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Los rostros prohibidos de Dios: Trinidades trifaciales en el ande virreinal, (s. XVIII)Alegría Sabogal, José Gabriel 13 September 2019 (has links)
El tema de la presente investigación son los ejemplares de Trinidad trifacial
producidos en las regiones andinas del virreinato peruano durante los siglos XVII
y XVIII, aunque las piezas en cuestión cuentan solo con fechas aproximadas
pues han sufrido de una larga disociación de sus contextos originales.
Se examinan, en primer lugar, los precedentes de la iconografía en Europa: sus
orígenes paganos, su apropiación como motivo decorativo durante la edad
media, y su difusión como motivo trinitario durante el renacimiento italiano.
Temas tangentes que se tratan en esta fase son también la reiterada asociación
errónea de esta iconografía con herejías, presente tanto en fuentes medievales
como en autores contemporáneos, y la presencia paralela del motivo trifacial en
alegorías y libros de emblemas.
Em segundo lugar, con el fin de contextualizar el desarrollo de estas piezas en
el nuevo mundo, así como las interpretaciones que de estas se han hecho, se
toman en cuenta los siguientes factores: Sus fuentes grabadas, la prohibición de
esta iconografía por Roma en el s. XVIII, y la noción de “trinidades
precolombinas” en el mundo andino presente en muchas crónicas. Un tema
tangente que se enfatiza es la relación frecuente de la Trinidad trifacial con san
Agustín, visible en muchos ejemplares.
Tras esto, se realiza un acercamiento y análisis puntual de los ejemplares. Estos
se incluyen ordenados de acuerdo con sus variantes iconográficas, tanto como a lo que se considera su progresiva transformación en un motivo devocional
popular.
Se examina el caso del Señor del Gran Poder de La Paz, como una devoción
desarrollada alrededor de una Trinidad trifacial en el mundo aymara durante la
modernidad, cuyos aspectos distintivos se desarrollan precisamente en función
de sus tres rostros.
Por último, se hace un breve estudio de la presencia de este motivo en un caso
reciente de arte popular, así como en las obras de artistas contemporáneos
peruanos y extranjeros, los cuales expresan cómo esta iconografía continúa
apelando a la sensibilidad actual bajo nuevas interpretaciones. / Tesis
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GLI "EXCERPTA EX THEODOTO" DI CLEMENTE ALESSANDRINO Introduzione, testo, traduzione e commento / GLI EXCERPTA EX THEODOTO DI CLEMENTE ALESSANDRINO. INTRODUZIONE, TESTO, TRADUZIONE E COMMENTO / The "Excerpta ex Theodoto" of Clement of Alexandria. Introduction, text, translation, commentaryCHIAPPARINI, GIULIANO 08 June 2017 (has links)
L'opera presenta una nuova edizione critica del testo greco degli "Estratti da Teodoto" di Clemente Alessandrino oltre alla prima traduzione italiana completa. Alcuni capitoli introduttivi e un esteso commento permettono di apprezzare la ricchezza di contenuti di questa fonte di inizio III sec. per lo studio dello gnosticismo, letteratura cristiana antica, patristica e storia del dogma. Gli "Estratti da Teodoto" non sono una raccolta di frammenti originali copiati da fonti gnostiche principalmente valentiniane, come si crede abitualmente. Ad un'analisi approfondita essi appaiono come una collezione di tredici frammenti tratti dalle "Ipotiposi", un'opera perduta di Clemente. La natura e il contenuto di questi frammenti mostrano che la tradizionale suddivisione degli ETh in quattro sezioni (Sagnard) non è ricevibile. Deve pure essere abbandonato il tentativo di individuare precisamente le parti 'valentiniane' e 'clementine'. Clemente riporta raramente citazioni letterali tratte dalle sue fonti, mentre molto spesso presenta le dottrine 'eterodosse' in modo indiretto, proponendo delle sintesi ('epitomes'). Nella prima parte degli ETh Clemente presenta e discute soprattutto dottrine valentiniane, probabilmente 'orientali'. Tuttavia, a partire principalmente dal frammento 11 illustra il pensiero di Teodoto. Costui sembra abbia sviluppato e modificato dottrine del valentinianesimo 'occidentale', come dimostra il confronto con la 'Grande Notizia' di Ireneo. / The work presents a new critical edition of the greek text of "Excerpta ex Theodoto" of Clement of Alexandria together with the first complete Italian translation. Some introductory chapters and an extensive commentary allow you to appreciate the richness of the contents of this early third century source for the study of Gnosticism, ancient Christian literature, patristic and history of dogma. The ETh are not a collection of original fragments copied from Gnostic sources mainly valentinian, as believed to routinely. For an in-depth analysis they appear to be a compilation of thirteen fragments from "Hypotyposeis", lost work of Clement. The nature and extent of these fragments show that the traditional division of the ETh in four sections is unacceptable. It must also be abandoned the attempt to accurately identify 'valentinian' and 'clementinian' parts. Clement shows a few quotes verbatim from his sources. Very often shows 'heterodox' doctrines indirectly proposing summaries ('epitomes'). In the first part of the collection Clement presents and discusses especially valentinian doctrines, probably 'eastern'. Instead, starting mainly from the fragment 11, he presents the Theodotus thought. He seems develope and modify doctrines of 'western' valentinianism, as demonstrated by the comparison with the 'Great Notice' of Irenaeus.
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EDILIZIA BASSOMEDIEVALE IN VAL CAVALLINA E NEL SEBINO BERGAMASCO: STUDIO CRONOTIPOLOGICO DEGLI ELEMENTI ARCHITETTONICI E DEI PARAMENTI MURARIMATTEONI, FEDERICA BARBARA 08 March 2016 (has links)
Questo lavoro di ricerca ha come oggetto le architetture religiose, fortificate e civili di epoca bassomedievali conservate in Val Cavallina e sulla sponda occidentale del Sebino nella provincia orientale di Bergamo: questo territorio è privilegiato per la raccolta di dati utili alla definizione della seriazione cronotipologica degli elementi architettonici e dei paramenti murari datati tra XII e XV secolo.
La redazione di tavole cronotipologiche è andata oltre l’aspetto tecnico, ma ha ricostruito i fenomeni sociali e politici di questo territorio in epoca bassomedievale: la costruzione dei castelli e delle torri condizionò la nuova rete insediativa dei borghi, definendo nuovi punti di aggregazione. Queste nuove costruzioni sono il riflesso di famiglie aristocrazie che utilizzano l’edilizia come strumento di affermazione di forza economica e potere sociale.
L’analisi dei corpi di fabbrica condotto col metodo dell’archeologia dell’architettura ha consentito non solo la definizione delle tecniche edilizie, ma anche sulle dinamiche insediative nella provincia orientale di Bergamo. L’edilizia storica è fondamentale per comprendere i modi dell’abitare e di vivere: l’analisi di questi contesti ha consentito di distinguere specifiche tipologie abitative, e di ragionare sulle modalità occupazionali del territorio in epoca bassomedievale, riconoscendo per le due aree d’indagine peculiarità diverse. / This research is related to late medieval age religious, fortified and civil architecture preserved in Val Cavallina and on the western side of Iseo Lake, in the eastern province of Bergamo: this territory is privileged for the collection of data useful for the definition of the chrono-typological seriation of architectural elements and walls, dating from the twelfth and fifteenth centuries.
Chrono-typological tablets exceed technical aspects, and reconstruct the social and political appearance of this territory in the late medieval age: the construction of castles and towers conditioned the new settlement of villages, setting new aggregation points. These new buildings are a reflection of aristocracy’s families, who builds as statement of economic and social power strength.
The insight of the buildings made with the archeological method allowed the definition of building techniques, and the settlement dynamics in the eastern province of Bergamo. The historic building is crucial to understand the ways to live: the analysis of medieval buildings has allowed distinguishing specific typology of houses and the occupational way to set the territory in the late medieval age; every area has his architectural peculiarities.
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OLTREPO' PAVESE: SIGNORIE TERRITORIALI E FORTIFICAZIONI MEDIEVALI FRA STORIA E ARCHEOLOGIADELLU', ELENA ROSANGELA 22 May 2017 (has links)
Si è esaminato il fenomeno dell’incastellamento in Oltrepò Pavese (X sec. - inizi epoca moderna) con una visione globale e diacronica.
La ricerca ha previsto l’integrazione di differenti metodologie di indagine: l’analisi della cartografia storica, lo scavo archeologico del sito fortificato di Monte Pico (PV), lo studio della cultura materiale di alcuni contesti, la ricognizione di superficie e la lettura degli elevati.
Tali dati sono stati contestualizzati storicamente ricostruendo le vicende dei poteri locali che si sono susseguiti nella gestione del territorio dell’Oltrepò; il dato materiale è stato fatto dialogare con i dati documentali estrapolati dalla documentazione storica e dalle fonti cartografiche.
E’ stato svolto un lavoro analitico su contesti castrensi e su borghi stradali mercantilei che ha portato a una sintesi sulle maestranze e le tecniche edilizie che hanno caratterizzato la storia materiale dei siti indagati.
Il lavoro ha quindi mostrato come il comparto territoriale abbia costituito un importante collegamento tra i ricchi porti liguri affacciati sul Mediterraneo e la pianura padana, offrendo nuovi e sistematizzati dati su un’areale geografico fino ad ora poco indagato archeologicamente e storicamente. / The phenomenon of encastellation in Oltrepò Pavese (X century - Early Modern Age) has been examined with a global and diachronic vision.
The research envisaged the integration of different survey methodologies: the analysis of historical cartography, the archaeological excavation of the fortified site of Monte Pico (PV), the study of the material culture of some contexts, surveys and reading of the masonry.
These data have been historically contextualized by reconstructing the vicissitudes of local powers that have followed in the management of the territory of Oltrepò; the material data was made dialog with the documentary data extrapolated from the historical documentation and cartographic sources.
An analytic work was carried out on fortified contexts and on mercantile roads villages which led to a synthesis of the craftsmen and building techniques that characterized the material history of the sites investigated.
Then the work showed how the territorial compartment was an important link between the rich Ligurian ports overlooking the Mediterranean and the Padana plain, offering new and systematised data on an archaeological and historical geographic area till now not investigated.
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ANALISI FILOLOGICA E STORICO-TEOLOGICA DI UN INNO PASQUALE PRIMIGENIO. IL CASO DI Mt 27,51b - 53PESSINA, ANNA 02 September 2019 (has links)
L’elaborato analizza e ricostruisce la storia del testo del brano neotestamentario di Mt 27,51b-53. Il breve componimento, di natura innodica, assume particolare rilievo per la sua collocazione all’interno del racconto della passione, cuore dell’annuncio evangelico. Attraverso l’applicazione di una metodologia che tenga conto delle peculiarità di origine, redazione e trasmissione della letteratura protocristiana, il passo in questione è assunto come caso di studio per una rivalutazione, nella constitutio textus del Nuovo Testamento, della c.d. tradizione indiretta, non sempre adeguatamente valutata dalla filologia tradizionale. Il lavoro è strutturato in due macro-sezioni: la prima, filologica, volta a far emergere, attraverso l’analisi delle citazioni indirette, la forma testuale più antica. Particolare attenzione è rivolta all’espressione «dopo la sua risurrezione», non presente nella fase primitiva del testo. La seconda sezione, storico-teologica, analizza il contesto di formazione e utilizzo della pericope, avallando l’ipotesi di un’origine innodica del brano. Esso sarebbe stato un materiale liturgico precedente, forse giudeo-cristiano, a disposizione della comunità e fatto qui confluire dal redattore del Vangelo per celebrare il sacrificio di Gesù. Vengono, infine, indagate le motivazioni teologiche che potrebbero aver contribuito, tra il III e il IV secolo, alla modifica del dettato testuale più antico. / The thesis aims to reconstruct the history of the text of Matt 27:51b-53. This brief composition, probably a hymn, is particularly relevant for its arrangement in the passion narrative, which is the most important point of the Gospel’s kerygma. By applying a methodology that takes into consideration the peculiarity of the origin, the redaction, and the transmission of the earliest Christian literature, these verses are assumed as a study case, in order to value the indirect tradition in the reconstruction of the text of the New Testament. The work is divided into two parts: the first one, philological, brings out, through the indirect quotations, the earliest form of the text, which is partly different from the canonical one. Here, the sentence «after his resurrection» is relevant because it was not present in the primitive text. The second section analyses the context and the employment of the Matthean pericope in order to confirm the hypothesis of the hymn. It might have been a liturgical material, perhaps Jewish-Christian, used by the community and added to the Gospel by the redactor. Finally, this study takes into account the theological reasons that could have caused, within the third and fourth centuries, the modification of the earliest text.
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Struttura e gestione degli spazi del castello di Monte Copiolo nel Montefeltro: Evoluzione di un sito incastellato tra X e XVI secolo / Structure and management of the spaces of the Monte Copiolo’s castle, in Montefeltro. Evolution of a castle between X and XVI century.SACCO, DANIELE 16 April 2010 (has links)
Il lavoro si occupa dell'evoluzione diacronica del sito incastellato di Monte Copiolo (Italia, regione Marche, provincia di Pesaro e Urbino) tra X e XVI secolo. / The work deals with the diachronic evolution of the Monte Copiolo’s castle, in Montefeltro (Italy, Marche region, province of Pesaro and Urbino) between X and XVI century.
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La Cuestión Social y la Idea de Democracia Cristiana en el pensamiento del Obispo MauraÁngel Muñoz, José Manuel 17 October 2009 (has links)
El pensamiento del Obsipo Maura sobre la Cuestión Social y la Democracia Cristiana ha sido fundamental para la Doctrina Social de la Iglesia y,en particular, para la Diócesis de Orihuela-Alicante.
Al final del siglo XIX y principios del XX conectó con la ciencia y cultura de la época, asociándola a su educación tomista, en el tiempo que la encíclica Rerum Novarum del Papa León XIII hacía su aparición.
Sus pastorales sociales y las dedicadas a la Democracia Cristiana, siendo Obispo de Orihuela, hablan de su sensibilidad social en el arduo problema de la cuestión social y su compromiso en su acción pastoral. / Bishop Maura´s thinking about the social issue the Christian democracy has been essential for the social doctrine of the Catholic church an , particularly, for the diocese of Orihuela.
At the end of the nineteenth century and at the beginning of the twentieth century, he connected with the science and culture of that time, and he associated it to his Thomistic education when the encyclical Rerum Novarum from the Pope Leon XIII appeared.
HIs socials pastorals and those devoted to the Christian democracy talk about his social perception in the difficult problem of the social issue and his strong commitment in the pastoral action when he was Bishop in Orihuela.
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CERAMICA DA CONTESTI ARCHEOLOGICI URBANI DI LECCE (XII - XVII SECOLO). ANALISI E CLASSIFICAZIONE / Pottery from urban archaeological contexts of Lecce (XII-XVII century). Data analysis and Classification.CAPRINO, PATRICIA 25 March 2011 (has links)
Il lavoro si inserisce nell’ambito del progetto di Archeologia Urbana a Lecce, denominato “Lecce Sotterranea”, e propone la classificazione della ceramica databile tra XII e XVII secolo proveniente dai contesti archeologici degli scavi di Piazzetta Santa Chiara e di Palazzo Vernazza.
L’analisi dei contesti di provenienza e delle associazioni di materiali hanno consentito la realizzazione di una classificazione tipologica per le forme meglio rappresentate all’interno delle classi più comuni. In generale si fornisce un ampio catalogo di forme con riferimenti cronologici molto puntuali. Inoltre, l’approccio contestuale e lo studio sui fenomeni di residualità hanno spesso consentito di fare delle considerazioni più puntuali sulle dinamiche di frequentazione dell’insediamento. ingrandire
La lettura delle sequenze stratigrafiche e lo studio della componente residuale all’interno degli strati di età normanna, hanno consentito di chiarire alcuni aspetti circa le modalità di abbandono e di successivo ripopolamento dell’insediamento tra Tardoantico e XI secolo. L’analisi di classi ceramiche particolarmente diagnostiche ha integrato i pochi dati storici noti per il periodo svevo di Lecce mentre, per il periodo angioino e quello aragonese, è stato possibile definire un quadro cronologico più preciso rispetto alle produzioni ceramiche locali e ad alcune forme del vivere quotidiano.
Infine, l’occasione di studiare contesti di XVII secolo scavati stratigraficamente ha dato modo di definire la datazione di classi ceramiche locali finora semplicemente classificate come “postmedievali”. / The work is part of the project of Urban Archaeology in Lecce called “Lecce Sotterranea”, and proposes the classification of pottery dated between the XII and XVII century and coming from the archaeological contexts of Piazzetta S. Chiara and Palazzo Vernazza excavations. The analisys of the contexts of origin and of the associations of materials has allowed a typological classification for the most represented forms inside the most common classes. In general, a wide catalogue of forms is presented, with very precise chronological references. Moreover, the contextual approach and the study of residuality worked out a better understanding of the dynamics of settlement. By reading the stratigraphical sequences and studying the residuality component inside Norman Age layers strata, some light has been shed upon the settlement's abandonment and later repopulation between Late Antiquity and the XI century. The analysis of particularly diagnostic classes of pottery has reinforced the scarce known historical data for the Swabian period in Lecce, whereas for the Angevin and Aragonese ones a more precise chronological picture could be drawn regarding local pottery production and some forms of daily life. Lastly, studying XVII century contexts stratigraphically excavated has permitted a more precise dating for some local ceramical classes previously classified just as “postmedieval”.
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IL REIMPIEGO DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE NEL CANTIERE MEDIEVALE. DINAMICHE DI TRASFORMAZIONE, LINEE EVOLUTIVE E INDICATORI CRONOTIPOLOGICI NELLE ARCHITETTURE MILANESI TRA TARDOANTICO E XII SECOLO / The reuse of building materials in the medieval constructions. Transformation dynamics, evolutionary lines and age-typology indicators in the architecture of Milan between the late antiquity and the 12th century.GREPPI, PAOLA 12 April 2014 (has links)
La tesi è rivolta allo studio comparativo delle tecniche costruttive datate tra tardo antico e romanico (fine IV-XII secolo), con particolare attinenza agli edifici di culto milanesi. L'obiettivo principale è stato quello di delineare le linee evolutive delle tecniche costruttive e identificare la presenza di caratteri tecnici particolari che avessero valore di indicatore cronotipologico.
Il quadro complesso e articolato degli studi pregressi sulle più note basiliche medievali milanesi ha reso necessaria l'indagine, per la presenza di ipotesi interpretative contraddittorie e la frequente carenza di indagini aggiornate sotto il profilo metodologico. Per questa ragione, la prima parte del lavoro è stata rivolta alla definizione della storia degli studi editi riguardanti temi di carattere archeologico e architettonico, che hanno costituito la base di riferimento per l'individuazione delle campionature murarie da analizzare. Nell'ambito di questa stessa sezione si è resa poi indispensabile la stesura di una parte destinata alla trattazione del metodo utilizzato che, per quanto riguarda l'analisi del materiale da costruzione in laterizio, ha previsto l'applicazione, in via sperimentale su un raggio di indagine così esteso, del metodo mensiocronologico al materiale di recupero.
La seconda parte della tesi ha riguardato l'analisi dei principali contesti architettonici esaminati (S. Giovanni alle Fonti, S. Tecla, S. Simpliciano, S. Nazaro Maggiore, S. Ambrogio, S. Eustorgio), affrontata con schede apposite destinate all'inquadramento dei dati storico-archeologici pregressi, delle campionature murarie esaminate, in pietra e laterizio, e dei risultati delle analisi metriche. Ogni fase costruttiva individuata è stata poi approfondita in sezioni specifiche nelle quali sono confluiti i risultati raggiunti.
La terza ed ultima parte del lavoro, è stata infine rivolta alla trattazione delle cronotipologie dei tipi costruttivi elaborate (in opus latericium, opus latericium spicatum e opera di spolia), a quella dei principali indicatori cronotipologici individuati e alle loro modalità di trasformazione nel tempo.
Il lavoro di ricerca ha aperto molteplici prospettive di approfondimento, relative ai singoli monumenti trattati ma anche a problematiche di più ampio respiro nel settore dell'edilizia medievale, che sono state trattate nel capitolo conclusivo. / The thesis is dedicated to the comparative study of construction techniques dating from late antiquity and Romanesque (end of 4th-12th century), with particular attention to the religious buildings in Milan. The main objective was to represent the evolutionary lines of the construction techniques and to identify the presence of technical characteristics that have a specific age-typology meaning.
The contradictory interpretative hypotheses and the lack of up-to date - in terms of methodology - investigations within the complex and extensive literature on the most known medieval basilicas in Milan has inspired this investigation. For this reason, the first part of the work treats the definition of the history of the published studies on the archaeological and architectural subjects, which have represented the reference for the identification of the masonry samples to be analyzed. As part of this section it was necessary the drafting of a description of the method used. With regard to the analysis of structural clay material, such process provided for the application - on an experimental basis on a so extensive investigation - of the metric-age analysis method to the recovered material.
The second part of the thesis concerned the analysis of the main architectural complexes examined (S. Giovanni alle Fonti, S. Tecla, S. Simpliciano, S. Nazario Maggiore, St. Ambrose, St. Eustorgio), performed through dedicated files for the classification of former historic-archaeological data, of the masonry and the stone and brick samples tested, and of the results of the metric analysis. Each identified construction phase was then further investigated in specific sections where the results are gathered.
The third and final part of the work concerns the discussion of the developed age-typologies of the construction materials (opus latericium, opus spicatum latericium and works in spolia), the main age-typology indicators identified and the different ways they changed over time.
The research has opened up many scenarios for further studies, in relation to the individual monuments treated but also to broader issues in the sector of the Middle Ages building activity, as discussed in the final section.
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ROMEIROS E PEREGRINOS NA ROMARIA DE SANTO ANTÃO: O POVO DA CRUZ RUMO A SALVAÇÃO LATINO-AMERICANA / ROMEROS Y PEREGRINOS EN EL PEREGRINAJE DE ANTÃO SANTO: LA GENTE DE LA CRUZ EN RUTA DE LA SALVACIÓN EN AMERICANA LATINAAlves, Robinson Fernando 21 January 2008 (has links)
Iniciaron a vueltas para 1848, según el contexto messianico del sur del Brasil en el siglo XIX, y en el acuerdo de la realidad y las características de los movimientos rústicos de los sertanejos, en Campestre, Santa Maria, RS, un movimiento messianico dirigido por el
asceta João Maria de Agostinho, el "monge santo" o el ermitaño solitario de Campestre y de Botucaraí. João Maria era hombre versátil. Su funcionamiento si los hallazgos la media manera entran en el astuteness táctico para emprender y la simplicidad rústica de su persona.
Lo pusieron, ermitaño y caminante. Era un racionalista de una manera tal como para su manera de la vida personal, cuánto en que dirige las actitudes diarias prácticas y de la moraleja de las oficinas de su fieles. El anchoret estableció en local el culto a Antão Santo, legado a los fieles intitled el documento "Aos del Campestre", donde él eligió sus sucesores y él instituyó el peregrinaje o el "partido" de Antão Santo. De ahora encendido, la población comienza a conducir el acontecimiento religioso. El estudio del peregrinaje en tres fases fue basado: crecimiento, de 1848 a 1900; altura, de 1900 a 1930; y consolidación de 1930 a los días actuales. En todos los momentos de su historia, estaban sobre un acontecimiento popular, con diversos grupos sociales implicados. El trabajo analizaba algunos elementos que informan
en quiénes son los romeros de Antão Santo. Para saber porqué la población si integra al culto era la intención para la cual si procedió al estudio del acontecimiento. También uno analizaba extensamente las formas diversas donde el la religiosa, social y la pragmática si revela en el peregrinaje, con los procesos de la memoria, las representaciones, reinterpretações, de la acción y de la cultura. La importancia del sacrificio, de los sacros de la manera, del Cerro del Campestre, del agua, de la imagen, del paisaje, del "monge", del Santo y del dios para los worshippers le fue estudiada. Fue intentada para entender el significado de la idea del "partido de Antão Santo" y si consideraba todos los rites y cultos que si podría observar durante la semana del acontecimiento. Intuiu a saber de eso que forma y por qué razón la profane si integra la sagrada y viceversa. Estaba quebrada de un histórico, de un antropológico y de un punto de vista cultural que da visibilidad a los romeros, a los peregrinos, a los habitantes del lugar y al clero, con la prominencia a la versión de la población que incorpora el peregrinaje. Uno valoró las diferencias entre los worshippers y el clero. En el último si procuró contra para
los problemas sociales que pueden haber ofrecido coyuntura histórica al movimiento, para la diversidad del peregrinaje, el carácter colectivo de los seres humanos religiosos de las relaciones y para la idea de eso el hombre debe ser valorado antes de cualquier otro proyecto. / Por volta de 1848, segundo o contexto messiânico do sul do Brasil no século XIX, e conforme a realidade e características dos movimentos rústicos sertanejos, iniciou-se em
Campestre, Santa Maria, RS, um movimento messiânico encabeçado pelo asceta João Maria de Agostinho, o santo monge ou solitário eremita de Campestre e Botucaraí. João Maria foi homem versátil. Sua atuação se encontra a meio caminho entre a astúcia tática para empreender e a simplicidade rústica da sua pessoa. Era leigo, ermitão e caminhante. Foi um racionalista tanto no que se refere a seu modo de vida pessoal, quanto no que norteia as atitudes cotidianas práticas e morais dos fiéis. O anacoreta estabeleceu no local o culto a Santo Antão, legou aos fiéis um documento intitulado Aos do Campestre , onde escolheu os seus sucessores e instituiu a Romaria ou festa de Santo Antão. A partir de então, a população passa a conduzir o evento religioso. Baseou-se o estudo da Romaria em três fases: crescimento, de 1848 a 1900; auge, de 1900 a 1930; e consolidação, de 1930 aos dias atuais. Em todos os momentos da sua história, tratou-se de um evento popular, com diferentes grupos sociais envolvidos. O trabalho analisou alguns elementos que informam sobre quem são os
romeiros de Santo Antão. Saber por que a população se integra ao culto foi intuito pelo qual se procedeu ao estudo do evento. Também se analisou amplamente as diversas formas em que o religioso, o social e o pragmático se manifestam na Romaria, através dos processos de memória, representações, reinterpretações, da ação e da cultura. Estudou-se a importância do sacrifício, da via sacra, do Cerro do Campestre, da água, da imagem, da paisagem, do
monge , do Santo e de Deus para os devotos. Tentou-se entender o significado da idéia de festa de Santo Antão e se considerou todos os ritos e cultos que se pôde observar durante a semana do evento. Intuiu-se conhecer de que forma e por qual motivo o profano se integra ao sagrado e vice-versa. Partiu-se de um ponto de vista histórico, antropológico e cultural que dá visibilidade aos romeiros, peregrinos, moradores do lugar e clero, com destaque à versão da população que ingressa na Romaria. Valorizou-se as diferenças entre os devotos e o clero. Enfim se atentou para os problemas sociais que possam ter oferecido conjuntura histórica ao movimento, para a diversidade da Romaria, para o caráter coletivo das relações humanas e religiosas e para a idéia de que o homem deve ser valorizado antes de qualquer outro projeto.
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