità nei processi cognitivi / Metacognition and Multimedia in Cognitive Processing

COLOMBO, BARBARA 09 March 2007 (has links)
Il lavoro si è proposto di indagare le relazioni esistenti tra la metacognizione e la multimedialità, focalizzandosi in particolare sul ruolo che tali elementi possono avere sul processamento cognitivo. Partendo da un'analisi della teoria di Mayer relativa all'apprendimento multimediale, e da un'attenta disamina della letteratura recente riguardante il rapporto tra metacognizione e multimedialità, sono stati progettati tre percorsi di ricerca. Il primo consiste in un'analisi di dell'uso delle illustrazione nei testi scolastici italiani analisi volta a far emergere modelli impliciti dell'utilizzo della multimedialità. Questo primo progetto di ricerca comprende anche una seconda parte, strutturata sotto forma di interviste, volta a studiare più direttamente le concezioni ingenue di diversi sottocampioni di soggetti. Le seconda ricerca è volta a verificare il livello di accordo spontaneo che studenti universitari possono dimostrare rispetto ai principi multimediali ipotizzati da Mayer. La terza parte sperimentale, invece, si è soffermata sull'analisi del ruolo e degli effetti della metacognizione e delle differenze individuali nella fruizione di presentazioni multimediali. I risultati delle ricerche sono stati discussi anche confrontandoli con i dati della più recente letteratura di settore. / The present work was aimed at exploring relations between metacognition (declined in metacogntion knowledge, monitoring and control) and multimedia, focusing particularly on the role that those elements have on cognitive processing. Starting from a theoretical analysis of Mayer's model of multimedia learning, and from a detailed examine of the recent literature concerning metacognition and multimedia, we devised 3 experimental projects. The first one was an analysis of instructional illustrated books, intended to discover embedded beliefs about multimedia. This project included also an interview study to directly investigate people naïve conceptions. The second research was aimed to investigate if cognitive principles underlying multimedia learning are counterintuitive asking students to rate the effectiveness of Mayer's own experimental materials. The third part was focused on the role of active metacognition and individual differences in the fruition of a multimedia presentation. Results from the three studies were discussed and compared with existing literature.
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SPAZIO INTERNO ED ESTERNO: IL RUOLO DEI SISTEMI DI RIFERIMENTO SPAZIALI EGOCENTRICO E ALLOCENTRICO NELLA COGNIZIONE UMANA / INNER AND OUTER SPACE: THE ROLE OF EGOCENTRIC AND ALLOCENTRIC SPATIAL REFERENCE FRAMES IN HUMAN COGNITION

SERINO, SILVIA 12 March 2015 (has links)
La domanda "Che cos’è lo spazio?" è sempre stata un tema centrale per la filosofia, ed è diventata di interesse anche per la psicologia cognitiva e per le neuroscienze, con una domanda cruciale strettamente legata: "Dove sono io?". Lo sforzo per collegare le risposte a queste due domande mira proprio a comprendere la complessa relazione che esiste tra lo spazio interno ed esterno, che è l'obiettivo finale di questo lavoro. L'idea è che la nostra posizione nel mondo influenzi fortemente il modo in cui codifichiamo, archiviamo e recuperiamo dalla memoria un layout spaziale. Inoltre, questo layout spaziale serve da impalcatura che vincola tutte le informazioni relative al nostro passato, presente e futuro, e tutte le esperienze legate al nostro corpo. All’interno di un approccio enattivo, si suggerisce una sincronizzazione continua (cioè, il “mental frame syncing") tra una rappresentazione allocentrica indipendente dal punto di vista allocentrica (i.e. che include solo relazioni oggetto-oggetto astratte) e una rappresentazione allocentrica dipendente dal punto di vista (i.e. che include informazioni sulla nostra direzione egocentrica attuale) possa permettere di posizionare il corpo nello “spazio memorizzato” rendendo più semplice la traduzione di questo in un “lived space” di cui si necessita per navigare, per ricordare il passato e per sentire il corpo. Sulla base di queste premesse teoriche, quattro studi sperimentali saranno presentati per studiare il ruolo del mental frame syncing come un principio di allineamento centrato sull’osservatore nei processi di codifica e di recupero delle informazioni. / The question "What is space?" has always been a central topic for philosophy, and a closely linked crucial question becomes of interest for cognitive psychology and neuroscience, that is "Where am I?" The efforts to answer these two questions are means to better understanding of the complex relation between the outer and the inner space, which is the final goal of this work. The idea is that that our bodily position in the world strongly affects the way in which we encode, store and retrieve a spatial layout. Moreover, this spatial layout serves as a scaffold, binding all the information of our past, present, future and body-related experiences. Within an enactive approach, it is suggested that this continuous synchronization (namely, the “mental frame syncing”) of an allocentric viewpoint-independent representation (i.e. including only abstract object-to-object relations) and an allocentric viewpoint-dependent representation (i.e. comprising information about our current heading) may permit to place current bodily position in the “memorized space" making easy the translation of it into a “lived space” that it is needed to navigate, remember the past and feel the body. On these theoretical premises, four experimental studies will be presented to investigate the role of mental frame syncing as an alignment principle centred on observer the processes of encoding and retrieval of information
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MENTALISMO VS. ANTI-MENTALISMO. UN'ANALISI EPISTEMOLOGICA E UNA RICERCA EMPIRICA. / MENTALISM VS. ANTI-MENTALISM AN EPISTEMOLOGICAL ANALYSIS AND AN EMPIRICAL RESEARCH

LO DICO, GIUSEPPE 13 March 2009 (has links)
Per spiegare i loro risultati gli psicologi sperimentali fanno uso di termini riferentisi al mentale. Tuttavia, nel corso della storia, essi hanno definito in modi differenti il concetto di mente e quindi il significato dei termini usati nelle sue teorie. Nella prima parte della tesi sono discusse quattro opzioni epistemologiche in base alle quali tali termini sono stati interpretati nella storia della psicologia scientifica (il ‘mentalismo’ dell’introspezionismo, l’‘anti-mentalismo’ del comportamentismo, il ‘mentalismo’ del cognitivismo, l’ ‘antimentalismo’ delle neuroscienze cognitive). Assumere una di queste posizioni piuttosto che un’altra implica il porre l’attenzione su tipi diversi di dati e dunque la scelta di differenti metodologie di raccolta e analisi degli stessi. Nella seconda parte vengono replicati gli esperimenti del neurologo Damasio per testare la sua “ipotesi del marcatore somatico”. Tali esperimenti sono interessanti perchè utilizzano dati e metodologie che fanno riferimento a tutte e quattro le opzioni epistemologiche descritte nella prima parte. I risultati qui presentati non replicano quelli di Damasio e dunque sembrano falsificare la sua ipotesi. L’analisi empirica e quella epistemologica mostrano come l’opzione mentalistico-introspezionistica (rifiutatata da Damasio in favore di quella neuroscientifica) meriti di essere considerata e perseguita come linea metodologica che può dare origine a risultati scientificamente fecondi. / Experimental psychologists use terms referring to mind for explaining their results. However, in the course of history, they have defined the concept of mind in many ways and so the meaning of the terms used in its theories. In the first part of this work four epistemological options according to which these terms have been interpreted all along the history of experimental psychology are discussed (the ‘mentalism’ of introspectionism, the ‘anti-mentalism’ of behaviourism, the ‘mentalism’ of cognitivism, the ‘anti-mentalism’ of cognitive neuroscience). Assuming one of these options implies to consider different kinds of data and so to choose different data collecting and analyzing methodologies. In the second part the experiments proposed by neurologist Damasio for testing his ‘somatic marker hypothesis’ are replicated. Such experiments are interesting because they appeal to data and methodologies referring to all the four epistemological options above considered. The results presented do not replicate the Damasio’s ones and so they seem to falsify his hypothesis. The epistemological analysis and the empirical research show how the introspectionistic-mentalistic option (refused by Damasio in favour of the neuroscientific option) deserve to be considered as a reliable methodological that can lead to important scientific results.
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Modèles, textes, processus : une étude cognitive des métaphores défigées et d’invention / Modelli, testi, processi : uno studi cognitivo delle metafore delessicalizzate e d'invenzione

Albano, Mariangela 10 March 2014 (has links)
Le but principal de la thèse de recherche est celui d’analyser les mécanismes cognitifs et linguistiques à la base des métaphores « d’invention et défigées » en utilisant une approche qui vise à mélanger la théorie de la métaphore conceptuelle de Lakoff et Johnson (1980 et 1999), la théorie de l’intégration conceptuelle de Turner et Fauconnier (2002) et la théorie de l’analogie de Monneret (2004 et 2014). Pour mettre à l’épreuve le fonctionnement de la complémentarité de ces trois modèles, nous avons choisi d’utiliser deux textes littéraires de langue allemande des années 1980-1990 qui sont «Kassandra» (1983) de Christa Wolf et «Minotaurus. Eine Ballade» (1985) de Friedrich Dürrenmatt. Pour identifier le degré de figurativité des métaphores à l’intérieur des textes trois méthodologies ont été mise en place : les interviews des locuteurs allemands ; la consultation des dictionnaires en langue allemande et une observation des éléments présents à l’intérieur de la métaphore à travers la méthodologie MIPVU (Steen et al., 2010). L’analyse nous permet de comprendre le fonctionnement des métaphores dans les textes et les symboles culturels utilisés par les écrivains. De plus, cette recherche vise à montrer l’usage des « frames » et des « blends » conceptuels qui structurent notre cognition. / The main aim of this PhD thesis is the analysis of the cognitive and linguistic mechanisms within the creative and delexicalised metaphors using a mixed approach of Lakoff and Johnson’s (1980 and 1999) theory of conceptual metaphor; the Fauconnier and Turner’s (2002) theory of blending and the Monneret’s (2004 and 2014) theory of analogy. To test the complementariness of these three models, we have chosen two German literary texts from 1980 to 1990 that are «Kassandra» (1983) by Christa Wolf and «Minotaurus: eine Ballade» (1985) by Friedrich Dürrenmatt. To identify the degree of figurativeness of the metaphors within these texts, we have used three methodologies: the interviews to German speakers; the consultation of the German language dictionaries and the observation of the elements within metaphors through the MIPVU methodology (Steen et al., 2010). The analysis allows us to understand how metaphors work in the different texts and how cultural symbols are used by authors. Additionally, this research aims to show how the use of conceptual «frames» and conceptual «blends» that structure our cognition. / Lo scopo centrale della tesi di ricerca è quello di analizzare i meccanismi cognitivi e linguistici alla base delle metafore «d’invenzione e delessicalizzate» utilizzando un approccio che miri a fondere la teoria della metafora concettuale di Lakoff e Johnson (1980 e 1999), la teoria dell’integrazione concettuale di Fauconnier e Turner (2002) e la teoria dell’analogia di Monneret (2004 e 2014). Per mettere alla prova il funzionamento della complementarietà di questi tre modelli, è stato scelto di utilizzare due testi letterari di lingua tedesca degli anni 1980-1990 che sono «Kassandra» (1983) di Christa Wolf e «Minotaurus. Eine Ballade» (1985) di Friedrich Dürrenmatt. Per identificare il grado di figuratività delle metafore all’interno dei testi sono state messe in atto tre metodologie: le interviste ai parlanti tedeschi; la consultazione dei dizionari in lingua tedesca e un’osservazione degli elementi presenti all’interno della metafora attraverso la metodologia MIPVU (Steen et al., 2010). L’analisi ci permette di comprendere il funzionamento delle metafore all’interno dei testi e come sono utilizzati i simboli culturali da parte dei singoli autori. In più, questa ricerca rappresenta, quindi, un tentativo di comprendere l’uso dei «frame» e dei «blend» concettuali che strutturano la nostra cognizione.
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MODULAZIONE DELL'AROUSAL MEDIANTE LA STIMOLAZIONE ELETTRICA TRANSCRANICA A FREQUENZE RANDOM / AROUSAL MODULATION BY RANDOM NOISE TRANSCRANIAL ELECTRICAL STIMULATION

MAURI, PIERCARLO 17 March 2016 (has links)
Il lavoro di tesi si è focalizzato sullo studio dell’arousal come indice psicofisiologico di attivazione e sull’applicazione della metodica di stimolazione elettrica transcranica (tES) non invasiva con lo scopo di modulare tale indice. L’obiettivo è stato quello di indagare se, applicando la tES, fosse possibile migliorare la performance di soggetti giovani sani in compiti di tipo cognitivo. Il progetto di ricerca si è sviluppato in 2 studi principali per un totale di 4 esperimenti. Tali studi hanno previsto l’acquisizione e la successiva analisi sia di dati comportamentali (tempi di reazione, accuratezza), che di indici psicofisiologici (conduttanza cutanea, diametro pupillare). I risultati hanno evidenziato che è possibile modulare l’arousal con dei “bursts” di stimolazione elettrica transcranica, somministrati in concomitanza di stimoli salienti per il soggetto. Tale modulazione si è manifestata con una riduzione dei tempi di reazione ed un contemporaneo aumento della risposta di conduttanza cutanea. Questi dati supportano la possibilità di utilizzare questo protocollo in pazienti con difficoltà di attenzione o altri problemi cognitivi per aumentare l’efficacia di interventi di riabilitazione. / The thesis analyzed the role of the arousal as a psychophysiological index of activation, and the application of non-invasive transcranial electrical stimulation (tES) technique with the aim to modulate this index. In this work we investigated if the application of tES could increase the performance of healthy young subjects during cognitive tasks. The thesis is based on 2 main studies for a total of 4 experiments with the recording of behavioural (reaction times, accuracy) and psychophysiological (skin conductance, pupil diameter) indeces. The results showed that it is possible to modulate arousal with bursts of tES, administered during the presentation of salient stimuli for the subject. This modulation resulted in a reduction of reaction times and an increase of the skin conductance response. These data support the possibility to use this protocol of stimulation with patients with attentional and other cognitive deficits in a rehabilitative context.
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La simulazione negoziale nel processo civile

Silvestri, Kevin 07 June 2022 (has links)
The thesis aims to reconstruct the procedural rules that apply whenever the simulation of contract becomes an issue within a civil proceeding.To this end, a different method is followed from that commonly used by the courts and in the scholarly literature, which have mostly deduced the content of these rules assuming, as a starting point, a certain solution to the problem of the nature of simulated contracts. The courts, that still adhere to the traditional doctrine of nullity of the simulated contract, state that the rules of the civil code dedicated to the action and the objection of nullity shall also apply to the action and objection of simulation. Part of the scholars, rejecting such premises, uphold interpretative solutions that are at odds with those supported by the courts. On the contrary, in this thesis, the legal notion of simulation is assumed as a starting point. Such a legal notion describes the set of facts that lead to a simulation of a contract and to the legal consequences set forth in articles 1414 and ff of the civil code; these facts are thus material to the process in which the simulation is an issue. Hence, the first part of the thesis (chapters 1 to 4) aims at framing the legal notion of simulation within the main categories of civil procedure, and starts from the definition of the legal notion of simulation by critically assessing the two main conceptions of the simulation phenomenon that emerge from the conspicuous literature on the subject: a “negative” conception, which sees the simulation as the lack of an essential element of the contract, and a “positive” conception, which sees the simulation as an agreement between the parties with the aim of excluding the legal effects of a contract between them (simulation agreement). The arguments in support of this last conception are set forth; after that, the question of the structure of the so-called “concealed contract” and the role of the simulation agreement on its formation and effectiveness is examined. The framing of the simulation in the fundamental categories of the process is then carried out through the observation of the legal effects that the simulation activity produces with regard to third parties, and the procedural classification of the substantial categories referred to in Articles 1415 and 1416 of the Italian Civil Code (in particular, unopposability). Finally, the objective scope of the process in which the ascertainment of the simulation of a contract is requested (action of simulation) is defined by critically examining the prevailing doctrine, according to which the said action aims at ascertaining the lack of a “contractual relationship”. Another doctrine is then examined, according to which simulation and nullity may be described as authonomous legal effects capable of being ascertained within a judgment having the force of res judicata. The second part (chapters 5 and 6) is dedicated to the discussion of selected issues of “procedural dynamics”, namely: a) the objection of absolute simulation, and the problem wether the judge may decide upon it ex officio in both the processes aimed at enforcing a simulated contract, and in those that aim, on the contrary, at the declaration of nullity, or at the annulment, rescission or termination of the same contract; b) the multiple facets that the issue of absolute simulation presents in the course of a forced expropriation proceeding undertaken against an “apparent owner”; c) the form of the concealed contract and the extent to which the simulants may prove a relative simulation by witnesses, particularly in the event that the relative simulation of the price of a sale contract is alleged as an objection to an avoidance action promoted by the bankruptcy trustee; d) the stading to an action of simulation; e) the objective scope of the res judicata in the same action. / La tesi mira a ricostruire la disciplina processuale della simulazione negoziale, ossia le regole concernenti l'attività compiuta nel processo dalle parti e dal giudice, ogniqualvolta la simulazione di un negozio giuridico sia oggetto di allegazione, prova e decisione (nella forma della mera cognizione o dell'accertamento). Si segue, a tal fine, un metodo diverso da quello comunemente impiegato dalla giurisprudenza e dalla dottrina, le quali hanno perlopiù dedotto il contenuto di tali regole a partire dalla soluzione di volta in volta prescelta al problema della qualificazione del contratto simulato. La giurisprudenza, muovendo dalla tesi della nullità del contratto simulato, conclude per la diretta applicabilità delle norme del codice civile dedicate all'azione e all'eccezione di nullità. Parte della dottrina, discostandosi da quella premessa, propone soluzioni applicative di segno opposto. Al contrario, nel presente lavoro, la centralità solitamente assegnata al contratto simulato, è occupata dalla simulazione, ossia dalla fattispecie degli effetti che gli artt. 1414 e seguenti designano quali “effetti della simulazione”. Detta fattispecie è infatti quanto forma oggetto dell'attività dei soggetti del processo (l'allegazione, la prova, la cognizione e l'accertamento). La ricostruzione della disciplina processuale della simulazione muove pertanto dalla collocazione della fattispecie simulatoria entro le categorie che informano il contenuto di quella disciplina, e cioè la qualificazione della simulazione come tema di prova, come questione di merito oggetto di mera cognizione, nonché, infine, come oggetto del processo e dell'accertamento munito di autorità di cosa giudicata. La prima parte della tesi (capitoli da 1 a 4) si occupa esattamente di tale inquadramento, prendendo le mosse dalla definizione della fattispecie simulatoria e dalla discussione critica delle due opposte concezioni del fenomeno simulatorio che emergono dalla cospicua letteratura sul tema: una concezione “negativa”, che vede nella simulazione una forma qualificata di difetto della fattispecie negoziale, e una concezione “positiva”, che ravvisa la fattispecie simulatoria in un negozio distinto da quello simulato (il c.d. accordo simulatorio). Enunciate le ragioni a sostegno di quest'ultima concezione, si prende in esame la questione della struttura del contratto dissimulato e del ruolo dell'accordo simulatorio sulla formazione e l'efficacia del medesimo. L'inquadramento della simulazione nelle categorie fondamentali del processo prosegue mediante l'osservazione degli effetti giuridici che l'attività simulatoria produce riguardo ai terzi, e l'inquadramento processuale delle categorie sostanziali richiamate negli artt. 1415 e 1416 c.c. (segnatamente, l'inopponibilità). Infine, si definisce l'oggetto dell'azione di simulazione, mettendo di fronte la prevalente tesi che detto oggetto fa coincidere con il rapporto fondamentale contrattuale, e quella minoritaria che addita le azioni di simulazione e nullità quali esempi di processi di accertamento di situazioni giuridiche preliminari. Si sottopone quindi a critica la tesi del rapporto fondamentale. La seconda parte (capitoli 5 e 6) è dedicata alla discussione di profili scelti di dinamica processuale, segnatamente: l'eccezione di simulazione assoluta, e il problema della sua rilevabilità d'ufficio nei processi diretti all'esecuzione del contratto simulato, nonché in quelli che mirano, al contrario, alla dichiarazione della nullità, ovvero all'annullamento, alla rescissione o alla risoluzione dello stesso contratto; le molteplici sfaccettature che presenta la cognizione della simulazione assoluta nel corso (o a lato) dell'espropriazione forzata intrapresa contro il titolare apparente; la forma del contratto dissimulato e l'ampiezza dei poteri istruttori dei simulanti che intendano dar prova della simulazione relativa, e per suo tramite del contratto dissimulato, particolarmente nel caso in cui la simulazione relativa del prezzo venga addotta per contrastare l'azione revocatoria promossa dal curatore fallimentare contro una compravendita immobiliare “a prezzo vile”; la legittimazione ad agire nell'azione di simulazione; i limiti oggettivi del giudicato di accertamento della simulazione.

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